Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
PubblicatoAlbertina Gigli Modificato 11 anni fa
1
Capitolo 1 Uno spazio europeo? 1.1 L’evoluzione del sistema – Europa scheda 1.1 : lo spazio di Schengen 1.2 L’Europa come nodo geoeconomico mondiale 1.2.1 spazio delle multinazionali 1.2.2 rete degli investimenti diretti esteri 1.2.3 commercio mondiale 1.2.4 Europa nell’economia mondiale 1.3 Uno sguardo geografico sull’Unione Europea 1.3.1 alcune chiavi interpretative 1.3.2 politiche comunitarie scheda 1.2: la nozione di transcalarità
2
Capitolo 1 Uno spazio europeo?
Cosa intendiamo per sistema EUROPA? IL TERRITORIO Ruolo dell’Europa nel sistema geopolitico mondiale DIMENSIONE ESTERNA Cosa succede all’interno dell’Europa (orizzonte geopolitico: la tenuta del ruolo internazionale) DIMENSIONE INTERNA
3
L’Europa è uno spazio geografico, cioè un insieme di relazioni che
IL TERRITORIO L’Europa è uno spazio geografico, cioè un insieme di relazioni che legano tra di loro singoli oggetti sulla superficie terrestre. L’Unione Europea è un nuovo elemento geografico, una realtà economica e sociale, che dal 2007 unisce 27 Stati membri. Può essere considerata come un sistema, ovvero un insieme di elementi geografici, di entità territoriali separate da distanze, tra le quali prendono forma relazioni di diversa natura, visibili o definite dal suo osservatore. Il territorio è l’insieme dei caratteri materiali e immateriali che qualificano un determinato luogo. Nelle parole di Claude Raffestin (1981), lo spazio si pone in una posizione di “anteriorità concettuale” rispetto al territorio, interpretabile come uno spazio investito dall’azione materiale ed immateriale dell’uomo, soggetto quindi a continue trasformazioni.
4
COME INDIVIDUARE IL SISTEMA EUROPA?
Criterio geografico: le relazioni sono individuate attraverso categorie interpretative che consentono di prendere in considerazione il divenire dello spazio europeo e delle politiche che ne orientano le trasformazioni territoriali: Il concetto di SCALA si riferisce alla strutturazione di più “livelli” nell’organizzazione, nell’esperienza e nella rappresentazione dei fenomeni geografici e permette di considerare le problematiche del territorio comunitario a una pluralità di scale territoriali (locale, regionale, macroregionale , nazionale e sovranazionale ) con un approccio detto appunto “multiscalare” o “transcalare”. scheda 1.2: la nozione di transcalarità «transcalarità debole» o «multiscalarità»: passare da una scala territoriale all’altra (utilizzare strumenti di analisi per passare da una scala all’altra;) 2. «transcalarità forte»: considerare congiuntamente diversi livelli territoriali (relazioni che esistono tra territori di grandezze diverse)
5
SPAZIO INTERNO e SPAZIO ESTERNO : dimensioni analitiche che consentono di prendere in considerazione sia l’organizzazione diversificata del territorio comunitario e delle sue trasformazioni, sia l’insieme delle forme di relazione e di interazione dell’Unione con i territori esterni a diverse scale territoriali. PRINCIPIO AREALE e PRINCIPIO RETICOLARE: principi organizzativi che si combinano tra loro nel definire le caratteristiche dei diversi territori. Il primo comprende le relazioni fondate sulla contiguità fisica che si instaurano fra i diversi elementi dell’organizzazione territoriale; il secondo riguarda l’instaurazione di relazioni a distanza in uno spazio discreto POLARIZZAZIONE della struttura spaziale dei territori. La distribuzione delle funzioni in corrispondenza dei maggiori centri è il risultato di una tendenza alla polarizzazione che comporta un modello organizzativo di tipo gerarchico, essendovi un rapporto di dipendenza fra il centro- periferia . La distribuzione è invece diffusa se le funzioni coinvolgono centri di diversa dimensione e comporta relazioni di interconnessione e interdipendenza fra i centri, che danno luogo a rapporti di complementarietà reciproca. Sono fenomeni che possono essere individuati a diverse scale (transcalarità). RAPPORTO CITTÁ-CAMPAGNA: Se contesti urbani e contesti rurali seguono percorsi di sviluppo separati, con la conseguente progressiva marginalizzazione degli spazi rural, si parla di «sviluppo duale»; se si realizzano forme di partnership fra città e campagna, fondate su una complementarietà realizzata su base paritaria si parla di «sviluppo integrato»
6
COSA SUCCEDE DOPO LA II GUERRA MONDIALE?
