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Enciclopedia comparata Mar Mediterraneo/Mar Nero

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Presentazione sul tema: "Enciclopedia comparata Mar Mediterraneo/Mar Nero"— Transcript della presentazione:

1 Enciclopedia comparata Mar Mediterraneo/Mar Nero
Due Mari a confronto Dati relativi a Mar Mediterraneo Dati relativi al Mar Nero Morfologia a confronto La popolazione L’idrografia del Mar Mediterraneo L’idrografia del Mar Nero I principali fattori d’influenza sulla biodiversità Lo stato della biodiversità Plancton Benthos I Vertebrati (del Mar Mediterraneo) I Vertebrati (del Mar Nero) Le specie non-autoctone La protezione della natura Alcune cause che provocano cambiamenti alla Biodiversità e approfondimenti

2 Due Mari a confronto Il Mare Mediterraneo Il Mar Nero
Il Mar Mediterraneo è oligotrofico, ovvero ricco di ossigeno e povero di nutrienti. Il fenomeno si manifesta in modo crescente da ovest verso est. Quasi l'87 % del Mar Nero è totalmente anossico (privo di ossigeno) e contiene alte concentrazioni di solfito d'idrogeno: ciò deriva dagli eventi geologici che in esso si sono verificati, dalla sua forma particolare e dal suo specifico bilancio idrico (forte isolamento rispetto all'oceano, alte profondità, con un massimo di m al centro, un bacino imbrifero esteso e un numero di affluenti elevato). E' una delle regioni più ricche del mondo per specie animali e vegetali, con un alto livello di endemismi. Gli organismi pelagici e bentonici sono in larga parte assenti. Nella parte orientale crescono molte specie non autoctone. L'elevata diversità dei biotopi fornisce condizioni favorevoli per le invasioni di specie non autoctone.

3 Il Mare Mediterraneo Il Mar Nero
Rispetto a quelle atlantiche, le comunità marine del Mediterraneo sono caratterizzate da molte specie diverse ma con individui generalmente più piccoli (nanismo Mediterraneo). La composizione e la struttura delle comunità marine sono in continuo mutamento a seguito della riduzione demografica di alcune specie e dell'espansione di altre. L'eutrofizzazione delle zone costiere ha molto probabilmente causato l'aumento della cattura delle specie pelagiche. Generalmente, in condizioni naturali indisturbate, la diversità della fauna del Mar Nero è circa tre volte inferiore a quella della fauna del Mediterraneo. Gli effetti immuno-soppressivi degli agenti contaminanti provenienti da agricoltura, attività industriali e crescita demografica possono aver contribuito alle decimazioni dei mammiferi marini del Mediterraneo; in aggiunta a ciò l'effetto cronico delle sostanze organoclorurate può ostacolare o addirittura impedire il recupero degli individui dalle patologie Le minacce alle specie relitte ed endemiche dell'area di studio sono costituite dall'aumento della salinità, dovuto a sua volta alla gestione inappropriata della risorsa idrica e dall'inquinamento dei laghi costieri salmastri e degli estuari, specialmente nel Mar d'Azov.

4 Il Mare Mediterraneo Il Mar Nero
L'introduzione di specie non autoctone attraverso le acque di zavorra delle navi, il fouling, le importazioni e le invasioni ha influito sulle specie naturalmente presenti, in alcuni casi con impatti notevoli: l'alga tropicale Caulerpa taxifolia ha avuto effetti catastrofici sull'ambiente autoctono. La produzione primaria è aumentata a causa dell'eutrofizzazione ed il numero di specie è diminuito. Tali cambiamenti, derivanti da pratiche di pesca non adeguate, hanno colpito gli stock ittici; è stato osservato un cambiamento a favore di piccole specie pelagiche, ad esempio l'acciuga e lo spratto. La pesca ha sovrasfruttato molti stock ittici nel Mediterraneo, determinando anche fenomeni correlati, come l'aumento della mortalità della foca monaca. Anche attività come il collezionismo ha decimato alcune specie di coralli e di crostacei. Lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, in combinazione con l'invasione dello ctenoforo Mnemiopsis leidyi, ha causato il collasso degli stock di acciuga nel Mar Nero e la sparizione delle più pregiate specie di pesci. Oggi non è ancora in atto una gestione delle riserve degli stock ittici sufficientemente adeguata e integrata.

