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Referente regionale Intercultura

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Presentazione sul tema: "Referente regionale Intercultura"— Transcript della presentazione:

1 Referente regionale Intercultura
cittadini in Italia cittadini in Europa cittadini del mondo Rosanna Facchini M.P.I. - USR/ER Referente regionale Intercultura

2 Europa 1977 Direttiva CEE n. 486 “Inserimento scolastico paesi forte immigrazione” 1984 Raccomandazione n. 18 “La formazione degli insegnanti e un’educazione per la comprensione interculturale, particolarmente in un contesto di migrazioni” 1991 Conferenza di Rotterdam Avvio programmi Socrates, Leonardo, Gioventù per l’Europa – Educazione interculturale Azione 2 Comenius 1994 Direttiva CEE n. 80 Attribuzione diritto di voto dei comunitari nelle elezioni comunali 1994 Risoluzione Parlamento Europeo Razzismo, xenofobia e antisemitismo 1997 Trattato di Amsterdam Prevista una politica europea in materia di immigrazione 2000 Trattato di Nizza Carta dei diritti fondamentali 2 disposizioni per immigrati con soggiorno di lunga durata *Uguaglianza di trattamento *libera circolazione (art.45)

3 Dichiarazione universale dei diritti umani UNESCO 1978
Mondo ONU 1948 Dichiarazione universale dei diritti umani UNESCO 1978 Dichiarazione sulla razza e sui pregiudizi razziali UNESCO 1980 Definizione di intercultura Mondo ONU 20 novembre 1989 Dichiarazione Internazionale dei DIRITTI dell’INFANZIA

4 Costituzione della Repubblica Italiana
1948 Costituzione della Repubblica Italiana Artt. 3, 33, 34 LEGGI DPR 722/82 Attuazione Direttiva CEE 486/1977 L. 176/91 Ratifica ed esecuzione della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, adottata a New York il 20/11/89 L. 390/92 Conversione legge decreto n.35/92 su interventi a favore sfollati ex Jugoslavia L. 454/92 Ratifica trattato UE – Maastricht 7/8/92 D. Lgs. 297/94 Testo Unico disposizioni legislative in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado Art. 21 L. 59/97 Indicazioni sul decentramento amministrativo e l’autonomia delle istituzioni scolastiche L.285/97 Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza L. 40/98 Disciplina sull’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (art. 36 valore formativo differenze linguistiche e culturali) D. Lgs. 286/98 Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina sull’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero DPR 394/99 Regolamento testo unico disposizioni sulle discipline dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero L. 189/02 Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo

5 Regione Emilia-Romagna
LEGGI REGIONALI 47/88 Norme per le minoranze nomadi in Emilia-Romagna 14/90 Iniziative regionali in favore dell’emigrazione e dell’immigrazione. Nuove norme per l’istituzione della consulta regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione. 34/93 Modifiche alla L.R. 47/88 e alla L.R. 12/85 5/2004 Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati Deliberazioni n.45 del PROGRAMMA triennale 2006/2008 per l’integrazione dei cittadini stranieri immigrati

6 Linee Guida MIUR 2006 Obiettivi: presentare un insieme di orientamenti condivisi sul piano culturale ed educativo; individuare alcuni punti fermi sul piano normativo; dare alcuni suggerimenti di carattere organizzativo e didattico … al fine di favorire l’integrazione e la riuscita scolastica e formativa, ferma restando l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la loro responsabilità in materia, nel quadro della legislazione vigente.

7 gli alunni stranieri a scuola con noi … comunicativo-relazionale;
accoglienza = l’insieme degli adempimenti e dei provvedimenti attraverso i quali viene formalizzato il rapporto dell’alunno e della sua famiglia con la realtà scolastica; tale rapporto si sviluppa in tre ambiti / aree amministrativa; comunicativo-relazionale; educativo-didattica.

