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150° Unità d’Italia Lezione 2. Un’altra storia era possibile L’uomo è libero Proprio perché libero, un’altra storia sarebbe stata possibile Proprio perché.

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1 150° Unità d’Italia Lezione 2

2 Un’altra storia era possibile L’uomo è libero Proprio perché libero, un’altra storia sarebbe stata possibile Proprio perché libero, un altro mondo oggi è possibile Proprio perché libero, l’uomo è responsabile delle scelte che fa

3 Ciò che è reale non è tout court razionale Proprio perché l’uomo è libero Le pagine del Risorgimento avrebbero potuto essere scritte in modo diverso Non è vero che ciò che è accaduto doveva necessariamente accadere perché “razionale”

4 La tendenza a “giustificare” Il compito dello storico è di cercare le “ragioni” di ciò che è accaduto Tutto ciò che accade ha le sue “ragioni”: anche l’Olocausto, lo sterminio di massa della Cina comunista… A furia di cercare le “ragioni”, lo storico rischia di “giustificare” tutto e di negare una possibile altra storia

5 I “risultati” più che i “mezzi” Lo storico tende a guardare più ai “risultati” che ai “mezzi” utilizzati Il Risorgimento si è concluso con l’unificazione italiana Il Risorgimento è stata un’epoca luminosa della nostra storia

6 Capolavoro politico In politica – si tende a dire – il “fine” giustifica i “mezzi” (machiavellismo, Hegel) Cavour è stato abilissimo a utilizzare tutti i mezzi per raggiungere i suoi fini (guerra di Crimea, II guerra di indipendenza…) Cavour ha costruito un vero e proprio capolavoro politico

7 Quale capolavoro? Ha guadagnato il regno sabaudo che si è trovato ingrandito a dismisura (ben al di là di ogni più ottimistica aspettativa) Ha guadagnato una ristrettissima élite che ha avuto il diritto di eleggere il parlamento e di essere eletta (al di fuori del regno sabaudo questo diritto non c’era)

8 Tutti i mezzi? L’uomo non può mai, per la sua dignità, essere considerato un “mezzo”, ma sempre come un “fine” (Kant, Cristianesimo) La vita umana non può mai essere sacrificata, per il suo valore supremo, a nessun altro valore ma sull’altare degli interessi del regno sabaudo e di miti nazionali sono state sacrificate svariate migliaia di vite umane Il Risorgimento è stato scritto col sangue

9 La tempesta del dubbio Dopo aver visto tanti giovani morire sull’altare della Patria in seguito ad insurrezioni e attentati falliti, Mazzini ha provato un forte senso di colpa (la cosiddetta “tempesta del dubbio”) ma non risulta che Cavour abbia avuto alcun senso di colpa: sul letto di morte ha detto chiaramente di non aver mai fatto niente di male eppure gli oltre 9.000 teschi raccolti negli ossari di Solferino e San Martino lo inchiodano e ci interrogano

10 Un diritto naturale (1) Il liberalismo teorizza i “diritti naturali” dell’uomo I “diritti naturali” preesistono allo Stato e lo Stato ha il compito di tutelarli Il primo diritto naturale è il “diritto alla vita” Il liberale Cavour, di fatto, ha calpestato gli stessi principi del liberalismo

11 Un diritto naturale (2) Nessun altro valore è superiore alla “vita” di ciascun uomo Nessun uomo può essere sacrificato sull’altare  della Libertà,  della Nazione,  della Volontà generale,  dello Stato,  della Giustizia sociale Nessun uomo può essere sacrificato sull’altare  di una “fede religiosa”  o di una “fede laica” sbandierata come “religione della Patria”

12 Un diritto naturale (3) I principi del liberalismo (diritti inviolabili, divisione dei poteri, laicità dello Stato) sono insuperabili Chi ha la pretesa di superarli in nome di interessi che vanno oltre gli “individui” (la Volontà generale, lo Stato, la Razza, Il Socialismo) scivola necessariamente nel totalitarismo

