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DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO

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Presentazione sul tema: "DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO"— Transcript della presentazione:

1 DAL RAV AL PIANO DI MIGLIORAMENTO
Mauro Palumbo Dipartimento di Scienze della Formazione (Di.S.For.) Università di Genova

2 Il contesto Sistema Nazionale di Valutazione (SNV); Direttiva 11/2014; La buona scuola) Sistemi di valutazione e accountability e miglioramento del servizio scolastico e della qualità dell’istruzione (Faggioli, 2014; FGA, 2014; Allulli, Farinelli, Petrolino, 2013; Castoldi, 2014; Palumbo, 2013; Paletta, 2011; Scheerens, Mosca, Bolletta, 2011; Palumbo e Pandolfini, in press a, b); Le due facce della valutazione: accountability e learning;

3 Accountability: dovere che un soggetto responsabile di un’organizzazione (o di una politica, di un progetto) ha di “render conto” a particolari interlocutori esterni delle scelte fatte, delle attività e dei risultati di cui è autore o responsabile il rapporto di accountability contropartita di un rapporto di delega di responsabilità (dall’alto o dal basso) Mauro Palumbo

4 Accountability: è la prima funzione della valutazione ad essere sottolineata rischia lo sconfinamento nella concezione di “controllo” ha anche funzione di garanzia per il valutato tipica dell’approccio obiettivi-risultati, non sempre è compatibile con la funzione di learning Mauro Palumbo

5 L’ambiguità dell’accountability:
Verso l’alto: risorgente neocentralismo? Mortificazione delle autonomie? Es. SNV della scuola, ANVUR … Verso il basso: partecipazione e responsabilizzazione dei cittadini o creazione di mercato nel pubblico? I servizi come imprese, gli utenti come clienti e il new public management Mauro Palumbo

6 Learning: connessa al principio del miglioramento continuo
Non imparano solo gli attuatori o i decisori Anche le teorie (scientifiche o di senso comune) sottostanti alla programmazione possono essere cambiate grazie alla valutazione (vedi Evidence based politics di Pawson) Mauro Palumbo

7 Le possibili “logiche” di SNV
a) Quasi-mercato: competizione fra scuole e scelta delle famiglie => prospettiva NPM b) Forte controllo centrale attraverso la valutazione (e il DS?) => prospettiva neocentralistica c) Partecipazione consapevole dei diversi attori a migliorare la scuola (secondo i diversi punti di vista) => prospettiva partecipativa Mauro Palumbo

8 Il Decreto 80/2013: Valutazione «strumentale»
Ai fini del miglioramento della qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti, l'S.N.V. valuta l'efficienza e l'efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione Mauro Palumbo

9 efficacia grado di conseguimento degli obiettivi previsti o dei risultati attesi (efficacia interna (o gestionale ) – autovalutazione? grado di assolvimento dei bisogni che costituiscono la ragion d’essere dell’intervento o del servizio valutato (efficacia esterna (o sociale) valutazione esterna? Mauro Palumbo

10 efficienza grado di ottimizzazione dell’uso delle risorse e quindi la possibilità di risparmiare risorse lasciando stabili gli obiettivi, ovvero di conseguire risultati migliori con le stesse risorse NON «ottenere i migliori risultati con le minori risorse possibili» Mauro Palumbo

11 Le fasi della valutazione (previste dal Decreto)
a) autovalutazione delle Istituzioni scolastiche; b) valutazione esterna; c) azioni di miglioramento; d) rendicontazione sociale delle Istituzioni scolastiche. Mauro Palumbo

12 a) autovalutazione «analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall’INVALSI, oltre a ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola» Mauro Palumbo

13 Come? (il RAV) elaborazione di un rapporto di autovalutazione in formato elettronico, secondo un quadro di riferimento predisposto dall'INVALSI formulazione di un piano di miglioramento; Mauro Palumbo

14 Quindi poco «auto» … ma INVALSI fornisce molti dati, la scuola deve scegliere i più rilevanti INVALSI fornisce dati ma NON percorsi di lettura causale dei dati, che sono la base delle azioni di miglioramento Importanza degli «ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola» Mauro Palumbo

15 Esempio di «ulteriori elementi»
La civicness le competenze sociali l’integrazione scolastica una scuola capace di ragionare sui propri obiettivi deve essere anche capace sia di selezionare i dati pertinenti ai suoi obiettivi, sia di rilevare ulteriori dati, che rispecchino le sue specifiche priorità. Mauro Palumbo

