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L’allenamento della flessibilità

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Presentazione sul tema: "L’allenamento della flessibilità"— Transcript della presentazione:

1 L’allenamento della flessibilità
Con particolare riferimento all’utilizzo dello stretching Alessandro Ruspantini Preparatore Fisico CONI, FIGC, FIR, FIPAV, FIT, FIF, Combat Sports (CSEN) Istruttore II Livello FITRI Personal Trainer

2 Una premessa terminologica…

3 Estendibilità (o estensibilità) muscolare: la possibilità che ha un muscolo di allungarsi
Mobilità articolare: è la capacità di compiere gesti con l’impiego della escursione articolare più ampia possibile Flessibilità: la somma della mobilità articolare e della estensibilità muscolare (di fatto flessibilità può coincidere con mobilità articolare) Elasticità: la capacità che ha un corpo di ritornare alla sua forma iniziale dopo che sia stato deformato Elasticità muscolare: la capacità del tessuto muscolare di riassumere la propria posizione di riposo dopo che su di esso abbia agito una forza deformante (vale anche per la altre componenti anatomiche come i tendini (creeping), i legamenti ecc.) ROM (Range Of Motion): escursione di movimento a livello articolare

4 La mobilità articolare può essere:
Attiva Passiva Anatomica Schnabel et al., 1998

5 Mobilità articolare attiva
L’ampiezza che può essere raggiunta in una articolazione o in un sistema articolare attraverso l’attività dei muscoli interessati ad un determinato movimento o ad una posizione

6 Mobilità articolare passiva
L’escursione che può essere ottenuta per azione di forze esterne Differenza tra M. A. attiva e M. A. passiva: RISERVA DI MOVIMENTO (Frey, 1975 in Weineck, 2001)

7 Mobilità articolare anatomica
Rappresenta la possibilità anatomica di mobilità dell’apparato motorio passivo. Per i viventi è solo una misura teorica

8 La mobilità articolare può anche essere:
statica dinamica

9 Fattori limitanti intrinseci
Fattori costituzionali: Superfici articolari Estensibilità delle capsule articolari e dei legamenti Estensibilità di muscoli e tendini (ponti acto-miosinici, titina, tessuto connettivo, desmina, costameri, ecc.) Massa muscolare Fattori condizionali-energetici: Forza dei muscoli in movimento Fattori coordinativi (o neurali) legati a fattori psico-vegetativi: Coordinazione tra muscoli agonisti, antagonisti e sinergici Tono muscolare Riflessi muscolari o tendinei

10 Fattori limitanti estrinseci
Sesso Età Temperatura corporea e ambientale Momento della giornata Stato fisico e psichico Stato di affaticamento

11 Perché migliorare la flessibilità per le prestazioni sportive. È utile
Perché migliorare la flessibilità per le prestazioni sportive? È utile? Può portare dei benefici?

12 Miglioramento della fluidità, dell’armonia e dell’espressività del movimento (Weineck, 2001)
Miglioramento della capacità di prestazione coordinativa e tecnica (Meinel, 1984, Schnabel et al., 1998, Weineck, 2001) Miglioramento del processo di apprendimento motorio (Schnabel et al., 1998, Weineck, 2001) Miglioramento dell’espressione di forza (Weineck, 2001) Miglioramento dell’espressione della rapidità e della velocità (Weineck, 2001) Miglioramento della resistenza (economia dei gesti) (Weineck, 2001) Prevenzione infortuni (ad esempio Sölveborn, 1983, Carminati, Bozzetti, 1993, Anderson, 1994, Weineck, 2001) (?) (diretta? – indiretta!) “Cura” delle retrazioni muscolari (Weineck, 2001) Ottimizzazione del recupero (Weineck, 2001) (?) – modulazione Regolazione psichica (Knebel et al., 1993, Anderson, 1994, Balaskas, Stirk, 1998, Weineck, 2001)

13 Mezzi per lo sviluppo della Flessibilità
M. A. statica M. A. dinamica M. A. passiva Stretching statico (Anderson) PNF Stretching dinamico con l’utilizzo di attrezzi M. A. attiva Stretching globale attivo (posture) Stretching statico con contemporanea contrazione dell’antagonista Flessibilità dinamica (slanci, torsioni, estensioni, ecc.) Stretching attivo-isolato (P. & J. Warthon) Esercitazioni tecniche ai limiti articolari

