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La Biblioteca Italiana delle Donne tra memoria e futuro di Annamaria Tagliavini.

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Presentazione sul tema: "La Biblioteca Italiana delle Donne tra memoria e futuro di Annamaria Tagliavini."— Transcript della presentazione:

1 La Biblioteca Italiana delle Donne tra memoria e futuro di Annamaria Tagliavini

2 Secondo Mapping the world of women information, il più aggiornato data base esistente a livello globale, gestito dall’Archivio Internazionale delle Donne di Amsterdam, i centri delle donne nel mondo sono 400. Disseminati in ogni continente essi variano per storia e caratteristiche, dai più antichi risalenti al suffragismo dei primi del Novecento, a quelli nati con la cosiddetta seconda ondata del femminismo negli anni Settanta, ai più recenti sorti nei paesi dell’est Europa all’indomani della caduta del muro di Berlino o ancora nei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Differenti per i contesti in cui si sono sviluppati essi condividono il comune legame con il movimento delle donne e si pongono l’obiettivo di raccogliere, conservare e disseminare informazioni sul composito universo femminile, nonché promuove azioni e politiche. Attraverso la storia del Centro di Documentazione delle Donne di Bologna, della sua Biblioteca e del suo Archivio dagli anni Settanta ad oggi, l’intervento si propone di mostrare un case study su una importante “istituzione” del femminismo italiano.

3 Comincio quindi con una breve storia della più significativa esperienza italiana: la rete bibliografica di genere Lilith. Erano gli anni ’80, quindi quasi 30 anni fa, e il movimento delle donne in Italia era nella sua fase ascendente, reduce dalle grandi manifestazioni che avevano occupato le piazze con imponenti mobilitazioni, e avevano popolato le città di gruppi e collettivi di autocoscienza, di ricostruzione della soggettività e dell’identità femminile, che lottavano insomma per la libertà femminile.

4 In quegli stessi anni, gruppi significativi di quel movimento delle donne ha cominciato a pensare di costruire luoghi che fossero, cito, “depositi di riserva simbolica”, quindi Centri di Documentazione, Biblioteche, Archivi cominciarono a nascere in molte città, dedicati all’esperienza storica delle donne, ma anche a ciò che le donne stavano in quel momento elaborando e facendo. Nel 1986, a Siena, si tenne un importante Convegno con il titolo Le donne al centro nel quale si realizzò un primo censimento dal quale risultava che praticamente in ogni città italiana c’era un’iniziativa di questo tipo, in alcune anche più di una, da nord a sud, da est a ovest. Si trattava di Centri di Documentazione, Biblioteche o Archivi che mettevano insieme l’attività di raccolta di documenti, di libri, di informazioni con una fortissima vocazione all’azione politica, quindi all’uso di questi materiali anche per promuovere iniziative ed attività. E questo forte legame tra informazione, cultura e politica attraversa il femminismo nell’insieme della sua storia fin dalle origini, poiché accomuna sia il primo femminismo emancipazionista dell’Ottocento che il cosiddetto femminismo della seconda ondata, nato nel secondo Novecento. Non dobbiamo infatti dimenticare che le prime biblioteche delle donne nascono in Europa proprio per iniziativa delle suffragette, è il caso della Bibliotheque Margherite Durand di Parigi o la Fawcett Library di Londra. Il convegno di Siena rappresenta in sintesi l’atto di nascita della Rete Lilith che all’inizio funziona come un coordinamento per poi trasformarsi in un network dedicato alla documentazione di genere. Obiettivo dei centri e delle tante donne che via via vi hanno collaborato era una specie di lavoro di scavo, di ricerca per riportare in luce, valorizzare e diffondere saperi e scrittura femminile nascosti, che vivevano quasi clandestinamente dentro i grandi contenitori della cosiddetta cultura neutra. Sheila Rowbotham[1], che è stata un’importante scrittrice femminista, aveva intitolato un suo libro diventato poi molto famoso, Hidden from History, Escluse dalla storia, e questo era un po’ il senso in cui si lavorava in quegli anni, per rendere visibile ciò che non si vedeva.[1] ____________ 1. Sheila Rowbotham,Hidden from History. 300 Years of Women’s Oppression and the Fight Against It, Pluto Press, 1975