16 Ma non è facile … Per la struttura stessa del RAV
Per la tendenza a pensare che «solo ciò che è contabile conta» … Per la difficoltà delle scuole a spendere energie «oltre» il RAV … Mauro Palumbo

17 b) La verifica … «individuazione, da parte dell’INVALSI, delle situazioni da sottoporre a verifica, sulla base di indicatori di efficienza ed efficacia previamente definiti dall’INVALSI medesimo», cui dovrebbe seguire la visita dei nuclei di valutazione esterna per consentire la ridefinizione dei piani di miglioramento (previsto per il 10% delle scuole, di cui 7% critiche). Mauro Palumbo

18 b) Valutazione esterna
1) individuazione da parte dell'Invalsi delle situazioni da sottoporre a verifica, sulla base di indicatori definiti dall'Invalsi medesimo; 2) visite dei nuclei di valutazione 3) ridefinizione da parte delle istituzioni scolastiche dei piani di miglioramento in base agli esiti dei nuclei; Mauro Palumbo

19 c) azioni di miglioramento
Definizione e attuazione da parte delle istituzioni scolastiche degli interventi migliorativi anche con il supporto dell'Indire o attraverso la collaborazione con università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali. Mauro Palumbo

20 c) Definizione degli interventi migliorativi
Qui sta l’autonomia della scuola; etero definito in parte il «cosa» migliorare, può autodefinire il «come». Il che presuppone l’identificazione di nessi causali tra processi e risultati Ossia la capacità di individuare i fattori chiave sui quali intervenire e le strategie di intervento Mauro Palumbo

21 Anche perché Dalla valutazione non emergono ricette, ma al più criticità A) perché il valutatore non è (necessariamente) un progettista B) perché se anche lo fosse non è detto che conosca per intero finalità, vincoli e disponibilità all’azione del decisore Mauro Palumbo

22 esempio fase a) individua carenze in literacy degli allievi
l’INVALSI, in fase b), conferma tale criticità, e obiettivo di miglioramento l’incremento delle competenze di literacy fase c), azioni di miglioramento, si decide se aumentare le ore di insegnamento, modificarne i contenuti, la didattica, le prove intermedie ... Mauro Palumbo

23 d) rendicontazione sociale delle scuole
Accountability verso gli stakeholder (studenti, famiglie, istituzioni, imprese, società locale) Non esente da rischi (libertà di scelta famiglie, reazioni della comunità locale) Che stimola tuttavia partecipazione (corresponsabilizzazione) Mauro Palumbo

24 La Direttiva 11/2014: priorità strategiche SNV
1. riduzione dispersione/insuccesso 2. riduzione differenze tra scuole e aree geografiche nei livelli di apprendimento 3. rafforzamento competenze di base studenti rispetto a situazioni di partenza 4. valorizzazione esiti a distanza (università e lavoro) Mauro Palumbo

25 Note a Direttiva … 2. anche le differenze interne alle classi sono importanti 3. Valore aggiunto e set minimo di competenze di base 4. esiti a distanza punto debole per ora dei dati SNV Mauro Palumbo

26 E veniamo al RAV Risultati Processi
Contesto (interno ed esterno, sintesi del CIPP) Valutazione Realista: M + C = O (meccanismo più contesto = Outcome)

27 Pregi e difetti RAV Ha molte delle info necessarie per evidenziare le criticità Rinvia alla capacità di lettura critica delle scuole Ha una struttura rigida (anche se non predefinisce nessi causali) Le rubriche di valutazione sono multicriteri e quindi la ponderazione è affidata alla scuola

28 Esempi limiti Non c’è spazio per ulteriori elementi aggiunti dalle scuole Assume la collinearità (e pari peso) fra dimensioni, ad esempio risultato medio e distribuzione interna dei risultati Assume ugual peso tra diversi esiti o processi (questo dovrebbe spingere la scuola a riflettere sulle sue criticità)

29 Segue limiti Curriculo, progettazione e valutazione sono nella stessa rubrica valutativa Ambiente di apprendimento: stanno insieme sia sw che hw (spazi e modalità didattiche) Mission e organizzazione possono andare per conto loro Come formazione e lavoro comune …

