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BRUNO MACCARRONE INES PETRILLA Consulente ANCE Catania Funzionario ANCE Catania 1.

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Presentazione sul tema: "BRUNO MACCARRONE INES PETRILLA Consulente ANCE Catania Funzionario ANCE Catania 1."— Transcript della presentazione:

1 BRUNO MACCARRONE INES PETRILLA Consulente ANCE Catania Funzionario ANCE Catania 1

2 LEGGE REGIONALE 13/2015 La legge 13/2015 individua norme semplificate per il recupero del patrimonio edilizio esistente nei centri storici, definisce le diverse tipologie edilizie dei centri storici ed i relativi interventi ammissibili, stabilendo che l’appartenenza delle singole unità edilizie alle tipologie è individuata con uno studio con effetti costitutivi, da approvarsi con deliberazione del Consiglio comunale. Art. 2: definisce le diverse tipologie edilizie dei centri storici, in relazione ai caratteri architettonici, dimensionali e strutturali Art. 3: stabilisce che l’appartenenza delle singole unità edilizie alle tipologie è individuata con uno Studio di dettaglio con effetti costitutivi, da approvarsi con deliberazione del consiglio comunale Art. 4: Definisce gli interventi ammessi e le modalità di attuazione Art. 5: Norme di carattere generale e destinazioni d’uso compatibili 2

3 TIPOLOGIE EDILIZIE 3

4 INTERVENTI AMMESSI 4

5 CRONOPROGRAMMA STUDIO DETTAGLIO DEL COMUNE DI CATANIA 5

6 ELABORATI STUDIO DETTAGLIO 6

7 DELIMITAZIONE CENTRO STORICO Il P.R.G. vigente individua come Zona Omogenea "A" una ampia porzione della città storica suddividendola in sottozone denominate "A", "B", "A1" e comprende: 584 isolati e oltre 6.000 unità edilizie La zona "A" è costituita essenzialmente dalla città ricostruita dopo il terremoto del 1693 La zona "B" perimetra prevalentemente l'espansione del secondo ottocento e primo novecento, ad est della via Etnea La zona "A1" interessa il centro storico di San Giovanni Galermo, quartiere posto a nord-ovest della città, prima comune autonomo, accorpato a Catania nel 1926. Alle tre precedenti zone bisogna aggiungere una parte del quartiere San Cristoforo, perimetrata come zona omogenea "A" dal decreto del Presidente della Regione del 15/11/2002, con cui veniva approvata la Variante per l'attuazione del Programma Integrato di Intervento denominato "San Cristoforo sud". 7

8 DELIMITAZIONE CENTRO STORICO Tav. Aa.2 8

9 VINCOLI SOVRAORDINATI Le zone denominate “A” e “B” sono interessate da VINCOLO PAESAGGISTICO ED AMBIENTALE, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, D. lgs. 42/2004 e s.m.i.. Una parte della zona “A” di PRG è, inoltre, perimetrata come PARCO ARCHEOLOGICO GRECO-ROMANO previsto dal Decreto Assessoriale 1142 del 29.4.2013 L'intera zona omogenea “A” rientra nella categoria seconda della NORMATIVA SISMICA, di conseguenza i progetti relativi ad opere strutturali devono essere sottoposti al visto del Genio Civile ai sensi della L. 02/02/1974, n. 64 e successivi Decreti Ministeriali di attuazione. Il centro storico di Catania, uno dei più grandi e meglio conservati d’Italia, in buona parte (vedi Tav Ab 1.2) è stato dichiarato dall’UNESCO PATRIMONIO DELL’UMANITÀ 9

10 BENI CULTURALI E AMBIENTALI Tav. Ab.1.1 10

11 AREA UNESCO Tav. Ab.1.2 11

12 PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO Le tavole Ab 2.1, 2.2, 2.3: riportano le indicazioni del Piano di Assetto Idrogeologico - PAI che nelle ZONE "A" e "B" individua, dal punto di vista idrogeologico, la via Etnea, la via Cardinale Dusmet e la zona tra piazza Duomo e il porto, come zone a rischio idraulico, R4 MOLTO ELEVATO e SITI D'ATTENZIONE, come pericolosità idraulica. Per la pericolosità geomorfologica il PAI inoltre rileva all'interno della zona "A" tre SITI DI ATTENZIONE. A San Giovanni Galermo sono presenti SITI D’ATTENZIONE per Pericolosità geomeorfologica e idraulica e Rischio idraulico. 12

