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Scienza delle Finanze corso

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Presentazione sul tema: "Scienza delle Finanze corso"— Transcript della presentazione:

1 Scienza delle Finanze corso 2013- 2014

2 Testi di riferimento Brosio G., 2010, “Economia pubblica moderna”, Torino, Giappichelli Boccaccio M., 2010, “Introduzione alla valutazione delle decisioni pubbliche”, Torino, Giappichelli ,

3 Oggetto del corso 1 La scienza delle finanze studia l’intervento dello Stato in economia alla luce della teoria economica I termini fondamentali sono quindi: Intervento Stato Economia la disciplina assume forma concreta dalla spiegazione di questi elementi stessi e dalla loro interrelazione La teoria economica serve a spiegare

4 Intervento Per intervento si intende la modifica dello status quo da parte di un agente esterno e che può essere di natura: Correttiva (modifica parziale) o Sostitutiva dell’assetto in atto L’assetto sul quale incide l’azione pubblica è il mercato; l’intervento è quindi la modifica o la sostituzione dell’attività privata da parte di quella pubblica L’intervento può assumere diversa estensione e diverse modalità. Ciò dipende dalla natura dello Stato e dai rapporti con l’attività economica.

5 Stato Estensione e modalità di intervento dipendono:
a) dalla natura dello Stato Totalitario Autoritario Democratico b) dal tipo di rapporto tra Stato e mercato Pianificazione centrale Dirigismo Economia di mercato o mista

6 Economia Lo Stato e il mercato sono due istituzioni alternative per la soluzione del problema economico che consiste nell’allocazione ottimale di risorse scarse per soddisfare fini molteplici (Lord Robbins). Nel caso di una economia di mercato i fini sono quelli individuali (preferenze individuali).

7 I luoghi dell’attività economica
L’attività pubblica opera all’interno del Bilancio pubblico: Processo decisionale centralizzato; Effetti della decisione sulla collettività (anche su coloro che non partecipano alla decisione i.e. minori, interdetti, generazioni future ..) Coercizione (non tutta l’attività pubblica è coercitiva ma la coercizione è ciò che la caratterizza ). Il settore privato opera sul mercato: Processo decisionale decentrato; Effetti della decisione solo sulle parti che la prendono; Volontarietà delle transazioni

8 Rapporti Stato/ mercato
Gerarchizzati: c’è un vincolo di priorità a livello di costituzione economica (es. principio di sussidiarietà) Non gerarchizzati: l’intervento dipende dalla sola scelta politica di volta in volta effettuata

9 Sussidiarietà Secondo il principio di sussidiarietà le decisioni devono essere prese il più vicino possibile agli individui. La delega a organismi superiori e più complessi si giustifica con la necessità di raggiungere fini altrimenti preclusi (es. dall’azione isolata a quella sociale) In termini economici il principio stabilisce la presunzione che il mercato sia più efficiente e che l’intervento dello Stato sia giustificato solo quando si dimostri essere superiore. Non basta dimostrare l’esistenza di un fallimento del mercato ma occorre che l’intervento pubblico (imperfetto) funzioni meglio di un mercato (imperfetto) : analisi di second best o di “comparazione istituzionale”

10 Dimensioni del settore pubblico
Le dimensioni del settore pubblico si calcolano solitamente come rapporto tra la spesa pubblica (G) e il prodotto interno lordo (PIL). Alla fine dell’800 era del 10%; oggi 50% circa (Italia 2009 = 52,5%) Esempi di cause della crescita del settore pubblico: Nuovi bisogni al crescere del reddito; estensione del suffragio; mutamento della condizione dell’elettore mediano; azione dei gruppi di pressione; divorzio tra decisioni ed effetti della spesa da quelle di entrata (es. indebitamento).

11 Oggetto del corso 2 Lo studio dell’intervento pubblico in economia avviene alla luce della teoria economica sotto quattro profili: Le giustificazioni Il modo in cui si prendono le decisioni collettive Gli strumenti dell’azione pubblica Gli effetti dell’intervento pubblico

12 Le giustificazioni Le giustificazioni dell’intervento pubblico si basano su due finalità generali: Efficienza: correzioni del mercato per migliorare l’allocazione delle risorse → test economico Equità: correggere gli esiti del mercato ritenuti iniqui → test etico/filosofico

13 Le giustificazioni economiche
Fallimenti del mercato Categoria eterogenea nella quale rientrano tutti i casi in cui il mercato non permette di raggiungere l’ottimo in termini di benessere Esempi: esternalità, disoccupazione, monopolio ecc.

