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ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE

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Presentazione sul tema: "ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE"— Transcript della presentazione:

1 ORDINAMENTI 1° CICLO DI ISTRUZIONE
QUALCHE DOMANDA: CONCETTI DI ORDINAMENTO FUNZIONE RESPONSABILITA’

2 Ordinamento Con il termine “ordinamento giuridico” si intende sia una comunità organizzata in vista del perseguimento di uno scopo comune (quindi, in questo senso, si può dire che lo Stato è un ordinamento giuridico) sia l'insieme delle norme (il diritto positivo o diritto oggettivo) che regolano la vita di questa comunità (in questo senso, quindi, si dirà che lo Stato ha un ordinamento giuridico). Si utilizza il termine anche in maniera più specifica, per indicare delle norme relative ad un dato settore; un esempio è l’ordinamento scolastico, per indicare la regolamentazione del sistema scolastico in uno Stato (quindi si parlerà dell’ordinamento scolastico italiano o spagnolo o finlandese ecc.) UN PO’ DI NOMENCLATURA

3 attribuito per soddisfare
Esercizio del potere attribuito per soddisfare interessi pubblici : = FUNZIONE il titolare della funzione E’ TENUTO AD AGIRE (diritto-dovere) per la soddisfazione di interessi di altre persone (la comunità) Es. DIRIGENTE SCOLASTICO

4 Riforme della struttura dello Stato
PROSPETTIVA EVOLUTIVA Riforme della struttura dello Stato Riforme della P. A. Riforme della scuola CAMMINI PARALLELI NON POSSIAMO GUARDARE ALLE RIFORME COME UNA SUCCESISONE LINEARE DI PROVVEDIMENTI, MA DOBBIAMO TENERE PRESENTE LE RELAZIONI SISTEMICHE (prospettiva “storica”) STRUTTURA DELLO STATO = NO FEDERALISMO QUESTO E’ PIU’ RECENTE C’E’ STATO ANCHE UN TENTATIVO NON RIUSCITO NEL 2001 (VERIFICARE ANNO E SE C’E’ REFERENDUM !) POSSIAMO PARLARE PIU’ DI DECENTRAMENTO RIFORME P.A. NEL SENSO DI SEMPLIFICAZIONE, TRASPARENZA, PROCEDIMENTO L.241/90 L.59/97 RIFORME DELLA SCUOLA VORTICOSO SUCCEDERSI NELL’ULTIMO DECENNIO

5 Fra le Riforme MECCANISMO DI FORMAZIONE DELLE LEGGI
LEGGE n.400 CONOSCENZA DEL MECCANISMO IMPORTANZA DEL PREAMBOLO

6 in materie ben individuate, consente attività diretta del GOVERNO
delegificazione fonte legislativa primaria = mutamento di FONTE normativa in materie ben individuate, consente attività diretta del GOVERNO considerata più rapida e flessibile. fonte secondaria i REGOLAMENTI Definizione da Wikipedia ISTITUTO PER CUI LA DISCIPLINA DI ALCUNE MATERIE (QUELLE NON PROTETTE DA RISERVA DI LEGGE) È TRASFERITA DALLA FONTE LEGISLATIVA PRIMARIA A QUELLA SECONDARIA, I REGOLAMENTI. SI TRATTA DI UN MUTAMENTO DI FONTE NORMATIVA, R ELATIVAMENTE AD ALCUNE MATERIE BEN INDIVIDUATE, MUTAMENTO CHE CONSENTE UN’ATTIVITÀ DIRETTA DEL GOVERNO IN QUEGLI AMBITI, CONSIDERATA PIÙ RAPIDA E FLESSIBILE.

7 n.400 Art.17 c.2 2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potestà regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle norme regolamentari.

8 n.400 Art.17 c.3 3. Con decreto ministeriale possono essere adottati regolamenti nelle materie di competenza del Ministro o di autorità sottordinate al ministro, quando la legge espressamente conferisca tale potere. Tali regolamenti, per materie di competenza di più ministri, possono essere adottati con decreti interministeriali, ferma restando la necessità di apposita autorizzazione da parte della legge. ….. I REGOLAMENTI MINISTERIALI ED INTERMINISTERIALI NON POSSONO DETTARE NORME CONTRARIE A QUELLE DEI REGOLAMENTI EMANATI DAL GOVERNO. ESSI DEBBONO ESSERE COMUNICATI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI PRIMA DELLA LORO EMANAZIONE. ESEMPIO DI DECRETO INTERMINISTERIALE : N.44 DEL 1° FEBBRAIO 2001 (REGOLAMENTO SUL BILANCIO DELLE SCUOLE)

9 RIFORME P.A. (anni ’90) Legge n.59 15.03.1997 L. 400 / 88 L. 241 / 90
Carte dei Servizi – DPCM 1995 Sviluppo delle AUTONOMIE Legge n.59 D. L.vo 281 / 97 D. L.vo 112 / 98 D. P. R. 275 / 99 NELLA SUCCESSIVA SI VEDONO QUESTI PROVEDIMENTI NEI LORO CONTENUTI E altri …

10 L.59/97 D. L.vo 281 / 97 Conferenza Stato – Regioni Conferenza Stato Città ed Autonomie Locali D. L.vo 112 / 98 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali D. L.vo 267 / 00 Testo Unico Enti Locali (TUEL) L. 59 / 97 D. L.vo 286 / 98 Riordino e potenziamento dei meccanismi e degli strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle P. A. D. L.vo 165 / 01 Organizzazione del lavoro alle dipendenze delle P. A. PER QUESTO SI PARLA DI “AUTONOMIE” (AL PLURALE) Norme delegate sulla scuola (art.21) …... …….

11 Legge n.59 Art.21 . AUTONOMIA SCOLASTICA 1. L'autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel processo di realizzazione della autonomia e della riorganizzazione dell'intero sistema formativo. Le funzioni dell'Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione [ … ] in materia di gestione del servizio di istruzione [ … ] sono progressivamente attribuite alle istituzioni scolastiche IL PROCESSO GUARDA AI DIVERSI LIVELLI DI COMPETENZE E GUARDA ALL’INTERO SISTEMA DEFINISCE L’ARTICOLAZIONE DEL TIPO DI AUTONOMIA DI FRONTE A CUI CI TROVIAMO ORGANIZZATIVA DIDATTICA DI SVILUPPO E RICERCA FINANZIARIA IN SINTESI AUTONOMIA FUNZIONALE