14 Mezzi per lo sviluppo della M. A. dinamica - passiva
Stretching dinamico con l’utilizzo di attrezzi Movimenti eseguiti con l’ausilio di attrezzature per la riabilitazione o attrezzi (es. fune) che consentono di eseguire passivamente dei movimenti fino ai limiti articolari PNF Esercizi di stretching che utilizzano l’inibizione dei corpuscoli del Golgi data dalla precedente contrazione isometrica (che deve durare almeno 6 secondi per generarla, Sölveborn, 1983; Bosco, 1990; McAtee, 1996) e l’inibizione reciproca degli antagonisti. Caratterizzate dalla seguente procedura (Sölveborn, 1983; Bosco, 1990; McAtee, 1996; Schnabel et al., 1998): il raggiungimento di una posizione di leggero allungamento, nella quale effettuare una contrazione isometrica contro una resistenza esterna per 10–30 secondi; il rilassamento per 2-3 secondi; l’allungamento passivo dei muscoli precedentemente contratti della durata di secondi, con o senza la contemporanea contrazione degli antagonisti, che genererebbe una inibizione reciproca (Bosco, 1990; Fox et al., 1995) A questo gruppo appartengono una grande varietà di tecniche che utilizzano delle combinazioni di contrazioni isotoniche ed isometriche (Alter, 1988, 1996): TRS (tension - relax – stretch), CHRS (contract - hold - relax – stretch), repeated contractions, rhythmic initiation, slow reversal, slow reversal-hold, rhythmic stabilization, contract-relax, hold-relax, slow reversal-hold-relax, agonistic reversal

15 Mezzi per lo sviluppo della M. A. dinamica - attiva
Flessibilità dinamica Esercizi consistenti in contrazioni ripetitive dei muscoli agonisti con conseguente allungamento degli antagonisti, quindi slanci, oscillazioni, ecc. Stretching attivo-isolato Le linee guida (Wharthon J., Wharthon P., 2001) per lo stretching attivo isolato prevedono di: prepararsi ad isolare ed allungare un muscolo alla volta; contrarre attivamente il muscolo opposto a quello isolato; allungare delicatamente e velocemente, mantenendo l’allungamento per non più di 2 secondi. Quando il muscolo ha raggiunto il limite della sua escursione articolare, essa può essere ancora aumentata grazie ad un aiuto esterno (partner o piccolo attrezzo), fino a che si sente una certa irritazione, ma non dolore; rilasciare prima che il muscolo reagisca con una contrazione protettiva; ripetere per circa 10 volte ogni esercizio di stretching. Esercitazioni tecniche ai limiti articolari Esercitazioni della pesistica, esercizi con gli ostacoli, alcuni tipi di andature, ecc.

16 Mezzi per lo sviluppo della M. A. statica - attiva
PNF Stretching globale attivo (posture) La catena muscolare, considerata come fosse un elastico, deve essere tirata dai due estremi, elasticizzando i muscoli in senso contrario alla loro fisiologia, Lo stiramento deve essere prolungato (fino a 10 minuti ed oltre), con una esecuzione delicata, dolce e progressiva (Souchard, 1995) Stretching statico con contemporanea contrazione dell’antagonista Gli esercizi dello stretching statico passivo, con contemporanea contrazione del muscolo antagonista per provocare l’inibizione reciproca

17 Mezzi per lo sviluppo della M. A. statica - passiva
PNF Stretching statico Si passa da una tensione “facile” della durata di secondi, che serve ad abituare il muscolo alla successiva tensione “di sviluppo”, che permette l’effettivo incremento della flessibilità; dopo altri secondi, la tensione viene progressivamente diminuita per ritornare poi alla normalità evitando movimenti bruschi; ogni esercizio viene ripetuto due o tre volte (Anderson, 1994). Nel metodo Esnault prima di eseguire l’allungamento si imprime un movimento rotatorio all’articolazione, interno o esterno, che consente un maggior coinvolgimento di fibre muscolari (Carminati, Bozzetti, 1993). Con l’uso pratico si sono sviluppate molteplici varianti, per cui è difficile stabilire una metodica univocamente accettata con risultati certi (Wydra, 2001).

