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Reati contro il patrimonio

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Presentazione sul tema: "Reati contro il patrimonio"— Transcript della presentazione:

1 Reati contro il patrimonio
s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

2 s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a 2 0 1 1 – 2 0 1 2
Premessa Reati se ne ha diffusa percezione questione sicurezza (oggi in Italia) avvertita da donne + che da uomini, da anziani + che dai giovani, al Nord + che al Sud La sicurezza presenta molteplici manifestazioni. Può riguardare la sicurezza sul lavoro o la questione ambientale (es. il nucleare), o l’azione della criminalità organizzata. Ma, almeno nel caso dell’Italia di questi ultimi anni, la questione della sicurezza tende a coincidere con la questione della sicurezza personale, con particolare riferimento ai reati contro il patrimonio. La paura (irrazionale) di molti non riguarda tanto il rischio di essere uccisi quanto quello di essere derubati. L’irrazionalità risiede nel fatto che le probabilità di essere realmente derubati sono assolutamente modeste. Si tratta quindi di una paura artificiale che si nutre abbondantemente di suggestioni, che spesso viene acuita dalla strumentalizzazioni della politica e dei media che hanno dei vantaggi ad alimentarla. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

3 s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a 2 0 1 1 – 2 0 1 2
Premessa In Italia dati su tale insicurezza: una famiglia su 3: porta blindata; una su 5: lascia luci accese quando si assenta; una su 20: si avvale di vigilantes. Tra le tante insicurezze possibili, alcune delle quali ben più giustificate, è questa l’insicurezza prevalente in Italia. E’ questo tipo di paura che ci induce a barricarci in casa, a pensare che le strade siano insicure, a coltivare una passione maniacale per i sistemi antifurto perché non ci sentiamo sicuri neanche nel luogo della massima sicurezza: la casa. I dati statistici ISTAT (1999 e seguenti), che riguardano l’Italia, descrivono con chiarezza la presenza di una forte ansia collettiva. ISTAT (1999) s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

4 Reati contro la proprietà
furti rapine I reati contro la proprietà sono essenzialmente i furti e le rapine. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

5 Reati contro la proprietà Il furto
In base a modalità esecutive professionali (frutto di attività pianificate) 2. amatoriali (occasionali) Il furto nonostante la sua bassa pericolosità sociale, è quello che desta il maggiore allarme sociale perché il cittadino comune lo percepisce come una minaccia diretta alla sua sfera privata. Relativamente alle modalità di esecuzione, in particolare i furti si distinguono in: 1. professionali e 2. amatoriali. I primi sono attuati da professionisti, da persone per le quali il furto costituisce un’attività non occasionale, che prevede necessariamente una specializzazione professionale e una accorta programmazione del colpo. Inoltre i ladri sono riconosciuti come tali dai ‘colleghi’, hanno cioè acquisito lo status di ladri. I secondi non sono l’effetto di un’attività pianificata, ma nascono da una occasione favorevole che si presenta (in forma fortuita) ad una persona qualunque che non fa del furto la propria attività abituale. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

6 Reati contro la proprietà Il furto
In base a interazione contatto diretto (con vittima) 2. senza contatto (con vittima) autore/vittima Una seconda proprietà riguarda l’interazione autore/vittima. Alcuni reati prevedono un contatto diretto tra i due attori, una compresenza, a volte uno scontro fisico o una qualche forma di minaccia. Lo scippo è il classico esempio di reato che prevede un’interazione tra gli attori. In altri casi invece non c’è compresenza: il reato si consuma in assenza della vittima. Un esempio tipico è il furto d’auto che l’autore compie approfittando dell’assenza del proprietario. furto d’auto scippo s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

7 Reati contro la proprietà Il furto
In base a violazione privacy v i t t i m e : singoli vs organizzazioni 2. l u o g h i : abitazione privata vs altri luoghi Una terza proprietà che ci aiuta a distinguere i reati, riguarda il livello di violazione della sfera privata, che può essere maggiore o minore. Due sono le dimensioni che vanno considerate al riguardo: 1.la prima fa riferimento alle vittime del reato: il livello di violazione della privacy cambia a seconda che la vittima sia un singolo oppure una organizzazione. 2. la seconda dimensione riguarda invece i luoghi del reato: il livello della violazione della privacy cambia a seconda che il luogo scelto sia l’abitazione privata della vittima oppure luoghi diversi: una scuola, un ufficio, una banca, ecc. Il livello maggiore di violazione della privacy si ha ovviamente quando il reato riguarda il singolo e viene attuato nella sua abitazione privata: un esempio è il furto in appartamento, a maggior ragione se avviene in una situazione di compresenza autore/vittima. La violazione minore si ha invece nel caso di furti nelle organizzazioni (es. il taccheggio in un supermercato). s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

8 s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a 2 0 1 1 – 2 0 1 2
Reati con interazione La rapina è un esempio di reato contro la proprietà che prevede l’interazione tra l’autore e la vittima. 1. L a r a p i n a 2. L o s c i p p o s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

9 Reati con interazione la rapina
R a p i n a furto compiuto tramite minaccia; prevede interazione autore/vittima; interazione = violenza psicologica fisica La rapina di fatto è un furto che viene attuato tramite una minaccia – l’uso di armi generalmente – nei confronti di una persona o di più persone. A volte la minaccia, che presenta sempre un carattere di violenza psicologica, assume la forma della violenza fisica, anche grave, agita ai danni della vittima. Da ciò si deduce il duplice carattere lesivo della rapina: essa si configura come un reato sia contro il patrimonio che contro la persona. Duplice carattere lesivo s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

