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CADUTE DALL’ALTO E OPERE PROVVISIONALI

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Presentazione sul tema: "CADUTE DALL’ALTO E OPERE PROVVISIONALI"— Transcript della presentazione:

1 CADUTE DALL’ALTO E OPERE PROVVISIONALI
LEZIONE 8 CADUTE DALL’ALTO E OPERE PROVVISIONALI

2 come operare in sicurezza
LEZIONE 8 Lavori in quota: come operare in sicurezza

3 Definizione normativa
LEZIONE 8 Definizione normativa Lavoro in quota (art. 107 d.lgs. 81/2008) – Attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile. Nei lavori in quota devono essere adottate adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose

4 LEZIONE 8 < 2 m Lavoro in quota Caduta all’alto

5 LEZIONE 8 COSTITUISCONO, INOLTRE, LAVORI DI COSTRUZIONE EDILE O DI INGEGNERIA CIVILE GLI SCAVI, ED IL MONTAGGIO E LO SMONTAGGIO DI ELEMENTI PREFABBRICATI UTILIZZATI PER LA REALIZZAZIONE DI LAVORI EDILI O DI INGEGNERIA CIVILE.

6 LEZIONE 8 OPERE PROVVISIONALI Sono tutte quelle strutture ed opere provvisorie indipendenti dalla struttura del fabbricato, realizzate per garantire la sicurezza di chi lavora in cantiere edile

7 LEZIONE 8 Il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l'accesso agli estranei alle lavorazioni.

8 Si suddividono in base al loro utilizzo :
LEZIONE 8 OPERE PROVVISIONALI Si suddividono in base al loro utilizzo : di servizio di sicurezza di sostegno

9 Opere provvisionali di sicurezza
LEZIONE 8 Opere provvisionali di sicurezza Ponte di sicurezza È il ponte sul quale non stazionano gli operatori che realizzano l’opera; è utilizzato solo in caso di caduta o di emergenza Ponte di servizio (inteso come piano di calpestio) È il ponte sul quale stazionano gli operatori durante la realizzazione dell’opera

10 Opere provvisionali di servizio
LEZIONE 8 Opere provvisionali di servizio ANDATOIE E PASSERELLE A cosa servono? Collegare due luoghi non comunicanti (ponteggi dislivelli)

11 Caratteristiche fondamentali
LEZIONE 8 Caratteristiche fondamentali Le andatoie e le passerelle devono essere muniti, verso il vuoto di normali parapetti con tavole fermapiede

12 ANDATOIE E PASSERELLE Le andatoie devono avere:
LEZIONE 8 ANDATOIE E PASSERELLE Le andatoie devono avere: larghezza non minore di m. 0,60 quando sono destinate soltanto al passaggio di lavoratoti; se utilizzate anche per il trasporto di materiale di m. 1,20; la loro pendenza non deve essere superiore al 50%; sulle tavole devono essere fissati listelli trasversali a distanza non maggiore del passo di un uomo carico;

13 Ponteggi e piattaforme
LEZIONE 8 Ponteggi e piattaforme Opere provvisionali composte da tubi e giunti o da telai prefabbricati, da impalcati ed altri elementi accessori (basette, spinotti, ecc.)

14 LEZIONE 8 FUNZIONE DEI PONTEGGI I ponteggi vanno realizzati con tutte le precauzioni e secondo le norme strutturali specifiche stabilite dagli organi ufficiali normativi, di sicurezza, ispettivi e comunque tenendo conto delle regole della buona tecnica fornite dalla Scienza delle Costruzioni. Sono necessari: per il sostegno e per il transito del personale su impalcature di servizio per costruzione, manutenzione e restauro; per sostenere materiali ed apparecchi destinati al loro sollevamento; per evitare pericoli di caduta di uomini o cose.

15 LEZIONE 8 I materiali di cui sono costituiti i ponteggi possono essere legno o metallo. In Italia i ponteggi a elementi metallici sono stati adottati negli anni '30, sostituendo quasi totalmente quelli in legno

16 Categorie ponteggi edili:
LEZIONE 8 Categorie ponteggi edili: 1) ponteggio a tubi e giunti; 2) ponteggio a telai prefabbricati; 3) ponteggio a montanti e traversi prefabbricati (multidirezionale).

17 PONTEGGIO A TUBI E GIUNTI
LEZIONE 8 PONTEGGIO A TUBI E GIUNTI Sono costituiti da tubi collegati e assemblati tramite appositi giunti (spinotti, girevoli) che permettono uno sviluppo uno sviluppo dell’opera provvisionale libero.

18 PONTEGGIO A TELAI PREFABBRICATI
LEZIONE 8 PONTEGGIO A TELAI PREFABBRICATI Sono costituiti da una serie di elementi prefabbricati (telai, correnti, ecc.) da collegare fra loro con sistemi di aggancio (perni) al fine di ottenere una struttura rigida, in grado di crescere sia orizzontalmente che in senso verticale

19 I PONTEGGIO FISSO A TELAI PREFABBRICATI: ELEMENTI COSTITUENTI
LEZIONE 8 I PONTEGGIO FISSO A TELAI PREFABBRICATI: ELEMENTI COSTITUENTI 1. Basetta fissa e regolabile – piastra autocentrante posta al piede del montante per ripartire il carico gravante sui montanti; può essere regolabile in altezza per consentire la partenza del ponteggio su piani inclinati o irregolari. 2. Telaio prefabbricato – è formato da due montanti collegati solidalmente fra loro con traversi; 3. Stilata – è la successione verticale dei telai; 4. Campo – è lo spazio tra due stilate; 5. Corrente – collegamento orizzontale tra due stilate consecutive; 6. Diagonali di facciata in pianta e trasversali – controventatura per impedire spostamenti o rotazioni dei nodi; 7. Impalcato – piani di calpestio in tavole di legno o pannelli metallici; 8. Botola – apertura munita di chiusura per accesso ai piani; 9. Sottoponte – impalcato sottostante il piano di lavoro; 10. Nodi e collegamenti – punti geometrici di convergenza tra due o più elementi. I nodi del piano di transito sono realizzati tramite saldatura dei traversi ai montanti; quelli di collegamento tra le stilate sono smontabili e dotati di innesti a baionetta e spine a verme; 11. Parapetto – è costituito da traversi disposti parallelamente al piano di calpestio ed è costituito da un corrimano posto alla quota di 1 m, un traverso intermedio in modo da lasciare una luce inferiore a 60 cm ed una tavola fermapiede alta non meno di 20 cm. 12. Parasassi/mantovana – tavolato fissato a bandiere inclinate e tirantati per proteggere eventuali persone in transito o in sosta dalla caduta di materiali o attrezzature minute. 13. Teli – chiusura frontale del ponteggio mediante teli. 14. Ancoraggi – vincolo del ponteggio alla struttura muraria servita. L’ancoraggio deve garantire contro il ribaltamento, la verticalità dei montanti e la corretta disposizione geometrica dell’intelaiatura metallica (in genere un ancoraggio ogni 22 mq). 15. Travi per passi carrai – schemi tipo per praticare interruzioni di stilate al fine di consentire il passaggio dei mezzi. 16. mensola – struttura di allargamento del piano di calpestio (da utilizzare nei casi in cui la distanza del montante interno del ponteggio sia superiore a 20 cm. 17. Partenza ristretta del ponteggio – partenza del ponteggio con montanti ravvicinati - interasse di 20/30 cm – (strade strette su suolo pubblico). Il montante interno è continuo mentre quello esterno si interrompe in corrispondenza dell’allargamento di sezione ed è collegato al nuovo montante esterno con una diagonale.