18 Negli ultimi anni alcuni studi hanno messo in dubbio molte certezze che il mondo dello sport pensava di avere sull’utilizzo dello stretching, ritenuto quasi una panacea per tutti i mali, ma che ora sembra essere divenuto un mezzo d’allenamento da cui prendere le distanze

19 Lo stretching possibile causa di infortuni:
Se eseguito fino ai limiti articolari rappresenta un carico eccessivo per le strutture muscolari passive, generando microtraumi sulle miofibrille, simili a quelli derivanti da esercitazioni di forza Effetto antalgico (“stretch-tolerance”): diminuzione della sensazione dolorosa indotta dall’allungamento per un assopimento dei recettori del dolore (Magnusson et al., 1998 in Cometti et al., 2004) (ma maggiore per PNF), che permette di sopportare allungamenti di maggiore entità, ma che può aumentare il rischio di traumatismi a livello muscolare (Pope et al., 1998, Pope et al., 2000 in Cometti et al., 2004) perché si rischia di oltrepassare i limiti della capacità di carico delle strutture passive (Wiemann & Klee, 2000) Gli effetti a breve termine influenzerebbero il tipo di prestazione

20 Stretching prima della seduta di allenamento
Di forza Massima: significativa diminuzione della forza massimale (Kokkonen et al., 1998 in Cometti et al., 2004, Winchester et al., 2007) potrebbe abbassare temporaneamente i livelli di forza statica (Staley et al., 1991) un gruppo muscolare (flessori plantari), sottoposto a stretching passivo prolungato, diminuisce per più di un’ora i livelli di forza volontaria (Fowles et al., 2000) decremento significativo (12%) nella massima forza di contrazione volontaria (Behm et al, 2001 in Nelson & Bandy, 2005) diminuzione della forza massimale nell’esecuzione di 1RM su leg-press a 45° (Bacurau et al, 2008) gli esercizi di stretching statico della durata di 15” e 30”diminuiscono l’espressione della forza (Brandenburg et al, 2006) la massima forza volontaria diminuisce con l’aumentare della durata dello stretching (60 sec. vs 30 sec.) (Ogura et al, 2007)

21 Stretching prima della seduta di allenamento
Di forza Esplosiva: diminuzione del 4% in prove di salto massimali (Henning & Podzielny, 1994 in Cometti et al., 2004) diminuzione, anche se meno accentuata (Knudson et al., 2001 in Cometti et al., 2004) diminuzione del 4% della performance di salto (Henning & Podzielny, 1994 in Cometti et al., 2004, Alberti et al., 2007) leggera diminuzione in salti verticali (Knudson et al., 2001 in Cometti et al., 2004) influenza negativa su salto verticale e forza (Shrier, 2004 in Cometti et al., 2004) altezze minori di salto sono state registrate dopo lo stretching (Baum et al, 1990, in Turbanski, 2005) riduzione delle prestazioni di salto dal 3,1% al 2,6% (Wiemeier, 2002 in Turbanski, 2005) riduzione del 2,6% dell’altezza di salto (Wiemeier, 2003 in Turbanski, 2005) peggioramento nella prestazione di salto verticale (Vetter, 2007, Hough et al, 2009) prestazione nel salto verticale diminuita per 15 minuti (Bradley et al, 2007)

22 Stretching prima della seduta di allenamento
Di forza Reattiva (SSC): diminuzione della prestazione nel drop jump per 30 minuti (Güllich, 1996 e Güllich & Schmidtbleicher, 2000 in Wiemann & Klee, 2000) riduzione dell’altezza di salto e rallentamento del contatto al suolo (Kunnemayer & Schmidtbleicher, 1997 in Turbanski, 2005) riduzione della prestazione di salto dall’8% al 10% (rilevata attraverso l’indice di reattività)(Begert & Hillebrecht, 2003 in Turbanski, 2005) rallentamento dei tempi di contatto, altezze di salto minori dopo lo stretching (Young & Elliot, 2001 in Turbanski, 2005) riduzione della stiffness muscolo-tendinea immediatamente dopo (Ryan et al., 2007)

