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PubblicatoOttaviano Mancuso Modificato 10 anni fa
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Assessorato alle Pari Opportunità Ordine degli Psicologi del Piemonte Punto Informativo di Novara STALKING: MALAMORE, FORME PATOLOGICHE DI RELAZIONE Novara,13 aprile 2011 L’indagine “Stalking un reato da conoscere” Una fotografia della situazione provinciale dopo l’introduzione della legge DOTT.SSA ANNA STROPPA Psicologa Psicoterapeuta - Referente dell’indagine
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STALKING Il termine inglese, mutuato dal linguaggio della caccia significa letteralmente “fare la posta alla preda” Insieme di comportamenti tramite i quali una persona affligge un’altra con intrusioni e comunicazioni ripetute e indesiderate, a tal punto da provocargli ansia o paura.
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TRE TIPOLOGIE DI CONDOTTE INDESIDERATE:
1) Le comunicazioni indesiderate di solito sono rivolte direttamente alla vittima di stalking, ma possono consistere anche in minacce o in contatti con la famiglia, gli amici o i colleghi della vittima stessa. Lettere e telefonate sono le forme piu comuni di comunicazione, ma gli stalker ricorrono spesso anche a scritti non necessariamente inviati in modo diretto alla vittima, oppure utilizzano altri mezzi come invio di sms ed .
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2) I contatti indesiderati comprendono i comportamenti dello stalker diretti ad avvicinare in qualche modo la vittima. Tra questi i piu diffusi sono i pedinamenti, il presentarsi alla porta dell’abitazione o gli appostamenti sotto casa, recarsi negli stessi luoghi frequentati dalla vittima o svolgere le stesse attività. 3) Tra i comportamenti associati si collocano l’ordine o la cancellazione di beni e servizi a carico della vittima, al fine di danneggiarla o intimidirla. Tipiche condotte di questo tipo sono il far recapitare cibo o altri oggetti all’indirizzo della vittima anche a tarda notte, oppure la cancellazione di servizi quali l’elettricità o la carta di credito all’insaputa della vittima.
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Il cyberstalking, che in buona parte costituisce una variante sociologica dello stalking comunicativo, si sostanzia in tutte quelle condotte di intrusione molesta nella vita altrui, rese possibile attraverso le moderne tecnologie informatiche: invio massiccio di , virus, furto dell’identità digitale, creazione di siti internet ad hoc, discredito e assillamento della vittima su social network di larga diffusione come facebook, messenger, badoo ecc.
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La Corte di Cassazione ha sancito che anche le persecuzioni che avvengono attraverso internet (mail, video, foto) e nei social network sono da considerarsi reato. Un passo importante perchè le mail e facebook sono tra gli strumenti che facilitano maggiormente la vita degli stalker e la rendono impossibile alle vittime.
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Circa il 20% della popolazione è o è stata vittima;
l’80% è di sesso femminile; il 70% ha avuto esiti psico relazionali spesso gravi; il 17% denuncia; nel 90% esiste una rapporto di conoscenza; Le dinamiche dello stalking sono agite nel: 55% circa nelle relazione di coppia; 25% circa nei condomini; 15% sul posto di lavoro; 5% in famiglia circa tra figli, fratelli e genitori. (Fonte: ONS – 2001/2007)
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Circa il 10% degli omicidi dolosi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 sono stati preceduti da atti di stalking. (Fonte: ONS – 2001/2007)
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Lo stalking è entrato a far parte del nostro ordinamento con il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 (convertito in Legge 23 aprile 2009, n. 38), che ha introdotto con l’art. 612 bis c.p. il reato di “atti persecutori”, espressione con cui si è tradotto il termine di origine anglosassone to stalk stalk stalk
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Art. 612 bis - Atti Persecutori
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, e’ punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
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L’INDAGINE “STALKING: UN REATO DA CONOSCERE”
Approfondire il fenomeno in un momento di grande rilevanza mediatica a seguito della introduzione del reato di stalking nel codice penale. Conoscere la dimensione del fenomeno nella Provincia di Novara. Identificare il ruolo dello psicologo nella gestione del percorso della vittima.
