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Dall’informazione alla comunicazione

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Presentazione sul tema: "Dall’informazione alla comunicazione"— Transcript della presentazione:

1 Dall’informazione alla comunicazione
Lez. 3 Dall’informazione alla comunicazione Formalismi, codici e storia dell’informatica teorica Daniele Silvi – Università degli studi di Roma Tor Vergata 11/03/16

2 “Questo cosiddetto ‘telefono’ ha troppi difetti per poterlo considerare seriamente come mezzo di comunicazione. Il dispositivo è intrinsecamente privo di valore, per quel che ci riguarda.” La western union, che si occupa di trasferimenti di denaro, inizialmente introdusse il telegrafo come mezzo di comunicazione globale [1876, comunicazione interna della Western Union]

3 Una riflessione Difficilmente si riesce a prevedere l’impatto sociale di una nuova tecnologia Altrettanto difficilmente si riesce a prevedere se una tecnologia durerà o meno nel tempo Crossing-over con altre discipline? Effetto domino? Parlare della rimediazione

4 Ma cos’è una “informazione”?
Shannon, nel suo articolo del 1948, propose di utilizzare il concetto di scelta (o decisione) per misurare la quantità di informazione contenuta in un messaggio Partiamo da una situazione di incertezza L’incertezza nasce perché abbiamo delle possibilità di scelta tra diverse opzioni

5 L’informazione Lo studente (diligente) si domanda: “dov’è lo studio del professore?” Dopo aver avuto le indicazioni può recarvisi L’informazione ha diminuito (o annullato) l’incertezza Dov’è lo studio? Nell’università… Si ma dove? Nella palazzina A Ma…dove? Al secondo piano… È tutto vero, ma in realtà non sto sciogliendo il dubbio, quindi non sto dando informazione

6 La scelta binaria Shannon suggerisce di ridurre ogni scelta a una successione di scelte binarie Infatti una scelta fra più alternative può sempre essere ridotta a più scelte fra due alternative Si applicherà un progressivo dimezzamento delle alternative Esempio: il navigatore satellitare  messaggi possibili in prossimità di un incrocio:  gira a destra  gira a sinistra  procedi dritto  Trasmettere informazione significa selezionare un messaggio. Più alto è il numero dei messaggi possibili, più grande è l’informazione comunicata selezionandone uno.  Se c’è un solo messaggio possibile, non c’è informazione. L’informazione esiste solo quando viene ridotta l’incertezza.

7 Dov’è il mio studio? Palazzina A o palazzina B Ai primi due piani o agli ultimi due? Al terzo o al quarto? Ecc…

8 Il codice un «codice» è un insieme strutturato di segni (simboli) e di regole che il mittente ed il destinatario devono condividere affinché il primo sia in grado di formulare messaggi ed il secondo di comprenderli Nomina sunt consequentia rerum?

9 Rappresentazione del codice
Un codice è composto da un insieme di simboli (i geroglifici, le lettere dell’alfabeto, i numeri, ecc) Già Leibniz affermava che pensare equivale a manipolare simboli Egli stesso è il primo che introduce il calcolo binario, nel 1679 Organizzare il pensiero = manipolare dei simboli L’ origine della notazione binaria si fa risalire a Gottfried Wilhelm Leibniz che per primo la propose per il calcolo algebrico [1 - 4]. In un manoscritto del 1679, “De Progressione Dyadica”, il filosofo-matematico dimostrò che il sistema binario poteva sostituire quello decimale per le operazioni aritmetiche e ne descrisse i procedimenti per l’addizione e la moltiplicazione.