5 Il Mare Mediterraneo Il Mar Nero
La valutazione dell'inquinamento nel Mediterraneo, obiettivo primario del piano d'azione del Mediterraneo, è stato superato dalle misure per il controllo dell'inquinamento e per la pianificazione costiera integrata. Il deterioramento di alcuni habitat marini e la carenza di normative per la regolamentazione dell'introduzione di specie aliene - ad esempio attraverso le acque di zavorra delle navi-, hanno fatto sì che queste si siano diffuse, con una modificazione dell'equilibrio degli ecosistemi marini autoctoni. Questo problema è in crescita nel bacino del Mar d'Azov, dove ha stimolato la ricerca di contromisure efficienti volte a combattere le specie indesiderate, divenute ormai stanziali e dominanti nella catena trofica.

6 Dati relativi al Mar Mediterraneo
Superficie km2 Lunghezza costa km Profondità media m Temperatura media °C (W-E) Salinità media ‰ 2.5 milioni 46 000 1 500 15-21 La Morfologia

7 La morfologia del Mar Mediterraneo

8 Dati relativi al Mar Nero
Bacini Superficie km2 Volume km3 Lunghezza delle coste km Profondità media m (max) Temperatura media ºC Salinità media Mar Nero 4 740 1 315 (2 212) 11.0 (27) 17.5 (24) d’Azov 37 860 324 14 11.5(31) 11.65 (14) La Morfologia

9 La morfologia del Mar Nero

10 Morfologia a confronto
Mar Mediterraneo Mar nero Il Mediterraneo è il più ampio mare semi-chiuso d'Europa; generalmente profondo a poca distanza dalla costa, è circondato a nord quasi interamente da catene montuose, che degradano rapidamente nel mare, con una zona litoranea e un bacino imbrifero poco estesi. Il Canale di Sicilia (400 chilometri) separa distintamente la parte occidentale da quella orientale, fungendo da confine geografico e idrologico In passato bacino chiuso collegato al Mar Caspio, il Mar Nero si collegò al Mediterraneo a seguito dell'apertura dello stretto dei Dardanelli in periodo interglaciale ( anni fa). Nuovamente isolato, solo circa anni fa si riconnesse al Mar di Marmara e al Mediterraneo (Zaitsev e Mamaev, 1997). Il sistema degli stretti turchi - i Dardanelli, il Bosforo e il Mar di Marmara - forma una zona di transizione tra il Mediterraneo e il Mar Nero, le cui speciali caratteristiche la rendono una barriera, un corridoio o una zona utilizzata da differenti organismi per acclimatarsi. Verso nord, lo Stretto di Kerch, un canale poco profondo lungo 45 km, collega il Mar Nero con il Mar d'Azov

11 La popolazione Mar Mediterraneo Mar Nero
La popolazione degli stati che si affacciano sul Mediterraneo è di circa 450 milioni di persone, la cui pressione è in crescita costante per la presenza del turismo. Il clima mite e l'eredità naturale e culturale di quest'area attirano enormi quantità di turisti, pari a circa un terzo del movimento mondiale, concentrati stagionalmente sulle coste, in particolare quelle del bacino nord-occidentale. La Mappa 2 mostra la stima della presenza turistica nel periodo di picco, gli scenari 'Blue Plan' indicano che il numero è previsto in crescita dai 135 milioni del 1990 ai milioni del 2025. Il bacino del Mar Nero conta una popolazione totale di circa 160 milioni, di cui quasi la metà vive in stati non costieri del bacino del Danubio. La costa è densamente abitata, con una popolazione permanente di circa 6 milioni, a cui se ne aggiungono altri 4 durante la stagione estiva. Le aree più estese sono anche le maggiormente popolate: la Turchia e l'Ucraina. Le coste bulgare sono invece caratterizzate da un elevato numero di località di villeggiatura. Il bacino del Mar d'Azov è densamente sviluppato, con una popolazione di 35 milioni di abitanti