10 Rapine n o n t u t t e u g u a l i
Reati con interazione la rapina Rapine n o n t u t t e u g u a l i professionali Anche nel caso della rapina può essere utile, per una migliore classificazione, la distinzione tra reati professionale e amatoriali. Nel primo caso essa viene scrupolosamente pianificata, da parte di soggetti professionisti che dispongono di competenze criminali specializzate. L’obiettivo viene attentamente scelto (ciò richiede l’acquisizione di informazioni riservate) tenendo conto soprattutto di due criteri: minimizzazione del rischio e massimizzazione del profitto. Se la rapina si presenta particolarmente complessa, il rapinatore può associarsi ad altri professionisti secondo una logica di divisione specializzata del lavoro. Nel secondo caso la rapina non viene pianificata. E’ l’effetto di un’occasione fortuita che capita a persone qualsiasi, assolutamente incompetenti a programmarla e gestirla. Oppure viene attuata per una decisione impulsiva, incosciente, sempre da parte di dilettanti. amatoriali s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

11 gestire interazione con vittima
Reati con interazione la rapina Rapina gestione complessa, in particolare: gestire interazione con vittima Portare a termine una rapina è un affare molto più complesso di quanto non sembri. Il problema sta nel gestire le diverse fasi della rapina, in fretta e senza compiere errori. La difficoltà maggiore consiste nel saper gestire l’interazione con la vittima la quale, colta di sorpresa, potrebbe avere reazioni imprevedibili. L’abilità del rapinatore consiste nel fare in modo che la vittima assuma un comportamento lineare o comunque non conflittuale. Deve quindi tenere sotto controllo l’emotività della vittima, in preda alla paura, ma insieme dominare anche la sua emotività, comprensibilmente sollecitata dalla situazione di rischio che sta vivendo. Contemporaneamente deve raggiungere lo scopo prefisso, in tempi rapidissimi: farsi consegnare la refurtiva. E infine garantirsi una via di fuga. Certamente l’uso di un’arma è utile allo scopo, anche se potrebbe essere controproducente in caso di eventuali complicazioni. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

12 capacità di espugnare bunker
Reati con interazione la rapina Rapina gestione complessa: es. rapina in banca capacità di interagire con numero elevato attori capacità di espugnare bunker La rapina in banca è un buon esempio che ci dà l’idea del livello di complessità (e di specializzazione) presupposti da una rapina professionale. Il primo requisito richiesto è la pianificazione di ogni fase della rapina. Cioè l’obbligo di predisporre un piano dettagliato. Non è possibile improvvisare come accade al rapinatore di strada: i movimenti di tutti gli attori coinvolti vanno previsti perché da questo dipende la buona riuscita della stessa. La complessità consiste nel fatto che la banca è una sorta di bunker difficile da espugnare. Si deve fronteggiare un numero elevato di attori: il cassiere, gli altri impiegati, soprattutto le guardie giurate che sono armate e preparate a fronteggiare situazioni di emergenza,oltre ai clienti della banca (per questo il rapinatore sceglie le ore di minore afflusso). Occorre infine saper neutralizzare i dispositivi tecnologici che le banche adottano come sistemi di autodifesa. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

13 Rapina in banca cambiamenti recenti
Reati con interazione la rapina Rapina in banca cambiamenti recenti diminuisce remuneratività aumenta rischio Le rapine in banca non sono diminuite nel tempo. Ma è diminuita la remuneratività perché il tasso di rischio è aumentato considerevolmente. Questo ha convinto molti professionisti a orientarsi verso altri reati, più redditizi. L’ipotesi è che il loro posto sia stato preso da rapinatori meno esperti e meno specializzati, più inclini a rischiare pur in assenza di competenze: questo potrebbe spiegare l’incremento del numero degli arresti per rapina registrato negli ultimi anni. Altri studiosi ritengono che ciò sia l’esito della guerra organizzativa e tecnologica che da sempre oppone i rapinatori alle forze dell'ordine e alle banche. I rapinatori oggi riescono a contrastare meno l’evoluzione tecnologica dei sistemi di autodifesa delle banche: per es. il metal-detector ha segnato una tappa importante nella lotta al crimine perché ha reso difficile l’introduzione di armi all’interno della banca. Ma non è solo questione di tecnologie: oggi, nell’esercizio dell’attività quotidiana, le filiali gestiscono solo piccole somme di denaro contante mentre le grandi somme vengono custodite in casseforti che il personale non è abilitato ad aprire. Quindi oggi, a fronte di un rischio elevato, il rapinatore si deve accontentare di bottini più modesti. E questo spiegherebbe la smobilitazione dei rapinatori di professione. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

14 Reati con interazione lo scippo
Scippo reato; 2. con interazione; 3. non pianificato; alto tasso di insuccessi; 5. no arma 45% 67% Lo scippo è il furto commesso in strada, ai danni di un/una passante a cui viene strappata di mano la borsa. E’ quindi un reato che prevede l’interazione autore/vittima. Diversamente dalla rapina, esso non viene pianificato e presenta chiari elementi di improvvisazione e di scarsa professionalità. Tanto che lo scippo si conclude spesso con un insuccesso, molto più spesso di quanto non accada nel caso delle rapine. Scippi e rapine in Italia: tassi di insuccesso (Barbagli 1998) s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