10 Il codice secondo Louis Hjelmslev
Un codice semiotico è sistema di correlazioni tra due sottosistemi: uno costituisce il sistema delle unità significanti (piano dell'espressione); l'altro il sistema delle unità significate (piano del contenuto) A loro volta i due piani si dividono in forma e sostanza. La forma dell'espressione, che chiamiamo sintassi, è la struttura che organizza e da forma alle unità significanti, fornendo un repertorio di tipi espressivi del codice, nonché le regole per la loro combinazione (se il codice è composto da segni discreti). La forma del contenuto invece definisce le unità semantiche e i loro rapporti, organizzando la conoscenza/rappresentazione del mondo in un sistema. La correlazione che è alla base di un codice è arbitraria: il rapporto tra significante e significato non è un rapporto di causa ed effetto. Louis Trolle Hjelmslev (Copenhagen, 3 ottobre 1899 – Copenhagen, 30 maggio 1965) è stato un linguista e filosofo danese, rappresentante dello strutturalismo europeo. Il proposito di Hjelmslev era di lanciare l'analisi linguistica a livello intralinguistico e di evitare punti di vista extralinguistici. La teoria di Hjelmslev ha tentato di proseguire gli studi di Ferdinand de Saussure sulla teoria dei segni. Il segno è rappresentato da un rapporto segnico (o funzione segnica) tra due livelli, quello dell'espressione e quello del contenuto. Se si scambiano le due unità su un unico livello, si avrà essenzialmente un'unica differenza nell'altro. Su ogni livello le unità vengono contraddistinte dai loro rapporti sintagmatici e paradigmatici con altre unità. In ogni livello tali rapporti danno vita ad una forma (una struttura di relazioni tra unità linguistiche), indipendenti dalla proiezione sulle differenze di sostanza. Le relazioni sintagmatiche sono in questo caso relazioni tra elementi che costituiscono una parte della stessa forma, come ad esempio "win" in "winter" o il rapporto tra soggetto e verbo in "Luca scrive". I rapporti semantici paradigmatici sono i rapporti tra le unità sostituibili reciprocamente, come ad esempio i sinonimi e gli antonimi. Hjielmslev definì la sua teoria "glossematica". [F. Ciotti, Educazione al multimediale, Mediamente, RAI]

11 Rappresentazione dell’informazione
Il continuo e il discreto Devo esprimermi in un linguaggio formale, che significa? Analogico e digitale corrisponde alla differenza fra una rappresentazione continua e una rappresentazione discreta di determinate grandezze Esprimersi in linguaggio formale = rendere esplicito l’implicito che si cela in un discorso umano

12 una rappresentazione continua o analogica è ad esempio quella fornita da una lancetta che si sposta sul quadrante di uno strumento, una rappresentazione digitale avviene tipicamente attraverso numeri. Così, un termometro analogico mostra la temperatura attraverso l'altezza della colonnina di mercurio, e quest'altezza varia in modo continuo col variare della temperatura; un termometro digitale mostra invece la temperatura attraverso dei numeri su uno schermo, e la temperatura indicata varia in modo discontinuo (se il termometro ha, ad esempio, la precisione di una cifra decimale, potrà mostrare la differenza fra 37,5 e 37,6 gradi, ma non le temperature intermedie: la cifra sullo schermo 'scatta' da 37,5 a 37,6 senza poterle rappresentare). Analogamente, un orologio analogico mostra l'ora attraverso la posizione delle sue lancette, mentre un orologio digitale mostra l'ora attraverso numeri, e una bilancia analogica mostra il peso attraverso il movimento dell'ago sul quadrante, mentre una bilancia digitale mostra il peso attraverso numeri. A prima vista, una rappresentazione analogica sembra rispondere meglio alla natura continua della maggior parte dei fenomeni che vogliamo misurare; d'altro canto, la nostra capacità di discriminare fra rappresentazioni analogiche di valori molto vicini attraverso l'uso di strumentazioni meccaniche convenzionali è in genere minore di quella offerta da uno strumento digitale sufficientemente preciso, e la costruzione di apparecchiature meccaniche in grado di rendere 'leggibile' in maniera analogica la differenza fra valori molto vicini è spesso assai complessa. La progressiva sostituzione di strumentazioni elettroniche - che privilegiano la rappresentazione digitale - alle strumentazioni meccaniche, ha permesso quindi in molti casi un progresso nella precisione della misurazione; lo sviluppo del computer, nato per lavorare su informazione in formato digitale, ha ulteriormente favorito il processo di traduzione in termini digitali di grandezze e fenomeni che tradizionalmente non erano rappresentati attraverso numeri.