12 L’idrografia del Mar Mediterraneo
Area Salinità (‰) Temperatura °C Superficiale Da 200m a 1000m di profondità 1000 di Gibilterra 36.2 38.4 15-20 13.5 Stretto di Sicilia 37.5 38.6 14-23 13.8 Creta ed Egeo Meridionale 38.7 38.8 16-24 14.9 Levante 39.0 38.9 16-26 Note: Nel Mediterraneo l'evaporazione supera le precipitazioni e l'apporto dei corsi d'acqua: il mare è quindi un “bacino di concentrazione” con un deficit stimato di acqua dolce di circa chilometri cubi (km3) annui , per questo motivo è il mare europeo più salato d'Europa.

13 L’idrografia del Mar Nero
Temperatura °C Salinità (‰) Stretti della Turchia Dardanelli:20.0 Bosforo:19.4 Dardanelli:38.7 Bosforo:36.7 Sud Est MN 16 Centro MN 14-15 Superficie:17-18 Profondità:22-24 Nord ovest MN 11-13 < 10 Mar d’Azov 11.5 11.7 Note: La temperatura media e la salinità decrescono da ovest verso est. Il Clima :Situato in una zona temperata, il Mar Nero ha un clima subtropicale di tipo mediterraneo (con temperature marine estive superiori a 25 ºC e invernali pari a circa 6-8 ºC). Solo due aree, la Crimea del sud e le coste caucasiche, appartengono alla zona subtropicale propriamente detta. Il Mar d'Azov ha invece un clima continentale e in inverno è ricoperto dal ghiaccio per due-tre mesi.

14 I principali fattori d’influenza sulla biodiversità
Mar Mediterraneo Mar Nero L'eutrofizzazione e l'inquinamento provenienti dall'agricoltura, dalle attività industriali, dal turismo e dalla crescita demografica. L'introduzione di specie non autoctone attraverso le acque di zavorra delle navi, il fouling, le importazioni e le invasioni biologiche. La pesca e lo sfruttamento eccessivo delle risorse biologiche. L'eutrofizzazione legata alle attività agricole, alle attività industriali e agli apporti da reflui non sufficientemente trattati; La contaminazione da sostanze nocive, specialmente da derivati del petrolio; L'introduzione di specie non autoctone; La pesca intensiva

15 Lo stato della biodiversità
Mar Mediterraneo Mar Nero La fauna e la flora del Mediterraneo si sono evolute in milioni di anni in una combinazione unica di elementi temperati e subtropicali, con una quota parte numerosa (28 %) di specie endemiche. La varietà attuale delle condizioni idrologiche e climatiche e i biotopi specifici del Mediterraneo spiegano la grande varietà di specie, con poche pari al mondo, come un risultato in parte della storia geologica dell'area. E' stato rilevato un totale di specie marine (di cui di fauna macroscopica e vegetali). Questa biodiversità così ricca rappresenta dall'8 al 9 % del numero totale di specie marine al mondo e ancora oggi se ne rilevano di nuove negli strati marini e nelle aree inesplorate. Il biota esistente nel Mar Nero - la combinazione di flora e fauna che storicamente vi si sono stabilite - è prova vivente dei processi generali che hanno influenzato l'ecosistema dell'area. Esso si può distinguere in diversi gruppi, a seconda delle origini delle specie che lo costituiscono:si differenziano le aree in cui esse vivono(foci dei fiumi, Strati profondi del mare ecc.) Il numero di specie nel Mar Nero è circa un terzo di quello del Mediterraneo; nonostante recenti variazioni nei valori assoluti, il rapporto rimane vicino ad un terzo: specie nel Mediterraneo contro specie nel Nero.