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L’INTERVISTA SEMISTRUTTURATA
AREE DA INDAGARE 1. Età della vittima, livello di istruzione, professione svolta, stato civile 2. Età dello stalker, livello di istruzione, professione svolta, stato civile 3. Tipo di relazione vittima–stalker: ex-partner (fidanzamento, matrimonio, convivenza), amicizia, relazione professionale, relazione d’aiuto (professionista-cliente, professionista- paziente), persona poco conosciuta o sconosciuta 4. Tipo di atto persecutorio, ponendo attenzione alla evoluzione degli atti persecutori nel tempo, durata degli atti persecutori
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5. Sintomatologia presentata dalla vittima per tutta la durata degli atti persecutori, modificazioni dello stile di vita, ripercussioni sulla vita privata, sociale e lavorativa Ansia, angoscia, panico Depressione ( tristezza- crisi di pianto- disperazione- pensieri,fantasie suicide) Paura Rabbia, aumento della aggressività Disturbi del sonno Disturbi della alimentazione Disturbo nella attenzione, concentrazione, memoria Riduzione del rendimento scolastico o lavorativo Isolamento, chiusura in se stesso Interruzione di un legame affettivo significativo Iperreattività ( aumento della prudenza e della sospettosità) Evitamento stimoli associati al trauma Limitazione nell’uscire di casa , riduzione delle attività sociali e frequentazione di amici
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6. Strategie difensive antistalking messe in atto dalla vittima
Cambiamento abitudini e orari Modificazione del numero di telefono , della e- mail…. Modificazione della abitazione Modificazione del posto di lavoro Informare amici, familiari e colleghi di lavoro della presenza di atti persecutori Minacciare di rivolgersi alle forze dell’ordine
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7. Sintomatologia presentata dalla vittima al momento attuale
8. Modalità di invio al CSD ( invio da servizi socio-sanitari, pubblicità, ricerca in internet, passaparola, altro…) 9. Conoscenza da parte della vittima del fenomeno dello stalking, della legislazione vigente, percezione del rischio da parte della vittima. 10. Evoluzione della vicenda successivamente al primo colloquio presso il CSD 11. Strategie suggerite alla vittima da parte degli operatori del CSD per gestire il problema, interventi consigliati e/o attuati ( invio a servizi psicologici-Forze dell’Ordine- tutela legale, altro…)
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TIPOLOGIA DI STALKER (classificazione multiassiale, Mullen, 2000) in base a: tipo di relazione stalker-vittima, motivazione. Molestatore “respinto”: ex-partner abbandonato (non accetta la fine della relazione). Motivazione: desiderio di ristabilire la relazione conclusa, tentativo di vendicarsi per il rifiuto, mantenere in vita il rapporto. Molestie insistenti. Presenza di azioni violente precedenti e successive alla fine del rapporto.
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Molestatore “ in cerca di intimità”: persone sole, senza precedenti relazioni.
Motivazione: desiderio di stabilire una relazione. Vittima sconosciuta, conoscenza superficiale, celebrità. Molestie insistenti (credono che la vittima cederà se ci mettono abbastanza impegno), pericolo di azioni violente nel tempo, con o senza convinzione di amore corrisposto.
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Molestatore “ inadeguato”: corteggiatore fallito in cerca di partner.
Motivazione: desiderio di stabilire una relazione. Presenza di più bersagli. Presenza di problematiche come capacità intellettive limitate, scarse competenze sociali e relazionali. Pericolo di azioni violente di fronte a resistenza della vittima.
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Molestatore “rancoroso”: persona che si vendica di un torto che ritiene di aver subito da parte della vittima. Motivazione: desiderio di vendetta, creare paura e tensione nella vittima. Convinzione di essere vittime, di doversi difendere da presunti persecutori, convinzione di essere nel giusto. Errata interpretazione della realtà, comportamenti percepiti e valutati come giustificati. Pericolo di azioni violente ( danno alla immagine della persona e poi alla vittima).
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Molestatore “ predatore”:
aggressore sessuale. Vittima pedinata, inseguita,spaventata. Motivazione : gratificazione desiderio di controllo e di potere nell’organizzare l’aggressione, soddisfacimenti parziali di tipo sadico e/o voyeristico. Pericolo alto di azioni violente. Presenza di disturbi della sfera sessuale.
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