16 aprile 1948: Organizzazione europea per la cooperazione economica (OECE), organizzazione permanente destinata a controllare la distribuzione degli aiuti americani del Piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale. 4 aprile 1949: Consiglio d’Europa firmato a Washington il trattato difensivo stipulato tra le potenze dell'Atlantico settentrionale a cui poi aderiranno anche paesi non geograficamente Atlantici come l'Italia, la Grecia, la Turchia ecc. la nascita dell'accordo trova origine dal timore, molto radicato in quel periodo, di un possibile attacco dell’Unione Sovietica a una delle nazioni dell' Europa occidentale 1949 Patto Atlantico: Tutela dei diritti dell'uomo, della democrazia parlamentare e garanzia del primato del diritto; Sviluppo dell'identità europea, basata su valori condivisi, che trascendono le diversità culturali. Conclusione di accordi europei per armonizzare le pratiche sociali e giuridiche degli Stati membri Comecon: Il Consiglio per la Mutua Assistenza Economica fu un'organizzazione economica degli stati comunisti, una sorta di corrispondente nel blocco orientale della Comunità Economica Europea Patto di Varsavia: Patto militare costituito dall’URSS e da altre nazioni a regime comunista
7
L’evoluzione del sistema-Europa (1951-1999)
- sottoporre la produzione franco- tedesca ad un’alta Autorità comune in una organizzazione aperta alla partecipazione degli altri 4 Stati - rafforzare le singole dimensioni nazionali inadeguate ai tempi - ridurre la conflittualità intra-europea - promuovere lo sviluppo di un’Europa più forte 1951 Trattato di Parigi : Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo 1957 Trattato di Roma : Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom); Comunità economica europea (CEE o Mercato comune) ----- 1979: Sistema monetario europeo (Sme) 1985: Trattato di Schengen (Lussemburgo) : Atto Unico Europeo 1992: Trattato di Maastricht UNIONE EUROPEA (UE) 1999: Nasce la moneta unica, valuta ufficiale di 11 (e dal 2001 di 12) dei 15 Paesi dell’Unione. Sviluppo della ricerca scientifica, tecnica e applicata nell’uso pacifico dell’energia atomica • progressiva liberalizzazione degli scambi tra Paesi membri; • politica commerciale e agricola comune • organismo sovranazionale Creazione di un’area di stabilità monetaria in seguito alle crisi petrolifere Sistema di tassi fondati sull’ECU (European Currency Unit)… anticipazione dell’EURO come moneta unica. rafforza la libera circolazione dei cittadini degli Stati aderenti, abolisce i controlli alle frontiere Chi ha aderito?? Cosa succede per i Paesi entrati nel 2004 e nel 2007? Si snelliscono i processi decisionali, si aumentano i poteri della CEE, si introducono linee politiche comuni anche nei settori : fiscale, occupazionale, sanitario, ambientale. per ricondurre ad un quadro unitario (seppure con piccole differenze) i 3 grandi aspetti della sovranità nazionale • politica monetaria ed economica • politica estera e di difesa • politica di sicurezza interna e di giustizia
8
L’evoluzione del sistema-Europa (2012)
1981 10. Grecia 1986 11. Spagna 12. Portogallo 1995 13. Austria 14. Finlandia 15. Svezia 2004 16. Cipro 17. Estonia 18. Lettonia 19. Lituania 20. Malta 21. Polonia 22. Rep.Ceca 23. Slovacchia 24. Slovenia 25. Ungheria 2007 26.Romania 27. Bulgaria 1. Belgio 2. Germania 3. Francia 4. Italia 5. Lussemburgo 6. Paesi Bassi 1973 7. Danimarca 8. Irlanda 9. Regno Unito NO EURO NO SHENGHEN (regime di transizione) 2012 ? Turchia Croazia Repubblica di Macedonia
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.