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WORKSHOP Gestione, manutenzione, buone prassi e proposte settoriali e territoriali La manutenzione fattore strategico per la garanzia della sicurezza Ing.

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Presentazione sul tema: "WORKSHOP Gestione, manutenzione, buone prassi e proposte settoriali e territoriali La manutenzione fattore strategico per la garanzia della sicurezza Ing."— Transcript della presentazione:

1 WORKSHOP Gestione, manutenzione, buone prassi e proposte settoriali e territoriali La manutenzione fattore strategico per la garanzia della sicurezza Ing. Paolo Salvatore D’ONOFRIO ConTARP INAIL CAMPANIA NAPOLI 29/06/2012

2 Il quadro statistico europeo sulla manutenzione La manutenzione comprende tutte quelle azioni di ordine tecnico, amministrativo e gestionale, eseguite durante il ciclo di vita di un componente, un impianto, un macchinario, un’attrezzatura, un fabbricato ecc., destinate a preservare o a riportare gli stessi a uno stato in cui sono in grado di svolgere una prestazione equivalente a quella iniziale. La manutenzione comprende tutte quelle azioni di ordine tecnico, amministrativo e gestionale, eseguite durante il ciclo di vita di un componente, un impianto, un macchinario, un’attrezzatura, un fabbricato ecc., destinate a preservare o a riportare gli stessi a uno stato in cui sono in grado di svolgere una prestazione equivalente a quella iniziale.

3 Le diverse attività di manutenzione possono comprendere: - l’ispezione; - il collaudo; - la regolazione; - interventi di sostituzione o riparazione; - il rilevamento di guasti; - la sostituzione di parti di componenti; - l’assistenza; Tali operazioni sono in grado di abbracciare moltissimi settori e le più disparate attività lavorative; questo è anche il motivo per il quale è di una certa difficoltà individuare il numero esatto di addetti impiegati in tutte le attività manutentive e la determinazione completa degli eventi, in termini infortunistici, ad esse riconducibili. Tali operazioni sono in grado di abbracciare moltissimi settori e le più disparate attività lavorative; questo è anche il motivo per il quale è di una certa difficoltà individuare il numero esatto di addetti impiegati in tutte le attività manutentive e la determinazione completa degli eventi, in termini infortunistici, ad esse riconducibili.

4 In questo contesto i dati riportati dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute nei luoghi di Lavoro (EU-OSHA), hanno evidenziato come ad esempio in Francia e in Spagna all’incirca il 6% della popolazione lavorativa svolge compiti connessi con la manutenzione. La maggior parte degli addetti alla manutenzione è costituita da uomini - circa il 90% in Francia - circa il 65% in Spagna - la fascia d’età più rappresentata è quella compresa tra i 30 e i 49 anni.

5 In relazione all’ampia gamma di attività, gli addetti alla manutenzione nei luoghi di lavoro sono esposti a numerosi pericoli per la salute e la sicurezza: - rischi di natura fisica (cadute, scivolamenti, rumore, vibrazioni, microclima, radiazioni, sovraccarico biomeccanico, ecc.); - rischi di natura chimica (inquinanti aerodispersi, amianto, fumi di saldatura, manipolazione o inalazione di sostanze pericolose, ecc.); - rischi di natura biologica (batteri, virus, funghi, parassiti, ecc..); - rischi di origine psicosociale (ritmi inadeguati, inadeguatezza dell’organizzazione lavorativa, orari di lavoro scomodi

6 I dati Eurostat derivanti dalla banca dati europea ESAW, hanno evidenziato che: I dati Eurostat derivanti dalla banca dati europea ESAW, hanno evidenziato che: all’incirca il 20% di tutti gli infortuni verificatisi in Belgio negli anni 2005-2006 hanno riguardato operazioni di manutenzione; all’incirca il 20% di tutti gli infortuni verificatisi in Belgio negli anni 2005-2006 hanno riguardato operazioni di manutenzione; circa il 18-19% degli infortuni sul lavoro in Finlandia; circa il 18-19% degli infortuni sul lavoro in Finlandia; il 14-17% in Spagna; il 14-17% in Spagna; il 10-14% in Italia (nel periodo 2003-2006). il 10-14% in Italia (nel periodo 2003-2006).