14 Le giustificazioni non economiche
Rispondono ai presupposti etici su cui si fonda la società. Più in particolare possono rispondere a correnti filosofiche Esempi: Utilitarismo Contrattualismo sociale

15 Come si prendono le decisioni collettive
In uno Stato democratico le decisioni collettive si prendono tramite la votazione. In uno Stato democratico ad economia di mercato le scelte collettive devono realizzare le preferenze individuali . Di conseguenza le regole di votazione devono essere: Rappresentative → riflettere le preferenze traducendole in scelte collettive e non escluderne arbitrariamente alcune Stabili → permettere di formare piani d’azione

16 Gli strumenti Una volta prese le decisioni devono essere realizzate in concreto. Questo implica lo studio sia dell’organizzazione che deve attuare le decisioni (burocrazia) sia gli strumenti specifici di attuazione (es. sussidio, sgravio fiscale ecc. per quanto riguarda la spesa; le imposte per quanto riguarda le entrate).

17 Gli effetti Lo studio degli effetti è destinato a verificare se le decisioni prese riflettevano gli obiettivi e se gli strumenti utilizzati fossero congrui a realizzarle sia in termini di efficienza che di equità. Ad esso dovrebbe seguire un’analisi delle modifiche eventualmente necessarie Analisi ex ante: prevedere gli esiti possibili dell’intervento ed ex post: verificare se gli effetti prodotti sono quelli previsti

18 Giustificazioni economiche: la classificazione dei beni
Bene in senso economico è ogni cosa destinato a soddisfare un bisogno La classificazione avviene in base alla presenza di certe caratteristiche: Rivalità /Non rivalità: il consumo di un soggetto va o meno a scapito del consumo di un altro Escludibilità /Non escludibilità:è possibile (o meno) escludere qualcuno dal consumo per ragioni tecniche o economiche

19 Tassonomia dei beni Beni privati: Rivali e Escludibili (es. panino)
Beni pubblici: Non rivali e Non escludibili (es. faro) Beni misti: es. teatro (non rivale escludibile), vaccino (rivale non escludibile) L’evoluzione tecnologica può alterare la natura del bene (es. sistemi di criptazione di un segnale lo trasformano da non escludibile a escludibile)

20 I beni privati, pubblici e misti soddisfano tutti preferenze individuali (l’individuo miglior giudice del proprio benessere) Beni di merito: categoria spuria costruita sul presupposto che le preferenze individuali verso certi beni debbano essere corrette (es. la gente non apprezza a sufficienza la musica classica; non valuta correttamente i rischi di certi stili di vita). Assunto :l’individuo non è il miglior giudice del proprio benessere

21 Perché l’azione collettiva
Natura del problema (esempio : disinfestazione) CT<BT Soluzione individuale del problema: CU (coincide con CT) > BI Soluzione collettiva del problema: CU (frazione del CT) < BI La soluzione conviene solo se presa collettivamente (cooperazione). Nel caso in cui l’unica alternativa sia l’azione individuale si rimane in una situazione subottimale.

22 Il problema dell’azione collettiva
Comportamenti strategici: gli effetti della mia azione dipendono da quanto fanno gli altri. Quattro ipotesi: A coopera e B non coopera : payoffs A= - 0,5 B+1,5 A non coopera e B coopera : payoffs A= + 1,5 B - 0,5 (chi coopera ha comunque un beneficio lordo positivo dalla propria azione anche se inferiore al costo da qui il segno negativo del beneficio netto) A coopera e B coopera: payoffs A= 1 B=1 A non coopera e B non coopera: payoffs A=0 e B=0 La strategia dominante è quella di non cooperare→ fallimento

23 SOLUZIONI POSSIBILI Questo schema risponde al gioco detto del
“dilemma del prigioniero”. Soluzioni possibili del gioco: RIPETIZIONE DEL “GIOCO”: se faccio il free rider oggi domani perdo reputazione REGOLE MORALI O CONSUETUDINARIE (TIT FOR TAT) INTERVENTO ESTERNO da qui lo Stato

