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Elementi di Gestione di Imprese di Servizi SSD: ICAR/03 CFU: 3 Docente: Antonio Cecchi Anno Corso:2 Periodo del corso: Periodo.

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1 Elementi di Gestione di Imprese di Servizi SSD: ICAR/03 CFU: 3 Docente: Antonio Cecchi antonio.cecchi@unimore.it Anno Corso:2 Periodo del corso: Periodo di Insegnamento: Ore Svolte 07/04/2008 - 14/06/2008 (07/04) – 11/04 – 15/04 – 18/04 – 22/04 (3) 2 3 2 3 Parte 1: Elementi di teoria economica: equilibri di concorrenza: surplus ed equità. Impresa di servizi: assetti, dinamiche e fallimenti. Il problema della qualità. Il monopolio: efficienza e fallimento, surplus ed equità. Regolamentazioni esogene: struttura e livello dei prezzi; dinamica dei prezzi: Rate of Return, price cap. Le reti, proprietà economiche: surplus ed equità. Regolamentazioni endogene: standard, brevetti. Implicazioni sulla qualità, sul surplus e sull’equità

2 2 Materiale didattico Testo: Carlton, Perloff, Organizzazione Industriale, McGraw Hill, Capitoli: 3 4 (7) 9 10 (13) 15 + Materiale distribuito dal docente + Estratti da: –Marzi, Prosperetti, Putzu La regolazione dei servizi infrastrutturali. Teoria e pratica. Il Mulino -Varian, Shapiro Information Rules. ETAS -

3 3 L’impresa –Lexicon –Concorrenza perfetta: efficienza ed equità L’impresa di servizi –Il ruolo della domanda nella produzione dei servizi. La qualità Forme di mercato: l’impresa monopolista –Performance di efficienza e di equità monopolistica –Il monopolio discriminante: l’impresa a rete –Prezzi ottimi di un monopolio discriminante: I prezzi di Ramsey, la tariffa, la tariffa in 2-n parti. Implicazioni su efficienza ed equità –La regolamentazione del monopolio Regolamentazione sui prezzi: ROR, Price Cap, Yardstick Il problema della qualità Regolamentazione della qualità: le carte dei diritti L’impresa di rete: –Il ruolo della domanda nella produzione di rete –Performance di efficienza ed equità –Il ruolo delle proprietà intellettuali

4 4 Lexicon Tipologie di costi Utilità, utilità marginale Elasticità, elasticità marginale Disponibilità a pagare Surplus Equilibrio di mercato in concorrenza perfetta Benessere aggregato

5 5 I Costi Costo marginale, MC: incremento di costo risultante dalla produzione di una unità aggiuntiva di output Costo medio (AVC) (=variabile):rapporto fra costi (variabili) e quantità prodotta Costi transattivi: costi del mercato, i.e. costo della stesura di un contratto – attriti, in concorrenza perfetta si suppongono =0 Costi opportunità: costi legati all’alternativa praticabile, si usano come proxies dei costi impliciti (TEP)

6 6 Utilità Funzione di utilità: U(X) = (x1, x2,x3...xn) Utilità Marginale : Riconosce e fonda analiticamente la pluralità degli scopi che muovono gli agenti al consumo È’ una metrica di sintesi, un ordinamento assolutamente arbitrario che esprime il grado di soddisfazione dato dal consumo reale o potenziale di beni. Nelle parole di John Stuart Mill* (1806-1876) […] “La società dovrebbe mirare a massimizzare l’utilità totale degli individui, mirando alla più grande felicità per le più numerose persone possibili” (Utilitarianism, 1863) la funzione MU(xi) è utilizzata per costruire curve di indifferenza che esprimono la neutralità della scelta di consumi alternativi di combinazioni di beni a tasso di sostituzione assegnato

7 7 Elasticità, elasticità marginale Elasticità della domanda è la variazione % della quantità domandata alla variazione del prezzo dell’1% (solitamente negativa) Elasticità dell’offerta è la variazione % della quantità offerta alla variazione del prezzo dell’1% (solitamente positiva) E=1 elasticità unitaria ; E<1 curva anelastica

8 8 Le ipotesi di funzionamento del mercato Dato un mercato composto da agenti che scambiano beni in cambio di moneta, se : Beni prodotti e scambiati omogenei e privati (escludibili e rivali) Informazione completa e simmetrica Costi Marginali non decrescenti per i produttori Utilità Marginale decrescente per i consumatori Definiti gli agenti come: Razionali : egoisti, individualisti, avversi al rischio Volontari: liberi di scegliere SE produrre e SE consumare (non QUANTO, SE!)

