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By adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 1 NORMAZIONE INTEGRATA Processi di formazione by adarosa ruffini.

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Presentazione sul tema: "By adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 1 NORMAZIONE INTEGRATA Processi di formazione by adarosa ruffini."— Transcript della presentazione:

1 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 1 NORMAZIONE INTEGRATA Processi di formazione by adarosa ruffini

2 Università Pisa 2011 2 Approccio metodologico: 1. Analisi esegetica del fenomeno della normazione 2. Distinzione tra normazione cogente e normazione volontaria 3. Utilizzazione delle norme convenzionali e pattizie 4. Inserimento del fenomeno della normazione armonizzata in un contesto di mercato globalizzato.

3 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 3 Norma : per la sopravvivenza della collettività per il perseguimento dei fini ritenuti preminenti per il gruppo Effettività della norma è data dalla consapevolezza che la disposizione normativa definisce un interesse ritenuto fondante per la convivenza di un'organizzazione Giuridicità della norma dal mancato rispetto di una norma deriva l'applicazione di una sanzione il momento legislativo è un momento che cristallizza rapporti e interessi ritenuti fondanti un ordinamento nasce quando in un gruppo sociale si pone l'esigenza di regolamentare i comportamenti dei singoli:

4 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 4 ad esempio UE che esprime la sua opera legislativa attraverso l'emanazione di Direttive e Regolamenti NORMATIVA COGENTE E' formata: dall'insieme di norme che ciascun Stato emana attraverso l'opera di Organi istituzionalmente preposti ad emanare leggi dal recepimento di norme predisposte da Entità Statali superiori

5 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 5 *- Normativa cogente secondo la gerarchia piramidale delle fonti del diritto italiano: Regolamenti Enti Locali Costituzione Leggi costituzionali Direttive e regolamenti europei Leggi ordinarie del parlamento, Decreti legge (dl.), Decreti legislativi (d.lgs.) Leggi regionali

6 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 6 LE LEGGI DELLO STATO cosa sono : La loro violazione è giurisdizionalmente sanzionata Definiscono caratteristiche e/o comportamenti ritenuti cogenti e non derogabili Disposizioni precettive promulgate da uno Stato Non possono essere oggetto di negoziazione privata.

7 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 7 hanno ad oggetto : Disposizioni che tutelano lo Stato ed il cittadino in merito a: incolumità e salute dei singoli e della collettività integrità di una Nazione integrità dello Stato ordine pubblico interno integrità dei beni e del patrimonio salvaguardia dellambiente impatto ambientale, sviluppo sostenibile siti produttivi infrastrutture telecomunicazioni trasporti reti efficenza e trasparenza del mercato semplificazione degli scambi attività economiche ed imprenditoriali distribuzione del rischio economico tra le varie fasi della produzione LE LEGGI DELLO STATO

8 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 8 LE DIRETTIVE dellUNIONE EUROPEAobiettivi Eliminazione degli ostacoli tecnici alla libera circolazione dei prodotti e dei servizi; Prescrizione obbligatoria per gli Stati aderenti dei requisiti essenziali: della sicurezza ( safety e security), del risparmio energetico, della tutela del consumatore, della tutela dellambiente della tutela della safety dei lavoratori allinterno delle infrastrutture produttive Predisposizione dei criteri o paradigmi della presunzione di conformità dei prodotti e dei servizi in riferimento alle Direttive stesse

9 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 9 Le norme cogenti non riescono ad esaurire tutte le esigenze di disciplina dei vari settori e soprattutto l'evoluzione nel tempo di queste esigenze. Perché? Per il loro carattere statico ( esempio: la Costituzione ha una data ed è stata predisposta in un certo periodo storico; recepisce quindi le esigenze di quel momento) Per il loro carattere generale ( è impossibile disciplinare con gli strumenti legislativi cogenti ogni possibile situazione che si possa verificare)

10 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 10 Le norme convenzionali e pattizie vengono anche chiamate norme tecniche Nasce quindi l'esigenza di adottare norme convenzionali e pattizie che, sinergiche alla normativa cogente, disciplinino in maniera più performante le varie materie

