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Il Giardino All’ italiana

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Presentazione sul tema: "Il Giardino All’ italiana"— Transcript della presentazione:

1 Il Giardino All’ italiana
Ludovico Pozzoserrato, Villa con giardino, fine XVI secolo

2 Giardini all’italiana
Reggia di Caserta

3 Reggia di Colorno – Parma

4 Reggia di Venaria – Torino

5 Giardini Vaticani - Roma
Incisioni Villa d’Este - Tivoli Giardini Vaticani - Roma Villa Pia - Roma

6 Giardini del Quirinale - Roma
Orti Farnesiani - Roma Villa Lante - Bagnaia Giardini del Quirinale - Roma

7 L’acqua e le grotte Fontana della Ninfa – Villa di Petraia, Firenze
Fontana - padiglione Villa d’Este - Tivoli Giardino di Boboli - Firenze Fontana del cortile e Grotta

8 Il richiamo all’antico
Il giardino delle statue di Palazzo Capranica - Roma Fontana del Putto del Verrocchio San Vigilio - Lago di Garda

9 Ars topiaria

10

11 Il labirinto Labirinto, da Gli artifiziosi et intricati quattro libri di labirinti di Lelio Pittoni Veneziano, aquarello, Firenze

12 In Italia… Villa Lante Giardini di Boboli Villa d’Este
Giardini di Bomarzo

13 Boboli

14 Pianta dei giardini

15 Giardino di Boboli Il Giardino di Boboli è parco storico della città di Firenze. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti, è connesso anche al Forte di Belvedere, avamposto militare per la sicurezza del sovrano e la sua famiglia. Il giardino è uno dei più importanti esempi di giardino all’italiana al mondo ed è un vero e proprio museo all'aperto, per l'impostazione architettonico - paesaggistica e per la collezione di sculture, che vanno dalle antichità romane al diciannovesimo secolo. I giardini dietro Palazzo Pitti, residenza dapprima dei Medici, poi dei Lorena e dei Savoia, furono costruiti tra il quindicesimo e il diciannovesimo secolo e occupano un'area di mq.

16 Alla prima impostazione di stile rinascimentale, visibile nel nucleo più vicino al palazzo, si aggiunsero negli anni nuove porzioni con differenti impostazioni: lungo l'asse parallelo al palazzo nacquero l'asse prospettico del Viottolone, dal quale si dipanano vialetti ricoperti di ghiaia che portano a laghetti, fontane, ninfei, tempietti e grotte. Notevole è l'importanza che nel giardino assumono le statue e gli edifici, come la settecentesca Kaffeehaus (raro esempio di gusto roccocò), che permette di godere del panorama sulla città, o la Limonaia, ancora nell'originario color verde Lorena.

17 Storia Il giardino di Boboli nasce come ideale proseguimento del cortile di Palazzo Pitti, acquistato nel da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de‘ Medici, quando il suo primo proprietario, il banchiere Luca Pitti, aveva dichiarato fallimento. Davanti al palazzo c’era uno spazio verde, l’Orto de’ Pitti, che tuttavia Eleonora desiderava ampliare trasformandolo in un giardino che fosse degna cornice della reggia che Cosimo intendeva realizzare nel palazzo. Il progetto fu affidato a Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, artista prediletto dal Duca e autore dell’altro giardino di Cosimo, quello di Villa del Castello. Alla morte del Tribolo i lavori proseguirono sotto la direzione di Bartolomeo Ammannati ( ) e successivamente di Bernardo Buontalenti ( ), ma venne rispettato l’impianto da questi originariamente concepito.

18 Architettura e paesaggio
I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici. I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici. I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici. Architettura e paesaggio  I giardini hanno nel complesso una configurazione vagamente a triangolo allungato, con forti pendenze e due assi quasi perpendicolari che si incrociano vicino alla Fontana del Nettuno che si staglia sul panorama. A partire dai percorsi centrali degli assi poi si sviluppano una serie di terrazze, viali e vialetti, vedute prospettiche con statue, sentieri, radure, giardini recintati e costruzioni, in un'inesauribile fonte di ambienti curiosi e scenografici.

