La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Lezione 9-10.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Lezione 9-10."— Transcript della presentazione:

1 Lezione 9-10

2 Percorso generativo Strutture semio- narrative Strutture discorsive
componente sintattica componente semantica llivello profondo operazioni sul quadrato (affermazione/negazione) quadrato semiotico come sistema semantico Strutture semio- narrative livello superficiale sintassi antropomorfa: attanti, modalità, PN Valori investiti su Ov Istanza dell’enunciazione (io-qui-ora) débrayage-embrayage Istanza dell’enunciazione (io-qui-ora) débrayage-embrayage componente sintattica attorializzazione temporalizzazione spazializzazione osservazione-focalizzazione aspettualizzazione (attoriale, temporale, spaziale) componente semantica temi figure punti di vista (ottico-prospettici, cognitivi, valutativi) Strutture discorsive

3 Enunciazione Si definisce enunciazione l’istanza di mediazione linguistica che assicura la messa in enunciati-discorso delle virtualità della lingua Enunciazione è termine che deriva dalla linguistica, ma che usiamo anche per altri sistemi testuali con altre sostanza espressive (visivo, filmico, architettonico)

4 Di fatto ci sono due enunciazione: una è quelle produttiva o creatrice.
Cioè l'atto che produce, da una serie di virtualità, il testo reale e finito.

5 Questa enunciazione è irrecuperabile
Questa enunciazione è irrecuperabile. E' un atto che avviene e che non è più recuperabile nello spazio tempo.

6 Ecco perché ci interessa poco la vita o la storia dell'autore, perché quando l'oggetto è prodotto esso non ha più nessun rapporto (psicologico, autoriale, logico-narrativo) con chi l'ha prodotto empiricamente.

7 L'enunciazione si definisce in due modi diversi a seconda che i presupposti epistemologici siano impliciti o manifesti: è la struttura non linguistica (referenziale) sottesa alla comunicazione linguistica oppure è l'istanza linguistica, logicamente presupposta dall'esistenza stessa dell'enunciato, che ne porta le tracce o marche*. Nel primo caso si parlerà di "situazione di comunicazione", di "contesto psicosociologico” della produzione degli enunciati che una certa situazione, o contesto referenziale*, permette di attualizzare. Nel secondo, dove l'enunciato è considerato il risultato dell'enunciazione, essa gioca il ruolo di istanza di mediazione, che assicura la messa in enunciato-discorso delle virtualità della lingua. Nella prima accezione il concetto di enunciazione si avvicina a quello di atto* di linguaggio, compreso ogni volta nella sua singolarità; nella seconda, l'enunciazione va concepita come una componente autonoma della teoria del linguaggio, come un'istanza che promuove il passaggio tra la competenza* e la performanza* (linguistiche), tra le strutture* semiotiche virtuali che avrà il compito di attualizzare e le strutture realizzate sotto forma di discorso. (Greimas-Courtés, Dizionario ragionato di Semiotica….)

8 L'altra enunciazione è l'istanza enunciazionale, cioè quello che il testo mostra, decide di mostrarci, finge di mostrarci di ciò che lo lega all'atto che l'ha prodotto (i contesti e i soggetti dell’enunciazione). Quando cioè il testo mostra (più o meno implicitamente) il meccanismo che lo ha reso leggibile, osservabile, ascoltabile.

9 Quindi, per esempio, quando si inserirà in una frase il pronome io, oppure un ‘qui’ e un ‘ora, saremo di fronte a dei debrayage enunciazionali (vedi oltre), mentre quando il racconto (l’enunciato) tornerà ad avere il sopravvento, per esempio con la terza persona, avremo un embrayage (enunciazionale).

10 “Cesare invase la Gallia”
“Cesare invase la Gallia”. E’ un enunciato in cui i simulacri del soggetto enunciatore sono nascosti (embrayage enunciazionale- debrayage enunciativo). Io ho letto che“Cesare invase la Gallia” presenta un debrayage enunciazionale, perché con “io” introduciamo il soggetto che ha prodotto l’enunciato (l’enunciatore) che si presenta nel testo (simulacro del soggetto).

11 Riassumendo. Greimas Enunciazione: istanza presupposta dall’enunciato
Carattere simulacrale dell’enunciazione: L’enunciazione può essere un’istanza astratta, non l’atto concreto del locutore/autore reale. L’enunciazione installa in maniera simulata dei soggetti di parola nel discorso (ad esempio un narratore e dei personaggi). Questi sono simulacri dell’enunciazione. Il soggetto dell’enunciazione “reale” il locutore o autore empirico è sempre implicito, inaccessibile e irraggiungibile.

