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Schemi sulla par condicio 0. La classificazione delle trasmissioni di rilievo politico partendo dal fondamentale presupposto che i soggetti politici non.

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Presentazione sul tema: "Schemi sulla par condicio 0. La classificazione delle trasmissioni di rilievo politico partendo dal fondamentale presupposto che i soggetti politici non."— Transcript della presentazione:

1 Schemi sulla par condicio 0

2 La classificazione delle trasmissioni di rilievo politico partendo dal fondamentale presupposto che i soggetti politici non hanno la diretta disponibilità del mezzo radiotelevisivo, i rapporti tra i soggetti politici stessi ed i contenuti delle trasmissioni del mezzo televisivo sono a) i soggetti politici sono elementi oggettivi del contenuto, senza che gli sia data voce; b) i soggetti politici sono elementi oggettivi del contenuto, ma gli viene data voce; c) i soggetti politici sono creatori in via concorrente od esclusiva del contenuto.

3 2 In base a tali variabili le trasmissioni a contenuto politico si possono distinguere in due categorie fondamentali: a) trasmissioni, a contenuto informativo sui soggetti politici, che si possono suddividere in: a1) trasmissioni informative in cui manca la diretta presenza di soggetti politici; a1) trasmissioni informative in cui si ha la diretta presenza di soggetti politici; b) trasmissioni dei soggetti politici (o di accesso), nelle quali i soggetti politici hanno la possibilità di incidere in forma diretta sul contenuto comunicativo, o in contraddittorio con altri soggetti, o in forma unilaterale;

4 3 Per quanto riguarda il primo profilo si tratta di quei programmi in cui si parla di soggetti politici sulla base di esclusiva scelta dell'operatore dell'informazione e secondo un modulo che prevede che si forniscano informazioni su di essi in forma narrativa, senza l'inserimento di loro dichiarazioni dal vivo (in diretta o differita); Nel secondo caso, sempre sulla base di sue esclusive scelte, l'operatore dell'informazione fa riferimento ai soggetti politici ma gli dà anche voce direttamente od indirettamente, nell'ottica di una maggiore completezza del servizio (interviste o riproduzione audio-video di fasi di comizi o comunque di situazioni in cui vi siano dichiarazioni verbali rese da candidati o soggetti ad essi collegati). In tali ipotesi i messaggi potenzialmente propagandistici dei soggetti politici entrano a far parte in varia forma del contenuto informativo imputabile in via esclusiva all'operatore dell'informazione ed occorre verificare in che misura essi possano essere condizionati, al fine della valutazione della sussistenza di una loro autonoma rilevanza.

5 4 Tale condizionamento è pacifico in caso di registrazioni, che si possono manipolare in sede di montaggio, ma è problematico nel caso di presa diretta, nella quale, anche la possibilità di scegliere le domande (nel caso di interviste) o di togliere la parola, potrebbe non essere sufficiente ai fini dell’imputabilità esclusiva all’operatore dell’informazione del contenuto del prodotto offerto al pubblico.

6 5 Nel caso delle trasmissioni dei soggetti politici, questi ultimi sono posti in grado di costruire un messaggio funzionale alle loro esigenze, che tendono verosimilmente ad essere di carattere propagandistico. Tale messaggio sarà limitato nella sua efficacia comunicativa dalla presenza di soggetti antagonisti, nel caso di confronti, dibattiti e tavole rotonde (o dalla presenza di un giornalista o moderatore nel caso di tribune nelle quali vengano proposti temi di discussione), mentre si dilaterà alla sua massima estensione nel caso della possibilità di messaggi unilaterali.

7 6 Va ulteriormente precisato, sulla base di tali classificazioni, che il termine accesso utilizzato comunemente a proposito dei rapporti tra soggetti politici e mezzo televisivo, va inteso, da un lato, per come si annotava più sopra, partendo dal presupposto che il mezzo di comunicazione è controllato e gestito da soggetti altri rispetto a quelli che pretendono di utilizzarlo ( i quali ultimi, in tale "stare al di fuori", possono appunto "accedere" nella misura in cui sia loro consentito) e, dall'altro lato, che la nozione di "accesso", nel suo significato di "entrare in " (evidentemente per fare qualcosa attivamente) si leghi soprattutto, al terzo dei profili considerati, che appunto prevede un'attività concorrente o esclusiva nella costruzione del contenuto comunicativo della trasmissione.