19 Veduta di Palazzo Pitti e Boboli nella lunetta di Giusto Utens del 1599 (Museo di Firenze com’era, Firenze)

20 Il primo asse A sinistra del primo asse A destra del primo asse Il secondo asse Il fianco destro

21 L‘Anfiteatro  L'asse principale, centrato sulla facciata posteriore del palazzo, sale sul colle di Boboli, attraverso un profondo anfiteatro a forma di ferro di cavallo. L'anfiteatro  segna il punto dove la collina di Boboli venne scavata per prelevare la pietraforte usata per costruire Palazzo Pitti, e l'idea di sistemarlo in una grande spazio che disegna la forma di una campana, risale al Tribolo. La struttura venne inaugurata nel 1637 in occasione dell'incoronazione di Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando de’ Medici, a granduchessa di Toscana. L'Anfiteatro concepito forse come architettura verde, già nel 1599 fu arricchito dalle gradonate ancora esistenti, sormontate da edicole con nicchie che racchiudono statue in marmo ed urne in terracotta.

22 La vasca in granito proveniente dalle terme di Caracalla ed un obelisco portato a Roma nel 30 a.C. dall'Egitto che Pietro Leopoldo fece trasferire a Boboli nel 1790 facendogli fare da Gaspero Paoletti ( ) un basamento con tartarughe in bronzo furono collocati al centro dell'anfiteatro nel Il centro dell'anfiteatro venne abbellito nel 1790 dall’obelisco egiziano, l'unico della Toscana, nonché uno dei monumenti più antichi di tutta la regione: risale infatti al 1500 a.C. (molto tempo prima della fioritura della civiltà etrusca) e proviene dal Heliopolis in Egitto. Fu portato a Roma all'epoca di Domiziano e eretto nel Tempio di Iside al Campo Marzio; dopo essere stato dissotterrato a fine del Cinquecento, finì nel giardino di Villa Medici a Roma. Venne trasportato a Firenze nel 1788 per la volontà del Granduca Pietro Leopoldo, quando radunò tutte le collezioni medicee in città per abbellire i suoi palazzi. Nel 1840 venne accoppiato con la grande vasca in granito grigio scolpita in un unico blocco e proveniente forse dalle Terme di Caracalla di Roma.

23 Il Bacino di Nettuno Più in alto, oltre l'anfiteatro, si incontra il bacino del Nettuno, attraverso una doppia rampa ornata da tre statue di epoca romana: un Settimio Severo a sinistra, un Magistrato romano a destra (ciascuna su un cippo funerario), ed al centro una Demetra su una base romana. Da rivedere, ancora provvisorio il layout

24 Il bacino del Nettuno fu creato nel 1777-1778 al posto di un vivaio
Il bacino del Nettuno fu creato nel   al posto di un vivaio. Qui vengono raccolte le acque che irrigano tutto il giardino e che hanno la sorgente più a monte, sotto il Giardino del Cavaliere. Al centro del bacino si erge la Fontana del Nettuno, con la statua del Dio del mare emergente da uno sperone roccioso sul quale si trovano anche naiadi e tritoni. La statua principale è opera del 1571 dello scultore Stoldo Lorenzi. Alla sommità di questa zona si trova la statua dell'Abbondanza (1636) di Pietro Tacca (con la collaborazione di Sebastiano Salvini), già iniziata dal Giambologna nel 1608. È un'opera in marmo bianco con il covone di grano in bronzo dorato. La figura ha le sembianze di Giovanna d'Austria, moglie di Francesco I de' Medici. In questa zona superiore il giardino è caratterizzato dalle muraglie difensive che si prolungano dal vicino Forte Belvedere, che si staglia sulla sinistra. Il bacino del nettuno La fontana del nettuno