15 4 milioni Scippo e rapina diversa remuneratività, diverse abilità
Reati con interazione lo scippo Scippo e rapina diversa remuneratività, diverse abilità 4 milioni I due reati si distinguono per la diversa remuneratività. Quella della rapina è, mediamente, quasi 10 volte maggiore, come dimostrano i dati di un’indagine Istat del 1999 riferiti alla situazione italiana nel biennio precedente. Anche per questo alle rapine si dedicano i professionisti mentre lo scippo è opera di dilettanti. I due reati richiedono abilità diverse: nella rapina, come detto, è importante saper pianificare e gestire l’interazione con la vittima. Nello scippo non serve tanto la freddezza psicologica, quanto la rapidità e la forza fisica, doti più alla portata di tutti. Le differenze riguardano anche il tipo di vittime: quelle delle rapine sono prevalentemente uomini; quelle degli scippi prevalentemente donne (in particolare donne giovani, tra i 19 e i 28 anni, oppure adulte tra i 49 e i 68 anni). Italia : Valore medio in lire beni scippati/rapinati (ISTAT 1999) s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

16 Reati senza interazione
1. Taccheggio 2. Borseggio 3. Furto d’auto 4. Furto in appartamento s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

17 Reati senza interazione il taccheggio
Taccheggio furto di merci nei negozi nasce con grande magazzino filosofia esposizione merci; alimentare desideri Viene definito taccheggio il furto di merci esposte al pubblico negli esercizi commerciali. La sua storia inizia con l’invenzione del grande magazzino. La prima particolarità, rispetto agli esercizi precedenti, risiede nel fatto che in questo locale viene concentrata una grande quantità di prodotti merceologici. La seconda consiste nella rivoluzionaria filosofia di marketing: le merci vengono esposte al pubblico in modo da consentire al cliente di scegliere autonomamente il prodotto da acquistare. La strategia è chiaramente volta a stimolare i consumi privati alimentando fortemente il desiderio di acquisto. Ma l’esposizione delle merci alimenta i desideri non solo di può comprare ma anche di chi non è in condizioni di farlo. Da qui la nascita e la rapida diffusione del fenomeno del taccheggio. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

18 Reati senza interazione il taccheggio
Taccheggio caratteristiche: 2. interclassimo Quindi una strategia commerciale è all’origine di un fenomeno criminale che presenta come caratteristiche: 1. la rapida diffusione, assumendo presto le dimensioni di fenomeno di massa; 2. l’interclassismo degli autori, spingendo al reato non solo appartenenti alle classi popolari ma anche alle classi medie; 3. trasversalità ai generi, riguardando non solo i maschi ma anche le femmine (specie delle classi medie). Il coinvolgimento delle donne delle classi medie inizialmente sconcertò non poco: non si riusciva a capire come donne benestanti fossero spinte a compiere il reato senza esservi costrette dal bisogno. Per loro la scienza inventò una nuova malattia, la cleptomania: se la spinta a rubare non poteva essere spiegata con la povertà, l’unica spiegazione – per deduzione logica – doveva risiedere nella presenza di un impulso a rubare non controllabile. 3. No differenze di genere 1. diffusione cleptomania s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

19 Reati senza interazione il taccheggio
Taccheggiatori due profili: 1. boosters 2. snitchers Studi più recenti hanno consentito di definire meglio il profilo dei taccheggiatori. Che, di fatto, appartengono a due categorie distinte : 1. I boosters : si formano nella sub-cultura criminale e sono inseriti nella rete delle organizzazioni criminali. Essi fanno del crimine la loro attività principale. 2. Gli snitchers: si tratta di persone comuni che non si formano nella sub-cultura criminale di cui non condividono i valori. Sono cittadini ‘rispettabili’ che però rubano. Perché? Sicuramente non per bisogno, non versando in cattive condizioni economiche. Né sono affetti da cleptomania, cioè non rubano per un istinto che non riescono a controllare. La prova sta nel fatto che, se vengono scoperti in flagranza di reato, da quel momento si astengono dal rubare. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

20 Reati senza interazione il taccheggio
Taccheggio problema circoscritto (ma sottodimensionato): In Italia oggi: - coinvolto 2% clienti. Di questi: - solo 2,6% viene denunciato - 5,2% viene denunciato (se stranieri) Le informazioni relative al taccheggio non sono molto attendibili perché è molto alto il tasso delle mancate denunce. Quindi bisogna tener presente che i dati che abbiamo a disposizione sono largamente sottodimensionati rispetto alla realtà. Per quanto concerne l’Italia, oggi disponiamo dei dati indicati in tabella. Quindi, almeno stando ai dati disponibili, va sfatato il luogo comune secondo cui il taccheggio sarebbe un reato che provoca danni economici ingenti. E’ vero il contrario: si tratta di un problema di modeste proporzioni. Gli stessi dati ci dicono che i furti attuati dai dipendenti dei grandi magazzini sono molto più numerosi. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

21 Reati senza interazione il borseggio
Che cos’è appropriazione bene altrui (es. portafoglio), sottratto con destrezza alla vittima senza che se ne accorga Di norma il borseggiatore sceglie una situazione favorevole per attuare il colpo: un luogo molto affollato per es. si presta molto bene perché la confusione riduce la soglia di vigilanza della vittima. In queste condizioni, è più facile avvicinarsi alla vittima senza destarne il sospetto. Diversamente dallo scippo, il borseggio richiede delle abilità particolari di cui possono disporre, ovviamente, solo i borseggiatori professionisti. Non viene richiesta solo l’abilità manuale necessaria per sottrarre il bene senza essere scoperti. Spesso è necessario un piano per disorientare la vittima, mettere in atto un diversivo (es. fingere di essere stati derubati) al fine di distrarla. Per questo motivo il borseggio spesso non è un’azione solitaria ma richiede la cooperazione di più borseggiatori, ognuno dei quali svolge un compito specifico. organizzazione singolo abilità richieste s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