12 Struttura dell’enunciazione in Greimas
Due nozioni chiave: Débrayage (“disinnesco”) Embrayage (innesco)

13 “Débrayage” letteralmente vuol dire disinnesco.
È la disgiunzione, la separazione del testo enunciato dalla situazione dell’enunciazione vera e propria, reale, e quindi la creazione DENTRO al testo di simulacri (tracce, marche, indicatori) dell’io-qui-ora. Il debrayage enunciativo è la proiezione di uno o più soggetti (=attori) DIVERSI da quelli dell’enunciazione, di uno spazio e un tempo DIVERSI da quelli dell’enunciazione.

14 Embrayage È il ritorno, simulacrale, finzionale, alla situazione di enunciazione, e cioè all’enunciatore, al narratore, al soggetto che ha parlato o ai loro destinatari, al tempo e luogo in cui l’enunciatore, narratore, ecc. hanno parlato. È sempre secondario a un débrayage, SEGUE LOGICAMENTE, PRESUPPONE un débrayage.

15 Enunciatario empirico, tempo e spazio empirico in cui legge il testo
Débrayage fondamentale Enunciatore empirico, tempo e spazio empirico in cui produce il testo TESTO con tracce dell’enunciatore, dell’enunciatario, del tempo e dello spazio dell’enunciazione. Enunciatario empirico, tempo e spazio empirico in cui legge il testo

16 Débrayage enunciazionale : nel testo vengono proiettati i simulacri dell’enunciatore e dell’enunciatario (per es. si usano l’io e il tu). (Enunciazione enunciata) enunciativo: il discorso è oggettivato e vengono rimosse le tracce dell’enunciazione (per es. si usa la terza persona) creando un’illusione referenziale.

17 DEBRAYAGE DEBRAYAGE ENUNCIATIVO Proiezione nell’enunciato
(disinnesco, proiezione, disgiunzione da istanza di enunciazione) Proiezione nell’enunciato di attori, spazi, tempi Beato Angelico – Annunciazione (1440) M

18 Débrayage enunciativo: “egli”
Si ha quando si proiettano nel testo soggetti diversi dai protagonisti della situazione di enunciazione ma non si simula la situazione di enunciazione primaria. Racconto o discorso in terza persona. Discorso impersonale, frequente soprattutto nei testi di tipo scientifico o teorico (effetto di oggettività). Il débrayage enunciativo crea sempre un effetto di discorso oggettivo e a volte un effetto di realtà (es.: descrizioni in contesti narrativi).

19 DEBRAYAGE ENUNCIAZIONALE
Il débrayage enunciazionale mette in scena, rappresenta, fa “come se” ci fosse, simula (di qui la parola “simulacro”) una situazione di enunciazione dentro al testo. Ci si trova di fronte all’enunciazione enunciata, cioè la rappresentazione all’interno di un testo della produzione del testo

20 DÉBRAYAGE E EMBRAYAGE EMBRAYAGE
(reiezione, ricongiunzione (mai completamente realizzata ) con istanza di enunciazione) Ritorno verso l’istanza di enunciazione di attori, spazi, tempi. La Storia scompare a favore del discorso Io-Tu Antonello da Messina, Ritratto di condottiero, 1475. M

21

22 distanza e oggettività embrayage enunciativi
P. Cézanne, Giocatori di carte, 1890/92 débrayge enunciativi producono enunciati caratterizzati da marche di impersonalità e effetti di distanza e oggettività embrayage enunciativi tendono a creare effetti di presenza e soggettività Antonello da Messina, L’annunciata,1476.

23

24 Ovviamente i due movimenti di innesco e disinnesco sono complementari a un debrayage enunciativo può accompagnarsi un embrayage enunciazionele e viceversa.

25 Temporalizzazione L’enunciazione riguarda anche il tempo
Proiezione nel discorso di un tempo débrayato rispetto all’enunciazione. “Ieri, ho visto Carlo andare al cinema”

26 I tempi del testo enunciato/narrato possono essere: ANTERIORI
Débrayage temporale I tempi del testo enunciato/narrato possono essere: ANTERIORI CONCOMITANTI POSTERIORI rispetto ai tempi della situazione di enunciazione/narrazione, che funge da punto di riferimento e ancoraggio inevitabile.