13 PAI – RISCHIO IDRAULICO Tav. Ab.2.1 13

14 PAI – PERICOLOSITA’ IDRAULICA Tav. Ab.2.2 14

15 PAI – PERICOLOSITA’ GEOMORFOLOGICA Tav. Ab.2.3 15

16 RELAZIONE ESPLICATIVA ALLO STUDIO DI DETTAGLIO La Relazione esplicativa dello Studio di dettaglio si suddivide in tre Parti. Le prime due relative ai cosiddetti interventi diretti: PARTE I: - descrive le modalità e i criteri di individuazione, nel centro storico di Catania, delle tipologie edilizie in riferimento alla classificazione individuata dall’art. 2 della l.r. 13/2015 PARTE II: - specifica, come previsto dalla stessa legge, le altre diverse tipologie, non inquadrabili nelle precedenti; - integra le norme di carattere generale. La PARTE III attiene invece ai cosiddetti interventi indiretti: - precisa le direttive per le zone interessate da ristrutturazione urbanistica e per piani di recupero. 16

17 SVILUPPO STORICO - URBANISTICO Tavv. Ac 1 ÷ 3 descrivono lo sviluppo storico della città e individua i tessuti e gli assi viari storici. L’ABACO - Tav. Ac 3 - analizza e descrive le diverse TIPOLOGIE EDILIZIE presenti nel territorio catanese, raggruppate come indicato dalla legge regionale 13/2015 e le destinazioni d’uso consentite dalla L.R. 13/2015. L'individuazione delle diverse tipologie di appartenenza è riferita ai singoli edifici, non necessariamente coincidenti con le proprietà e le particelle catastali, e può includere eventuali superfetazioni, non scorporabili o non individuate; la tipologia edilizia relativa alle superfetazioni (che può non coincidere con quella relativa all’edificio principale o di appartenenza) potrà essere verificata e comprovata dal progetto edilizio. 17

18 EDILIZIA DI BASE NON QUALIFICATA Tipologia Ta Edilizia di base non qualificata: unità edilizie con caratteri dimensionali planimetrici, originari o modificati, con scarsa valenza o prive di caratteri architettonici tipici In questa tipologia sono stati inseriti: ‒ Edifici e spazi storici con scarsa valenza o privi di caratteri architettonici tipici. ‒ Edifici radicalmente trasformati, non più assimilabile al costruito storico, dove l'impianto originario è stato radicalmente trasformato in epoche recenti, perdendo le caratteristiche storiche e rendendo non più rilevabile la tipologia edilizia originaria a seguito di trasformazioni quali sopraelevazioni, accorpamenti, fusioni, frazionamenti. ‒ Edifici diruti la cui tipologia edilizia originaria non è più riconoscibile 18

19 ABACO T.EDILIZIE Tav. Ac.3 -- Ta Edilizia di base Non qualificata 19

20 EDILIZIA DI BASE PARZIALMENTE QUALIFICATA Tipologia Tb Edilizia di base parzialmente qualificata: unità edilizie con caratteri dimensionali planimetrici, originari o modificati, e permanenza di caratteri architettonici tipici, che hanno subito alterazioni ovvero addizioni di volumi (art.2 comma 1b); Sono stati catalogati in questa tipologia: ‒ Edifici di impianto storico che hanno subito modifiche e/o con sopraelevazioni recenti non storicizzate. Prevalentemente si tratta di case terrane, singole o accorpate, o anche palazzetti, sulle cui strutture sono stati realizzati, uno o più piani tipologicamente non storicizzati. 20

21 ABACO T.EDILIZIE -- T b Edilizia di base Parzialmente qualificata 21

22 EDILIZIA DI BASE QUALIFICATA Tipologia Tc Edilizia di base qualificata: unità edilizie con caratteri dimensionali planimetrici, originari o modificati,e permanenza totale di caratteri architettonici tipici (art.2 comma 1c); In questo gruppo sono inserite le unità edilizie di base con permanenza, totale o parziale dei caratteri architettonici e dimensionali originari dell'epoca di realizzazione ma prive di particolare valore estetico autonomo, sia sotto il profilo compositivo delle facciate, che dell’assetto spaziale, che delle finiture che risultano ridotte all’essenziale. Sono individuate, in considerazione del loro valore storico documentale: ‒ Case terrane isolate e/o aggregate: tipologia unifamiliare di base, generalmente con duplice affaccio - di dimensioni intorno ai 5-6 metri - uno su fronte strada o cortile l'altro su spazio interno scoperto a uso esclusivo. Il raggruppamento di più edifici di tale tipologia intorno a cortili comuni risulta interessante sotto il profilo della organizzazione dell’impianto urbano. 22