12 Legge n.59 15.03.1997 Art.21 . AUTONOMIA SCOLASTICA
Per far questo i regolamenti devono 2. Armonizzare le norme sulle scuole non statali 3. Stabilire i requisiti dimensionali ottimali per l'attribuzione della personalità giuridica e dell'autonomia alle istituzioni scolastiche 8 e 9. stabilire le articolazioni dell’autonomia 14. Dettare istruzioni generali per l'autonoma allocazione delle risorse, per la formazione dei bilanci, per la gestione delle risorse ivi iscritte …. 15. Riformare gli organi collegiali della pubblica istruzione di livello nazionale e periferico …. 16. … ferma restando l'unicità della funzione, ai capi d'istituto è conferita la qualifica dirigenziale 17. Il rapporto di lavoro dei dirigenti scolastici sarà disciplinato in sede di contrattazione collettiva del comparto scuola, articolato in autonome aree. SI PROVVEDE ALLE SCUOLE NON STATALI QUESTE IDEE CONFLUIRANNO POI NEL CONCETTO DI SISTEMA EDUCATIVO NAZIONALE DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE (l.62/00)

13 FUNZIONE DIRIGENTE QUALIFICA INCARICO presupposto dell’
UNICA Articolata in 2 fasce STABILE ACCESSO PER CONCORSO SPECIFICO A TEMPO DETERMINATO CON CONTRATTO INDIVIDUALE DECISO DA ORGANO POLITICO DIRIGENTE SUPERIORE CONCETTO DI FUNZIONE SI PUO’ AVERE QUALIFICA SENZA INCARICO NON SI PUO’ AVERE INCARICO SENZA QUALIFICA

14 Aree di dirigenza e comparti
FUNZIONE DIRIGENTE Aree di dirigenza e comparti Area I – Ministeri Area II – Regioni e Autonomie Locali Area III – Servizio Sanitario Nazionale (ammin., san., tecnica e profess.) Area IV – Medici, veterinari e odontoiatri del comparto Sanitario Area V – Scuola e AFAM Area VI – Agenzie Fiscali ed Enti Pubblici non economici Area VII – Università e Istituzioni ed Enti di Ricerca e Sperimentazione Area VIII – Presidenza Consiglio dei Ministri Enti (CNEL; ENEA, CONI, ecc.) IL DECRETO LEGISLATIVO 165/01 RIFORMATO IMPONE DI INDIVIDUARNE SOLO QUATTRO CON LE PROSSIME CONTRATTAZIONI (ART.40 C.2)

15 L. 59 / 97 art.21 ALCUNI PROVVEDIMENTI DERIVATI DI INTERESSE PER
c.1 – conferimento di funzioni alle ISA D. P. R. 275 / 99 Regolamento dell’autonomia scolastica L. 59 / 97 art.21 c.3 – dimensioni ottimali come condizione per il conferimento dell’autonomia D.P.R. 233/98 Dimensionamento delle ISA cc – rispetto obiettivi nazionali e standard Indicazioni Nazionali c bilanci D. I. 44 / 01 Regolamento amministrativo - contabile delle istituzioni scolastiche c.16 – qualifica dirigenziale capi di Istituto D. L.vo 59 / 98 Dirigenza scolastica ALCUNI PROVVEDIMENTI DERIVATI DI INTERESSE PER LA SCUOLA c.17 – rapporto di lavoro d.s. e contrattazione coll. C.C.N.L e 2010 D. L.vo 165 / 01 (art.25) Organizzazione del lavoro alle dipendenze delle P. A.

16 Decreto Legislativo n.165 del 30.03.2001
Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche TESTO BASILARE (AVERE SEMPRE RIFERIMENTI COSTANTI ) PRINCIPI E NORME GENERALI VALIDE PER TUTTE LE P.A. (A MENO DI PRECISAZIONI DIVERSE) TESTO INTERESSATO IN BUONA PARTE DALLA RIFORMA DEL 2009 (BRUNETTA) PARAGRAFO 4.2 RECEPISCE IL D Lvo 59 SULLA DIRIGENZA SCOLASTICA, CHE OTTIENE UN ARTICOLO A SE’ PER LA SUA SPECIFICITA’

17 L. 400 / 88 L. 241 / 90 Carte dei Servizi – DPCM 1995 Sviluppo delle AUTONOMIE L. 59 / 97 D. L.vo 281 / 97 D. L.vo 112 / 98 D. P. R. 275 / 99 Necessità di revisione costituzionale, per dare legittimità costituzionale ai nuovi assetti già annunciati dalle norme di un quindicennio E altri … ALLARGHIAMO NUOVAMENTE IL CAMPO DI OSSERVAZIONE Legge n.3 del 2001

18 LEGGE COSTITUZIONALE n. 3 del 18.10.2001
RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE: in particolare all’art.117 viene consolidata l’autonomia delle diverse istituzioni della Repubblica 3 SOGGETTI INTERAGENTI PER LA SCUOLA: STATO REGIONI ISTITUZIONI SCOLASTICHE AUTONOME QUI SI PUO’ ACCENNARE ALL’ART.114, CON L’INVERSIONE DI ORDINE DELLE STRUTTURE CHE COMPONGONO LA REPUBBLICA “LA REPUBBLICA È COSTITUITA DAI COMUNI, DALLE PROVINCE, DALLE CITTÀ METROPOLITANE, DALLE REGIONI E DALLO STATO.”

19 Il MPI Le Regioni e gli EELL Conferenza Unificata Le scuole
Di fatto, mentre * lo Stato esercita in pieno le SUE competenze * le Regioni e gli EELL esercitano le LORO competenze ed hanno i loro “tavoli” decisionali, la Conferenza Unificata * le Istituzioni Scolastiche Autonome sono frammentate, disperse, fluttuanti, per cui devono solo… “adeguarsi” Le scuole

20 L’ULTIMO PERIODO alcune particolarità dell’ultimo decennio
MA PRIMA DI PASSARE ALL’ESAME DELLA L.53 VEDIAMO ALCUNE CARATTERISTICHE GENERALI CHE INTERESSANO TUTTI I PROVVEIDMENTI LEGISLATIVI DEGLI ULTIMI DIECI ANNI

21 COPIOSITA’ DELLA PRODUZIONE LEGISLATIVA
INFLUENZA DELLE DETERMINAZIONI UE COLLEGAMENTO STRETTO CON LA POLITICA DI GOVERNO TECNICA AGGIUSTAMENTI PROGRESSIVI PROVVEDIMENTI ONNICOMPRENSIVI AMPLIAMENTI DELLE DELEGHE AL GOVERNO

22 DEFINIZIONI PROGRESSIVE SOVRAPPOSIZIONI RISCHIO DI CONTRADDIZIONI
CONSEGUENZE DEFINIZIONI PROGRESSIVE SOVRAPPOSIZIONI RISCHIO DI CONTRADDIZIONI NECESSITA’ DI ARMONIZZAZIONE SI PUO’ CITARE AURIEMMA COESISTENZA DI NORME CONTRADDITTORIE (INDICAZIONI NAZIONALI) CONTRADDIZIONE: ABOLIZIONE ART.506 DA PARTE DEL D Lvo 150/09 (SOSPENSIONE CAUTELARE) E ARGOMENTAZIONI DA PARTE DELLA C.M. ULTIMA ARMONIZZAZIONE: ES INDICAZIONI NAZIONALI (ATTO DI INDIRIZZO)

