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2. L’azienda Economia aziendale. A.A. 2015/2016. 2 L’AZIENDA STRUTTURA: organismo costituito da sistemi coordinati e complementari di persone (organizzazione),

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1 2. L’azienda Economia aziendale. A.A. 2015/2016

2 2 L’AZIENDA STRUTTURA: organismo costituito da sistemi coordinati e complementari di persone (organizzazione), beni (patrimonio) e operazioni (gestione) ECONOMICA: si assumono decisioni per coordinare l’impiego di mezzi limitati per conseguire scopi plurimi DURATURA: l’azienda perdura oltre la vita fisica delle persone e dei beni PRODUTTIVA di beni e servizi: crea utilità destinate alla soddisfazione dei bisogni umani  con il ricorso alla trasformazione fisica di beni e alla produzione di servizi destinati alla vendita (aziende industriali e di servizi), ovvero  attraverso il trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio (azienda mercantile)

3 3 schema del comportamento umano FINIBISOGNI ATTIVITA’ ECONOMICA (produzione e consumo di beni economici) persone fini bisogni attività economica La gestione d’azienda deve tenere conto sia dei bisogni espressi dai soggetti inseriti nell’organizzazione (personale) che dei bisogni espressi dagli utilizzatori dei prodotti realizzati (clientela) Comportamenti irrazionali e meccanismi ingannatori (aggressività diretta o dislocata, compensazione, razionalizzazione) FINALITA’ GENERALE DELL’AZIENDA SODDISFARE BISOGNI UMANI L’AZIENDA E I BISOGNI UMANI Impostazione del comportamento aziendale: -Orientamento al marketing -Orientamento alla produzione …

4 4 Bisogni umani e attività economica BISOGNI UMANI BENI ECONOMICI PROCACCIAMENTO DI BENI ECONOMICI ATTIVITA’ DI CONSUMO ATTIVITA’ CREATIVA PRODUZIONE DI BENI ECONOMICI ATTIVITA’ ECONOMICA Attività umana che ha come scopo il soddisfacimento di bisogni che richiedono il consumo, e pertanto la produzione, di beni economici Reciproci condizionamenti Nessi consequenziali

5 5 LA SCALA GERARCHICA DEI BISOGNI DI ABRAM MASLOW AUTOREALIZAZZIONE STIMA DEGLI ALTRI STIMA DI SE’ SOCIALI SICUREZZA FISIOLOGICI capacità di svilupparsi autonomamente status, prestigio, potere conoscenza, successo, indipendenza appartenenza al gruppo protezione vita fisica bere, mangiare Bisogni in tensione Bisogni ragionevolmente soddisfatti Lo studio dei bisogni degli umani serve a comprendere i fini alla base dei loro comportamenti

6 Motivazione e bisogni 6 Motivazione: insieme dei fattori che stanno alla base del comportamento (agire) di una persona per il raggiungimento di uno scopo L’andamento e lo sviluppo della motivazione dipendono in particolare da due fattori: le competenze: ciò che l'individuo è in grado di fare i valori personali: ciò che l'individuo intende e desidera fare La pulsione motivazionale si avvia ogni volta che l'individuo avverte un bisogno Il bisogno è la percezione di uno squilibrio tra la situazione attuale e una situazione desiderata. Il bisogno è pertanto uno stato di insoddisfazione che spinge l’uomo a procurarsi i mezzi necessari (beni) per porvi fine o limitarlo

7 bisogni 7 FISIOLOGICI: fame, sete, sonno, termoregolazione, ecc., collegati alla sopravvivenza fisica dell'individuo. Sono i primi a dover essere soddisfatti a causa dell'istinto di autoconservazione; SICUREZZA: protezione, tranquillità, prevedibilità, eliminazione di preoccupazioni e ansie, assicurano all'individuo tutela e serenità; APPARTENENZA: essere amato e amare, essere parte di un gruppo, cooperare, partecipare, rappresenta l'aspirazione di ognuno a essere elemento della comunità; STIMA: essere rispettato, approvato, riconosciuto, per sentirsi competente e produttivo; AUTOREALIZZAZIONE: realizzare la propria identità in base ad aspettative e potenzialità, occupare un ruolo sociale, è l'aspirazione umana a essere ciò che si vuole sfruttando le proprie facoltà mentali e fisiche.

8 Sviluppo dei bisogni 8 i bisogni fondamentali, una volta soddisfatti, tendono a non ripresentarsi i bisogni sociali e relazionali tendono a riformarsi sotto forma di nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere l’insoddisfazione, sul lavoro o nella vita di relazione (pubblica o privata), è un fenomeno molto diffuso che può essere giustificato dalla mancata realizzazione delle proprie potenzialità Secondo Maslow l’autorealizzazione abbisogna di una serie di caratteristiche di personalità, competenze sociali e capacità tecniche

9 modello di Maslow e azienda 9 Dal punto di vista aziendale occorre tarare lo stile di gestione, determinando obiettivi e stimoli in coerenza con il livello di soddisfacimento dei bisogni individuali Si dovrà rilevare ogni elemento di contrasto fra il processo di sviluppo del lavoratore e quello del contesto aziendale di riferimento, processo mancante nella teoria di Maslow Il suo modello è incentrato sul meccanismo di autodeterminazione dell’individuo e fa risalire le spinte motivazionali esclusivamente a fattori interni, non considerando l’interazione tra l’individuo e l'ambiente esterno Anche per questo il modello di spiegazione del comportamento, caratterizzato da forte anelasticità, prevede che l’individuo percorra necessariamente tutti i livelli della scala gerarchica, escludendo la possibilità di essere spinti contemporaneamente da più bisogni, pur se di diversa intensità

10 10 L’Economia Aziendale ha per oggetto l’azienda Studio dell’ ATTIVITA’ ECONOMICA svolta dalle aziende Gran parte dell’attività economica si svolge all’interno di Istituti = organismi composti da più sistemi coordinati fra loro all’interno dei quali gli elementi agiscono secondo linee di interrelazione = somma di più sistemi tra essi coordinati. tre sotto-sistemi principali:  Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE)  Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE)  Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) l’oggetto proprio dell’Economia Aziendale è l’ORDINE STRETTAMENTE ECONOMICO DI UN ISTITUTO (ossia il sistema degli accadimenti economici)

11 11 L’AZIENDA: DIFFERENTI TEORIE INTERPRETATIVE LA TEORIA ORGANICISTICA LA TEORIA SISTEMICA LA TEORIA CONTRATTUALISTICA L’azienda è vista, rappresentata, studiata come essere vivente “organismi” che regolano la produzione (aziende produzione) e “organismi” che regolano il soddisfacimento dei bisogni (aziende di erogazione) L’azienda è vista, rappresentata, studiata come insieme di elementi interrelati e coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato L’azienda è vista, rappresentata, studiata come insieme di contratti : nexus of contracts.

12 12 LA TEORIA SISTEMICA L’azienda è un sistema: APERTO DINAMICO COMPLESSO PROBABILISITICO (non deterministico) FINALIZZATO Interazioni con l’esterno e con l’interno: Interazione dinamica di parti (sistema sociale) Omeostasi: attitudine a mantenere condizioni di equilibrio dinamico Processi e Strutture (“statiche” nel breve, dinamiche nel tempo e nello spazio Molteplicità degli elementi che lo compongono Molteplicità delle relazioni tra gli elementi (sub-sistemi del sistema azienda) Il valore del sistema è > del valore della somma degli elementi La gestione si basa su ipotesi esterne ed interne di funzionamento e sulla correlata fissazione di obiettivi. Il sistema aziendale è sottoposto a rischi particolari e generali Perseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo

13 13 RELAZIONI TRA AZIENDA E MERCATI AZIENDA MERCATO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA MERCATO DELLE VENDITE STATO ENTI PUBBLICI MERCATO DEL LAVORO MERCATO DEGLI APPROVVIGIONA- MENTI MERCATO DEI CAPITALI

14 14 Relazioni tra AZIENDA e AMBIENTE SOCIO-ECONOMICO Aziend a Religione Associazioni di categoria Tecnologia Sistema politico Sistema economico Sindacati Legislazione Ambiente socio- culturale Vincoli ambientali Mercati di acquisizione Mercati di sbocco

15 15 La scomposizione del sistema ambiente, quindi, può condurre all’individuazione di sub-sistemi che interagiscono con l’azienda: 1.i mercati (dei capitali, dei fattori produttivi, di sbocco) 2.la scienza e il progresso tecnologico; 3.l’ambiente sociale. Tale sub-sistema stimola l’azienda ad adottare tecniche produttive sempre più avanzate ed innovative per accrescere la competitività sul mercato. Tale sub-sistema condiziona l’azienda in base al regime politico, all’ordinamento giuridico e alla condizione socio-economica del paese all’interno del quale è collocata.