23 Stretching prima della seduta di allenamento
Di forza Resistente: significativa diminuzione del numero di ripetizioni in un test di forza resistente (Kokkonen et al., 2001 in Cometti et al., 2004) Isocinetica: diminuzione del 4% del picco di forza (Cramer et al., 2002) diminuzione del picco di forza a diverse velocità angolari, in seguito ad esercizi di stretching statico della durata di 5 e 8 minuti (Zakas et al, 2006) riduzione della forza massima, della potenza media e dell’ampiezza dell’EMG dei muscoli vasto laterale e retto femorale, durante contrazioni concentriche isocinetiche alla leg-exstension alle velocità angolari di 60° e 300° (Marek, 2005)

24 Stretching prima della seduta di allenamento
Di velocità Peggioramento della prestazione di 0,14 sec. in sprint di 40m (Wiemann, Klee, 2000) Effetto negativo a breve termine sprint 20m (Nelson et al., 2005) Peggioramento significativo del tempo di sprint in rugbisti (Fletcher & Anness, 2004) Peggioramento nell’accelerazione, nel picco di velocità e nel tempo dello sprint di 30m (Sayers et al, 2008) Tempo nei primi 20 metri significativamente peggiore in chi aveva eseguito stretching statico rispetto a chi non lo aveva eseguito e differenza presente anche sui 40 metri (Winchester et al, 2008)

25 Stretching prima della seduta di allenamento
Di resistenza Nessun impatto sull’economia di corsa sub-massimale (Hayes & Walker, 2007) Per sport in cui è richiesto un lento ciclo di stiramento-accorciamento (SSC), come il jogging o il ciclismo, non esistono dati scientifici che dimostrino un effetto positivo dello stretching sulla prestazione, sulla prevenzione degli infortuni e sul recupero (Gremion, 2005) Può diminuire la prestazione di endurance ed aumentare il costo energetico della corsa (Wilson et al, 2010)

26 Tecnico - coordinativa
Stretching prima della seduta di allenamento Tecnico - coordinativa Secondo Capanna (2000) le stimolazioni in allungamento prolungate e ripetute, necessarie per ottenere uno stabile miglioramento della flessibilità generano, a livello inconscio nel sistema nervoso, delle informazioni anomale verso il muscolo che possono causare, se sono seguite da esercitazioni tecniche o atletiche, delle risposte involontarie ostacolanti la perfetta sincronizzazione fra contrazione e rilassamento Decremento significativo dei valori di equilibrio (Behm et al, 2004)

27 Stretching durante la seduta di allenamento
L’affaticamento, abbassando la sensibilità dei fusi neuromuscolari può determinare un rischio di stiramento delle componenti muscolari passive oltre i propri limiti (Harre, 1977, Weineck, 2001) Platonov (1996) afferma che è importante alternare esercizi di stretching ad esercizi che hanno altri obiettivi, ed in particolare per la forza, perché permettono di aumentarne l’efficacia Egger (1994) ha elaborato una particolare esercitazione in cui vengono sviluppate contemporaneamente la forza e la flessibilità tramite l’alternanza di stretching ed esercizi con sovraccarico Un’attività di stretching statico degli arti inferiori nel corso di periodi di riposo tra gli sforzi può compromettere la capacità di ripetere sprint (Beckett et al, 2009)

28 Stretching al termine della seduta di allenamento
Allo stretching è riconosciuta una capacità di rilassamento psico-fisico (Knebel et al., 1993; Anderson, 1994; Cerullo, 1997, Balaskas, Stirk, 1998; Weineck, 1998) Abbassando il tono muscolare, migliora la mobilità ed il muscolo viene messo in condizioni di essere capace di rigenerarsi meglio dopo il carico Però, da un’analisi bibliografica di Herbert & Gabriel (2002 in Cometti et al., 2004) non risulta nessun beneficio in termini di riduzione del dolore muscolare o di prevenzione dei danni muscolari Lo stretching non determinerebbe nessun effetto significativo sulla riduzione del dolore muscolare tardivo (Buroker, Schwane, 1989 e Wessel, Wan,1994 in Cometti et al., 2004) Per compiere un recupero attivo si può eseguire uno stretching sub-massimale con ritmi di allungamento/rilasciamento piuttosto brevi (ad es. 10"/10") attivando così l’"effetto spugna" (Mosca, 1994, Cerullo, 1997) in cui lo stiramento comprime anche i capillari, ostacolando il flusso sanguigno locale, ma il successivo rilasciamento consente un maggiore afflusso conseguente all'apertura dei lumi dei capillari Per incrementare la flessibilità, ma con la consapevolezza di un lavoro impegnativo muscolarmente che si aggiunge a quello svolto nella sessione di allenamento

