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Lezione n. Parole chiave: Corso di Laurea: Insegnamento: A.A. 2012-2013 Nome e Cognome del Docente L’evoluzione politica della Quinta Repubblica francese.

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1 Lezione n. Parole chiave: Corso di Laurea: Insegnamento: A.A. 2012-2013 Nome e Cognome del Docente L’evoluzione politica della Quinta Repubblica francese 10 Inserire testo Scienze della Cooperazione e dello Sviluppo Politica internazionale

2 In questa lezione analizzeremo l’evoluzione politica della Quinta Repubblica francese seguendo due percorsi distinti, ma allo stesso tempo intrecciati tra loro. In primo luogo ci dedicheremo all’analisi del sistema partitico. Partendo dalle quattro fratture teorizzate da Stein Rokkan nell’analisi genetica dei partiti, vedremo come il sistema di partito francese si sia fondato, anzitutto, lungo l’asse destra/sinistra. Vedremo le caratteristiche generali dei partiti francesi e le eccezioni. Passeremo poi ad analizzare l’evoluzione politica delle due componenti principali del sistema semipresidenziale francese: i presidenti (gollismo dal 1958 al 1974; transizione al post-gollismo dal 1974 al 1981; post-gollismo e alternanza, dal 1981 ad oggi) e il sistema dei partiti. Quest’ultimo verrà esaminato a partire dalla nascita della quadriglia bipolare (ufficialmente, con le elezioni parlamentari del 1978) e si vedrà, ripercorrendo solo i momenti chiave, come i tre schieramenti (destra gollista e destra moderata, centro e, infine, sinistra) si siano trasformati nel corso del tempo. Infine, si vedranno quei casi in cui la maggioranza presidenziale e quella parlamentare sono state congruenti (maggioranza unificata) e quelli in cui le due maggioranze non hanno coinciso (coabitazione). Cosa vedremo

3 Il sistema partitico francese si snoda lungo tre delle quattro fratture o clevages delineati dal politologo norvegese Stein Rokkan (1970). 1.Centro/periferia, da cui nascono i partiti etno-regionalisti in contrapposizione alla tendenza uniformante di un centro politico, culturale ed economico. 2.Stato/Chiesa. Da questa frattura nascono i partiti confessionali ai quali si contrappongono quelli laici liberali. 3.Destra/sinistra (classe), frutto della Rivoluzione Industriale e delle diverse visioni sulle modalità di produzione e sulla proprietà dei mezzi di produzione. In sintesi, la Rivoluzione Industriale ha generato un conflitto tra imprenditori ed operai sfociato nella nascita dei partiti orientati alla tutela degli interessi capitalistici, da una parte, e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del proletariato operaio, dall’altra. I partiti in Francia e le fratture di Rokkan

4 In generale, i partiti francesi sono partiti a struttura debole, vale a dire, dotati di un’organizzazione interna più leggera rispetto ai partiti di massa, in cui il radicamento territoriale è meno solido, in la cui membership è più aperta ed eterogenea rispetto a quella fidelizzata ed omogenea dei partiti di massa, in cui gli interessi sono meno rigidi e più liquidi e non si fondano su ideologie definite, che si affida più ad un elettorato di opinione piuttosto che ad un elettorato di appartenenza, in cui l’organizzazione è incentrata preferibilmente su un leader (carismatico), in cui la competizione presidenziale ha la precedenza su quella parlamentare, per cui questo genera quei fenomeni che chiamiamo personalizzazione della politica e presidenzializzazione. De Gaulle, capo carismatico, nel filmato (link) è descritto come il salvatore di una Francia alla deriva. Fonte: www.archivioluce.comlink Caratteristiche generali