16 16 Principali categorie di soggetti legati all’AZIENDA Azienda Fornitori Organi politici Dipendenti Clienti Consumatori Amministrazione finanziaria Finanziatori Sindacati

17 17 LA TEORIA CONTRATTUALISTICA Filone istituzionalista. Si privilegia il ruolo dell’azienda come strumento e struttura di governo. L’azienda è il “luogo” di attività a carattere intenzionale, ossia riconducibile a determinati soggetti (agent e principal). Ciascuna persona è portatrice di fattori produttivi e si confronta con i mercati nei quali si negoziano le condizioni di produzione di sua competenza (teoria della proprietà). Il filone dell’economia neoclassica rappresenta invece la funzione dell’azienda come funzione di produzione tesa a massimizzare la differenza tra costi-ricavi e “astraendo” rispetto ai profili strutturali, organizzativi dell’impresa ed evidenziando gli aspetti impersonali, traducibili in equazioni economiche (gestione oggettiva). L’economia aziendale italiana distingue tra:  Gestione oggettiva (riferibile ai fatti)  Gestione soggettiva (riferibile ai soggetti) Quindi recupera sia il filone istituzionalista che quello dell’economia neoclassica. Con Zappa l’approccio istituzionalista è rafforzato: l’azienda è concepita come istituto atto a perdurare e come coordinazione economica in atto, istituita e retta dall’uomo. La teoria contrattualistica è però in parziale conflitto con il tipo di approccio istituzionalistico italiano: l’approccio contrattualistico, mentre insiste sul carattere soggettivo dell’azienda ne svuota però la sostanza, riconoscendo come unico ruolo quello degli individui, e non considerando l’impresa come soggetto, poiché il nexus of contracts è in definitiva una “finzione contarattuale”, utile per identificare una trama di rapporti contrattuali tra individui.

18 18 Definizione giuridica (art. 2555 c.c.): “L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa” Definizione di IMPRESA tratta dalla nozione di IMPRENDITORE (art. 2082 c.c.): “E’ imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi” Enfasi sull’aspetto oggettivo La dottrina aziendalistica ha evidenziato differenti che caratterizzano l’azienda:  Aspetti strutturali  Aspetti dinamici  Aspetti strutturali e dinamici Enfasi sull’aspetto soggettivo DEFINIZIONE E CONCETTO DI AZIENDA Definizione parziale e derivata TRE FILONI DI STUDIO

19 19 1) Primo FILONE (ORGANICO-STRUTTURALE) Si focalizza sulla struttura materiale del sistema azienda, e quindi sull’aspetto statico (persone e beni), trascurando l’aspetto dinamico. 2) Secondo FILONE (INTERPRETAZIONE DINAMICA) Si concentra sugli aspetti dinamici (operazioni) delle operazioni aziendali La concezione dinamica è elaborata da Zappa G. e ripresa dagli aziendalisti aderenti alla sua teoria (Amaduzzi A., 1978, 1978; Bertini U., 1990, Ferrero G., 1980; Onida, 1971; Zanda G, 1974) 3) Terzo FILONE (INTERPRETAZIONE COMPLESSA) Considera congiuntamente gli aspetti strutturali e dinamici delle operazioni aziendali (Ceccherelli, 1966; Giannessi, 1979) “L’azienda è un istituto economico destinato a perdurare, che, per il soddisfacimento dei bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione o il procacciamento o il consumo della ricchezza” (G. Zappa, Le produzioni nell’economia delle imprese, 1957) “L’azienda è un complesso economico che sotto il nome di un soggetto giuridico (titolare) ed il controllo di un soggetto economico ha vita in un sistema continuamente rinnovantesi e mutevole di operazioni attuabili mercè una duratura, sebbene rigida, organizzazione del lavoro, per la soddisfazione di bisogni umani, in quanto questa richieda produzione o acquisizione e consumo di beni economici” (ONIDA P., 1954)

20 20 1) “Organizzazione di persone e di beni economici, indispensabile per il raggiungimento del fine o di più fini dell’ente” (V. Vianello, 1935) “… organizzazione di beni (persone e cose materiali) che svolgono una determinata attività umana, in vista di uno o più bisogni da soddisfare” (U. De Dominicis, 1950). 2) “… somma di fenomeni o negozi o rapporti da amministrare relativi ad un cumulo di capitali che formi un tutto a sé, o a una persona singola, o a una famiglia, o ad un’unione qualsivoglia, od anche soltanto una calasse distinta di quei fenomeni, negozi, rapporti” (F. Besta, 1922). “un sistema dinamico di operazioni” (T. D’Ippolito, 1953). “… un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione o di consumo, o di produzione e consumo insieme …” (Aldo Amaduzzi, 1953). “ sistema generale di accadimenti economici” (C. Masini, 1970). 3) “Strutturalmente … mezzi economici e forze di lavoro costituite n rapporto alla quantità di mezzi disponibili ed alla particolare attività che intendono svolgere; dinamicamente … complessi operanti nei quali l’attività di lavoro deliberativa ed esecutiva di una o più persone si applica ai beni che formano la dotazione dell’azienda per aumentarne l’utilità o il rendimento, per ottenere cioè un risultato economicamente utile” (A. Ceccherelli, 1955). “ … può essere intesa come una unità elementare dell’ordine economico generale, dotata di vita propria e riflessa, costituita da un sistema di operazioni, promanante dalla combinazione di particolari fattori e dalla composizione di forze interne ed esterne, nel quale i fenomeni della produzione, della distribuzione e del consumo vengono predisposti per il conseguimento di un determinato equilibrio economico, a valere nel tempo, suscettibile di offrire una rimunerazione adeguata ai fattori utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto economico per conto del quale l’attività si svolge” (E. Giannessi, 1960, p. 46).

21 21 ISTITUTO “Un istituto si presenta come un complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali. L’attività economica si svolge tipicamente in istituti e per relazioni tra istituti” (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37). Tre grandi classi di istituti: le famiglie, le imprese, gli istituti pubblici territoriali. Delle tre classi di istituti, l’ordine economico è rappresentato dall’azienda. Si parla di: aziende di consumo e patrimoniali familiari, di aziende di produzione e di aziende composte pubbliche. Queste tre classi di aziende sono accomunate dal fine generale del soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo costituito dall’attività economica. Le tre classi si differenziano per i fini immediati e quindi per le strutture caratteristiche in termini di assetto istituzionale, combinazioni produttive, organismo personale e assetto tecnico e organizzativo e di patrimonio (Airoldi, Brunetti, Coda, 1989, p. 37). La vita delle persone nella società umana è caratterizzata dal sorgere e dall’evolversi di ISTITUZIONI di varia natura, ossia di regole e strutture di comportamento relativamente stabili per i singoli e per i gruppi. Le società umane che assumono i caratteri di istituzioni sono denominate ISTITUTI

22 22 Differenza tra istituto e azienda L’istituto si configura come “complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali rivolti ad un insieme di fini comune” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13) L’azienda si configura come “l’ordine economico di qualsivoglia istituto sociale” (C. Masini, Lavoro e risparmio, 1970, p. 13)

23 23 tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) IL SISTEMA DELLE PERSONE (ORGANIZZAZIONE) L’ORGANIZZAZIONE è un sistema coordinato di persone che si prefigge dir aggiungere un più razionale impiego del lavoro umano in relazione agli obiettivi aziendali. Essa si realizza attraverso SUDDIVISIONE e SPECIALIZZAZIONE delle attività; COORDINAZIONE delle attività in un sistema integrato di obiettivi, poteri e responsabilità Fasi del Processo organizzativo  definizione degli obiettivi e delle funzioni da svolgere, per raggiungere gli obiettivi programmati  scomposizione/ricomposizione delle funzioni da svolgere per creare ruoli da assegnare alle persone  specificazione per ogni ruolo dei compiti e delle responsabilità  definizione delle linee di influenza AUTORITARIO e NON AUTORITARIA per indirizzare le persone  definizione delle PROCEDURE operative (modalità di funzionamento delle funzioni)

