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IL RUOLO DEL CONSORZIO DI. MA. PLA

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Presentazione sul tema: "IL RUOLO DEL CONSORZIO DI. MA. PLA"— Transcript della presentazione:

1 IL RUOLO DEL CONSORZIO DI. MA. PLA
IL RUOLO DEL CONSORZIO DI.MA.PLA. NELLA GESTIONE DEL DISTRETTO GOMMA/PLASTICA Speaker: Ing. Maurizio Zanon President of the Veneto Multipole District of Rubber and Plastics

2 L’AGGREGAZIONE AZIENDALE: UNA STRATEGIA VINCENTE
Da più parti si auspica una nuova valorizzazione delle forme di aggregazione di imprese, siano esse cluster, reti o consorzi. UNA CASE HISTORY “MADE IN VENETO”

3 IL TERRITORIO - VALORI SOCIALI - VALORI CULTURALI - VALORI ECONOMICI
i distretti italiani hanno avuto successo laddove il territorio si presentava come sistema unitario di - VALORI SOCIALI - VALORI CULTURALI - VALORI ECONOMICI

4 I distretti veneti tradizionali
Sono formati da imprese localizzate su una ristretta area territoriale, basate su una cultura industriale trasmessa di padre in figlio, da impresa committente a subfornitore. Al loro interno la conoscenza e le competenze aumentano continuamente in un circolo virtuoso.

5 L’alternativa ai distretti territoriali: I DISTRETTI VIRTUALI
Le aggregazioni di imprese sotto forma di reti prescindono dal territorio, e creano RELAZIONI MULTIDIREZIONALI tra i soggetti partecipanti (siano essi imprese, università o enti pubblici). Facilitando il reperimento di clienti, di fornitori, di informazioni utili, di formazione specializzata, etc., nel lungo periodo la rete diviene non solo un insieme altamente efficiente, ma determina la nascita di un vero senso di appartenenza, di condivisione di visione e di obiettivi da raggiungere.

6 L’alternativa ai distretti territoriali: I DISTRETTI VIRTUALI
Ciò rende il sistema più coeso ed in grado di competere con l’esterno in maniera molto più efficace rispetto alla situazione in cui i singoli si trovino a farlo da soli. Questo genere di distretti nasce spesso dalla volontà di un soggetto forte, che propone ad imprese sparse sul territorio un’identità ed un progetto di sviluppo, realizzando e gestendo a livello centralizzato gli strumenti più adatti allo scopo

7 appartiene a questa seconda tipologia di aggregazioni:
Il nostro Distretto Multipolare Veneto della Gomma e delle Materie Plastiche appartiene a questa seconda tipologia di aggregazioni: infatti è nato dalla consapevolezza del sistema Confindustriale che nel Veneto esiste un insieme di imprese del settore estremamente variegato e rarefatto, ma accomunato dalle medesime problematiche ed interessato allo sviluppo di obiettivi condivisi.

8 Le imprese venete infatti producono:

9 Si tratta di produzioni distribuite in modo piuttosto omogeneo fra tutte le province
e poco legate alla specifica territorialità, sia come acquisti (per gli approvvigionamenti ci si rivolge a poche multinazionali rappresentate anche in Italia) sia come mercati di sbocco (sono prodotti che in genere vengono venduti agevolmente anche fuori Europa).

10 soggetti distanti tra loro,
che altrimenti difficilmente avrebbero potuto coordinarsi Si è quindi voluto fornire a queste imprese uno strumento che realizzasse proprio questo processo di collegamento telematico, e si è individuato nei distretti, che di recente erano stati voluti e normati dalla Regione, il modello organizzativo che poteva rispondere con più efficacia.

11 STRATEGIA con cui il sistema Confindustriale ha cercato di sviluppare un distretto di interesse regionale

12 1) L’ORGANIZZAZIONE: Il distretto, di per se’, è un ente senza personalità giuridica ne’ struttura; è una forma aggregativa “interpretabile” nel modo più adatto al raggruppamento che si vuole creare. La norma stabilisce solo che occorre la presenza di un Rappresentante di Distretto, il quale redige un programma, attorno al quale raccoglie il consenso delle imprese. Tuttavia è stato subito chiaro che occorreva disporre di un “braccio operativo” per gestire il distretto, che però non fosse una mera duplicazione di attività già presenti sul territorio.

13 appoggiandosi al sistema confindustriale (ove possibile), già strutturato
ci si è avvalsi della disponibilità delle Territoriali per la parte di promozione verso le imprese e per il reperimento di informazioni specialistiche. E’ stato così possibile mantenere un’impostazione “leggera” costituendo un consorzio di distretto, Di.Ma.Pla, che lavora in sinergia col sistema Confindustria (che è rappresentata nel CdA) pur mantenendo una impostazione specialistica e dedicata.