23 «una fase storica nella quale le dinamiche della produzione normativa italiana appaiono essere divenute, forse più che in passato, intense ed accelerate [… poiché la normazione è …] sottoposta ad incessanti rimaneggiamenti, ritocchi o sostituzioni, che si susseguono a ritmo frenetico. [ … ] Se a tanto si assomma l'intreccio, spesso difficile a dipanarsi, tra norme primarie, secondarie, regolazioni pattizie, disposizioni interne di vario genere e con variegata nomenclatura [ … ] ne scaturisce un quadro d'insieme la cui ricostruzione mette a dura prova l'interprete prima ancora che i funzionari amministrativi e gli operatori chiamati a dare applicazione al diritto oggettivo e scritto e finisce con l'alimentare sovrapposizioni, incertezze esegetiche, zone d'ombra e confusione» Sergio Auriemma, Prefazione al Codice Leggi scuola, Ed. Tecnodid, Napoli 2010

24 RIFORME E LEGGI ANNI 2000 - 2010 BERLINGUER (2000) MORATTI (2004)
FIORONI (2007) FRA IL 2007 E LA GELMINI C’E’ UN CONVITATO DI PIETRA (O DUE) CONFRONTO CON LA DIAPOSITIVA 17 !! Parte pedagogica QUESTIONE DELLE INDICAZIONI NAZIONALI (3 VERSIONI) GELMINI ( )

25 RIFORME E LEGGI ANNI 2000 - 2010 BERLINGUER (2000) MORATTI (2004)
Linee di Indirizzo per il curricolo (De Mauro) MORATTI (2004) Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati (Bertagna, Moratti) FIORONI (2007) FRA IL 2007 E LA GELMINI C’E’ UN CONVITATO DI PIETRA (O DUE) CONFRONTO CON LA DIAPOSITIVA 17 !! Parte pedagogica QUESTIONE DELLE INDICAZIONI NAZIONALI (3 VERSIONI) Indicazioni Nazionali Per il Curricolo (Ceruti, Fiorin, Fioroni) GELMINI ( ) Atto di Indirizzo per l’armonizzazione delle Indicazioni Nazionali (Gelmini)

26 I differenti ritmi nell’avvicendarsi delle norme in materia di istruzione
Programmi Indicazioni Nazionali Moratti Indicazioni Nazionali Fioroni Atto di Indirizzo Gelmini DPR 104 Ermini 19 … 50 60 70 80 90 2000 2010 Differenza tempi-legislazione Riforma ogni 30 anni 3 riforme in dieci anni L 148 L 169 e segg. L 30 L 53 e segg. L 296 Ordinamenti

27 CAMMINO DELLA RIFORMA DEL ‘90
SAPERI ESSENZIALI PROGRAMMI DEL 1985 SPERIMENTAZIONE DEI MODULI PIANO NAZIONALE DI AGGIORNAMENTO LEGGE 148

28 COMPLESSITA’ DEI SAPERI
SONO NECESSARI: - PIU’ TEMPO SCUOLA - INSEGNANTI PIU’ FORMATI SPERIMENTARE, OSSERVARE, CAPIRE, DISCUTERE, COSTRUIRE FORMAZIONE DEL PENSIERO CRITICO

29 Idea base Inscindibilità di un’idea pedagogica da un’idea ordinamentale La struttura data al sistema scolastico dall’ordinamento deriva dai fini attribuiti alla scuola ed è coerente con essi FINALITA’ SCOLASTICHE E ORDINAMENTI IN ALBERTO ALBERTI LA RIFORMA DELLA SCUOLA ELEMENTARE LA NUOVA ITALIA, FI, 2000 LO STESSO STILE DI LEADERSHIP È INSITO NELLE NORME CHE ORGANIZZANO L’AMMINISTRAZIONE TALI NORME LA DEFINISCONO IN MANIERA PIÙ O MENO CHIARA ESEMPIO DI GENTILE (VIGILE SCOLTA) o almeno dovrebbe …..

30 Legge n.53 28.03.2003 Legge n.3 del 2001 Sviluppo delle AUTONOMIE
D. L.vo 59 / 04 – I ciclo D. L.vo 76 / 05 – diritto dovere all’istruzione Legge n.53 D. L.vo 77 / 05 – alternanza scuola-lavoro D. L.vo 226 / 05 – II ciclo CONSEGUENZE DEL NUOVO ASSETTO LA LEGGE 53 E’ LA PRIMA IN MATERIA DI ISTRUZIONE CHE FA RIFERIMENTO ESPLICITO AL NUOVO TITOLO V D’ALTRONDE LO STESSO TITOLO V HA RESO POSSIBILE L’ABROGAZIONE DELLA L.30 (BERLINGUER) PROPRIO PERCHE’ ERANO CAMBIATE LE COMPETENZE DELLO STATO

31 L n.53 Provvedimenti derivati Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale Competenza esclusiva dello Stato ESAMINIAMO IL TITOLO O, COME SI DICE IN LINGUAGGI GIURIDICO, LA “RUBRICA” VEDREMO POI CHE ASSUME ANCORA PIU’ IMPORTANZA DI RECENTE, QUANDO SPESSO LE RUBRICHE SEMBRANO NON AVERE MOLTO A CHE FARE CON L’ARGOMENTO SPECIFICO CHE ANDIAMO AD ESAMINARE (ES DELLE FINANZIARIE E DEI PROVVEDIMENTI “OMNIBUS”) Competenza esclusiva delle Regioni

32 L n.53 (Art.1 c.1) Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i princìpi sanciti dalla Costituzione, il Governo è delegato ad adottare, [ … ] uno o più decreti legislativi per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale. FINALITÀ E QUADRO CULTURALE DI RIFERIMENTO ART.1 C.1

33 L n.53 (Art.2) I decreti di cui all’articolo 1 definiscono il sistema educativo di istruzione e di formazione princìpi e criteri direttivi a) è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, c) è assicurato a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età; l’attuazione di tale diritto si realizza nel sistema di istruzione e in quello di istruzione e formazione professionale, secondo livelli essenziali di prestazione definiti su base nazionale a norma dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione INLFUENZA DEL DIBATTITO PSICOPEDAOGGICO E CULTURALE INFLUENZA DELLE RIFLESSIONI A LIVELLO EUROPEO, STRATEGIA DI LISBONA CHE SFOCERANNO POI NELLA RACCOMANDAZIONE UE DEL 2006 LEGGE 62 DEL 2000; ART.1 C.1 1. Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita. CONFUSIONE FRA CAPACITA’ E COMPETENZE DISTINZIONE FRA COMPETENZE E CONOSCENZE/ABILITA’

34 L n.53 (Art.2) d) il sistema educativo di istruzione e di formazione si articola nella scuola dell’infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei ed il sistema dell’istruzione e della formazione professionale; ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DELINEAZIONE DELLE FINALITA’ DEI VARI SEGMENTI