22 Reati senza interazione il borseggio
Tecnica cinque fasi (borseggio organizzato): 5. fuga 3. distrazione 1. luogo Prima fase. Consiste nella scelta del luogo del reato, in base alla sua congenialità. Per es. la stazione ferroviaria risponde perfettamente al requisito fondamentale: grande affollamento di persone che, per esigenze di viaggio, portano con sé consistenti somme di denaro. Inoltre in stazione i viaggiatori sono distratti dalle diverse formalità connesse alla partenza. Seconda fase. Prevede l’esplorazione tattile della vittima per scoprire dove tiene il portafoglio. Terza fase. Consiste nell’attuare il piano di distrazione della vittima, a volte avvalendosi di un complice. Che mette in atto un diversivo, una situazione distraente. Il luogo – la stazione – facilita l’attuazione di questa fase: specie nei momenti immediatamente precedenti la partenza, tendono ad allentarsi i meccanismi di vigilanza delle persone. Inoltre i viaggiatori si accalcano davanti al treno e le normali distanze interpersonali si riducono fortemente: nella calca è più facile per il borseggiatore urtare la vittima senza destare sospetto. Quarta fase. Consiste nel furto del bene (portafoglio o altro valore) accorciando le distanze con la vittima e agendo con destrezza. Quinta fase. Si attua il piano di fuga. A volte è sufficiente che il borseggiatore si allontani rapidamente. Altre volte, per correre meno rischi, passa il portafoglio ad un complice in modo da non averlo addosso nel caso in cui venga scoperto e poi perquisito dalla polizia. 4. furto 2. esplorazione tattile s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

23 Reati senza interazione il furto d’auto
Definizione furto d’auto (o altri veicoli) o di oggetti custoditi nell’auto Fattori predisponenti: - larga disponibilità del bene; - furto facile; - a basso rischio Perché in particolare le auto? Per due motivi essenzialmente: perché, dal punto di vista del ladro, c’è una grande disponibilità di auto e la sovrabbondanza del bene consente di disporre delle condizioni migliori per il furto. Il secondo fattore favorente sta nel fatto che la maggior parte delle auto sono incustodite, facili da rubare e a basso rischio. Cioè, affinché si verifichi il furto, non basta un ladro motivato a rubare: all’interesse soggettivo si deve essere sommare un fattore oggettivo, l’occasione favorevole. Se, per ipotesi, venisse inventato un antifurto sicuro, il furto d’auto immediatamente si ridurrebbe o scomparirebbe. occasione favorevole s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

24 Reati senza interazione il furto d’auto
In generale i furti d’auto si distinguono in: 1. furti con finalità di profitto 2. furti opportunistici Passiamo ora ad approfondire l’aspetto delle diverse motivazioni del ladro d’auto. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

25 Reati senza interazione il furto d’auto
Furti a fini di profitto su mercato illegale si vende: autovettura; su mercato legale e illegale: parti autovettura Furti opportunistici no motivazione economica; motivazione strumentale per usi diversi I furti professionali hanno come obiettivo quello di trarre il massimo profitto dalla vendita, sul mercato illegale (ma anche su quello legale) dell’auto rubata o di sue parti. L’auto viene venduta ai ricettatori che la modificano, ne falsificano i documenti di immatricolazione e la reinseriscono sul mercato legale dell’usato. Singole parti dell’auto vengono vendute direttamente come pezzi di ricambio, sia sul mercato legale che su quello illegale. I furti opportunistici muovono da motivazioni diverse. La macchina può essere rubata anche per un tempo limitato, da parte di maschi giovani e giovanissimi, vogliosi di dimostrare il proprio valore a qualcuno. Questi furti non presentano quindi l’aspetto del profitto ma unicamente quello dimostrativo: servono ad accreditarsi all’interno del gruppo dei pari. Una seconda motivazione è di tipo strumentale: in mancanza di un’auto propria, se ne ruba una semplicemente per servirsene, magari per poco tempo, per soddisfare un temporaneo bisogno di mobilità. Un altro tipo di furto opportunistico è collegato al compimento di un altro reato (es. una rapina).Si ruba un’auto allo scopo di essere più difficilmente individuati dalla polizia. Effettuata la rapina, l’auto viene abbandonata e, in qualche caso, distrutta per non lasciare alcuna traccia. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

26 Reati senza interazione il furto in appartamento
F a t t o r i c h e i n f l u e n z a n o decisione di svaligiare appartamento? 1. Bisogno materiale 2. Pressione di altri 3. Occasione fortuita 4. Confidenza con reato 5. Rompere con routine 6. Ruolo disinibente alcol Sui fattori alla base della scelta di effettuare un furto in appartamento, è stata condotta un’indagine basata su interviste sottoposte a detenuti condannate per questo tipo di reato. I principali fattori condizionanti sono: 1. bisogno materiale; 2. pressione di altri; 3. occasione fortuita; 4. confidenza con reato; 5. necessità di rompere con routine; 6. ruolo disinibente alcol. La decisione di compiere il reato presuppone la concomitanza di alcuni di questi fattori. Uno solo non è sufficiente per indurre al furto. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