11 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 11 Sono documenti: accessibili al pubblico predisposti con la cooperazione ed il consenso di tutte le parti interessate alla loro redazione fondati sui risultati congiunti della scienza, della tecnologia e dellesperienza finalizzati al vantaggio ottimale degli utenti approvati da un Organismo qualificato sul piano nazionale, comunitario od internazionale. successivamente alla loro approvazione vengono : aggiornati e mantenuti LE NORME TECNICHEche cosa sono :

12 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 12 che cosa contengono : caratteristiche tecniche di materiali caratteristiche tecniche di prodotti modalità di svolgimento di attività disciplinano i vari aspetti della sicurezza LE NORME TECNICHE

13 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 13 caratteristiche : hanno carattere volontario e pattizio si applicano per libera scelta sono concordate nello schema di unintesa di tipo contrattuale. LE NORME TECNICHE

14 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 14 hanno lo scopo : di definire e/o normalizzare caratteristiche di prodotti, materiali, servizi ed attività di estendere tale normalizzazione ad aree di mercato sempre più vaste. LE NORME TECNICHE

15 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 15 Quali sono : Le norme UNI ( nazionali) Le norme EN ( europee) Le norme ISO (internazionali) Dagli ENTI DI NORMAZIONE Da quali Enti sono emanate? LE NORME TECNICHE

16 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 16 LUNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione - costituisce un esempio di associazione privata che svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario, con esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico, già di appartenenza del CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano. ENTI DI NORMAZIONE

17 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 17 La competenza dell'UNI, quale Organismo Nazionale di Normazione, è stata riconosciuta dalla Direttiva Europea n.189 del marzo 1983 (83/189/CEE), recepita dallordinamento italiano con la Legge n. 317 del 21 giugno 1986. Costituito sin dal 1921 per unificare le tipologie produttive e facilitare l'intercambiabilità dei pezzi dellindustria meccanica, ha assunto sempre più importanza nel contesto economico del paese; nel 1928 la Confindustria ne riconobbe il ruolo fondamentale per l'economia e ne promosse l'estensione a tutti i settori industriali. ENTI DI NORMAZIONE

18 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 18 ENTI DI NORMAZIONE Il CEN (Comité Européen de Normalisation), che ha sede a Bruxelles è il comitato europeo responsabile della normalizzazione in tutti i campi, eccetto quello Elettrotecnico (demandato al CENELEC) e quello delle Telecomunicazioni (demandato allETSI), in ambito Europeo. Laccordo di cooperazione tecnica con la sua controparte internazionale ISO è il Vienna Agreement.

19 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 19 ENTI DI NORMAZIONE Lattività di normalizzazione a livello internazionale e svolta dallISO (International Organization for Standardization), federazione mondiale composta da 140 Stati che rappresentano altrettanti organismi nazionali di normalizzazione, uno per ciascuno dei paesi aderenti. LISO è una organizzazione non governativa, creata nel 1947. La sua funzione istituzionale è quella di favorire nel mondo lo sviluppo della normalizzazione e delle attività connesse con lobiettivo di facilitare, tra le nazioni, lo scambio di beni e servizi e di sviluppare la cooperazione nel campo intellettuale, scientifico, tecnico ed economico.

20 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 20 E interessante sottolineare che lattività svolta dallISO si concreta in accordi internazionali che vengono pubblicati sotto la dizione di norme internazionali. A conferma di quanto esposto, la normalizzazione internazionale inizia dal settore elettrotecnico con la creazione, già nel 1906, della Commissione Elettrotecnica Internazionale (CEI) ed in campo meccanico con la Federazione internazionale delle associazioni nazionali di normalizzazione (ISA), istituita nel 1926. La sua attività cessò bruscamente nel 1942 a causa dello scoppio della seconda guerra Mondiale. ENTI DI NORMAZIONE

21 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 21 Per effetto della riunione tenutasi a Londra nel 1946, i Delegati di 25 paesi sottoscrissero un protocollo dintesa che aveva ad oggetto la creazione di una nuova organizzazione internazionale che facilitasse il coordinamento e lunificazione sovranazionale delle norme industriali, l ISO, appunto, ufficialmente istituita il 23 febbraio dellanno successivo. Una curiosita : ISO non è solo un acronimo, derivando lessicalmente il significato dal greco isos che significa uguale. ENTI DI NORMAZIONE