7 Inoltre, i dati di Eurostat raccolti in 12 paesi europei hanno mostrato che, nel 2006, circa il 10-15% di tutti gli infortuni mortali si sono registrati durante l’esecuzione di operazioni di manutenzione. Alcuni studi hanno indicato che le malattie professionali e i problemi di salute connessi con il lavoro (come ad esempio asbestosi, cancro, problemi di udito e disturbi muscolo-scheletrici) sono anch’essi più diffusi fra i lavoratori impegnati in attività di manutenzione.

8 Ancora i dati di Eurostat, raccolti in cinque paesi dell’UE, hanno mostrato che la maggior parte degli infortuni connessi alla manutenzione si verificano nelle: - imprese manifatturiere, - edili, - immobiliari, di locazione e commerciali Inoltre, nel settore dell’erogazione di elettricità, gas e acqua (anno 2006), sono posti in relazione ad esecuzione di operazioni di manutenzione: - il 50% degli infortuni in Finlandia e Belgio; - il 34% in Spagna; - il 23% in Italia

9 Da quanto riportato emerge l’importanza di inquadrare, il problema della manutenzione in un ambito più generale in un contesto comunitario, per le ricadute positive che le direttive e le iniziative collegate possono avere nel processo di pianificazione.

10 L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute nei luoghi di Lavoro ha giustappunto attuato una serie di iniziative ed azioni concrete mediante la promozione della campagna europea sulla manutenzione sicura, avente tra gli obiettivi quello di promuovere le buone pratiche nello svolgimento delle operazioni di manutenzione.

11 Definizioni, contesto e terminologia generale È noto che un’attrezzatura di lavoro ha una vita fisica che coincide con il periodo nel quale essa, non essendo ancora logora per l’utilizzo e/o per l’usura, è in grado di fornire le prestazioni assegnate a suo tempo dal fabbricante, ove per vita fisica deve essere inteso il periodo temporale durante il quale l’attrezzatura, in condizioni normali di utilizzo e manutenzione, conserva l’efficienza originaria cosi come prevista dal costruttore del bene

12 Ad esempio, nell’ambito del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n.17, concernente le macchine individua “la persona fisica o giuridica che progetta e/o realizza una macchina o una quasi macchina oggetto del presente decreto, ed è responsabile della conformità della macchina o della quasi- macchina con il presente decreto ai fini dell'immissione sul mercato con il proprio nome o con il proprio marchio ovvero per uso personale; in mancanza di un fabbricante quale definito sopra, è considerato fabbricante la persona fisica o giuridica che immette sul mercato o mette in servizio una macchina o una quasi-macchina oggetto del presente decreto legislativo”;

13 In questo contesto l’efficienza individua la capacità dell’attrezzatura di fornire, con continuità, le prestazioni quantitative e qualitative che la caratterizzano all’atto della messa in servizio o dell’acquisto. La vita fisica può essere pertanto prolungata, reintegrando la capacità produttiva dell’attrezzatura, con le diverse operazioni di manutenzione.

14 In tal senso ([1]) la norma europea di riferimento definisce la manutenzione come la “combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, eseguite durante il ciclo di vita di un elemento destinate a preservarlo o a riportarlo in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta». [1] ([1]) Si riferisce alla EN 13306 “Manutenzione. Terminologia di manutenzione”, edizione 2010

15 Per quanto concerne la classificazione dei diversi interventi di manutenzione, una prima distinzione è operabile, in funzione del contenuto dei lavori e della loro finalità, si parla dunque di: 1) manutenzione ordinaria; 1) manutenzione ordinaria; 2) manutenzione straordinaria. 2) manutenzione straordinaria.

16 1) manutenzione ordinaria In questo ambito gli interventi di manutenzione sono volti, in particolare, a mantenere l'integrità originaria del bene, mantenerne o ripristinarne l'efficienza, contenerne il normale degrado legato all’utilizzo, garantirne la vita utile, far fronte ad eventi accidentali, ecc..

