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Rapporti tra il d.lgs. 231/2001 e la normativa in materia di sicurezza sul lavoro Pesaro, 12 maggio 2008 Avv. Daniele Tanoni.

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Presentazione sul tema: "Rapporti tra il d.lgs. 231/2001 e la normativa in materia di sicurezza sul lavoro Pesaro, 12 maggio 2008 Avv. Daniele Tanoni."— Transcript della presentazione:

1 Rapporti tra il d.lgs. 231/2001 e la normativa in materia di sicurezza sul lavoro Pesaro, 12 maggio 2008 Avv. Daniele Tanoni

2 Dalla legge 300/2000 al decreto legislativo 81/2008  La legge 300/2000 delegava il Governo ad emanare un decreto legislativo disciplinante la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in dipendenza da determinati reati colposi, anche in materia ambientale e del lavoro  Il decreto legislativo 231/2001 ha attuato la delega introducendo nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, ma omettendo i reati in materia ambientale del lavoro  L’art. 9 della legge 123/2007 ha modificato il decreto legislativo 231/2001, introducendo l’art. 25 septies e prevedendo una responsabilità amministrativa delle società in relazione ai delitti colposi di omicidio e lesioni personali gravi e gravissime, commessi in violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro

3 L’ultima modifica introdotta dal d.lgs. 81/2001  Il recentissimo decreto legislativo 81/2008, attuativo della delega contenuta nella legge 123/2007, ha modificato a sua volta l’art. 25 septies, graduando le sanzioni in esso previste. In particolare  In relazione all’omicidio colposo commesso con violazione dell’obbligo di redazione del documento di valutazione del rischio, si applica un sanzione pecuniaria in misura pari a 1000 quote ed in caso di condanna, le sanzioni interdittive previste dalla legge per una durata non inferiore a tre mesi e superiore ad un anno

4 Segue  La sanzione pecuniaria è compresa tra 250 e 500 quote nel caso di omicidio colposo commesso con violazione di qualsiasi altra norma antinfortunistica  Nel caso di lesioni personali colpose gravi o gravissime, commesse con violazione di norme antinfortunistiche, la sanzione pecuniaria applicata non sarà superiore a 250 quote e le sanzioni interdittive avranno una durata non superiore a sei mesi

5 Lesioni personali gravi e gravissime Ai sensi dell’art. 583 c.p., una lesione personale è grave: - se produce una malattia o un’inabilità con prognosi superiore ai 40 giorni - se produce l’indebolimento permanente di un senso o di un organo una lesione personale è gravissima - se produce un malattia certamente/probabilmente insanabile - la perdita di un senso, organo o di un arto - lo sfregio permanente del viso

6 Sanzioni pecuniarie ed interdittive  Ricordiamo che le sanzioni pecuniarie a carico delle aziende, determinate tramite il meccanismo delle quote, possono variare da un minimo di € 25.822,84 ad un massimo di € 1.549.370,69  Non meno pesanti sono le sanzioni interdittive, accessorie alla sanzione pecuniaria: - interdizione all’esercizio dell’attività - sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito - divieto di contrattare con la p.a., salvo che per ottenere prestazioni di pubblico servizio - esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi ed eventuale revoca di quelli ottenuti - divieto di pubblicizzare beni o servizi

7 Esimente da responsabilità Modelli di organizzazione e di gestione  Il decreto legislativo 231/2001 prevede quale esimente da responsabilità amministrativa per le persone giuridiche l’adozione di modelli organizzativi idonei alla prevenire la commissione di reati da parte di amministratori e dipendenti.  L’art. 30 del d.lgs. 81/2008 si riaggancia alla previsione del decreto 231, prevedendo che i modelli di gestione aziendali adottati devono essere idonei ad assicurare l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici previsti dal decreto 81 e, in particolare, rispetto degli standard tecnici per attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici, biologici, valutazione dei rischi, gestione delle emergenze, sorveglianza sanitaria, informazione/formazione dei lavoratori, attività di vigilanza sul rispetto delle procedure, acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie, iniziativa di verifica dell’efficacia delle procedure adottate

8 Delega di funzioni, controllo e sistema disciplinare  Lo stesso art. 30 ricorda che - il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell’organizzazione e dal tipo di attività svolta, un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche ed i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio … … nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello

9 Modelli di organizzazione aziendale presunti conformi Il decreto legislativo 81/2008 presume in via preliminare conformi ai requisiti richiesti: - i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI – INAIL per la redazione di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) - i modelli di organizzazione conformi al British Standard OSHAS 18001:2007

10 Considerazioni conclusive  La redazione ed istituzione di un sistema di gestione della sicurezza (tanto più l’ottenimento di una certificazione) parte dal presupposto che l’impresa affronti le problematiche aziendali in maniera integrata, non considerando sicurezza e processo produttivo due entità separate  La redazione di un modello di gestione è sicuramente uno sforzo importante ed un investimento per l’impresa, ma è lo strumento, al di là delle problematiche 231, per tracciare un quadro chiaro e coerente delle responsabilità soggettive in azienda, rendere più evidenti e verificabili i rapporti tra rischi valutati e misure adottate, in definitiva, adempiere in maniera più consapevole agli obblighi della normativa sulla sicurezza e gestire meglio i cambiamenti organizzativi che investono inevitabilmente l’impresa e che si riflettono ovviamente anche nelle procedure di sicurezza


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