29 Per concludere… Importanza della cura e dello sviluppo della capacità di flessibilità La letteratura internazionale ha approfondito alcuni aspetti dello stretching, sgretolando alcune certezze Concetto di modulazione della tensione nello stretching Stretching massimale (per lo sviluppo della flessibilità): sconsigliato prima e durante la maggior parte delle sedute di allenamento da eseguire in sedute apposite al termine delle sedute di allenamento, in mancanza di sedute apposite Stretching sub-massimale: nel riscaldamento quel tanto che basta per non sconvolgere le abitudini dell’atleta al termine delle sedute di allenamento per integrare il defaticamento ed agevolare il recupero C’è necessità di ulteriori studi per approfondire alcune problematiche ancora esistenti sul corretto utilizzo dello stretching

30 Bibliografia 1 Alberti G., Dellerma N., Caimi A., Annoni M., ESERCIZI DI STRETCHING STATICO DETERMINANO UN DECREMENTO DELLA PERFORMANCE NEL SALTO VERTICALE, XVI Congress on Sport Rehabilitation and Traumatology, April 14-15, 2007, Milan, Italy Alter M. J., SCIENCE OF FLEXIBILITY, Human Kinetics, Champaign, Illinois, 1996 Alter M. J., SPORT STRETCH, Leisure press, Champaign, Illinois, 1990 Anderson B., STRETCHING, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1994 Bacurau R.F., Monteiro G.A., Ugrinowitsch C., Tripoli V, Cabral LF, Aoki MS, ACUTE EFFECT OF A BALLISTIC AND A STATIC STRETCHING EXERCISE BOUT ON FLEXIBILITY AND MAXIMAL STRENGTH, J Strength Cond Res, 2009 Balaskas A., Stirk J. L., STRETCHING, Red Edizioni, Como, 1998 Beckett J.R., Schneiker K.T., Wallman K.E., Dawson B.T., Guelfi K.J., EFFECTS OF STATIC STRETCHING ON REPEATED SPRINT AND CHANGE OF DIRECTION PERFORMANCE, Medicine Science Sports Exercise, Feb 2009 Behm D.G., Bambury A., Cahill F., Power K., EFFECT OF ACUTE STATIC STRETCHING ON FORCE, BALANCE, REACTION TIME, AND MOVEMENT TIME, Med Sci Sports Exerc.,36(8): , Aug 2004 Bosco C., ASPETTI FISIOLOGICI DELLA PREPARAZIONE FISICA DEL CALCIATORE, Società Stampa Sportiva, Roma,1990 Bradley P.S., Olsen P.D., Portas M.D., THE EFFECT OF STATIC, BALLISTIC, AND PROPRIOCEPTIVE NEUROMUSCULAR FACILITATION STRETCHING ON VERTICAL JUMP PERFORMANCE, The Journal of Strength and Conditioning Research, Vol. 21, No. 1, pp. 223–226, 2007 Brandenburg J.P., DURATION OF STRETCH DOES NOT INFLUENCE THE DEGREE OF FORCE LOSS FOLLOWING STATIC STRETCHING, J Sports Med Phys Fitness,46(4):526-34, Dec 2006 Capanna R., RIFLESSIONI E PROPOSTE PER IL GIOCO DEL CALCIO, Edizioni Nuova Prhomos, Città di Castello, 2000 Carminati I., Bozzetti C., PREVENZIONE E RECUPERO DEGLI INFORTUNI NEL CALCIO, Calzetti-Mariucci, Perugia, 1993 Cerullo C., 66 SEDUTE ELEMENTARI DI STRETCHING PER IL CALCIO, Calzetti-Mariucci, Perugia, 1997 Cometti G., STRETCHING E PERFORMANCE SPORTIVA, SDS, anno XXIII, 62-63, Luglio-Dicembre 2004, 33-40 Cramer J. T., Houtsh T. J., Johnson G. O., e Miller J. M., THE ACUTE EFFECTS OF STATIC STRETCHING ON PEAK TORQUE AND MEAN POWER OUTPUT DURING MAXIMAL, CONCENTRIC ISOKINETIC MUSCLE ACTIONS, Abstract presentato alla Conferenza Annuale della NSCA. 2002 Egger J. P., NUOVE STRATEGIE DELL’ALLENAMENTO DELLA FORZA PER I MODERNI LANCIATORI, Atti del Convegno “L’atletica Leggera verso il 2000 – Nuove strategie di allenamento”, Centro Studi e Ricerche FIDAL, Ferrara, 1994