5 Insieme ai Centri di Documentazione, agli Archivi e alle Biblioteche, nascevano in quegli anni altre iniziative importantissime legate alla promozione e alla diffusione della scrittura, della cultura e dei saperi, come le librerie e le case editrici. Librerie spesso intese come luoghi di elaborazione teorica e produzione intellettuale sessuata come quella di Milano, con la rivista Via Dogana o i libri scritti dalla comunità filosofica Diotima. Ma anche a Firenze, a Roma, a Napoli e Bologna non si trattava di semplici rivendite di libri, piuttosto luoghi di aggregazione e di iniziativa politica, alcune delle quali ahimè non esistono più. Di una certa rilevanza in quegli anni anche alcune esperienze editoriali di genere o femministe, molto militanti, come è stato per La Tartaruga di Laura Lepetit, prima che venisse comprata da Baldini & Castoldi; o per le Edizioni di Rivolta Femminile, che hanno pubblicato tutta l’opera di una grandissima del femminismo italiano, Carla Lonzi, e del suo gruppo oppure la casa editrice Dalla parte delle bambine. Un discorso a parte merita la collana Astrea dell’editore Giunti ideata e diretta da Roberta Mazzanti, impresa davvero pionieristica che ha in epoca non sospetta tradotto testi importantissimi, importando autrici e opere di altri mondi come Rigoberta Menchu, Fatema Mernissi e tante altre, contribuendo di fatto ad un’opera di grande sprovincializzazione culturale. Perché se il movimento delle donne non aveva confini, anche la sua cultura e la sua scrittura dovevano tradursi in un grande movimento transnazionale e globale. In quegli anni “io esisto”, “io ci sono”, “io scrivo”, in una forma nuova che è la consapevolezza della soggettività femminile ha significato anche “io produco i miei libri, io li vendo e li faccio conoscere, promuovo cultura femminile”.

6 Nelle immagini che scorrono qui accanto potete vedere com’è oggi la Biblioteca Italiana delle Donne nel bellissimo Convento di Santa Cristina ma la sua storia comincia quasi trent’anni fa e voglio raccontarla Alla fine degli anni Settanta un gruppo di femministe appassionate al lavoro politico e intellettuale decidono di costruire un’istituzione nuova autonoma ma pubblica Si costituiscono in Associazione Orlando - dal romanzo di Virginia Woolf e cominciano a negoziare con il Comune di Bologna per costruire il Centro di Documentazione, Ricerca e Iniziativa delle Donne della Città di Bologna La Convenzione: un modello originale di cooperazione tra pubblico e privato oggi risultato vincente ma allora molto controverso Dal Comune alla Regione Emilia Romagna Poi il riconoscimento del Ministero per i Beni Culturali I progetti europei e le reti europee

7 Struttura finanziaria e struttura giuridico istituzionale In quasi trent’anni i settori di attività dell’Associazione Orlando e del Centro crescono continuamente: nel 1991 progetto Biblioteca di interesse nazionale 1994 rivoluzione tecnologica ICT nasce il Server Donne.