20 ponteggio a montanti e traversi prefabbricati (multidirezionale).
LEZIONE 8 ponteggio a montanti e traversi prefabbricati (multidirezionale). Sono costituiti da elementi prefabbricati costituiti da tubi da disporre verticalmente provvisti di specifici sistemi di innesto, nei quali vengono innestati i traversi e i correnti prefabbricati

21 LEZIONE 8 I ponteggi metallici possono essere commercializzati e impiegati solo dopo che il fabbricante ha ottenuto l’autorizzazione da parte del Ministero de Lavoro e della Previdenza sociale L’autorizzazione ministeriale deve essere tenuta sempre in cantiere, unitamente al disegno esecutivo

22 LEZIONE 8 La predetta autorizzazione ministeriale è la parte iniziale del noto “Libretto del ponteggio”; tale libretto comprende anche tutte le necessarie informazioni per l’utilizzo del ponteggio; è un documento che, come indicato in modo esplicito nell’autorizzazione, deve essere sempre consegnato (in copia conforme) all’acquirente del ponteggio in quanto fa parte integrante dell’opera provvisionale.

23 I PONTEGGI METALLICI: LIBRETTO DI USO E MANUTENZIONE
LEZIONE 8 I PONTEGGI METALLICI: LIBRETTO DI USO E MANUTENZIONE Il libretto, oltre all’autorizzazione ministeriale, contiene le seguenti parti o capitoli: – calcolo del ponteggio secondo varie condizioni di impiego; – istruzioni per le prove di carico del ponteggio; – istruzioni per montaggio, impiego e smontaggio del ponteggio; – schemi-tipo di ponteggio con l’indicazione dei massimi carichi di servizio, altezza dei ponteggi e larghezza degli impalcati per i quali non sussiste l’obbligo del calcolo per ogni singola applicazione; – istruzioni di calcolo per ponteggi metallici di altezza superiore a 20 m e per altre opere provvisionali, costituite da elementi metallici, o di notevole importanza e complessità.

24 LEZIONE 8 I ponteggi sprovvisti di autorizzazione ministeriale, non garantendo una sufficiente idoneità statica sperimentale e documentata, ai sensi del D.Lgs. 81/08, non possono essere né prodotti né commercializzati o concessi in uso. In ogni caso è necessario fare presente che l’autorizzazione ministeriale garantisce soltanto le situazioni progettuali perfettamente conformi al contenuto del libretto di autorizzazione ministeriale sia per dimensioni che per carichi, per cui essa normalmente è valida nei seguenti casi: – struttura alta fino a 20 m, misurata dal piano di appoggio delle basette all’estradosso del piano di lavoro più alto; – struttura perfettamente conforme agli schemi-tipo riportati nel libretto di autorizzazione; – strutture comprendenti un numero complessivo di impalcati non superiore a quello riportato negli schemi-tipo; – struttura con gli ancoraggi conformi alle soluzioni proposte nella autorizzazione e posti in ragione di almeno uno ogni mq 22;

25 LEZIONE 8 – struttura con sovraccarico complessivo in proiezione verticale non superiore a quello preso in considerazione nella verifica di stabilità del ponteggio; in ogni caso il carico di servizio non può superare il valore massimo indicato nel libretto; – la superficie di ponteggio esposta all’azione del vento non superiore per ciascun modulo a quella indicata nel libretto (al riguardo si precisa che l’applicazione di cartelli e/o teloni protettivi non è prevista in nessuna delle autorizzazioni ministeriali); – l’azione dei carichi dovuti alla neve e/o al vento non siano superiori a quelle previste nell’autorizzazione ministeriale; – disposizione degli elementi di collegamento e/o controventatura, perfettamente conformi allo schema previsto dal costruttore; – i collegamenti tra le varie parti della struttura devono risultare bloccati mediante l’attivazione dei dispositivi di sicurezza previsti dal costruttore.

26 LEZIONE 8 I ponteggi che non rispondono anche a una soltanto delle condizioni sopra indicate non garantiscono un livello di sicurezza adeguato, per cui, ai sensi dell’art. 133 del D.Lgs. 81/08, in tali casi è necessario predisporre un apposito progetto di verifica firmato da ingegnere o architetto abilitato all’esercizio della professione, completo di tutti i disegni esecutivi. L’autorizzazione ministeriale di cui devono essere dotati tutti i ponteggi metallici fissi in commercio è un documento che deve costituire le prime pagine del libretto di uso e manutenzione che deve sempre accompagnare il ponteggio.

27 I PONTEGGI METALLICI: IL MARCHIO DI FABBRICA
LEZIONE 8 I PONTEGGI METALLICI: IL MARCHIO DI FABBRICA Per garantire l’utilizzatore che le parti di ponteggio che utilizza sono provviste di autorizzazione ministeriale, oltre a richiedere copia conforme dell’autorizzazione ministeriale, ai sensi dell’art. 135 del D.Lgs. 81/08, tutte le parti che compongono l’opera provvisionale devono riportare, a rilievo o a incisione il nome o il marchio del fabbricante. Per ciascuna parte del ponteggio, la posizione ove è impresso il marchio del fabbricante o costruttore deve essere indicata nel libretto del ponteggio, nella parte che riproduce i disegni quotati delle varie parti componenti l’opera provvisionale. È buona norma mantenere in perfetta efficienza le parti che compongono un ponteggio, effettuando una periodica revisione e mantenendo sempre pulite le sue parti, soprattutto in corrispondenza della zona ove è posizionato il marchio o simbolo del costruttore, al fine anche di una possibile visita ispettiva da parte degli organi di controllo; pertanto, gli elementi sui quali il marchio non risulta visibile possono costituire elementi non originali e in tale circostanza l’elemento non può essere utilizzato, e pertanto deve essere scartato.