14 2) LA DEFINIZIONE DELLE POLITICHE:
il cuore del distretto Gomma/Plastica è il Comitato per l’Innovazione, interno al consorzio, formato da 8 tra i principali Enti e Centri di ricerca veneti: Università di Padova – Dipartimento Processi Chimici Università di Padova – Dipartimento di Innovazione Meccanica e Gestionale VENETO INNOVAZIONE SPA Consorzio VENEZIA RICERCHE VENEZIA TECNOLOGIE SPA. POLITECNICO CALZATURIERO SCARL SPINLAB 1 S.r.l. CERTOTTICA

15 Si tratta di soggetti con una vasta esperienza nella ricerca inerente ai materiali plastici e nelle politiche di innovazione. Funzione: individuazione degli scenari tecnologici. In base alle loro indicazioni, il Rappresentante di Distretto, potendo disporre anche della documentazione fornita dalle Merceologie delle territoriali elabora il Patto di Sviluppo, un documento programmatico tipico dei distretti, ove sono formulate le direttrici da seguire per ogni triennio di vita del distretto, che quindi risultano coerenti con gli indirizzi della principale Associazione di categoria veneta e con gli enti regionali preposti all’innovazione

16 3) LA CREAZIONE DELLA RETE:
essendo un distretto virtuale, il modo più rapido per creare la rete era l’attivazione di un sito web, che viene gestito in modo sollecito ed interattivo, e che utilizziamo per diffondere tutte quelle informazioni che possono essere di utilità al sistema. E’ così nata Plastic City, la città virtuale dedicata alle materie plastiche.

17 diffusione di bandi di gara ed appalti internazionali già suddivisi per prodotto in base ai codici Ateco mappatura dei principali centri e laboratori di prova e di ricerca con specializzazione nel settore plastico a livello veneto e non solo principali corsi di formazione richieste di parternariato e informazioni su tecnologie innovative

18 4) LA GESTIONE DI PROGETTI:
una volta reso operativo, il distretto si è attivato per raggiungere lo scopo per il quale è stato creato: facilitare le opportunità di collaborazioni tra imprese. In primo luogo collaborazione nel fare progetti assieme, finalizzati alla ricerca ed all’innovazione. Perciò abbiamo dato vita ad una serie di iniziative che consideravamo indispensabili per aumentare le conoscenze a disposizione di tutte le aziende:

19 il laboratorio “TESI” Laboratorio di distretto dedicato alle materie plastiche, localizzato a Rovigo. E’ gestito dal Dipartimento di Innovazione Meccanica e Gestionale dell’Università di Padova, che intende, una volta completato il nucleo iniziale, espanderne le competenze per farne un centro di ricerca specializzato a livello nazionale. L’immobile sorge in una zona privilegiata: a 5 minuti dall’uscita dell’autostrada PD-BO, collegamento autobus con la vicina stazione ferroviaria, dotata di ampio parcheggio gratuito e di servizi di ristorazione, centro fieristico ed un centro di formazione.

20 Progetto di ricerca “M.I.N.S.”
Ricerca di nuovi materiali polimerici ad elevate prestazioni fisico-meccaniche, (condotta dall’Università di Padova, Dipartimento di Processi Chimici dell’Industria) Ricadute previste: sviluppo di prodotti con pari prestazioni rispetto agli attuali utilizzando matrici polimeriche meno costose o di riciclo; diminuzione degli spessori di manufatti (e quindi delle quantità di materiali impiegati) a parità di prestazioni; aumento delle proprietà meccaniche e quindi di durata dei manufatti prodotti

21 Progetto di ricerca ricerca in parternariato con il Dipartimento dei
Processi Chimici dell’Ingegneria dell’Università di Padova, il Consorzio Venezia Ricerche e Venezia Tecnologie SpA). Individuazione delle tecniche più idonee per la caratterizzazione delle cariche inorganiche organo-modificate Prove di miscelazione e test sui materiali ottenuti. analisi delle proprietà dei materiali: meccaniche, termiche, chimiche, morfologiche, ecc... Simulazione del processo di stampaggio tramite software “Moldflow” Preparazione di macrocampionature mediante estrusione su impianto pilota-industriale Valutazione processabilità, produzione manufatti e test Prove di riciclo Valutazione di ecocompatibilità.

22 Master post laurea : Ritenendo la formazione di primaria importanza per le nostre imprese, il distretto ha partecipato all’organizzazione e divulgazione della 2° edizione 2005 del Master in Chimica e Tecnologia dei materiali Macromolecolari, tenuto dal Dipartimento dei Processi Chimici dell’Ingegneria dell’Università di Padova, erogando inoltre una borsa di studio.

23 Dai progetti proposti si può notare come si sia puntato decisamente ad aumentare la conoscenza quale elemento discriminante rispetto alla capacità competitiva del sistema. Ci si riferisce soprattutto alla conoscenza tacita, non codificata, che ha bisogno delle persone per essere trasmessa, e che è in grado di determinare dei circoli virtuosi per cui solo chi appartiene al sistema-rete è in grado di farla propria e ne può usufruire a pieno titolo.