25 Il Giardino del Cavaliere
Al culmine di questo asse, con le mura cittadine a segnarne il confine, sorge Giardino del Cavaliere, uno dei giardini recintati di Boboli, che si trova sopra un bastione facente parte delle fortificazioni realizzate da Michelangelo nel 1529 prima dell'assedio cittadino dell'anno successivo. Per accedervi si sale su una scala a tenaglia, cioè a rampe curve e incrociate con un terrazzino costruito sopra una piccola stanza circolare; questa scalinata fu progettata da Zanobi del Rosso tra il 1790 e il 1793. Le due statue che decorano al scala raffigurano Flora e di Giove giovane entrambe di Giovanni Caccini. La fontana centrale è chiamata fontana delle Scimmie per via delle tre scimmiette in bronzo alla base della fontana stessa; al centro della vasca l'acqua zampilla da un putto marmoreo. Qui vi si trova il casino del Cavaliere, una palazzina costruita verso il 1700 su commissione di Cosimo Terzo, dove il cardinale Leopoldo de' Medici teneva le conversazioni artistiche e letterarie, e dove Gian Gastone aveva il suo ritiro.

26 La Kaffeehaus Ridiscendendo la collina verso nord-est, all'altezza più o meno della statua dell'Abbondanza, si raggiunge la Kaffeehaus, un padiglione in stile rococò coperto da un'esotica cupola finestrata e segnata da terrazze marcapiano opera di Zanobi del Rosso (1776), alla cui base, circondata da una scala doppia tenaglia si trova una grotticina. La costruzione, che oggi ospita un bar in un punto altamente panoramico, rappresenta anche il punto visivo di fuga del Viottolone, il grande viale che rappresenta il secondo asse dell'ampliamento del giardino, che idealmente portava alla Villa Medicea di Poggio Imperiale.

27 Il Prato di Ganimede  Davanti alla Kaffeehaus si trova il prato digradante con al centro la Fontana di Ganimede, del diciassettesimo secolo (al posto del gruppo marmoreo oggi è presente un calco).

28 Il Giardino di Madama Sempre su questo lato si incontra più a sinistra la Grotticina della Madama o delle Capre, costruita da Davide Fortini su progetto del Tribolo. Decorata con spugne, stalattiti e una vasca marmorea sormontata da quattro statue di capre che un tempo buttavano acqua. La grotta si trova a un'estremità del cosiddetto Giardino di Madama, con alcune aiuole geometriche fiorite, realizzato attorno al 1570 per Giovanna d'Austria. Il giardino davanti alla grotta, caratterizzato da alcune aiuole bordate da siepi, è detto Giardino di Madama. Grotta di Madama - soffitto Grotta di Madama - interno

29 L’Orto di Giove  Poco più in basso segue l’Orto di Giove, dalla statua di Giove seduto, di Baccio Bandinelli(1556), mentre vicino a questo giardino si trovano le due grandi statue dei Prigionieri daci, sculture antiche del II secolo, già a Villa Medici; i due barbari sottomessi con le mani legate e le vesti in granito rosso provengono probabilmente dal Foro di Traiano: sono molto simili a quelli reimpiegati nell'Arco di Costantino; le due basi con rilievi di Vittorie, Dioscuri e barbari vinti invece provengono dal tempio del Sole sulla via Lata fatto costruire da Aureliano o, meno probabilmente, dal vicino Arcus Novus.

30 Scendendo al livello del palazzo...
Scendendo al livello del palazzo attraverso un viale serpentino usato dalle carrozze, si arriva ad una zona coperta di ghiaia, dove un tempo stazionavano le vetture con cavalli. Vicino all'uscita su piazza Pitti  si trova la Fontana del Bacchino, esemplare dello stile grottesco tanto in voga nei giardini del periodo tra Cinque e Seicento. È infatti costituita dalla figura dell'obeso nano Morgante, il più popolare dei nani di corte di Cosimo primo, ritratto da Valerio Cioli nudo e a cavalcioni di una tartaruga (1560). La statua è oggi sostituita da una copia.