16 Plancton Nel Mar Mediterraneo: Nel Mar Nero:
La poca produzione unita ad uno sviluppo limitato ai livelli più alti della catena alimentare, inclusa la bassa produzione ittica, sono elementi caratteristici del Mediterraneo. Sulla costa e in mare aperto sono state rilevate circa 470 specie di zooplancton. A differenza di quelle dell'Atlantico, le acque profonde del Mediterraneo non presentano nessuna delle specie tipiche dei fondali marini mentre sono caratterizzate dagli abitanti degli strati intermedi ( metri di profondità), chiamati 'mesopelagici'. La maggior parte delle acque costiere e della piattaforma continentale è eutrofica (ricca di nutrienti), la parte centrale mesotrofica (livello di nutrienti medio) e parti significative sono ipertrofiche (livello di nutrienti elevato); Il fitoplancton reagisce agli impatti antropici alterando la composizione e l'abbondanza delle specie e il tempo e la durata delle fioriture. Il numero delle specie che fioriscono differisce tra l'area costiera del Mar Nero (44 specie) e quella del Mar Egeo (30 specie) . L'abbondanza è di circa 7 milioni di individui/litro su media annuale, ma in caso di fioritura può raggiungere i valori estremi di 800 milioni di individui/litro

17 Benthos Mar Mediterraneo Mar Nero
Il registro ERMS (European Register of Marine Species) non ha ancora un inventario completo delle specie bentoniche del Mediterraneo e poco si conosce inoltre del bacino orientale; la distribuzione geografica delle specie non è comunque inclusa nel registro. Sono più di 200 le specie di alghe marine nel Mar Nero, delle quali il gruppo maggiormente diversificato è quello delle alghe rosse, Durante gli ultimi vent'anni le aree coperte da alghe nelle acque basse sono diminuite di dieci volte. L'alga era dominante in un'area estesa quanto la somma delle superfici di Belgio e Paesi Bassi. Durante gli anni '70 e '80 questo ecosistema collassò improvvisamente e catastroficamente a causa dell'eutrofizzazione, della crescita delle aree fangose e di altri fattori

18 I Vertebrati (nel Mar Mediterraneo)
• Pesci:Nel Mediterraneo sono state rilevate più di 600 specie di pesci, di cui 81 cartilaginose come gli squali e 532 dotate di scheletro. La distribuzione non è omogenea, il numero di specie è infatti doppio nella parte occidentale rispetto a quella orientale • Rettili:Sono presenti tre specie di tartarughe: la coriacea (Dermochelys coriacea), la verde (Chelonia mydas) e la marina (Caretta caretta); quest'ultima è la più colpita dalle attività di pesca. • Uccelli:La perdita di aree umide e la degradazione degli habitat in esse presenti sono stati individuati come una seria minaccia per nove delle 33 specie di uccelli acquatici nidificanti presenti lungo la costa mediterranea • Mammiferi:Tra le 22 specie di balene rilevate, solo 10 sono state avvistate occasionalmente e probabilmente non sono stanziali nel Mediterraneo, le altre 12 sono visibili regolarmente, otto delle quali sono comuni e quattro meno Diciannove tra cetacei e foche sono indicati come specie in pericolo di estinzione