35 L n.53 (Art.2) l) i piani di studio personalizzati, nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, contengono un nucleo fondamentale, omogeneo su base nazionale, che rispecchia la cultura, le tradizioni e l’identità nazionale, e prevedono una quota, riservata alle regioni, relativa agli aspetti di interesse specifico delle stesse, anche collegata con le realtà locali. ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA C’ERA STATO IN MATERIA UN D Lvo CHE DEFINIVA LA PARTE NAZIONALE IN MISURA DEL 15% DEL CURRICOLO NEL 2005 UN NUOVO D Lvo DEFINIRA’ (E POI LA QUOTA E’ RIMASTA UGUALE) NEL 20% DLE CURRCIOLO OBBLIGATORIO LA QUOTA REGIONALE LE REGIONI SI SONO COMPORTATE DIVERSAMENTE NEL DEFINIRE QUESTA PARTE DEL PIANO DI STUDI

36 L n.53 (Art.3) la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti del sistema educativo di istruzione e di formazione, e la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti ai fini del progressivo miglioramento e dell’armonizzazione della qualità del sistema di istruzione e di formazione, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa ) l’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione considera e valuta le competenze acquisite dagli studenti nel corso e al termine del ciclo e si svolge su prove organizzate dalle commissioni d’esame e su prove predisposte e gestite dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA C’ERA STATO IN MATERIA UN D Lvo CHE DEFINIVA LA PARTE NAZIONALE IN MISURA DEL 15% DEL CURRICOLO NEL 2005 UN NUOVO D Lvo DEFINIRA’ (E POI LA QUOTA E’ RIMASTA UGUALE) NEL 20% DLE CURRCIOLO OBBLIGATORIO LA QUOTA REGIONALE LE REGIONI SI SONO COMPORTATE DIVERSAMENTE NEL DEFINIRE QUESTA PARTE DEL PIANO DI STUDI

37 D Lvo 19.02.2004 n.59 (primo ciclo di istruzione)
Struttura a bienni (periodi didattici) articolati in verticale Monte ore annuale Attività facoltative Anticipo iscrizione Insegnante tutor di classe Indicazioni Nazionali (allegati)

38 D Lvo 19.02.2004 n.59 (primo ciclo di istruzione)
Esame di Stato 3^ Scuola Secondaria di 1° grado (media) 2^ 1^ PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE 5^ 4^ Scuola Primaria (elementare) 3^ 2^ ABOLIZIONE ESAME DI QUINTA ELEMENTARE PROBLEMATICITA’ NEL PASSAGGIO ALLA MEDIA (LE DUE SCUOLE RIMANGONO SOSTANZIALMENTE SEPARATE) ROGRESSIVO INSERIMENTO DELL’ANTICIPO DI ISCRIZIONE (FINO AL 30 APRILE) ANTICIPO PER L’INFANZIA DEMANDATO AD ACCORDI CON I COMUNI E AD ALCUNE CONDIZIONI 1^ Scuola Dell’Infanzia (materna)

39 D Lvo 19.02.2004 n.59 (primo ciclo di istruzione)
SCUOLA PRIMARIA Organizzazione delle attività educative e didattiche (art.7) Quote orarie annuali Base : 891 – 27 / sett Att F/O: 99 (Totale 990: 30 / sett) Eventuale mensa e dopomensa: 330 (Totale: 1320: 40 / sett) Personalizzazione dei percorsi di studio Scelta prevalente delle famiglie Organico a disposizione Gratuità e opzionalità Frequenza e valutazione obbligatorie, una volta scelte

40 SCUOLA PRIMARIA Organizzazione delle attività educative e didattiche
D Lvo n.59 (primo ciclo di istruzione) Orari settimanali Tempo normale Tempo normale 27 ore Attività obbligatorie fino a 10 ore mensa 3 ore Attività Facoltative Opzionali TEMPO LUNGO DA NON CONFONDERE CON TEMPO PROLUNGATO ALLA SCUOLA MEDIA SOLO IN ALCUNE REALTA’ (AD ES. VENETO) ORARI VARIABILI DA 30 A 40 ORE “STIRAMENTO” DELLA COMPRESENZA aggiuntive Tempo pieno Tempo lungo

41 D Lvo 19.02.2004 n.59 (primo ciclo di istruzione)
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Organizzazione delle attività educative e didattiche (art.10) Quote orarie annuali Base : 891 – 27 / sett Att F/O: 198 (Totale 1089: 33 / sett) Eventuale mensa e dopomensa: 231 (Totale: 1320: 40 / sett) Personalizzazione dei percorsi di studio Orientamento per la scuola futura Scelta prevalente delle famiglie Organico a disposizione Gratuità e opzionalità Frequenza e valutazione obbligatorie, una volta scelte

42 D Lvo 19.02.2004 n.59 (primo ciclo di istruzione)
SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Organizzazione delle attività educative e didattiche Orari settimanali Tempo normale Tempo normale 27 ore Attività obbligatorie fino a 7 ore mensa aggiuntive 6 ore Attività Facoltative Opzionali TEMPO PROLUNGATO HA COSI’ AVUTO DIVERSE SOLUZIONI CON ORARI VARIABILI DA 30 A 40 ORE Tempo pieno Tempo lungo

43 INGLESE La regolamentazione si trova nell’allegato E al Decreto Lvo 226/05 (relativo alla secondaria di secondo grado) PRIMARIA 1° anno – 1 h / settimana 2° e 3° anno – 2,5 h / settimana 4° e 5° anno – 3 h / settimana SECONDARIA DI 1° GRADO 1° e 2° anno – 3 h / settimana 3° anno – 2 h /settimana ESEMPIO DI SOVRAPPOSIZIONI

44 Quota curricolo locale
D M n.234 : 15% L n.53, art.7 c.1 lett a) D Lvo n.226, art 27 c.1 lett c) – rimanda a D. M art.1 (unico) 1. La quota oraria nazionale obbligatoria, riservata alla realizzazione del nucleo fondamentale dei piani di studio, omogeneo su base nazionale, è pari all’80% del monte ore annuale delle singole attività e discipline obbligatorie 2. La quota oraria riservata alle singole istituzioni scolastiche, e da esse determinata nell’ambito degli indirizzi definiti dalle Regioni, [ … ] è costituita dal restante 20% del monte ore annuale obbligatorio di cui al comma 1. 5. Il decremento orario di ciascuna disciplina e attività non può essere comunque superiore al 20% del relativo monte orario annuale. ESEMPIO DI AGGIUSTAMENTI PROGRESSIVI

45 Indicazioni Nazionali
2004 : Moratti RICHIAMIAMO LA PROSPETTIVA PEDAGOGICA LE INDICAZIONI NAZIONALI 2004 LORO MODIFICAZIONE (2007) 2007 : Fioroni 2009 : Gelmini

46 Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati
2004 : Moratti Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell'Infanzia – ALLEGATO A nella Scuola Primaria – ALLEGATO B nella Scuola Secondaria di 1° grado – ALLEGATO C Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni) – PECUP – ALLEGATO D

