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Le frontiere culturali e religiose: età medievale

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Presentazione sul tema: "Le frontiere culturali e religiose: età medievale"— Transcript della presentazione:

1 Le frontiere culturali e religiose: età medievale
L’Europa medievale fonda la propria identità sulla fede cristiana. Tale modello culturale implica l’esistenza di una frontiera nei confronti dei non-cristiani, principalmente ebrei e musulmani (questi ultimi definiti spesso con termini imprecisi: pagani, infedeli, mori…). f.meneghetti - itisplanck 2003

2 L’ Europa medievale ebrei eretici Frontiera esterna vs. Islam
Frontiera interna ebrei eretici Frontiera esterna vs. Islam f.meneghetti - itisplanck 2003

3 La frontiera esterna: gli arabi
Gli arabi erano una popolazione nomade e disunita, che aveva in comune solo il culto della pietra nera, portata dall’ angelo Gabriele nella Kaaba, un tempio della Mecca. Fu Maometto ( ) ad unificarli in nome di una fede che gli era stata suggerita da visioni: in base ad essa esisteva un solo Dio, Allah, di cui Maometto era profeta, dopo Abramo e Gesù Cristo. I suoi seguaci si dicono musulmani (dall'arabo muslim, credenti), mentre la parola “Islam” indica l’abban-dono a Dio. f.meneghetti - itisplanck 2003

4 Il libro sacro: il Corano
L'Islamismo trova il suo punto di partenza in un libro ispirato direttamente da Dio: Il Corano. La Torah ebraica costituisce una fonte del Corano, così come i Salmi ed il Vangelo di Gesù: storie bibliche, infatti, sono recepite e rielaborate nel patrimonio reli-gioso islamico. Il Corano è composto da 114 capitoli detti sure che sono disposti, a esclusione del primo capitolo, in ordine di lunghezza dal più lungo al più breve. Dunque, diversamente da altri testi sacri, non segue un ordine storico-cronologico e manca quindi di linearità. Al Corano si affiancano altri due testi che vanno a costituire la tradizione musulmana (in arabo sunna): gli hadith, ovvero i detti e fatti del Profeta Maometto, e la sira, la biografia di Maometto. f.meneghetti - itisplanck 2003

5 La dottrina dell’Islam
La fede in Allah La completa sottomissione del credente La credenza nel Paradiso e nell’Inferno La credenza negli angeli e nei demoni La fede nell’immortalità dell’anima e nell’al di là La fede nei profeti La mezzaluna (in arabo hilal, "luna crescente") è il simbolo più importante nella tradizione musulmana, in quanto nel calendario musulmano (che è lunare) essa determina tra le altre cose l'inizio del pellegrinaggio e del digiuno del mese di ramadan. f.meneghetti - itisplanck 2003

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I precetti dell’Islam La professione di fede: "Non vi è Dio oltre Dio, Maometto è il Profeta di Dio "; La preghiera canonica, consistente in un insieme di gesti rituali accompagnati da formule religiose, ripetute cinque volte al giorno in direzione della Mecca; Il digiuno nel mese del Ramadan: va rispettato dall’alba al tramonto e la sua regolamentazione rituale è molto complessa; L’elemosina, che è la virtù e la rettitudine, ma anche la benevolenza e l’atto del donare; Il pellegrinaggio alla Mecca, che ogni fedele deve compiere almeno una volta nella vita. f.meneghetti - itisplanck 2003

7 Rapporti con le altre religioni
L'Islam si pone per definizione come l'ultima e definitiva religione rivelata, quindi come "sigillo" delle religioni monoteistiche. Ma proprio per questo motivo sia ebrei sia cristiani vengono definiti dall'Islam "genti del Libro" e vengono rispettati e tollerati in quanto possiedono un Libro rivelato. Nei confronti delle altre religioni, invece, l'atteggiamento dell'Islam è stato spesso meno aperto: la nozione di gihad, originariamente intesa come sforzo di persuasione verso i politeisti, è stata interpretata da alcuni movimenti estremistici come uno sforzo contro chiunque non appartenga all'Islam. f.meneghetti - itisplanck 2003