27 Reati senza interazione il furto in appartamento
Furto appartamento richiede piano (anche quando attuato da non professionisti); richiede capacità di connessione con: 1. informatori; 2. ricettatori; 3. avvocati Il furto in appartamento è una cosa abbastanza complessa e richiede innanzitutto la predisposizione di un piano. Anche a chi non è un professionista di questo reato. In particolare richiede capacità organizzative e di relazione con una serie di persone dalla cui competenza dipende la riuscita del colpo. Il ladro di appartamento deve necessariamente attivare almeno tre connessioni: 1. In primo luogo con gli informatori i quali segnalano i bersagli più interessanti, sia in ordine alla refurtiva che ai sistemi di sicurezza da neutralizzare. Gli informatori non sempre appartengono al mondo criminale: spesso sono occupati in attività legali che consente loro di avere informazioni sicure sugli immobili (possono essere semplici baristi o tassisti, persone che per la loro attività professionale si trovano al centro delle informazioni). 2. Effettuato il furto, si pone il problema della vendita della refurtiva. Qui è importante sapersi relazionare con la rete dei ricettatori i quali a volte sono gli stessi committenti del furto. I ricettatori provvedono poi a far entrare la refurtiva nel mercato illegale o legale. 3. La connessione con gli avvocati serve ad ammortizzare le perdite connesse ad una attività a rischio. L’apporto dell’avvocato si ha soprattutto quando si vogliono minimizzare gli effetti delle sanzioni comminate dal sistema penale. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

28 Reati senza interazione il furto in appartamento
Importante minimizzare rischio ambientale deterrenza individuale Il furto avviene tanto più facilmente quanto più è possibile minimizzare il rischio ambientale. A titolo di esempio, citiamo un aspetto che riguarda l’ubicazione della casa: il rischio di furto aumenta se essa si trova in una zona servita da più strade e magari vicina alle grandi arterie stradali, offrendo al ladro una fuga rapida e con più possibilità. Al contrario, il rischio-furto si riduce se la casa offre al ladro un’unica via di fuga. L’esempio ci suggerisce che, in una logica di prevenzione situazionale, è possibile modificare artificialmente l’ambiente in modo tale da aumentare i rischi ambientali (per il ladro) e minimizzare il rischio di furto. In pratica si tratta di inserire nell’ambiente abitativo (fuori o dentro la casa) alcuni dispositivi (illuminazione esterna, porte blindate, cani da difesa, sistemi di videosorveglianza, cancelli difficili da scavalcare, ecc.) che svolgono una funzione di deterrenza. Esiste anche una prevenzione comunitaria basata semplicemente sulla reciproca solidarietà tra vicini di casa, sulla loro disponibilità a segnalare alla polizia (o al padrone di casa) eventuali movimenti sospetti. La presenza di un guardiano, anche non professionista, esercita una funzione deterrente perché aumenta il rischio, per il ladro, di essere scoperto. Link > articolo sulle ‘città blindate’ in Italia Le città blindate deterrenza comunitaria s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

29 Gli attori autori e vittime
Fattori che predispongono autori e vittime a reati contro proprietà 3. classe sociale 1. genere Alcuni fattori sono facilitanti, cioè predispongono alcune persone piuttosto che altre a commettere o a subire reati di questo tipo. Il grafico rappresenta in forma sintetica tali fattori che sono: 1. il genere; 2. l’età; 3. la classe sociale 2. età s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

30 6% 94% Fattore macroscopico Maschi molti di più autori 1. il genere
Relativamente agli autori dei reati, si può affermare che i reati contro la proprietà si configurano come reati di genere, nel senso che la stragrande maggioranza degli autori appartiene al genere maschile. A titolo dimostrativo, il grafico riporta i dati che si riferiscono alle rapine compiute in Italia negli anni ‘90 (94% maschi contro 6 % femmine). Tale dato – gli uomini come autori prevalenti – si riscontra in tutte le epoche storiche e in tutte le società. E’ quindi un dato universale. Se passiamo dalla rapina al furto (cioè ad un reato meno grave) il dato conferma la netta prevalenza degli uomini ma il rapporto uomini/donne risulta meno squilibrato (89% contro 11%). Italia, anni ‘90: autori rapine s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

31 autori 2. l’eta’ Parabola reati crescono con adolescenza, picco con maggiore età, decrescono subito dopo c o n d a n n a t i p e r f u r t o : 20enni L’età è il secondo fattore preso in considerazione dagli studi. In relazione agli autori, l’adolescenza coincide con un rapido incremento dei reati. La maggiore età coincide con il picco dei reati. Immediatamente dopo la curva della frequenza tende ad abbassarsi. Tale tendenza si manifesta chiaramente nel caso dei furti, mentre nel caso delle rapine è meno marcata. Non a caso i dati sugli arresti riportano un’alta incidenza dei ladri 20enni. 7 volte di più rispetto a 40enni 2 volte di più rispetto a 30enni s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

32 Teoria del controllo no legami legami Come si spiega dato 20enni?
autori 2. l’eta’ Come si spiega dato 20enni? Teoria del controllo no legami legami Risulta chiaro da quanto appena detto che il ciclo di vita abbia una qualche parte. Evidentemente a 20 anni agisce una forza che non agisce o agisce meno nelle generazioni successive. La teoria del controllo al riguardo ci fornisce una spiegazione convincente: la disponibilità a commettere reati a 20 anni si spiega con il fatto che il giovane (e il giovanissimo) hanno meno legami sociali. Mentre il condizionamento di tali legami si avverte di più a 30 anni e oltre, quando il desiderio di una stabilità lavorativa e familiare spinge molti ad abbandonare la strada dell’illegalità. In altre parole: chi mette su famiglia o trova un lavoro stabile non se la sente di mettere a rischio dei valore importanti. Mentre il giovane/giovanissimo ha meno da perdere. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

33 autori 3. la classe sociale
Relazione diretta tra classe sociale e criminalità; Reati gravi soggetti classi subordinate; Reati meno gravi soggetti classi subordinate + soggetti classi medie L’ultimo fattore che predispone a commettere reati contro il patrimonio è la classe sociale. La bassa istruzione e la bassa occupazione, spesso la disoccupazione, sono le caratteristiche più ricorrenti nei soggetti arrestati per questi reati. Ciò vale soprattutto per i reati più gravi, come le rapine a mano armata. Per quanto concerne i reati meno gravi invece e per i reati commessi da adolescenti, i soggetti della classe media sono coinvolti tanto quanto quelli delle classi subordinate. Quindi, sia pur con questa importante distinzione tra reati gravi e meno gravi, esiste una relazione tra classe sociale e criminalità. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