47 Tendenza a “mettere tutto”
Tendenza a “definire tutto” Sostanziali “non scelte”, ad esempio il concetto di competenza non è affrontato o almeno è contraddetto dall’enfasi sulle voci singole, minute e specifiche Si arriva a degli errori veri e propri Tendenza nel PECUP Vicenda delle competenze negli atti della scuola (errore sulla RC, lista delle competenze e loro gradi anche per la primaria, alla fine volontarietà delle competenze)

48 2004 : Moratti L’ordinamento degli obiettivi specifici di apprendimento sotto alcuni titoli non obbedisce a nessuna particolare teoria pedagogica e didattica da rispettare e da seguire, ma ad una pragmatica e contingente esigenza di chiarezza espositiva. Né tantomeno costituisce una specie di ‘tabella di marcia’ per la successione logica o cronologica delle Unità di Apprendimento da svolgere nei gruppi classe. Esso ha soltanto lo scopo di indicare i livelli essenziali di prestazione (intesi qui nel senso di standard di prestazione del servizio) che le scuole pubbliche della Repubblica sono tenute in generale ad assicurare ai cittadini per mantenere l’unità del sistema educativo nazionale di istruzione e di formazione, per impedire la frammentazione e la polarizzazione del sistema e, soprattutto, per consentire ai bambini la possibilità di maturare in termini adatti alla loro età tutte le dimensioni tracciate nel Profilo educativo, culturale e professionale.

49 2004 : Moratti È compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediarli, interpretarli, ordinarli, distribuirli ed organizzarli negli obiettivi formativi delle diverse Unità di Apprendimento, considerando, da un lato, le capacità complessive di ogni bambino e, dall’altro, le teorie pedagogiche e le pratiche didattiche più adatte a trasformarle in competenze. Allo stesso tempo, tuttavia, è compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di “rendere conto” delle scelte fatte e di porre le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle. Per quanto presentati in maniera elencatoria, infine, va ricordato che gli obiettivi specifici di apprendimento obbediscono, in verità, ciascuno, al principio della sintesi e dell’ologramma: l’uno rimanda sempre funzionalmente all’altro e non sono mai, per quanto possano essere minuti e parziali, richiusi su se stessi, bensì aperti ad un complesso, continuo e unitario rimando reciproco. METAFORA DELGI INGREDIENTI (BERTAGNA)

50 2004 : Moratti TUTTAVIA RIMANE: ENFASI SUGLI OBIETTIVI SPECIFICI (o.s.a.) STRETTA SUDDIVISIONE DISCIPLINARE (NON C’E’ UN RIFERIMENTO AD AREE E ANCHE LA SCHEDA DI VALUTAZIONE HA UN’IMPOSTAZIONE MOLTO ANALITICA) PRESENZA DELLE “EDUCAZIONI” NELL’AMBITO PIU’ GENERALE DELLA “EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA”: educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare all’affettività

51 2004 : Moratti Esempi: Fruizione e produzione di messaggi (scuola dell’Infanzia) 4.Individuare, su di sé e per gli altri, le caratteristiche che differenziano gli atti dell’ascoltare e del parlare, del leggere e dello scrivere, distinguendo tra segno della parola, dell’immagine, del disegno e della scrittura, tra significante e significato. Esplorare, conoscere e progettare (scuola dell’Infanzia) 2. Osservare chi fa qualcosa con perizia per imparare; aiutare a fare e realizzare lavori e compiti a più mani e con competenze diverse.

52 2004 : Moratti Usare creativamente il colore.
Utilizzare il colore per differenziare e riconoscere gli oggetti. Rappresentare figure tridimensionali con materiali plastici. Riconoscere nella realtà e nella rappresentazione: relazioni spaziali (vicinanza, sopra, sotto, destra, sinistra, dentro, fuori); rapporto verticale, orizzontale; figure e contesti spaziali. Utilizzare la linea di terra, disegnare la linea di cielo ed inserire elementi del paesaggio fisico tra le due linee. (???) Rappresentare figure umane con uno schema corporeo strutturato. Distinguere la figura dallo sfondo.

53 Arte e immagine – scuola primaria, classe prima
2004 : Moratti Arte e immagine – scuola primaria, classe prima Si parla di: Ma poi si arriva anche a definire: I colori primari e secondari. Potenzialità espressive dei materiali plastici (argilla, plastilina, pastasale, cartapesta…) e di quelli bidimensionali (pennarelli, carta, pastelli, tempere,…). Le differenze di forma. Le relazioni spaziali. Usare creativamente il colore. Utilizzare il colore per differenziare e riconoscere gli oggetti. Rappresentare figure tridimensionali con materiali plastici. Riconoscere nella realtà e nella rappresentazione: relazioni spaziali (vicinanza, sopra, sotto, destra, sinistra, dentro, fuori); rapporto verticale, orizzontale; figure e contesti spaziali. Utilizzare la linea di terra, disegnare la linea di cielo ed inserire elementi del paesaggio fisico tra le due linee. Rappresentare figure umane con uno schema corporeo strutturato. Distinguere la figura dallo sfondo. C’E’ ANCHE LA QUESTIONE DELLA STORIA: LA SUDDIVISIONE CRONOLOGICA E IL SIGNIFICATO DELLA STORIA COME SVILUPPO DEL PENSIERO CRITICO C’E’ ANCHE LA “TENTAZIONE” ALLA VERITA’ NEL PECUP

54 Indicazioni Nazionali 2007
Maggiore “sobrietà” nel senso che si specificano alcuni “snodi” importanti piuttosto che andare sulle minuzie e si ammette il concetto di area disciplinare Status epistemologico più solido IL DISCORSO SULLE COMPETENZE SI FA PIU’ FONDATO C’E’ STATA INTANTO LA RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE E DEL PARLAMENTO EUROPEO

55 DISCIPLINE E AREE DISCIPLINARI
2007 : Fioroni DISCIPLINE E AREE DISCIPLINARI Area linguistico-artistico-espressiva Italiano Lingue comunitarie Musica Arte e immagine Corpo, movimento, sport Area storico-geografica Storia Geografia Area matematico-scientifico-tecnologica Matematica Scienze naturali e sperimentali Tecnologia

56 Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del POF
2007 : Fioroni Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del POF Rimane il concetto di fondo della persona unica e irripetibile (istanza della personalizzazione) Ispirazione di tipo culturale: storia della scienza e della conoscenza (Ceruti) da cui i concetti di “nuova cittadinanza” e “nuovo umanesimo” (Cultura, scuola, persona) nonché il rapporto fra conoscenza ed educazione SPIEGARE IL SENSO DELLA PERSONALIZZAZIONE E COME RIMANE ALL’INTERNO DELLE INDICAZIONI DEL 2007

57 Traguardi per lo sviluppo delle competenze:
2007 : Fioroni Traguardi per lo sviluppo delle competenze: Al termine dei più significativi “snodi” della scuola dell’infanzia della scuola primaria della scuola secondaria di primo grado = riferimenti per gli insegnanti, piste da percorrere che aiutano a finalizzare l’attività educativa allo sviluppo integrale dell’alunno