27 “ieri sono andato lì” Tempo QUI-ORA-IO Spazio Persona “ieri” “lì”
ISTANZA DI REFERENZA DEL DISCORSO “ieri sono andato lì” Tempo “ieri” Spazio QUI-ORA-IO “lì” Persona “Io (sono andato)” M 6.1.

28 Aspettualizzazione In semiotica generativa si intende per aspettualizzazione «la messa in opera, nel momento della discorsivizzazione, di un dispositivo di categorie aspettuali che rivelano la presenza implicita di un attante osservatore. Questa procedura generale caratterizza le tre componenti di attorializzazione, spazializzazione e temporalizzazione». (Greimas e Courtés, Semiotica, Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, 1979, p. 37) L’aspettualizzazione si colloca al passaggio tra le strutture semio-narrative e astratte e le strutture discorsive, là dove le relazioni logico-astratte si caricano di determinazioni di origine percettiva, ed esprime un punto di vista sull’azione e, più in generale, sui soggetti, gli spazi e i tempi ad essa relativi.

29 Débrayage spaziale Gli spazi di un testo si organizzano secondo l’opposizione spaziale qui vs. altrove: Se lo spazio di cui si parla nell’enunciato coincide con quello in cui è prodotto l’enunciato, il soggetto dell’enunciazione dice “qui”, “in questo luogo”. Nel débrayage spaziale, che spesso di trova nei testi narrativi, lo spazio di cui si parla nell’enunciato è diverso, è un ALTROVE rispetto a quello dell’enunciazione.

30 SPAZIO DELL’ENUNCIAZIONE / SPAZIO DELL’ENUNCIATO
DEBRAYAGE SPAZIALE SPAZIO DELL’ENUNCIAZIONE / SPAZIO DELL’ENUNCIATO (qui) VS (altrove) COINCIDENZA VS NON COINCIDENZA M 6.4.

31 ANALISI SEMIOTICA DELLE IMMAGINI
PLASTICO E FIGURATIVO ANALISI SEMIOTICA DELLE IMMAGINI

32 PLASTICO - FIGURATIVO LE IMMAGINI SI ARTICOLANO IN 2 LIVELLI
LIVELLO PLASTICO LIVELLO FIGURATIVO

33 PLASTICO - FIGURATIVO FIGURATIVO: figure che vengono individuate come oggetti del mondo PLASTICO: forme e colori

34 CATEGORIE PLASTICHE CROMATICHE EIDETICHE TOPOLOGICHE
“L’analisi del piano dell’espressione di un’immagine implica la sua preliminare segmentazione in insiemi discreti, una segmentazione resa possibile dall’organizzazione contrastiva dell’immagine stessa. Le categorie costitutive del sistema che la fonda sono infatti presenti, con i loro termini opposti, nella superficie planare, sotto forma di contrasti di colori, di forme, di direzioni topologiche.” L. Corrain, Introduzione, Semiotiche della Pittura CROMATICHE EIDETICHE TOPOLOGICHE curvilinee rettilinee - Tinta periferico/centrale alto/basso - Saturazione inglobante/inglobato dx/sx - Luminanza (o brillantezza)

35 CAT. TOPOLOGICHE alto destra basso sinistra periferico - inglobante
RETTILINEE CURVILINEE periferico - inglobante centrale - inglobato

36 CAT. TOPOLOGICHE

37 CAT. CROMATICHE rosso vs blu saturo vs desaturato
TINTA Quale è la tinta dominante all’interno di una campitura SATURAZIONE Maggior o minore presenza di bianco nella tinta LUMINANZA (o brillantezza) Maggior o minor luminosità all’interno di una data tinta rosso vs blu saturo vs desaturato + luminoso vs - luminoso

38 CAT. CROMATICHE Tinta Saturazione saturo vs desaturato Luminanza

39 CAT. EIDETICHE - dimensione relativa tipo di forma
caratteristiche linea orientazione ecc. piccolo vs grande triangolare vs quadrangolare retta vs curva vs appuntita/spezzata centrato vs acentrato

40 CAT. EIDETICHE triangolare vs quadrangolare

41 ANALISI Blumen-Mythos Paul Klee Acquerello Dimensioni: 17 x 30,2 cm
(1879 – 1940) Blumen-Mythos (1918) Acquerello Dimensioni: 17 x 30,2 cm Museo di Hannover

42 ANALISI Felix Thürlemann
“Paul Klee: analisi semiotica di Blumen- Mythos –1918” in L. Corrain e M. Valenti Leggere l’opera d’arte. Esculapio, Bologna, 1991.