8 La Bid è oggi in Italia la più importante biblioteca specializzata in cultura femminile, studi di genere e femminismo. Possiede un patrimonio di oltre 30.000 volumi e 495 periodici Gli ambiti tematici che vi sono documentati sono femminismo, storia dei movimenti politici delle donne, gender e women’s studies, diritti, corpo, cura, sessualità costume, politica, nuove tecnologie e gender digital divide, imprenditoria e occupazione femminile, arte narrativa, poesia, teatro, cinema,soluzione non violenta dei conflitti, donne migranti

9 La biblioteca dispone di alcuni fondi speciali La collezione storica 2000 monografie precedenti il 1945 La biblioteca di Sofia 3000 volumi dedicati alla letteratura per bambine e ragazze Il fondo Rosi Braidotti 350 volumi sulle teorie del femminismo provenienti dalla collezione privata foto rosi Servizi consultazione, prestito libri e periodici reference online document delivery prestito interbibliotecario

10 Come funziona una biblioteca di questo tipo? La struttura intera del Centro di documentazione circa 20 persone, di cui 6 in biblioteca ma molti stage e tirocini con l’università – convenzione Sbn cataloghi open, utenza fisica e virtuale dati quantitativi e qualitativi Alta specializzazione (dunque ricerca e studio) ma anche biblioteca di pubblica lettura Acquisti budget e tipologie In 30 anni l’editoria è molto cambiata, si pubblicano molte più autrici ma è scomparsa l’editoria femminista La promozione della lettura-incontri con scrittrici La promozione della ricerca-incontri con studiose e saggiste.

11 Sala da Tè è uno spazio attrezzato con 14 Personal Computer per le donne della città di Bologna. Unica nel suo genere permette di navigare, scrivere testi, inviare documenti gratuitamente a tutte le donne giovani e meno giovani esperte e principianti coadiuvate da un’operatrice specializzata sempre presente in sala. attrezzata per non vedenti e ipovedenti Il sevizio offre anche la possibilità di utilizzare uno scanner con software ocr per la lettura di testi o per l’acquisizioni di immagini. Nel corso dell’ anno 2006 la sala internet ha accolto 2640 utenti Periodicamente si sono svolti cicli di incontri formativi di alfabetizzazione, donne di età diverse, donne migranti

12 2007: si riordina l’Archivio di storia delle donne. Un patrimonio di documenti inediti, cartacei, iconografici, audiovisivi: un capitolo di storia a disposizione della ricerca

13 Archivio 100 metri lineari di documenti contenente: a) archivi personali e materiali derivati da ricerche specifiche quale, ad esempio, la ricostruzione della storia del movimento delle donne in Emilia Romagna negli anni Settanta e Ottanta (interviste orali, documenti, volantini) b) fondi di singoli gruppi di donne attivi in città e regione negli ultimi trenta anni del ‘900 c) materiali relativi ai centri e alle reti delle donne nazionali e internazionali.

14 Tale raccolta si è sedimentata ed ha assunto queste caratteristiche per la centralità di Bologna nel panorama del neofemminismo contemporaneo: una centralità legata all’originalità dell’esperienza locale e all’avere rappresentato un vero e proprio crocevia di scambi, incontri, reti di relazione. Di qui la possibilità di ricostruire, attraverso la lettura di questi materiali, anche un intero capitolo della storia cittadina in una prospettiva di genere e di arricchire il patrimonio culturale di questa città rendendo visibile una vicenda, quella della presenza pubblica delle donne, spesso lasciata ai margini o non adeguatamente rappresentata. Internazionale: Cultura: Politica: Tecnologie: Corpo:

15 Econtent plus verso una biblioteca digitale europea delle donne? Come rendere visibile il grande patrimonio culturale e documentario delle donne? SBN i linguaggi neutri e i thesauri aggiornati. Il progetto cercatrice Tramonta l’idea delle reti dei centri di un “separatismo” dei cataloghi la rete lilith Sessuare i grandi contenitori informativi La rete WINE 50 centri in Europa La rete ATHENA la ricerca e i curricula

16 The context: eContentplus an Eu projet devoted to digitalisation of relevant documentary sources: the discussion among some partners of Wine How to make women’s document visible as a cultural and political european tradition: EWDL EWDL failed and Europeana (http://www.europeana.eu) has born as a huge and broad Digital Library.http://www.europeana.eu Then at national level Women’s Libraries started the digitalisation 2006: Progetto speciale Biblioteca Digitale delle Donne finanziato dal MIBAC che accorpa patrimonio archivistico e bibliotecario http://www.bibliotecadigitaledelledonne.it