58 gli obiettivi sono definiti in relazione
2007 : Fioroni Obiettivi: gli obiettivi sono definiti in relazione al termine del terzo e del quinto anno della scuola primaria e al termine del terzo anno di scuola secondaria di primo grado

59 Area linguistico-artistico-espressiva; Italiano
2007 : Fioroni Area linguistico-artistico-espressiva; Italiano termine primaria termine primaria Traguardi per lo sviluppo delle competenze Comprende testi di tipo diverso in vista di scopi funzionali, di intrattenimento e/o di svago, di studio, ne individua il senso globale e/o le informazioni principali, utilizza strategie di lettura funzionali agli scopi Leggere testi narrativi e descrittivi, sia realistici sia fantastici, distinguendo l’invenzione letteraria dalla realtà Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici e/o conoscitivi ….. Obiettivi di apprendimento termine sec di 1° grado termine sec di 1° grado Usa in modo efficace la comunicazione orale e scritta per collaborare con gli altri Legge con interesse e con piacere testi letterari di vario tipo e comincia a manifestare gusti personali …… Leggere ad alta voce in modo espressivo ….. Leggere in modalità silenziosa applicando tecniche di sviluppo della comprensione (sottolineature, note a margine, appunti ) e mettendo in atto strategie differenziate (lettura orientativa, selettiva, analitica ) Ricavare informazioni esplicite e implicite Confrontare, su uno stesso argomento, informazioni ricavabili da più fonti ….

60 sviluppo del curricolo
1 Infanzia 2 infanzia 3 infanzia traguardi per lo sviluppo delle competenze 1 cl. prim. 2 cl. prim. 3 cl. prim obiettivi di apprendimento 4 cl. prim. 5 cl. prim obiettivi di apprendimento traguardi per lo sviluppo delle competenze 1 cl. media 2 cl. media 3 cl. media obiettivi di apprendimento traguardi per lo sviluppo delle competenze

61 L n.169 Legge Gelmini Conversione in legge, con modificazioni, del D. Legge 1° settembre 2008 n.137, recante disposizioni urgenti in materia di isgtruzione e di università NOVITA’ NEL MECCANISMO LEGISLATIVO NON SI TRATTA PIU’ DI DELEGA MA DI VERA E PROPRIA GENESI DI NORME CHE RIFORMANO UN ASSETTO PEDAGOGICO-DIDATTICO A COMINCIARE DA NORME FINANZIARIE O ALMENO “ONNICOMPRENSIVE”

62 Legge n.133 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria BRUNETTA SEMRBA NON CENTRARE NULLA CON LA SCUOLA

63 Legge 06.08.2008 n.133 Articoli che interessano la scuola
15 - Costo dei libri scolastici 63 – Esigenze prioritarie (incremento finanziamenti) 64 – Disposizioni in materia di organizzazione scolastica 67 – Norme in materia di contrattazione integrativa e di controllo dei contratti nazionali ed integrativi 70 - Esclusione di trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio 71 - Assenze per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni 72 - Personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo 73 – Part-time L’ART.15 PARLA DEI LIBRI ON LINE L’ARTICOLO 67 E’ QUELLO CHE POI SARA’ INTERESSATO DALLE INNOVAZIONI DOVUTE AL D Lvo 150/09 CHE TANTO HA FATTO DISCUTERE RIGUARDO ALLE MATERIE DI CONTRATTAZIONE L’ARTICOLO 71 CI HA INTERESSATI TUTTI SUBITO L’ART.72 HA RICHIESTO MOLTI CHIARIMENTI : CIRCOLARI F.P. L’ART.73 E’ STATO RIMANEGGIATO PIU’ VOLTE

64 Legge 06.08.2008 n.133 Articoli che interessano la scuola
64 – Disposizioni in materia di organizzazione scolastica 4. Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, [ …] , anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri: DELEGA “STRETTA” DI CUI SI E’ PARLATO ANCHE A PROPOSITO DELLA L.15/09 PER LA DEFINIZIONE DEL D Lvo 150/09 NON NEL SENSO DI AMPIEZZA DELLA MATERIA MA DEI VINCOLI 64 – Disposizioni in materia di organizzazione scolastica (segue) a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti; b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali; c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi; d) rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria [ … ] e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi; f) [ … ] f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per [ … ] l’azione di ridimensionamento della rete scolastica [ … ] f-ter) [ … ]

65 Alcuni giudizi sul meccanismo
Inusuale principio di generale delegificazione (Guglietti) Miniera di deleghe (Cerini) In effetti è la scelta di una VIA REGOLAMENTARE per una revisione ordinamentale, organizzativa e didattica VIENE CRITICATO IL RICORSO MASSICCIO AL MECCANISMO DELLA DELEGA AL GOVERNO

66 RIORGANIZZAZIONE della rete scolastica
Obiettivo primario e inderogabile CONTENIMENTO DELLA SPESA PUBBLICA RIORGANIZZAZIONE della rete scolastica Adozione di nuovi e più severi criteri per determinazione ORGANICI docenti determinazione ORGANICI ATA FORMAZIONE delle CLASSI RIDUZIONE generalizzata TEMPO SCUOLA RIMODULAZIONE organizzazione didattica verso il maestro unico-prevalente (primaria) INTERVENTI RIFORMATORI EX L.133/08

67 D.Legge 112 Legge 133 D.Legge 137 Legge 169 Piano programmatico ATTO DI INDIRIZZO REGOLAMENTO assetto ordinamentale organizzativo e didattico DPR 89/09 REGOLAMENTO Riorganizzazione della rete scolastica ed efficace e razionale utilizzo delle risorse umane DPR 81/09 PARTICOLARITÀ DELLA LEGGE GELMINI DEL 2008 DERIVA DA LEGGE “FINANZIARIA”, DA CUI TRAE FORZA E LEGITTIMAZIONE GENERA ALTRI REGOLAMENTI SUI DIVERSI ASPETTI CHE NORMALMENTE PRIMA VENIVANO REGOLATI PER LEGGE REGOLAMENTO Valutazione degli alunni DPR 122/09

68 L. 30.10.2008 n.169 Voti in decimi (art.3) Maestro unico (art.4)
Adozione libri di testo (art.5) valida per un quinquennio o per due trienni di scuola media ALCUNI CONTENUTI PROBLEMATICA SUI DECIMI Misurazione e valutazione Parallelo con la valutazione dei dipendenti (le tre qutoe previste dal D L.vo 165/01 come modificato dal D Lvo 150/09)

69 D. P. R. 20.03.2009 n.89 (primo ciclo di istruzione)
Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell’art.64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008 n.112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008 n.133 NOVITA’ NEL MECCANISMO LEGISLATIVO NON SI TRATTA PIU’ DI DELEGA MA DI VERA E PROPRIA GENESI DI NORME CHE RIFORMANO UN ASSETTO PEDAGOGICO-DIDATTICO A COMINCIARE DA NORME FINANZIARIE O ALMENO “ONNICOMPRENSIVE”

70 D.P.R. n.89/09 – Art.1 Provvede, anche attraverso modifiche delle disposizioni legislative vigenti, ad introdurre [ … ] misure di riorganizzazione e qualificazione, al fine di assicurare migliori opportunità di apprendimento e di crescita educativa Prima attuazione (non + di 3 anni scol.) Indicazioni Naz 2004, come aggiornate dalle Indicazioni Naz 2007.