13 Il computer È un manipolatore di simboli
Se anche la mente umana compie la stessa operazione sono dunque simili? Joseph Weizanbaum, scienziato pacifista e padre 'scettico' dell'intelligenza artificiale, scrive nel suo bellissimo Computer Power and Human Reason: "[...] il computer è fondamentalmente un manipolatore di simboli. Tra i simboli che può manipolare ce ne sono alcuni che gli uomini, e in un certo senso anche i computer, interpretano come numeri. Tuttavia quasi tutti i computer passano molto, anzi la maggior parte del loro tempo facendo lavoro non numerico." (Joseph Weizanbaum, Il potere del computer e la ragione umana. I limiti dell'intelligenza artificiale, Torino: Edizioni Gruppo Abele, 1987, p. 81. Ed. or. Computer Power and Human Reason. From Judgment to Calculation, W. H. Freeman and Company, 1976).

14 Bibliografia Shannon-Weaver, La teoria matematica della comunicazione, Etas Libri, 1971; Roman Jakobson, Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966. Joseph Weizanbaum, Il potere del computer e la ragione umana. I limiti dell'intelligenza artificiale, Torino: Edizioni Gruppo Abele, 1987

15 Una storia di guerra e di giovani
Lez. 3 Alle radici dell’ Informatica (e dell’informazione): i ragazzi di Bletchley Park Una storia di guerra e di giovani 10/03/16

16 Le radici La IU nasce da un intreccio di discipline: linguistica, filosofia, psicologia, sociologia della conoscenza, critica letteraria, biblioteconomia… …ma è la stessa informatica a nascere interdisciplinare: I ragazzi di Bletchley Park: Turing, Michie, e il “manipolatore di simboli” Il paradigma dell’intelligenza delle macchine Wiener e la cibern-etica, le Macy’s Lectures Lezione a New York da parte dei Cibernetici. Personaggi che hanno fatto la storia di un sacco di discipline… le prime conferenze interdisciplinari in cui si parlava del rapporto mente-macchine. Wiener fu il primo a parlare di etica della tecnologia.

17 Alan Turing Nato il 23 giugno 1912 a Londra e morto, suicida, il 7 giugno 1954 a Manchester dopo aver mangiato una mela avvelenata (42 anni) Nel 1934 si laurea in matematica, col massimo dei voti Si cimenterà per tutta la vita in quella che oggi viene definita l’intelligenza artificiale

18 Una storia di guerra Siamo negli anni prossimi al secondo conflitto mondiale Turing già si interessava di criptografia e criptoanalisi e, nel 1938, inizierà a lavorare per i servizi segreti inglesi Il 25 luglio del 1939, in vista dell’attacco tedesco alla Polonia si tenne a Varsavia una riunione di varie potenze per stabilire dei metodi per l’intercettazione dei dispacci tedeschi (Enigma)

19 I ragazzi di Bletchley Park
È un villaggio a metà strada tra Oxford e Cambridge dove gli inglesi, nel 1939, trasferirono tutti i loro scienziati addetti alla decrittazione di Enigma In questa culla videro la luce le prime teorie per la costruzione di un computer