30 E nelle ultime tre pagine …
Le Priorità strategiche (triennali) riferite agli ESITI I Traguardi (risultati attesi) sulle 4 sub aree degli esiti (risultati scolastici, risultati prove standardizzate, competenze chiave e risultati a distanza) Gli obiettivi di processo (annuali)

31 Piccola nota critica Mix tra modello del ciclo del programma e bilancio triennale e annuale degli economisti Che si trova anche nei piani delle performance e nei piani strategici … Con una certa deriva quantofrenica che anche INDIRE non riesce a contenere

32 Ed eccoci al Piano di Miglioramento
Segue il modello PDCA (ciclo del miglioramento continuo) 1. Definizione di obiettivi chiari e condivisi (Pianificazione); 2. Realizzazione delle attività pianificate e monitoraggio delle stesse (Esecuzione); 3. Valutazione dei risultati ottenuti in relazione agli obiettivi previsti (Verifica); 4. Eventuali correzioni, verifiche e sviluppi futuri delle azioni svolte (Revisione).

33 Prevede 4 sezioni Scegliere gli obiettivi di processo più utili alla luce delle priorità individuate nella sezione 5 del RAV Decidere le azioni più opportune per raggiungere gli obiettivi scelti Pianificare gli obiettivi di processo individuati Valutare, condividere e diffondere i risultati alla luce del lavoro svolto dal Nucleo di Valutazione

34 1. Obiettivi Area di processo Obiettivi di processo
Connessione alle priorità 1 Connessione alle priorità 2 Curriculo progettazione valutazione Ob. 1 Ob. 2 Ob. 3 Ambiente di apprendimento …… …..

35 Domande guida Quali sono i nessi tra obiettivi e traguardi?
Quali sono i nessi tra obiettivi e traguardi? Ci sono ridondanze? Gli obiettivi coprono in modo potenzialmente efficace e completo le priorità dichiarate?

36 Quali obiettivi (annuali) sono i più opportuni?
Obiettivo di processo elencati Fattibilità (da 1 a 5) Impatto (da 1 a 5) Prodotto: valore che identifica la rilevanza dell’intervent o 1 2 3

37 Domande Guida Ci sono obiettivi che, anche se importanti, non è possibile realizzare? Su quali obiettivi è opportuno concentrare le risorse? Nota: qui si definiscono le vere priorità e le azioni su cui impegnarsi. Utile scala 1-5 di fattibilità e impatto. Albero dei problemi e degli obiettivi non sempre coincidono …

38 Risultati attesi e monitoraggio
Obiettivo di processo in via di attuazione Risultati attesi Indicatori di monitorag gio Modalità di rilevazione 1 2 3

39 Domande Guida Quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere nel prossimo anno come scuola? Quali risultati ci attendiamo da ciascun obiettivo di processo scelto? Quali indicatori utilizzeremo per monitorare se siamo sulla giusta strada per raggiungere gli obiettivi? E in che modo li misureremo?

40 Sezione 2. Decidere le azioni per raggiungere ciascun obiettivo di processo in due passi
Passo 1 - Ipotizzare le azioni da compiere considerandone i possibili effetti negativi e positivi a medio e a lungo termine Passo 2 - Rapportare gli effetti delle azioni a un quadro di riferimento innovativo Connessioni con la legge 107/2015

41 Passo 1. Valutazione degli effetti positivi e negativi delle azioni
Azione prevista Effetti positivi all’interno della scuola a medio termine Effetti negativi all’interno della scuola a medio termine Effetti positivi all’interno della scuola a lungo termine Effetti negativi all’interno della scuola a lungo termine Azione 1 Azione 2

42 Passo 2. Caratteri innovativi
Caratteri innovativi dell’obiettivo Connessione con il quadro di riferimento di cui in Appendice A e B del PdM

43 SEZIONE 3 - Pianificare le azioni di ciascun obiettivo in tre passi
Passo 1 - Definire l’impegno delle risorse umane e strumentali Passo 2 - Definire i tempi di attuazione delle azioni Passo 3 - Programmare il monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del raggiungimento dell’obiettivo di processo

44 Passo 1.a Descrivere l’impegno di risorse umane interne alla scuola
Figure professionali Tipologia di attività Numero di ore aggiuntive presunte Costo previsto Fonte finanziaria D.S. Docenti ATA

45 Impegni finanziari per tipologia di spesa
Passo 1.b impegno finanziario per figure professionali esterne alla scuola e/o beni e servizi Impegni finanziari per tipologia di spesa Impegno presunto Fonte finanziaria Formatori Consulenti Attrezzature

46 Passo 2. tempi di attuazione
Mesi 1 2 3 4 5 6 7 12 Att.1 Att. 2 Att. 3

47 Passo 3. Monitoraggio Data di rilevazione
Indicatori di monitoraggio del processo Strumenti di misurazione Criticità rilevate (Testo libero) Progressi rilevati Modifiche/ necessità di aggiustamenti ….