71 ACCESSO SCUOLA DELL’INFANZIA Chi compie 3 anni entro il 31 dicembre
D.P.R. n.89/09 – Art.2 SCUOLA DELL’INFANZIA ACCESSO Chi compie 3 anni entro il 31 dicembre In caso di esubero domande questi bambini hanno priorità “Anticipi”: chi compie 3 anni entro 30 aprile 2010 Solo a queste condizioni: disponibilità dei posti esaurimento liste di attesa locali e dotazioni funzionali valutazione pedagogica e didattica da parte del collegio dei docenti NOVITA’ DELLA VALUTAZIONE DEL COLLEGIO

72 Modello organizzativo base 40 ore settimanali
D.P.R. n.89/09 – Art.2 SCUOLA DELL’INFANZIA Modello organizzativo base 40 ore settimanali Possibili da 25 a 50 (richieste delle famiglie)

73 Nuove sezioni o nuove scuole
D.P.R. n.89/09 – Art.2 SCUOLA DELL’INFANZIA Prosecuzione “sezioni primavera” Nuove sezioni o nuove scuole in collaborazione con gli Enti Locali Le intese devono prevedere la coordinata partecipazione di scuole statali e paritarie

74 ACCESSO Chi compie 6 anni entro il 31 dicembre deve essere iscritto
D.P.R. n.89/09 – Art.4 SCUOLA PRIMARIA ACCESSO Chi compie 6 anni entro il 31 dicembre deve essere iscritto “Anticipi” facoltativi: chi compie 6 anni entro 30 aprile 2010 RACCOMANDAZIONI DI CHIEDERE ALLE INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

75 Modelli organizzativi 24 27 30
D.P.R. n.89/09 – Art.4 SCUOLA PRIMARIA Modelli organizzativi 24 27 30 modello delle 40 ore settimanali, corrispondente al tempo pieno ore settimanali ATTENZIONE AL “CORRISPONDENTE” CONSEGUENZE SULLA GESTIONE DELL’ORGANICO (V. DIAPOSITIVA 96)

76 “MODULO” CON DOCENTI PARITARI (CLASSICO)
DOCENTE CLASSE 1^ A DOCENTE CLASSE 1^ B DOCENTE

77 “MODULO” CON DOCENTE PREVALENTE
CLASSE 1^ A DOCENTE CLASSE 1^ B DOCENTE PREVALENTE

78 Insegnante unico (o prevalente)
CLASSE DOCENTE R. C. CLASSE DOCENTE CLASSE DOCENTE LINGUA STRANIERA CLASSE DOCENTE DOCENTE CLASSE

79 Ore di docenza in classe
Modello orario Insegnan-te di riferimento ore di altri docenti Esempio 24 22 21 2 3 Ins che fa Ingl + RC Ins + RC + Ingl 27 5 30 6 8

80 Sono attuabili in base alle disponibilità di organico
D.P.R. n.89/09 – Art.4 24 ore Sono assicurati 27 ore 30 ore Sono attuabili in base alle disponibilità di organico 40 ore LE 24 ORE – SCRIVE CERINI – SONO STATE SCELTE DAL 3% DELLE FAMIGLIE (COMPLESSIVAMENTE IN ITALIA)

81 IL TEMPO SOTTRATTO RISPETTO ALL’ESISTENTE se si svolgono le 24 ore settimanali
x 33 SETTIMANE = 198 ORE 198 ORE / 5 ORE AL GIORNO = 40 GG (39,6) 40 GG x 5 ANNI = 200 GG

82 Programmi Ermini (1955) Programmi 1985 L.148/90 Legge 53/2003 e D.M. 59/04 L. 169/08 MATERIE / DISCIPLINE 8 10 11 + Ed. affettiva, alimentare, ambientale, sessuale … 11 + Ed. affettiva, alimentare, ambientale, sessuale … Cittadinanza e Costituzione , comportamento TEMPO SCUOLA OBBLIGATORIO 24 27 (30) DOCENTI unico 3/2 o 4/3 Prevalente (tutor ?, specialisti) + specialisti ALUNNI CON DISABILITA’ NO SI VALUTAZIONE VOTO GIUDIZIO ALUNNI NON ITALOFONI POCHI MOLTI

83 DOTAZIONE ORGANICA 27 ORE SETTIMANALI SCUOLA PRIMARIA + SOSTEGNO
D.P.R. n.89/09 – Art.4 SCUOLA PRIMARIA DOTAZIONE ORGANICA 27 ORE SETTIMANALI + SOSTEGNO + CLASSI DI TEMPO PIENO AUTORIZZATE CONTEGGIO DELL’ORGANICO

84 D.P.R. n.89/09 – Art.4 SCUOLA PRIMARIA C.7 Le maggiori disponibilità di orario derivanti dalla presenza di due docenti per classe, rispetto alle 40 ore del modello di tempo pieno, rientrano nell’organico di istituto. CONTEGGIO DELL’ORGANICO MECCANISMO DEL “RISPARMIO” DI ORE AZZERANDO LA COMPRESENZA

85 D.P.R. n.89/09 – Art.4 SCUOLA PRIMARIA C.10 Con Decreto MIUR avente natura non regolamentare, sono individuati [ … ] i titoli prioritari per impartire l’insegnamento di musica e pratica musicale. UNA NUOVA PREVISIONE DI SPECIALISTI ?