31 La Grotta del Buontalenti
La Grotta Grande, o del Buontalenti, è uno degli elementi più pregevoli del parco. La sua costruzione si deve soprattutto a Bernardo Buontalenti, che la creò tra il 1583 e il 1593 su incarico di Francesco I de' Medici, una delle architetture più bizzarre e sorprendenti di Firenze. Questa si compone di tre camere comunicanti: la prima, decorata a stucchi e spugne è caratterizzata da scene pastorali eseguite da Bernardino Poccetti ( ); la seconda ospita il gruppo marmoreo di Paride che Rapisce Elena, opera di Vincenzo Rossi da Fiesole ( ) e la terza affrescata dal Poccianti, ospita una bella fontana del Giambologna ( ) raffigurante Venere che esce dal bagno. entrata della grotta

32 Interno della grotta del Buontalenti

33 A destra del primo asse Di nuovo in alto, dal giardino del Cavaliere, se discendendo si prende invece verso sud, prima di giungere al Prato dell'Uccellare, punto di imbocco prospettico del secondo asse del giardino (il Viottolone), si incontra una seconda scalinata fiancheggiata da siepi e decorata da due statue di Muse sedute. Poco dopo si trova il gruppo marmoreo della Lavacapo ( ), opera di Valerio Cioli per Ferdinando primo. Da qui si accede a un prato che costeggia dall'alto il bacino di Nettuno, dove si trovano alcuni fabbricati che anticamente fungevano da abitazioni per i giardinieri, depositi di attrezzi e di piante durante l'inverno. Qui si trovano anche le ragnaie, cioè quei fitti boschetti dove venivano tese reti per catturare i piccoli volatili. Nei vialetti ombrosi che occupano lo spazio tra l'anfiteatro e il Prato del Pegaso, cinti da alberi ad alto fusto, si trovano due curiose architetture coperte da cupole e parzialmente interrate: si tratta delle due ghiacciaie di Boboli, antesignane dei frigoriferi. Qui, grazie al ghiaccio che veniva giornalmente trasportato dall'Abetone e grazie all'ambiente che ricreava le condizioni climatiche delle grotte, venivano conservate le vivande destinate alle cucine granducali.

34 Il Prato dell’Uccellare
L'imbocco ideale del secondo asse è il cosiddetto prato dell'Uccellare ("uccellare" significa cacciare i piccoli volatili, infatti venivano così chiamate le radure in una macchia boscosa), situato in posizione rialzata e attraversato dal Viottolone . Questo ampio prato è circondato da lecci e cipressi secolari e segna il confine con la parte occidentale del giardino. Al centro è decorato da una colonna spezzata, mentre su un lato vi si trova una delle poche opere contemporanee del giardino: una monumentale testa bronzea di Igor Mitoraj, rimasta nel giardino dopo la mostra sull'artista polacco del 2002.

35 Il Prato del Pegaso Al di sotto del Prato dell'Uccellare, attraversato da sentieri a zig-zag, si distende il cosiddetto Prato del Pegaso, un declivio collinare che riporta al livello del palazzo, in particolare davanti al piazzale coperto a ghiaia della palazzina della Meridiana. Questa zona deve il suo nome alla scultura marmorea di Pegaso, opera di Aristodemo Costoli del 1865, usata come simbolo dalla Regione Toscana. Vi si trovano altre statue ed una grande vasca di granito grigio. I grandi alberi che vi si ergono isolati e asimmetrici ricordano il gusto del giardino all'inglese.