48 SEZIONE 4 - Valutare, condividere e diffondere i risultati del piano di miglioramento in tre passi
Passo 1 - Valutare i risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV Passo 2 - Descrivere i processi di condivisione del piano all’interno della scuola Passo 3 - Descrivere le modalità di diffusione dei contenuti e dei risultati del piano sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione scolastica Passo 4 - Descrivere le modalità di lavoro del Nucleo di valutazione

49 Passo 1. Valutare i risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV
Traguardo dalla sezione 5 del RAV Data rilevazione Indicatori scelti Risultati attesi Risultati riscontrati Differenza Considerazioni critiche e proposte di integrazione e/o modifica

50 Momenti di condivisione interna Considerazioni nate dalla condivisione
Passo 2. Descrivere i processi di condivisione del piano all’interno della scuola Momenti di condivisione interna Persone coinvolte Strumenti Considerazioni nate dalla condivisione

51 Passo 3. azioni di diffusione dei risultati
Metodi/Strumenti Destinatari Tempi

52 Passo 4. Descrivere le modalità di lavoro del Nucleo di valutazione
Composizione Attività Ruolo del DS ….

53 In breve Proceduralizzazione spinta
Rischio di perdere il filo e di fare solo quel che è riconducibile allo schema Solo quel che è misurabile e comporta dei costi Con gioco al ribasso sulle priorità strategiche o sugli obiettivi operativi …

54 Ma dove lo trovo il PdM? Sito in via di apertura …

55 Obiettivi dell’indagine sulle scuole VALES
Approfondire il rapporto fra autonomia scolastica, valutazione e miglioramento. Fornire strumenti di supporto ai Consulenti e alle scuole per realizzare i Piani di Miglioramento (PdM) alla luce del Rapporto di Autovalutazione (R.A.V.) e del Rapporto di Valutazione esterna (R.V.) NB ricordiamo che R.V. ci sarà nel 10% di scuole, di cui 7% critiche e 3% no, quindi per ora ne stiamo facendo a meno …

56 Predisporre strumenti e metodologie di analisi
indagare le modalità con le quali le scuole utilizzano i dati dell’autovalutazione, della valutazione esterna e i relativi indicatori e indici per progettare i Piani di Miglioramento; predisporre un percorso di ricerca-azione, coinvolgendo i Consulenti e le scuole in una ricerca partecipata, volta a far emergere “dal basso”, le dimensioni ritenute prioritarie da ciascun Istituto per migliorare il proprio servizio; definire e condividere metodi e strumenti per supportare le scuole nell’analisi e nell’impiego efficace dei dati emersi dall’autovalutazione e dalla valutazione esterna per progettare e realizzare le attività di miglioramento; considerare attentamente e valorizzare le specificità di ciascuna scuola in relazione a esiti, processi e contesto di riferimento.

57 Le scuole coinvolte Regione Denominazione scuola Città Tipo istituto
PON IPSIA SANTARELLA BARI Odontotecnico - abbigliamento e moda - meccanico - elettrotecnico I.C. BOCCONE SILVIO PALERMO Istituto Comprensivo L.CLAS.UMBERTO I-NAPOLI- NAPOLI Liceo classico IC LAMEZIA T S. EUFEMIA LAMEZIA LAMEZIA TERME NORD I.C. - TORINO-C.SO REGIO PARCO TORINO GIOSUE' CARDUCCI PISA Istituto magistrale

58 Le fasi della ricerca (I)
Strutturazione di strumenti da proporre alle scuole per supportarle nel passaggio dalla valutazione (auto ed etero) al miglioramento: identificazione delle specifiche problematiche dell’Istituto; conseguente declinazione di obiettivi di miglioramento; identificazione delle modalità con cui realizzare il miglioramento desiderato, attraverso la definizione di specifiche attività da realizzare; misurazione del livello di conseguimento degli obiettivi di miglioramento intermedi e finali attraverso la costruzione di indicatori valutativi (autovalutazione delle azioni di miglioramento da parte della scuola). Prime visite nelle scuole (novembre-dicembre 2014): condivisione di finalità, metodi, strumenti e risultati attesi della ricerca con il Consulente e il Team per il Miglioramento (TpM); osservazione “sul campo” dei processi con cui le scuole predispongono i Piani di Miglioramento; compilazione assistita degli strumenti di indagine.