9 9 Allora: Il mercato garantisce l’efficienza produttiva e allocativa all’equilibrio. Realizza un’allocazione ottima in senso paretiano di risorse scarse, producendo il massimo benessere AGGREGATO di produttori e consumatori, a prescindere dalla condizione allocativa iniziale delle risorse e dei fattori.

10 10 Le curve di indifferenza J1 di Jane e K1 di Kelvin si intersecano per la prima volta al punto X, dove J ha più mele di quante ne ha Kelvin, e dove Kelvin ha più banane di Jane. Supponiamo che entrambi siano liberi di scambiare a prezzi rispettivamente Pa, Pb. Dopo lo scambio entrambe le curve di indifferenza di J e K si spostano su livelli di utilità maggiori, J2, K2, che si incontrano al punto E. La pendenza della tangente a entrambe le curve è –Pb/Pa MRS (Marginal Rate of Substitution) = Pb/Pa. In E(Pa,Pb)= MRSJane=MRSKevin ovvero in E due società individuali raggiungono un Equilibrio Pareto Efficiente, dove non esiste più uno scambio capace di migliorare l’utilità di Jane senza far diminuire quella di Kelvin e viceversa. Equilibri Pareto Efficenti

11 11 L’Impresa e il mercato perfettamente concorrenziale Ciascuna impresa produce la quantità q* di output che può vendere al prezzo p* di mercato, ovvero quella quantità che permette un ricavato tale da coprire esattamente i suoi costi marginali: (in q*, p*: MC=AC; MR=0) In aggregato tutte le n imprese di un mercato perfettamente concorrenziale producono ciascuna la quantità q* producendo una curva di offerta aggregata crescente nel breve periodo. Nel lungo periodo la curva di offerta aggregata è orizzontale.

12 12 Implicazioni del mercato perfettamente concorrenziale Efficienza nella produzione: tutti i prodotti vengono realizzati al minor costo possibile. Non esiste una riallocazione alternativa dei fattori (lavoro, impianti e risorse) tra i produttori che possa aumentare l’output di un prodotto senza necessariamente diminuire l’output di un altro prodotto (output totale o non varia o diminuisce) Efficienza nel consumo: la quantità di ogni prodotto realizzato e consumato è efficiente, ovvero il valore attribuito da un acquirente al consumo di un bene è esattamente pari al costo marginale sostenuto per produrlo. Nessuna riallocazione dei beni tra i consumatori puo’ andare a vantaggio di un consumatore senza danneggiarne un altro.

13 13 Disponibilità a pagare, surplus, benessere aggregato Surplus del consumatore: l’importo superiore al prezzo effettivamente pagato che un consumatore sarebbe disposto a pagare, (DAP) se necessario, per consumare le unità acquistate Surplus del produttore: il maggiore importo che potrebbe essere sottratto dai ricavi del produttore ma che lo lascerebbe disposto a realizzare il prodotto Benessere aggregato: la somma dei surplus dei consumatori e dei produttori

14 14 Il mercato alloca in modo efficiente le risorse scarse, massimizzando il benessere degli agenti, poiché: Alloca l’offerta di un bene tra i compratori che gli attribuiscono un valore elevato, misurato in termini di Disponibilità a Pagare, DAP: p*=Max(DAP) Alloca la domanda di un bene fra i venditori che possono produrlo al costo più contenuto: p*=Min(C) Produce esattamente la quantità di beni che massimizza la somma del surplus del produttore (p*-c) e del consumatore (DAP- p*):q=q* È cio’ che Adam Smith, nella Ricchezza delle Nazioni (1776) chiama la mano invisibile del mercato, che attraverso l’egoismo degli agenti promuove l’interesse collettivo

15 15 Perdita secca di benessere gettito fiscale P*- T perdita secca P* P° Offerta Domanda Q°Q* La perdita secca si riverbera su domanda o offerta a seconda dell’elasticità al prezzo

16 16 Cause di fallimento del mercato 1.Gli agenti NON sono price- takers (CM non crescente, UM non decrescente) 2.L’informazione a disposizione degli agenti NON è completa e simmetrica 3.I beni scambiati NON sono beni privati/omogenei 4. NON Tutte le funzioni del mercato sono separabili in produzione e consumo 1.Monopoli naturali, Cartelli 2.Problemi di agenzia, ovvero azzardo morale (ex post) e selezione avversa (ex ante), tipici dei mercati assicurativi 3.Beni non escludibili e/o non rivali (beni pubblici o beni common) 4.Esternalità, positive e negative, da consumo o da produzione