20 I ragazzi di Bletchley Park
Furono reclutati: campioni di scacchi, esperti di cruciverba, glottologi, linguisti, matematici, poliglotti, poeti, scrittori, ecc… Si vedrà che le possibilità di quello che si può fare [con la programmazione] sono immense. Una delle nostre difficoltà sarà mantenere una disciplina appropriata, in modo tale che non perdiamo traccia di quello che stiamo facendo. Avremo bisogno di un certo numero di efficienti collaboratori con la mentalità dei bibliotecari per tenerci in ordine (Alan Turing 1947/1994: 82) Work at or for Bletchley Park is given first, followed by achievements elsewhere in parentheses. Sir Frank Ezra Adcock, (Professor of Ancient History, Cambridge University) Stanley Armitage Alexander Aitken James Macrae Aitken, worked in Hut 6 (Scottish chess champion) Hugh Alexander, member of Hut 6 February 1940 – March 1941, later head of Hut 8 (head of the cryptanalysis division at GCHQ; British Chess Champion 1938 & 1956) A. O. L. Atkin (mathematician) Dennis Babbage Jean Barker, Baroness Trumpington Geoffrey Barraclough Keith Batey Mavis Batey nee Lever Peter Benenson, worked in the "Testery", (founder of Amnesty International) Ralph Bennett Francis Birch Thomas Boase (art historian) Arthur Bonsall (Director of GCHQ) Edward Boyle, intelligence, (Conservative politician) Lord Asa Briggs, member of the Watch in Hut 6, (historian) Christine Brooke-Rose William Bundy Elizabeth Byng John Cairncross, Soviet spy Peter Calvocoressi J. W. S. Cassels John Chadwick Joan Clarke Josh Cooper Michael Crum, worked on the Siemens and Halske T52 teleprinter cipher, codenamed "STURGEON" Alexander "Alistair" Denniston, Deputy Director of GC&CS Margaret "Peggy" Erskine-Tulloch (née Seton), one of the first Wrens at Bletchley Park Francis Fasson Thomas Flowers, Post Office engineer and designer of the Colossus computer Leonard Forster Hugh Foss Harry Golombek (chess player) I. J. (Jack) Good Nigel de Grey Philip Hall John Herivel, arrived at Bletchley Park in January 1940; discoverer of the "Herivel Tip"; later worked in administration in the "Newmanry" (science historian) Peter Hilton, arrived at Bletchley Park in January 1942, worked in Hut 8 until late 1942, moved to Research Section to work on Fish, later in Testery (topologist) Harry Hinsley (historian) Leonard Hooper (Director of GCHQ) John Jeffreys, supervised manufacture of perforated sheets; initially in charge of Hut 6 with Welchman until May 1940; died in early 1941 (mathematician) Roy Jenkins Eric Jones, head of Hut 3 (later Director of GCHQ) Harold Keen, BTM engineer who built the British bombes Dilly Knox Leslie Lambert (short story writer as A. J. Alan) Peter Laslett F. L. Lucas, Hut –45, translator and intelligence-analyst, acting head Hut 3, C.O. BP Home Guard (writer, lecturer in literature at Cambridge) Arnold Lynch Sir John Marriott George McVittie Stewart Menzies, non-operational Director of GC&CS (head of SIS) Donald Michie 1923–2007. Joined BP in the early summer of 1942, and later worked with Colossus. Had the idea for modifying it to become Colossus II, which could tackle 'wheel patterns' in addition to 'wheel settings'. Stuart Milner-Barry, member of Hut 6 from early 1940 to the end of the war; head of Hut 6 from Autumn 1943 (chess player and civil servant) Max Newman, head of the "Newmanry" (topologist) Rolf Noskwith John H. Plumb F.T. Prince (poet) Henry Reed, translator (poet and radio dramatist) David Rees Hut 6 (mathematician) Bob Roseveare Hut 6 (schoolteacher) Miriam Louisa Rothschild John Saltmarsh D. R. Shackleton Bailey Admiral Hugh Sinclair, non-operational Director of GC&CS (head of SIS) Howard Smith (later director general of MI5) Oliver Strachey Alan Stripp, worked on Japanese codes (author of 'Codebreaker in the Far East', etc) Derek Taunt, arrived in Bletchley Park in August 1941, worked in Hut 6 (mathematician, later bursar of Jesus College, Cambridge) Ralph Tester, head of the Testery and member of a TICOM team (accountant with Unilever) John Tiltman Edward Travis Alan Turing, a head of Hut 8, designer of the bombe W. T. Tutte Peter Twinn Ralph Tymms Vernon Watkins Gordon Welchman, initially in charge of Hut 6 with Jeffreys, becoming official head of the section until Autumn 1943; later Assistant Director of Mechanisation at Bletchley Park (author of The Hut Six Story, worked on secure communications systems for US forces) J. H. C. Whitehead, Newmanry mathematician (topologist, one of the founders of homotopy theory) Angus Wilson novelist and short story writer F. W. Winterbotham, RAF Intelligence Officer, responsible for devising SLU system for secure dissemination of Ultra (author of 'The Ultra Secret) Shaun Wylie, arrived at Bletchley in February 1941, head of crib section in Hut 8, transferred in Autumn 1943 to work on Tunny (topologist, mathematics lecturer at Cambridge, and head of mathematics at GCHQ) Charles Wynn-Williams (physicist) Leslie Yoxall, Hut 8, devised Yoxallismus technique