17 Biblioteca digitale materiali di pregio La nobiltà delle donne, 1549 (cinquecentina ) titolo: La nobiltà delle donne autore: Domenichi, Lodovico editore: Giolito de Ferrari, Gabriele luogo: Venezia data: 1549

18 Biblioteca digitale materiali di pregio La gallerie des femmes fortes par le p. Pierre le Moyne de la Compagnie de Iesus, 1662 (seicentina) titolo: La gallerie des femmes fortes par le p. Pierre le Moyne de la Compagnie de Iesus autore: Le Moyne, Pierre editore: Benoist Coral & Antoine Du Perier luogo: Lyon data: 1662

19 Biblioteca digitale materiali di pregio La donna veneziana nei secoli XVI, XVII e XVIII (manoscritto) titolo: La donna veneziana nei secoli XVI, XVII e XVIII. autore: Bertone, Paola editore: edizione dell'autore

20 Biblioteca digitale Monografie, collezione storica Gozzini, Arcangelo Consigli alle fanciulle da marito : sestine giocoso-critico-morali Livorno, 1856

21 Biblioteca digitale Monografie, collezione storica Berenice, Dono fraterno : alle giovani spose Milano, 1883

22 Biblioteca digitale Monografie, collezione storica Vertua Gentile, Anna Come devo comportarmi? : Libro per tutti Milano, 1897

23 Biblioteca digitale Monografie, collezione storica Consorzio Nazionale Produttori Zucchero e Associazione Nazionale Bieticultori Alle mamme italiane Genova, 1934

24 Biblioteca digitale Riviste storiche La donna Periodico morale ed istruttivo n.02, Padova 19 aprile 1868 Direttrice: Alaide Gualberta Beccari Abstract «La donna» venne fondata nel 1868 a Padova da Gualberta Alaide Beccari», con lo scopo di creare «un organo degli interessi femminili […] l’unico scritto da donne» (G. A. Beccari, Il nostro ottavo anno di vita, «La Donna»10 maggio 1875, n. 255). La Beccari era cresciuta in una famiglia di ideali mazziniani e repubblicani e fin da giovane si era impegnata nella promozione di una nuova educazione della donna italiana. Scopo principale della rivista era quello informare ed educare la donna in tutti gli ambiti: politico, letterario, scientifico ed artistico; gli articoli non si limitavano infatti alla sfera teorica ma apportavano esempi pratici relativi alle scuole ed al mondo del lavoro, non mancava inoltre uno sguardo internazionale, alle principali espressioni del pensiero femminile. Dopo un breve soggiorno veneziano, nel 1878 la Beccari si trasferì a Bologna e con lei la redazione della rivista «La Donna». In seguito al trasferimento della redazione a Bologna l’impegno politico della rivista si fece più specifico: argomento centrale divenne infatti l’attività delle società operaie di ispirazione mazziniana e di conseguenza l’attenzione alla lotta rivendicativa nel mondo del lavoro. Tra le collaboratrici della rivista si trovano i nomi delle principali protagoniste del femminismo ottocentesco italiano e internazionale: Malvina Frank; Anna Maria Mozzoni; Sarina Nathan; Luisa Tosko; Giorgina Saffi; Giulia Cavallari Cantalamessa; Fanny Lewald; Ernesta Napollon; Elena Shika. La rivista, che usciva come quindicinale, cessò le pubblicazioni intorno al 1891-1892 (la data non è del tutto certa).