24 BUSINESS POINT OF VIEW La gestione di un distretto può essere ispirata da considerazioni di crescita territoriale, ma tuttavia la misura del successo di un distretto dipende dal rafforzamento di competitività di cui, in ultima analisi, si giovano i business delle singole imprese. Se infatti l’impostazione degli obiettivi e delle strategie è stata corretta, ciò si dovrebbe tradurre rapidamente in un sensibile miglioramento di alcuni elementi che riguardano le aziende, il primo ed il più importante dei quali è la capacità di innovare.

25 L’innovazione consente all’impresa di proporre prodotti/tecnologie unici, per i quali è l’offerta che condiziona il mercato fissando il prezzo. Tuttavia la competizione internazionale è estremamente agguerrita, e l’innovazione elementare è facilmente copiabile. Ecco allora che diventa importante disporre di un sistema dove diversi soggetti sviluppano parti della ricerca che poi vengono integrate in un’innovazione complessa: questa è riproducibile solo da paesi che hanno sistemi di ricerca evoluti, composti da centri specializzati ma in relazione operativa tra di loro.

26 NEW PRODUCT Azienda 1 Azienda 2 Azienda 3 Azienda 4
Inoltre è possibile sviluppare innovazioni più importanti e strategiche, poiché vengono cofinanziate da più soggetti che uniscono le forze per un unico obiettivo

27 c’è un’innovazione di base “fisiologica”, che inevitabilmente prima o poi tutte le imprese acquisiranno nel breve periodo. Cercare di ostacolare la diffusione di questo tipo di innovazione è del tutto inutile, mentre è più utile cercare di arrivarci prima di altri. Per fare ciò è necessario agire come sistema piuttosto che come soggetti isolati, pianificando gli ambiti di ricerca più promettenti, mobilitando i soggetti più idonei e riducendo i costi.

28 L’aggregazione diventa inoltre più semplice se si selezionano gruppi che formano una “filiera”, dove le imprese non sono tra loro in concorrenza diretta ma sono piuttosto integrabili verticalmente: in questo caso è anche possibile la realizzazione congiunta di applicazioni Le fasi dei progetti in filiera curate da Di.Ma.Pla. riguardano le conoscenze di base, lasciando l’applicazione dei risultati all’iniziativa dei singoli: in tal modo nessuno sentirà minacciate le proprie peculiarità ed il proprio mercato.

29 La convinzione che uno sforzo coeso di molti soggetti ottiene risultati estremamente più importanti e duraturi rispetto all’azione del singolo, ci ha spinto a proporre lo strumento del distretto al settore della gomma e della plastica; ed è la medesima convinzione che ha spinto 200 imprese ad aderirvi.

30 Questo avviene grazie a contatti diretti tra il consorzio Di. Ma. Pla
Questo avviene grazie a contatti diretti tra il consorzio Di.Ma.Pla. e le singole aziende (o attraverso riunioni con gruppi di aziende), nel corso dei quali vengono rilevate le esigenze di ognuno. Il consorzio ha pertanto il ruolo di “catalizzatore” dell’aggregazione e di “facilitatore” di uno sviluppo che comunque viene indicato dalle imprese. In altre parole, siamo convinti che le aggregazioni generino valore aggiunto a patto che vi sia un meccanismo gestionale ed organizzativo che realizza progetti ed attività funzionali agli obiettivi dei singoli.

31 POLICY RULE FROM TO TOP TOP DOWN DOWN
Il valore delle aggregazioni si accresce in modo particolare se vi fanno parte anche soggetti pubblici ed istituzionali. In tal modo le politiche vengono costruite “su misura” e per questo tendono ad essere più efficaci, la collaborazione dei destinatari alla loro costruzione fa sì che si rafforzi ulteriormente il clima di fiducia tra tutti i soggetti TOP TOP FROM TO DOWN DOWN

32 PROSPETTIVE DIFFICOLTA’: individualismo, paura della piccola impresa di essere fagocitata dalla grande. PROSPETTIVE:Il concetto di distretto virtuale può essere allargato fino a coprire settori diversi tra loro, dove le imprese vengono aggregate tramite reti telematiche, arrivando a coordinare in modo estremamente efficiente più soggetti che collaborano ad iniziative complesse, secondo un’ottica di impresa estesa completamente indipendente dalla prossimità fisica. Gruppi di imprese che si coordinano temporaneamente tra loro come un’unica unità industriale per conseguire uno scopo, realizzando economie di scala e razionalizzazione delle produzioni, pur mantenendo in gran parte la propria indipendenza ed autonomia.

33 GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Speaker: Ing. Maurizio Zanon President of the Veneto Multipole District of Rubber and Plastics


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