19 I Vertebrati (nel Mar Nero)
• Pesci e molluschi:Il cefalo Mugil soiuy proveniente dall'estremo oriente e la carpa Oryzias latipes furono introdotti accidentalmente nel Mar Nero dopo essersi allontanati dai rispettivi allevamenti; queste due specie portano il numero complessivo di specie ittiche del Mar Nero a 171. La pesca a strascico del mollusco Rapana thomasiana si è diffusa nelle coste bulgari durante gli ultimi dieci anni, diventando un problema ambientale significativo: uno studio del suo impatto sulle comunità bentoniche rivela la distruzione dei letti di mitili e la trasformazione della comunità dei fondali,dominata da epifauna (mitili e crostacei), e dominata da infauna (vongole e policheti), • Uccelli:Le aree umide del bacino del Mar Nero sono collegamenti vitali all'interno del sistema delle aree umide che si estende dall'Artico fino al Sud Africa, infatti forniscono ogni anno rifugio a 25 milioni di uccelli acquatici migratori Altri uccelli tipici della regione sono i gabbiani (Larus) e le sterne (Sterna). Durante la stagione migratoria la fauna ornitica è diversificata in numerose specie di caradriformi ed anatre. • Mammiferi:Nel Mar Nero sono presenti quattro specie di mammiferi: la foca monaca sull'orlo dell'estinzione, e tre specie di delfini, il tursiope il delfino comune e la focena comune All'inizio degli anni 50 nel Mar Nero esisteva circa 1 milione di delfini, sebbene la caccia sia stata bandita già dal 1966, la loro popolazione alla fine degli anni 80 era compresa tra e

20 Le specie non-autoctone
Nel Mar Mediterraneo Nel Mar Nero Più di 500 specie sono state introdotte nel Mediterraneo tra la data di apertura del Canale di Suez, il 1876, e il In aggiunta ad esse, conosciute come migranti lessepsiani, ne sono state introdotte altre in modi passivi, attraverso la navigazione (fouling sugli scafi delle navi o serbatoi di zavorra), altre ancora sono state importate per l'acquacoltura ed altre ancora vi si sono stabilite con successo per ragioni non chiare. Alcune specie importate hanno generato ricche popolazioni naturali di interesse commerciale, anche se l'impatto di specie introdotte è generalmente negativo e colpisce non solo l'equilibrio dell'ecosistema, ma anche attività come la pesca, l'acquacoltura, la navigazione, la salute pubblica e il turismo; Tra le 41 specie non autoctone introdotte, il 34% è stato importato tramite l'acquacoltura e il 66% è arrivato al Mar Nero sotto forma di larve con le acque di zavorra e/o come organismi attraverso il fouling sulle carene delle navi. Il numero di specie introdotte continua ad aumentare, come mostrato in Figura 2. Circa 1/5 di esse (8 specie) ha invaso il Mar Nero durante gli ultimi dieci anni (tutte attraverso le acque di zavorra) a causa della mancanza di misure efficienti per controllare queste immissioni. gli stretti permettono a certe specie originarie del Mediterraneo (crostacei, antozoi, spugne) di acclimatarsi nel loro viaggio verso i più freddi il Mar di Marmara e il Mar Nero,

21 La protezione della natura
Mar Mediterraneo Mar Nero Nel Mediterraneo sono presenti 122 siti SPA (specially protected area) 47 dei quali sono in aree marine. Tra gli stati firmatari, solo l'Italia ha una legislazione specifica sulla creazione di aree marine protette, mentre la maggior parte degli altri stati ha adottato atti legislativi che permettano la creazione di siffatte aree, ma senza specifiche precise sulla loro regolamentazione e gestione. La realizzazione di NATURA2000 e la Convenzione di Berna saranno utili al rafforzamento della protezione e della gestione delle aree costiere e marine. Nel Mar Nero sono presenti più di 20 riserve naturali e ben 8 nel mar d'Azov, a diverso livello amministrativo (locale, nazionale e internazionale); molte di esse mancano ancora di un piano di gestione e infrastrutturale. Tutte le nazioni del Mar Nero hanno aderito alla Convenzione di Ramsar tra il 24 Gennaio 1976 (Bulgaria) e il 7 Giugno 1997 (Georgia). La più estesa superficie costiera protetta si trova in Ucraina (22 aree umide con un'area totale di km2). Le riserve Naturali

22 I siti della delle Riserve Naturali
Nel Mar Mediterraneo Nel Mar Nero

23 Alcune cause che provocano cambiamenti alle biodiversità
Nel Mar Mediterraneo: Nel Mar Nero: L'eutrofizzazione La contaminazione microbica La pesca, lo sfruttamento delle risorse biologiche e l'acquacoltura L’inquinamento industriale e petrolifero La contaminazione e l'inquinamento da petrolio La gestione della risorsa idrica tramite la regolazione La pesca

