La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

IL TEMA DEL PROGETTO è: IL RISPETTO LE CLASSEI IV E V DELLA SCUOLA PRIMARIA DI ABRIOLA ADERISCONO AL PROGETTO DIDATTICO DI SCRITTURA COLLABORATIVA COLLETTIVA.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "IL TEMA DEL PROGETTO è: IL RISPETTO LE CLASSEI IV E V DELLA SCUOLA PRIMARIA DI ABRIOLA ADERISCONO AL PROGETTO DIDATTICO DI SCRITTURA COLLABORATIVA COLLETTIVA."— Transcript della presentazione:

1

2 IL TEMA DEL PROGETTO è: IL RISPETTO

3 LE CLASSEI IV E V DELLA SCUOLA PRIMARIA DI ABRIOLA ADERISCONO AL PROGETTO DIDATTICO DI SCRITTURA COLLABORATIVA COLLETTIVA

4 GLI ALUNNI ENTRANO IN RETE I BAMBINI DI ABRIOLA SI SONO MESSI IN RELAZIONE CON DIVERSE SCUOLE D’ITALIA: SANREMO DONATO (PIEMONTE) PERUGIA SEZZE(LAZIO) CARBONARA (PUGLIA) CASALNUOVO (CAMPANIA) MESSINA SIRACUSA

5 sei tappe per la realizzazione di un bel racconto incipit Preparazione del conflitto Inizio del conflitto Crescita e apice del conflitto Riequilibrio Conclusione

6 Il progetto si propone di affiancare gli interventi di “formazione- informazione” e le attività ludico-motorie da attuare in palestra o sul campo da gioco ad opera degli esperti del Settore Giovanile e Scolastico utili alla comprensione ed acquisizione del concetto di RISPETTO di sé, per gli altri, degli spazi e dei tempi.

7 “Come una casa poggia sulle fondamenta, così una storia poggia su un’idea”

8 INCIPIT Paolo giocava a pallone ovunque, con qualunque cosa potesse essere presa a calci. Così quando a Francesca cadde la gomma da cancellare, lui arrivò di corsa e la calciò forte urlando forte “Goal”. La gomma finì sotto la cattedra e i bambini iniziarono a litigare. L’ingresso della maestra mise fine alla discussione. Ma Francesca non aveva intenzione di lasciar cadere il discorso. Quel maleducato doveva imparare le buone maniere. Con un solo gesto aveva mancato di rispetto agli altri, maltrattando i loro oggetti; allo spazio, usando l’aula come un campo di calcio; al tempo, perché quello non era il momento di calciare, urlare, correre; a se stesso, perché con il suo comportamento aveva permesso agli altri di considerarlo un maleducato. Quel pomeriggio il sole tiepido spinse i bambini ad uscire nel cortile del palazzo. Francesca, seduta sugli scalini, osservava Paolo calciare il pallone contro un muro, che aveva perso pezzi d’intonaco. Era una palazzina degli anni ‘50 e portava addosso il peso dell’età. Francesca sentì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Si girò. Era Virgilio, il portiere del suo palazzo. Si sedette accanto a lei e sospirò. “Quel ragazzo avrebbe bisogno di una bella lezione !”Disse. Francesca annuì col capo. “Gliela vogliamo dare?” le chiese Virgilio con un sorriso complice. “Magari !” Virgilio si rivolse a Paolo. “Ehi, ragazzino! Perché non vai a giocare nel campo di calcio condominiale?” “Perché ha le porte rotte e l’erba alte” rispose Paolo. “Non più. Vieni a vedere.” Paolo seguì Virgilio fino al campetto. Francesca andò con loro. Girarono l’angolo del palazzo e…