31 Bibliografia 2 Fletcher I.M., Anness R., THE ACUTE EFFECTS OF COMBINED STATIC AND DYNAMIC STRETCH PROTOCOLS ON FIFTY-METER SPRINT PERFORMANCE IN TRACK AND FIELD ATHLETES, Journal of Strength and Conditioning Research 2007, 21(3): Fowles J. R., Sale D. G., MacDougall J. D., REDUCED STRENGHT AFTER PASSIVE STRETCH OF THE HUMAN PLANTARFLEXORS, Journal of Applied Physiology, 89 (3), Settembre 2000, Fox E. L., Bowers R. W., Foss M. L., LE BASI FISIOLOGICHE DELL’EDUCAZIONE FISICA E DELLO SPORT, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1995 Gremion G., THE EFFECT OF STRETCHING ON SPORTS PERFORMANCE AND THE RISK OF SPORTS INJURY: A REVIEW OF THE LITERATURE, Rivista svizzera di Medicina e traumatologia dello sport (Bern), 2005: 53 (1). p. 6-10 Harre D., TEORIA DELL’ALLENAMENTO, Società Stampa Sportiva, Roma, 1977 Hayes P. R., Walker A., PRE-EXERCISE STRETCHING DOES NOT IMPACT UPON RUNNING ECONOMY, Journal of Strength and Conditioning Research, 21:4, Nov 2007, 1227–1232 Hough PA, Ross EZ, Howatson G., EFFECTS OF DYNAMIC AND STATIC STRETCHING ON VERTICAL JUMP PERFORMANCE AND ELECTROMYOGRAPHIC ACTIVITY, J Strength Cond Res., 23(2):507-12, Mar 2009 Knebel K. P., Herbeck B., Hamsen G., LA GINNASTICA FUNZIONALE NELLA PREPARAZIONE DEL CALCIATORE, Società Stampa Sportiva, Roma, 1993 Marek S.M.,Cramer JT, Fincher AL, Massey LL, Dangelmaier S.M., Purkayastha S., Fitz K.A., Culbertson J.Y., ACUTE EFFECTS OF STATIC AND PROPRIOCEPTIVE NEUROMUSCULAR FACILITATION STRETCHING ON MUSCLE STRENGTH AND POWER OUTPUT, J Athl Train., 2005 McAtee R. E., P.N.F. - PROPRIOCEPTIVE NEUROMUSCOLAR FACILITATION – Tecniche di stretching facilitato, Calzetti-Mariucci, Perugia, 1996 Meinel K., TEORIA DEL MOVIMENTO, Società Stampa Sportiva, Roma, 1984 Mosca U., Comba L., Durand M., Coalizzi C., MANUALE PROFESSIONALE DI STRETCHING – TECNICHE DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE PER APPLICAZIONI CLINICHE E SPORTIVE, Red Edizioni, Como, 1994 Nelson R. T., Bandy W.D., AN UPDATE ON FLEXIBILITY, National Strength and Conditioning Association, Volume 27, Number 1, pages 10–16, February 2005 Nelson A. G. , Driscoll N. M., Landin D. K., Young M. A., Schexnayder I. C., ACUTE EFFECTS OF PASSIVE MUSCLE STRETCHING ON SPRINT PERFORMANCE, Journal of Sports Sciences, 23:5, May 2005 Ogura Y., Miyahara Y., Naito H., Katamoto S., Aoki J., DURATION OF STATIC STRETCHING INFLUENCES MUSCLE FORCE PRODUCTION IN HAMSTRING MUSCLES, J Strength Cond Res., 21(3):788-92, Aug 2007 Platonov V., ALLENAMENTO SPORTIVO: TEORIA E METODOLOGIA, Calzetti-Mariucci, Perugia, 1996

