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Il lavoro offeso Avevamo tutti un contratto a tempo indeterminato, eravamo in regola. Io lavoravo con lazienda madre ma loperaio che ha subito linfortunio.

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Presentazione sul tema: "Il lavoro offeso Avevamo tutti un contratto a tempo indeterminato, eravamo in regola. Io lavoravo con lazienda madre ma loperaio che ha subito linfortunio."— Transcript della presentazione:

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2 Il lavoro offeso

3 Avevamo tutti un contratto a tempo indeterminato, eravamo in regola. Io lavoravo con lazienda madre ma loperaio che ha subito linfortunio lavorava in subappalto.

4 Noi ditta madre cercavamo di mettere tutti coloro che lavoravano in subappalto al nostro livello in termini di sicurezza. Però i subappalti quando fanno le gare dappalto vincono sul ribasso. Il ribasso avviene incidendo sulla sicurezza.

5 La legge invece dice che il ribasso avviene solo sulla quota del lavoro, la sicurezza invece dovrebbe essere rispettata al 100%. Quando andiamo sui luoghi di lavoro tra noi ditta madre e loro si vedono le differenze.

6 Noi però cerchiamo di dar fastidio alla ditta madre affinché trattino noi operai allo stesso modo mettendo in uno stato di sicurezza anche loro. (E., muratore, nazionalità italiana – Napoli)

7 La sicurezza dipende anche dallimpresa, dipende dal capocantiere…è vero che con il tempo si abbassa la guardia. Magari ci sono scadenze e nella fretta si fa meno attenzione alla sicurezza.

8 Se poi si fa male qualcuno o succede qualcosa improvvisamente si riprende lattenzione e di nuovo si seguono le regole per la sicurezza. È un po un su e giù di attenzione.

9 Anche a me da fastidio portare il casco o mettere la cintura, perché ti limitano nei movimenti e quindi ci metti di più a fare le cose. (S., gruista, nazionalità italiana – Roma)

10 Lavoravo in una ditta piccole dimensioni che si occupa di scavi, fognature per palazzi. Lavora sempre in subappalto.

11 Il contratto di lavoro mi è stato fatto dopo lincidente. Avevo iniziato a lavorare per quella azienda quasi un anno prima. (Z., operaio, nazionalità rumena – Roma)

12 Lui era sotto ricatto permanente. Gli dicevano: se non ti piace questo lavoro te ne vai a casa.

13 Ora siccome per la legge Bossi-Fini se non hai un contratto di lavoro non hai il permesso di soggiorno la cantilena era «se non ti piace… la porta è questa e vai». (F., nazionalità italiana, compagna di H. lavoratore egiziano morto sul lavoro a 28 anni - Milano).

14 Al momento dellincidente avevo un contratto a tempo indeterminato ed ero inquadrato al I livello. Più o meno guadagnavo 1.200 euro.

15 Anche se avevo il contratto mi capitava di lavorare in nero. Lavoravo il sabato e ogni giorno facevo almeno 10 ore.

16 Sul contratto cera scritta una cosa ma in realtà la situazione era diversa. (M., ferraiolo, nazionalità marocchina – Legnago, Verona)

17 Svolgevo tutte le attività che mi chiedevano di fare. Ogni giorno poteva cambiare. È normale che quando ogni giorno fai una cosa diversa è più facile farsi male. Magari fai anche tre lavori diversi durante una giornata. (Z., operaio, nazionalità rumena – Roma)

18 Certe misure di prevenzione si adottano solo dopo che è successo un incidente. Finché non succede un incidente nel nostro settore non si fa niente. (E., operaio II livello, nazionalità italiana - Modica)

19 Noi restauratori dovremmo avere dei dispositivi di sicurezza personale che non sempre le imprese forniscono, come: la maschera per i solventi e per la polvere, i guanti, le scarpe anti- infortunistica.

20 Quasi nessuno ti dà questa attrezzatura, nemmeno le tute.. devi comprarle tu. (I., restauratrice, nazionalità italiana - Napoli)

21 A me i carabinieri, mentre ero in ospedale, mi portarono un foglio con tutti gli attrezzi per la protezione che il titolare mi avrebbe consegnato, ma quella firma non era la mia e quel foglio era falso. (G., aiuto carpentiere, nazionalità italiana - Palermo)

22 Ogni 3-4-6 mesi si facevano corsi per la sicurezza, ma tutto ciò che facevamo nei corsi sulla sicurezza non veniva rispettato, non da noi ditte madri ma dai subappaltatori che subentravano nel giro di lavoro. (A., edile, nazionalità italiana - Napoli)

23 In questimpresa per quello che ho visto non si facevano corsi di formazione. Se cera qualcuno che arrivava come apprendista faceva direttamente formazione sul campo. (I., muratore, sindacalista, nazionalità italiana - Napoli)