23 EDILIZIA DI BASE QUALIFICATA ‒ Case sopraelevate di derivazione terrana: presentano il collegamento verticale con scala interna ad uso esclusivo o, nella forma più evoluta, con accesso da vano appositamente destinato. - Edifici specialistici con funzione collettiva di più recente costruzione o di minore rilevanza tipologica e architettonica rispetto ai tipi classificati come "Tf" Edilizia monumentale specialistica. ‒ Edifici di "archeologia industriale" che presentano caratteristiche tipologiche connesse all'attività produttiva storica. ‒ Edifici rurali appartenenti a tipologie rurali (masserie, case coloniche, magazzini...) isolati o inglobati nel tessuto urbano. ‒ Edifici diruti la cui tipologia edilizia originaria è ancora riconoscibile e ascrivibile al gruppo Tc. 23

24 ABACO T.EDILIZIE -- T c Edilizia di base Qualificata 24

25 EDILIZIA DI BASE QUALIFICATA SPECIALE Tipologia Td Edilizia di base qualificata speciale (palazzetti): unità edilizie di base aventi caratteri dimensionali e prospettici che le rendono simili ad un palazzo seppure derivati dalla sommatoria di moduli dell’edilizia di base (art.2 comma 1d); In questa categoria sono stati classificati gli edifici residenziali con caratteristiche tipologiche ricorrenti, di valore storico documentale, con la presenza o non di elementi architettonici di pregio. Edifici presenti in maniera diffusa nel tessuto urbano storico, comprendono: ‒ Palazzi residenziali "borghesi" e palazzetti di pregio. Unità edilizie caratterizzate da una veste architettonica unitaria e riconoscibile. Per i palazzi lo schema tipico è quello di un piano terra commerciale, con o senza mezzanino, più piani a uso residenziale, uno o più corpi scala indipendenti, presenza di cortile interno a cui si accede da un androne d’ingresso anche non carrabile. 25

26 EDILIZIA DI BASE QUALIFICATA SPECIALE - Derivano da apposito impianto o dalla divisione in epoca storica di un palazzo unifamiliare precedente; scomparso nel 1800 il palazzo come sede di una singola famiglia, prevalgono palazzi per appartamenti per famiglie borghesi che oltre a risiedervi potevano ricavare redditi dall'affitto dei piani terra commerciali nonché di parte dell'edificio. ‒ Palazzi e Palazzetti d’affitto: prevalentemente a più elevazioni, con uno o due appartamenti per piano. Caratterizzati da ingresso o androne di modeste dimensioni e talvolta da chiostrine. Derivanti prevalentemente dalla sommatoria ed evoluzione tipologica della casa terrana, con ampliamenti in senso verticale e/o orizzontale, sino alla configurazione unitaria di palazzo o, più raramente, da apposito impianto. ‒ Villini suburbani su fronte strada costruiti all'inizio del 1900, come case di villeggiatura o residenza di dimensioni minori rispetto alle ville borghesi. ‒ Edifici "programmati" cioè che manifestano, nei loro caratteri tipologici e costruttivi, un'idea originaria di progetto rimasta incompiuta. 26

27 EDILIZIA DI BASE QUALIFICATA SPECIALE ‒ Edifici residenziali di transizione tra storico e moderno. Edifici, a destinazione residenziale, realizzati tra gli anni '30 e '50 del secolo scorso caratterizzati da strutture portanti miste, con murature portanti e solai in ferro e laterizio o cemento armato. ‒ Edifici diruti la cui tipologia edilizia originaria è ancora riconoscibile e ascrivibile al gruppo Td 27