24 24 criteri di divisione del lavoro tra le persone, presenti all’interno dell’azienda delibera degli organi, delle funzioni e delle relazioni o linee di influenza tra gli organi definizione della struttura organizzativa cioè l’insieme dei ruoli (o comportamenti attesi) e delle linee di influenza Gli organi aziendali possono essere suddivisi su tre livelli: organo volitivo organo direttivo organo esecutivo soggetto che prende le decisioni aziendali e definisce le linee strategiche da seguire traduce in direttive operative le linee strategiche dettate dell’organo volitivo è composto da tutti coloro che, materialmente, eseguono quanto definito dall’organo direttivo

25 25 SCOMPOSIZIONE E RICOMPOSIZIONE FUNZIONI A B C D Produzione Marketing - Commerciale - Vendita Acquisti Amministrazione - finanza Ogni organo svolge una determinata funzione, all’interno della quale vi saranno differenti ruoli e compiti assegnati alle persone. Come creare una struttura organizzativa efficiente? è necessario stabilire le relazioni, che collegano i diversi organi, per definire con chiarezza come e con chi comunicare all’interno del proprio reparto, della propria funzione e dell’intera azienda.

26 modello a cascata- fasi della produzione studio di fattibilità: se vale la pena (da un punto di vista tecnico ed economico) intraprendere lo sviluppo del sistema analisi dei requisiti: cosa farà il sistema, una volta valutata la convenienza dello sviluppo del sistema progetto: come il sistema farà quanto stabilito nella fase precedente e, in particolare, la sua suddivisione in moduli e le relazioni fra di essi collaudo: esecuzione di prove per verificare la correttezza dell'implementazione dei singoli moduli integrazione (o test di integrazione): esecuzione di prove per verificare la correttezza del funzionamento complessivo del sistema manutenzione: segue la consegna o delivery del prodotto al cliente, e comprende tutte le attività volte a migliorare, estendere e correggere il sistema nel tempo 26

27 modello a cascata- fasi della vendita Marketing di prodotti/servizi su segmenti rilevanti Ricezione ed elaborazioni ordini Verifica scorte Pricing Aggiornamento dati a seguito fatturazione 27

28 modello a cascata- fasi amm/ne Acquisizione dei finanziamenti Gestione risorse umane Gestione risorse materiali logistica Budget Controllo di gestione 28

29 29 INFLUENZA AUTORITARIA INFLUENZA NON AUTORITARIA Dal processo organizzativo la struttura organizzativa, rappresentabile graficamente mediante organigrammi Gli organi si collegano tra loro secondo due direzioni principali: direzione verticale e direzione orizzontale Linea di influenza strettamente gerarchica collegamento funzionale, basato sul grado di specializzazione, che differenzia gli organi, anche appartenenti allo stesso livello

30 30 Possibili STRUTTURE ORGANIZZATIVE struttura gerarchica di tipo piramidale: il potere decisionale è accentrato nella mano di un solo soggetto/organo e ciascun membro dell’organizzazione riceve ordini da un solo diretto superiore e allo stesso deve rispondere per il suo operato. struttura funzionale: il potere decisionale e i compiti relativi alla direzione vengono suddivisi tra più organi di pari grado, ognuno specializzato in una determinata funzione ciascuno dei quali dipende dall’organo volitivo. struttura gerarchico-funzionale (line e staff): suddivisione tra due tipi di organi. Gli organi di line, svolgono attività direttive ed hanno potere decisionale; gli organi di staff sono organi consultivi di assistenza agli organi di line. struttura multi divisionale: la responsabilità di direzione viene ripartita in divisioni ciascuna delle quali gestita da un suo dirigente. struttura a matrice adatta soprattutto per quelle aziende che lavorano su commessa o per progetto. In questa struttura troviamo due tipi di dirigenti entrambi dipendenti dall’organo volitivo: i manager di funzione e i manager di progetto.

31 31 struttura gerarchico-funzionale

32 a.a 2010/2011 32 struttura multi divisionale

33 33 struttura a matrice

34 34 Approfondimento sulla struttura a matrice La struttura a matrice è l'insieme della struttura funzionale e di quella divisionale Sono presenti due livelli di direzione, e cioè la direzione in base alle funzioni, (commerciale, personale, amministrativa) e le varie Direzioni in base ai progetti (in base ai prodotti o alle aree geografiche o ai clienti) Ciascuna persona è soggetta alle due direzioni, sia di funzione che di divisione; si intrecciano, allora, autorità, competenze e responsabilità sia in senso verticale, in base alle funzioni, sia in senso orizzontale, in base alle divisioni per la realizzazione di un progetto si crea una unità organizzativa con persone che fanno parte delle diverse aree funzionali e con persone che fanno parte dei singoli progetti; a progetto ultimato, questa unità si scioglie e i suoi componenti possono essere designati per altri progetti Tutte le Direzioni, sia di funzione che di prodotto, dipendono dall'unica Direzione generale

35 35 problema organizzativo: quale stile di direzione? Modalità di comportamento che gli organi direttivi assumono verso i subordinati Di tipo AUTORITARIO basato sull’accentramento del potere decisionale attuato mediante il comando fondato sul consenso e sulla delega di potere decisionale Di tipo PARTECIPATIVO

36 36 Rappresenta l’insieme dei mezzi funzionali all’attività svolta dall’azienda e che sono organizzati secondo un rapporto di interrelazione per il comune scopo della produzione. Ha caratteristiche qualitative e quantitative in continuo mutamento. tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) IL SISTEMA DEI BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Tecniche di stima Il patrimonio può essere esaminato secondo due aspetti ASPETTO QUANTITATIVO inventariobilancio ASPETTO QUALITATIVO “Il capitale, quale entità astratta è una grandezza variamente configurabile nel suo valore, in relazione alle diverse finalità che ne ispirano la valutazione”. (Onida P., Economia d’azienda, 1971).

37 37 CAPITALE O PATRIMONIO Insieme coordinato dei mezzi economici che sono a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante per il conseguimento dei fini istituzionali dell’azienda. Complesso di beni a disposizione dell’azienda in un determinato momento. Impossibilità di definire in modo universale ed esaustivo il capitale o patrimonio Nozione poliedrica e complessa Diversi aspetti attraverso i quali deve essere esaminato il capitale

38 38 CAPITALE: INVENTARIO n Elenca gli elementi del patrimonio secondo le caratteristiche fisiche e funzionali (kg, euro, colli,..), per cui essi non possono essere sommati n Evidenzia l’ ASPETTO QUALITATIVO del patrimonio: come complesso coordinato di beni (materiali, persone, macchinari, denaro, ecc..) espressi in quantità eterogenee CAPITALE: BILANCIO n In particolare, il prospetto di STATO PATRIMONIALE contenuto nel documento di bilancio riporta il valore di ogni elemento del patrimonio (prodotti 20 euro, impianti 300 euro, debiti, 30 euro, ecc..) n Evidenzia l’ ASPETTO QUANTITATIVO del patrimonio: come fondo omogeneo di valori finanziari ed economici, attivi e passivi, espressi nella moneta contabile e sommabili fra loro.