17 2) manutenzione straordinaria Si tratta essenzialmente di tipologie d'intervento non ricorrenti e generalmente ad elevato costo, in rapporto al valore di rimpiazzo del bene e ai costi annuali di manutenzione ordinaria dello stesso. Tali interventi sono orientati a prolungarne la vita utile e/o, in via subordinata, migliorarne l'efficienza, l'affidabilità, la produttività, l'ispezionabilità, ecc.

18 Un’ulteriore distinzione è quella inerente le politiche di manutenzione cui corrispondono ad esempio le seguenti tipologie di intervento: - manutenzione preventiva; - manutenzione migliorativa; - manutenzione a guasto.

19 Ulteriore distinzione praticabile è quella che, in riferimento ai tempi di guasto, suddivide gli interventi di manutenzione in: - preventivi (secondo condizione o ciclici) - correttivi (differiti o urgenti). Presi a riferimento, invece, i guasti è possibile operare ad esempio la seguente classificazione: - guasto primario; - guasto secondario;

20 Le previsioni legislative di riferimento per le operazioni di manutenzione.......L’obbligo di manutenzione va collocato in capo al soggetto datoriale, privato o pubblico, ai sensi ed agli effetti dell’applicazione del D.Lgs. n.81/2008, volto alla tutela ed alla salvaguardia dei lavoratori esposti ai diversi rischi per la salute e la sicurezza derivanti dallo svolgimento delle attività di lavoro. Da questa norma discende l’obbligo di attuare la regolare manutenzione dei luoghi di lavoro in senso lato, delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di sicurezza

21 In particolare, secondo l’art.15, c.1, lettera z), del TU, proprio l’attività manutentiva viene fissata come misura generale di tutela delle condizioni di sicurezza degli ambienti di lavoro, di protezione dei lavoratori nell’utilizzo di attrezzature di lavoro e di salvaguardia degli impianti e dei dispositivi di sicurezza. In particolare, secondo l’art.15, c.1, lettera z), del TU, proprio l’attività manutentiva viene fissata come misura generale di tutela delle condizioni di sicurezza degli ambienti di lavoro, di protezione dei lavoratori nell’utilizzo di attrezzature di lavoro e di salvaguardia degli impianti e dei dispositivi di sicurezza. Per quanto attiene strettamente le attrezzature di lavoro, il titolo III del TU detta le disposizioni normative riguardanti i requisiti di sicurezza che tali attrezzature debbono possedere per poter essere utilizzate da parte degli utenti.

22 In modo particolare l’art.71, ha disposto, quale obbligo del datore di lavoro, In modo particolare l’art.71, ha disposto, quale obbligo del datore di lavoro, - di adottare adeguate misure tecniche e organizzative al fine garantire che ciascuna attrezzatura di lavoro sia installata ed utilizzata in conformità alle condizioni previste e, in ogni caso, di perseguire il fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’utilizzo da parte degli addetti; - adottare tutte le necessarie misure procedurali ed organizzative affinché tali attrezzature siano oggetto di idonea manutenzione….

23 Tra i compiti del datore di lavoro vi è quello di assicurarsi che: - le attrezzature di lavoro siano conformi ai requisiti di sicurezza previsti a suo tempo dal fabbricante; - siano installate e utilizzate in modo conforme alle istruzioni per l’uso; - siano assoggettate a tutti gli aggiornamenti dei requisiti minimi di sicurezza di natura normativa e tecnica - e, non ultimo, di garantire nel tempo la permanenza di tali requisiti di sicurezza mediante l’esecuzione di buone pratiche di manutenzione

24 In tema di controlli, le attrezzature di lavoro secondo la legislazione vigente, sono soggette a: In tema di controlli, le attrezzature di lavoro secondo la legislazione vigente, sono soggette a: controlli iniziali, dopo l’installazione e prima della messa in servizio, controlli iniziali, dopo l’installazione e prima della messa in servizio, controlli successivi, ad ogni montaggio per le attrezzature la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione, controlli successivi, ad ogni montaggio per le attrezzature la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione, controlli periodici, per tutte le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose controlli periodici, per tutte le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose

25 In perfetta sintonia normativa, qualora volessimo prendere in esame oltre alle attrezzature, in senso più ampio, i luoghi nei quali viene svolta l’attività imprenditoriale, le ricadute applicative dell’articolo 64 del D.Lgs. n.81/2008, assegnano al datore di lavoro l’obbligo di provvedere, in modo particolare, affinché essi ”vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori”.