28 ABACO T.EDILIZIE-- Td Ed. di base (Palazzetti) Qualificata speciale 28

29 EDILIZIA MONUMENTALE Tipologia Te Edilizia monumentale residenziale (palazzi dell’edilizia storica):edifici monumentali residenziali del centro storico, anche derivanti da operazioni di demolizione di preesistenti tessuti della città storica, aventi i caratteri monumentali e di qualità architettonica tipici del periodo di esecuzione (art.2 comma 1e); In questa categoria sono stati inseriti gli edifici storici residenziali di grande qualità architettonica e ambientale che si configurano come emergenze di pregio, con peculiarità estetiche ed architettoniche proprie e che costituiscono elementi significativi del tessuto urbano. I valori architettonici si riscontrano sia sotto il profilo tipo-morfologico, che compositivo. In particolare risultano significativi: gli assetti distributivo-spaziali e volumetrici, riconducibili alle tipologie dell’epoca, le caratteristiche di composizione nonché i materiali e gli elementi di finitura delle facciate. 29

30 EDILIZIA MONUMENTALE Strutturalmente si presentano in muratura e più raramente con strutture miste. Sono in gran parte vincolati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42. Il gruppo comprende: ‒ Palazzi nobiliari: edifici residenziali che, indipendentemente dal costruttore o dal primo utente, presentano i seguenti requisiti tipologici: portone e androne di accesso, corte, piano/i nobile/i, giardino o altra corte. La differenza tra palazzi e ville "nobiliari" e palazzi e ville "borghesi" è stata intesa come esclusivamente tipologica e non riferita alla proprietà In questa tipologia sono stati anche catalogati gli edifici contemporanei di pregio architettonico. 30

31 ABACO T.EDILIZIE-- Te Edilizia Monumentale 31

32 EDILIZIA MONUMENTALE SPECIALISTICA Tipologia Tf Edilizia monumentale specialistica: monumenti non residenziali (religiosi, civili, militari, produttivi ed altri) (art.2 comma 1f); Sono stati individuati gli edifici storici non residenziali di grande pregio architettonico ed ambientale in gran parte vincolati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42, prevalentemente d’impianto settecentesco Sono compresi in questo gruppo: ‒ Edifici specialistici: costruiti per una funzione prevalentemente collettiva di polarità urbana e/o monumentale quali teatri, sedi amministrative, università, etc.. ‒ Chiese ed edifici religiosi organizzati: monasteri e/o conventi, sedi di confraternite, oratori, luoghi riservati al culto e/o alle comunità religiose. ‒ Edifici produttivi destinati a specifiche attività economiche industriali, artigianali, commerciali. 32

33 ABACO T.EDILIZIE-- Tf Edilizia Monumentale Specialistica 33

34 EDILIZIA RESIDENZIALE MODERNA Tipologia Tg Edilizia residenziale moderna non qualificata: edifici residenziali sorti a partire dagli anni cinquanta del ventesimo secolo, ex novo ovvero su aree libere, anche attraverso la demolizione di preesistente edilizia (art.2 comma 1g); In questa categoria sono inseriti gli edifici residenziali contemporanei realizzati dal 1950 a oggi, prevalentemente pluripiano con strutture in cemento armato. 34

35 ABACO T.EDILIZIE-- Tg Edilizia Residenziale moderna 35

36 EDILIZIA SPECIALISTICA MODERNA Tipologia Th Edilizia specialistica moderna non qualificata: edifici a destinazione specialistica sorti a partire dagli anni cinquanta del ventesimo secolo o in sostituzione di edifici preesistenti o ex novo, aventi caratteri di edificato contemporaneo, in prevalenza in cemento armato (art.2 comma 1h); In questa categoria sono inseriti gli edifici non residenziali contemporanei realizzati dal 1950 a oggi con una o più elevazioni fuori terra e con strutture Sono compresi in questo gruppo: ‒ Edifici contemporanei specialistici: costruiti per una funzione prevalentemente collettiva quali scuole, sedi amministrative, chiese, uffici, etc,. ‒ Edifici contemporanei per usi produttivi: edifici destinati a specifiche attività economiche industriali, artigianali, commerciali. 36