21 I ragazzi di Bletchley Park
Alan Turing Donald Michie Eco, Umberto, Interpretazione e sovrainterpretazione. Un dibattito con Richard Rorty, Jonathan Culler e Christine Brooke-Rose, Bompiani. Milano 1995 Tommy Flowers Christine Brooke-Rose "A guardarvi, non si direbbe che siate a conoscenza di un segreto…“ [W. Churchill durante la sua visita a Bletchley Park il 6 settembre 1941]

22 Donald Michie 1923 – 2007 (incidente stradale ad Edimburgo)
Pioniere dell’Intelligenza artificiale, laureato in glottologia, si interessò di matematica, genetica, informatica Fonderà a Edimburgo uno dei primi dipartimenti di intelligenza artificiale d’Europa Arriva a Bletchley Park nel 1942, a 18 anni Durante la guerra si era appena laureato…aveva una sorta di diploma..un degree in classics preso a Oxford..aveva studiato glottologia… latino e greco. Non era soddisfatto, voleva fare qualcosa di pratico durante la guerra e andò all’ufficio reclutamento… e gli capitò uno dei servizi segreti, che sapeva che a bletlchey parck necessitavano un glottologo. Fondatore del dipartimento ad edimburgo di Artificial intelligence

23 Le origini della parola software
Vengono teorizzate e messe in pratica importanti procedure di calcolo In seguito molti dei protagonisti spariranno in circostanze misteriose Le indicazioni dei cilindri di enigma erano scritte su fogli che si scioglievano in acqua Il cottage dove Turing lavorò negli anni ‘39-’40

24 Enigma Fu inventata nel 1918 dal tedesco Arthur Scherbius e adottata dall’esercito e dalla marina tedesca fino alla Seconda Guerra Mondiale. Non esiste possibilità di stampa, dunque l’operatore deve copiare a mano, carattere per carattere, il messaggio cifrato da trasmettere. Alan Turing riuscì a decodificare Enigma sin dall’inizio della guerra, sfruttandone le debolezze intrinseche e alcune ingenuità dei cifratori tedeschi.

25 Il Colossus Prima macchina di concezione completamente elettronica, il Colossus (progettato e realizzato a tempo di record tra gennaio e dicembre 1943) È indubbio che la realizzazione del calcolatore fu un impresa complessa, collettiva e interdisciplinare È l’evoluzione della “Bomba” inizialmente costruita dai polacchi Si tratta della “Bomba” (che era polacca) inglese