24 I beni privati vengono prodotti dal mercato perché esistono due condizioni di base contestualmente presenti: una Domanda (rivalità: manifesto la mia disponibilità a pagare perché altrimenti il bene viene accaparrato da qualcun altro) e una Offerta (escludibilità: investo perchè posso recuperare i costi sopportati). Lo Stato si limita a definire e far rispettare le regole di proprietà e di contratto. Può intervenire per correggere il funzionamento del mercato quando intervengono distorsioni (es. antitrust)

25 Nel caso dei beni pubblici “puri” il mercato non è in grado di produrli e l’intervento pubblico si sostituisce ad esso. Non si forma la domanda → free riding Non c’è incentivo a produrre → non c’è offerta Le caratteristiche dei beni incidono sul livello di governo che fornisce il bene.

26 Livelli di fornitura dei beni
(1)subnazionale, (2)nazionale, (3) beni che hanno effetti globali vengono forniti da una pluralità di Stati o da enti sovrananzionali Esempio (1) l’illuminazione stradale (comunale) esempio (2): la giustizia Esempio (3) : Risposta alla crisi finanziaria → UE Difesa “regionale” (più Stati) → NATO

27 Tecnologie dell’aggregazione
Anello più debole (weakest link) = è l’agente che dà il contributo minore a determinare il livello di bene pubblico disponibile per la collettività Q= min (q1,…, qn) es, antiterrorismo Tiro ottimo (best shot)= il livello complessivo dipende da chi fa lo sforzo maggiore Q= max (q1,…, qn) es. R&S Soglia = la fornitura è bene pubblico solo se supera una certa soglia es. peacekeeping

28 Tecnologie dell’aggregazione
Modo in cui si finanziano i beni pubblici. Caso tradizionale: somma La quantità del bene risulta dalla somma dei contributi individuali (sostituibili tra loro) es. riduzione delle emissioni di CO2. Ogni riduzione di emissione pari a una unità contribuisce alla riduzione complessiva ancora pari a una unità Q = ∑ qi Somma ponderata: non vi è sostituibilità completa dei contributi (es. riduzione delle piogge acide) Qi = ∑ aij qi Qi è la quantità fornita dallo Stato i; aij è la quantità prodotta da j e utilizzata dallo Stato i; qj è la quantità di bene pubblico prodotta dallo Stato j

29 Efficienza ed equità Come detto gli obiettivi dell’intervento pubblico sono quelli dell’ efficienza (uno stato del mondo è preferito ad un altro se l’ allocazione delle risorse è più efficiente) e dell’ equità (uno stato del mondo è preferito ad un altro se più equa è la distribuzione delle risorse). Occorre a questo punto dare un contenuto meno impreciso a questi due concetti.

30 Efficienza Concetto paretiano (Vilfredo Pareto). Uno stato del mondo presenta un’allocazione efficiente se non è possibile utilizzare meglio le risorse così da aumentare il benessere di qualcuno senza ridurre quello di qualcun altro. Inefficiente se è possibile tale miglioramento: In senso debole: migliora solo qualcuno senza peggiorare nessuno. In senso forte: migliora la situazione di tutti.

31 Benessere (nozione) Fondamentale il concetto di benessere alla base della valutazione di efficienza. Vecchia economia del benessere: utilità in senso oggettivo (misurabile e confrontabile tra individui diversi) Nuova economia del benessere (Pareto): utilità in senso soggettivo ( non misurabile né confrontabile per cui nessuna redistribuzione è valutabile in termini di variazioni di benessere)→ preferenze rivelate

32 Costruzione della frontiera della produzione: efficienza e inefficienza
Costruzione della frontiera della produzione: efficienza e inefficienza Condizioni di efficienza: SMST KL X = SMST KL Y SMST = ΔK / ΔL =Pma L/ Pma K ΔK Pma K = ΔL Pma L Unendo i punti di efficienza si ottiene una frontiera della produzione: i punti sono inefficienti, quelli sulla frontiera sono efficienti. La pendenza della frontiera è il TMT cioè il rapporto tra i costi marginali

33 Perché lo scambio aumenta il benessere
Scatola di Edgeworth TMS yx A= TMS yx B TMS = Δ y / Δ x Δ y Uma y = Δ x Uma x Δ y / Δ x = Uma x / Uma y Quindi in equilibrio tale rapporto deve essere uguale per tutti Equilibrio generale del sistema TMT y x = TMS y x Se queste condizioni sono soddisfatte il sistema produce il massimo output dati i fattori della produzione disponibili e li alloca in modo da soddisfare al meglio le preferenze individuali