34 Le vittime Fattori influenti
Fonte primaria Indagini di vittimizzazione In Italia: ISTAT (ogni 5 anni) ‘Indagine sulla sicurezza dei cittadini’ Relativamente alle vittime, cambia la metodologia della ricerca: in questo caso non ci interessano i dati quantitativi, ma scendere in profondità al fine di valutare meglio il comportamento delle vittime. Lo strumento utilizzato allo scopo è l’indagine di vittimizzazione. Come viene condotta tecnicamente? Tra le vittime dei reati descritti viene selezionato un campione che viene sottoposto ad una serie di interviste in profondità. In Italia è l’ISTAT che si fa carico di aggiornare le informazioni in materia. La ricerca, condotta con frequenza quinquennale, prende il nome di Indagine sulla sicurezza dei cittadini . s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

35 Le vittime fattori influenti
Anche per vittime influenti fattori: 1. genere; 2.età; 3. classe sociale. GENERE Donne: a rischio reati meno gravi. Uomini: a rischio rapine ETA’ Senza interazione: a rischio soggetti giovani ETA’ Con interazione: a rischio soggetti molto giovani e molto anziani CLASSE SOC. A rischio soggetti benestanti, istruiti, occupati I fattori correlati con gli autori dei reati contro il patrimonio sono correlati anche con le vittime dei reati. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

36 Analisi spaziale dei reati
Analisi spaziale del crimine livelli analisi 3. micro Fin dall’800 sappiamo che i reati (ivi compresi i reati contro la proprietà) non si distribuiscono in maniera uniforme nello spazio, ma che esistono delle differenze epidemiologiche tra paese e paese e, all’interno dei singoli paesi, tra regione e regione o tra città e città. Questo fenomeno lo abbiamo già conosciuto quando abbiamo citato il noto studio di Durkheim sul suicidio. E’ quindi possibile predisporre una mappatura del crimine che definisca esattamente la distribuzione spaziale dei reati nei vari contesti territoriali. Come si intuisce, tale mappatura si rivela utile per attivare delle politiche di prevenzione che possono essere calibrate sul territorio in rapporto alla maggiore o minore presenza dei crimini. Lo studio del territorio prevede tre livelli di analisi spaziale:1. macro; 2. intermedio ; 3. micro. Il primo livello si riferisce a territori molto estesi, come possono essere i Paesi; o anche, all’interno dei Paesi, può riferirsi alle cosiddette macro-aree, caratterizzate da una forte omogeneità sociale, economica e culturale (es. nel caso dell’Italia le macro-aree sono il Nord, il Centro e il Sud). Il secondo livello si riferisce alle aree urbane. Il terzo ad aree interne alla città: quartieri, piazze, strade, ecc. 1. macro 2. intermedio s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

37 Analisi spaziale dei reati 1. livello macro
Europa forti differenze tra Paesi - furti appartamento: frequenza elevata Nord Europa; - furti auto: Spagna; - furti arte: Italia Prendiamo in esame solo le democrazie occidentali che, presentando molte analogie tra di loro, sono facilmente confrontabili. Le analisi spaziali evidenziano forti differenze territoriali a seconda dei diversi reati. Per quanto riguarda i furti in appartamento, i dati indicano una frequenza alta nei Paesi nord-europei. I furti d’auto sono molto diffusi in Spagna. I furti di oggetti d’arte sono molto diffusi in Italia. La spiegazione è intuitiva: la diffusione di un determinato reato è associato alla disponibilità del bene e,conseguentemente, alle maggiori opportunità. Nei paesi nord europei il furto in appartamento è diffuso perché solitamente entrambi i coniugi si assentano per lavoro, mentre i figli lasciano la casa paterna a 18 anni. Gli appartamenti, quindi, sono beni incustoditi per buona parte della giornata. In Italia si rubano molte opere d’arte: sicuramente per colpa degli insufficienti controlli (oltre alla proverbiale incuria italica, va considerato che è molto costoso il controllo di un patrimonio così esteso), ma soprattutto per la larga disponibilità di questi beni. La stessa cosa vale per i furti d’auto in Spagna dove c’è una relazione diretta con le immatricolazioni di auto: a più auto corrispondono più furti. opportunità disponibilità bene s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

38 Analisi spaziale dei reati 1. livello macro
Italia primato rapine in banca: - 4 volte Francia; - 10 volte Grecia; - 20 volte Svizzera L’Italia detiene il primato delle rapine in banca, con tassi di frequenza notevolmente superiori agli altri Paesi europei. In questo caso, sorprendentemente, non scatta la regola della disponibilità del bene: l’Italia non ha un esorbitante numero di sedi bancarie (più o meno lo stesso della Francia che vanta un numero di rapine 4 volte inferiore). In questo caso si tratta di un’anomalia, di un’eccezione alla regola. anomalia Italia s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