86 orari delle classi prime
D.P.R. n.89/09 – Art.5 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO orari delle classi prime ORDINARIO 30 ORE PROLUNGATO 36 ORE elevabili a 40 (compresa la mensa) in via eccezionale e su autorizzazione dell’USR INDIRIZZO MUSICALE OLTRE L’ORARIO OBBLIGATORIO

87 orari delle classi prime
D.P.R. n.89/09 – Art.5 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO orari delle classi prime PROLUN-GATO Nei limiti della dotazione organica provinciale Su richiesta della famiglie Se ci sono servizi idonei Se si può assicurare un corso intero

88 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
D.P.R. n.89/09 – Art.5 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO l’inglese potenziato c.10 A decorrere dall’anno scolastico 2009/2010, a richiesta delle famiglie compatibilmente con : 1. le disponibilità di organico e 2. l’assenza di esubero dei docenti della seconda lingua comunitaria, l’insegnamento dell’ inglese potenziato anche utilizzando le 2 ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria o i margini di autonomia previsti

89 ASSEGNAZIONE RISORSE DI ORGANICO
D.P.R. n.81/09 – Art.1 ASSEGNAZIONE RISORSE DI ORGANICO Ministero U. S. R. U. S. P. I. S. I. S. ……

90 (rispettando i parametri dettati dagli articoli seguenti)
D.P.R. n.81/09 – Art.3 In generale: formazione delle classi iniziali del ciclo (competenza del d.s.) N° iscritti n° classi o sezioni (rispettando i parametri dettati dagli articoli seguenti) smistamento alunni a seconda delle scelte

91 In generale: stabilità organico org di diritto – org di fatto
D.P.R. n.81/09 – Artt. 4-5 In generale: stabilità organico org di diritto – org di fatto Scostamenti del 10% Dal n° minimo e massimo In generale: classi con alunni disabili Max 20 alunni, purché: Motivata Si realizzino le economie previste dall’art.64 della L.133/08 Nei limiti dell’organico

92 N° massimo : 28 elevabili a 29
D.P.R. n.81/09 – Art.9 SCUOLA DELL’INFANZIA N° minimo: 18 N° massimo : 28 elevabili a 29 se ci sono eccedenze

93 N° massimo : 26 elevabili a 27 se residuano resti
D.P.R. n.81/09 – Art.10 SCUOLA PRIMARIA N° minimo: 15 N° massimo : 26 elevabili a 27 se residuano resti PROBLEMI PER LE PLURICLASSI QUELLO CHE NON FA RISPARMIARE SONO I PICCLO PLESSI MA QUI I PROBLEMI SONO CON GLI ENTI LOCALI Pluriclassi: da 8 a 18

94 D.P.R. n.81/09 – Art.10 SCUOLA PRIMARIA Obbligo di frequentare corsi di formazione per l’insegnamento della lingua inglese Progressivo esaurimento degli specialisti (piano triennale entro 2011/12) PROBLEMI PER LE PLURICLASSI QUELLO CHE NON FA RISPARMIARE SONO I PICCLO PLESSI MA QUI I PROBLEMI SONO CON GLI ENTI LOCALI

95 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
D.P.R. n.81/09 – Art.11 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO N° minimo: 18 N° massimo : 27 elevabili a 28 se residuano resti Si forma un’unica classe se le iscrizioni non superano 30 unità

96 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO
D.P.R. n.81/09 – Art.5 SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO Classi successive alla prima n° medio < 20 si ristrutturano le classi

97 DPR n.122 VALUTAZIONE Art.1 c. 5. Il collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione, nel rispetto del principio della libertà di insegnamento. Detti criteri e modalità fanno parte integrante del piano dell’offerta formativa. CARATTERE “RICOGNITIVO” DELLA LEGGE

98 DPR n.122 VALUTAZIONE Art.1 c. 5. Il collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione, nel rispetto del principio della libertà di insegnamento. Detti criteri e modalità fanno parte integrante del piano dell’offerta formativa. CARATTERE “RICOGNITIVO” DELLA LEGGE

99 Al termine dell’anno conclusivo
DPR n.122 VALUTAZIONE Art.1 c. 6. Al termine dell’anno conclusivo della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado, dell’adempimento dell’obbligo di istruzione del secondo ciclo dell’istruzione, la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno

100 Art.2 – Primo ciclo di istruzione (rendimento)
DPR n.122 VALUTAZIONE Art.2 – Primo ciclo di istruzione (rendimento) 1. La valutazione, periodica e finale, degli apprendimenti è effettuata nella scuola primaria dal docente ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe e, nella scuola secondaria di primo grado, dal consiglio di classe, presieduto dal dirigente scolastico o da suo delegato, con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza. 4. La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dall’articolo 309 del testo unico 5. I docenti di sostegno, contitolari della classe, partecipano alla valutazione di tutti gli alunni, NELLA PRIMA FORMULAZIONE (L.169/08) C’ERA STAT LA DIATRIBA SU CHI AVEVA COMPETENZA A VALUTARE. NON ERA MENZIONATO IL CONSIGLIO DI CLASE, CON CONSEGUENTI DIATRIBE SULLA POSSIBILITA’ DI FERMARE UN ALUNNO ANCHE SOLO CON UNA VOTAZIONE INFERIORE A SEI DECIMI

101 Art.2 – Primo ciclo di istruzione (comportamento)
DPR n.122 VALUTAZIONE Art.2 – Primo ciclo di istruzione (comportamento) 8. La valutazione del comportamento degli alunni è espressa: nella scuola primaria dal docente, ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe, attraverso un giudizio, formulato secondo le modalità deliberate dal collegio dei docenti, riportato nel documento di valutazione; nella scuola secondaria di primo grado con voto numerico espresso collegialmente in decimi; il voto numerico è illustrato con specifica nota e riportato anche in lettere nel documento di valutazione.

102 Art.3 – Esame conclusivo del primo ciclo di istruzione
DPR n.122 VALUTAZIONE Art.3 – Esame conclusivo del primo ciclo di istruzione 1. L’ammissione all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo e l’esame medesimo restano disciplinati dalla L n. 176. 4. Alla valutazione conclusiva dell’esame concorre l’esito della prova scritta nazionale 6. All’esito dell’esame di Stato concorrono gli esiti delle prove scritte e orali, ivi compresa la prova di cui al comma 4, e il giudizio di idoneità di cui al comma 2. Il voto finale è costituito dalla media dei voti in decimi ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità arrotondata all’unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5. 8. Ai candidati che conseguono il punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della commissione esaminatrice con decisione assunta all’unanimità. QUESITONE DELL’AMMISSIONE TOLTA DALLA MORATTI RIPRISTINATA DA FIORONI RIMANE IN SEGUITO

103 Art.8 – Certificazione delle competenze
DPR n.122 VALUTAZIONE Art.8 – Certificazione delle competenze 1. Nel primo ciclo dell’istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono descritte e certificate al termine della scuola primaria e, relativamente al termine della scuola secondaria di primo grado, accompagnate anche da valutazione in decimi 6. Con decreto del Ministro [ …. ] sono adottati i modelli per le certificazioni relative alle competenze acquisite dagli alunni dei diversi gradi e ordini dell’istruzione …. CONTRADDITTORIETA’ FRA GLI STESSI COMMI CON IL D.M. 139/07 PER IL FATTO DELLA VOTAZIONE

104 FINE

105 Consigli di lettura Opuscolo “A che punto siamo”
a cura di Giancarlo Cerini allegato a Notizie della scuola – Tecnodid, Napoli, n.2 del 2010 “Le Indicazioni per il curricolo” con contributi di Autori Vari, n° speciale di Notizie della Scuola , sett 2007 edito anche in “Scuola e Formazione”, dossier CISL Scuola, anno VII n.2/3 “Le novità del Primo Ciclo”, n° speciale di Notizie della Scuola , n° 2/3, anno XXXVII, 16/30 sett 2009


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