5 Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie, è leader del FN dal 2011. Fonte. Wikipedia.org Autore: Marie-Lan Nguyen Dal 2010 i Verdi si sono fusi con il movimento Europe Écologie. Eccezioni La frattura che non ha interessato il sistema partitico francese è quella tra città e campagna, antecedente rispetto a quella destra/sinistra, che esprime il conflitto tra i tradizionali interessi agrari e quelli della nuova classe industriale cittadina. L’abbassamento delle barriere doganali favorisce il commercio cittadino, ma danneggia gli interessi dei proprietari terrieri. Da qui nascono i partiti agrari, conservatori e contadini, di cui, nel sistema partitico francese non troviamo tracce significative. Al di là di questo, a partire dagli anni Ottanta, emergono comunque delle nuove issues e nuove domande politiche e sociali che si sono incanalate in formazioni politiche nate al di fuori delle tradizionali fratture. Riguardo al caso francese, due sono i casi : il partito di estrema destra Fronte Nazionale, fondato nel 1972 da Jean- Marie Le Pen, e i Verdi, partito ecologista di nato nel 1984 e che, dichiaratamente, si chiama fuori rispetto all’asse destra/sinistra su cui poggia lo spettro partitico.

6 Dal Dizionario di Storia Treccani (link)link Gollismo (meno com. gaullismo). Il movimento, l’indirizzo politico che ha fatto capo, all’inizio, alla persona del generale Charles de Gaulle, ma che ha poi dimostrato una sua vitalità autonoma. Originato dalla crisi della vita parlamentare che ha tormentato la Quarta repubblica francese, il gollismo si è caratterizzato essenzialmente in politica estera come opposizione al sistema mondiale fondato sull’equilibrio delle due superpotenze USA e URSS, in nome di un rinnovato nazionalismo francese, non privo, a volte, di aspirazioni europeistiche. In politica interna, il gollismo ha insistito sul rafforzamento dell’esecutivo e sulla sfiducia nei riguardi dei partiti tradizionali; ha cercato inoltre di elaborare una concezione dei rapporti sociali ed economici che propone un sistema misto, incentrato sulla «partecipazione» delle forze produttive alla gestione economica e politica del Paese. Clicca qui per un quadro storico del gollismo e, in particolare, dei primi anni tratto dalla rivista on line InStoria. InStoria Prima fase: il gollismo (1958-1974) Le caratteristiche di base del gollismo.

7 Data questa definizione si può scendere ad un’analisi più profonda: il gollismo ha profondamente inciso sulla Francia e persino sulla stessa immagine della Francia. Questo si può spiegare bene con quanto espresso da Bartolini (1981, p. 9), ossia che il gollismo si è configurato come ideologia politica, partito e regime Si tratta di un’ideologia nella misura in cui il gollismo, come visto nella definizione, si è posto in uno stato di terzietà rispetto agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica e, quindi, alle rispettive ideologie che le ispiravano. Il gollismo, in secondo luogo, ha assunto le forme del partito. Tuttavia, proprio de Gaulle, il simbolo del linguaggio antipolitico rivolto con disprezzo ai partiti, ai loro compromessi e alle loro degenerazioni, ha dato l’input per forme partitiche alternative da quelle tradizionali. Per de Gaulle, al centro del discorso politico c’è l’interesse nazionale, più che la difesa di un blocco specifico di interessi. Infine, il gollismo si configura come una sorta di regime sui generis, fondato su una lettura presidenzialistica della vita repubblicana e sul rapporto diretto tra Presidente e cittadini. Tale rapporto si è sostanziato nel ricorso frequente all’istituto del referendum, utilizzato in senso plebiscitario per verificare e ribadire la legittimazione popolare delle scelte presidenziali. Gollismo come ideologia, partito, regime I tre elementi del gollismo secondo Bartolini.

8 Dopo le dimissioni di de Gaulle del 1969, sconfitto nel referendum sulle autonomie regionali, e con la morte del suo successore, Georges Pompidou (1974), la politica francese entra in una nuova fase politica, ossia quella di transizione al post-gollismo. Nelle presidenziali del 1974, il liberale Valéry Giscard d’Estaing spacca lo schieramento di destra ed estromette dal ballottaggio con il socialista Mitterrand il candidato gollista Jacques Chaban-Delmas (quest’ultimo ottiene solo il 15% dei voti contro il 32,6 di Giscard e il 43,2% di Mitterrand). Al ballottaggio vince di stretta misura (50,8%). Per la prima volta nella vita della Quinta Repubblica, il Presidente non è gollista e comincia a delinearsi una vera polarizzazione destra/sinistra. Si apre una nuova fase, che Coldagelli identifica con la “laicizzazione del presidenzialismo”, di quel presidenzialismo totemico incarnato dall’ideologia gollista. Di fatto, il gollismo storico si ritrova emarginato e termina anche l’esperienza del partito gollista Unione dei Democratici per la Repubblica (UDR). Valèry Giscard d’Estaing La transizione al post-gollismo (1974-1981)