34 Perché la concorrenza perfetta soddisfa il modello
Mercato dei beni TMS= Px/Py perché in equilibrio Δ y / Δ x = Px/Py per tutti i beni In concorrenza perfetta il prezzo è uguale al costo marginale Px= Cma x; Py =Cma y Per cui vale anche Px/Py = Cma x/Cma y TMS è il rapporto tra i prezzi TMT è il rapporto tra i costi marginali TMS = TMT

35 Ancora su benessere e concorrenza
Il benessere si misura tramite il concetto di rendita (surplus) del consumatore Differenza tra il prezzo di riserva e il prezzo di mercato E’ massima in concorrenza perfetta. Applicabilità del concetto anche al produttore. Ogni assetto alternativo è Pareto-inferiore.

36 Presenza di beni pubblici (Samuelson)
Le condizioni della produzione sono le stesse di quanto avviene con i beni privati ma non ci sono le condizioni dello scambio (lo stesso bene viene infatti consumato da tutti). Paul Samuelson (premio Nobel per l’economia nel 1970) ha risolto il problema della determinazione delle condizioni di equilibrio del sistema con beni pubblici oltre che privati.

37 Il criterio paretiano giustifica:
Il libero scambio ma non il passaggio dal monopolio alla concorrenza perché esso implica ridistribuzione La produzione di beni pubblici puri (→Stato minimo liberale classico)

38 Limiti del criterio paretiano:
Non neutrale: gli esiti finali sono condizionati dalla distribuzione iniziale Ingiusto: Non ammette redistribuzione in quanto essa implica un giudizio di valore Incoerente: giudizio di valore implicito nell’accettare la distribuzione iniziale come giusta

39 Criterio Kaldor-Hicks
Criterio della compensazione potenziale: Si ha incremento di benessere nel passare da una situazione a un’altra se l’incremento di benessere di colui che guadagna è in grado di compensare colui che dal cambiamento è penalizzato

40 Criterio Kaldor-Hicks (segue)
Pensiamo al passaggio dal monopolio alla concorrenza: alcuni perdono e altri guadagnano. Esempio grafico. Questo non è ammesso dal criterio di Pareto ma da quello Kaldor-Hicks. Ammette redistribuzione “implicita” e indiretta (differenza nelle distanze “verso” la frontiera) ma non “esplicita” e diretta (trasferimento da un soggetto ad un altro “lungo” la frontiera). Il problema si era posto riguardo il giudizio da dare in termini di benessere ad un incremento del reddito nazionale (PIL).

41 Distribuzione La soddisfazione delle condizioni di efficienza nella produzione (SMST kl X=SMST kl Y) e nello scambio (TMS xyA = TMS xyB) corrisponde ad una molteplicità di assetti distributivi Dalla curva dei contratti (unione dei punti nei quali TMS xyA = TMS xyB) è possibile derivare la frontiera delle utilità possibili Solo un criterio equitativo permette di scegliere quello che è l’ “ottimo degli ottimi” cioè l’ottimo sia dal punto di vista allocativo sia da quello distributivo.

42 Per scegliere tra i diversi livelli di distribuzione gli economisti hanno elaborato il concetto di funzione del benessere sociale per la quale il benessere collettivo è derivato dal benessere dei singoli individui (approccio individualistico) W = f (U a, U b… Un)

43 La relazione funzionale tra benessere individuale e benessere collettivo ha natura diversa a seconda dei presupposti etici sui quali si basa la valutazione dell’utilità individuale a livello sociale Dalle funzioni del benessere sociale è possibile passare alla loro rappresentazione grafica tramite le curve di indifferenza sociale

44 FBS utilitaristica (additiva)
Per l’utilitarismo l’utilità complessiva di una società è data dalla somma delle utilità dei suoi componenti W = f (Ua + Ub +…+ Un) La curva di indifferenza sociale è lineare Perfetta sostituibilità tra le utilità dei singoli a prescindere dalla loro posizione iniziale Ammette forti diseguaglianze

45 FBS ed egalitarismo Nel caso di funzioni di utilità dei singoli uguali, con utilità che dipende dal reddito e con l’assunto di utilità marginale decrescente del reddito → la FBS additiva che massimizza l’utilità sociale è egalitaria → CIS retta che parte dall’origine degli assi