26 La morte di Turing Logo usato dal 1976 al 1998

27 La fondazione Macy Fondazione filantropica americana del 1930
Qui si riunirono negli anni ’40 i Cibernetici: un gruppo di personaggi che hanno fatto la storia di un sacco di discipline Prime conferenze interdisciplinari in cui si parlava del rapporto mente-macchine Wiener fu il primo a parlare di etica della tecnologia. BREVE NOTA SULLA CIBERNETICA. La cibernetica nasce e si sviluppa tra il 1946 e il 1953 quando la Macy Foundation chiama a raccolta, a New York, alcuni geniali pensatori in diversi campi: John VON NEUMANN, inventore del computer digitale e studioso di logica delle macchine; Warren McCULLOCH, neuropsichiatria; Gregory BATESON; Claude SHANNON, ingegnere autore della teoria dell’informazione; e su tutti il matematico Norbert WIENER, inventore di quella branca della fisica matematica che si occupa dei processi stocastici e considerato il fondatore della cibernetica (cfr. P. Greco, Einstein e il ciabattino, Editori Riuniti, Roma 2002). Marvin MINSKY comunque mette in evidenza che la svolta per l’idea di meccanizzare i processi di pensiero si era già avuta nel 1943, quando Arturo ROSENBLUTH, Norbert WIENER e Julian BIGELOW avevano scritto un articolo in cui proponevano l’equivalenza tra il comportamento teleologico degli organismi e il comportamento dei sistemi a retroazione negativa. Ma si devono anche ricordare gli articoli di McCulloch e Walter Pitts sulla logica delle reti neuronali e l’idea di Kenneth Crack che il sistema nervoso sia in verità un realizzatore di modelli. Il presupposto dei convegnisti di Dartmouth è che l’intelligenza sia il software che il cervello “fa girare”, ma che potrebbe essere fatto girare anche su altri “hardware”. Nel 1948 esce il libro di WIENER intitolato Introduzione alla cibernetica, che affronta il problema del controllo e comunicazione nell’animale e nella macchina. L’ipotesi è che non ci sia differenza sostanziale tra organismi viventi e macchine complesse autoregolanti. Si tratterebbe di allargare per via rigorosamente matematica il campo della fisica tradizionale: da ricerca su materia/energia a ricerca su informazione/comunicazione. Nei sistemi cibernetici, tutto è connesso con tutto; la connessione olistica si dipana nel rimando di azioni e retroazioni o feedback (positivi o negativi) a causalità circolare. La causalità circolare si distingue da quella lineare di A su B; invece, A e B sono insieme causa ed effetto l’uno dell’altro. [letture: Steve J. Heims, I cibernetici, Editori Riuniti, Roma 1994; N. Wiener, Introduzione alla cibernetica, Boringhieri, Torino 1953]. "The question is not whether intelligent machines can have emotions, but whether machines can be intelligent without any emotions" Minsky, The Society of Mind

28 La cibernetica Tra il 1946 e il 1953 la Macy Foundation chiama a raccolta, a New York, diversi geniali pensatori nei più svariati campi della conoscenza: John VON NEUMANN, studioso di logica delle macchine; Warren McCULLOCH, neuropsichiatria; Gregory BATESON, antropologo, sociologo, linguista; Claude SHANNON;… dovreste conoscerlo ormai! Norbert WIENER, considerato il fondatore della cibernetica; il vero ispiratore dei seminari Macy È una disciplina trasversale che si occupa sia del controllo automatico dei macchinari che dello studio della mente umana

29 Norbert Wiener (1894-1964) Matematico e statistico statunitense
Fu il maestro di Shannon Dopo la prima Guerra mondiale non riuscì a trovare un lavoro accademico perché ebreo Si “accontentò” di trasferirsi nello sconosciuto MIT Padre della cibernetica moderna

30 La cibernetica /2 Alle conferenze della Fondazione Macy di New York oltre agli scienziati che hanno fatto la storia delle tecnologie dell’informazione, si affiancarono via via: social scientist come Lawrence K. Frank e Gregory Bateson; antropologi come Margaret Mead (tutti membri fondatori del gruppo); linguisti come Roman Jakobson; psicologi come Hams Lukas Teuber, Donald G. Marquis, e Molly Harrower; ma anche filosofi, fisici, medici, biologi, chimici, psichiatri e il logico Walter Pitts Walter Pitts (23 April 1923 – 14 May 1969) was a logician who worked in the field of cognitive psychology. He proposed landmark theoretical formulations of neural activity and emergent processes that influenced diverse fields such as cognitive sciences and psychology, philosophy, neurosciences, computer science, artificial neural networks, cybernetics and artificial intelligence, together with what has come to be known as the generative sciences. He is best remembered for having written along with Warren McCulloch, a seminal paper entitled "A Logical Calculus of Ideas Immanent in Nervous Activity" (1943). This paper proposed the first mathematical model of a neural network. The unit of this model, a simple formalized neuron, is still the standard of reference in the field of neural networks. It is often called a McCulloch–Pitts neuron.