9 Dopo circa vent’anni di dominio gollista, sul piano partitico, nasce quella che Duverger chiama quadriglia bipolare. Il sistema si organizza lungo l’asse destra/sinistra in forma, appunto, bipolare. Entro ciascun polo prendono vita e si affermano due partiti di peso politico simile. A partire dalle elezioni del 1978, a sinistra troviamo il Partito Socialista (PS) e il Partito Comunista Francese (PCF), a destra i moderati dell’Unione per la Democrazia Francese (UDF) e i gollisti del Raggruppamento Per la Repubblica (RPR). Vediamo i passaggi principali riguardanti i partiti afferenti ai due poli, prima e dopo la nascita della quadriglia. Le forze politiche della quadriglia bipolare. La quadriglia bipolare

10 Percentuali di voto al primo turno per i partiti gollisti. Nel 1967, 1968, 1973 e 1986 la lista è composta con altre forze centriste. Sotto, il numero di seggi del gruppo parlamentare. I partiti gollisti prima della quadriglia Nel 1947 nasce il Raggruppamento del Popolo Francese (RPF), il primo partito nato su impulso di de Gaulle. Ritiratosi dalla politica nel 1953, de Gaulle vi rientra nel 1958, contribuendo in maniera decisiva alla nascita della Quinta Repubblica. Nasce l’Unione per la Nuova Repubblica (UNR), che alle elezioni legislative ottiene la maggioranza relativa nell’Assemblea Nazionale. Alle elezioni del 1967 si presenta con la denominazione Unione dei Democratici per la Quinta Repubblica (UD- V e ). La vittoria è ampia. Il governo è affidato a Georges Pompidou, ma la crisi di maggio del 1968 porta alle elezioni anticipate. Il partito gollista si ristruttura: alle legislative i gollisti, che si presentano nell’Unione per la Difesa della Repubblica (UDR), stravincono conquistando 354 seggi su 487. Poco dopo, il gruppo politico mantiene l’acronimo e assume il nome Unione dei Democratici per la Repubblica. Alle elezioni del 1973, orfano di de Gaulle, l’UDR perde numerosi seggi e scende a 272 rappresentanti (ma solo 183 sono dell’UDR, gli altri centristi). Il governo del gollista Messmer è riconfermato (primo governo dal 1972 al 1974) grazie al sostegno delle altre formazioni di centro e di destra. Alle presidenziali del 1974, con la vittoria del centro- destra non gollista rappresentato da Giscard d’Estaing, l’UDR arriva al capolinea.

11 Destra gollista. Dalla sconfitta dei gollisti dell’UDR alle presidenziali del 1974 emerge una nuova destra, totalmente ristrutturata. Nel 1976 il gollismo si rinnova su impulso di Jacques Chirac con la nascita del Raggruppamento per la Repubblica (RPR). Nel maggio 2002, dopo il primo mandato presidenziale, ottenuto nel 1995, Chirac è riconfermato Presidente e alle elezioni legislative l’RPR, duramente battuto cinque anni prima, si coalizza con altre forze politiche di matrice conservatrice, liberale e cristiano-democratica nell’Unione per la Maggioranza Presidenziale. La vittoria alle elezioni legislative di giugno (33% dei voti al primo turno, 353 seggi su 575 alla fine della tornata) sancisce la riuscita dell’esperimento e i partiti partecipanti confluiscono tutti nell’Unione per un Movimento Popolare (UMP). Lo sviluppo dei partiti gollisti nel tempo. I partiti gollisti del post-gollismo

12 Andamento dell’UDF fino al 2002, prima della scissione del 2007. Alle legislative del 1986 in lista con l’RPR. Sotto, i seggi dell’UDF all’Assemblea Nazionale. Il centro da Giscard ad oggi UDF. Il centro-destra trova in Giscard d’Estaing il suo leader e, in vista delle legislative del 1978, nasce l’Unione per la Democrazia Francese (UDF), che federa cinque formazioni politiche moderate. Dopo vent’anni di alleanze con l’RPR (assai fruttuose in termini di seggi parlamentari), nel 1998 François Bayrou diviene presidente dell’UDF, lo trasforma in un vero e proprio partito (nuova UDF) e sposta l’asse della formazione al centro prendendo le distanze dalla destra. I dissidenti conservatori confluiscono nell’UMP (2002). Nel 2007 l’UDF diviene Movimento Democratico (MoDem), ma l’ala più conservatrice si stacca e dà vita al partito di centro-destra Nuovo Centro (NC).