28 Elementi del ponteggio
LEZIONE 8 Elementi del ponteggio cavalletto diagonale corrente basetta

29 LEZIONE 8 Ponteggio Basette È l’elemento di ponteggio utilizzato per impedire il contatto diretto del tubo verticale sulla superficie di appoggio E’ provvisto di uno spinotto inserito nel montante

30 LEZIONE 8 GIUNTO: si definisce giunto l’elemento che permette di realizzare il collegamento rigido fra le varie aste in corrispondenza di quelli che saranno i nodi.

31 LEZIONE 8 CORRENTE tubo disposto orizzontalmente che collega tra loro longitudinalmente due telai o comunque due montanti consecutivi

32 LEZIONE 8 DIAGONALE aste metalliche necessarie per rinforzare ed irrigidire la struttura lungo le diagonali principali direttrici congiungendo gli angoli estremi ed opposti dei vari nodi nei punti necessari stabiliti dalla autorizzazione o dal progettista. Sono disposte orizzontalmente sotto il pino di transito, nel pino verticale e/o trasversale.

33 LEZIONE 8 PONTEGGIO PARAPETTO Gli impalcati e i ponti di servizio, le passerelle, le andatoie, posti ad un altezza superiore a 2 metri, devono essere provvisti su tutti verso il vuoto di un robusto parapetto costituito da almeno 2 correnti. Il parapetto deve essere provvisto di tavola fermapiede alto non meno di 20 cm.

34 SOTTOPONTE O PONTE DI SICUREZZA
LEZIONE 8 SOTTOPONTE O PONTE DI SICUREZZA gli impalcati ed i ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza a distanza non maggiore di 2,50 m La sua funzione è quella di trattenere cose e/o persone eventualmente cadute dal ponte sovrastante per rottura dello stesso. Può essere omesso solo per la esecuzione di lavori di manutenzione e riparazione di durata non superiore a 5 giorni

35 PONTEGGIO INTAVOLATI Le tavole costituenti il piano di calpestio
LEZIONE 8 PONTEGGIO INTAVOLATI Le tavole costituenti il piano di calpestio non deve essere inferiore a 20 cm ed in tal caso dovranno avere spessore di 5 cm, mentre lo spessore di 4 cm andrà bene per tavole con larghezza 30 la distanza tra la tavola e la facciata può arrivare al massimo a 20 cm nel caso di lavoro di finitura o manutenzione la sovrapposizione dovrà avvenire in corrispondenza del traverso per non meno di 40 cm

36 IMPALCATI CON TAVOLE DI LEGNO
LEZIONE 8 IMPALCATI CON TAVOLE DI LEGNO Per le tavole costituenti il piano di calpestio di ponti, passerelle, andatoie ed impalcati di servizio,sia dei ponteggi in legno sia di quelli metallici, non è richiesta l’autorizzazione ministeriale alla costruzione ed all’impiego.

37 LEZIONE 8 Ponteggio Ancoraggio elemento o sistema che vincola il ponteggio agganciandolo ad una struttura idonea a sopportare le azioni ad essa trasmesse, in modo che ne resti impedito il movimento e resti stabile contro il ribaltamento e la caduta.

38 Gli ancoraggi devono essere definiti in fase di progetto.
LEZIONE 8 Gli ancoraggi devono essere definiti in fase di progetto. In alcune fasi dell’attività vengono utilizzati punti fissi di ancoraggio del DPI, mentre normalmente viene utilizzata una linea di ancoraggio flessibile orizzontale, che deve essere collegata a punti di ancoraggio sicuri. La fune, costituente la linea di ancoraggio flessibile orizzontale, deve essere ancorata mediante appositi dispositivi a strutture in grado di sopportare: - le eventuali sollecitazioni dinamiche di una caduta protetta mediante un dissipatore di energia cinetica, per il numero di operatori collegati alla linea di ancoraggio; - il peso di un eventuale soccorritore. Nel caso in cui il DPI di arresto della caduta sia collegato a punti di ancoraggio fissi, dovrà essere predisposto un apposito ulteriore punto di ancoraggio per una fune, od altro dispositivo di emergenza, da utilizzare nel caso di sospensione inerte del lavoratore.

39 LEZIONE 8 Realizzazione degli ancoraggi del ponteggio alla facciata dell’edificio Alcuni gravi infortuni con caduta dei lavoratori dovuta al crollo strutturale della struttura del ponteggio, avvenuti in fase di montaggio ed in particolare in fase di smontaggio, sono stati determinati dalla non corretta realizzazione dell’ancoraggio o, in fase di smontaggio, dal prematuro smontaggio degli ancoraggi ai piani inferiori rispetto a quello in fase di smontaggio. Il numero di ancoraggi da disporre parte dal minimo indicato negli schemi tipo dell’autorizzazione ministeriale e deve essere opportunamente incrementato in situazioni di impiego particolari (supporto per linee di ancoraggio, impiego di teli e cartelloni pubblicitari, apparecchi di sollevamento e piazzole di carico, parasassi, in relazione alla spinta di vento prevista per la zona d’installazione, ecc.) ed in condizioni ambientali avverse, quali un’azione del vento particolarmente forte.

40 LEZIONE 8 Il dispositivo di ancoraggio detto a “cravatta” è costituito da tubi e giunti, appartenenti ad una unica autorizzazione, disposti in modo da conformare una “staffatura” attorno a strutture rigide dell’edificio servito dal ponteggio. Il dispositivo d’ancoraggio detto ad “anello” è realizzato con un tondino in acciaio sagomato in modo che le estremità siano agganciate all’armatura della struttura in cemento armato servita; viene utilizzato normalmente in caso di nuove costruzioni dove sono disponibili i “ferri” d’armatura. Il dispositivo d’ancoraggio detto a “tassello” è di tipo meccanico o chimico. Nel caso in cui la resistenza dell’accoppiamento tassello parete non sia nota, dovrà essere preventivamente verificata, effettuando prove di tenuta.

41 Esempio di ancoraggio “a cravatta”
LEZIONE 8 Esempio di ancoraggio ad “anello” Esempio di ancoraggio “a cravatta” Esempio di ancoraggio a tassello Esempio di ancoraggio ai primi due livelli

42 LEZIONE 8 PONTI SU CAVALLETTI Opera provvisionale costituita da impalcato su cavalletti

43 Caratteristiche fondamentali
LEZIONE 8 Ponte su cavalletti Caratteristiche fondamentali I ponti su cavalletto non devono essere montati sugli impalcati dei ponteggi e non devono superare i due metri di altezza; per i lavori di muratura e simili, l’intavolato deve essere portato da traversi e correnti e la distanza tra cavalletti deve essere in relazione al carico; i cavalletti vanno fermati con ancoraggi tanto nel senso perpendicolare al ponte quanto alle sue testate la distanza massima tra 2 cavalletti consecutivi può essere di 3,60 m quando si usano tavole con sezione trasversale di 30x5 cm e lunghezza 4 m. Quando si usano tavole di dimensione trasversali minori, esse devono poggiare su tre cavalletti; la larghezza dell’intavolato deve essere almeno di 10 cm. Le tavole devono essere ben accostate fra loro, fissate ai cavalletti e non presentare bparti a sbalzo superiore a 20 cm è vietato usare parti su cavalletti sovrapposti; il piano su cui poggiare i cavalletti deve risultare solido, stabile e ben livellato.