36 Il Viottolone Il Viottolone è un ampio viale in ripida discesa, affiancato da due filari di cipressi piantati nel 1637 e decorato da numerose statue, che segna l'asse secondario (quello sei - settecentesco in direzione sud-ovest) del giardino. Le statue, poste simmetricamente nei pressi degli incroci con i tre viali trasversali, sono sia antiche (romane), sia di fattura moderna, prevalentemente settecentesca. La zona a sinistra del viottolone, già un tempo occupata dal labirinto, ha oggi il viale serpentino per il rondò delle carrozze. In questa zona resta la vasca centrale del labirinto, oggi circondata da un'aiuola ellittica. La parte di destra era invece dedicata alla caccia e vi si trova anche l'orto murato. Ai due fianchi del viottolone corrono due gallerie rettilinee circondate dalla vegetazione. L'imbocco del Viottolone dal Prato dell'Uccellare è segnato da due statue dette dei Tirannicidi greci. Queste due statue hanno solo i torsi antichi, ed è particolarmente pregevole quello di sinistra, copia dell' Aristigitone del gruppo bronzeo del447 a.C.. Il Viottolone è quindi tagliato da tre viali laterali che creano sei scomparti del giardino.

37 Il primo viale trasversale
Il primo viale trasversale è costituito da un pergolato di lecci che formano due gallerie con sedili bassi in pietra sui lati. Prima di giungere all'incrocio principale un vialetto è segnalato da due statue; in prospettiva sulla sinistra si nota una vasca circondata da un'aiuola ellittica, che era il centro di uno dei labirinti di questa parte del giardino. Nel punto di incontro con il Viottolone sono state poste quattro statue su ciascun cantone, tutte opera di Giovanni Caccini: la Prudenza, 'Esculapio e Ippolito morente (da Policleto), l'Autunno e l'Higea. In fondo, sulla destra si trova la Fontana dell'Oceano, omonima di quella più famosa al centro dell'Isolotto di Boboli, opera del Giambologna. Questa fontana più piccola raffigura un giovane ai cui piedi sta un delfino che versa acqua. Prudenza Esculapio Autunno Higea

38 Il secondo viale trasversale
Il secondo viale trasversale si taglia sul Viottolone a un incrocio con tre statue romane, un Senatore, un Bacco e un Filosofo calvo, mentre una quarta statua con Andromeda è settecentesca. In fondo al ramo del viale trasversale sinistro, presso le mura cittadine, domina la veduta prospettica il busto colossale di Giove olimpico, attribuito al Giambologna(1560 circa), su una base in arenaria. Accanto alla statua si trova anche la curiosa fontana dei Mostaccini di Romolo del Tadda( ), costituita da una serie di piccole vasche su vari gradoni collegate da canaletti e con mascheroni che versano l'acqua da un livello a quello inferiore. Oltre alla valenza estetica questa fontana aveva anche una funzione pratica: le piccole vasche dovevano attirare i piccoli volatili che venivano poi catturati con le ragne, reti appese tra i rami del vicino boschetto (detto appunto ragnaia della Pace). Senatore Filosofo calvo Busto di Giove olimpico Bacco Fontana del Mostaccini Andromeda

39 Il terzo viale trasversale
Il terzo viale trasversale è quello più a sud-ovest e dall'incrocio con il Viottolone vi partono numerosi percorsi complicatamene intrecciati che conducono al segmento finale del giardino. All'incrocio tra i viali le siepi di bosso disegnano quattro esedre nelle quali sono collocate altrettante statue: Esculapio, Andromeda, Ninfa e la Modestia. A queste vanno aggiunti i vicini gruppi dei giocatori, di fattura settecentesca secondo il gusto per i temi campagnoli e popolani: i Giocatori alla pentolaccia di Giovan Battista Capezzuoli e i Giocatori del saccomazzone (1780) di Orazio Mochi su disegni di Romolo del Tadda (il "saccomazzone" era un gioco dove due giocatori bendati, sempre tenendo tenere una mano su una roccia, cercavano di scacciare l'avversario colpendolo con un lungo straccio annodato). Mettere didascalie Andromeda Esculapio La Modestia Ninfa