22 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 22 SETTORE LEGISLATIVO (obbligatorio) Direttive dellUnione Europea Leggi degli Stati Membri SETTORE NORMATIVO TECNICO (volontario e pattizio) Norme Internazionali (ISO) Norme Europee (EN) Norme Nazionali (UNI) SINTESI NORMAZIONE

23 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 23 NORMAZIONE INTEGRATA E GLOBALIZZAZIONE La Globalizzazione viene definita come un fenomeno per cui le economie e i mercati nazionali, grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche, vanno diventando sempre più interdipendenti, fino a diventare parte di un unico sistema mondiale». Della globalizzazione si evincono due dimensioni: Economica e Mass-mediatica entrambe danno origine Alla scomparsa delle sfumature nazionali e locali All'accentuazione del fenomeno della standardizzazione dei costumi e dei mercati

24 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 24 La globalizzazione è quindi un fenomeno che può essere concepito ai fini della normazione come: una compressione spazio-temporale unaccelerazione dellinterdipendenza una contrazione del mondo NORMAZIONE INTEGRATA E GLOBALIZZAZIONE dominio dei consumi dominio finanziario dominio culturale dominio linguistico dominio economico

25 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 25 ad un Nouvelle Approche creare le basi di una comune politica europea ed internazionale assicurare omogeneità giuridica tra gli Stati ridurre il controllo delle autorità pubbliche dei singoli Stati fissare i requisiti essenziali e generali di conformità, a tutela della sicurezza della collettività e dei beni definire procedure per rendere obbligatoria tale conformità ai requisiti integrare la garanzia di qualità e di eccellenza nello sviluppo tecnologico fissare regole precise, dettagliate e trasparenti tra gli stakeholders NORMAZIONE INTEGRATA E GLOBALIZZAZIONE

26 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 26 U tilizzazione della, legislazione nella sua matrice interdisciplinare per la creazione di un modello di sviluppo Che persegua lobiettivo prescelto. PERCORSO CONCETTUALE Nouvelle Approche Nouvelle Approche

27 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 27 Sistema delle fonti normative nazionali & sovranazionali cogenti & volontarie LA LEGISLAZIONE LO STRUMENTO Nouvelle Approche Nouvelle Approche

28 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 28 nella creazione del modello di sviluppo MODALITA Interdisciplinarità o multidisciplinarità Nouvelle Approche Nouvelle Approche

29 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 29 PROFESSIONALITA COMPETENZA CONOSCENZA OBIETTIVO ARCHETIPO CONCETTUALE UNICO caratterizzato da Nouvelle Approche Nouvelle Approche

30 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 30 CONOSCENZA Nouvelle Approche Nouvelle Approche Piano strategico di sicurezza collettiva Definizione degli stakeholders Governance delle loro relazioni (Private & Public Partnership) Centralità del contratto (contratto nazionale e/o internazionale come momento di incontro delle volontà per la formazione di un consenso allargato e condiviso)

31 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 31 COMPETENZA PIANO MACROECONOMICO Efficienza dei servizi e delle infrastrutture per la competività dellintero sistema economico PIANO MACROTERRITORIALE Perseguimento della balance of power tra lefficienza dei servizi e delle infrastrutture ed il miglioramento della qualità ambientale Nouvelle Approche Nouvelle Approche

32 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 32 PROFESSIONALITA Capacità di gestire le tematiche trattate attraverso la redazione di protocolli e/o procedure di governance certificata Nouvelle Approche Nouvelle Approche

33 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 33 RISCHIO & Gestione del rischio

34 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 34 Lesigenza dellautoprotezione è presente come caratteristica fondamentale nel genoma di tutte le forme biologiche ed è elemento fondante di ogni tipo di aggregazione umana. IL RISCHIO Ciascun ordinamento giuridico ( Stato) sceglie e definisce gli interessi che vuole difendere Gli interessi coincidono con i contenuti delle norme ( slide n. 7)

35 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 35 Gli strumenti con i quali si tutelano dal RISCHIO questi interessi sono: Tecnica della predisposizione dei piani per raggiungere gli scopi prescelti Tecnica dellorganizzazione Sistema delle fonti normative nazionali e sovranazionali LA STRATEGIA LA LOGISTICA LA LEGISLAZIONE IL RISCHIO