46 Alcune considerazioni
Assunto di uguaglianza delle funzioni di utilità per soggetti diversi è arbitrario ma ragionevole ed eticamente sostenibile Applicare il criterio dell’utilità marginale decrescente al reddito monetario è discutibile (soglie di utilità) L’ammontare del reddito non è influenzato dalla redistribuzione (non c’è tradeoff efficienza/equità)

47 FBS del tipo Cobb-Douglas
W = (Ua ∙ Ub ∙… ∙ Un) = ∏ n1 Un La FBS è data dal prodotto delle utilità dei singoli che vengono pertanto ponderate e la CIS ha andamento convesso (come le curve di indifferenza “normali” del singolo) È moderatamente egalitaria

48 Ipotesi del maximin (Rawls)
W = minimo (Ua, Ub, …Un) Obiettivo della società è quello di massimizzare l’utilità dell’individuo più svantaggiato. Aumenta l’utilità sociale solo se migliora (in senso assoluto o relativo?) la posizione del più svantaggiato. Le utilità dei soggetti sono complementari La forma della CIS è a squadra

49 La costruzione delle FBS assume un certo grado di confrontabilità delle utilità di soggetti diversie si discosta quindi dalla impostazione paretiano-ordinalista Pone il problema della aggregazione (teorema della impossibilità di Arrow)

50 Il mercato La concorrenza perfetta soddisfa le condizioni di massima efficienza. Il mercato in libera concorrenza è l’assetto che tende a realizzare gli esiti di concorrenza perfetta Si articola su: Diritti di proprietà: disponibilità esclusiva del bene (godimento e destinazione) Contratti: scambio del bene Collegamento naturale tra mercato e beni privati I difetti relativi a questi due aspetti fondamentali si traducono in malfunzionamenti del mercato: esternalità costi di transazione

51 FALLIMENTI DEL MERCATO
Casi nei quali il mercato non funziona secondo il modello di concorrenza perfetta: ci sono margini di miglioramento in termini di efficienza → incrementi di benessere Esempio: monopolio, disoccupazione, esternalità

52 Esternalità Effetti “pecuniari” e “tecnologici” (esternalità)
Positive → beneficio arrecato ad altri senza compensazione es. innovazione Negative → danno arrecato ad altri senza risarcimento es. inquinamento

53 Esternalità (segue) Interdipendenza delle funzioni di utilità o di profitto Direzione: Da impresa a impresa: es. inquinamento del fiume a monte mentre a valle c’è altra impresa Da impresa a consumatore: es. inquinamento del fiume a monte mentre a valle c’è chi vuole nuotare Da consumatore a consumatore : es. suono di notte mentre l’altro dorme

54 Esternalità (segue) L’esternalità provoca misallocazione delle risorse. Produzione eccessiva se esternalità negativa; sotto - produzione se positiva. Esempio grafico Per rimediare non è necessario eliminare l’attività che la produce

55 Esternalità (segue) Rimedi possibili: Imposta Sussidio
Regolamentazione Definizione dei diritti di proprietà e contrattazione (teorema di Coase)

56 Esternalità (segue) In teoria i rimedi si equivalgono. In pratica:
L’imposta è più flessibile La regolamentazione richiede un livello informativo elevato ed è inefficiente se le imprese differiscono Il sussidio può essere inefficiente ed iniquo La definizione dei diritti di proprietà deve tener conto dei costi di transazione

57 Teorema di Coase Una regola giuridica è efficiente se minimizza lo spreco di risorse danno economico e danno giuridico Se i costi negoziali sono nulli è indifferente la regola giuridica Se sono positivi occorre che la regola minimizzi il costo per la società nel suo complesso

58 Teorema di Coase (segue)
Se i costi negoziali sono nulli è indifferente la regola giuridica: Attività “A” 100 ; attività “B” : 50 Se il diritto è ad “A”, allora “B” si astiene Se il diritto è a “B” allora “A” paga 50 a “B”, produce 100 e ha un valore netto di 50 il valore sociale è sempre di 100 (max eff.)  cambia la distribuzione