59 Le fasi della ricerca (II)
Seconde visite nelle scuole (aprile-maggio 2015 ): focus group con i Team per il Miglioramento; intervista al Consulente; approfondimenti qualitativi su: a) valutazione complessiva progetto Vales; b) valutazione degli strumenti di ricerca proposto da UniGe. Somministrazione di un questionario online rivolto ai Team per il Miglioramento di tutte le scuole coinvolte in Vales (maggio-giugno 2015): cogliere il percorso compiuto da ciascuna scuola, focus specifico sul processo: valutazione complessiva del progetto Vales. Domande online a tutti gli insegnanti Vales: rilevare concordanze/discordanze fra risposte TpM e insegnanti.

60 Gli strumenti forniti alle scuole
Modello del Quadro Logico (Logical Framework) albero dei problemi albero degli obiettivi strategia di intervento azioni di miglioramento (nessi causali) costruzione di indicatori (di processo e di risultato) rendere misurabili gli esiti degli interventi Favorire una riflessione condivisa su obiettivi e priorità della scuola Sollecitare una lettura in chiave di learning Favorire una riflessione che assuma una concezione generativa di causalità, ovvero ragionare in termini di concause che, a loro volta, influenzano solo parzialmente gli effetti che ci si prefigge di ottenere come risultato

61 Prime evidenze emerse Significative difficoltà nella definizione degli obiettivi di miglioramento e di attività concretamente realizzabili Formulazione Piano di Miglioramento: parafrasi della valutazione? (in questo il contributo di INDIRE aiuta anche se proceduralizza …) Fase del rispecchiamento RAV e RV “Ulteriori elementi significativi integrati dalla scuola stessa”: nella definizione degli interventi migliorativi prende corpo e vigore l’autonomia della scuola (ma succederà anche con questo PDM?) Strumenti di monitoraggio e valutazione Figura chiave del DS Cosa accadrà dopo?

62 Il progetto Vales: punti di forza
Opportunità di riflessione condivisa sulla nostra realtà scolastica: “chi siamo? Dove siamo? Dove vogliamo andare?” “Vales ci ha costretto a riflettere e a confrontarci” “Vales ci ha fatto mettere in discussione” Valutazione esterna quale ulteriore opportunità per riflettere su noi stessi “abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi dall’esterno, che ci faccia sapere qualcosa su di noi ‘guardandoci da fuori’” Occasione per creare un maggior collegamento fra i diversi ordini di scuola (Istituti Comprensivi e curricolo verticale per es.) “è stato un ottimo stimolo, punto di partenza”, “ha dato il ‘la’ a processi di cambiamento che non sappiamo se porteranno o meno al miglioramento”

63 Il progetto Vales: criticità
Mancanza di coinvolgimento/motivazione degli insegnanti non facenti parte del TpM, “resistenza al cambiamento”, “c’è tanta indifferenza intorno a noi”; tempi troppo limitati e ritardi nel ricevere i fondi “abbiamo dovuto fare tutto in tempi record, così impensabile!”; eccesso di documenti burocratici da compilare (ricompilare il RAV; bandi per selezionare i formatori); definizione di indicatori – mancanza di un linguaggio condiviso “la maggior parte erano per noi vocaboli nuovissimi”; insegnanti non adeguatamente preparati, necessità di formazione; “è tutto basato sulla nostra buona volontà, nulla è remunerato né riconosciuto” “siamo schiacciati da troppe cose...noi facciamo gli insegnanti!” – individuare e formare ad hoc una risorsa interna alla scuola

64 Osservazioni conclusive (I)
Dalla valutazione non emergono ricette, ma al più criticità a) perché il valutatore non è (necessariamente) un progettista b) perché se anche lo fosse non è detto che conosca per intero finalità, vincoli e disponibilità all’azione del decisore Dunque rinvio all’autonomia reale delle scuole e alla loro competenza valutativa e migliorativa: Che si costruisce sul campo Non è data una volta per tutte Richiede dialogo e riflessione continua … e la costante connessione tra teoria e pratica, tra ricerca e azione