44 TRABATTELLI Ponte a ruote su ruote
LEZIONE 8 TRABATTELLI Ponte a ruote su ruote Opera provvisionale costituita da elementi componibili realizzanti una struttura a torre fornita di ruote

45 Caratteristiche principali
LEZIONE 8 TRABATTELLI Caratteristiche principali devono avere base ampia le ruote devono essere saldamente bloccate per impedire spostamento durante il lavoro il piano di scorrimento delle ruote deve essere ben livellato ogni piano utilizzato ad altezza superiore a 2 piani, deve essere munito di regolare parapetto sui lati esposti, costituito da una tavola fermapiede di altezza non inferiore a cm 20, di un corrimano ad altezza almeno di un metro dal piano di calpesto e da un corrente intermedio che non consenta luci superiori a 60 cm.

46 LEZIONE 8 PONTI A SBALZO Opera provvisionale, sostitutiva di ponti normali qualora particolari esigenze non ne permettono l’uso.

47 Caratteristiche fondamentali
LEZIONE 8 Caratteristiche fondamentali i traversi devono avere sezione abbondante, per legno di buona qualità, nei casi più comune è consigliabile almeno il diametro di 14 cm o la sezione 14x14 cm. Quanto alla loro lunghezza essa dovrebbe essere circa 4 m; le parti interne dei traversi devono essere collegate rigidamente tra di loro con 2 robusti correnti, di cui uno applicato contro il lato interno del muro o dei pilastri tavole dell’impalcato di cm 4x20 , poggiati almeno su 4 traversi, sovrapposte in corrispondenza sempre di un trave di almeno 40 cm; il ponte non deve avere larghezza utile superiore a 1,20 m; il parapetto deve essere pieno per tutta la sua altezza.

48 LEZIONE 8 MANTOVANE O PARASASSI elemento strutturale necessario a realizzare strutture di protezione contro la caduta di materiali minuti dall’alto sull’area di transito e/o non transennata

49 CARATTERISTICHE FONDAMENTALI
LEZIONE 8 CARATTERISTICHE FONDAMENTALI la distanza massima tra un parasassi ed un qualsiasi impalcato non deve superare i 12 metri; la distanza minima tra la sommità del parasassi e l’impalcato deve essere di m. 1,10 se realizzato con tavole queste devono avere spessore minimo di 4 cm

50 LEZIONE 8 SCALA attrezzatura di lavoro dotata di pioli o gradini sui quali una persona può salire, scendere e sostare per brevi periodi, e che permette di superare dislivelli e raggiungere posti di lavoro in quota.

51 LEZIONE 8 Accesso al ponteggio Il sistema di accesso ai piani del ponteggio per opere di modeste dimensioni (case monofamiliari, ville a schiera che non si sviluppano oltre i due/tre piani), si realizza con la scala a pioli ed accesso al piano tramite botola.

52 Severamente vietato utilizzare questo tipo di scala!
LEZIONE 8 Severamente vietato utilizzare questo tipo di scala! …nè questo tipo di “scala”!

53 Scale fisse in muratura
LEZIONE 8 SCALE Scali semplici portatili Scale a mano Scala ad elementi innestati Scale doppie Scale fisse a pioli Scale fisse in muratura

54 LEZIONE 8 SCALA PORTATILE una scala che può essere trasportata e installata a mano, senza l'ausilio di mezzi meccanici.

55 LEZIONE 8 SCALE A MANO Le scali portatili a pioli, dette anche scale a mano, devono: avere dimensione appropriate all’uso; essere sufficientemente resistenti nell’insieme e nei singoli elementi; i pioli devono essere incastrati nei montanti la scala deve risultare di lunghezza adeguata e, deve sporgere di almeno 1 m oltre il piano di accesso durante l’uso, le scale devono essere sistemate e vincolate in modo che siano evitati sbandamenti, slittamenti

56 LE SCALE FISSE A GRADINI
LEZIONE 8 LE SCALE FISSE A GRADINI Le scale fisse a gradini devono essere costruite e mantenute in modo da resistere ai carichi massimi derivanti da affollamenti per situazioni di emergenza. I gradini delle scale fisse devono avere pedata ed alzata dimensionate a regola d’arte e larghezza adeguata alle esigenze del transito. le scale fisse e i relativi pianerottoli devono essere provvisti, sui lati aperti, di parapetto normale o di altra difesa equivalente. le rampe delle scale fisse delimitate da due pareti devono essere muniti almeno di un corrimano. parapetto = altezza minimo di un metro

57 LEZIONE 8 SCALE DOPPIE scala autostabile, che quando è pronto per l'uso, si sostiene da sé, appoggiando i due tronchi sul terreno.

58 SCALA AD ELEMENTI INNESTATI
LEZIONE 8 SCALA AD ELEMENTI INNESTATI Unione di scale semplici predisposte, sugli estremi dei montanti, all’incastro reciproco

59 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI IN MERITO ALL’USO DEI PONTEGGI
LEZIONE 8 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI IN MERITO ALL’USO DEI PONTEGGI La definizione delle misure da adottarsi contro il rischio di cadute dall’alto, in capo al coordinatore per la progettazione, sarà più mirata ed attenta solo a fronte della cognizione e valutazione dei seguenti aspetti: 1. Progetto dell’opera 2. Materiali utilizzati e modalità d’intervento 3. Sviluppo del cantiere e progressione delle fasi lavorative 4. Profili in pianta ed in facciata dell’opera da eseguirsi 5. Aree di deposito dei materiali, degli impianti di cantiere e servizi igienico assistenziali 6. Vie di transito, ingombro dei mezzi in esercizio, recinzione di cantiere. Se da tali considerazioni la scelta tecnica sarà rivolta all’uso delle opere provvisionali, le stesse valutazioni consentiranno di definirne anche le migliori caratteristiche e i tempi di installazione. In merito alle caratteristiche dei ponteggi infatti sarà possibile definire la tipologia costruttiva (a tubi e giunti, a telai prefabbricati, misti, multidirezionali ecc.), le modalità di attuazione (presenza di portali per accessi carrai o transiti pedonali, partenza stretta, realizzo di mantovane parasassi e/o installazione teli di protezione ecc.), l’eventuale necessità di segnalazioni (illuminazione notturna, apposizione idonea cartellonistica ecc.). In ordine ai tempi d’installazione verrà indicato quando l’opera provvisionale sarà eseguita, la durata dell’apprestamento e la gestione dello stesso nelle varie fasi lavorative.