39 Analisi spaziale dei reati 1. livello macro
Italia distribuzione reati macro-aree CENTRO-NORD SUD Borseggi 1,8 1,5 Furti app.to 2,6 1,9 Furti no int. 2,4 2,1 Furti bici 3,7 2,5 ? In Italia la presenza della criminalità organizzata nelle regioni meridionali fa ritenere che nel Sud si concentri il grosso delle azioni criminali. Ciò è vero solo limitatamente ai reati violenti. Ma non per i reati contro la proprietà. Come si evince dalla tabella, questi reati al contrario si concentrano nell’area centro-settentrionale. Come si spiega un fenomeno del genere? Si spiega con una diversa organizzazione della vita quotidiana. Per es. le vittime dei borseggi sono persone che si spostano (al nord sono numerose quelle che quotidianamente si spostano per raggiungere il posto di lavoro). I furti in appartamento colpiscono più frequentemente le famiglie costrette a lasciare incustodita la propria abitazione: al Nord questo avviene più spesso, sia perché il nucleo familiare è composto da meno persone, sia perché le donne tendono a svolgere un’attività lavorativa. Italia 1997: percentuale persone/famiglie vittime dei reati indicati (Barbagli 1998) s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

40 Analisi spaziale dei reati 2. livello intermedio
Reati più numerosi in grandi agglomerati urbani relazione criminalità/urbanizzazione ? Un primo dato di ordine generale, è che i reati contro la proprietà aumentano proporzionalmente al tasso di urbanizzazione, cioè in rapporto alla densità demografica. Perciò possiamo affermare che tali reati sono molto più diffusi nella grandi città piuttosto che nelle aree rurali. La relazione significativa tra criminalità e urbanizzazione viene spiegata ricorrendo a tre ordini di fattori: 1. il debole controllo sociale presente nella grande città; 2. maggiori opportunità di compiere tali reati; 3. maggiore opportunità di conoscenza e di associazione con altri ‘colleghi’. 3. facilità di associarsi 1. controllo 2. opportunità s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

41 Analisi spaziale dei reati 2. livello intermedio
Reati più numerosi nelle grandi città. Es. furto auto: Fino a ab. Da a ab. Da a 50000 Oltre ab. Metropoli (centro) 1,5 1,4 2,6 3,1 5,9 Italia, 1997: percentuale persone/famiglie derubate dell’auto (Barbagli,1998) La tabella presenta un dato, tra i tanti possibili, che dimostra quanto detto: la dimensione demografica influisce sul tasso dei reati contro la proprietà. Tuttavia il criterio della dimensione demografica non basta da solo a spiegare il fenomeno. Un secondo fattore di rischio è costituito dalla residenza in centri piccoli situati nell’hinterland delle grandi metropoli. In questo caso il fattore di protezione di cui gode il piccolo centro tende a venir meno per effetto della prossimità alla grande città. Ovviamente il rischio non è paragonabile a quello esistente nella metropoli. Però è pari a quello delle città di medie dimensioni (con oltre abitanti). Ancora una volta questo fenomeno può essere spiegato con le diverse opportunità che offrono i comuni che circondano le nostre grandi città. Pur avendo la consistenza demografica modesta, questi comuni sono molto diversi dai loro omologhi lontani dalle grandi città. Si tratta infatti di comuni -satellite in genere molto popolati e abitati nelle ore notturne, ma spesso resi deserti nelle ore diurne dagli spostamenti verso i grandi centri di una vasta popolazione di lavoratori pendolari, giovani studenti, consumatori che si recano in città per i loro acquisti e così via. Così i comuni della cintura di Milano, Roma e delle altre città menzionate offrono una struttura di opportunità favorevole ai ladri d'appartamento: abitazioni non presidiate. Sorveglia. È proprio in quest'ultimo caso infatti che la distribuzione del rischio di subire un furto in appartamento infrange la regola della relazione tra rischio e urbanizzazione, perché il tasso dei comuni della periferia è addirittura superiore a quello del centro (tabella 5,4). Fattore ‘prossimità’ a grande città s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

42 Analisi spaziale dei reati 2. livello intermedio
Reati numerosi nei piccoli centri hinterland metropolitano organizzazione vita quotidiana ? Perché questi piccoli centri sono così penalizzati? Anche in questo caso dobbiamo andare a verificare la diversa ( rispetto agli altri centri simili per numero di abitanti) organizzazione della vita quotidiana che caratterizza questi luoghi. Emerge una peculiarità: sono comuni-satellite, ruotano intorno al pianeta principale (la metropoli) che attrae i suoi abitanti soprattutto per il lavoro che è in grado di offrire. Si configurano essenzialmente come città-dormitorio: popolate di notte e vuote di giorno, quando studenti e lavoratori pendolari si spostano per raggiungere la metropoli. La mancanza di presidio costituisce il particolare fattore di rischio di questi centri determinando un presupposto favorevole al furto d’appartamento. L’aumento delle opportunità, l’abbondante disponibilità del bene e la bassa percentuale di rischio spingono il ladro di appartamento a privilegiare queste aree. Si determina così un’eccezione alla regola generale: quella che prevede una relazione diretta tra criminalità e urbanizzazione. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

43 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Aree micro quartiere, piazza, strada, uno specifico autore Distinguere luogo residenza autore/luogo reato trasferimento autore L’analisi del livello micro si riferisce a settori diversamente a rischio della città. Infatti la distribuzione dei reati non è omogenea ma è presente in misura maggiore o minore a seconda dei settori urbani. Può riguardare anche i reati di un unico autore che si sposta nella città e di cui è possibile ricostruire il comportamento criminale attraverso la sua ‘firma’. Un primo elemento chiaro è che i reati non avvengono tutti nei luoghi dove risiedono i criminali. Va distinto il luogo di residenza dell'autore dal luogo dove avviene il reato. Perché tendono a non coincidere visto che le opportunità raramente si concentrano nel luogo di residenza. Tale distinzione pone la necessità di studiare le modalità di trasferimento degli autori verso il luogo del reato. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