26 Il medesimo articolo impone che “i luoghi di lavoro, gli impianti e di dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura (pulizia), onde assicurare condizioni igieniche adeguate”; si può trattare indistintamente di locali adibiti ad ufficio o laboratori, ovvero di vasche, canalizzazioni e silos provvisti di idonee aperture di accesso, come passi d’uomo o altro, nei quali debbono entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione e manutenzione.

27 A tal proposito bisogna ricordare che solo in Italia negli ultimi quattro anni, si sono registrati oltre 25 decessi causati da incidenti che hanno coinvolto addetti impegnati in operazioni di manutenzione di cisterne o vasche, venuti a contatto con agenti o sostanze tossiche e/o nocive che, in assenza di protezioni personali ed adeguate misure di emergenza, ne hanno causato la morte.

28 Dalle indagini post-incidentali emerge che le cause sono altrettanto ripetitive come ad esempio: - la non corretta valutazione dei rischi, - l’omissione dei controlli preventivi sull’agibilità all’interno dei contenitori in questione, - la mancata informazione e formazione sulla possibile presenza di sostanze pericolose o tossiche ed inosservanza delle regole di sicurezza, - la mancata predisposizione o non corretta attuazione del permesso di lavoro e delle procedure di emergenza,

29 Aspetti di sicurezza concernenti il processo manutentivo...Gli interventi di manutenzione ed i relativi aspetti di salute e sicurezza devono, in qualche modo, risultare parte integrante di un sistema di gestione globale della sicurezza e della salute aziendale, che comprenda elementi quali: - l’impegno dell’organizzazione datoriale (politica aziendale di manutenzione); - la valutazione di tutti i rischi; - il coinvolgimento e la partecipazione degli addetti; - le procedure di lavoro; - l’attività formativa e di addestramento degli addetti;

30 La logica per la scelta della politica di manutenzione da adottare può dipendere, dalle seguenti valutazioni datoriali: - effetti prodotti dal guasto del bene sulla sicurezza degli addetti, dei lavoratori, del personale esterno e dell’ambiente, sulla produttività aziendale o altri effetti; - effetti prodotti dal guasto del bene sulla sicurezza degli addetti, dei lavoratori, del personale esterno e dell’ambiente, sulla produttività aziendale o altri effetti; - possibilità di applicare, ad una certo elemento considerato critico, una determinata tipologia di intervento manutentivo in funzione delle modalità di guasto; - possibilità di applicare, ad una certo elemento considerato critico, una determinata tipologia di intervento manutentivo in funzione delle modalità di guasto; - convenienza economica di attuare la tipologia manutentiva individuata. - convenienza economica di attuare la tipologia manutentiva individuata.

31 È di tutta evidenza che il processo manutentivo inizia già in fase di progettazione e di pianificazione, a tal fine pertanto è necessario effettuare: - la valutazione di tutti i pericoli associati agli interventi da effettuare, - l’istituzione di procedure e di buone pratiche lavorative basate su un’adeguata valutazione dei rischi per gli addetti, - l’allocazione delle risorse economiche e dei tempi previsti per lo svolgimento dell’attività manutentiva, - la programmazione, su base periodica, dell’attività di formazione, informazione e addestramento del personale incaricato, - l’adozione di modalità di comunicazione efficaci tra i preposti alla manutenzione e altri attori coinvolti nel processo produttivo.

32 Per quanto concerne strettamente l'attuazione della "politica aziendale di manutenzione", si ritiene che essa richieda criteri di progettazione indirizzati al rispetto dei piani e degli obiettivi aziendali e all’ottimizzazione del costo globale sia come costi propri che indotti 2 ; va annotato in tal senso che il costo globale esprime sia il costo che l'azienda deve sostenere per fare una certa politica di manutenzione (costo proprio di manutenzione) sia tutta una serie di costi indotti dal guasto. ( 2 ) Sono tali i costi causati da azioni errate, errata o ritardata manutenzione, conduzione inadeguata degli impianti e delle attività manutentive; comprendono anche gli scarti di qualità non previsti a budget. ( 2 ) Sono tali i costi causati da azioni errate, errata o ritardata manutenzione, conduzione inadeguata degli impianti e delle attività manutentive; comprendono anche gli scarti di qualità non previsti a budget.