8 MODELLI REGOLATIVI Nell'ipotesi delle trasmissioni sui soggetti politici, il modo di effettuare cronaca ed informazione-valutazione su di essi e di dosare la loro apparizione in video ed in audio, sia per le modalità quantitative, che per quelle qualitative, non deve tradursi in una forma di.propaganda nascosta, intesa a favorire una parte rispetto ad un’altra e deve essere in grado di rendere un quadro intelligibile nei confronti del pubblico di cittadini-elettori. Le variabili regolative dipendono, in realtà, dalla tipologia del sistema radiotelevisivo, soprattutto, come si vedrà in prosieguo, dalla presenta di un monopolio pubblico o di un sistema misto. Per quanto riguarda i soggetti pubblici, il pluralismo informativo e la completezza, indipendenza ed obiettività dell’informazione stessa, in generale e con specifico riferimento al settore politico, dovrebbero essere un dato costante e fisiologico, connesso alla natura del soggetto

9 2 E' da rilevare, poi, che si riconnettono alla problematica delle trasmissioni informative con possibili risvolti di ordine politico, ma con alcune differenziazioni, da un lato, le trasmissioni di puro intrattenimento o spettacolo, alle quali partecipano candidati o esponenti di forze politiche o nelle quali si faccia riferimento ad essi in contesti comici o satirici e, dall'altro, i c.d messaggi di comunicazione istituzionale.

10 2 Per quanto riguarda la prima categoria, come ha rilevato la nostra Corte costituzionale, tutte le trasmissioni televisive sono "informative " in senso lato e per tutte si pone l'esigenza di mantenere un necessario distacco ed equilibrio rispetto all'attualità politica in periodo elettorale[Mentre però per le trasmissioni informative in senso stretto è inevitabile ed anzi fisiologico il diretto riferimento a quell'attualità (ed allora si tratterà di fare questo riferimento con parità di trattamento in senso oggettivo dei soggetti politici), per le trasmissioni di informazione in senso lato, la situazione è ambigua e complessa. Anche se gli uomini politici partecipano ai programmi di intrattenimento al di fuori dal loro abituale status, è il fatto della visibilità in sè che può tradursi in una indebita forma di propaganda. Analoghi problemi evidenziano le trasmissioni satiriche o comiche che facciano riferimento a soggetti politici, per le quali l'equilibrio del grado di "sfottò" o di esaltazione per tutti i partecipanti alla competizione elettorale, è di difficile caratura.

11 3 Per quanto riguarda la seconda categoria, si tratta di quelle forme di comunicazione utilizzate, dalle autorità, avvalendosi soprattutto del mezzo radiotelevisivo, per informare i cittadini su iniziative intraprese o su risultati di iniziative portate a compimento, nell'espletamento delle politiche pubbliche. Qui l' attività comunicativa è inevitabilmente multifronte, avendo un indiscutibile carattere di utilità sociale (inteso, ad esempio, a consentire agli utenti di un certo servizio pubblico di potersene avvalere più efficacemente), ma presentando nel contempo, anche nelle forme più pacate ed equilibrate, un risvolto propagandistico sostanziantesi nel mero fatto di rendere conoscibile ad un vasto pubblico gli aspetti (inevitabilmente) positivi di una gestione.

12 4 Nel caso di trasmissioni di accesso puro (trasmissioni dei soggetti politici) appare in primo piano il problema della parità di trattamento, dato che il soggetto politico potrà incidere in prima persona (e senza, questa volta, alcun potere manipolativo dell'operatore dell'informazione, che, al più, in caso di dibattiti o confronti, può imporre il rispetto dei tempi concessi o, in caso di tribune "ad intervista", può fare domande ma non "tagliare" in sede di montaggio le risposte) sui contenuti del programma ed il problema, questa volta, riguarda la disciplina di situazioni giuridiche soggettive direttamente imputabili al soggetto politico stesso, con riguardo alle forme ed ai modi della fruizione del mezzo televisivo. E' quindi in tale contesto che si accentrano i nodi più spinosi concernenti la materia e si incide in senso proprio sulla materia della propaganda politica.