9 1° capitolo:La Parola magica Con stupore Paolo vide il campetto in perfetto ordine. Francesca guardò attentamente Paolo e notò che i suoi occhi vispi e neri sprizzavano felicità e le sue lunghe gambe sgambettavano, quasi fosse impossibile fermarle. Il ragazzo, infatti, non perse un solo minuto e si precipitò verso il campo, ma non potè entrare, perché il cancello era chiuso da una robusta catena. Con aria interrogativa si voltò e si accorse che Francesca lo stava osservando ridendo con Virgilio. Quel pomeriggio la ragazza indossava un vestitino bianco con i pois rossi, proprio come i suoi capelli, che erano raccolti in una lunga coda di cavallo e un paio di ballerine, le sue scarpe preferite. Virgilio, il custode del suo palazzo, invece, sembrava ancora più piccolo con quel paio di pantaloni larghi e la camicia a quadri bianchi e azzurri. Paolo domandò a Virgilio se aveva le chiavi e il custode gli rispose che, se voleva entrare nel campetto, doveva pronunciare la parola magica. La parola magica? Paolo era perplesso e cercò con lo sguardo l’aiuto di Francesca. La ragazza, arricciando il naso ricoperto di lentiggini, disse a Paolo che era proprio un ragazzino viziato e maleducato; la parola magica era semplicemente un “per favore”. Paolo strinse i denti e pronunciò la frase con un filo di voce, solo perché voleva giocare nel campo. Virgilio prese le chiavi dalla tasca del pantalone e strizzando un occhiolino a Francesca aprì il lucchetto. Come il cancello si spalancò, i nostri protagonisti furono risucchiati all’interno del campo e catapultati in un villaggio incantato di elfi, gnomi e fate. Da una verde collina scendeva un fiume che divideva in due il villaggio. Le case erano colorate e avevano la forma di figure geometriche. Quale misteriosa avventura attendeva i nostri personaggi? Capitolo prescelto:alunni di Perugia

10 I bambini di Abriola rappresentano graficamente il 1° capitolo

11 2°Capitolo: La radura Paolo, Francesca e Virgilio arrivarono al villaggio e vennero accolti da una frotta di elfi vestiti con abiti strani, intenti ad ogni sorta di giochi e capriole;ognuno sul capo aveva un cappellino verde smeraldo ornato di piume color arancio. Paolo,però non si lasciò coinvolgere da tutta quell’allegria poiché era alla ricerca di qualcosa di più “interessante”. Il ragazzo s’incamminò verso un boschetto che notò in lontananza e iniziò la sua nuova avventura,sicuro di non dover chiedere per favore a nessuno. Francesca, Virgilio e gli Elfi ben conoscendo il carattere di Paolo, lo seguirono cantando e saltellando mantenendosi a debita distanza. Camminando camminando, Paolo si ritrovò in una bellissima radura, dove regnava il silenzio e dove tutto trasmetteva una grande serenità. Al centro della radura si ergeva un grande pozzo dorato con ricchi decori che raffiguravano scene di vita nei boschi, da esso usciva una forte luce che illuminava la fresca erbetta del prato. Si sentivano solo il cinguettio degli uccelli e lo svolazzare delle farfalle. Il momento magico durò poco.... Paolo, non era assolutamente colpito da tanta bellezza:cominciò a strappare e calpestare tutti i meravigliosi doni della natura, perché quello era il suo unico modo per divertirsi. Gli Elfi, Francesca e Virgilio raggiunsero il ragazzo; il buon accompagnatore prontamente lo afferrò per un braccio, ricordandogli che la natura appartiene a tutti e va rispettata; per distoglierlo gli propose di organizzare una partita a calcio: solo attraverso un’attività accattivante poteva indirizzare la sua grande vitalità e imparare il rispetto delle regole e del gruppo. Il giovane sembrò entusiasta ma c’era un grande problema : in quel luogo magico non esisteva la palla. Come potevano fare? Capitolo prescelto:alunni di Abriola