31 “Forse non sarebbe male che il gruppo di uomini che oggi sta creando la cibernetica aggiungesse al suo organico di tecnici provenienti da tutte le parti del mondo, qualche serio antropologo, e magari un filosofo che avesse una certa curiosità per le cose del mondo” (Wiener 1950/1966: )

32 Il presupposto era che l’intelligenza fosse il software che il cervello “fa girare”
… ma che potrebbe essere fatto girare anche su altri “hardware”

33 Un modello formale di calcolo
Alan Turing propose un modello formale dell’attività di un essere umano che eseguisse un calcolo di tipo algoritmico: un dispositivo astratto in grado di emulare la funzione del calcolare, purché essa sia definita attraverso una successione di operazioni elementari. L’attività di calcolo è una generica attività di manipolazione di simboli e non semplicemente di effettuare operazioni aritmetiche che sono solo un caso particolare

34 Una macchina universale
Durante la primavera del 1936, Turing inventò la macchina più generale mai concepita, e probabilmente mai concepibile. Il dispositivo era dotato solo di: un nastro bidimensionale diviso in quadrati di lunghezza finita, ma illimitato un dispositivo per la lettura, scrittura, eliminazione di simboli e spostamento sul nastro una tavola di istruzioni comprensibile alla macchina che indicava tutte le attività da svolgere senza ambiguità e tutti gli stati in cui macchina poteva trovarsi

35 Lo schema di una MT | Dispositivo di lettura/scrittura/eliminazione di simboli spostamento sul nastro secondo la tavola delle istruzioni

36 MT universale Turing (1939) definì così il risultato teorico:
“Si affermò che "una funzione è effettivamente calcolabile se i suoi valori possono essere trovati attraverso un processo puramente meccanico". Possiamo prendere alla lettera questa asserzione, intendendo per processo puramente meccanico, un processo che può essere portato a termine da una macchina. E' possibile dare una descrizione matematica delle strutture di queste macchine.”

37 La MTU è una macchina astratta
La MTU è un dispositivo astratto, non deve essere realizzabile in pratica È una macchina nella quale non vengono presi in considerazione i vincoli spazio- temporali: Dimensioni della memoria Tempo di calcolo Spazio di calcolo Realizzazione fisica

38 La macchina universale come macchina simulatrice
La MTU emula il comportamento delle altre macchine attraverso una tavola di istruzioni, inserita nella macchina come se fossero i suoi dati La MTU è una macchina “general- purpose” La MTU è perciò una macchina virtuale. La MTU è l’insieme di struttura e tavola di istruzioni: Hardware + Software

39 Filmografia A Beautiful Mind (USA 2001, di Ron Howard ), come biografia molto romanzata del matematico schizofrenico John Forbes Nash (1928) Enigma (2001), regia di Michael Apted, sceneggiatura di Tom Stoppard

40 Sitografia http://www.bin-co.com/javascript/scripts/enigma.php

41 Bibliografia Wiener, Norbert (1956): I am a mathematician. The later life of a prodigy, Cambridge, MIT Press Turing, Alan M. (1994): Intelligenza Meccanica, a cura di G. Lolli, Torino, Bollati Boringhieri Polli, Lorenzo, Gregory Bateson e le Macy Conferences dedicate alla cibernetica, in “Rivista di psicoterapia internazionale”, Milano, Franco Angeli, 2004

42 Bibliografia /2 P. Greco, Einstein e il ciabattino, Editori Riuniti, Roma 2002 Numerico, T., Alan Turing e l'intelligenza delle macchine, FrancoAngeli edizioni, 2005


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