17 17 Soluzioni ai fallimenti di mercato Non esistono bacchette magiche,tuttavia: Tassazione dell’esternalità (Imposte Pigouviane) Mercati surrogati (Quote di Inquinamento, Nuovo Conto Energia) Perfezionamento dei diritti di proprietà (Coase) Regolamentazione dei mercati monopolistici (Antitrust) Standard aperti Possono portare mercati strutturalmente inefficienti, se non a stati di allocazione di first-best, a equilibri di second- best In sintesi la soluzione al fallimento puo’ essere un mix di tre diverse regolamentazioni: giuridiche, economiche e tecniche

18 18 Equivalenza fra Imposta Pigouviana e quote di inquinamento negoziabili

19 19 Mercati Surrogati Diritti di inquinamento negoziabili Borse Rifiuti Vaucher negoziabili di diritto di alla circolazione Diritti di pesca negoziabili Etc… In generale si sottrae ai singoli un diritto di proprietà esclusivo e se ne permette la negoziazione tramite mercati creati ad hoc (competizione per il mercato)

20 20 Diritti di proprietà Evoluzione normativa dello status giuridico del bene ambientale Il Teorema di Coase dice che se esistono esternalità/inefficienze esse sono prodotte da non completa allocazione dei diritti di proprietà sulle risorse (non sono stati oggetto di negoziato tra le parti) Il fallimento dei contratti

21 21 Effetti dei Costi Transattivi Sulla Contrattazione La situazione istituzionale dalla quale si avvia una negoziazione: –a) condiziona, attraverso i costi di transazione, l'esito della contrattazione. Non è infatti più vero che l'accordo è indipendente dall'allocazione iniziale dei diritti di proprietà. –b) genera un effetto distributivo, ovvero cambia le scelte di equilibrio. L'effetto b) evidenzia la "non neutralità" del contesto istituzionale, che quindi non è piu’ considerabile neutrale

22 22 Regolamentazione Comando e Controllo Standard di Eco-sostenibilità Market Simulation/ Building Incentivi alla Cooperazione Status Giuridici: Divieti / limiti alle emissioni di inquinanti Euro 3, 4, …9 Mercato per i diritti di inquinamento: attraverso l' istituzione di permessi di inquinamento negoziabili, si crea un mercato emissioni nell’atmosfera, commerciabilità dei diritti di prelievo di acqua. Mercati assicurativi. Borse rifiuti: attraverso l’organizzazione delle transazioni, si cerca di abbattere i costi di transazione che limitano le opportunità di riciclaggio di certi materiali. Agenda 21 Locale l’ambiente è passato da vera e propria frontiera dello sviluppo ad un bene giuridico autonomo nel corso degli ultimi 50 anni in tutte le democrazie di mercato

23 23 L’Impresa di Servizi Che cosa sono i servizi? –I servizi sono processi che consistono in attività, o serie di attività, e non beni tangibili (prodotti) –I servizi, in una certa misura, vengono consumati al momento dell’ offerta (non si possono immagazzinare i servizi) –Il cliente, in una certa misura, partecipa al processo di produzione dei servizi (controllo della qualità e marketing avvengono nell’offerta e non nella produzione o nella distribuzione)

24 24 Le Imprese di Servizi Compagnie aeree Fast food Imprese ex municipalizzate (multiutility) ACI Sanità Pubblica\Privata Istruzione Pubblica\Privata … Tutte le imprese che in qualche maniera offrono un’esperienza al cliente accanto ad un prodotto o come tale Mentre per i prodotti l’unica dimensione rilevante è il prezzo, per i servizi accanto a p troviamo una componente temporale, t

25 25 L’acquisto di servizi solitamente non comporta l’acquisto di diritti di proprietà (licensing) Il punto cruciale nella gestione dei servizi è l’eterogeneità, ovvero il poter offrire una QUALITA’ (soggettiva) percepita OMOGENEA a clienti strutturalmente eterogenei: –Le istruzioni dei bancomat e la difficoltà di chi ha problemi di vista –Il valore di un pranzo al ristorante