37 ABACO T.EDILIZIE-- Th Edilizia Specialistica moderna 37

38 TIPOLOGIE EDILIZIE/INTERVENTI AMMESSI (TAV. T4) 38

39 ALTRE TIPOLOGIE - L.R. 13/2015 ART.2 COMMA I Lo Studio di dettaglio, oltre alle tipologie definite dalla l.r. 13/2015, individua ulteriori componenti del centro storico come previsto dall’art. 2 comma i Edifici diruti. Fabbricati in parte o totalmente diroccati distinti in ‒ edifici diruti la cui tipologia edilizia originaria non è più riconoscibile ‒ edifici diruti comunque riconoscibili nelle loro caratteristiche tipologiche e volumetriche. Gli edifici diruti potranno essere ricostruiti, solo nel caso in cui sia dimostrabile la consistenza originaria, a parità di volumetria, sagoma, area di sedime, da dimostrare con perizia giurata, redatta da tecnico abilitato, sulla base di idonea documentazione storico-urbanistica, fotografica, catastale e di rilievo (almeno alla scala 1:200). Gli edifici diruti la cui tipologia è ancora riconoscibile dovranno essere ricostruiti salvaguardando le parti ancora integre e nel rispetto della tipologia originaria. 39

40 ALTRE TIPOLOGIE - L.R. 13/2015 ART.2 COMMA I Verde privato da tutelare Giardini privati di pertinenza di edifici, nella maggior parte di impianto storico, o aree libere che mantengono inalterati i caratteri paesaggistico ambientalie che, in riferimento al valore morfologico nonché alla loro estensione, costituiscono componenti strutturanti e riconoscibili della città storica da trattare con le stesse modalità assegnate all’edificio di cui sono pertinenza. Tg * Edilizia qualificata residenziale moderna Interventi ammessi: manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo. Esclusi interventi di demolizione e ricostruzione Th * Edilizia qualificata specialistica moderna Interventi ammessi: manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo. Esclusi interventi di demolizione e ricostruzione 40

41 CONTENUTO PROGETTI EDILIZI Il progetto edilizio deve collocare puntualmente la pianta dell’edificio nell’elaborato "TIPOLOGIE EDILIZIE" - T4 - al fine di individuarne la tipologia e di dirimere eventuali casi di incerta corrispondenza. Il progetto deve: -prevedere una analisi storico documentale di dettaglio dell’ambito oggetto di intervento che riscontri e dettagli le tipologie edilizie dei singoli immobili in riferimento alle categorie tipologiche indicate nello Studio di dettaglio che ricostruisca lo stato di fatto e le trasformazioni subite dagli immobili nel tempo, con particolare riferimento alla conformazione delle singole unità immobiliari. Per tutti gli interventi ad esclusione della manutenzione ordinaria, il progetto dovrà contenere una adeguata documentazione fotografica che, nel caso di interventi sulle parti interne dell'edificio, illustri anche i soffitti e le pavimentazioni esistenti. 41

42 DESTINAZIONI D’USO In merito alle destinazioni d’uso nella zona omogenea “A” di Catania sono state fornite, rispetto a quanto già previsto dalla L.R. 13/2015, ulteriori puntualizzazioni: ‒ I cambi di destinazione sono ammessi solo se compatibili con la tipologia dell’edificio e con gli interventi edilizi consentiti per lo stesso. ‒ Sono da ritenersi assolutamente incompatibili con la struttura della città storica tutte le attività che in qualsiasi modo alterano la struttura edilizia o urbana. ‒ La destinazione d'uso residenziale ai piani terra è consentita esclusivamente in presenza di adeguate condizioni igienico sanitarie. Non è ammessa negli ambienti terranei prospicienti assi viari carrabili. ‒ le attività di interesse comune, generale o istruzione sono sempre ammesse in tutte le tipologie, sempre se compatibili con i caratteri degli edifici e con gli interventi ammessi. 42

43 DESTINAZIONI D’USO ‒ Salvo negli interventi che prevedono demolizione e ricostruzione, gli adeguamenti tecnici e tecnologici necessari per l’insediamento di nuove destinazioni d’uso, anche se prescritti da norme di settore vigenti, non possono comportare pregiudizio alla qualità architettonica e all'integrità dei caratteri tipologici, formali e costruttivi degli edifici storici. ‒ Le attività commerciali e produttive, ove ammesse, non devono essere pericolose, non devono produrre disturbo, rumori, fumi, vibrazioni, esalazioni, lampeggiamenti o scarichi nocivi o inquinanti, secondo le modalità previste dalle specifiche normative di settore. - non son ammesse discoteche o altre attività che comportino inquinamento acustico. ‒ Le attività artigianali ammesse sono quelle di servizio:· per la cura della persona, per la cura della casa e dei beni di consumo. 43