24 In cantiere il primo rischio che si percepisce è di non essere pagati (I., carpentiere e sindacalista, nazionalità italiana - Napoli)

25 Noi non possiamo dire niente sulle condizioni di lavoro altrimenti mi dicono che già ci sono pronte altre tre persone per prendere il mio posto. Anche se sei in regola, ma sei straniero, non puoi dire niente (Z., manovale, nazionalità rumena - Roma)

26 Il problema è che nelle imprese corrono, corrono, corrono! La responsabilità non è attribuibile a lui che è caduto ma allimpresa. (I., carpentiere e sindacalista, nazionalità italiana - Napoli)

27 Lavoravamo sotto la muraglia di una ferrovia, allimprovviso cadde un muro alto circa 7 metri. È caduto giù, straripato proprio. Rimanemmo là sotto in quattro. Tre sono morti, e io sono lunico superstite.

28 Linchiesta è durata otto anni. La responsabilità non è stata data allazienda, perché la causa è stata un disastro ambientale. Una scarpata di terra ha ceduto per uninfiltrazione di acqua, perché in quella settimana aveva piovuto molto, quasi tutta la settimana, e il muro ha ceduto.

29 Non è stato uno sbaglio di qualche operaio. Le cause erano esterne a quelle che erano le responsabilità dellazienda. (V., operaio, nazionalità italiana - Napoli)

30 Prima dellinfortunio mi avevano detto che sarei stato assunto a tempo indeterminato, poi mi hanno detto che non mi potevano rinnovare il contratto perché cera poco lavoro.

31 Io mi trovavo bene con loro, ma il titolare ha rosicato che ho denunciato linfortunio. Dopo che mi ero fatto male ho parlato con loro e gli ho chiesto che fare, loro mi hanno detto di mettermi in malattia però non mi volevano pagare per i denti.

32 Io ho provato a fare un accordo, però mi hanno girato le spalle e a quel punto ho denunciato linfortunio allInail. (F., operaio, nazionalità rumena – Roma)

33 Dopo essere stato ricoverato in ospedale, i primi giorni me li ha dati il mio medico curante, poi mi ha chiamato lInail. Ho dovuto fornire tutta la documentazione che avevo.

34 Sinceramente sono rimasto sconcertato che lInail che è una struttura così grande deve avere da me la documentazione e non fa lei stessa le dovute indagini. (F., manovale, nazionalità italiana – Napoli).

35 Cè ancora uninchiesta in corso. Le indagini sono state fatte però la causa è ancora ferma in tribunale. Sono quasi due anni che è avvenuto linfortunio. Hanno appena deciso chi sono le persone inquisite. Ma il processo penale non è ancora iniziato. (F., nazionalità rumena, fratello di G. muratore morto sul lavoro a 28 anni - Legnago).

36 Quando cominci a capire e riprendi a camminare.. e io sono stato un mese in coma.. ti imbatti nella cosa più brutta, che è lo scontro con i vari enti e con le varie istituzioni.

37 Se non ti ha ammazzato linfortunio ti ammazzano le istituzioni. E come una via crucis. Ogni ente ti sbarra la strada.

38 Ogni ufficio ti dice vai dallaltra parte, nella sanità ogni medico ti dice vai dallaltro. Io sono stato sfortunato. Per fortuna però non è sempre così: ho trovato anche una parte di medici che mi ha aiutato. (B., operaio, nazionalità italiana - Napoli)

39 Alcuni tipi di riabilitazione li passa lInail, altri no. La riabilitazione quindi lho dovuta fare a spese mie perché il tipo di fisioterapia che mi serviva lInail non la copriva rispetto allaccordo che cè con lAsl (V., muratore, nazionalità italiana - Napoli)

40 Io sono stato in ospedale per tre mesi e ho fatto quattro interventi alla mano, però alla fine mi hanno dovuto amputare il dito. Ho fatto solo un mese di fisioterapia, poi me la sono dovuta pagare da solo (F., muratore, nazionalità rumena - Roma)

41 Dopo lincidente ci sono delle cose tanto semplici per aiutare le persone anche con minori spese che però non si fanno. Devi fare guerra a tutti per far valere una parte dei tuoi diritti. (B., operaio, nazionalità italiana - Salerno)

42 Io conoscevo il sindacato prima di infortunarmi, però cerano tante persone nel cantiere dove lavoravo che non lo conoscevano. Dopo linfortunio il sindacato mi è stato davvero utile perché se non sai quello che devi fare e dove devi andare è tutto complicato. (F., operaio, nazionalità rumena – Roma)

43 La depressione è dovuta proprio a questa serie di circostanze, nel momento in cui ti vedi abbandonato da tutti.

44 La questione poi si ripercuote in ambito familiare. Io ad esempio ho due figli a casa. Una sono riuscita con tantissime difficoltà a mandarla a scuola, laltra no.