26 26 Esternalità di produzione e consumo Beni esperienza (asimmetrie informative) Differenziazione verticale del prodotto (versioning) e orizzontale (bundling) Vantaggi di posizione (branding)

27 27 Il Ruolo dei Servizi

28 28 Le Differenze con l’Impresa Manifatturiera

29 29 La ripartizione degli investimenti nell’impresa di servizi

30 30 Il Problema Della Qualità Nell’Impresa di Servizi Poiché il cliente è parte integrante del processo di produzione dei servizi, è centrale il problema della qualità percepita, che ovviamente esprime la soddisfazione del cliente per l’acquisto del servizio al prezzo a cui viene offerto. Il caso limite è un servizio tagliato su misura per ogni cliente, ovvero un monopolio perfettamente discriminante

31 31 La diversa della percezione della qualità di un servizio da parte di clienti diversi permette l’attuazione di politiche di skimming (scrematura), prezzi sussidiati, e piu’ in generale la segmentazione di prezzo per lo stesso servizio: –Biglietti di prima e seconda classe per i servizi di trasporto (segmentazione per Disponibilità a Pagare) –Biglietti interi e ridotti al cinema (segmentazione per età/ gruppi sociali) –Programmi frequent flyer / millemiglia –Tessere di fidelizzazione dell’utente nella distribuzione (raccolta punti) –software commerciale (sottrazione del valore tramite versioning) Attraverso politiche di segmentazione di prezzo il produttore di servizi può massimizzare il suo profitto. Se è vero che è possibile raggiungere una produzione efficiente dei beni e dei servizi, è anche vero che attraverso le stesse pratiche senza interventi di regolazione l’allocazione risulta inefficiente

32 32 Il Consumo dei Servizi Nel consumo di prodotti tangibili la produzione e il consumo sono processi separati nel tempo e nello spazio; da ciò il ruolo di ponte del marketing di un’ impresa fra i suoi prodotti e i suoi potenziali clienti Nel consumo di servizi ciò che viene consumato è sostanzialmente il processo delle attività di impresa; il marketing dunque non è più fuori dall’impresa ma ne è l’essenza: http://www.amazon.com Poiché il tempo entra nella funzione di produzione e consumo, il dove (o simmetricamente il quando) in cui i servizi vengono richiesti diventano dimensioni di competizione importanti: produzione just in time (mc donald), industrie a rete (hera), industrie di rete (google)

33 33 I Servizi Infrastrutturali e il Monopolio Naturale Proprio perché nei servizi il tempo e lo spazio dove vengono erogati/consumati conta, è naturale che le imprese a rete siano essenzialmente imprese di servizi: le reti infrastrutturali sono la capacità dell’impresa di offrire servizi quando e dove il cliente li vuole È intuitivo che un’impresa a rete abbia una struttura di costi più pesante di un impresa di produzione: ovviamente un’impresa di produzione fa ampio uso di servizi, ma la proprietà di essi (e quindi i costi connessi alla gestione) non è mai sua (v. UPS). Un’impresa a rete invece esiste proprio per la sua capacità di erogare il servizio che produce dove e quando serve. È altrettanto intuitivo che un’impresa a rete tenda a concentrare diversi servizi sulla propria infrastruttura di distribuzione, diversificando la sua offerta (visto che la rete è stata già costruita, è conveniente aggiungervi valore tramite servizi) L’effetto combinato di alti costi iniziali, ed economie di scala/di genere fa si che nei servizi infrastrutturali l’efficienza allocativa sia data non dall’impresa concorrenziale ma dall’impresa monopolistica (monopoli naturali)

34 34 L’Efficienza Produttiva del Monopolio L’impresa monopolista può produrre una quantità di mercato Q a costi inferiori della somma delle k imprese per ogni k>2: C(Q)<C(q1)+C(q2)+..+C(qk) Con questa struttura di costi la produzione efficiente si raggiunge con una sola impresa che occupa tutto il mercato, e si parla quindi di monopolio naturale.