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L’Islam oggi Attualmente si possono distinguere quattro principali correnti d’opinione nei rapporti stato-religione. La prima, definita “fondamentalismo islamico”, propu-gna un ideale ritorno alle origini, realizzando l’unione stretta tra religione ed organizzazione statale. I fondamentalisti rifiutano dunque le idee ed il modo di vivere del mondo occidentale (Pakistan, Iran). La seconda è costituita da quei musulmani “secolaristi”, che sostengono una forma laica di stato (Iraq, Siria, Egitto, Turchia). Alla terza corrente appartengono i cosiddetti “tradizionalisti” che, pur osservanti dell’antico spirito della religione islamica anche nella vita pubblica, in politica estera non assumono atteggiamenti negativi verso il mondo occidentale (Arabia Saudita, Stati del Golfo). La quarta corrente è rappresentata dai “liberali”, che propugnano la religione musulmana, ma non accettano una visione integralista dello stato. Oggi i Musulmani costituiscono la seconda co-munità religiosa del mondo, dopo il Cristianesimo: sono oltre 800 milioni (che vivono non solo nei Paesi arabi, ma anche nell’Asia Occidentale e Meridionale, nell’Africa occidentale ed orientale, nell’America del Nord ed in Europa. f.meneghetti - itisplanck 2003

9 Arabi e cristiani nel Medioevo
I rapporti tra cristiani e musulmani, prevalentemente arabi, erano sia di tipo commerciale, sia di tipo politico-militare. Il medio oriente ed i porti del Mediterraneo erano frequentati da mercanti di en-trambi i tipi, che trattavano tra loro con civiltà e tolleranza (come testimonia la leggenda dei tre anelli diffusa in ambienti mercantili). Gli Arabi inoltre favorivano il pellegrinaggio cristiano in Terrasanta, da cui traevano vantaggi economici. I contrasti, fino al 1000, avevano riguardato esclu-sivamente la Spagna, dapprima conquistata dagli Arabi, poi soggetta alla Reconquista da parte degli stati cristiani del nord. C’erano poi i rapporti conflit-tuali delle rispettive piraterie che si fronteggiavano nel Mediterraneo. f.meneghetti - itisplanck 2003

10 Gli arabi nella letteratura..
Il primo testo europeo che rappresenta la frontiera tra arabi e cristiani è La Chanson de Roland, composta all’epoca delle crociate (dopo il 1000), quando cioè si riproponeva il tema della guerra tra le due civiltà. Tale poema epico testimonia la fase dell’invasione araba in Spagna, fermata da Carlo Magno sui Pirenei e inventa il personaggio leggendario di Rolando, eroe della lotta ai “mori”. Tale personaggio rivive nei poemi epico-cavallereschi del ‘4-’500. Se nei primi, scritti in pieno rinascimento e caratterizzati da uno spirito “laico“, sono disposti a riconoscere il valore di singoli combattenti musul-mani, già la Gerusalemme Liberata, composta da T.Tasso, in piena controriforma e in un momento in cui la pressione turca sull’Occidente risulta assai preoccupante, ripropone il senso della frontiera in modo netto. f.meneghetti - itisplanck 2003

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…e nell’ arte Nella chiesa di san Petronio a Bologna compare un affresco degli inizi del '400, che raffigura una scena è dell'inferno di Dante (XXVIII canto). In un un angolo il pittore ha posto Maometto, ritrat-to con il supplizio che Dante gli aveva inflitto : il profeta veniva squarciato dalla testa ai piedi. Per il poeta, infatti, Maometto, avendo diviso le re-ligioni, è "un seminator di scandalo e scisma" di conseguenza la pena segue la legge del contrap-passo. Dipinto intorno al 1410 da un pittore bologneei, l'affresco rispecchia l'epoca religiosa in cui venne realizzato. In quegli anni, infatti, il papa e i re cristiani stavano cercando di riorga-nizzare una nuova crociata, nel tentativo di osta-colare l'espansione turca nei Balcani. f.meneghetti - itisplanck 2003

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Le Crociate Nel 1070 i turchi selgiukidi, una tribù di origine mon-golica, rozza e violenta, conquista Gerusalemme dopo essersi impadronita del califfato di Bagdag ed essersi convertita all’Islam: a questo punto il pelle-grinaggio in Terrasanta diventa rischioso e il papa Urbano II bandisce una crociata per liberare i luoghi sacri dai turchi. Vengono così organizzate diverse spedizioni militari, che rispondono però a finalità commerciali (per le città marinare) o politiche (per i feudatari) o sociali (per i ceti più diseredati e disperati). Basti pensare che la quarta crociata viene dirottata da Venezia contro Costantinopoli, per avvantaggiarsi economicamente, anche se era una città cristiana che aveva chiesto aiuto all’Occidente contro i turchi. f.meneghetti - itisplanck 2003