39 39 Coloro che devono intraprendere un’attività economica devono impiegare nell’iniziativa (nell’impresa) mezzi commisurati alle esigenze dell’attività svolta. I mezzi impiegati nell’impresa possono essere insufficienti, per cui è necessario il ricorso a prestiti erogati da finanziatori esterni. mezzi apportati dal proprietario o dai soci CAPITALE PROPRIO mezzi apportati da finanziatori esterni CAPITALE DI CREDITO Sono impiegati per lo svolgimento dell’attività aziendale ImpieghiMezzi disponibili Denaro in cassa Beni apportati dall’imprenditore o dai soci - Capitale proprio conferito dall’imprenditore o dai soci

40 40 ImpieghiMezzi disponibili Denaro in cassa o in c/c bancario Beni in natura - Capitale proprio - Capitale di credito Mediante lo svolgimento delle operazioni di gestione sono impiegati per l’acquisto di fattori produttivi produttivi di tipo strutturale e a fecondità semplice ImpieghiMezzi disponibili Disponibilità liquide Cassa Banca c/c Magazzino Materie prime Merci e prodotti Immobilizzazioni Terreni Fabbricati Macchine Attrezzature Capitale di credito Debiti a breve verso banche o fornitori Debiti a medio e lungo per finanziamenti da parte di terzi Capitale proprio Capitale conferito dall’imprenditore o dai soci Gli impieghi si modificano per effetto delle operazioni di gestione … Struttura “mezzi disponibili & impieghi” che si rinnova continuamente L’ammontare dei mezzi disponibili = ammontare degli impieghi Investimenti o attivitàFinanziamenti, fonti o passività

41 41 Gli elementi del patrimonio IMPIEGHIFONTI Fonti di risorse finanziarie o finanziamenti Impieghi di risorse finanziarie o investimenti Capitale proprio Capitale di terzi fattori produttivi specifici (es. materie prime) fattori produttivi generici (es. denaro)

42 42 IMPIEGHI o INVESTIMENTI: Sono impieghi di risorse finanziarie in fattori produttivi generici (denaro o crediti) e specifici (immobilizzazioni, a lento ciclo di utilizzo o materie prime a rapido ciclo di utilizzo) Si parla di ATTIVITA’ in quanto valori attribuiti ai beni, servizi e diritti a disposizione dell’impresa nel momento della determinazione del capitale (es. crediti, magazzino, impianti, ecc.) FINANZIAMENTI: Sono fonti finanziarie di terzi (capitale con vincolo di credito) o proprie (con vincolo di capitale di rischio) Si parla di PASSIVITA’ in quanto valori attribuiti ai debiti liquidi (debiti verso fornitori), in corso di formazione (debiti per TFR), potenziali (fondi rischi) e alle partite rettificative dell’attivo (fondi svalutazione crediti e fondi ammortamento).

43 43 ASPETTO QUALITATIVO Sotto l’aspetto qualitativo: patrimonio come complesso coordinato di elementi eterogenei espressi in quantità eterogenee “L’insieme dei beni economici (ricchezze) materiali o immateriali, a disposizione dell’azienda in un dato momento” (Onida P., 1970). Il capitale dell’impresa può essere definito come l’insieme complementare di beni materiali e immateriali di diritto o di fatto a disposizione dell’impresa, per lo svolgimento dell’attività economica di produzione (Onida P, 1970). Ciascun bene ha proprie caratteristiche fisiche e funzionali, ma tutti i beni sono legati da un rapporto di complementarietà e interdipendenza per lo svolgimento dell’attività economica Art. 810 c.c. ‘Sono beni tutto ciò che può formare oggetto di diritti: beni materiali e immateriali sia di proprietà sia utilizzati in virtù di un diritto di godimento, come uso ed usufrutto).’

44 44 INVENTARIO DELL’AZIENDA “X” AL 31/12/N Elementi attivi (dare)Elementi passivi (avere) Cassa Prodotti: Macchine: Fabbricati: € 10 T. 100 ferro T. 20 ghisa T. 50 acciaio 1 convertitore 2 laminatori mq. 200 capann. mq. 400 appart. Debiti cambiari Mutui passivi €. 200 €. 300 Analisi qualitativa: gli elementi del patrimonio sono classificati in base a caratteristiche funzionali e non in base al loro valore Ciascun elemento è misurato con parametri che ne contraddistinguono la natura. I vari elementi non si possono sommare per ottenere un valore sintetico che indichi l’entità complessiva del capitale Gli elementi si possono rappresentare nel prospetto di inventario a quantità eterogenee o inventario a quantità non monetarie

45 45 L’inventario Rilevazione in un dato istante di tutti i componenti attivi e passivi del capitale o del patrimonio o di una parte di tali componenti o di un aggregato di beni economici, che debba considerarsi riunito in un tutto (Besta). Finalità: -Dimostrare la consistenza quali-quantitativa del patrimonio aziendale (inventari costituzione, cessione, di esercizio, di trasformazione, fusione, liquidazione) -Controllo (verifica e riscontro del magazzino, di ammanchi, cali, di consegna/riconsegna beni in deposito o dati a custodia, per funzioni di ispettorato aziendale–auditing interno/esterno) TIPI DI INVENTARIO In base all’oggetto: -Inventari patrimoniali, di beni altrui, di cose qualsiasi In base all’estensione: -Inventari generali, parziali In base alla natura dei dati: -Inventari a quantità non monetarie; a quantità monetarie o a valore Rispetto alla fonte dei dati: -Inventari di fatto; contabili Rispetto alla periodicità: -Inventari ordinari (annuali/rotativi); inventari straordinari Rispetto all’analisi del prospetto: - Inventari analitici; sintetici FASI Scelta elementi da inventariare Ricerca degli elementi Descrizione quali-quantitativa Classificazione Valutazione in termini monetari Rappresentazione

46 46 Ripartizioni e suddivisioni del patrimonio dal punto di vista qualitativo In base al legame temporale con l’impresa: – Attivo immobilizzato: beni o attività che cedono la loro utilità per più anni Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni finanziarie Magazzino immobilizzato – Attivo circolante: beni o attività che cedono la loro utilità entro l’anno o che sono già in forma liquida (come il denaro) Magazzino a breve Liquidità differite Liquidità immediate Dal punto di vista giuridico: – Beni di proprietà – Beni di terzi (es. beni in leasing o in conto lavorazioni) A seconda del legame con l’attività tipica dell’impresa: – Beni principali: senza i quali non è possibile svolgere l’attività caratteristica (es. macchinari e impianti) – Beni accessori: non indispensabili, ma utili, presenti in azienda a seguito di scelte gestionali (es. immobili civili)

47 47 ASPETTO QUANTITATIVO I componenti del patrimonio rilevati sotto l’aspetto qualitativo non sono sommabili perché di natura eterogenea. È tuttavia possibile operare una omogeneizzazione mediante la valutazione, cioè l’attribuzione a ciascun bene di un valore monetario (a seconda dei casi, valore nominale, valore di mercato, costo di acquisto, costo di produzione ecc.). I beni così espressi possono essere sommati e fornire quindi una misura sintetica del Capitale. Il prospetto nel quale i valori monetari dei beni vengono esposti è denominato Stato Patrimoniale (S.P.) o Stato dei Capitali. Utilizzando il prospetto di Stato Patrimoniale è possibile effettuare un’analisi sia patrimoniale (relativa al complesso dei beni che compongono l’azienda espressi in valori monetari) sia analisi finanziaria (attenta al rapporto tra i flussi in entrata e quelli in uscita). “Sotto l’aspetto quantitativo il capitale viene considerato come fondo omogeneo di valori, la cui entità è espressa sinteticamente da un solo valore rendendo possibili eventuali comparazioni nel tempo e nello spazio” (D’Amodeo D., 1965).

48 48 Il patrimonio in termini quantitativi: il concetto di valutazione del capitale Per quantificare il patrimonio dell’azienda occorre attribuire un valore agli elementi del capitale: la determinazione è soggettiva poiché influenzata da: scopo per il quale viene effettuata natura dei beni da valutare particolare situazione in cui si trova l’azienda

49 49 Per quanto riguarda la valutazione quantitativa, il capitale può assumere configurazioni diverse, ognuna di esse capace di soddisfare una capacità conoscitiva differente: - capitale di costituzione (misurazione del capitale iniziale) - capitale di funzionamento (valore attribuito al patrimonio aziendale in funzione della determinazione del reddito da assegnare all’esercizio) - capitale economico (o capitale di cessione: valore di sintesi valore di sintesi che esprime la capacità dell’impresa di produrre redditi in futuro: stima del valore dell’azienda in funzione della sua capacità di produrre redditi in futuro) - capitale di liquidazione (valore del patrimonio aziendale risultante dalla vendita per stralcio dei beni dell’azienda, ceduti separatamente; valori di presunto realizzo per le attività e valori di presunta estinzione per le passività, allo scopo di determinare, in via preventiva, l’attivo netto realizzabile) Crescente importanza degli elementi intangibili del capitale valutazione quantitativa