60 LA CONOSCENZA DEI PROFILI IN PIANTA ED IN PROSPETTO DELL’OPERA
LEZIONE 8 LA CONOSCENZA DEI PROFILI IN PIANTA ED IN PROSPETTO DELL’OPERA La conoscenza dei profili in pianta ed in facciata dell’opera, consente di progettare correttamente il ponteggio, non permettendo valutazioni soggettive ed improvvisate da parte del personale deputato alla realizzazione di tali apprestamenti.

61 LEZIONE 8 AREE DI DEPOSITO DEI MATERIALI, DEGLI IMPIANTI DI CANTIERE E SERVIZI IGIENICO ASSISTENZIALI La tipologia del ponteggio utilizzato differenzia anche le modalità di carico e scarico dello stesso, l’occupazione delle aree di deposito nonché il trasporto in opera. La pianificazione delle aree di deposito dei materiali, degli impianti di cantiere, dei punti di carico e scarico della merce e quindi del lay-out di cantiere permette di definire ed individuare correttamente il posizionamento delle piazzole di carico e degli eventuali castelli di tiro.

62 TECNICHE E PROCEDURE OPERATIVE
LEZIONE 8 TECNICHE E PROCEDURE OPERATIVE NEL MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DEI PONTEGGI

63 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO
LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO Le operazioni di montaggio e smontaggio del ponteggio assumono particolare importanza, in quanto costituiscono fasi operative con notevole rischio: ai sensi degli articoli 123 e 136 del D.Lgs. 81/08 le fasi di montaggio e smontaggio devono essere svolte sotto la diretta sorveglianza di un preposto che ha il compito di accertare e verificare che l’opera provvisionale venga eseguita in perfetta conformità ai disegni; inoltre il personale impiegato deve essere edotto, sufficientemente pratico e dotato di idonei mezzi di lavoro e protezione: nei libretti di autorizzazione ministeriale, il capitolo VI è destinato alle prescrizioni che ciascun costruttore prevede per le fasi di montaggio uso e smontaggio.

64 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO
LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO In particolare la fase di montaggio deve seguire il seguente sostanziale andamento: – il piano di appoggio deve offrire garanzie sufficienti di resistenza immediata e nel tempo, ed essa deve essere eventualmente verificata sperimentalmente; – la ripartizione del carico sul piano di appoggio deve essere realizzata a mezzo delle apposite basette, con l’interposizione eventuale di elementi atti a ripartire il carico sul piano di appoggio, in modo da non superare la tensione ammissibile del piano di appoggio; – qualora l’altezza del primo impalcato superi l’altezza di 200 cm o 250 cm rispettivamente per ponteggi a telai o a tubi e giunti, le basette devono essere fissate agli elementi di ripartizione che in tal caso devono interessare almeno due montati attigui;

65 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO
LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO – presenza continua di un preposto che sorvegli le operazioni di persona e dia le opportune indicazioni ai montatori, assicurandosi che il ponteggio venga assemblato conformemente al progetto e a regola d’arte; – le operazioni devono essere eseguite da personale pratico e idoneo, che si trovi in condizioni fisiche soddisfacenti al momento della effettuazione dei lavori; – il personale deve essere dotato di attrezzi appropriati (chiavi a doppia stella e/o dinamometriche), da riporre in apposita custodia e dotati di eventuale dispositivo contro la caduta accidentale;

66 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO
LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO – devono essere usati i mezzi personali di protezione: casco protettivo, scarpe (antiscivolo, flessibili, robuste), cintura di sicurezza con bretelle e cosciali (imbracatura) ed essere integrata con sistemi pratici di aggancio le cui caratteristiche di resistenza allo strappo siano garantite da certificazione rilasciata da un istituto riconosciuto, circostanza questa espressamente prevista dall’articolo 115 del D.Lgs. 81/08, il quale precisa inoltre che il sistema di protezione contro le cadute del personale che opera sui ponteggi deve essere tale da consentire una caduta libera non superiore a 150 cm nel caso in cui il dispositivo anticaduta sia privo di assorbitore di energia, mentre qualora tale ultimo dispositivo è presente, la caduta libera non può essere superiore a 400 cm;

67 LEZIONE 8 – gli ancoraggi, da posizionare come indicato nei disegni, devono essere posti su parti strutturali sicuramente stabili e resistenti, facendo attenzione che la superficie ove è posto l’ancoraggio a vitone offra durevoli condizioni di resistenza; per i tasselli è necessario effettuare le prove di estrazione in situ; – ai sensi dell’art. 112 del D.Lgs. 81/08 e dell’allegato XIX, gli elementi del ponteggio da utilizzare devono essere controllati prima del loro impiego allo scopo di eliminare quelli che presentino deformazioni rotture e corrosioni pregiudizievoli per la resistenza del ponteggio. Gli elementi insufficientemente protetti contro gli agenti atmosferici, quelli deformati, e quelli danneggiati, devono essere scartati e non più utilizzati;

68 1. la distanza fra ponteggio ed edificio;
LEZIONE 8 – è indispensabile il rispetto delle successioni delle fasi di montaggio indicato dal costruttore nel libretto di autorizzazione ministeriale, nonché l’osservanza delle prescrizioni e delle procedure indicate nel piano di montaggio uso e smontaggio, espressamente previsto dall’articolo 134 del D.Lgs. 81/08, i cui contenuti sono riportati nell’allegato XXII del citato decreto, e di cui si citano solo per brevità alcuni punti sostanziali, rimandando ai capitoli successivi un maggiore approfondimento: 1. la distanza fra ponteggio ed edificio; 2. la verticalità dei montanti; 3. l’orizzontalità dei correnti e dei traversi; 4. l’assetto operativo dei dispositivi di collegamento (spine, blocchi); 5. la messa in opera degli ancoraggi e delle diagonali seguendo il normale progredire del montaggio, in conformità ai disegni esecutivi; 6. che il traverso più alto del ponteggio in corso di montaggio non superi di oltre 4 m l’ultimo ordine di ancoraggi;

69 LEZIONE 8 – movimentazione sicura dei carichi (elementi del ponteggio, tavole di legno) con idonea imbracatura, per evitare lo svincolo e la caduta accidentale; – per l’accesso ai vari piani del ponteggio e delle impalcature, bisogna fare uso delle apposite scalette a mano o prefabbricate che, comunque, non devono essere poste l’una in prosecuzione dell’altra; le botole in prossimità delle scalette di accesso devono essere sempre chiuse;