44 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Autori di reati pendolari del ‘lavoro’ raggio d’azione limitato decadimento della distanza (maggiore o minore in base a reato) L’autore di reati può essere visto come un lavoratore pendolare che frequentemente, partendo dal luogo di residenza, si sposta nello spazio per ‘cercare lavoro’. Il trasferimento è giustificato dalla necessità: va alla ricerca di luoghi dove le ‘opportunità di lavoro’ sono maggiori. Quanto è ampio il raggio d’azione di un ladro? Generalmente è limitato: si sposta dal luogo di residenza per raggiungere i centri limitrofi. I reati sono tanto più infrequenti quanto più il ladro si allontana dal luogo di residenza. Questo fenomeno, largamente conosciuto, prende il nome di ‘decadimento della distanza’. Questo vale soprattutto per i crimini violenti: es. l’omicidio tende ad essere commesso nel luogo di residenza o nelle immediate vicinanze, laddove l’omicida intrattiene dei rapporti assidui con la futura vittima. Salvo che in casi eccezionali, non c’è alcuna ragione che possa spingere l’omicida ad allontanarsi molto dalla propria città per compiere il suo delitto. Statisticamente parlando, di norma l’omicidio si sviluppa dal deterioramento di rapporti sociali consolidati (es. il delitto intrafamiliare). Nel caso dei reati contro la proprietà c’è una maggiore mobilità da parte degli autori, motivata dalla ricerca di maggiori opportunità di reato e da organizzazioni di vita sociale che lo possono favorire. Ciò nonostante, le distanze percorse sono limitate e, oltre un certo limite, scatta il fenomeno del decadimento della distanza, perché un lungo trasferimento può giustificarsi solo nel caso di bottini molto consistenti. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

45 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Frequenza spostamenti Il grafico rappresenta visivamente quanto appena detto. Gli spostamenti più frequenti avvengono nelle immediate vicinanze del luogo di residenza. Tendono a diradare man mano che l’autore si allontana dal luogo di residenza. Perché solo grandi opportunità e rischi ridotti giustificherebbero lunghi e frequenti trasferimenti. Distanza da luogo di residenza s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

46 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Secondo alcuni importante mappa cognitiva territorio familiarità spinge al reato sicurezza (percepita) La mappa cognitiva del territorio, secondo alcuni studiosi, è un aspetto importante da considerare perché può influenzare l’azione dell’autore. La familiarità con i luoghi (sia nel senso geografico che nel senso delle opportunità criminali) certamente costituisce un fattore che istiga al reato, perché pone l’autore in una condizione di grande sicurezza (percepita). Pertanto non basta che ci sia un bersaglio da colpire affinché si verifichi il reato contro la proprietà. Occorre un requisito aggiuntivo: il luogo del reato deve essere posizionato nel perimetro dello spazio conosciuto dall’autore. In uno spazio che viene percepito come sicuro, o quantomeno più sicuro. Il bersaglio deve entrare nella mappa cognitiva dell’autore, che si forma nell’interazione tra attività criminale e le sue attività quotidiane. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

47 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Punti caldi settori urbani problematici spiegano differenze crime mapping Un dato ricorrente nelle analisi micro è la presenza di differenti tassi di criminalità nei diversi settori cittadini. In questi casi si parla di punti caldi, settori che registrano i picchi delle attività criminali. Picchi di norma non occasionali ma perduranti nel tempo, così da costituire una tradizione per quanto negativa. Settori urbani degradati (un quartiere, una piazza, una periferia, ecc.) in cui si registra non solo la persistenza ma anche l’escalation della criminalità. E’ evidente l’importanza, anche a fini della prevenzione del crimine, di monitorare i punti caldi urbani: a tale scopo si è sviluppata una branca della criminologia che prende il nome di crime mapping, la cui applicazione principale è la predisposizione di una cartografia che graficamente evidenzia le zone cittadine dove si registrano le maggiori concentrazioni di questo o quel reato. Tali mappe non presentano un valore esclusivamente scientifico ma vengono largamente utilizzate dalle autorità preposte al contrasto della criminalità urbana. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

48 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Crime mapping il caso Bologna numerosi punti caldi centro storico 1. ceti borghesi Per esempio lo strumento del crime mapping è stato utilizzato dalla città di Bologna per evidenziare la dislocazione dei punti caldi: il risultato è stato che sono emersi 20 punti caldi per il furto in appartamento e 5 per scippi e borseggi, prevalentemente ubicati nel centro storico. Perché? Perché è nel centro storico che vivono i ceti più benestanti che costituiscono un bersaglio privilegiato. Inoltre nel centro storico si è determinato, nel tempo, un affievolimento del controllo sociale dovuto alla contrazione del numero dei residenti e al contemporaneo ampliamento della popolazione fluttuante (composta da pendolari, da persone che si recano al centro solo per lavorare). Secondo i sostenitori del modello della mappa cognitiva, l’elevato numero dei reati si spiegano con il fatto che questa zona della città è molto familiare agli autori che qui si recano quotidianamente, per lavoro e/o nel tempo libero. 2. controllo sociale s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –

49 Analisi spaziale dei reati 3. livello micro
Mappe prevenzione/repressione per calibrare meglio politiche attive Le mappe vengono spesso utilizzate per la prevenzione e la repressione dei crimini. Per cui sono uno strumento ormai abitualmente utilizzato dalle autorità politiche e dalle forze di polizia che possono intervenire con maggior precisione sui punti caldi. Per esempio, le mappe possono fornire indicazioni preziose per decidere l’ubicazione più adeguata di una stazione di polizia. Oppure per attivare un programma di sorveglianza comunitaria che prevede il coinvolgimento diretto dei cittadini nella segnalazione di casi di criminalità. s o c i o l o g i a d e l l a d e v i a n z a –


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