24 L’eutrofizzazione nel Mar Mediterraneo
L'eutrofizzazione, risultato della fioritura massiva di fitoplancton, si verifica principalmente nell'Adriatico, nel Golfo di Lione e nell'Egeo settentrionale. Le fioriture di alghe tossiche, che possono essere dannose per gli esseri umani, sono localizzate e sporadiche. Le distese vegetali sottomarine sono uno degli ecosistemi più critici del Mediterraneo: i letti o prati di sono regrediti considerevolmente, in particolare vicino ai grandi centri urbani: Atene, Genova, Tolone, Marsiglia e Barcellona. Si stima che la ri-colonizzazione dei letti persi avvenga in tempi dell'ordine dei anni.Tutto ciò è dovuto all’Inquinamento industriale e civile, all’ alterazione della sedimentazione dovuta alla pesca a strascico competizione con la Caulerpa Infrastrutture costiere sviluppo di strutture portuali, e Ormeggio di piccole imbarcazioni strappate dalle ancore

25 La Contaminazione microbica
La contaminazione microbica è dovuta alle acque di scarico urbane ed è un potenziale rischio per gli esseri umani, specialmente attraverso il consumo di crostacei contaminati. Nei paesi costieri appartenenti all'UE la situazione è solo in parte mitigata dagli impianti ditrattamento delle acque di scarico urbano, anche se la domanda di turismo, e quindi di unabuona qualità delle acque per balneazione, sta spingendo l'attenzione anche degli stati non UE su questo problema. In ogni caso circa il 90% degli scarichi urbani rimangono non trattati

26 La pesca, lo sfruttamento delle risorse biologiche e l'acquacoltura
La pesca è cresciuta del 12 % nell'ultima decade, con un conseguente forte sfruttamento sia degli stock ittici delle profondità sia di quelli dei grossi pesci pelagici (tonni e pesci spada). Questo sovrasfruttamento ha causato seri problemi ai coralli rossi (Corallium rubrum) , al dattero di mare (Lithophaga lithophaga) ed a molti invertebrati. L'acquacoltura, specialmente di crostacei e di alcune specie ittiche, si è pure sviluppata molto nelle ultime decine di anni, passando dalle tonnellate del 1984 alle del 1994.

27 L’inquinamento industriale e petrolifero
Lo sviluppo industriale maggiore (produzione di materie prime come il mercurio, il cromo, il piombo e l'acciaio) si ha in Francia e in Italia, seguite da Spagna, Repubblica Federale Iugoslava e Turchia, mentre l'attività estrattiva e la perforazione per la ricerca di petrolio e gas sono sviluppate a sud (Libia, Algeria, Egitto e Siria). Gli impianti industriali sono distribuiti su tutto il bacino, ma in alcuni punti se ne trova una concentrazione maggiore: sono i grossi complessi dell'industria pesante e i grandi porti commerciali, localizzati specialmente nella parte nord-occidentale, porti colpiti dall'inquinamento di sostanze tossiche. Esistono molti studi sulla massiccia riduzione demografica di foche e delfini dal 1987; il più recente tratta della stenella striata (Stenella coeruleoalba) del Mediterraneo occidentale: a seguito di uno sversamento accidentale di contaminante a Valencia, ai primi di giugno del 1990, centinaia di delfini morti furono trovati sulle coste spagnole, francesi, italiane e nord-africane e nell'estate del 1991 un numero altrettanto grande di delfini morti e moribondi fu trovato sulle coste dell'Italia e della Grecia. Approfondimento