70 • eliminare il rischio di caduta dall’alto;
LEZIONE 8 Le tecniche e le procedure da seguire per accedere, uscire, posizionarsi, transitare ed effettuare le operazioni di montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi sono finalizzate a: • eliminare il rischio di caduta dall’alto; • realizzare la completa autonomia del lavoratore sia nelle fasi di accesso e di uscita dai piani di lavoro elevati in fase di montaggio, smontaggio e trasformazione, sia nel transito sui piani di lavoro già realizzati. Col termine di “autonomia del lavoratore” si intende che lo stesso deve essere in grado di accedere, uscire, posizionarsi, transitare sui piani di lavoro in modo autonomo senza l’aiuto di altri operatori; • garantire la possibilità, in caso del sopraggiungere di uno stato di emergenza, di poter raggiungere il lavoratore da parte di un preposto e di recuperare il lavoratore in difficoltà, anche senza la collaborazione dello stesso; • garantire la possibilità, sempre e comunque, di evacuare il posto di lavoro in modo rapido.

71 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: MISURE GENERALI DI PREVENZIONE
LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: MISURE GENERALI DI PREVENZIONE Nei lavori di montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi, in funzione del tipo di attrezzature di lavoro adottate, devono essere individuate le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori insiti nelle attrezzature in questione. “Il datore di lavoro deve procedere alla redazione di un calcolo di resistenza e di stabilità e delle corrispondenti configurazioni di impiego, se nella relazione di calcolo del ponteggio scelto non sono disponibili specifiche configurazioni strutturali con i relativi schemi di impiego.” (D.Lgs. 235/2003 art. 36-quater, comma 1). “Il datore di lavoro è esonerato dall'obbligo di cui sopra, se provvede all'assemblaggio del ponteggio in conformità ai capi IV, V e VI del decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1956, n. 164.” (D.Lgs. 235/2003 art. 36-quater, comma 2).

72 LEZIONE 8 “Il datore di lavoro deve provvedere a redigere a mezzo di persona competente un piano di montaggio, uso smontaggio e trasformazione, in funzione della complessità del ponteggio scelto. Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione generalizzata integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il ponteggio, ed è messo a disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori interessati.” (D.Lgs. 235/2003 art. 36-quater, comma 3).

73 • il ponteggio sia stabile;
LEZIONE 8 “Il datore di lavoro deve assicurare che lo scivolamento degli elementi di appoggio di un ponteggio sia impedito tramite fissaggio su una superficie di appoggio, o con un dispositivo antiscivolo, oppure con qualsiasi altra soluzione di efficacia equivalente: • i piani di posa dei predetti elementi di appoggio abbiano una capacità portante sufficiente; • il ponteggio sia stabile; • le dimensioni, la forma e la disposizione degli impalcati di un ponteggio siano idonee alla natura del lavoro da seguire, adeguate ai carichi da sopportare e tali da consentire un'esecuzione dei lavori e una circolazione sicure; • il montaggio degli impalcati dei ponteggi sia tale da impedire lo spostamento degli elementi componenti durante l'uso, nonché la presenza di spazi vuoti pericolosi fra gli elementi che costituiscono gli impalcati e i dispositivi verticali di protezione collettiva contro le cadute” (D.Lgs. 235/2003 art. 36-quater, comma 4).

74 LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: Tecniche di montaggio, smontaggio e trasformazione L’elemento fondamentale in ogni sistema di montaggio, smontaggio e trasformazione di ponteggi resta il lavoratore e la sua possibilità di svolgere il proprio lavoro in piena autonomia e senza rischi per la sua salute, ma anche in perfetta coordinazione con gli altri lavoratori operanti nello stesso momento. Importante è dare la priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuali. Lo scopo perseguito con l’utilizzo di misure di protezione contro la caduta risulta quello di proteggere i lavoratori che si portano al livello superiore per il montaggio, smontaggio e trasformazione, riducendo notevolmente il rischio, che si concretizza invece, quando si utilizzi come protezione soltanto un D.P.I. di arresto della caduta.

75 LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: Tecniche di montaggio, smontaggio e trasformazione L’utilizzo di misure di protezione di tipo collettivo nelle fasi lavorative di montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi avviene, stabilendo delle procedure operative, costituite da una sequenza di fasi successive che, seguite, determinano una notevole riduzione del rischio di caduta. E’ bene evidenziare che, l’utilizzo di tali misure di protezione di tipo collettivo, non esclude affatto l’eventuale necessità di impiegare simultaneamente, in alcune fasi od in situazioni particolari, DPI anticaduta del tipo di arresto della caduta.

76 LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: Fasi di montaggio dal basso del ponteggio con parapetto di protezione collettivo Fase 1 Fase 2

77 LEZIONE 8 Fase 3 Fase 4

78 LEZIONE 8 Fase 6 Fase 5

79 LEZIONE 8 MONTAGGIO USO E SMONTAGGIO: Tecniche e procedure operative di montaggio, smontaggio e trasformazione con l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale: sistemi di arresto della caduta In relazione alle tipologie di ponteggi attualmente presenti sul mercato, la procedura di lavoro più diffusa risulta essere quella del montaggio, smontaggio e trasformazione mediante l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale di arresto della caduta. La figura successiva mostra una fase di montaggio di un ponteggio nella quale: si procede al montaggio prioritario dei telai della prima e seconda stilata, con realizzazione di un campo per il ricevimento degli elementi da assemblare, completo di tutte le misure di protezione collettiva; successivo montaggio progressivo dei telai partendo da quello della stilata più vicina, con conseguente montaggio immediato dei correnti di parapetto e della tavola fermapiede dei campi successivi, con un uso continuo del sistema individuale anticaduta e con una esposizione al rischio di caduta limitata al solo campo in allestimento.

80 LEZIONE 8 Indifferentemente dalla procedura utilizzata, qualora non vengano utilizzate misure di protezione di tipo collettivo, la linea di ancoraggio dovrà essere montata dal piano inferiore a quello in allestimento, prima che il lavoratore sbarchi al livello superiore per mezzo della scala d’accesso, in modo da permettere l’aggancio immediato del lavoratore che esce dalla botola.

81 LEZIONE 8 Esempio di procedure di montaggio con argano di sollevamento al livello inferiore del piano di assemblaggio

82 TECNICHE DI SOLLEVAMENTO/DISCESA DEGLI ELEMENTI DA MONTARE
LEZIONE 8 TECNICHE DI SOLLEVAMENTO/DISCESA DEGLI ELEMENTI DA MONTARE Particolare importanza rivestono nella definizione delle procedure di montaggio, le operazioni di sollevamento e discesa degli elementi che servono all’allestimento del ponteggio. Le figure che seguono illustrano una sequenza nelle procedure di sollevamento degli elementi che servono all’allestimento del ponteggio, che utilizzano un argano di sollevamento, posizionato prima al livello del piano inferiore già completo di tutte le protezioni collettive, poi in corrispondenza di una piazzola di carico realizzata al livello del piano da assemblare.