13 Bilancio delle Crociate
Le crociate permisero ai cristiani di occupare Gerusalemme per meno di un secolo, poi tutto tornò come prima. Quindi lo scopo primario non fu raggiunto stabilmente. I vantaggi furono solo i benefici acquisiti dalle città marinare (che assicuravano tra-sporti e i rifornimenti) ed in particolare per Venezia, che si insediò su alcune isole del Levante. In compenso scatenarono un fana-tismo religioso che inasprì i rapporti non solo tra cristiani e mu-sulmani, ma anche tra cristiani ad ebrei. f.meneghetti - itisplanck 2003

14 La frontiera interna: gli ebrei
Gli ebrei, dopo la distruzione di Gerusalemme in età romana (70), si erano dispersi in tutta l’area mediterranea ed europea (diaspora). Comunità importanti si trovavano in Spagna, in Provenza, nelle Germania, in Italia, in Inghilterra e in Europa orientale, provenendo dalla Grecia e dal Levante. Tradizionalmente erranti e sradicati, privi della possibilità di acquistare terre, per vivere si dedicavano al commercio e al prestito di denaro (vietato ai cristiani). Erano pra-ticamente gli unici alfabeti, a parte i monaci, perché la loro reli-gione implica la lettura delle sacre scritture; ciò permise loro di tenere i conti e di comunicare a lunga distanza, con altre comunità ebraiche. Gli ebrei formavano la principale frontiera interna e non cristiana dell’Europa medievale. f.meneghetti - itisplanck 2003

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I testi sacri L'Ebraismo ritiene che vi sia stata una Rivelazione di Dio messa per iscritto nella Bib-bia (dal greco ta biblia, "i libri"). La Bibbia ebraica è composta da 24 libri, ed è sud-divisa in tre sezioni: la Torah (o Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia ebraica), i Nevi'im ("Profeti") e i Ketuvim ("Scritti"). Nella Bibbia sono narrate le vicende storiche del popolo ebraico, l'Alleanza instaurata tra il popolo e il suo Dio, e i princìpi che gli ebrei devono seguire per non rompere l'Alleanza. Tutti i libri della Bibbia ebraica sono scritti in ebraico salvo alcune brevi sezioni in aramaico. Accanto alla Bibbia, ,vi è il Talmud, che si considera come la "Torah orale", rivelata sul Sinai a Mosè e trasmessa a voce, di generazione in generazione, fino alla conquista romana. Il Talmud fu fissato per iscritto solo quando, con la distruzione del Secondo Tempio, gli ebrei temettero che le basi religiose di Israele sparissero. Esso consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbi) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah . f.meneghetti - itisplanck 2003

16 La dottrina dell’ebraismo
La Menorah, il candelabro a sette bracci, è uno dei simboli più antichi dell‘ Ebraismo  l'esistenza di Dio;  la sua unità;  la sua spiritualità e incorporeità;  la sua eternità;  il dovere di adorare soltanto lui;  la verità della profezia;  la superiorità della profezia di Mosè;  la divinità della Torà;  l'immutabilità della Torà;  l'onniscienza di Dio; 11.la futura venuta del Messia; 12. la risurrezione dei morti. 13. compenso e punizione per le azioni umane; f.meneghetti - itisplanck 2003

17 Le regole dell’ebraismo
Nell’ebraismo moderno le principali norme e ritualità, oltre alle preghiere quotidiane e alle riunioni in sinagoga sono: il sabato, come giorno sacro e di riposo (shabbat); - il rispetto delle feste annuali: Pessah o Pasqua (che ricorda l'uscita dall'Egitto), Shavuoth o Pentecoste: riguarda la promulgazione del decalogo, Sukkot o festa delle Capanne: richiama i 40 anni passati nel deserto), Yom-Kippur : dieci giorni che vanno dal Capodanno al giorno dell'Espiazione; f.meneghetti - itisplanck 2003