36 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 36 Ogni tipo di aggressione o di situazione di pericolo immediata o ipotetica DEFINIZIONE RISCHIO TIPOLOGIE DEL RISCHIO PREVEDIBILEIMPREVEDIBILE IL RISCHIO

37 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 37 RISCHIO PREVEDIBILE La possibilità probabile, o altamente probabile, del verificarsi di un evento che generi un danno. Il rischio di questa prima tipologia costituisce loggetto della regola generale. DEFINIZIONE IL RISCHIO

38 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 38 RISCHIO IMPREVEDIBILE La possibilità assolutamente eccezionale che si verifichi un evento che generi un danno. Il rischio di questa seconda tipologia ha la possibilità di verificarsi solo in presenza di congiunture molto particolari e costituisce loggetto della regola speciale. DEFINIZIONE IL RISCHIO

39 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 39 VALUTAZIONE DEL RISCHIO LIVELLO È funzione del grado di conoscenza della situazione e/o dellazione che genera pericolo PROBABILITA Indica la misura che levento si verifichi IMPATTO Definisce leffetto (danno) derivato dal verificarsi dellevento AZIONI CORRETTIVE Indicano gli interventi per ridurre o flemmatizzare il rischio GESTIONE IL RISCHIO

40 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 40 Con la parola sicurezza (contesto di sicurezza) si identificano nel vocabolario italiano tutte le condizioni oggettive esenti da pericolo o, comunque, garantite dal verificarsi di eventi pericolosi. Nel linguaggio internazionale è ben recepita la distinzione che la lingua inglese opera tra i termini security e safety e tale distinzione è prevalsa anche a livello di normativa europea. SICUREZZA 40

41 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 41 EVENTO DOLOSOEVENTO FORTUITO Il rischio di un danno ai beni ed al patrimonio che può essere provocato intenzionalmente e non, da uno o più soggetti, Il rischio di un danno alle persone fisiche che può essere causato non intenzionalmente e non nel corso di una attività lavorativa, sportiva, casalinga etc indica SICUREZZA EMERGENCY SAFETYSECURITY

42 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 42 SICUREZZA SISTEMA SICUREZZA Fasi di realizzazione Effettuazione dellanalisi e della valutazione dei rischi Definizione del livello di accettabilità dei rischi individuati Attuazione delle misure tecniche e procedurali/organizzative e gestionali Informazione e formazione Valutazione della tollerabilità del rischio residuo

43 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 43 SICUREZZA MATRICE GESTIONALE ED OPERATIVA UNICA ORGANIZZAZIONE PROFESSIONALITA conoscenza, competenza, esperienza

44 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 44 Sino allepoca della guerra fredda il controllo della sicurezza degli Stati era riservato ai vertici più alti dei Governi mentre il controllo della tensione sociale interna, che sfociava nella commissione dei reati contro i singoli, la collettività ed i beni era demandato, per funzione istituzionale, a Organi dello Stato e da questi svolto prevalentemente con risorse umane. GESTIONE DEL RISCHIO

45 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 45 La previsione e la gestione del rischio hanno subìto oggi un grande cambiamento e non sono più unicamente riferite alle strutture militari e alle forze dellordine tradizionalmente intese GESTIONE DEL RISCHIO

46 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 46 il crollo della radicalizzazione politica che contrapponeva lEuropa occidentale a quella dellEst, lemergere prepotente di realtà nazionali caratterizzate da differenti culture, laumento del benessere generale dal quale è derivato un più articolato tenore di vita, la facilità delle comunicazioni e degli scambi, Eventi come: hanno fatto sì che il rischio non sia più gestito unicamente ai vertici ma sia diventato un problema delluomo comune che lo deve affrontare e circoscrivere allinterno della sua quotidianità e nel contesto della sua normalità. GESTIONE DEL RISCHIO

47 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 47 Nel mondo economico e tecnologico attuale, la complessità dei rapporti di forza derivata dalla globalizzazione degli scambi ha creato per il singolo, per la collettività e per gli operatori dei nuovi rischi. In tale contesto linformazione e la conoscenza sono definiti, a buon diritto, un atout strategico. GESTIONE DEL RISCHIO