83 LEZIONE 8 La procedura risulta più cautelativa, se le operazioni di sollevamento avvengono posizionando l’argano al livello del piano inferiore già allestito e protetto, con successivo passamano verticale al livello superiore degli elementi necessari per l’allestimento di un campo completamente protetto a tale piano. Solo dopo il montaggio di tale piano con tutte le protezioni collettive ed opportunamente ancorato, l’argano di sollevamento potrà essere spostato all’ultimo livello in modo che il lavoratore possa ricevere il materiale da montare senza essere messo in condizione di sporgersi dal bordo della facciata del ponteggio.

84 LEZIONE 8 Esempio di procedure di montaggio con argano di sollevamento al livello inferiore del piano di assemblaggio Esempio di montaggio con argano di sollevamento al piano di assemblaggio

85 TECNICHE DI MONTAGGIO DEI PRIMI PIANI DEL PONTEGGIO
LEZIONE 8 TECNICHE DI MONTAGGIO DEI PRIMI PIANI DEL PONTEGGIO Nel caso in cui nelle fasi di montaggio, smontaggio e trasformazione del ponteggio non si faccia uso di sistemi di protezione collettiva, ma si utilizzino D.P.I. anticaduta, dispositivi di arresto della caduta, particolare attenzione dovrà essere posta durante le fasi di montaggio dei primi due piani del ponteggio. Nel caso in cui si preveda l’utilizzo di linee di ancoraggio flessibili, poste al livello degli impalcati del piano di lavoro, l’insufficienza del “tirante d’aria”, rende inefficace ai primi livelli l’utilizzo di un dispositivo di arresto della caduta, con conseguente urto del lavoratore con il suolo in caso di caduta. Nella scelta e nella realizzazione del sistema di arresto caduta si dovrà tenere in attenta considerazione tale aspetto, realizzando un punto di ancoraggio o una linea di ancoraggio posta ad un’altezza, rispetto al piano di camminamento, tale da consentire un arresto dell’eventuale caduta impedendo l’impatto con il suolo del corpo del lavoratore.

86 LEZIONE 8 Fase operativa di montaggio del secondo livello: linea di ancoraggio posta ad un livello più elevato rispetto al piano di lavoro Fase operativa di montaggio del terzo livello: linea di ancoraggio posta ad un livello più elevato rispetto al piano di lavoro

87 TECNICHE DI MONTAGGIO DEI PRIMI PIANI DEL PONTEGGIO
LEZIONE 8 TECNICHE DI MONTAGGIO DEI PRIMI PIANI DEL PONTEGGIO La figura successiva mostra una esempio di tecnica di montaggio, smontaggio e trasformazione del terzo livelli del ponteggio in cui il rischio di caduta dall’alto per il lavoratore viene ridotto con l’utilizzo di un cordino del D.P.I. di arresto caduta di lunghezza 1,5 m con assorbitore di energia, collegato ad una linea di ancoraggio flessibile orizzontale posta al livello del piano di lavoro.

88 LEZIONE 8 Anche per il montaggio, lo smontaggio e la trasformazione dei primi livelli di ponteggio, in relazione alle modalità di realizzazione della linea di ancoraggio orizzontale, nel caso di interruzione della linea di ancoraggio stessa, dovuta o ad ancoraggi intermedi che ne riducano la luce libera od ad ostacoli costituiti da elementi di ponteggio, dovrà essere sempre scelto un cordino ad Y, costituito da due tratti uniti all’estremità, o due singoli cordini, collegati ad una estremità con il dispositivo dissipatore di energia e alle altre due estremità con un connettore ad aggancio rapido, in modo che il lavoratore sia in grado di superare i frazionamenti della linea di sicurezza su cavo senza mai sganciarsi dal DPI di arresto della caduta.

89 LEZIONE 8 Fase operativa di montaggio dei successivi livelli: linea di ancoraggio posta al livello dei piano di lavoro

90 LEZIONE 8 Durante il montaggio, smontaggio e trasformazione dei ponteggi sono stati evidenziati i seguenti rischi generali: Caduta dall’alto Rischio grave per la salute, capace cioè di procurare morte o lesioni di carattere permanente, che il lavoratore non è in grado di percepire tempestivamente prima del verificarsi dell’evento, l’esposizione al rischio di caduta dall’alto deve essere protetta da adeguate misure di prevenzione e di protezione in ogni istante dell’attività lavorativa. Il tempo di esposizione a tale rischio senza protezioni deve essere uguale a zero.

91 a) rischio prevalente di caduta dall’alto;
LEZIONE 8 Si individuano le seguenti tipologie di rischi di caduta dall’alto o strettamente connessi ad essa: a) rischio prevalente di caduta dall’alto; b) rischio susseguente all’arresto della caduta derivante da: • oscillazione del corpo con urto contro ostacoli “effetto pendolo”; • sollecitazioni trasmesse al corpo dall’imbracatura; • sospensione inerte del corpo del lavoratore, che resta appeso al dispositivo di arresto caduta.

92 ALTRI RISCHI CONNESSI AI LAVORI IN QUOTA
LEZIONE 8 ALTRI RISCHI CONNESSI AI LAVORI IN QUOTA Rischi relativi alla movimentazione manuale dei carichi La valutazione dei rischi dovrà sempre tenere in considerazione l’eventuale esposizione ai rischi oggettivi di patologie muscolo scheletriche che potrebbero insorgere in seguito alla movimentazione manuale dei carichi, ripetuta per tutto il turno di lavoro, costituiti dagli elementi di ponteggio metallico. Dovranno essere adottate adeguate misure atte a prevenire tali rischi. Rischi relativi al sollevamento/discesa dei carichi Si dovrà sempre tenere in considerazione l’eventuale esposizione ai rischi, che potrebbero insorgere durante il sollevamento e la discesa dei carichi, costituiti dagli elementi di ponteggio da montare e smontare, effettuato sia manualmente sia con l’ausilio di carrucole ad azionamento manuale o con l’ausilio di argani ad azionamento motorizzato collegati alla struttura del ponteggio in allestimento, o per mezzo di apparecchi di sollevamento, gru a torre o autogru, indipendenti dal ponteggio.

93 Rischio di caduta dall’alto
LEZIONE 8 Rischio di caduta dall’alto Poiché la valutazione dei rischi evidenzia un rischio grave per la salute, capace cioè di procurare morte o lesioni di carattere permanente, che il lavoratore non è in grado di percepire tempestivamente prima del verificarsi dell’evento, l’esposizione al rischio di caduta dall’alto deve essere protetta da adeguate misure di prevenzione e di protezione in ogni istante dell’attività lavorativa. Il tempo di esposizione a tale rischio senza protezioni deve essere uguale a zero.