8 l’iscrizione art. 68 della Legge 17 maggio 1999, n. 144; art. 2 della Legge n. 53/2003; art.1 del D. L.vo 15 aprile 2005, n. 76 L’obbligo scolastico, integrato nel più ampio concetto di diritto-dovere all’istruzione e alla formazione concerne anche i minori stranieri che abbiano tra i 15 e i 18 anni indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia art. 38 del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286; art. 45 del D.P.R. n. 394/99

9 D. P. R. n. 394/99, art. 45; C. M. del 23 marzo 2000, n. 87; C. M
D.P.R. n. 394/99, art. 45; C.M. del 23 marzo 2000, n. 87; C.M. del 5 gennaio 2001, n. 3; C.M. del 28 marzo 2002, n. 87; C.M. del 23 dicembre 2005, n. 93 Le iscrizioni possono essere richieste in qualsiasi momento dell’anno scolastico Gli alunni privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità, vengono iscritti con riserva in attesa della regolarizzazione. L'iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado. L´iscrizione scolastica con riserva non costituisce un requisito per la regolarizzazione della presenza sul territorio italiano, né per il minore, né per i genitori. art. 45 del D.P.R. n. 394/99

10 in mancanza dei documenti …
… la scuola iscrive comunque il minore straniero, poiché la posizione di irregolarità non influisce sull’esercizio di un diritto-dovere riconosciuto. … non esiste l’obbligo di denunciare la condizione di soggiorno irregolare degli alunni che stanno frequentando la scuola e, quindi, esercitano un diritto riconosciuto dalla legge.

11 il caso di minori stranieri “non accompagnati”
se la scuola riscontra il caso di minori privi di genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro tutela, deve fare subito segnalazione all’autorità pubblica competente per le procedure di accoglienza e affido, ovvero di rimpatrio assistito art. 32 del D.L.vo. n. 286/98

12 N.B. :c’è un solo esame (3^media) a conclusione del I° ciclo di istruzione
D.L.gs n. 226/2005, art. 1, c. 12 “Al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione si accede a seguito del superamento dell’Esame di Stato conclusivo del I° ciclo d’istruzione”. di fatto/di diritto nell’ordinamento italiano c’è l’obbligo del conseguimento del titolo di scuola di I° grado per poter proseguire il percorso scolastico/ formativo nel II° ciclo!!!

13 ..e allora ,cosa devono fare le Scuole di I° e di II° grado?
… realizzare percorsi idonei all’acquisizione del titolo conclusivo di I grado , “Nell'ambito della programmazione regionale e nel rispetto del quadro normativo delle singole regioni, le scuole secondarie di primo grado possono organizzare, in raccordo con le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo ed i servizi territoriali previsti dalle regioni stesse, iniziative di orientamento e azioni formative volte a garantire il conseguimento del titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, anche ad integrazione con altri sistemi.” D. Lg n. 76/2005, relativo al diritto-dovere, all’ art. 4, comma 2:

14 Le possibili azioni… Un’importante risorsa sono i Centri Territoriali Permanenti (O.M. n. 455/97). In particolare, la collaborazione dei CTP con gli istituti di istruzione e i Centri di Formazione Professionale, può trovare opportunità di ampliamento e diffusione tramite apposite convenzioni … vedi anche L.R. 12/2003e i bienni integrati….

15 Pronuncia di propria iniziativa del CNPI 2005
… intende riprendere: la riflessione e il dialogo sul tema dell’educazione interculturale a fronte dell’impegno diffuso della scuola, delle istituzioni presenti sul territorio (Comuni, Province, Regioni) e del volontariato sociale, il tema della qualità del servizio scolastico pubblico, soprattutto delle scuole statali, nelle quali affluiscono quasi esclusivamente gli alunni immigrati la necessità di azioni sinergiche nel processo di integrazione fra il sistema dell’istruzione e quello della formazione professionale per evitare il rischio di una precoce selezione sociale. l’esigenza che anche nei confronti dei lavoratori immigrati, si concretizzi il principio della formazione permanente da sviluppare nei CTP,nei corsi serali per adulti e nella formazione professionale.

16 ….di nuovo l’Europa 7 settembre 2005
Risoluzione del Parlamento Europeo in tema di integrazione degli immigrati in Europa che rilancia, integra e amplia la direttiva 77/486/CEE del Consiglio, del 25 luglio 1977. 30 novembre 2005 work in progress della Commissione in ordine al Programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”(la strategia di Lisbona)che comprende il processo di Copenhagen in materia di istruzione e formazione professionale (IFP) e le azioni nel campo dell’istruzione superiore.