48 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 48 I nuovi operatori agiscono nel contesto attuale ad un livello concettuale più ampio di quello tradizionale e prevedono sistemi di controllo del rischio più sofisticati. La gestione delle risorse che prevengono e controllano il rischio è diventata un nuovo mestiere, il mestiere dei gestori dellera degli accessi. GESTIONE DEL RISCHIO

49 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 49 Con tecniche di studio di avanzata complessità essi predispongono gli interventi più performanti per raggiungere gli obbiettivi prefissi e risolvere i conflitti nelle aree di interesse e di crisi. La loro attività consente di valutare efficacemente la realtà e di programmare piani di analisi. GESTIONE DEL RISCHIO

50 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 50 Qualsiasi intervento normativo che abbia ad oggetto la materia della sicurezza in senso lato è comunque un compromesso, o per meglio dire una negoziazione, tra i diritti della libertà della persona e del mercato, inteso tanto in senso economico quanto finanziario, e le istituzioni. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

51 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 51 procedere alla qualificazione delle categorie degli operatori, economici e non, cui sono riservati i codici di accesso delle rotte. definire le modalità che controllano, nel mercato, le rotte dei prodotti, dei servizi e dei processi Stabilire leggi sulla sicurezza significa INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

52 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 52 i cittadini si sono riservati, singolarmente o collettivamente, per garantirsi lordine e la stabilità, nonché la difesa dei diritti inalienabili stabiliti dai principi costituzionali. La possibilità di incidere sulle istituzioni funzionalmente competenti per ottenere una corretta legislazione sulla sicurezza è stata lopportunità che INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

53 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 53 quale tipo di ordinamento siamo disposti ad accettare per garantirci il controllo del rischio ed il controllo dei suoi flussi dai quali deriva la sua normalizzazione, tenuto conto di una globalizzazione sempre più rapida ed estesa non solo in senso geografico e della crescente tensione sociale da ciò derivante. Linterrogativo che ci si pone è: INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

54 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 54 La gestione della sicurezza deve essere preceduta da una puntuale conoscenza delle sue problematiche e da una corretta informazione; è infatti la consapevolezza di tutti, e non solo quella di coloro che la stabiliscono, che procura un consenso cosciente ed allargato alla formazione delle regole, tanto nazionali quanto sovranazionali, atte a controllare il rischio a medio e lungo termine. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

55 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 55 LUnione Europea ha dovuto elaborare strategie per prevenire, controllare e flemmatizzare il rischio, utilizzando a pieno titolo gli strumenti giuridici suoi propri (le Direttive e i Regolamenti) idonei ad esercitare in tal senso una forte coercizione sugli Stati Membri. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

56 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 56 Il legislatore non ha ancora preso in considerazione le varie componenti della sicurezza, armonizzandone la disciplina e rendendola idonea a colmare lo scarto che si è creato nella dinamica fattuale tra la componente umana e quella tecnologica della prevenzione (utilizzazione del binomio tecnologia – uomini). In Italia è stato da più parti rilevato che la carenza legislativa in materia è a tuttoggi vistosa. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

57 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 57 In particolare la tutela dellutente finale, sia esso il singolo o la collettività, e sopratutto loggetto della tutela, imporrebbero al legislatore la predisposizione di una moderna ed articolata struttura normativa che disciplinasse larea tecnologica dei nuovi sistemi di protezione delle persone e dei beni, nonchè i profili soggettivi degli operatori che agiscono di fatto in queste zone ancora totalmente franche. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE 58

58 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 58 IL NUOVO APPROCCIO NORMATIVO Lesigenza della tutela della sicurezza nella quasi totalità dei settori delleconomia, dellindustria, delle tecnologie e dei trasporti ha compulsato gli organismi nazionali e sovranazionali affinché elaborassero strategie legislative di riferimento. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

59 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 59 La normazione armonizzata è stata realizzata attraverso: La formazione di Norme Certificative Volontarie o Regole Tecniche Lemanazione di Norme Comunitarie La promulgazione di leggi dei singoli Stati. INTRODUZIONE LEGISLAZIONE

60 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 60 NAZIONALE La violazione di una legge dello Stato produce responsabilità in capo a colui, o coloro, che hanno posto in essere tale condotta illegittima. LEGISLAZIONE

61 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 61 RESPONSABILITA LEGISLAZIONE Quando un soggetto compie un fatto illegittimo per il quale la legge prevede una sanzione a favore di un Ente pubblico, o meglio, di un Ente esponenziale di interessi Pubblici. RESPONSABILITA PENALE A RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA B Art. 27 Costituzione Quando un soggetto pone in essere con la propria condotta un evento che la legge qualifica come reato. La responsabilità penale è personale.