94 Rischio da sospensione inerte
LEZIONE 8 Rischio da sospensione inerte Non bisogna sottovalutare il rischio per il lavoratore di restare sospeso in condizioni di incoscienza, in seguito all’arresto del moto di caduta, per effetto di sollecitazioni trasmesse dall’imbracatura sul corpo e del possibile urto contro ostacoli, dovuto all’oscillazione del corpo in fase di caduta: “effetto pendolo”. La sospensione inerte, a seguito di perdita di conoscenza, può indurre la “patologia causata dall’imbracatuta”, con un rapido peggioramento delle funzioni vitali in particolari condizioni fisiche e patologiche. Il documento di valutazione del rischio ed il piano operativo dovranno prevedere possibilità di intervento di emergenza che riducano il tempo di esposizione al rischio a pochi minuti.

95 Rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi
LEZIONE 8 Rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi In relazione al peso degli elementi prefabbricati da montare, in particolare dei telai, e alla posizione delle connessioni sopraelevata rispetto al piano di camminamento, si dovrà valutare: • la possibilità di effettuare scambi di mansioni tra i operatori; • la possibilità di montare elementi particolarmente pesanti con l’impiego di più di un lavoratore ed in alcuni casi, come ad esempio il montaggio di travi per il passo carraio, l’utilizzo di apparecchi di sollevamento.

96 Rischio da sospensione inerte
LEZIONE 8 RIDUZIONE DEI RISCHI Rischio da sospensione inerte • Per ridurre il rischio da sospensione inerte è fondamentale che il lavoratore sia staccato dalla posizione sospesa al più presto. • In ogni lavoro di montaggio, smontaggio e trasformazione di ponteggi va previsto un sistema di recupero del lavoratore in difficoltà in seguito all’intervento di un dispositivo di arresto della caduta. • Quando il recupero del lavoratore non può essere realizzato direttamente dal ponteggio già allestito, tale sistema deve essere predisposto già installato in posizione, o installabile rapidamente all’occorrenza. • Nel caso di sospensione inerte, il piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), il documento di valutazione del rischio ed il piano operativo di sicurezza (P.O.S.) dovranno prevedere modalità di intervento di emergenza che riducano il tempo di esposizione al rischio a pochi minuti.

97 Rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi
LEZIONE 8 Rischi dovuti alla movimentazione manuale dei carichi Il piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), il documento di valutazione del rischio ed il piano operativo di sicurezza (P.O.S.) dovranno prevedere modalità di movimentazione manuale dei carichi che riducano sia l’entità del rischio sia i tempi di esposizione. Rischi dovuti al sollevamento degli elementi prefabbricati da montare Il piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), il documento di valutazione del rischio ed il piano operativo di sicurezza (P.O.S.) dovranno prevedere modalità di sollevamento degli elementi dei ponteggi, che riducano il rischio relativo.

98 Modalità corretta di installazione di un ponteggio
LEZIONE 8 Caduta dall’alto Modalità corretta di installazione di un ponteggio

99 LEZIONE 8 IL PIMUS

100 LEZIONE 8 NEI LAVORI IN QUOTA IL DATORE DI LAVORO PROVVEDE A REDIGERE A MEZZO DI PERSONA COMPETENTE UN PIANO DI MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO (PI.M.U.S.), IN FUNZIONE DELLA COMPLESSITÀ DEL PONTEGGIO SCELTO, CON LA VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA REALIZZATE ATTRAVERSO L’ADOZIONE DEGLI SPECIFICI SISTEMI UTILIZZATI NELLA PARTICOLARE REALIZZAZIONE E IN CIASCUNA FASE DI LAVORO PREVISTA.

101 PER IL MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO DEI PONTEGGI
LEZIONE 8 PIMUS CHE COSA E’ ? E’ UN DOCUMENTO OPERATIVO PER IL MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO DEI PONTEGGI

102 DOCUMENTO DI VALUTAZIONE
LEZIONE 8 CHE COSA NON E’ ? NON E’ UN DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

103 A COSA SERVE ? SERVE A GARANTIRE LA SICUREZZA DEL PERSONALE
LEZIONE 8 A COSA SERVE ? SERVE A GARANTIRE LA SICUREZZA DEL PERSONALE ADDETTO AL MONTAGGIO DELLE PERSONE PRESENTI IN CANTIERE DEGLI UTILIZZATORI DEI PONTEGGI

104 LEZIONE 8 CHI LO REDIGE ? IL DATORE DI LAVORO DELLA DITTA INCARICATA DEL MONTAGGIO, AVVALENDOSI DI PERSONA COMPETENTE

105 QUANDO ? OGNI VOLTA CHE SI DEVE ALLESTIRE UN PONTEGGIO METALLICO FISSO
LEZIONE 8 QUANDO ? OGNI VOLTA CHE SI DEVE ALLESTIRE UN PONTEGGIO METALLICO FISSO E DEVE ESSERE REDATTO PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI DI MONTAGGIO

106 ( TRABATTELLI ) E/O PONTI SU CAVALLETTO
LEZIONE 8 QUANDO NON SERVE ? NON SERVE NEL CASO DI ALLESTIMENTO DI OPERE PROVVISIONALI DIVERSE DAI PONTEGGI, QUALI PONTI SU RUOTE ( TRABATTELLI ) E/O PONTI SU CAVALLETTO

107 LEZIONE 8 CHI LO DEVE CONOSCERE ? CERTAMENTE IL PREPOSTO ADDETTO ALLA SORVEGLIANZA E IL PERSONALE ADDETTO AL MONTAGGIO TALI SOGGETTI DEVONO AVERE COPIA DEL PIMUS A LORO DISPOSIZIONE PERCHE’ LO DEVONO SEGUIRE

108 CONTENUTO DEL PIMUS Identificazione del cantiere
LEZIONE 8 CONTENUTO DEL PIMUS Identificazione del cantiere identificazione dell’impresa addetta al montaggio, trasformazione e smontaggio del ponteggio identificazione del personale addetto al montaggio tipo/i di ponteggio/i da montare descrizione del contesto ambientale in cui andrà montato il ponteggio analisi delle indicazioni contenute nel PSC (se presente) schemi di montaggio dei ponteggi sistema di sicurezza da utilizzare per il montaggio, trasformazione e smontaggio dei ponteggi allestimento dell’area di cantiere per il montaggio e smontaggio del ponteggio modalità di montaggio/ trasformazione e smontaggio del ponteggio modalità d’uso del ponteggio da parte del personale addetto


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