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l'Ebraismo oggi Attualmente, gli ebrei nel mondo sono circa 13 milioni e sono distribuiti in più di cento paesi. Di questi, l'unico paese in cui l'Ebraismo costituisce la religione della maggioranza della popolazione è Israele, là dove la legge ebraica è legge dello stato (vale anche per i non credenti). Fuori da Israele, le comunità ebraiche più numerose si trovano negli Stati Uniti, in alcuni paesi europei (le comunità più numerose in Europa sono quelle inglese e francese), in Russia, in diversi paesi asiatici, nell'America Latina e in Australia. f.meneghetti - itisplanck 2003

19 L’antisemitismo medievale
Gli ebrei erano oggetto di disprezzo per due ragioni: da un lato erano considerati come gli “assassini del Signore” (come si dice nella letteratura cristiana dei primi secoli, per quanto il sacrificio di Cristo fosse considerato necessario per riscattarsi dal peccato originale); dall’altro erano odiati in qualità di prestatori di denaro, anche se non tutti gli ebrei lo erano, ed in ogni caso perché costretti. Le prime forme di persecuzione vera e propria però sono tarde: risalgono infatti all’epoca delle crociate, nel clima di fanatismo religioso che accompa-gnò le spedizioni dei cavalieri cristiani. Sia nei Balcani che a Gerusalemme i crociati fecero strage di ebrei. f.meneghetti - itisplanck 2003

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Il capro espiatorio In seguito gli ebrei furono accusati di avvelenare i pozzi durante la peste nera e di praticare l’infanticidio rituale. Soggetti ad essere il capro espiatorio delle tensioni della società europea, nei momenti di crisi, prima che le leggi li obbligassero a rinchiudersi nei ghetti, cominciarono a raggrupparsi per sentirsi più sicuri. f.meneghetti - itisplanck 2003

21 La frontiera interna: gli eretici
L'eretico del Basso Medioevo non è  colui che si definisce tale, ma colui che viene definito tale dall'autorità ecclesiastica. Infatti la pa-rola eresia significa “scelta”: una scelta di non integrazione diversa da quella della chiesa ufficiale. L'eretico non era un anti-religioso, ma un cristiano, un credente che, in buona fede, cercava di dar forma a una propria coscienza religiosa, alla luce di inquietudini spirituali e morali, e non di interessi teologici. Egli si rifaceva ai principi evangelici e non tollerava il malcostume e l’attaccamento ai beni terreni diffusi tra il clero. Nella realtà però non esisteva una linea netta di demarcazione tra gli eretici e gli ortodossi, ovvero coloro che professavano un “credo” corretto. Dal punto di vista sociale, si trattava soprattutto di un movimento urbano, spesso legato agli ambienti dell’artigianato. Gli eretici erano mediamente più colti rispetto al resto della popolazione. f.meneghetti - itisplanck 2003

22 I principali movimenti eretici
I principali movimenti eretici, tra l’XI e il XIV secolo sono tre: PATARI (Milano) CATARI (dall’Italia sett. ai Pirenei) VALDESI (Alpi piemontesi) f.meneghetti - itisplanck 2003

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Patari e Valdesi Con Pataria si designa il movimento riformatore sviluppatosi a Milano nella seconda metà dell'XI sec.. I Patari (robivecchi) si dicevano così o in relazione all’attività esercitata da alcuni o ai luoghi di ritrovo (discariche). Obiettivo del movimento era l'eliminazione della pratica del matrimonio del clero, il cosiddetto NICOLAISMO, e, in un secondo tempo, la lotta contro la SIMONIA, ovvero l’acquisto di cariche ecclesiastiche indebitamente ottenute. In pratica combattevano contro il clero corrotto e in particolare contro il vescovo della loro città. Invece il movimento valdese, fondato da Pietro Valdo che, come san Francesco, aveva abbandonato la mercatura, criticava l’arricchimento del clero e valorizzava la povertà, nonché la non-violenza e la pace. f.meneghetti - itisplanck 2003