62 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 62 Quando un soggetto con la propria condotta, dolosa o colposa, provoca un danno ingiusto ad un altro soggetto. EXTRACONTRATTUALE o AQUILANA Art. 2043 CC Quando un soggetto, allinterno di uno schema negoziale sinallagmatico (contratto), non esegue esattamente la prestazione dovuta, a meno che non provi che linadempimento, o il ritardo, siano derivati da causa a lui non imputabile. CONTRATTUALE Art. 1218 CC RESPONSABILITA CIVILE C RESPONSABILITA LEGISLAZIONE

63 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 63 Principio generale del neminem laedere Costituisce il parametro generale che sottende la responsabilità derivante dal fatto illecito RESPONSABILITA EXTRACONTRATTUALE o AQUILIANA C1 RESPONSABILITA LEGISLAZIONE

64 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 64 La prestazione deve essere eseguita in modo esatto e tempestivo. Si ha responsabilità contrattuale in caso di inadempimento del contratto. Le parti hanno piena libertà di disciplinare i propri rapporti negoziali di carattere economico purché non contrari a: - ordine pubblico; - buon costume; - norme imperative di legge. Principio dellautonomia negoziale. RESPONSABILITA CONTRATTUALE C2 RESPONSABILITA LEGISLAZIONE

65 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 65 Dal verificarsi di tutti i tipi di responsabilità discende lobbligo al risarcimento del danno. RISARCIMENTO LEGISLAZIONE

66 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 66 Per responsabilità extracontrattuale 1 per equivalente - danno biologico, ed altre categorie di danno elaborate dalla dottrina quali, esemplificativamente: - danno morale - danno estetico - danno alla vita di relazione - danno alla capacità lavorativa in forma specifica (qualora ciò sia in tutto o in parte possibile) si risarcisce, ex art. 2058 CC, o DANNO LEGISLAZIONE

67 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 67 2 Per responsabilità contrattuale il danno emergente ( la perdita subita) il lucro cessante (mancato guadagno o perdita di chance) e si risarcisce, ex art. 1223 CC, DANNO LEGISLAZIONE

68 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 68 3 Per Responsabilità della Pubblica Amministrazione 3.1 Quando la P.A. interagisce con i cittadini a livello paritetico, risponde nei loro confronti a titolo di responsabilità contrattuale. Quando la P.A. si pone nei confronti dei cittadini in modo autoritativo perché tutela linteresse pubblico si colloca, rispetto ad essi, ad un livello superiore. 3.2 In tali casi il privato non vanta nei confronti dellAmministrazione diritti soggettivi ma può ben esigere che l Amministrazione svolga correttamente la propria attività. Linteresse del privato a che la Pubblica Amministrazione svolga la sua attività correttamente si chiama interesse legittimo. DANNO LEGISLAZIONE

69 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 69 Le norme che regolano lattività della P.A. si chiamano Norme di Azione e si sostanziano nel Principio di Uguaglianza, Correttezza e Buona Amministrazione. Se non fossero rispettate, lattività della P.A. sarebbe arbitraria. La violazione delle Norme di Azione che vincolano lesercizio dellattività della Pubblica Amministrazione da luogo alla lesione degli interessi legittimi di cui i cittadini sono titolari. Attraverso la creazione della figura degli interessi legittimi si è superato, quindi, il mero assoggettamento del privato allattività esercitata dalla P.A. e gli si è attribuito il controllo della legittimità delloperato dellEnte Pubblico. DANNO LEGISLAZIONE

70 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 70 STRATEGIA Piano Strategico di Sicurezza Collettiva La globalizzazione è un processo originato da una pluralità di fattori: in forza del quale tutte le economie nazionali del nostro pianeta sono oggi legate da una strettissima interdipendenza. tecnologici; economici; ideologici; politici; giuridici,

