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I bambini nelle tre religioni monoteiste

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Presentazione sul tema: "I bambini nelle tre religioni monoteiste"— Transcript della presentazione:

1 I bambini nelle tre religioni monoteiste
L’obiettivo di questo lavoro è andare a verificare quale sia il valore, il ruolo, l’ educazione del bambino nelle religioni: EBRAICA, CRISTIANA e ISLAMICA.

2 EBRAISMO

3 I bambini nella Bibbia ebraica
I bambini ebrei sono strettamente legati alla realizzazione della promessa del Signore che giurò ad Abramo una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare. I figli sono la corona dei vecchi e germogli d’ olivo attorno alla mensa.

4 La pasqua ebraica Nessun bambino ebreo arriva alla maggiore età religiosa senza aver vissuto come esperienza personale la storia dell' uscita dall' Egitto. Infatti la Pasqua é soprattutto una festa di famiglie, dove i bambini hanno un ruolo centrale.

5 Il Dio dei bambini ebrei
Ai piccoli ebrei Dio non è presentato come Colui che vuole la sofferenza per sè stessa,ma come un Dio che viene in soccorso dell'uomo che sta male.

6 I bambini nel giudaismo
La nascita di un bambino, nella storia di sempre dell'ebraismo, rappresenta un grande dono di Dio all'umanità intera. Naturalmente, la famiglia e la comunita' pregano quotidianamente per la salute della madre e del piccolo. Avvicinandosi i giorni del parto, ci si preoccupa che il letto e la camera della donna partoriente siano puliti e sciolti da qualsiasi impurità. I bambini nel giudaismo

7 CRISTIANESIMO

8 Il bambino simbolo del regno
L' importanza data da Gesu' al tema del bambino si spiega con il fatto che Egli ha definito il fanciullo “modello del regno dei cieli”, come colui che incarna , diremmo “naturalmente”, le caratteristiche specifiche del regno di Dio da lui annunciato e fondato. Il bambino simbolo del regno

9 L'importanza del bambino
Analizzando attentamente le parole di Gesù, emergono specifiche caratteristiche del bambino. 1)La figliolanza: ogni bambino è innanzitutto “figlio” ed è questa precisa convinzione a caratterizzare il suo essere e i suoi rapporti con chi è nei suoi confronti “genitore”.

10 2) La fratellanza e l'amicizia: i bambini sono spontaneamente portati
a stabilire rapporti fraterni tra loro. Questa fratellanza è figura dei rapporti tra le persone che si istituiranno definitivamente nel regno dei cieli.

11 Ogni bambino è cosciente della sua piccolezza ,
3) La piccolezza: Ogni bambino è cosciente della sua piccolezza , che si manifesta, soprattutto, nel non avere potere sugli altri e nel non possedere beni impropri.Sappiamo come nel vangelo il dominio e la ricchezza siano ripetutamente indicati come primi nemici del regno di Dio.

12 La spiritualità Solo chi ha la semplicità di cuore del fanciullo
può comprendere e accogliere i grandi misteri d'amore che Dio ha preparato per gli uomini e che Gesù è venuto ad annunciare. Da quanto fin qui detto si comprende perchè Gesù abbia chiesto ai suoi discepoli di “convertirsi”, facendo proprie le caratteristiche naturali del bambino. La spiritualità .

13 ISLAMISMO

14 I valori Tra i più indifesi sono più volte
espressamente nominati i piccoli. In particolare il Corano si scaglia con grande durezza contro la diffusa pratica di sopprimere le neonate, considerate spesso un peso da chi viveva ai limiti della sussistenza e considerava fausta e utile soltanto la nascita di figli maschi. Dio stesso chiederà conto nell'ultimo giorno di questo orrendo delirio.

15 Un'altra categoria di persone di cui il testo coranico si occupa a più riprese è quello degli orfani. Sappiamo che Maometto stesso perse suo padre prima ancora di vedere la luce e la madre quando era in tenera età. La voracità di molti a spese degli orfani viene duramente redarguita nel Corano. Gli orfani

16 Usanze Vari usi religiosi presso gli antichi Arabi si collegavano alla nascita di un figlio. Si uccideva una pecora e si ungeva il capo del neonato con il sangue della vittima “per allontanare cattivi influssi”.. Inoltre si solevano tagliare i capelli che aveva il bambino al momento della sua nascita. Ordinariamente si ungeva anche il palato del bambino con succo di datteri masticati.


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