33 La valutazione approfondita dei rischi per gli addetti deve comprendere tutte le fasi dell’attività e tutti i potenziali pericoli che si possono presentare nell’ambito del posto di lavoro o dell’organizzazione nella quale prestano la propria opera. Prima di attivare qualsiasi operazione o intervento di manutenzione occorre, quindi, valutare tutti i rischi per gli addetti.

34 L’evoluzione dei modelli produttivi avvenuta negli ultimi anni spinge sempre di più verso la frammentazione del processo di produzione e di esternalizzazione di un certo numero di lavorazioni o di servizi. Di conseguenza, l’ente committente, a prescindere che si tratti di amministrazione pubblica o di azienda privata, si trova ad affidare a soggetti terzi determinati compiti, più o meno complessi come i servizi di manutenzione, gli interventi di riparazione e/o pulizia di attrezzature, ecc.

35 Si deduce che i lavoratori che eseguono interventi come quelli manutentivi, compresi gli appaltatori, devono possedere competenze specifiche nel proprio settore di responsabilità e devono ricevere una formazione in materia di sicurezza e salute, oltre ad essere informati sui pericoli correlati a determinati lavori, formati ed addestrati all’adozione di adeguate procedure di lavoro.

36 Sempre in tale ambito, il problema maggiore può riguardare essenzialmente i rischi di interferenza: - ad esempio quello logistico, legato agli spostamenti all’interno di un medesimo spazio, talvolta ristretto rispetto al numero delle persone che vi intervengono; - quello di raccordo tra le operazioni e le lavorazioni affidate a soggetti diversi, ma spesso collegate tra loro, ecc...

37 Esempio di buone prassi di manutenzione d’impianto (buone pratiche) Pianificazione degli interventi Pianificazione degli interventi Adozione delle misure di sicurezza previste Adozione delle misure di sicurezza previste Individuazione delle attrezzature e degli accessori Individuazione delle attrezzature e degli accessori esecuzione dei lavori esecuzione dei lavori

38 Pianificazione degli interventi: Pianificazione degli interventi: - definire gli interventi da eseguire con il direttore dei lavori, il responsabile d’ impianto; - consultare la documentazione tecnica (istruzioni per la manutenzione); - impartire in modo chiaro gli ordini, soprattutto se in tali esecuzioni sono coinvolte più addetti

39 Adozione delle misure di sicurezza previste: - azionare gli interruttori di sicurezza e applicare un lucchetto con chiave (.......lock out...); - prevenire la possibile caduta di elementi (oggetti che si possono trovare ad una certa altezza e in posizione prossima a quella oggetto di intervento manutentivo); - impedire, nel caso, con idonei sbarramenti di sicurezza verticali, gli ingressi all’area di lavoro; - impedire che i lavoratori creino qualsivoglia situazione di pericolo, soprattutto durante l’esecuzione delle operazioni manutentive in questione

40 Individuazione delle attrezzature e degli accessori: - utilizzare solo attrezzature idonee ed appropriate al lavoro di manutenzione da svolgere; - indossare tutti i dispositivi di protezione individuale previsti nella valutazione dei rischi;

41 Esecuzione dei lavori : - definire il flusso delle esecuzioni e per ogni intervento manutentivo accertarsi che sia ben definito, - attuare procedure di lavoro sicure e comunicare tutte le istruzioni in modo chiaro, assicurandosi che esse vengano adeguatamente comprese; - disporre di adeguate procedure di emergenza per gli eventi imprevisti o accidentali

42 Le procedure gestionali devono prevedere, comunque, l’arresto degli interventi compresa la messa in sicurezza dell’impianto, qualora ci si trovi ad affrontare un evento eccezionale o imprevisto.