32 Bibliografia 3 Ryan E. D., Herda T. J., Hull H. R., Hartman M. J., Stout J. R., Cramer J. T., TIME COURSE FOR THE ACUTE EFFECTS OF PASSIVE STRETCHING ON RANGE OF MOTION AND MUCOLOTENDINOUS STIFFNESS, Journal of Strength and Conditioning Research, 21 (4): e8 NSCA 2007 Conference Abstracts, 2007 Sayers, A.L., Farley R.S., Fuller D.K., Jubenville C.B., Caputo J.L., THE EFFECT OF STATIC STRETCHING ON PHASES OF SPRINT PERFORMANCE IN ELITE SOCCER PLAYERS, Journal of Strength & Conditioning Research, 2008; 22(5): Schnabel G., Harre D., Borde A., SCIENZA DELL’ALLENAMENTO, Ed. Arcadia, Vignola (MO), 1998 Sölveborn S.-A., QUESTO È LO STRETCHING, Hermes Edizioni, Roma, 1983 Souchard P. E., LO STRETCHING GLOBALE ATTIVO – LA RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE AL SERVIZIO DELLO SPORT, Editore Marrapese, Roma, 1995 Staley C. S., Nicosia N., Busin S., SVILUPPO DELLA FLESSIBILITÀ, in Fitness: la guida completa, edito da Hatfield F. C., Edizioni Sporting Club Leonardo Da Vinci, Milano, 1991 Turbanski S., STRETCHING E RISCALDAMENTO, SDS, anno XXIV, 65, Aprile-Giugno 2005, 27-32 Vetter R.E., EFFECTS OF SIX WARM-UP PROTOCOLS ON SPRINT AND JUMP PERFORMANCE, J Strength Cond Res, 21(3):819-23, Aug 2007 Weineck J., L’ALLENAMENTO OTTIMALE, Calzetti-Mariucci Editori, Perugia, 2001 Wharthon J., Wharthon P., STRETCHING ATTIVO ISOLATO, Edizioni Correre, Milano, 2001 Wiemann K. e Klee A., STRETCHING E PRESTAZIONI SPORTIVE DI ALTO LIVELLO, SDS, anno XIX, 49, Luglio-Settembre 2000, 9-15 Wilson J. M., Hornbuckle L. M.,Kim J.-S, Ugrinowitsch C., Lee S.-R., Zourdos M.C., Sommer B., Panton L.B., EFFECTS OF STATIC STRETCHING ON ENERGY COST AND RUNNING ENDURANCE PERFORMANCE, J Strength Cond Res, 24(9): 2274–2279, 2010 Winchester J. B., Nelson A. G., Holton F. B., Kokkonen J., A COMPARISON OF GENDER DIFFERENCES IN THE MAGNITUDE OF PERFORMANCE DEGRADATION FOLLOWING STATIC STRATCHING, Journal of Strength and Conditioning Research, 21 (4): e2 NSCA 2007 Conference Abstracts, 2007 Winchester J.B., Nelson A.G., Landin D., Young M.A., Schexnayder IC., STATIC STRETCHING IMPAIRS SPRINT PERFORMANCE IN COLLEGIATE TRACK AND FIELD ATHLETES, J Strength Cond Res., 22(1):13-9, Jan 2008 Wydra G., LO STRETCHING E I SUOI METODI, SDS, anno XX, 51, Gennaio-Marzo 2001, 39-48 Zakas A., Doganis G., Papakonstandinou V., Sentelidis T., Vamvakoudis E., ACUTE EFFECTS OF STATIC STRETCHING DURATION ON ISOKINETIC PEAK TORQUE PRODUCTION OF SOCCER PLAYERS, Journal of Bodywork & Movement Therapies, vol. 10 issue 2 April, 2006, p


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