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Catari Catari significa “puri”. L’origine dell’eresia catara è incerta. È probabile che il catarismo sia una derivazione della setta dei Bogomil che fece la sua comparsa nel X secolo in Bulgaria e si diffuse a Costantinopoli alla fine dell’XI secolo. I catari professavano una dottrina dualista (Bene e Male netta-mente contrapposti) predicavano una assoluta purezza di vita, rifiutando tutto ciò che era “carne” (male) e rifiutavano i sacra-menti. fatta eccezione per il battesimo. Per i catari il problema essenziale consisteva nel liberare l’animo umano dal potere del male che governava il mondo terreno, seguendo la parola di Cristo. A giudizio dei Catari, la Chiesa avendo accettato il potere e le ricchezze aveva optato per il male e quindi non era più in grado di offrire alcun sostegno per la purificazione. f.meneghetti - itisplanck 2003

25 La risposta della Chiesa
La Chiesa usò strategie diverse per neutralizzare i movimenti eretici: da un lato la lotta aperta, dura, attraverso il tribunale dell’ inqui-sizione o apposite crociate; dall’altro la strada della “persuasione”, sfruttando l’attività di predicazione e proselitismo di due ordini religiosi di nuova istituzione: i domenicani e i francescani. Il Papa Innocenzo III nel 1184 istituì il tribunale dell’ Inquisizione, che, nello sforzo di estirpare l’eresia ricorreva a metodi intimidatori, inclusa la tortura, come mezzo per accertare la “verità”, e alle denunce segrete. L’eretico accertato veniva condannato al rogo. f.meneghetti - itisplanck 2003

26 La crociata contro gli Albigesi
Inoltre Innocenzo III bandì la crociata contro gli Albigesi, ovvero i ca-tari che risiedevano al sud della Francia, specialmente nella città di Albi. A tale scopo si appoggiò al re di Francia, interessato a porre sotto il proprio dominio i feudi del sud, che erano ancora indipendenti e parlavano un’altra lingua (d’OC). Un’intera civiltà, quella provenza-le-occitanica fu così interamente distrutta f.meneghetti - itisplanck 2003

27 Nuovi ordini religiosi
D’altro canto, per tenere stretti a sé i fedeli, la Chiesa cercò di farsi aiutare da due ordini religiosi. Il primo era quello domenicano, fondato appunto da San Domenico. I Domenicani erano colti predicatori: a loro erano affidati l’insegnamento della teologia nelle università e, in virtù delle loro conoscenze, anche i tribunali dell’ Inquisizione. f.meneghetti - itisplanck 2003

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San Francesco San Francesco era un mercante che, ad un certo punto, ripudiò la ricchezza e i beni paterni, per seguire, come Cristo, la povertà assoluta, in un rapporto di gioiosa comunione con la natura. Francesco non era favorevole a fondare un ordine religioso, perché ciò avreb-be comportato il possesso di conventi e quindi di terre e di altri beni. Tuttavia il papa Onorio III riuscì a convincerlo a sottoscrivere una “regula” per tenere meglio sotto controllo il movimento francescano ed attirare verso esso possibili “eretici”. f.meneghetti - itisplanck 2003

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I francescani Alla morte di San Francesco l’ordine si divise in due movimenti: “spirituali” si dissero quelli che erano ri-masti fedeli alla povertà del fondatore, rifiutando conventi e regole; “conventuali” si dissero quelli dispo-sti ad entrare in possesso di monasteri. La polemica tra le due parti era piuttosto aspra, tanto più che le posizioni degli spirituali sconfinavano nell’eresia. Nel ‘300, infatti, ai tradizionali motivi di critica alla chiesa (attaccamento al potere e alle ric-chezze, scarsa moralità) si aggiunse il trasfe-rimento del Papato ad Avignone per quasi un secolo, con l’abbandono della sede romana. f.meneghetti - itisplanck 2003

30 f.meneghetti - itisplanck 2003
Problemi aperti Nel momento in cui i Papi ritornarono a Roma, i problemi interni alla Chiesa non erano affatto risolti. Furono messi in discussione i modi di eleggere il papa, nonché i rapporti tra lo stesso e il concilio dei vescovi. Conciliari si chiama-vano coloro che volevano ridurre il potere del papa a fa-vore dell’assemblea dei vescovi. Ma di fatto nulla cam-biò. A riflettere sui problemi, sempre più urgenti di riforma della chiesa, si impegnò in particolare il movimento umanista. Un contributo importante in tal senso venne da Erasmo da Rotter-dam, autore del libri Elogio della fol-lia, nel quale criticava molte vuote formalità religiose. f.meneghetti - itisplanck 2003


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