13 La storia dell’UDF in breve. I risultati dei due partiti eredi della linea giscardiana sono stati piuttosto deludenti: il MoDem ha ottenuto alle elezioni del 2007 e del 2012 rispettivamente il 7,6% e 3 seggi e l’1,8% e 2 seggi; il Nuovo Centro non è andato oltre il 2,3% e il 2,2%, ma con migliori risultati in termini di seggi (22 nel 2007, 12 nel 2012). Dall’UDF alla scissione del 2007

14 I voti socialisti (SFIO fino al 1969, poi PS). Sotto, i seggi occupati dai gruppi parlamentari socialisti. Il Partito Socialista A sinistra, il Partito Socialista nasce nel 1969 come evoluzione della Sezione Francese dell’Internazionale Operaia (SFIO), fondata da Jean Jaurés nel 1905. Il 1969 è l’anno delle dimissioni di de Gaulle e delle presidenziali in cui vince il gollista Pompidou e in cui i due candidati di sinistra, il comunista Jacques Duclos e il socialista Gaston Defferre, non riescono ad accedere al ballottaggio (al loro posto va il centrista Alain Poher). La sconfitta fa comprendere l’urgenza, avvertita già da tempo, di riunire le forze di sinistra e a luglio nasce il Partito Socialista. Nel 1971 François Mitterrand è eletto segretario del partito. Già nel 1973 il PS ottiene più seggi del Partito Comunista Francese, ma cinque anni più tardi lo supera anche per numero di voti. Facciamo un salto in avanti. Nel 1997 il Presidente Jacques Chirac dispone lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e il ritorno anticipato alle urne. Le forze di sinistra (Partito Socialista, Partito Comunista, Movimento dei Cittadini, Verdi, Partito della Sinistra Radicale) per la prima volta si coalizzano in maniera organica nella gauche plurielle, che riporta una clamorosa vittoria e permette a Lionel Jospin di formare un governo.

15 I risultati al primo turno del PCF. Sotto, i seggi del gruppo parlamentare PCF. Nel 1958, nel 2007 e nel 2012 gli eletti del PCF non hanno un loro gruppo. Il Partito Comunista Francese Il Partito Comunista Francese (PCF), dal canto suo, ha progressivamente perso consensi e seggi. Nel 1994 la direzione del partito è assunta da Robert Hue, che al Congresso del 1996 decide di dare forma alla sua idea di riforma del partito, aprendolo ad altri movimenti e adottando una visione meno integralista (proprio da questo spirito si giungerà, l’anno successivo, alla nascita della gauche plurielle e alla partecipazione fattiva entro il governo del socialista Jospin). Questo, però, non ha impedito un progressivo impoverimento del partito in termini elettorali e di membership. Dal 2009 fa parte del Fronte di Sinistra con altre formazioni minori della stessa area politica.

16 I quattro più importanti partiti della storia politica francese a confronto. Percentuali dei voti ottenuti al primo turno di ogni competizione elettorale. N.B. Nel 1986 RPR e UDF formano una lista unica. Confronto percentuale: il consenso

17 Numero di seggi occupati dal gruppo parlamentare di ciascun partito. A seguito di ogni elezione, i partiti e le liste si organizzano in gruppi parlamentari, la cui composizione e numerosità può anche differire molto rispetto all’esito elettorale. Confronto parlamentare: seggi ottenuti