25 Biblioteca digitale Riviste storiche Cordelia Rivista quindicinale per le signorine n.01, Firenze 15 gennaio 1921 Abstract «Cordelia», che aveva come sottotitolo Rivista mensile della donna italiana, venne fondata nel 1881 a Firenze da Angelo De Gubernatis e, sul modello delle pubblicazioni ottocentesche dirette da uomini, si poneva come scopo fondamentale quello di «educare le giovinette». Nel 1882 la rivista venne rilevata dall’editore Cappelli di Bologna, che nel 1884 ne affidò la direzione a Ida Baccini (1850-1911), già nota autrice di scritti per l’infanzia e conosciuta nell’ambiente giornalistico per le collaborazioni a «La Nazione» e alla «Gazzetta d’Italia». La Baccini diede un nuovo impianto alla rivista, grazie a uno stile più vivace e continuò a dirigere «Cordelia» fino alla morte nel 1911. A sostituirla venne chiamata allora la marchesa Maria Majocchi Plattis (1864-1917), nota già alle lettrici di «Cordelia» con lo pseudonimo di Jolanda. Donna colta e raffinata la marchesa Plattis fece della rivista una della più lette dalla donne italiane. Negli anni che seguirono la rivista andò progressivamente perdendo il tratto essenzialmente educativo per divenire essenzialmente una rivista di intrattenimento rivolta a un pubblico di estrazione borghese. Quando, nel febbraio del 1939, la redazione venne trasferita a Milano, «Cordelia» si presentava ormai come una pubblicazione bimestrale ricca di suggerimenti sulle letture, sul cinema, sul teatro mentre praticamente assente risulta l’attualità. Nel 1942 divenne un supplemento del periodico «La Donna».

26 Biblioteca digitale Riviste storiche La donna fascista n.16, 14 luglio 1940 Abstract La Donna Fascista, con il sottotitolo, Giornale delle organizzazioni femminili del P[artito] N[azionale] F[ascista] inizia le sue pubblicazioni nel 1935,in continuità con il Giornale della Donna. Settimanale di educazione sociale femminile, per cessarle nel 1943. Il cambiamento del nome della testata è indicativo di un messaggio, rivolto alle donne, di crescente identificazione con il regime. Periodico quindicinale, per tutta una fase, esce in folio, in una veste editoriale essenziale, con la pagina di apertura dedicata ai momenti essenziali della politica fascista. Nelle pagine interne le notizie delle attività dei fasci femminili, si accompagnano a rubriche di suggerimenti e consigli relativi a diversi aspetti della vita femminile, nonché ad inserti pubblicitari..A partire dal 1940 diventa una rivista illustrata ed aumenta il numero delle pagine, delle fotografie e delle rubriche. Accanto agli articoli sulla politica fascista e sui temi della mobilitazione civile nel paese in guerra, compaiono pagine letterarie, articoli dedicati alle figure femminili della storia, ai lavori e alle professioni, alla presenza delle donne nelle manifestazioni culturali e, soprattutto, sportive. Questa apertura si restringe progressivamente negli ultimi numeri, assieme alla diminuzione del numero delle pagine.

27 Biblioteca digitale Riviste storiche Effe n.01, novembre 1973 Abstract Effe nasce nel 1973, con la pubblicazione del numero 0 seguita a distanza di alcuni mesi dal numero 1 (novembre 1973). Rivista mensile continua ad uscire per i 10 anni successivi fino all’ultimo numero del dicembre 1982. Direttrice responsabile ne è in una prima fase Adele Cambria: successivamente la responsabilità viene assunta, in forma cooperativa, dall’intera redazione. Edita da Dedalo fino al 1974, nell’anno successivo la cooperativa ne assume anche la parte gestionale e dal 1975 appare sulla copertina il sottotitolo: “mensile femminista autogestito”: sottoscrizioni e abbonamenti delle lettrici costituiscono la fonte fondamentale di finanziamento e garantiscono l’autonomia della pubblicazione. Fin dal titolo Effe, come l’iniziale di femminismo, la rivista vuole essere “la prima rivista femminista italiana, nata come rivista di attualità e cultura legata al movimento.”. Scritta da donne con occhi di donne, ricca di fotografie e di immagini, Effe, con le sue inchieste su tutti gli aspetti dell’esistenza femminile, i suoi interventi sulle grandi questioni dell’aborto e della violenza sessuale, con la visibilità data alla produzione culturale delle donne, costituirà per anni un punto di riferimento importante per tutte le donne interessate al movimento.