45 Io ringrazio Dio di avere una famiglia che mi ha aiutato e mi aiuta, altrimenti non ce la fai. (B., operaio, nazionalità italiana - Napoli)

46 Adesso non lavoro, prendo 249 euro al mese e resisto solo perché cè mia sorella con il marito che mi aiuta e mi paga tutto…

47 Se non cerano loro dovevo per forza tornare in Marocco. Io sono sposato ma da quando ho avuto linfortunio non sono più potuto andare a casa. Mia moglie è rimasta in Marocco. Adesso potrei fare al massimo il magazziniere, non ce la faccio nemmeno a guidare. (O., manovale, nazionalità marocchina - Firenze)

48 Mi ritrovo con una pensione di 392 euro al mese e basta. Avrei preferito avere le mie gambe e un lavoro. Io con questa somma non ci faccio niente, a stento mi pago le sigarette.

49 Ma quello che io preferirei risolvere non è tanto il lato economico della faccenda che peraltro non mi soddisfa, ma la possibilità di un lavoro e di uno stipendio. (C., operaio edile, nazionalità italiana – Catania)

50 Prima lavoravo in nero, poi al momento in cui ho subito linfortunio mi hanno fatto firmare il contratto e insieme la lettera di dimissioni.

51 Adesso non mi prende nessuno a lavorare. Aspetto che si chiuda la pratica e poi torno in Romania, almeno anche se non trovo lavoro lì forse mi posso mantenere. (Z., manovale, nazionalità rumena – Roma)

52 Dallincidente di mio marito fino ad aprile gli unici soldi che ho avuto sono stati quelli della Cassa Edile. Mi sono arrangiata da sola.

53 Dopo circa un mese un amico di famiglia mi ha detto «se ti serve vieni nel mio negozio a fare qualche ora come commessa o a fare le pulizie» almeno per mangiare, per comprare un pacchetto di sigarette.

54 Poi mi hanno aiutato un po i miei figli, però non ho altri redditi. Adesso vivo da sola, i miei figli mi vengono a trovare tutti i giorni, però vivo da sola…io e il mio cane. (P., nazionalità italiana, vedova di L. piastrellista nazionalità italiana morto sul lavoro a circa 55 anni)

55 La cosa più brutta che ho affrontato è stato quando in quel periodo lInail non mi riconosceva il danno che avevo.

56 E stata una cosa bruttissima perché subentrava un fatto psicologico ancora maggiore, mi danneggiava di più, non riuscivo a dormire, quando andavo in terapia il dottore mi dava dei farmaci per tranquillizzarmi, dei sedativi per dormire.

57 La mia vita era quasi distrutta: lInail che non ti riconosce, il posto di lavoro perso, allora ero sposato ed avevo già una bambina, economicamente era complicata la cosa. (V., operaio specializzato, nazionalità italiana – Napoli)

58 Il diritto alla rendita mi è stato riconosciuto 14 mesi dopo lincidente (G. aiuto carpentiere, nazionalità italiana - Palermo)

59 Le procedure dellInail sono molto lente. Già non si naviga nelloro e se non si lavora le cose diventano preoccupanti. Io aspettavo lindennizzo o che mi chiamassero a visita, ma non mi hanno mai chiamato. Quando sono andato a reclamare, mi hanno detto che non cera la documentazione..

60 allora ho dovuto ricominciare, sono tornato in ditta ho preso gli incartamenti, li ho riportati, e alla fine sono passati circa otto o nove mesi. Sono stato senza lavorare per quasi quattro mesi. (S., gruista, nazionalità italiana - Roma)

61 LInail non mi ha dato niente e sto facendo ricorso proprio perché il mio infortunio è stato abbastanza gravoso e non mi è stata fatta nemmeno una visita fatta bene. Mi ha visto solo lortopedico, non mi ha neanche visitato e mi hanno dato solo il danno biologico (F., muratore, nazionalità italiana - Napoli)

62 Chi va allInail non è solo un numero di matricola ma è una persona che ha subito un infortunio, e ci vorrebbe anche un minimo di sensibilità oltre che di competenza (M., edile, nazionalità italiana, Firenze)

63 Io ancora non so quanto mi daranno di invalidità, e quando me la daranno (Z., edile, nazionalità rumena - Roma)

64 Dopo linfortunio resti solo un numero. La cosa più grave è che ti abbandonano tutti. Non servi più.. quando lavori servi a qualcosa, ma quando non lavori ti abbandonano tutti (B., muratore, nazionalità italiana - Napoli)

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