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Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 200091 Le politiche microeconomiche Everything should be made as simple as possible, but not simpler Albert Einstein.

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1 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 200091 Le politiche microeconomiche Everything should be made as simple as possible, but not simpler Albert Einstein

2 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 2 Ricordiamo: MACRO (applicato all’intero sistema) MICRO (applicato a un mercato o a un tipo di soggetti) DESCRIZIONE (Economia politica) Macroeconomia, Econometria Microeconomia, studio di singoli mercati e comportamenti INTERVENTO (Politica economica) Politica monetaria e fiscale Politiche antitrust, indu- striali, di settore, di sviluppo

3 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 3 La politica macroeconomica si esplica attraverso: politiche monetarie  sulla quantità di moneta  sui tassi d’interesse  sul mercato dei cambi politiche di bilancio  sulle entrate  sulle spese pubbliche

4 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 4 La microeconomia studia: i meccanismi di mercato i comportamenti degli imprenditori i comportamenti degli altri operatori i comportamenti dei consumatori gli impatti della tecnologia le problematiche di allocazione ottimale delle risorse (economia del benessere) Come la macro, si esprime attraverso la matematica; ma a noi interessano molto gli aspetti giuridici. Infatti…

5 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 5 Le politiche microeconomiche possono avere obiettivi di: Riequilibrio e sviluppo territoriale Tutela della concorrenza e di sorveglianza su mercati monopolistici Promozione di settori industriali o di R&S Occupazione di categorie “deboli” Redistribuzione del reddito, finalità sociali. Si esprimono attraverso norme: Il Sole 24 Ore e Italia Oggi sono giornali economico/giuridici

6 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 6 Politiche micro: i protagonisti Le politiche macro hanno due grandi protagonisti: Ministero Economia e BCE Le politiche micro coinvolgono tutti i ministeri della spesa, sotto il controllo dell’Economia, ma con forte influenza di Bruxelles. E’ in crescita la funzione del Ministero dello Sviluppo Economico (ex Industria) La politica di regolazione dei mercati avviene attraverso le Authority e Bankitalia L’assegnazione delle risorse avviene prevalentemente attraverso il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica.

7 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 7 La programmazione economica E’ stata la grande speranza – illusione degli anni ’60. Lo stato voleva intervenire dettagliatamente sulle politiche di sviluppo e sui settori industriali (politica industriale). Oggi si preferisce parlare di politiche di regolazione del mercato. In realtà il settore pubblico detiene ancora un grande potere, frammentato però tra soggetti diversi per competenza e livello.

8 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 8 Le politiche di sviluppo territoriale L’economia di un’area si stimola attraverso:  infrastrutture e investimenti pubblici  incentivi all’imprenditorialità e agli investimenti privati  trasferimenti a sostegno del reddito  sgravi fiscali e previdenziali Le politiche territoriali dipendono ormai in larga misura da Regioni ed Enti locali Gli interventi per il Mezzogiorno sono fortemente condizionati dai vincoli europei che escludono molte forme di aiuto

9 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 9 I principali strumenti di sviluppo territoriale Legge 488/92 per l’incentivazione agli investimenti industriali (Minindustria) Azioni varie della finanziaria Sviluppo Italia (che si sta trasformando in Invitalia) Patti territoriali (dal basso) Contratti di programma (con i sindacati) (Programmazione contrattata o contrattazione programmata) (con le grandi imprese) Vari fondi europei

10 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 10 Il Quadro Comunitario di Sostegno: i fondi strutturali 2007 - 2013 Totale complessivo di 348 miliardi di euro, pari a circa un terzo del budget dell’Ue. Privilegia i nuovi arrivati, più poveri. L’Italia avrà a disposizione 29 miliardi di euro, circa l’11% in meno (in euro 2004) rispetto al precedente periodo di programmazione. L’Italia non potrà più beneficiare dei fondi di coesione, destinati alle regioni in più grave ritardo.

11 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 11 La ripartizione dei fondi per l’Italia Campania, Calabria, Puglia e Sicilia parteciperanno al Fondo di convergenza: 21 miliardi di euro. La Basilicata usufruirà di un fondo di 430 milioni per il “phasing out statistico”. Altri 972 milioni per il “phasing in” (un altro fondo di transizione) sono destinati alla Sardegna. Al Centro Nord per l’obiettivo competitività (l’equivalente di quello che era prima l’insieme degli obiettivi 2 e 3) andranno 5 miliardi. Per l’obiettivo cooperazione transfrontaliera (l’attuale Interreg) l’Italia può attingere ad altri 846 milioni di euro.

12 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 12 Le politiche di aiuto Ue si sommano a quelle nazionali In aggiunta ai fondi strutturali finora descritti, la politica di sviluppo regionale potrà beneficiare dei cofinanziamenti nazionali previsti attraverso il Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas) (64 miliardi e di altri cofinanziamenti nazionali, per un totale di 123 miliardi di cui 101 nel Mezzogiorno. I fondi sono stanziati su progetti specifici, nell’ambito dei Piani Operativi Regionali (POR) e Nazionali, per ministero (PON). Queste politiche dipendono dal Dipartimento Politiche di Sviluppo, che è passato dal Ministero Economia (ex Tesoro e Bilancio) allo Sviluppo Economico (ex Attività Produttiva, ex Industria)

13 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 13 Le politiche industriali Possono essere di supporto a determinate attività aziendali come:  R&S  Export  Imprenditorialità di categorie “deboli” Sono quasi sempre mirate a intervenire in specifici settori attraverso:  presenza diretta (le ex partecipazioni statali)  regolazione di prezzi e concorrenzialità

14 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 14 La proprietà dello Stato si esercita: 1)Attraverso enti di gestione diretta (sempre meno frequente) 2)Attraverso enti pubblici di gestione di “Partecipazioni statali”; dal 1992 anche questi enti sono stati trasformati in società 3)Attraverso il possesso diretto di azioni da parte del M. Economia, eventualmente con “golden share” Il terzo modello prelude alle privatizzazioni

15 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 15 Dalle partecipazioni statali alle privatizzazioni Anni 50: creazione degli enti di gestione, nascita del modello italiano delle Ppss Anni ’60: nascita dell’Enel, attraverso una nazionalizzazione “tradizionale” 1992: dopo lo smantellamento di Egam ed Efim, trasformazione di Iri ed Eni in società per azioni. Stesso processo per Enel, Ferrovie, Poste Successivamente: Eni, Enel e “pezzi” di Iri vengono privatizzati, con esiti sui quali ancora si discute

16 Donato Speroni - Ifg Urbino - 2008 - 20009 16 Un’occhiata a 50 anni di politiche micro: Le vicende della programmazione Le politiche di supporto alle grandi imprese private con trasferimenti e domanda pubblica Le politiche energetiche La crescita, involuzione e privatizzazione delle partecipazioni statali Le politiche per il Mezzogiorno La trasformazione della galassia bancaria …sono i grandi snodi dell’intreccio tra economia e politica nel nostro Paese… raccontarli fa parte del nostro mestiere


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