13 5 Partendo dall'ovvia e già ribadita considerazione che il mezzo radiotelevisivo è gestito da soggetti diversi dai fruitori e che, pertanto, occorre il loro consenso per accedere, in linea astratta, si può rilevare come i detentori dei mezzo possano : a)negare in radice l'accesso; b) consentirlo solo ad alcuni; c) consentirlo a tutti, entro ovviamente i limiti di capacità fisica del mezzo. Nell'ambito delle varianti sub b) e c), si intrecciano poi l'alternativa della concessione a titolo gratuito od oneroso dello spazio, in correlazione, altresì, alla natura pubblica o privata del mezzo televisivo in ipotesi di sistemi radiotelevisivi di tipo "misto"

14 6 In correlazione a ciò la regolamentazione può ricondursi essenzialmente alle due filosofie alternative che caratterizzano l'attuazione dei principi costituzionali in tema di trasparenza ed efficienza della competizione politica, tipici delle democrazie di tipo liberale. Tali filosofie sono rispettivamente quella del liberismo temperato e dell'interventismo, le quali, come si osservava più sopra, permeano l'intero ambito delle legislazioni sulla trasparenza della vita politica ( comprendenti, come tali, anche la problematica della regolazione delle risorse finanziarie dei partiti, movimenti politici e candidati).

15 7 A tale stregua una scelta in senso liberista-temperato può ad esempio comportare una libera contrattazione degli spazi radiotelevisivi con la sola imposizione della concessione di pari condizioni nell'offerta, laddove una scelta di tipo interventista può, sempre per esempio, imporre divieti assoluti di offerta o contingentamenti (in senso qualitativo e quantitativo) dell'offerta stessa di spazi, in azione combinata con eventuali limiti imposti, a monte, in tema di risorse utilizzabili dai soggetti politici nella campagna elettorale. E' nell'ambito della scelta interventista che poi si pone la necessità di contemperare valori fondamentali in opposizione e di concretizzare principi come quello della parità di opportunità che, indiscutibile su di una piano astratto, diventa poi di difficilissima traduzione in pratica. A tale riguardo i nodi fondamentali delle legislazioni delle democrazie contemporanee sono rappresentati dal possibile diverso modo di concepire il rapporto tra partiti piccoli e grandi sul piano dell'accesso al mezzo televisivo. In particolar modo l'eguaglianza dell'accesso può intendersi sia nel senso dell'attribuzione di tempi eguali a tutti i partiti che si presentano alle elezioni, sia nel senso dell'attribuzione di tempi diversi in relazione alle dimensioni dei partiti.

16 8 Al di là dell'aspetto dell'accesso in sé considerato, vengono poi diverse ipotesi di regolazione concernenti i limiti al contenuto comunicativo costruibile (ad es. divieto di denigrazione dell'avversario) nonché quelle concernenti aspetti metodologici (la tecnica usata per esprimere la propria posizione di parte). E' soprattutto con riferimento a tale ultimo aspetto, che si sono posti i maggiori problemi, con particolare riferimento al caso della pubblicità commerciale a fini elettorali, come soprattutto il caso italiano ha dimostrato. Quando si parla di pubblicità commerciale a fini elettorali si fa evidentemente riferimento ad un tipo di messaggio unilaterale. Tuttavia, rispetto a tale indiscutibile dato di partenza, si può poi enfatizzare l'aspetto della gratuità o dell'onerosità, quello della facoltatività o della obbligatorietà della sua concessione da parte del detentore del mezzo (distinguendo al riguardo la natura pubblica o privata di tale soggetto), quello del carattere breve ed assertivo del contenuto comunicativo contrapposto alla necessità di argomentazione e così via.

17 8 Secondo alcune posizioni dottrinarie e giurisprudenziali, il concetto dovrebbe legarsi solo a taluno di tali elementi. Così sarebbe, per esempio, impossibile discriminare nell'aspetto contenutistico l'assertività rispetto alla ponderazione nell'uso degli argomenti e, pertanto, il vero discrimine in tema di pubblicità commerciale a fini elettorali, sarebbe costituito solo dalla gratuità o dall'onerosità nella concessione dello spazio. Regolare il fenomeno significherebbe quindi, da un lato, impedire o meno la vendita di spazi televisivi (il contenuto da dare ai quali sarebbe quindi irrilevante) e dall'altro lo stabilire la fruibilità o meno di spazi gratuiti.

18 9 Secondo altre posizioni, invece, l'uso unilaterale di spazi (acquisitI gratuitamente o a titolo oneroso) dovrebbe essere valutato nei suoi contenuti, tenendo conto, a tale proposito, o che la disciplina del fenomeno pubblicitario in genere, conosce forme di regolazione incidenti su alcune tipologie di prodotti (ad es. il divieto di pubblicizzare medicinali, articoli da fumo ecc.), o che la comunicazione in campo politico debba avere uno standard qualitativo minimale, non raggiungibile attraverso la tecnica pubblicitaria.


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