35 35 Per P = p* = Pc c’è efficienza allocativa ma essa non può essere raggiunta con una struttura di costi subadditiva: infatti in p* MC< AC e la produzione di una quantità yc=q* avverrebbe in perdita (in concorrenza perfetta in p* MC = AC) Se P = Pm >p* L’Inefficenza Allocativa del Monopolio

36 36 Perdita secca di benessere dovuta al monopolio

37 37 Esempi Di Discriminazioni Di Prezzo Fasce Orarie (telefoni) Stagionalità (energia) Tipologia degli utenti …

38 38 Discriminazione del prezzo Equilibrio di Second Best: Dati n mercati serviti dalla stessa impresa, si definisce un equilibrio di second best un ottimo che avviene su tutti i mercati tranne 1. un equilibrio di first best invece avviene su tutti i mercati

39 39 Discriminazione di prezzo e benessere del consumatore

40 40 La Regolamentazione Economica dei Servizi Infrastrutturali Marzi, Prosperetti, Putzu La regolazione dei servizi infrastrutturali. Teoria e pratica. Il Mulino (capp.4, 5) Struttura e livello dei prezzi: Prezzi di Ramsey, tariffe e tariffe non lineari Dinamica dei prezzi: Cost Plus, Price Cap, Yardstick e Profit Sharing Ovvero come nel tempo i prezzi vengano fatti convergere su quelli di un mercato concorrenziale Ovvero come nel tempo si producano le quantità di un mercato concorrenziale L’Autorità di Regolamentazione: caratteristiche e limiti

41 41 Perché Regolare Per limitare i costi sociali delle scelte di produzione monopolistica Per promuovere l’offerta di beni o servizi meritori (comunità montane) Per conseguire obbiettivi di equità o di redistribuzione del reddito, mediante la promozione dell’offerta a prezzi inferiori ai costi di alcuni determinati servizi Per intaccare le rendite di posizione del monopolista Per incentivare la produzione di qualità

42 42 Costi della Regolazione Regolare, come ogni attività, ha dei costi che vanno rapportati ai benefici che si ottengono grazie ad essa: gli errori di regolazione costano Costi operativi: expertise per il regolatore, per le imprese regolate invece investimenti in sistemi informativi e contabili Distorsioni generate da regolazioni statiche di contesti soggetti a cambiamento

43 43 Come Regolare Le caratteristiche dell’Autorità La regolazione come problema di agenzia –La proprietà pubblica funziona? La regolazione come sistema in evoluzione: standard fissi vs standard flessibili

44 44 Le caratteristiche dell’Autorità di Regolazione Competenza Efficacia Efficienza Indipendenza, da terzi istituzionali e privati Responsabilità, verso terzi istituzionali e privati

45 45 Il Fallimento dell’Autorità (la regolazione come problema di agenzia) L’informazione nascosta del monopolista La cattura del regolatore Il regolatore debole e l’incumbent territoriale Il regolatore imperfetto La proprietà pubblica funziona meglio o peggio del monopolio privato ?

46 46 La Regolazione Come Sistema In Evoluzione Standard di prezzo vs standard di qualità Standard fissi vs standard flessibili Standard ad adesione volontaria vs regolazione

47 47 I Prezzi di Ramsey Non è possibile fissare su ogni mercato prezzi uguali ai costi marginali (allocazione efficiente) senza produrre in perdita. Le D hanno elasticità diverse. Definire dei prezzi che inducano una deviazione minima della quantità domandata da quella ottimale producendo senza perdite, sussidiando domanda elastica a domanda anelastica, o incrementando i prezzi= CM

48 48 Tasse, Tariffe La tassa è un tributo e, come tale, può essere stabilita solo con legge. Il singolo soggetto ne è tenuto al pagamento in relazione ad un'utilità che egli trae dallo svolgimento di un'attività statale e/o dalla prestazione di un servizio pubblico (attività giurisdizionale o amministrativa) resi a sua richiesta e caratterizzati dalla "divisibilità", cioè dalla possibilità di essere forniti a un singolo soggetto. La tassa non deve essere confusa con le tariffe versate dall'utente per la fruizione di determinati servizi pubblici quali, ad esempio, il trasporto ferroviario, il servizio postale e telefonico, le forniture dei gas, elettricità e acqua e così via; in questi casi, infatti, si è di fronte a veri e propri corrispettivi (prezzo) di natura contrattuale (privata) e non legale (pubblica), mentre la tassa è un tributo Il passaggio da tassa a tariffa è inquadrato dalla normativa di regolamentazione di un monopolio infrastrutturale; in cui parti delle reti vengono gestite a mercato

49 49 Le Tariffe Non Lineari Il segmento fisso 0e rappresenta il canone d’uso, fissato pari al costo medio m, coperto il quale si attua una tariffa lineare posta pari al costo marginale. Al crescere del consumo la spesa marginale tende al valore del costo medio. Implicazioni sull’equità. (in generale tutti i servizi a rete, dalla mobilità alle commodities hanno una struttura tariffaria simile)

50 50 Tariffe non lineari e benessere degli utenti Un’ estensione della tariffa non lineare è la tariffa in due-n parti. Essa permette al fornitore monopolista di servizi di segmentare una domanda generica aggregata in due domande omogenee, inclinate diversamente a seconda della diversa DAP (utenza civile utenza industriale) a cui sussidiare reciprocamente il pezzo di tariffa competente Che cosa succede all’efficienza nel caso in cui il monopolista sia libero di produrre n segmenti tariffari, al crescere di n? E all’equità?