43 ANALISI

44 ANALISI inanimato animato terrestre terrestre/celeste celeste
senza fiore vegetale con fiore animale colline aggetti rocciosi arcobaleno (?) falci di luna astri collina in alto (?) ciuffi d’erba abeti fiore uccello

45 SEMISIMBOLICO Relazione tra E/C RELAZIONE SIMBOLICA
Conformità tra piani (corrispondenza termine a termine tra piano dell’espressione e piano del contenuto) Segni non sono scomponibili in figure e non sono commutabili Es. Semaforo E: C: “arrestarsi” “rallentare” “partire” RELAZIONE SEMIOTICA Non-conformità tra piani (non- corrispondenza termine a termine tra piano dell’espressione e piano del contenuto) Segni sono scomponibili in figure e sono commutabili Es. E: /un/  /u/ + /n/ C: “un”  “indet.” + “sing.” “masch.”

46 SEMISIMBOLICO Relazione tra E/C Es. Gestualità di Assenso / Dissenso
RELAZIONE SEMI-SEMIBOLICA Conformità tra piani tra categorie Segni sono sono commutabili Es. Gestualità di Assenso / Dissenso E: /verticalità/ - /orizzontalità/ C: “SI” - “NO” /verticalità/ : /orizzontalità/ = “SI” : “NO”

47 ANALISI Espressione Contenuto RELAZIONE GENERALE:
linea : superficie = “animato” : “inanimato” PERIFERIA (superfici) curvo : diritto = “celeste” : “terrestre” alto : basso = “celeste” : “terrestre” CENTRO: Espressione Contenuto

48 L’asse paradigmatico si compone per correlazioni/opposizioni fra categorie
Bene Male Natura cultura Bello brutto Verità falsità Opposizione sul piano del contenuto

49 Opposizioni piano espressione
Esistono, però, anche relazioni/opposizioni fra categorie del piano dell’espressione Opposizioni piano espressione

50 La ricerca sul semisimbolismo è stata in particolar modo stimolata dall’interrogazione sullo statuto di queste unità sintagmatiche che i pittori chiamano contrasti* plastici; questi, infatti, possono realizzare nell’immagine una sovrasegmentazione significante di cui non rende affatto conto la semplice lessicalizzazione della dimensione figurativa. Una tale organizzazione contrastiva del testo visivo offre all’analista un vantaggio metodologico apprezzabile: essa permette di riconoscere le categorie* con i loro termini presenti su una stessa superficie, senza dover ricorrere alle procedure di comparazione tra differenti enunciati. Ma soprattutto, l’organizzazione contrastiva rappresenta in sé stessa una paradigmatizzazione del discorso.

51 Simbolo, segno e semisimbolo
In un sistema di segni (sistema biplanare o sistema semiotico propriamente detto) si ha la possibilità di scomporre e commutare gli elementi di un piano, restando all'interno del sistema stesso. Espressione e contenuto, in presupposizione reciproca, non sono conformi.  In un sistema simbolico, per certi versi accade tutto il contrario: gli elementi non sono scomponibili, e vi è conformità tra il piano dell'espressione e quello del contenuto. Il caso più interessante è quello del semisimbolismo, in cui vi è conformità tra i piani e commutabilità tra gli elementi. Un sistema semisimbolico articola categorie del piano dell'espressione con categorie del piano del contenuto attraverso relazioni oppositive. Realizza una sorta di codice che funziona localmente in un testo.

52 Modo semisimbolico: frontalità-profilo

53 Cimabue

54 Giotto: negazione frontalità di Cristo

55 Iraq: frontalità affermata e negata

56 In una relazione semisimbolica, le coppie di oppositive sul piano dell’espressione restano fisse, ma, nei singoli sistemi locali (testi), le coppie corrispondenti sul piano del contenuto possono variare. L’opposizione frontalità- profilo o quella alto-basso o quella interno- esterno o quella opaco-riflettente possono avere diversi corrispondenti sul piano del contenuto in differenti testi.


Scaricare ppt "Lezione 9-10."

Presentazioni simili


Annunci Google