28 L’eutrofizzazione nel Mar Nero
La principale causa dell'aumento di eutrofizzazione nel mare è l'apporto di nutrienti provenienti dai fiumi. Il bacino del Mar Nero, pari a 2 milioni di Km2, cinque volte l'estensione del mare stesso, copre interamente o parzialmente 22 nazioni dell'Europa e dell'Asia Minore. Il maggior volume d'acqua diretto verso il mare proviene dall'area nord-occidentale del bacino: qui - a seconda delle condizioni meteorologiche, idrotermali e idrobiologiche - le carenze di ossigeno (ipossia o anossia) e la mortalità di massa causata dall'eutrofizzazione sono diventate un evento annuale e l'estensione delle zone anossiche è passata da km2 nel 1973 a km2 nel Tale grado di eutrofizzazione inoltre reca un forte stress al 13 % al volume di acqua che mantiene le condizioni non anossiche.Recentemente si è verificato un qualche allentamento della pressione dell'eutrofizzazione sull'ecosistema del Mar Nero, i primi sintomi di ripresa si sono visti nelle comunità pelagiche, ma le comunità zoobentoniche stanno reagendo più lentamente e con segnali di recupero ancora incerti

29 La contaminazione e l’inquinamento da petrolio
Gli sversamenti di petrolio generano un grave deterioramento dell'ecosistema marino costiero attraverso la contaminazione sia delle acque che dei sedimenti, il peggioramento della qualità estetica, etc. Inoltre circa 170 tonnellate di derivati del petrolio vengono scaricati ogni anno con le acque reflue e agenti tossici e inquinanti arrivano al mare anche dai fiumi. Le più alte concentrazioni di idrocarburi (residui del petrolio) sono state registrate nelle foci di Danubio, Dnieper e Dniester, in altri siti a largo di Romania e Bulgaria, dove si hanno produzione e raffinamento di petrolio. Il 48 % delle tonnellate di petrolio in arrivo ogni anno al Mar Nero tramite fiumi proviene dal solo Danubio. In aggiunta a questo, porti, terminali ed aree circostanti e stretti sono tutti fortemente a rischio di incidenti di petroliere. Nella Baia di Sebastopoli, il maggiore porto della flotta petrolifera del Mar Nero, la concentrazione di petrolio registrata è stata 100 volte superiore a quella misurata nelle aree circostanti; nella regione del Mar d'Azov anche negli strati profondi le concentrazioni sono da due a sei volte più alte rispetto alle aree limitrofe .Nel 1998 si è invece avuta una diminuzione dell'inquinamento da idrocarburi nella zona russa del Mar d'Azov rispetto al 1997 Approfondimento

30 La gestione della risorsa idrica tramite la regolazione
La costruzione su larga scala di sbarramenti a cascata sul corso di Dnieper, Don e di altri fiumi ha ridotto le aree disponibili per la deposizione delle uova degli storioni e di altre importanti specie di pesci, impedendone l'accesso al mare. In più la drastica riduzione della portata annuale, bloccata dagli sbarramenti nei serbatoi artificiali, ha modificato le caratteristiche idrochimiche e biochimiche dei corsi d'acqua, con effetti molto gravi sui bacini riceventi a bassa salinità. Inoltre le prese d'acqua per il raffreddamento di vari stabilimenti industriali lungo la costa hanno causato danni significativi alla produttività dell'area: nonostante circa l'80 % di questi possiedano dispositivi per evitare che i pesci vengano intrappolati, l'efficienza di tali dispositivi è bassa e migliaia di tonnellate di pesci vi muoiono intrappolati ogni anno. Negli anni 70 si è implementata una nuova tecnologia per controllare la qualità delle acque costiere e migliorarne la biodiversità: la costruzione di barriere artificiali di protezione. Ad oggi ne sono state costruite nel porto di Costanza (Romania) e nella baia di Odessa: esse hanno lo scopo di attrarre le specie ittiche pelagiche e di far aumentare la biomassa delle specie di alghe in pericolo di estinzione