51 51 Monopolio non discriminante e monopolio perfettamente discriminante

52 52 Regolazione della Dinamica dei Prezzi Regolazione del saggio di rendimento del capitale: Rate of Return (ROR): bloccare la rendita di posizione / aumentare gli investimenti Regolazione con Price Cap: ridurre il prezzo medio di un paniere di servizi Profit Sharing: ridurre le problematiche distributive (partecipazione del consumatore a profitti/perdite che superino un k fissato, mediante sconti/aumenti del costo del servizio) Yardstick Competition: ridurre le asimmetrie informative (concorrenza comparativa fra imprese: si confronta il prezzo con un paniere di prezzi medi di altre imprese teoricamente simili) Gli schemi di regolamentazione della dinamica dei prezzi sono di solito costituiti da un mix specifico di schemi di incentivi quali:

53 53 Rate of Return ROR= (profitti / investimenti) = K Il ROR si basa sull’assunzione che nel passaggio da un sistema di prezzi di monopolio a uno di concorrenza all’impresa regolamentata vada permesso di coprire i costi e inoltre di poter avere un margine K di transizione, fissato dalla autorità (per questo si chiama anche regolazione cost-plus) L’autorità fisa il K, ovvero il tasso di remunerazione del capitale investito, e l’impresa regolata è obbligata a rispettarlo. L’impresa regolata ha due modi per rispettare il K esogeno: < profitti > investimenti

54 54 Price Cap Il regolatore fissa un vincolo ai prezzi entro il quale l’impresa regolamentata deve definire i prezzi dei propri servizi. Questo indurrà l’impresa a produrre in modo efficiente perché sarà libera di capitalizzare le riduzioni di costi in eccesso. Il vincolo, che può essere espresso come indice di prezzi, è definito con riferimento ad un paniere di servizi prodotti dall’impresa regolata. Questo permette all’impresa di variare i prezzi dei singoli servizi purché la media ponderata risulti consistente con i vincoli di regolazione. L’idea è di produrre almeno un equilibrio di second best (ovvero dati n mercati in cui gioca l’impresa, che almeno n-k siano a prezzi di concorrenza, con k> nel tempo). Gli indici vengono modificati periodicamente in base ad un fattore di adeguamento fissato dall’autorità in base alle stime sui guadagni di produttività dell’impresa regolata. È esogeno al’impresa e viene reso noto a priori, in modo da informare le aspettative dei consumatori. Periodicamente si procede al riesame del paniere di beni e delle condizioni di computo dei parametri di PC PCt=PCt-1*(1+i-X+-Z), Dove PCt è la media dei prezzi a tempo t, PCt-1 il PC a tempo t-1, i il tasso di inflazione fra t-1 e t, X l’efficienza attesa dell’impresa regolata e Z, positivo o negativo, può essere un fattore di compensazione da shock esogeni, positivi o negativi (ad es. legato al costo delle materie prime) (si parla di passaggio dei costi se l’impresa regolata può traslare parte degli aumenti sull’utenza, tramite Z)

55 55 Confronto fra ROR e Price Cap Grandezze di riferimento: –PC: prezzi = stime future, l’impresa puo’ passare agli utenti alcuni aumenti di costi (es. materie prime) –ROR: i prezzi sono posti uguali ai costi medi ottenuti dividendo i ricavi totali per i costi totali. Nessun aumento, pur esogeno, passa agli utenti Flessibilità dei prezzi: –PC: flessibilità sia verso l’alto che verso il basso, purchè la media dei prezzi sia consistente con la regolazione –ROR: una volta fissati dal regolatore i prezzi restano fissi per il periodo di regolazione Intervallo di regolazione: –tanto più è breve quanto più i prezzi inseguono i costi, venendo meno gli incentivi al miglioramento e PC tende a diventare ROR ROR = (profitti/capitale investito) <=K Price Cap = PCt=PCt-1*(1+i-X+-Z)