40 L’Isolotto Fontana dei Putti Fontana delle Arpie Al termine del viottolone l'arredo botanico cambia repentinamente, scompaiono i cipressi e le siepi e si arriva alle morbide forme della Vasca dell'Isola, chiamata anche Isolotto e ideata da Alfonso e Giulio Parigi dal 1618. Al centro del piazzale fa da protagonista la grande vasca circolare, con l'isola al centro collegata alla terraferma da due passerelle. I grandi cancelli delle passerelle sono sostenuti da due colonne, su ciascuna delle quali si trova la statua di un capricorno, animale simbolo del potere del Granducato. Ai lati delle colonne sono presenti delle fantasiose fontane a forma di "arpie" maschili, che versano l'acqua in vasche a forma di conchiglia, con un complessa decorazione grottesca di esseri marini. Sull'asse perpendicolare al Viottolone si trovano quattro fontane a livello della balaustra esterna, due per lato: le fontane delle Arpie e quelle dei Putti, decorate da delfini intrecciati, animali marini, mascheroni fantastici e statue a tutto tondo sulla sommità.

41 Vicino a queste fontane, dall'acqua della vasca emergono alcuni gruppi marmorei della scuola del Giambologna (1637): il Perseo a cavallo  e Andromeda con le caviglie incatenate nella roccia ; in particolare il Perseo è collocato come se stessa saltando fuori dall'acqua, un effetto che veniva sottolineato dagli zampilli d'acqua. Nel mezzo del bacino l'isola è circondata da una ringhiera in pietra, nelle cavità della quale sono alloggiati gli orci di terracotta che nei mesi estivi contengono la collezione di agrumi ed altre piante decorative; agrumi si trovano allineati anche sulle passerelle. Il centro dell'isola è decorato dalla Fontana dell'Oceano del Giambologna, composta da una basamento con bassorilievi (Il ratto di Europa, il Trionfo di Nettuno e Il bagno di Diana) che sorregge una vascone circolare in granito dell'Isola d'Elba, sopra il quale si innalza il gruppo scultoreo del Nettuno, circondato da divinità fluviali sdraiate , il Nilo, il Gange e l'Eufrate, che versano simbolicamente le loro acque nella vasca grande, l'Oceano. La fontana dell'Oceano è più antica rispetto a questa parte del giardino e un tempo si trovava al centro dell'Anfiteatro di Boboli: fu scolpita per Francesco Primo nel 1576 ed ha fatto da prototipo per tutte le sculture di questo soggetto; l'originale dell'Oceano oggi si trova al Bargello. Perseo

42 Verso Porta Romana La punta estrema del giardino, è occupata da un rondò con siepi geometriche, dove sono collocate numerose statue in pietra come le tre figure grottesche di Romolo del Tadda, raffiguranti Venere, Amore e la personificazione dell'Architettura. Interessante è anche la fontana della Botticella, costituita dalla statua di un contadino che vuota un barile (di Giovanni Fancelli, 1560) in una vasca realizzata con un sarcofago romano. Simile è anche l' Uomo che vanga di Valerio Cioli e di Giovanni Simone Cioli. Davanti all'ingresso di Porta Romana si trova un notevole Perseo di Vincenzo Danti, già alla villa medicea di Pratolino, circondato da un'esedra in bosso dove si trova anche un sarcofago romano con le fatiche di Ercole.

43 Risalendo sul lato che costeggia via Romana, si incontrano alcune statue come l'Uomo che scarica il secchio in un tino di Valerio Cioli e di Giovanni Simone Cioli, fino a raggiungere la grande limonaia. La Limonaia I Medici furono tra i primi a diffondere la moda degli agrumi nei loro giardini. Gli agrumi sono delle piante che non crescono normalmente in Toscana, quindi erano considerate di fatto alla stregua di piante esotiche. Il loro grande valore ornamentale spinse a un collezionismo di queste piante, che durante l'inverno dovevano trovare rifugio al coperto, in edifici appositi chiamati appunto limonaie. La limonaia di Boboli si trova a metà strada tra il Palazzo e l'estremità del giardino. Frutto della trasformazione di una precedente fabbrica di mosaici, spugne e statue, fu edificata verso il 1778 su progetto di Zanobi del Rosso. La facciata della limonaia è costruita dalla ripetizione regolare di quattro campate con quattro finestroni più quattro finestre superiori, separate da lesene; nella parte superiore è presente un cartiglio con festoni con frutta e un frontone leggermente aggettante; le specchiature intorno alle finestre presentano un intonaco colore "Verde Lorena" usato anche nella Kaffeehaus. Un lungo cornicione leggermente aggettante sopra i portoni conclude l'elegante facciata. Le sculture sulla facciata rappresentano le Muse, mentre nelle aiuole antistanti si trovano due Muse e il gruppo della Fortuna con cornucopia, opere romane copiate da sculture ellenistiche, oltre al Suonatore di cornamusa di Giovanni Battista Caccini.