18 Come visto nella scorsa lezione, il governo procede dal Presidente, per cui la maggioranza presidenziale è, di solito, sovraordinata a quella parlamentare. Dal 1958 al 1981 i Presidenti della Repubblica e le maggioranze parlamentari sono di centrodestra. Nel 1981, per la prima volta nel corso della Quinta Repubblica, la presidenza va ad un socialista, François Mitterrand. Comincia la fase dell’alternanza (vedi grafico prossima slide). Non appena ottenuta la massima carica, in base alle prerogative riconosciute dalla Costituzione al Presidente, scioglie l’Assemblea Nazionale e indice le elezioni anticipate. Obiettivo: far coincidere le due maggioranze. L’operazione riesce, con i socialisti che ottengono la maggioranza assoluta dei seggi. Nel governo diretto dal socialista Pierre Mauroy entrano anche 4 comunisti (Charles Fiterman ai Trasporti, Jack Ralite alla Sanità, Marcel Rigout alla Formazione Professionale e Anicet Le Pors alla Funzione pubblica e Riforme amministrative). I comunisti restano al governo fino al 1984, anno in cui Mitterrand “licenzia” Mauroy e affida l’esecutivo a Laurent Fabius. Maggioranze unificate

19 Nel 1986, alle elezioni legislative, il centrodestra vince e Mitterrand è costretto ad affidare il governo a Jacques Chirac. Si tratta della prima coabitazione della Quinta Repubblica. Due anni più tardi, però, Mitterrand è riconfermato all’Eliseo proprio ai danni di Chirac. Non riuscendo a disporre di una maggioranza parlamentare, anche stavolta scioglie l’Assemblea Nazionale. Le elezioni, però, offrono solo una maggioranza relativa al PS. Alla formazione del primo governo della legislatura contribuiscono anche alcuni gruppi centristi dell’UDF, ma l’idillio termina dopo tre anni, nel 1991. Fino al 1993 Mitterrand può contare solo su dei governi di minoranza. Le performance sono assai negative. Alle legislative del 1993 il centrodestra (RPR + UDF) stravince, conquistando 458 seggi su 577. Per il PS e per Mitterrand è una bocciatura tremenda, pagata con la seconda coabitazione (il governo è affidato al gollista Édouard Balladur). Nel 1995 Jacques Chirac conquista la presidenza e affida il governo ad Alain Juppé, ma il tentativo di riforma del sistema pensionistico scatena gravi tensioni sociali, soprattutto nel settore dei trasporti. L’impopolarità del governo suggerisce a Chirac l’azzardo: sciogliere l’Assemblea Nazionale e tornare alle urne con un anno di anticipo (1997). L’azzardo costa caro a Chirac: vince la gauche plurielle e Jospin è primo ministro. Inizia la terza coabitazione (fino al 2002). Le tre coabitazioni

20 Il “sì” al referendum del 2000 ha ridotto da 7 a 5 anni la durata del mandato presidenziale così da minimizzare il rischio di coabitazioni che complichino il processo decisionale e il quadro istituzionale. Ad oggi il provvedimento ha dato i frutti attesi, anche perché le elezioni presidenziali e le elezioni legislative si svolgono in successione, per cui, a patto che non intervengano crisi parlamentari tali da costringere il Presidente alle elezioni anticipate, la maggioranza presidenziale e quella parlamentare coincidono. Nel 2002 Chirac vince di nuovo la corsa per l’Eliseo e alle elezioni legislative l’UMP ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. Nel 2007 diviene Presidente un altro uomo di destra, Nicolas Sarkozy e, come previsto, l’UMP conquista ancora la maggioranza assoluta dei seggi. I due governi della legislatura sono tutti e tre guidati da François Fillon e sostenuti, oltre che dall’UMP, anche da Nuovo Centro. Il 6 maggio 2012 Sarkozy viene sconfitto alle presidenziali dal socialista François Hollande. Qualche settimana dopo, il Partito Socialista, alle elezioni legislative, conquista la maggioranza relativa dei seggi dell’Assemblea Nazionale (280 su 577). Il governo di sinistra diretto dal socialista Jean-Marc Ayrault è sostenuto e composto anche dal Partito Radicale di Sinistra e dai Verdi. Dopo il referendum del 2000: maggioranze unificate I governi Mauroy I, Raffarin I, Fillon I e Ayrault I non godevano dell’appoggio di alcuna maggioranza parlamentare, in quanto nominati da presidenti neo-eletti in concomitanza con la fine della legislatura. Questi governi sono rimasti in carica fin quando non si sono tenute nuove elezioni legislative.


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