56 56 Regolazione della Qualità Diversi approcci a seconda che il servizio offerto sia un bene ricerca o un bene esperienza In caso di beni ricerca (ovvero dove l’unico trade off è dato da estensione della ricerca vs vantaggio di prezzo) si può modificare lo schema di regolamentazione con PriceCap per includere la regolazione della qualità Nel caso di beni esperienza regolazioni con schemi di puro pricing tendono invece a ridurre la qualità offerta, che viene abbassata per ridurre comodamente i costi

57 57 Metodi di Regolazione della Qualità Data la diffusione di regolazioni che operano attraverso price cap è intuitivo cercare di modificarne gli schemi per includere la qualità del servizio, che viene a tutti gli effetti considerata un servizio a se stante. Funziona? Attivare gli utenti del servizio: fornire nello schema di regolazione informazioni ai consumatori riduce le asimmetrie informative. Funziona? Fissare degli standard minimi di qualità. Funziona? L’adozione di schemi di indennizzo

58 58 Le carte dei servizi Codice di condotta commerciale: Fissa le condizione minime di qualità nell’offerta (recessi, regole di correttezza commerciale ecc..) Strumenti di confrontabilità dei prezzi: limitano le asimmetrie informative Ruolo delle associazioni consumatori: intercettano quel segmento di domanda che ha avuto difficoltà, percepiscono la qualità come l’utente finale

59 59 AGCom e i Call Center Art. 6 – ex. Allegato 1, Delibera n. 88/07/CSP del 14 giugno 2007 (Standard minimi di qualità - Chiamate in Entrata) 1. Gli operatori di servizi di comunicazione elettronica forniscono servizi telefonici di assistenza almeno nei giorni feriali tra le ore 8.30 e le ore 21.30 (fino alle 19:30 per numeri di assistenza clienti affari); 2. Per i tempi di accesso al servizio telefonico di assistenza clienti gli operatori di servizi di comunicazione elettronica debbono rispettare i seguenti standard minimi: a) tempo di navigazione nell’albero (misura 1 dell’allegato 1): 1. per i servizi fissi di telecomunicazione, media non superiore ai 90 secondi nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; 75 nel secondo e 60 nel terzo; 2. per i servizi mobili di telecomunicazione, media non superiore ai 160 secondi nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; 145 nel secondo e 130 nel terzo; b) tempo di risposta dell’operatore dopo la selezione da parte dell’utente della scelta che consente di parlare con l’operatore (misura 2a dell’allegato 1): 1. per i servizi fissi, media non superiore agli 80 secondi nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; 65 nel secondo, e 60 nel terzo; 2. per i servizi mobili, media non superiore ai 55 secondi nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; 50 nel secondo, e 45 nel terzo; c) percentuale di chiamate entranti in cui il tempo di risposta è inferiore a 20 secondi (misura 2b dell’allegato 1): 1. per i servizi fissi, non inferiore al 10% nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; del 20% nel secondo, e del 30% nel terzo; 2. per i servizi mobili, non inferiore al 45% nel primo anno successivo a quello di entrata in vigore della presente direttiva; del 50% nel secondo, e del 55 % nel terzo.

60 60 Costi e Regolazione La contabilità dei costi tende a classificare i costi secondo un criterio di destinazione produttiva, con il massimo grado di dettaglio possibile, individuando quindi dei costi elementari Una volta definiti i costi elementari essi vengono riaggregati per oggetti di costo. Gli oggetti di costo sono aggregati funzionali ai quali si può associare un livello di costo, per attività di gestione di impresa o di regolazione della medesima. L’imputazione dei costi attraverso il criterio di causalità.

61 61 Allocazione dei Costi

62 62 L’Economia di Rete La struttura di mercato: feedback positivo, Il comportamento dell’utenza: esternalità di rete (economie di scala lato domanda/consumo); pirateria strutturale e industrie a rete Il comportamento dell’impresa: privatizzare l’effetto di rete Il ruolo degli standard nelle industrie di rete: –Standard in competizione ( Blu Ray vs HDDVD ) –Standard in cooperazione ( mp3, mp4 ; divx, wma … ) –Il brevetto come standard Information Rules: le regole dell’economia dell’informazione. Carl Shapiro; Hal R. Varian, ETAS 1999 capp.: 7,8