71 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 71 PIANI STRATEGICI STRATEGIA Per un verso questa interdipendenza genera una compenetrazione di interessi, legami, condizionamenti e comunicazioni che avvicinano tra loro gli Stati più di quanto sia avvenuto normalmente in precedenza nella storia dellumanità. Per altro verso questa compenetrazione si attua attraverso una convivenza forzata tra società e culture profondamente diverse tra loro. In particolare, quando le realtà nazionali interagiscono sul piano degli scambi, permangono distanze considerevoli nei rispettivi livelli di sviluppo economico e di coesione sociale. La libertà del commercio internazionale è uno dei fattori propulsivi più importanti e più evidenti della globalizzazione. Effetti

72 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 72 PIANI STRATEGICI STRATEGIA I fautori del libero scambismo invocano lintensificarsi del processo di liberalizzazione. I critici della globalizzazione auspicano lintroduzione, o la reintroduzione, di maggiori ostacoli alla libertà degli scambi sul piano internazionale. Nostro compito non è di schierarci sulluno o sullaltro fronte in ragione di una preferenza ideologica ma piuttosto analizzare lattuale realtà degli scambi internazionali in termini di conformità o non conformità con i principi ed i valori prescelti.

73 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 73 PIANI STRATEGICI STRATEGIA Sistema OMC ( Organizzazione Mondiale Commercio) Ha per obbiettivo e per effetto fondamentale quello di rimuovere le barriere statali alla libertà di commercio. Attraverso ladozione di questo sistema la comunità internazionale dispone attualmente di una normativa internazionale multilaterale in materia di scambi. Con la conseguenza che la pluralità dei diritti statali, non coordinati tra loro e con la propensione alla autodeterminazione unilaterale del proprio ambito di applicazione extraterritoriale, reca in sé tutti i presupposti per fare esplodere con una certa frequenza conflitti di leggi che hanno la natura di veri e propri conflitti di sovranità. Altrettanto non può dirsi per il diritto della concorrenza.

74 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 74 PIANI STRATEGICI STRATEGIA Quadro sintetizzato del contesto globale attuale. Per un verso la libertà rivendicata da uno Stato di vedere i propri operatori accedere al mercato di un altro Stato presuppone: labolizione degli ostacoli statali allentrata, una tutela efficace della libertà di concorrenza interna a quel mercato mediante lintroduzione e la corretta attuazione di una seria politica antitrust. Per altro verso la pretesa del diritto della concorrenza ( vigente in uno Stato) di applicarsi extraterritorialmente anche nei confronti di imprese esistenti in altri Stati può confliggere: con il diritto della concorrenza vigente in questi altri Stati; 12ab con la loro politica di commercio estero.

75 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 75 PIANI STRATEGICI STRATEGIA Limpasse sulla disciplina della concorrenza è risolvibile con due metodologie: 1.Accordi bilaterali ( USA) 2.Accordo aggiuntivo sulla concorrenza in ambito OMC, di tipo multilaterale, vincolante cioè per tutti gli stati membri dellOMC ( UE) Tra la disciplina multilaterale degli scambi governata univocamente dal sistema OMC e le discipline nazionali non uniformi della concorrenza vi è soltanto una generica comunanza di fine: la libertà di commercio. Attualmente

76 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 76 PIANI STRATEGICI STRATEGIA applicati in forma cogente nei rapporti tra gli stati membri dellOMC. Core labour standard Liberalizzazione degli scambi Risultanti dal rispetto degli obblighi internazionali sulla tutela del lavoro. Limiti posti da valori universali

77 by adarosa ruffiniUniversità Pisa 2011 77 PIANI STRATEGICI STRATEGIA Il percorso si realizza attraverso due linee che noi ci auguriamo concorrenti. 1.linea essenzialmente interpretativa ed estensiva allinterno degli accordi già facenti parte del sistema OMC 2.linea che si avvalga della forza riconosciuta in sé a valori che il diritto internazionale considera di portata universale ( appunto i diritti umani, tra i quali quelli fondamentali del lavoro, della sicurezza, della protezione dellambiente e della bio – diversità) Tutelati dalle convenzioni ILO ( international labour organization) conferenza ministeriale di Ginevra del 1998, conferenza di Seattle 1999, conferenza di Doha 2001, conferenza di Cancun 2003, conferenza di Hong Kong 2005.


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