28 Biblioteca digitale Riviste storiche Memoria Rivista di storia delle donne n.01, marzo 1981 Abstract Memoria. Rivista di storia delle donne inizia le sue pubblicazioni nel 1981 per cessarle nel 1991 con un ultimo numero volto ad aprire una discussione sui cambiamenti intervenuti nella storia delle donne, dopo dieci anni. Testimonianza della crescita anche in Italia di un nuovo campo di studi dedicato alla storia delle donne e di genere, la rivista – realizzata da una redazione composta da storiche e studiose di altri ambiti disciplinari, la rivista vuole avere programmaticamente un’apertura interdisciplinare e rappresentare sguardi e prospettive differenti. Al centro di ogni numero viene posto un tema particolarmente rilevante nel dibattito culturale e politico, declinato, attraverso i vari contributi, secondo molteplici approcci e diverse interpretazioni. Al tema monografico si accompagnano singoli saggi, esperienze di ricerca, presentazione di fonti e documenti, riletture di opere importanti nella storia e nella cultura delle donne. Costante è la rubrica, i materiali del presente, che accoglie dibattiti, recensioni, resoconti delle iniziative in corso nei women’s studies.

29 Biblioteca digitale Manifesti Visitare luoghi difficili, 1988 [poster] Abstract Incontro fra donne palestinesi e israeliane promosso dall’Associazione Orlando e dal Centro di Documentazione delle donne nell’ambito dell’iniziativa internazionale “Visitare i luoghi difficili”, con il sostegno della Regione Emilia Romagna, del Comune di Bologna e della Provincia di Bologna. L'iniziativa aveva al centro lo scambio tra donne italiane, israeliane e palestinesi per la soluzione non violenta dei conflitti.

30 Biblioteca digitale Manifesti Inviolabilità del corpo femminile e diritto sessuato, 1989 [poster] Abstract Incontro nazionale sull’inviolabilità del corpo femminile e il diritto sessuato in relazione all’iniziative legislative sulla violenza sessuale promosso dal Centro di Documentazione delle donne di Bologna e dal gruppo donne di via Polese. Progettazione del manifesto Donatella Franchi.

31 Biblioteca digitale Manifesti I monasteri femminili tra Rinascimento e Barocco, 2000 [poster] Abstract Convegno storico internazionale svoltosi a Bologna sede di Palazzo dei Notai, organizzato dall’Associazione Orlando e dal Centro di Documentazione delle Donne con il sostegno del Comune di Bologna e il patrocinio del Dipartimento di Discipline Storiche dell’Università di Bologna nell’ambito di Bologna Città europea della cultura. Progettazione del manifesto: Raffaella Lamberti; realizzazione grafica: Simonetta Scala.

32 Biblioteca digitale Manifesti Assemblea Cittadina, 2001 [poster] Abstract Primo di una serie (vedi manifesti 4 e 6) realizzata per una campagna di informazione cittadina sui progetti, le attività dell’Associazione Orlando nel triennio 2001/2003 e sul negoziato con il Comune di Bologna per il rinnovo della convenzione per la gestione del Centro di documentazione, ricerca ed iniziativa delle donne (dopo le elezioni comunali del 1999). Il manifesto convoca un’assemblea di confronto e dibattito pubblico presso la Sala dello Zodiaco della Provincia di Bologna. Progettazione del manifesto: Raffaella Lamberti; realizzazione grafica: Simonetta Scala.


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