63 63 Feedback di una rete Le reti hanno una proprietà economica generale: il valore che ciascun utente assegna alla partecipazione alla rete dipende dal numero di partecipanti Le reti, rispetto ai mercati perfettamente concorrenziali, esibiscono una proprietà di feedback, positivo o negativo. Nei mercati perfettamente concorrenziali il feedback è supposto nullo Il feedback positivo rafforza le dinamiche in atto: rende più grande una crescita e peggiora una decrescita. Il feedback positivo produce curve di adozione (tempo, utenti) ad S (logistiche) anziché linearmente crescenti. Il feedback negativo ha un effetto di stabilizzazione

64 64 Economie di scala lato domanda Che cosa succede quando le economie di scala sono lato domanda/consumo? Il valore attribuito da un utente ad un servizio non dipende più solamente dalle sue caratteristiche intrinseche, ma anche dall’uso collettivo del medesimo: u = n(n-1)=n^2-n (legge di Metcalfe) Anche in questo caso il più grande domina e il più piccolo si estingue In presenza di effetti di rete i costi opportunità collettivi esibiscono lo stesso feedback della rete: crescono al crescere della rete. Nasce quindi un problema di coordinamento: il problema del lock-in (es. tastiera qwerty, guida a sinistra)

65 65 L’ utenza nell’economia di rete L’utilità della domanda in rete: n(n-1) I costi della domanda in rete (p, t): beni esperienza Il ruolo del sampling: permette di risolvere il problema dei beni esperienza (caratteristiche implicite prima dell’acquisto/consumo) La pirateria: esempi storici

66 66 L’ impresa nell’economia di rete Costi marginali inferiori ai costi medi e tendenti a zero Costi medi decrescenti Profitti: dipendono dall’adesione al network Investimenti alti: costruire/mantenere un network privato – chi paga? Problema: privatizzare gli effetti di rete Postscript Pantone PDF ReaderAcrobat Pro Strategia ottimale per Adobe: posizionarsi all’ingresso e all’uscita della rete e far pagare i costi di transazione. Not for profitProfit Adobe: rete e posizionamento Feedback +

67 67 Il ruolo degli standard Incorporare la qualità: gli standard Standard privati (blackberry), aperti (visa), pubblici (qualità sanitaria acque minerali) Standard in competizione: esempi storici (telefoni, ferrovie, elettricità) e attuali (Blue Ray, quale effetto di rete?) – competere per il mercato Standard coesistenti, scenari e implicazioni (ipod, hdtv, adobe) – competere nel mercato Che succede all’equità nei due casi? E all’efficienza? Il brevetto come standard

68 68 Il brevetto come standard: esiti sull’innovazione Lo spazio dei prodotti: L’insieme dei diversi prodotti derivanti da medesime logiche di produzione/consumo può essere rappresentato graficamente. Gli assi cartesiani descrivono i gradi di differenziazione dei prodotti. Sull’asse x si pone il grado di differenziazione orizzontale dei prodotti, ovvero la diversità formale fra essi (cambia il design, il packaging etc), a parità di funzionalità Sulle y la differenziazione verticale, in cui al crescere della distanza aumentano le funzionalità e le performance. Lo scopo della crescita guidata dall’innovazione è di riempire lo spazio dei prodotti con beni e servizi scambiabili. Un processo di innovazione efficiente dovrebbe essere in grado di produrre una grande quantità di ramificazioni. La salute del processo può essere misurata tramite la dimensione e la ricchezza delle ramificazioni.

69 69 Definito il modello di innovazione è possibile descrivere i vari impatti che l’innovazione avrà sullo spazio dei prodotti se attuata tramite standard espliciti o senza, tramite brevetti o attraverso l’imposizione di standard impliciti. Che succede al mercato? Il brevetto come standard: esiti sull’innovazione

70 70 Il framework metodologico NormeMercatoTecniche NormeMercatoTecniche NormeMercatoTecniche Regolamentazione di mercato Regolamentazione di settore Standardizzazione

71 71 Le ipotesi di funzionamento del mercato, 2.0 Dato un mercato composto da agenti razionali e volontari che scambiano beni in cambio di moneta, se : Beni prodotti e scambiati sono omogenei e privati (escludibili e rivali) Informazione completa e simmetrica feedback strutturale nullo allora: Il mercato ha un equilibrio stabile dove l’efficienza produttiva e allocativa sono massime

72 72 Una nota finale Well done, in time, cheap: pick two!


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