12 I bambini rappresentano graficamente il 2° capitolo con due elaborati

13

14 3° Capitolo: Il pozzo dei desideri... Gli elfi indicarono a Virgilio il grande pozzo dorato: era una fonte dei desideri. Paolo, eccitato all'idea di far vedere quanto era bravo a giocare a calcio, si avvicinò al pozzo e gridò:-VOGLIO UN PALLONE! UN BEL PALLONE DI CUOIO!- Nulla...non accadde nulla. Paolo, contrariato, urlò ancora più forte:- VOGLIO UN BEL PALLONE DI CUOIOOOOOO! Nulla...dal pozzo non uscì nessun pallone. Paolo, rosso in viso dalla rabbia, tirò un forte calcio al pozzo...una luce abbagliante si sprigionò ed avvolse Paolo. Il tutto durò pochi istanti. Ma cosa era successo? Paolo se ne stava lì per terra, tramortito da quel bagliore, non vedeva molto bene...davanti a sè vedeva solo enormi ombre. Alcuni elfi si avvicinarono e lo aiutarono ad alzarsi; ma come mai gli elfi erano alti quanto lui? Paolo si sfregò di nuovo gli occhi...i suoi amici giganti, gli elfi alti come lui...ma allora lui si era rimpicciolito! Si guardò intorno: i fiori, l'erba, il pozzo, tutto ciò che prima aveva preso a calci o strappato ora erano molto più grandi rispetto a lui. Virgilio propose a Paolo di formare una squadra con gli elfi. Ma la palla? Francesca, che era molto giudiziosa, sorridendo si avvicinò al pozzo e con molta gentilezza pronunciò: - Buongiorno, è possibile avere un pallone?- Ed ecco dal pozzo saltò fuori un pallone di cuoio nuovo di pacca. Paolo abbassò la testa...stava iniziando a capire qualcosa... Capitolo prescelto:alunni di Sanremo

15 Gli alunni di Abriola rappresentano graficamente il 3° capitolo

16 4°Capitolo: Voglio diventare GRANDE ! Paolo capì che doveva fare subito qualcosa per attirare l'attenzione. Si alzò e corse agitando le braccia e urlando. Tutto inutile ! Nessuno lo sentì e soprattutto nessuno potè vederlo : era diventato man mano sempre più piccolo da diventare quasi del tutto invisibile. Francesca, Virgilio e gli Elfi non vedendo Paolo in giro, iniziarono a cercarlo ovunque e, rischiarono di calpestarlo più volte. Guardarono dietro i folti cespugli, sui robusti rami e vicino allo splendido pozzo. Del ragazzo nemmeno l' ombra! Attribuirono la causa di quella scomparsa ad una nuova e spiritosa trovata del loro terribile amico. Presto sarebbe riapparso, avrebbe sfoderato il suo smagliante sorriso e baldanzoso avrebbe continuato con le sue monellerie e loro, ancora una volta, lo avrebbero avvertito sgridato ma perdonato. Tuttavia questa volta si erano sbagliati : Paolo era in grande difficoltà; era stato punito per non aver rispettato le regole, trasformato in un minuscolo essere che non avrebbe più potuto dare fastidio alle persone e alla natura. Capì di aver sbagliato e ebbe tanta voglia di tornare ad essere quello di prima... Non era affatto bello essere ignorati ! Bisognava capire qual era la parola giusta per spezzare l' incantesimo del pozzo e diventare un GRANDE bambino Capitolo prescelto:alunni di Abriola

17 Gli alunni di Abriola rappresentano graficamente il 4° capitolo

18 5° Capitolo: Il cambiamento di Paolo Dopo aver passato tanto tempo a cercare Paolo, lo trovarono e gli dissero che doveva stare tranquillo, perché avrebbero trovato presto una soluzione. Francesca, Virgilio e Paolo si adoperarono con le loro menti e con i loro arti… finchè giunsero davanti alla casa di un piccolo mago. Francesca raccontò al mago quanto era loro successo, convinta di poter avere l’aiuto necessario. Dopo aver riflettuto a lungo, il mago esortò Paolo ad indovinare una parola magica. Paolo non ci riuscì, ma il mago gli suggerì che una persona che viveva in un castello non lontano da lì lo avrebbe potuto aiutare. Trovato il castello con la persona all’interno, questi disse a Paolo che, in realtà, non avrebbe dovuto trovare una parola magica ma compiere una buona azione.... Capitolo prescelto: alunni di Siracusa

19 Alunni e insegnanti delle classi IV e V di Abriola ringraziano per l’attenzione


Scaricare ppt "IL TEMA DEL PROGETTO è: IL RISPETTO LE CLASSEI IV E V DELLA SCUOLA PRIMARIA DI ABRIOLA ADERISCONO AL PROGETTO DIDATTICO DI SCRITTURA COLLABORATIVA COLLETTIVA."

Presentazioni simili


Annunci Google