50 50 Il patrimonio in termini quantitativi: il prospetto di Stato Patrimoniale Lo Stato Patrimoniale elenca tutti gli elementi del patrimonio. Tale prospetto è articolato in sezioni divise e contrapposte Totale ATTIVITA’ - Totale Passività = PATRIMONIO NETTO (o capitale netto)

51 51 STATO PATRIMONIALE ATTIVITA’ (DARE) CassaE 100 ProdottiE 200 MacchineE 300 Fabbricati E 400 Totale attiv.E 1.000 PASSIVITA’ (AVERE) Debiti cambiari E 200 Totale passiv. E 200 Cap. netto E 800 Tot.a pareggio E 1.000

52 52 Valutazione Gli elementi che formano il capitale sono resi omogenei tramite la valutazione. Il valore del capitale che risulta dallo stato patrimoniale e che viene determinato effettuando le valutazioni secondo quando disposto dal codice civile viene indicato come: -Capitale di gestione -Capitale di funzionamento -Capitale di bilancio Il patrimonio rappresenta l’ammontare delle risorse a disposizione del soggetto aziendale in un determinato istante, relative all’azienda in normale funzionamento, la cui entità varia in conseguenza: -della gestione -dei criteri di valutazione applicati

53 53 Il Patrimonio Netto La somma algebrica tra ATTIVITA’ E PASSIVITA’ consente la determinazione del CAPITALE PROPRIO o PATRIMONIO NETTO Data la relazione: Attività - Passività= Patrimonio Netto, se:  A = PN: l’azienda si è finanziata solo con mezzi propri (no debiti)  A = P: l’azienda ha un patrimonio netto = 0 (è finanziata totalmente con capitale di rischio)  A < P: non solo il patrimonio è nullo, ma le attività sono insufficienti a far fronte ai debiti  A > P: l’azienda è finanziata sia da capitale di rischio che capitale proprio Patrimonio Lordo o Attività Lorde

54 54 Il Patrimonio Netto e le sue parti ideali Il PN è la misura contabile dei capitali apportati in azienda a titolo di capitale di rischio. L’origine è duplice: interna (utili e riserve provenienti dalla mancata distribuzione di utili) esterna (raccolta sul mercato di capitale di rischio e riserve provenienti da conferimenti di capitale -riserva sovrapprezzo azioni-) Le quote ideali del PN :  CAPITALE SOCIALE: valore nominale delle azioni o quote  RISERVE: accantonamenti di utili (obbligatorie e facoltative) o di capitale (contributi di soci o di terzi distinti dal capitale sociale) o di rivalutazione (rivalutazione monetaria di elementi dell’attivo)  PERDITE PREGRESSE: perdite di anni precedenti in attesa di sistemazione (da coprire con utili di futuri esercizi, riducendo il capitale sociale o con versamenti di soci a fondo perduto)  UTILE DI ESERCIZIO: reddito in attesa di destinazione ovvero da distribuire agli azionisti/soci o da portare ad incremento delle riserve

55 55 Le variazioni del patrimonio La variazione subita dal patrimonio è imputabile: Alla gestione: è stato prodotto un utile (variazione in aumento) oppure si è rilevata una perdita (variazione in diminuzione) Conferimenti e decisioni prese dai soci: si è deciso di incrementare il capitale sociale conferendo altri beni o denaro (aumento) oppure si è deciso di ridurre il capitale sociale con restituzione del denaro ai soci (variazione in diminuzione) tempo STATO PATRIMONIALE 31/12/2014 STATO PATRIMONIALE 31/12/2015 CAPITALE NETTO INIZIALE CAPITALE NETTO FINALE

56 56 Il capitale proprio o capitale netto (CP) rappresenta il capitale messo a disposizione dal soggetto aziendale al momento della costituzione ed incrementato o diminuito dal risultato dell’andamento aziendale. Il capitale di credito (CC) rappresenta tutti i debiti che l’azienda ha nei confronti dei creditori. Il totale Attività è uguale al totale INVESTIMENTI Il totale Passività e Netto è uguale al totale delle FONTI DI FINANZIAMENTO (CC + CP) Se le Attività sono superiori alle Passività: A – P = Capitale Netto Se le Attività sono inferiori alle Passività: A – P = Deficit Patrimoniale (o Passivo Netto o Passivo Scoperto)

57 57 CAPITALE DI CREDITO la parte del capitale d’impresa ottenuto in finanziamento da un’azienda di credito Concesso dopo un’istruttoria nel corso della quale si analizza il la solvibilità dell’impresa Due categorie di capitale di credito Finanziamento a medio/lungo termine Prestito obbligazionario Mutuo passivo a medio/lungo termine Leasing finanziario Finanziamento a breve termine anticipazioni su fatture o ricevute bancarie apertura di credito in c/c Il capitale di di credito rappresenta la fonte principale di finanziamento dell'attività d’impresa in quanto gli oneri finanziari sono ordinariamente fiscalmente deducibili dall'imponibile

58 58 INDICE DI INDEBITAMENTO LEVERAGE RATIO CAPITALE DI CREDITO CC = CAPITALE PROPRIO CP È possibile analizzare la struttura delle singole sezioni (Attività e Passività) mediante appositi indici esprime il grado di indebitamento dell’azienda mediante il rapporto tra capitale di credito e capitale proprio: 200 800 0,25

59 59 Alcuni indicatori della solidità aziendale MARGINE DI STRUTTURA: differenza tra capitale proprio e totale immobilizzazioni (indica la capacità dell’Alta Direzione di soddisfare il fabbisogno finanziario generato dagli impieghi durevoli senza far ricorso al capitale di terzi Patrimonio Netto (i mezzi finanziari apportati dai soci come il capitale sociale, le riserve, gli utili non distribuiti, ecc.) - Immobilizzazioni (il valore degli investimenti in beni materiali, immateriali e finanziari di lunga durata al netto degli ammortamenti) Se il valore dell'indice è positivo o tendente a zero, l'azienda è solida dal punto di vista patrimoniale, in quanto i mezzi propri sono sufficienti allo svolgimento dell'attività.

60 60 Alcuni indici della solidità aziendale MARGINE DI TESORERIA: differenza tra le disponibilità finanziarie (liquidità immediate+differite) e i debiti a breve termine è un indicatore finanziario della liquidità dell'Impresa. In particolare indica la capacità dell'impresa a "soddisfare" i debiti a breve e medio termine attraverso la liquidità disponibile (cassa e banche) i crediti a breve termine Liquidità Correnti + Crediti a BT meno Debiti Finanziari a BT più Debiti a BT Se il suo valore è positivo siamo di fronte a una buona situazione finanziaria; se di segno opposto, la situazione finanziaria è squilibrata

61 61 Alcuni indicatori della solidità aziendale CAPITALE CIRCOLANTE NETTO o working capital differenza tra attivo circolante (liquidità immediate + liquidità differite + scorte) e i debiti a BT oppure differenza tra capitale permanente (c/proprio+debiti consolidati) e totale immobilizzazioni è formato da una serie di macro voci dello stato patrimoniale di una azienda, le cui principali sono: attivo corrente: crediti verso clienti (al lordo di eventuali voci scontate in banca ed anticipi factoring); magazzino prodotti finiti, in lavorazione e materie prime; anticipi a fornitori; passivo corrente: debiti verso fornitori; debiti verso dipendenti e lavoratori terzi (per salari da corrispondere ecc.) ad esclusione del TFR; debiti tributari di natura ricorrente (IVA, INPS, ecc.).