44 La zona di Annalena Proseguendo lungo il vialetto parallelo a via Romana si arriva all'ingresso su questa stessa via detto di Annalena (dal nome dell'antico convento di Annalena che qui si trovava), con un cancello vigilato da due leoni assopiti in pietra. La prospettiva di questo ingresso è abbellita dalla Grotta di Adamo ed Eva (1817), costruita come una piccola esedra preceduta da due colonne che sostengono un architrave. L'interno è decorato da concrezioni spugnose e mosaici in ciottoli policromi, mentre il nome deriva dal gruppo scultoreo di Adamo ed Eva di Michelangelo Naccherino (1616 circa). Sempre sullo stesso lato di via Romana, risalendo verso Palazzo Pitti, si incontra la Palazzina di Annalena, una piccola costruzione in stile neoclassico dell'architetto Cacialli.

45 La palazzina della Meridiana
la Palazzina della Meridiana, opera in stile neoclassico iniziata da Gaspare Maria Paoletti sotto il Granduca Pietro Leopoldo nel 1778 e terminata da Pasquale Poccianti nel  , prende il nome dalla meridiana che la attraversava all'interno. Vi si accede da Palazzo Pitti e conserva gli affreschi con Episodi dei Promessi Sposi del pittore ottocentesco Nicola Cianfanelli. Attualmente ospita la Galleria del Costume, ma alcuni anni fa ha ospitato anche la Collezione Contini-Bonacossi. Il Giardino del Conte Adiacente alla Palazzina della Meridiana c'è il cosiddetto Giardino del Conte, chiuso da una cancellata e schermato da una siepe di leccio e d'alloro. Da qui si vede bene anche l'ex osservatorio del Museo della Specola. Giardino del conte Tribuna di Galileo vista dal Giardino

46 Giardino di Boboli, la vasca dell'isolotto con la fontana dell'Oceano di Alfonso Parigi

47 Jean Honoré Fragonard, Villa d’Este (1762)
Mettere immagine villa d’este Jean Honoré Fragonard, Villa d’Este (1762)

48 Villa d’Este, a Tivoli, in provincia di Roma, è uno dei maggiori rappresentanti dell’arte dei giardini italiana nel periodo barocco e per questo inserita nella lista UNESCO del patrimonio mondiale.  Storia: Villa d’Este, ideata da Ligorio, fu fatta costruire dal cardinale Ippolito d’Este, governatore di Tivoli nel 1549.  Giardino: Si sviluppa intorno ad un asse principale longitudinale e cinque assi trasversali ed è suddiviso in due parti distinte: quella inferiore, pianeggiante, e quella che ricopre la collina a terrazze.

49 La pianta Fontana dell’organo; Fontana di Nettuno Vialone
Cento fontane Fontana del Bicchierone La Rometta Fontana di Pegaso; Fontana dell’Ovato

50 Il Vialone è il viale più grande del giardino

51 La fontana dell’Organo
La fontana dell’organo ha un dispositivo ad acqua che riproduce il suono dell’organo

52 La fontana di Nettuno è la più imponente e scenografica della villa

53 La fontana del Bicchierone
La fontana del bicchierone ha la forma di un calice che poggia su una conchiglia

54 La fontana di Pegaso La fontana di Pegaso riprende il mito in cui il cavallo fa sgorgare la fonte Ippocrene

55 La fontana dell’Ovato La fontana dell’Ovato è la più barocca, per la particolare elaborazione di rocce ornamentali

56 Le cento fontane Le cento fontane sono formate da tre corsi d’acqua paralleli ad altezze diverse

57 La Rometta rappresenta la restaurazione della Città eterna

58 Bomarzo

59 Il Parco dei mostri “Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua dove son faccie horrende elefanti leoni orsi orche et draghi”