44 DESTINAZIONI D’USO ‒ Non sono mai ammesse attività artigianali incompatibili con la funzione abitativa quali ovvero tutte quelle attività che possono costituire molestia o pregiudizio per la salute pubblica determinando un possibile inquinamento acustico o atmosferico ‒ Le attività non compatibili esistenti all’approvazione regionale dello studio di dettaglio potranno essere tollerate nei limiti di quanto previsto dalle normative vigenti, ma le relative autorizzazioni non potranno essere riconfermate, né volturate o cedute. 44

45 INTERVENTI INDIRETTI Le Aree del Centro storico interessate da interventi indiretti, ove non è possibile rilasciare concessioni edilizie singoe, sono state differenziate in (Tav. T1, T1bis): ‒ Ambiti di RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA ‒ Ambiti di RIFUNZIONALIZZAZIONE (ex ospedali) ‒ Zone da sottoporre a PIANI DI RECUPERO (Antico Corso) ‒ Zone stralciate (Lumacari, San Berillo, San Cristoforo, San Giovanni Galermo) ‒ Zone RIVALORIZZAZIONE attraverso la conservazione del tessuto e delle tipologie (modalità da definire) 45

46 MEDODOLOGIE INTERVENTO TAV. T1 46

47 MEDODOLOGIE INTERVENTO TAV. T1 BIS 47

48 RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA Lo Studio di dettaglio individua alcuni isolati particolarmente degradati dove, consentire la ristrutturazione urbanistica, anche con modifica della ripartizione catastale, con interventi che migliorino la qualità edilizia e urbana, anche attraverso l’inserimento di architettura contemporanea. I privati potranno presentare progetti, anche con proposte di demolizione e ricostruzione o di ristrutturazione urbanistica, che dovranno: ‒ definire gli obiettivi fisici, morfologici, sociali ed economici che lo stesso piano vuole perseguire; ‒ precisare lo schema di assetto urbanistico ‒ contenere una analisi puntuale del patrimonio edilizio secondo le metodologie individuate dallo Studio di dettaglio; ‒ definire i presupposti di tutela e conservazione e individuare puntualmente gli edifici da conservare, salvaguardando comunque le tipologie qualificate e monumentali; 48

49 RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA ‒ verificare lo stato di degrado degli immobili con particolare attenzione alla condizione delle strutture portanti; ‒ individuare gli edifici da sostituire; le nuove volumetrie dovranno articolarsi, in una composizione unitaria, con gli edifici per i quali si prevede il mantenimento; ‒ disciplinare le destinazioni d'uso, i parametri edilizi degli interventi di trasformazione - individuare le aree da cedere al Comune, le dotazioni di attrezzature da realizzare o riqualificare, gli spazi da destinarsi ad uso pubblico. 49

50 AMBITI DI RIFUNZIONALIZZAZIONE Comprendono le aree dei plessi ospedalieri: ambito H1 – Ospedale Santa Marta ambito H2 – Ospedale Santo Bambino ambito H3 – Ospedale Vittorio Emanuele 50

51 ZONE DA SOTTOPORRE AI PIANI DI RECUPERO Piano di Recupero antico Corso L’area, da sottoporre a piano di recupero, è delimitata a ovest e a nord dalla via Plebiscito, ad est dalla via S. Maddalena, a sud da via di Sangiuliano e via Osservatorio, escludendo le strutture sanitarie S.Marta e Santo Bambino. La zona interessata è stata suddivisa in due sottoambiti, che potranno essere attuati separatamente con progetti adeguatamente inseriti nell’intero contesto e che tengano conto della rifunzionalizzazione degli ospedali esistenti. Il Piano di Recupero deve essere esteso all’intero ambito indicato dallo Studio di dettaglio, anche se, nel rispetto delle procedure previste dalle norme, la sua attuazione può avvenire mediante stralci autonomamente funzionali. 51

52 ZONE DA SOTTOPORRE AI PIANI DI RECUPERO Piano di Recupero antico Corso Il piano di recupero è assimilabile, per aspetti e contenuti ad un piano particolareggiato, e potrà essere di iniziativa pubblica o privata da redigersi ed approvarsi con le modalità di legge e secondo i criteri dell’art. 2 della legge regionale n. 70/1976, dell’art.55 della legge regionale n. 71/1978 e della legge nazionale n.457/1978. L'approvazione del piano non esonera dal richiedere il rilascio dello specifico titolo edilizio abilitativo per la realizzazione delle previsioni dello strumento urbanistico esecutivo. 52


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