17 Religioni e intercultura
Costituzione Repubblica Italiana Art. 7 Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge Religione cattolica L. 121/85 Ratifica dell’accordo tra Repubblica Italiana e Santa Sede del 18 febbraio 1984 Art 9 assicurazione dello Stato Italiano sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche DPR 751/85 Artt.9-10 Garanzia del diritto di scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica Tavola Valdese L. 449/84 Intesa tra lo Stato italiano e le Chiese rappresentate dalla Tavola Valdese

18 Religioni e intercultura
Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno L. 516/88 Intesa con l’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno Assemblee di Dio L. 517/88 Intesa con le Assemblee di Dio Unione Comunità Ebraiche L. 101/89 Intesa con l’Unione delle Comunità Ebraiche Chiesa Evangelica Battista L. 116/95 Intesa con la Chiesa Evangelica Battista

19 stabile e nomade insieme
società multiculturale Italia da paese di emigranti a paese di IMMIGRATI immigrazione stabile e nomade insieme 1 immigrato ogni 38 residenti gli “altri” qui da noi bassa presenza extracomunitari bassa percentuale di donne alto numero di paesi di provenienza basso tasso di naturalizzazioni

20 cittadino cittadinanza da immigrato a soggetto di diritti accoglienza
integrazione mediazione culturale istruzione - salute lavoro - casa

21 promuove comportamenti produce apprendimenti
la scuola promuove comportamenti produce apprendimenti le differenze come VALORE e RISORSA

22 diritto alla cittadinanza formativa
Educazione interculturale diritto alla cittadinanza formativa Riconoscimento dei valori, dei modi di vita, delle rappresentazioni simboliche alle quali si riferiscono gli esseri umani, individui e società, nelle loro relazioni con l’altro e nella loro comprensione del mondo, riconoscimento delle interazioni che intervengono, di volta in volta, tra i molteplici registri di una stessa cultura e fra differenti culture, nello spazio e nel tempo. (UNESCO, 1980)

23 Educazione interculturale
Alunno con la sua DIVERSITA’ accoglienza mediazione culturale Rapporto didattico costruttivo ed arricchente per valorizzare le differenze Integrazione

24 educazione interculturale
interazione reciprocità scambio solidarietà obiettiva apertura

25 Istituzione scuola Educazione interculturale livello didattico
classi aperte lavoro di gruppo contenuti sperimentazione individualizzare l’insegnamento livello strutturale formazione docenti spazi interculturali laboratori centri territoriali scuole pilota classe accoglienza tanti linguaggi spazi e tempi didattica curricula integrati

26 I nodi didattico-educativi attuali
obiettivi di sistema facilitare accesso alla formazione formazione fra i docenti di tutti gli ordini di scuola sostenere l’integrazione culturale in tutto il sistema formativo valorizzazione autonomie scolastiche sviluppare rapporto con il territorio

27 obiettivi didattico-metodologici
I nodi didattico-educativi attuali obiettivi didattico-metodologici Curricula integrati Modularità/flessibilità Classi aperte Discipline in un’ottica multiculturale Sostenere l’insegnamento della lingua 2 Valorizzare lingua e cultura d’origine Recuperare nell’integrazione i linguaggi non verbali

28 CM 28 del 15 marzo + nota 31 maggio 2007
L’esame di 3^Media Obbligo della 2° lingua comunitaria per tutti MA per gli alunni stranieri di recente scolarizzazione è opportuna/utile l’adozione di misure di valutazione particolari,in sede di colloquio per gli alunni stranieri di recente scolarizzazione,.. e allora PRIMA si accerta il livello di maturazione complessiva POI si misura il livello di padronanza strumentale CM 28 del 15 marzo + nota 31 maggio 2007

29 La certificazione delle competenze
art. 10 DPR 275/1999 da intendersi pertanto come orientamento e sostegno al processo formativo accertamento di traguardi raggiunti nelle aree disciplinari,previste nel percorso scolastico e nello specifico piano di studio (P.E.I.) esiti delle prove ( NB:l’esito negativo negli scritti non pregiudica il colloquio….) 2006/2007: anno ponte, certificazioni sperimentali, flessibili, aperte…..

30 Il modello proposto Anche con riferimento a Competenze in
prove d’esame con esito molto positivo Competenze in Lingua italiana inglese e 2° lingua comunitaria Competenze matematiche scientifiche tecnologiche storico-geografiche artistiche musicali motorie ha mostrato specifiche capacità e potenzialità nei seguenti ambiti disciplinari…… Il piano di studi seguito nell’ultimo anno si è caratterizzato per la partecipazione a ……… tempo scuola (sett. complessivo) Attività opzionali facoltative /quali e quante ore Altre attività significative ….

31 Gli “indicatori”di livello
Le discipline Le attività opzionali facoltative Ottimo Distinto Buono Sufficiente (NON sufficiente) Qui il livello si può esprimere sia in termini quantitativi I. INT. F. sia con indicatori della disciplina (vedi Dossier accompagnamento)


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