62 62 CURRENT RATIO (indice di solvibilità) ATTIVITA’ CORRENTI PASSIVITA’ CORRENTI QUICK RATIO (indice di liquidità) ATTIVITA’ CORRENTI - MAGAZZINO PASSIVITA’ CORRENTI Sono escluse le rimanenze che rappresentano la posta delle attività correnti che genera un maggior fabbisogno durevole di capitale Per quanto concerne la struttura finanziaria, è possibile, mediante una apposita riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale, ricavare altri indici (tecnica dei quozienti)  rendere coerenti i criteri di classificazione del bilancio con le esigenze di analisi economiche e finanziare;  facilitare la lettura dei dati contenuti nel bilancio agevolando la formulazione di giudizi riguardo allo svolgimento dei fatti di gestione ed ai valori da essa prodotti. Crediti + banca e cassa Passività correnti (magazzino+crediti+banca) Passività correnti

63 Solvibilità e liquidità 63 solvibilità influenza la capacità di ottenere dai creditori il rinnovo dei finanziamenti in scadenza e la concessione di nuovi prestiti Liquidità:  capacità dell’impresa di onorare le obbligazioni che scadono nel breve termine attraverso le risorse finanziarie che si rendono disponibili nello stesso arco temporale;  se c’è equilibrio: non è necessario, per far fronte alle obbligazioni di prossima scadenza, ricorrere allo smobilizzo di attività permanentemente vincolate all’azienda;

64 Es. riclassificazione stato patrimoniale 64 Le attività dello Stato patrimoniale rappresentano gli investimenti effettuati dall’impresa alla data di redazione del bilancio, mentre le passività e il capitale netto rappresentano le fonti di finanziamento che sono state impiegate per effettuare gli investimenti in corso STATO PATRIMONIALE ATTIVITA’ = INVESTIMENTI O IMPIEGHI PASSIVITA’ E NETTO = FONTI La riclassificazione dello Stato patrimoniale secondo il criterio finanziario porta a raggruppare: le attività, cioè gli investimenti, in base al loro grado di liquidità, cioè alla loro attitudine a procurare mezzi di pagamento attraverso la normale gestione aziendale; le passività e il netto, cioè le fonti, in base al loro grado di esigibilità, cioè alla loro attitudine a richiedere mezzi di pagamento alla naturale scadenza.

65 Es. riclassificazione stato patrimoniale 65 Le attività (corrispondenti al capitale investito) saranno quindi distinte in attività correnti e attività immobilizzate. Le passività e il netto (i mezzi di finanziamento) sono costituite dalle passività correnti, dalle passività consolidate e dal capitale netto. Nello Stato patrimoniale riclassificato tutte le poste rettificative dell’attivo, quali fondi ammortamento e fondi svalutazione, anche se evidenziati nello Stato patrimoniale originario, vanno portati in detrazione delle poste dell’attivo cui si riferiscono in modo da mostrare, per ogni voce, il reale investimento in atto alla data del bilancio.

66 66 I valori dello Stato Patrimoniale sono ordinati: per le Passività, in base al tempo di rimborso; per le Attività, in base alla liquidità (l’attitudine del bene a trasformarsi in denaro). criterio di riclassificazione finanziario, basato sulla riconversione dei valori in forma liquida STATO PATRIMONIALE AL 31/12/n Attività (dare)Passività (avere) 1. Liquidità€1. Passività correnti€ Cassa100Debiti a breve100 Crediti a breve100 2. Disponibilità2. Redimibilità Prodotti200Mutui a M/L100 ATT. CORRENTI400TOT. PASSIVITÀ200 3. Immobilizzazioni3. Capitale proprio Macchine500Cap. Sociale600 Credito a medio100Riserve200 TOT. ATTIVITÀ1.000TOT. A PAREGGIO1.000

67 67 Il prospetto di Conto Economico contenuto nel documento di Bilancio, riepiloga i componenti positivi e negativi di reddito e determina il risultato di esercizio: Conto Economico al 31/12 Il riepilogo di costi e ricavi dell’esercizio

68 68 L’attività aziendale può essere suddivisa in diverse gestioni:  Caratteristica: connesse all’attività principale (acquisti e vendite “core”)  Patrimoniale/accessoria: impiego di liquidità eccedente il fabbisogno della gestione caratteristica (investimenti in titoli e finanziamenti a terzi ovvero investimenti immobiliari)  Finanziaria: accensione prestiti e pagamento interessi (operazioni per acquisire finanziamenti)  Straordinaria: eccezionali sotto il profilo aziendale o temporale – le imprese procedono a rideterminare la propria dimensione e struttura organizzativa (trasformazione, cessione e conferimento d'azienda, fusione e scissione di società, scambio di partecipazioni, fase terminale della vita aziendale – liquidazione, ovvero oneri e proventi imputabili ad esercizi precedenti e oneri e proventi eccezionali, sia nella loro natura, che nella frequenza di accadimento (plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze attive e passive, insussistenze attive e passive)  Tributaria: gestione fiscale riguardante gli oneri tributari in materia di IIDD, da versare all'Amministrazione finanziaria per adempiere l'obbligazione fiscale imposta all'impresa Il reddito di esercizio come risultato delle diverse gestioni aziendali

69 69 REDDITO CIVILISTICO Reddito di fine esercizio rilevato al fine di comunicare l’andamento dell’azienda a soggetti esterni Tale valore (reddito d’esercizio) risulta dall’andamento della gestione REDDITO FISCALE Reddito sul quale vengono calcolate le imposte Tale valore è ricavato dall’utile di esercizio rettificato in base alle disposizioni del T.U.I.R.

70 70 REDDITO DI ESERCIZIO è un valore di flusso CAPITALE DI FUNZIONAMENTO è un valore stock Riepilogando:

71 71 IL SISTEMA DELLE OPERAZIONI (GESTIONE) tre sotto-sistemi del sistema azienda Un sistema di PERSONE (ORGANIZZAZIONE) Un sistema di BENI (PATRIMONIO/CAPITALE) Un sistema di OPERAZIONI (GESTIONE) La gestione è il sistema delle operazioni successive e simultanee svolte durante la vita dell’impresa finalizzate al raggiungimento degli obiettivi prefissati La gestione: intera vita dell’impresa anno di costituzi one 1998 fine dell’attività aziendale 2015 La gestione: intera vita dell’impresa

72 72 Tutte le operazioni di gestione si svolgono succedendosi senza soluzione di continuità dalla costituzione alla cessazione dell’azienda. Tuttavia, la programmazione ed il controllo della gestione riguardano generalmente lassi di tempo più brevi denominati periodi amministrativi (generalmente coincidenti con l’anno solare). L’insieme/il sistema delle operazioni, e quindi di gestione, svolte all’interno di un periodo amministrativo viene denominato esercizio, anch’esso coincidente con l’anno solare. concetto temporale (parte della vita aziendale dalla durata di dodici mesi) concetto economico (insieme delle operazioni).

73 73 Più periodi amministrativi (medio-lungo periodo) L’INTERA AZIENDA Un solo periodo amministrativo (un anno) SINGOLE AREE AZIENDALI La gestione investe il piano strategico (le strategie di sviluppo dell’impresa) Si avvale di funzioni di tipo Direzionale: di organizzazione, di programmazione, di controllo e di leadership La gestione opera a livello di sub-strategie (relative ai vari campi gestionali) Si avvale di funzioni di tipo Operativo: tecnologica, commerciale, di produzione, del personale, ricerca e sviluppo finanziaria, di contabilità, di sicurezza I comportamenti di gestione possono essere studiati facendo riferimento:  all’intera attività aziendale  oppure, nell’ambito del quadro globale di lungo periodo, a particolari aree decisionali nel breve periodo.

74 74 MODELLI GESTIONALI IN CAMPO STRATEGICO 1)Modello RIPETITIVO : le azioni come conseguenza di variazioni ambientali 2)Modello DIFENSIVO : le azioni come risposta anticipata ai mutamenti dell’ambiente esterno 1)Modello di SVILUPPO : l’innovazione è perseguita come sforzo autonomo

75 75 A LIVELLO STRATEGICO – FUNZIONI DIREZIONALI: ORGANIZZAZIONE (definizione dei livelli gerarchici, dei ruoli, delle linee di influenza) PROGRAMMAZIONE (sistema delle decisioni) CONTROLLO (tra quanto preventivato e quanto ottenuto e individuazione delle cause) LEADERSHIP (guida del sistema di persone nei processi di decisione, esecuzione, controllo) A LIVELLO DI SUB- STRATEGIE – FUNZIONI OPERATIVE: COMMERCIALE PRODUZIONE FINANZIARIA CONTABILE PERSONALE RICERCA E SVILUPPO Di quali funzioni si avvale la gestione? POLITICHE REALIZZATE NEI VARI SETTORI GESTIONALI Funzioni: tecnologiche, commerciali, finanziarie, contabilità, sicurezza)

76 76 DECISIONEESECUZIONE CONTROLLO FEED-BACK (meccanismo di correzione) LEADERSHIP Sovraintende a tutto il comportamento dell’azienda