31 La Pesca L'eccessivo sforzo di pesca ha colpito duramente gli stock ittici, perciò la pesca commerciale negli estuari del Dniper e Dniester è stata ridotta, ma per alcune specie pregiate (lo sgombro, la sarda e il suro nel Mar Nero; il luccio, il pesce persico, la lasca e l'occhione nel Mar d'Azov) era già troppo tardi e sono praticamente scomparse. Delle 26 specie ittiche commerciali esistenti dal 1960 al 1970, solo 5 ne rimanevano al 1980 , a metà degli anni 80 le catture di storione avevano raggiunto circa la media annuale degli anni 30 (1 000 tonnellate), ma l'80 % della produzione proveniva da allevamenti. Le aggiunte di esemplari negli stock di storione stellato (Acipenser stellatus) e di storione bianco (A. gueldenstaedtii) si sono rivelate apparentemente insufficienti, l'allevamento ittico negli ecosistemi costieri si è sviluppato da recente e non è ancora molto diffuso. In accordo con un report della Federazione Russa, i sette allevamenti ittici russi del Mar Nero/d'Azov producono non meno di milioni di avannotti di storioni, con l'aggiunta di 4 milioni dagli allevamenti ucraini del Kherson, il totale degli avannotti di storioni si aggira sui milioni l'anno

32 Approfondimento:l’inquinamento un problema che accomuna Mar Nero,Mar Mediterraneo e non solo …
L’ andirivieni delle petroliere (“i giganti del mare”) se da un lato permette uno sviluppo economico della regione, dall’altro, purtroppo, rappresenta una minaccia costante per Mar Mediterraneo e Mar Nero perché sostanze inquinanti varie possono essere rilasciate accidentalmente, ma anche intenzionalmente, dai cargo. Non può passare inosservata la presenza di rifiuti galleggianti sull’acqua, molto probabilmente prodotti a bordo di navi e gettati in mare, oppure di chiazze galleggianti del color dell’iride, lunghe qualche metro, formate quasi sicuramente da residui di acque di lavaggio dei tanker o acque di sentina scaricate in mare da qualche nave che ha solcato le stesse acque qualche ora prima. A minacciare questi ecosistemi ci sono anche gli incidenti, che non sono pochi: secondo la stessa fonte di informazioni, nel decennio 1990÷1999, sono stati registrati notevoli incidenti che hanno provocato inquinamenti o che avrebbero potuto provocare se non ci fosse stato il pronto intervento di addestrate squadre di emergenza. Si calcola che i vegetali acquatici sia dei mari che delle acque dolci producono circa il 70% dell'ossigeno atmosferico, ma ciò è sempre più ostacolato dagli inquinamenti che concorrono a sopprimere la vegetazione e a impedire gli scambi gassosi aria-acqua, frapponendo in superficie un velo isolante di idrocarburi.

33 Una tonnellata di petrolio si spande sulle acque in un velo di12 km2
Una tonnellata di petrolio si spande sulle acque in un velo di12 km2. Perciò se è vero che l'1% dei prodotti petroliferi viene perduto o scaricato in mare, si avrebbero annualmente 20 milioni di tonnellate di idrocarburi in acqua, capaci teoricamente di ricoprire con un velo una superficie di 240 milioni di 12 km2, cioè 2/3 della superficie di tutti i mari e oceani del globo e di rendere inutilizzabili per la vita 25 mila miliardi di tonnellate di acqua. Un grammo di petrolio rende inutilizzabile per la vita un metro cubo di acqua. Gli effetti negativi di tale massa di idrocarburi anche sulla respirazione degli organismi acquatici è dunque tale da destare la più seria preoccupazione per la sopravvivenza della flora e della fauna e per le conseguenze sulla vita terrestre. L’unica strada percorribile è quella della prevenzione con norme nazionali ed internazionali, l’adeguamento agli standard americani potrebbe essere un primo passo, la scelta di fondo sta nella ridiscussione del modello di sviluppo e della politica energetica. Si calcola, Infatti che i vegetali acquatici sia dei mari che delle acque dolci producano circa il 70% dell’ossigeno atmosferico, ma ciò è sempre più ostacolato dagli inquinamenti di vario genere che concorrono a sopprimere la vegetazione per intossicazione diretta e a impedire gli scambi gassosi aria/acqua frapponendo un velo isolante di idrocarburi.


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