60 “Chi con ciglia incarnate et labbra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondo moli sette”

61 “Se Rodi altier fu già del suo colosso
pur di questo il mio bosco anco si gloria ed per più non poter fo quanto posso”

62 Tartaruga, Donna Balena
Proteo-Glauco

63 Pegaso Mausoleo

64 “Animus fit quiescendo
prudentior ergo”

65 Elefante

66 Il drago

67 “Ogni pensiero vola”

68 Il tempietto

69 Villa Lante Mettere immagine.. Prenderla da “villa lante” perché lì è come sfondo

70 Fontana dei Mori Palazzine Gemelle Fontana dei Lumini Fontana della Tavola Fontana dei Giganti Fontana della Catena Fontana dei Delfini Fontana del Diluvio con le logge delle Muse Vedi annotazioni diapositiva prima

71 La fontana dei Mori E’ uno specchio d’acqua che eleganti balaustre suddividono in quattro bacini su cui galleggia una barca con un putto zampillante e al centro un triplice cerchio di vasche culminanti nel gruppo dei quattro mori che reggono lo stemma di Papa Sisto Quinto.

72 Palazzine Gemelle

73 Fontana del Lumini Una fontana circolare a gradini; sul ballatoio di ciascun gradone, da fontane più piccole a forma di lucerne ad olio sgorgano piccoli zampilli d'acqua.

74 Tavola del Cardinale Posta ai piedi della Fontana dei Giganti, era utilizzata per i convitti estivi all'aperto. Al centro scorreva l'acqua che serviva da rinfrescatolo, mentre sui bordi venivano posate le vivande.

75 Fontana dei Giganti E' alimentata dalla sovrastante catena d'acqua ed il nome le deriva dalla presenza delle due grandi statue in peperino che rappresentano appunto i due giganti, il Tevere e l'Arno, a voler rappresentare l'amicizia tra Firenze, ovvero la famiglia dei Medici, e Roma, ossia il papato. Alcuni attribuiscono la realizzazione di questa fontana al Giambologna.

76 Fontana della Catena Defluente dalla Fontana dei Delfini per caduta naturale, l'acqua sgorga dalle fauci di un gambero in peperino, emblema del cardinale Gambara e percorre il dislivello racchiuso da volute con una lunga serie di salti, apparendo proprio come una catena d'acqua

77 Fontana dei Delfini Di forma ottagonale, si eleva su un ripiano circondata da sedili e spalliere che ne esaltano l'elegante disegno. E' formata da vasche degradanti collegate da elementi scultorei in peperino. Sedici delfini sono disposti in coppia agli angoli dell'ottagono, mentre vasi, mascheroni e rilievi vari mostrano l'acqua nelle forme più varie.

78 Fontana del Diluvio E' il punto d'inizio della cascata d'acqua che, lungo un sol asse, conduce alla grande fontana quadrata posta al centro del bellissimo giardino all'italiana. Si tratta di una fontana a grotte che si trova fra le due Logge delle Muse sullo sfondo di un piccolo piazzale , una specie di teatrino all'aperto, motivo ricorrente delle ville italiane del Rinascimento. Accoglie il visitatore un'erma con quattro teste posta al centro della scena.

79 La Loggia delle Muse Sono due deliziose palazzine poste ai lati della Fontana del Diluvio. Erano luoghi di riposo e di diletto; dai cornicioni laterali uscivano getti di acqua per fare scherzi bagnati agli ospiti. Su entrambe le facciate campeggia il gambero araldico della famiglia Gambara.

80 Giardino Segreto Si trova di lato alla Loggia delle Muse. E' un recinto quadrato delimitato da colonne, dove si coltivavano fiori e frutti.


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