77 77 Se analizziamo i comportamenti di gestione con riferimento a particolari aree decisionali nel breve periodo, questi rientriano nel campo delle sub- strategie o, meglio, delle politiche realizzate nei vari settori gestionali (produzione, vendita, finanza, ecc.). Rispetto all’area cui ci si riferisce, si possono individuare: -La gestione commerciale e di marketing -La gestione della produzione -La gestione finanziaria -La gestione contabile -La gestione del personale -La gestione della ricerca e sviluppo

78 78 LA GESTIONE La gestione è svolta attraverso funzioni aziendali

79 79 La gestione è riferita ad un determinato periodo amministrativo. La gestione è un insieme di operazioni aventi diversa natura. Per la presenza di operazioni complementari, ma diverse tra loro, è possibile analizzare la gestione sotto tre aspetti: -Aspetto tecnico -Aspetto finanziario -Aspetto economico Sono complementari tra loro; rappresentano il risultato di analisi diverse effettuate sullo stesso fenomeno

80 80 Le tre dimensioni di analisi della gestione Il processo di gestione ovvero le operazioni possono essere analizzate sotto tre aspetti: tecnico: si concretizza nelle operazioni volte all’utilizzo dei fattori produttivi acquistati e alla loro o trasformazione (fisica ed economica); -Fatti di gestione interni (trasformazione fattori produttivi in prodotti finiti) -Fatti di gestione esterni finanziario o monetario: reperimento ed utilizzo di mezzi Finanziari, espressi come alternarsi di entrate (E) ed uscite (U) di denaro; economico o reddituale: alternarsi di costi (C) per l’acquisto di fattori produttivi e di ricavi (R) conseguenti alla vendita di prodotti finiti sul mercato, che determinano il reddito di esercizio dell’impresa (R-C=RE)

81 81 L’aspetto monetario evidenzia le entrate e le uscite per operazioni tipiche d’esercizio: entrate per la vendita di prodotti/servizi e uscite per l’acquisto di fattori produttivi L’aspetto finanziario evidenzia le entrate e le uscite per la provvista o il rimborso di capitale proprio o di capitale di credito Aspetti complementari L’alternanza delle entrate e delle uscite per operazioni di esercizio crea disequilibrio monetario che viene coperto col ricorso al capitale proprio e di credito. Questo disequilibrio genera un fabbisogno finanziario, che scaturisce dalla differenza e dall’avvicendarsi delle entrate e delle uscite, effetto di operazioni che assumono diverso significato secondo le cause che le hanno determinate.

82 82 I flussi finanziari sono determinati da: 1.Accensione di finanziamenti: a)Incremento di capitale proprio tramite apporto di mezzi monetari b)Incremento di capitale proprio mediante conferimento di beni in natura c)Accensione di debiti di finanziamento d)Accensione di debiti di funzionamento 2. Rimborso di finanziamenti: a)Decremento di capitale proprio mediante rimborso di mezzi monetari b) Decremento di capitale proprio mediante assegnazione di beni ai soci c)Estinzione di debiti di finanziamento d)Estinzione di debiti di funzionamento 4. Smobilizzo di un investimento: a)Vendita di beni/servizi con pagamento simultaneo b)Vendita di beni/servizi con pagamento dilazionato c)Incasso di crediti di funzionamento (accesi per la vendita con pagamento dilazionato) d)Incasso di crediti di finanziamento (precedentemente concessi dall’azienda) 3. Effettuazione di un investimento: a)Acquisto di fattori produttivi (beni/servizi) con pagamento simultaneo b)Acquisto di fattori produttivi (beni/servizi) con pagamento dilazionato c)Erogazione di prestiti con conseguente registrazione di crediti di finanziamento (concessi) Debiti di finanziamento: costituiscono prestiti erogati da banche, enti finanziari, altri soggetti (obbligazionisti nelle spa) al fine di finanziare la struttura degli impieghi Debiti di funzionamento: sono originati dal pagamento dilazionato per l’acquisto di beni/servizi e quindi da una mancata uscita di denaro (es fornitori) Casi a; c: si ha una vera e propria Entrata di mezzi finanziari Casi: b; d: si ha in contropartita un aumento di investimenti rappresentato dall’acquisizione di fattori produttivi Casi a; c; d: si ha Uscita di mezzi finanziari Caso b: si ha in contropartita uno smobilizzo di beni di proprietà dell’azienda Casi a; c: si ha Uscita di mezzi finanziari Caso b: si ha in contropartita l’accensione di un debito di funzionamento Casi a; c; d: si ha Entrata di mezzi finanziari Caso b: ad un investimento se ne sostituisce un altro, con caratteristiche differenti

83 83 L’aspetto economico della gestione riguarda la successioni dei costi e dei ricavi e la determinazione del reddito di esercizio Il verificarsi di costi e ricavi ha rilevanza dal punto di vista economico, ma non produce necessariamente un simultaneo effetto dal punto di vista finanziario: Acquisto materie Vendita prodotti La manifestazione economica e finanziaria dei fatti di gestione non coincide:sfasamento temporalecosti e ricavi si intrecciano nel corso dell’esercizio, ma per avere rilevanza nella determinazione del reddito devono essere di competenza UN COSTO è di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo ricavo o ragionevolmente non potrà più trovarlo UN RICAVO è di competenza economica dell’esercizio quando nell’esercizio ha trovato il correlativo costo o ragionevolmente non potrà più trovarlo. giustificazione economica

84 84 In diversi casi la manifestazione economica coincide con quella finanziaria: pagamento o riscossione si verificano nel momento in cui il fatto viene iscritto nel conto economico: -Costi del personale -Merci pagate al momento dell’acquisto In altri casi le due manifestazione non coincidono: -perché la manifestazione finanziaria non è contemporanea a quella economica (es. acquisto merci e pagamento a 60 gg.) -perché entrate e uscite verificatesi in un dato periodo amministrativo possono essere relative a costi e ricavi di competenza di quell’esercizio es: costi pluriennali, ratei, risconti, accantonamenti a fondi spese e rischi

85 85 Costi e Ricavi possono essere di competenza di un esercizio diverso da quello In cui si sono verificati, ossia:  di esercizi precedenti  di esercizi successivi  in parte dell’esercizio in cui si sono verificati e in parte degli esercizi precedenti e successivi. Costi pluriennali Costi per l’acquisto di merci da parte di un’azienda commerciale, quando parte delle merci non è venduta nel periodo amministrativo Per contribuire alla determinazione dell’esercizio, non basta che si siano verificati Occorre una giustificazione economica:  stabilita a priori: es. ammortamento in base ad un principio sistematico  desumibile dall’esercizio stesso: es: costo acquisto merci, di competenza se si è verificato il relativo ricavo

86 86 Il reddito di esercizio si determina con l’ausilio di scritture di assestamento Scritture di integrazione: per imputare all’esercizio costi o ricavi per i quali non si è ancora avuta la manifestazione finanziaria, che avrà luogo in esercizi futuri (ratei) Scritture di rettifica: per sospendere dall’esercizio quote di entrate o di uscite finanziaria di competenza non dell’esercizio in corso, ma di esercizi futuri (risconto) Scritture di ammortamento: per ripartire fra i diversi esercizi il costo di un bene ad utilità pluriennale Scritture di accantonamento ai fondi: per imputare componenti negativi di reddito per fronteggiare eventi sfavorevoli che possono verificarsi in futuro, in modo da ripartire gli effetti negativi fra più esercizi

87 87 t Reperimento di mezzi finanziari (ENTRATA) Utilizzo dei mezzi finanziari (USCITA) per l’acquisto di fattori produttivi (COSTI) Vendita di prodotti finiti (RICAVI) e conseguente ENTRATA di denaro Trasformazione fisico-tecnica COSTI e RICAVI sono un’espressione quantitativo-monetaria di un atto di scambio (acquisto di fattori o vendita di beni) misurati da ENTRATE ed USCITE MONETARIE

88 88 Tipologie di costi e ricavi COSTI – costi pluriennali: per l’acquisto di beni pluriennali come gli immobili – costi delle materie prime o merci: per l’acquisto dei fattori da sottoporre a trasformazione – costi del personale: remunerazione della forza lavoro – costi per servizi: per forza motrice, ma anche per consulenze – costi finanziari: interessi passivi – costi fiscali: imposte e tasse da pagare allo Stato RICAVI ricavi di vendita: per la vendita di prodotti finiti ricavi finanziari: interessi attivi ricavi per disinvestimenti: per la vendita di beni pluriennali ricavi diversi: ricavi straordinari o di natura patrimoniale (fitti)