13 Unità = potenza militare Machiavelli, al contrario di Guicciardini, sottolineava l’esigenza di unificare l’Italia: un’Italia unita sarebbe stata forte, in grado di difendersi dalle super-potenze del tempo in effetti Un Paese più è grande, più ha risorse finanziarie per armarsi ma più un Paese ha risorse per armarsi, più è tentato di aggredire altri Paesi

14 Una politica aggressiva vergognosa Non è un caso che le prime NAZIONI europee non solo abbiano aggredito Paesi vicini (vedi Spagna e Francia nei confronti dell’Italia), ma abbiano intrapreso una corsa alle colonie Una politica aggressiva in cui va inquadrata la tratta transatlantica dei “negri” in cui persero la vita 15-20 milioni di persone (i 10 milioni sopravvissuti sono stati fatti schiavi)

15 Oltre 60 milioni di morti In nome della Nazione l’Italia ha aggredito altri popoli (Libia, Etiopia, Grecia, Albania) seminando morte Conflitti fratricidi tra Nazioni europee hanno provocato oltre 60 milioni di morti (I e II guerra mondiale) In nome della Nazione l’Italia, scegliendo di entrare in guerra (I guerra mondiale), ha lasciato sul terreno 680.000 morti

16 In nome del “nazional- socialismo” Il nazismo è nato interpretando l’esigenza di un RISCATTO NAZIONALE Il nazismo è nato con l’obiettivo di coniugare “NAZIONALISMO E SOCIALISMO” In nome del “nazional-socialismo”, i nazisti al potere sono stati responsabili di uno sterminio di massa (circa 20 milioni i morti: vedi Goldhagen)

17 Stermini di massa Il Novecento è stato un secolo di ammazzati sull’altare del primato  di Ideologie (“nazional socialismo”, “Socialismo nazionale”),  di una razza,  di un’Etnia… 50-70 milioni (+ 1.200.000 tibetani) i morti causati dal Socialismo “nazionale” cinese Almeno 8 milioni i morti causati dallo stalinismo Oltre 5 milioni le vittime del Congo 1.700.000 le vittime nella Cambogia di Pol Pot Gli eccidi di massa hanno ucciso di più della guerra. Stime: 83-175.000.000!

18 Complici Siamo noi che abbiamo applaudito Cavour (e lo applaudiamo ancora) Siamo noi che abbiamo fatto di Mazzini il Padre della Patria e di Garibaldi un eroe leggendario Siamo noi che abbiamo applaudito all’aggressione all’Eritrea, alla Somalia alla Libia, alla Etiopia… Siamo noi che siamo scesi in piazza a favore dell’intervento dell’Italia in guerra (I e II guerra mondiale)

19 E se… ? (1) E se, invece che essere prigionieri di una cultura di morte, avessimo optato per la strada della non-violenza?  Si sarebbero salvati migliaia di giovani.  Non ci sarebbe stata la reazione del brigantaggio col suo pesante tributo di sangue.  L e famiglie del sud non avrebbero sofferto per l’imposizione della leva  Le imprese del sud non avrebbero subito gli effetti negativi della politica liberistica  I “piemontesi” avrebbero continuato a godere gli effetti benefici degli accordi commerciali con i Paesi del Nord Europa  Il Lombardo Veneto avrebbe continuato ad essere l’area più prospera dell’Italia

20 E se… ? (2)  Le imposte sarebbero state, probabilmente, più leggere (sono le guerre – costosissime – che hanno fatto crescere il deficit e il debito)  Senza un debito pubblico così alto, non ci sarebbe stato il bisogno di espropriare i beni della Chiesa  Molto probabilmente sarebbe sorto un “mercato comune” (in Germania c’era lo Zollverein e nel ’48 tra Piemonte, Toscana e Stato pontificio si era già firmato un analogo accordo)  Molto probabilmente ci sarebbero stati accordi per costruire ferrovie di collegamento tra Stati

21 E se… ? (3) Non ci sarebbe stata la spaccatura tra Stato e Chiesa che ha lasciato fuori dallo Stato per decenni la maggior parte dei cattolici (non expedit) Non sarebbe cambiato nulla per la gente comune a proposito dei diritti politici: lo Stato liberale ha introdotto il suffragio universale maschile solo nel 1912 e il diritto alle donne solo nel 1946.