65 Osservazioni conclusive (II)
Partecipazione consapevole dei diversi attori a migliorare la scuola “Comprendere per migliorare” (Palumbo, 2014a; 2014b), “valutare per migliorare” (Palumbo e Pandolfini, in press a), School Improvement Valutare per migliorare/innovare o valutare per premiare? Presunta automaticità del nesso virtuoso tra valutazione e miglioramento Valutazione partecipata Concezione della valutazione in termini negoziali (Ajello, 2012) International School Inspection Project (Ehren et al., 2013) Gli attuatori sono “i migliori aiutanti del valutatore” (Pawson e Tilley, 1997) Valutazione multidimensionale “Valutare per l’apprendimento” (Graue e Johnson, 2011) Oltre un’accountability basata sui test Approccio evidence based (Hattie, 2013) “What works?”

66 Riferimenti bibliografici (I)
Ajello A.M. (2012). La valutazione tra controllo e accountability: una sperimentazione a Trento. Scuola Democratica, N. 6 nuova serie, pp Allulli G., Farinelli F., Petrolino A. (2013). L’autovalutazione di istituto. Modelli e strumenti operativi. Milano: Guerini. Castoldi M. (2014). Capire le prove INVALSI. Una guida intelligente. Roma: Carocci. Ehren M.C.M., Altrichter G., Mcnamara G., O’hara J. (2013). Impact of Schools Inspections on Improvement of Schools. Describing Assumptions on Casual Mechanisms in six European Countries, Educational Assessment, Evaluation and Accountability, 25 (1/2013), pp Faggioli M. (a cura di). Migliorare la Scuola. Autovalutazione, valutazione e miglioramento per lo sviluppo della qualità. Bergamo: Junior-Spaggiari. Fondazione Giovanni Agnelli (2014). La valutazione della scuola. A cosa serve e perché è necessaria all’Italia. Roma-Bari: Laterza. Graue E. e Johnson E. (2011). Reclaiming Assessment Through Accountability That Is “Just Right”. Teachers College Record, 113(8): Majone G., Wildavsky A. (1978). Implementation as evolution, Policy Studies Review Annual 1978, Sage, Beverly Hills, pp Hattie J. (2013). Visible Learning: A Synthesis of over 800 Meta-analyses Relating to Achievement. London: Routledge.

67 Riferimenti bibliografici (II)
Paletta A. (2011). Scuole responsabili dei risultati. Accountability e bilancio sociale. Il Mulino, Bologna. Palumbo M. (2013), “Istruzione e formazione come ‘motore’ principale dello sviluppo del Paese. Quale identità e quali priorità?”, in A&D Autonomia e Dirigenza, XXI, 7-8-9, pp. 4-9. Palumbo M, Pandolfini V. (in press a). Valutare per migliorare tra retorica e ricerca. Rassegna Italiana di Valutazione, 59. Palumbo M, Pandolfini V. (in press b). Valutare e migliorare la scuola: il Sistema Nazionale di Valutazione, in Landri P. e Maccarini A. (a cura di), Uno specchio per la valutazione della scuola: paradossi, controversie, vie di uscita. FrancoAngeli: Milano Palumbo M. (2014 a). Come utilizzare i dati della valutazione esterna e dell’autovalutazione per compiere scelte di miglioramento, in M. Faggioli (a cura di) Migliorare la Scuola. Autovalutazione, valutazione e miglioramento per lo sviluppo della qualità (pp ). Bergamo: Junior-Spaggiari. Palumbo M. (2014). Valutare per migliorare: il contributo della valutazione alla scuola. In Faggioli M., a cura di, Migliorare la Scuola. Autovalutazione, valutazione e miglioramento per lo sviluppo della qualità (pp ). Bergamo: Junior-Spaggiari. Pawson R. e Tilley N. (1997). Realistic evaluation. London: Sage. Scheerens J., Mosca S., Bolletta R. (a cura di) (2011). Valutare per gestire la scuola, Governance, leadership e qualità educativa. Milano: Mondadori. Stern E. (2015), Impact Evaluation. A guide for Commissioneers and Managers, UK, Dep. For International Development

68 Grazie per l'attenzione
Mauro Palumbo Dipartimento di Scienze della Formazione (Di.S.F.O.R.) Università di Genova


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