89 89 ESEMPIO Supponiamo che l’1/1 si acquistano materie prime con pagamento a 30gg (31/1). Le materie restano in magazzino per 40gg fino al 10/2. Il processo di trasformazione delle materie prime in prodotti finiti dura 10gg. Dopo la lavorazione i prodotti finiti restano in magazzino per 8gg. (dal 21/2 al 1/3). L’1/3 si vendono i prodotti finiti, incassando a 10 gg. Quanto dura il ciclo tecnico, quello reddituale e quello monetario? Ciclo tecnico: 10 gg Ciclo reddituale: 59 gg Ciclo monetario: 39 gg (l’intervallo di tempo per il quale l’impresa deve disporre di finanziamenti) L’interconnessione tra ciclo tecnico, finanziario ed economico Il ciclo tecnico, finanziario ed economico sono fra loro interconnessi e temporalmente sovrapposti

90 90 Il sistema delle operazioni (GESTIONE) Tipi di operazioni: finanziamenti: permettono di avere a disposizione mezzi monetari investimenti: permettono di acquisire i fattori produttivi (es. materie prime e impianti) e finanziari (es. partecipazioni e crediti di finanziamento) a fecondità semplice o fecondità ripetuta trasformazioni: operazioni tecniche di trasformazione fisica disinvestimenti: cessazione di prodotti o servizi e incasso di crediti di finanziamento rimborsi e remunerazioni: erogazione di dividendi (capitale di rischio) e di interessi (capitale di credito) e rimborso del capitale sociale esuberante e estinzione di mutui

91 91 Effetti finanziari ed economici delle operazioni di gestione Fase gestionaleOperazioni Effetti FINANZIAMENTO IMPIEGO TRASFORMAZIONE REALIZZO Acquisizione capitale pieno rischio (capitale sociale) Acquisizione capitale di rischio limitato (debiti di finanziamento) Acquisto di fattori specifici della produzione Utilizzo dei fattori specifici ed ottenimento dei prodotti Vendita prodotti Remunerazione debiti di finanziamento (interessi) Rimborso debiti di finanziamento Remunerazione capitale pieno rischio Rimborso capitale di rischio + denaro -denaro +debiti di funzionamento +denaro +crediti funzionamento Costo per acquisto/utilizzo fattore denaro Costi acquisto fattori produttivi Ricavi di vendita Costi utilizzazione fattori

92 92 I documenti riassuntivi della gestione Il ciclo economico è riepilogato e rappresentato nel CONTO ECONOMICO in cui sono riepilogati i costi e ricavi di esercizio Il ciclo finanziario si riferisce alle entrate ed uscite derivanti dalla gestione. I valori numerari o finanziari sono iscritti, insieme a costi e ricavi non di competenza economica nello STATO PATRIMONIALE STATO PATIMONIALE 01/01/2015 STATO PATIMONIALE 31/12/2015 CONTO ECONOMICO anno 2015 Capitale netto iniziale Gestione avvenuta nel periodo amministrativo Capitale netto finale REDDITO DI ESERCIZIO Ricavi-Costi= RE CN 31/12/2015 -CN 01/01/2015 = RE La differenza fra RICAVI/proventi e COSTI/oneri costituisce il REDDITO DI ESERCIZIO se C = R: pareggio economico (equilibrio) se C > R: Disavanzo economico (squilibrio) se C > R: Avanzo economico (squilibrio positivo)

93 93 Schema sintetico della struttura delle aziende L’assetto istituzionale è sovraordinato agli altri elementi e le combinazioni economiche ne sono l’elemento centrale Lettura diagonale: relazioni organismo personale /assetto organizzativo e patrimonio/assetto tecnico Lettura orizzontale: le combinazioni economiche viste negli assetti organizzativo e tecnico Lettura verticale: lavoro e capitale Combinazioni economiche Assetto organizzativo Assetto tecnico Organismo personale Patrimonio ASSETTO ISTITUZIONALE

94 94 Riguardano l’insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone che operano nelle aziende Le operazioni Si aggregano in processi e in coordinazioni e combinazioni parziali; Si dividono in operazioni della gestione caratteristica, patrimoniale, finanziaria e dei tributi; Sono analizzabili in termini di unitarietà, estensione e dinamicità Le combinazioni economiche

95 95 Il patrimonio Il PATRIMONIO è l’insieme degli elementi di produzione e di consumo di pertinenza dell’azienda in un dato momento Il lavoro non fa parte del patrimonio Il patrimonio è composto da elementi passivi e attivi Anche se osservato “in un dato momento”, il patrimonio è un’entità dinamica, frutto delle combinazioni economiche passate e condizione di svolgimento dei processi economici futuri

96 96 Il personale L’ORGANISMO PERSONALE rappresenta l’insieme delle persone che con il proprio lavoro partecipano direttamente allo svolgimento dell’attività aziendale Ogni azienda si presenta con un organismo personale vario e mutevole per: Composizione e struttura Dimensioni (assolute e relative) Livello di dinamicità (numero di ingressi e uscite, trasferimenti, progressioni di carriera, ecc.)

97 97 L’assetto tecnico E’ la configurazione fisico-tecnica dell’azienda, relativa cioè: Agli elementi materiali del patrimonio = impianti, fabbricati, merci, attrezzature, ecc. Ai processi produttivi = a seconda delle caratteristiche del processo produttivo differenti sono i risultati aziendali (in termini di flessibilità, costi, qualità delle condizioni di lavoro, ecc.)

98 98 L’assetto organizzativo È la configurazione risultante dal combinarsi di: Struttura organizzativa = modalità di distribuzione tra i vari organismi aziendali, in insieme coordinato, dei compiti e delle responsabilità Deriva dalle scelte di configurazione delle relazioni tra gli organi e Sistemi operativi = meccanismi che governano la dinamica e la remunerazione dei prestatori di lavoro e l’assegnazione ai vari organi aziendali degli obiettivi e delle risorse Sono sistemi operativi i sistemi di pianificazione e controllo, i sistemi di ricerca e selezione del personale, i sistemi di valutazione e di retribuzione, ecc.

99 99 Il Sistema-Azienda è composto di tre subsistemi tra loro interdipendenti e influenzabili: Organizzazione Gestione Rilevazione Sottosistema operativo Sottosistema Informativo o del controllo Economia Aziendale Ragioneria Scienza delle Rilevazioni aziendali specializzata per tipi di procedure di controllo e di analisi IL SISTEMA AZIENDALE

100 100 Uno schema di analisi del SISTEMA AZIENDA (U. Bertini, 1990, ripreso da Marchi, 2006) Il sistema d’azienda può essere scomposto in quattro elementi, a loro volta sistemi Subsistema della produzione Subsistema azienda-ambiente Subsistema delle informazioni Subsistema del management Subsistema impianti e utilità pluriennali Subsistema materiali e servizi d’input Subsistema prodotti e servizi d’output Subsistema denaro Subsistema lavoro e conoscenze Subsistema azienda-fornitori Subsistema azienda-clienti Subsistema azienda-concorrenti Subsistema azienda-comunità Subsistema azienda-finanziatori Subsistema azienda-capitalisti Subsistema pianificazione obiettivi-risorse Subsistema organizzazione e gestione attività Subsistema controllo risultati su obiettivi Necessarie al management per definire razionalmente gli schemi di pianificazione e controllo. La Contabilità Generale come momento centrale del sistema delle informazioni Sottosistemi informativi (della produzione, del marketing, della finanza, del personale) Scuola Torinese (G. Ferrero, 1980). Sintesi tra l’approccio classico zappiano (approccio oggettivo) e l’approccio anglosassone (approccio soggettivo): L’impresa nel suo aspetto oggettivo, quale la gestione, ha manifestazione e realizzazione nell’organizzazione (il management), l’aspetto soggettivo, e ciò avviene all’interno di aree funzionali (approvvigionamento/magazzinaggio, produzione/logistica; marketing, ricerca e sviluppo; amministrazione e finanza; pianificazione/programmazione; controllo.


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