22 E se… ? (4) Non è escluso che, con una protesta pacifica, ci sarebbe stato un miglioramento delle condizioni politiche:  le riforme di Pio IX sono state il frutto di pacifiche manifestazioni popolari;  lo Statuto albertino (1848) è stato “strappato” – nel clima politico del tempo – senza spargimento di sangue (anche se va collegato all’insurrezione di Palermo)

23 E se… ? (5) Si sarebbe potuto raggiungere l’unificazione “nazionale”? La storia ci insegna che ci sono stati popoli che hanno ottenuto la libertà da uno Stato totalitario o l’indipendenza ricorrendo alla non-violenza

24 Bastava poco Bastava poco per scegliere la strada della non-violenza: leggere i Vangeli

25 La ghigliottina Bastava poco, ma noi (inclusi i cattolici) abbiamo preferito la logica del cinico machiavellismo, del disprezzo della vita Tutti prigionieri di MITI e di logiche aberranti (incluso lo Stato della Chiesa che, per difendere il suo Potere politico, ricorreva anche alla tortura e alla ghigliottina)

26 Una gerarchia cattolica in difesa La gerarchia cattolica era prigioniera di una cultura conservatrice. Ecco alcuni giudizi espressi dall’enciclica Mirari vos (1832):  la libertà di coscienza = un “delirio”;  la libertà di opinione = “l’errore velenosissimo”;  la libertà di stampa = “esecrata e aborrita”;  “Chi […] resiste alla potestà, resiste all’ordinazione di Dio”.

27 Riconoscere gli errori Tutti, è vero, sono figli del loro tempo (sono proprio le “ragioni” del tempo l’oggetto degli storici), ma questo non può “giustificare” tutto: nella stessa Chiesa vi erano i cattolici “liberali” (anche cattolici che ritenevano utile per la Chiesa liberarsi dal peso del Potere politico) Comunque, noi dobbiamo pensare a noi, all’oggi; dobbiamo evitare gli errori del passato e, per evitarli, dobbiamo riconoscerli

28 L’indifferenza Riconoscere gli errori del passato ci aiuta a riconoscere gli errori di oggi. Anche i nostri errori. Uccide l’applauso, ma uccide anche l’INDIFFERENZA nei confronti degli eccidi di massa che ancora vengono perpetrati (anche nei confronti dei milioni di persone che ancora oggi muoiono di denutrizione).

29 Come possiamo “scegliere”… ? Così scrive Daniel J. Goldhagen a conclusione del libro Peggio della guerra : Come possiamo in buona fede, da esseri morali, da cittadini dei nostri paesi, e da esseri umani appartenenti a una comune umanità, scegliere di permettere che ciò accada? Come possiamo scegliere di non adottare semplici ed efficaci misure per prevenire future guerre contro l’umanità?

30 Nulla è necessario Un altro mondo è POSSIBILE: dipende anche da noi.

31 La storia siamo noi La storia siamo noi. Noi con la nostra LIBERT À e con la nostra RESPONSABILITÀ

32 Bibliografia  F. Chabod, L’idea di nazione, Laterza, Roma-Bari 1967  G. Spadolini, Le due Rome, Le Monnier, Firenze 1975  D. M. Smith, Mazzini, Rizzoli, Milano, 1993  A. Pellicciari, Risorgimento da riscrivere, Edizioni Ares, Milano 1998  A. M. Banti, Il risorgimento italiano, Editori Laterza, Roma-Bari 2004  L. Riall, Il Risorgimento, Donzelli Editore, Roma 2007  P. Ginsborg, Salviamo l’Italia, Giulio Einaudi Editore, Torino 2010  U. Ladurner, Solferino, Il Mulino, Bologna 2010  D. Fisichella, Il miracolo del Risorgimento, Carocci Editore, Roma 2010  A. Possieri, Garibaldi, Il Mulino, Bologna 2010  L. Cafagna, Cavour, Il Mulino, Bologna 2010  D. J. Goldhagen, Peggio della guerra, Mondadori, Milano 2010


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