43 Cinque regole fondamentali per la manutenzione sicura 1. Pianificazione 1. Pianificazione «La manutenzione deve iniziare con una pianificazione adeguata. I datori di lavoro devono effettuare una valutazione dei rischi delle attività di manutenzione che propongono e, in tale processo, sono tenuti a coinvolgere i lavoratori. «La manutenzione deve iniziare con una pianificazione adeguata. I datori di lavoro devono effettuare una valutazione dei rischi delle attività di manutenzione che propongono e, in tale processo, sono tenuti a coinvolgere i lavoratori. Tra i fattori da prendere in considerazione ricordiamo: l’ambito del compito, le caratteristiche dei rischi a cui si è esposti, gli elementi indispensabili per l’attività, il tempo e le risorse necessari»

44 Cinque regole fondamentali per la manutenzione sicura 2. Rendere sicura la zona di lavoro 2. Rendere sicura la zona di lavoro «Applicare le procedure elaborate nel corso della fase di pianificazione. È necessario mettere in sicurezza le zone di lavoro (impedire ad esempio l’accesso a persone non autorizzare installando barriere o segnali. La zona di lavoro, inoltre, deve essere tenuta pulita e sicura; occorre chiudere a chiave (lockout) anche le fonti di energia elettrica, e mettere in sicurezza le parti mobili»

45 Cinque regole fondamentali per la manutenzione sicura 3. Usare attrezzature adeguate 3. Usare attrezzature adeguate «I lavoratori partecipanti ai compiti di manutenzione debbono essere muniti di strumenti e attrezzature adatti, in qualche caso diversi da quelli che utilizzano di consueto. Dal momento che probabilmente si troveranno ad operare in spazi non concepiti per ospitare persone per attività lavorative e saranno esposti ad un certo numero di rischi, devono essere anche dotati di adeguati dispositivi di protezione individuale»

46 Cinque regole fondamentali per la manutenzione sicura 4. Lavorare secondo la pianificazione stabilita 4. Lavorare secondo la pianificazione stabilita «Spesso la manutenzione viene effettuata sotto l’incalzare di tempi assai ristretti, come avviene ad esempio quando il sopraggiungere di un guasto arresta il processo produttivo. È necessario seguire il piano di lavoro anche quando il tempo è ridotto: le scorciatoie possono rivelarsi costosissime, in presenza di incidenti, ferimenti o danni alla proprietà»

47 Cinque regole fondamentali per la manutenzione sicura 5. Effettuare i controlli finali 5. Effettuare i controlli finali «Il processo di manutenzione deve concludersi con controlli che garantiscano il completamento del lavoro, le condizioni di sicurezza dell’oggetto sottoposto a manutenzione e lo smaltimento di tutto il materiale di scarto generato nel corso del processo di manutenzione, quando ogni particolare è stato controllato e ne è stata verificata la sicurezza» * Tabella estratta dalla Guida per la campagna europea sulla manutenzione 2010-2011, pubblicazione a cura di EUOHSA (edizione 2010).

48 RAPPORTO DI MANUTENZIONE Infine va effettuato il rapporto (registro o relazione) di manutenzione mediante il quale è descritto il lavoro e la sequenza di interventi eseguiti, deve includere anche tutti i commenti sulle difficoltà, oltre che le raccomandazioni utili per migliorare, in futuro, le operazioni manutentive sinora compiute. Non ultima, deve essere considerata la necessità di discutere tutto in appositi incontri aziendali nei quali gli addetti di manutenzione e il personale dell’organizzazione, possano commentare le attività svolte, avanzando tutti i suggerimenti e le proposte ritenute utili in termini di sicurezza, di efficienza, di efficacia e di costi.

49 Per chi volesse approfondire IL SOLE 24 ORE del 2 agosto 2011 n.14 ambientesicurezza.ilsole24ore.com ambientesicurezza.ilsole24ore.comdi Casto Di Girolamo, docente a contratto nell’Università dell’Insubria, Bruno Del Molino, dirigente aziendale, Paolo Salvatore D’Onofrio, esperto in sicurezza aziendale, Maria Bonacci, dottoranda di ricerca nell’Università di MilanoBicocca

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