59 Cosa sono i costi di transazione?
Tutti i costi da sopportare per raggiungere, realizzare e far rispettare una transazione Possono essere: Materiali : es. numero delle parti coinvolte da contattare per effettuare lo scambio Limitata razionalità: preferenze distorte (l’individuo non è più il miglior giudice del proprio benessere: esempio miopia verso il futuro, preferenze adattive ecc.) Opportunismo: comportamento da free riding es. non mi vaccino per sfruttare la riduzione del contagio permessa dall’altrui vaccinazione

60 In presenza di costi di transazione è importante l’allocazione dei diritti in quanto lo scambio può essere troppo costoso per avvenire tout court o per permettere di raggiungere il livello di massima efficienza. La regola efficiente è quella che permette di minimizzare i costi di transazione La soluzione al problema dei costi di transazione può essere sia privata sia pubblica Tre scenari: Contratto Soluzione gerarchica privata (impresa) Soluzione pubblica → Intervento sostitutivo o correttivo da parte dello Stato (esempio il passaggio dal monopolio alla concorrenza, o fissazione del principio chi inquina paga ecc.).

61 Come si giustifica l’argomento pro-mercato una volta introdotti i costi di transazione? In assenza di costi di transazione in effetti pianificazione centralizzata e libero mercato si equivarrebbero, anzi la prima sarebbe più efficiente (Hayek) Il sistema delle regole è importante soprattutto perché ci sono limiti alla conoscenza che impediscono la concentrazione di tutte le informazioni rilevanti in un solo soggetto. l decentramento del processo decisionale è un modo efficiente per utilizzare informazioni che sarebbe troppo costoso raccogliere in un unico processo decisionale per diversi motivi: Costi di reperimento (troppi dati) Indisponibilità (alcune informazioni di tipo pratico sono conosciute solo da soggetti specifici e spesso in maniera inarticolata) La realtà muta

62 L’intervento pubblico
Efficienza del sistema politico: le condizioni Le regole di decisione: come soddisfare le condizioni di efficiente funzionamento del sistema politico I costi negoziali del sistema politico I fallimenti dello Stato

63 Le decisioni pubbliche
L’economista le studia perché: Decisive per stabilire quale intervento operare da parte dello Stato in economia (particolarmente con lo studio degli effetti delle decisioni) Perché si possono utilizzare gli strumenti della teoria economica (massimizzazione razionale) per studiare i fenomeni politici ( scuola delle scelte pubbliche o public choice)

64 la votazione Obiettivi delle regole di decisione pubblica:
Permettere di prendere una decisione Rappresentatività Stabilità

65 Unanimità La validità della decisione dipende dall’assenso di ciascun votante Soddisfa il criterio paretiano Soffre degli stessi limiti: non corregge una distribuzione ingiusta iniziale o sopravvenuta Dà spazio a comportamenti strategici per ridurre il prezzo/imposta da sostenere oppure come strumento di scambio per altre votazioni

66 L’unanimità mette in evidenza:
L’esistenza di un problema di rivelazione delle preferenze anche nella decisione pubblica tramite votazione (opprtunismo) Uguaglianza formale di voto ≠ uguaglianza sostanziale (sorgere del potere di voto) Esistenza di costi negoziali anche nel mercato politico, cioè esistenza di costi per giungere a prendere una decisione

67 maggioranza Per risolvere il problema dell’unanimità si adotta una regola di maggioranza che può assumere diverse forme: Relativa : chi ha più voti Semplice : 50% + 1 Qualificata : > 50% Come scegliere? Qual è la regola ottima?

68 Regola ottimale minimizza la somma dei costi interni (CI quelli da sopportare per prendere la decisione) ed esterni (CE l’insoddisfazione di coloro che votano contro)della decisione. Nell’ unanimità i CI sono elevatissimi e i CE nulli Nella dittatura il contrario La soluzione sarà intermedia e dipende dall’andamento delle curve. Esempio grafico.

69 Regola della maggioranza: anomalie
Il teorema dell’elettore mediano: non tutti i voti di fatto valgono allo stesso modo (non è neutrale) Il paradosso del voto: la votazione a maggioranza può non portare a prendere una decisione.

70 teorema dell’elettore mediano
La maggioranza si forma sulla preferenza dell’elettore mediano, l’unico che massimizza il surplus ed è quindi in equilibrio. Altri sono insoddisfatti oppure il costo è superiore al beneficio

71 paradosso del voto (Condorcet)
Tre volumi di spesa A= 100;B= 50;C=0 Preferenze a una punta: A>b>c B>c>a C>b>a B prevale due volte su a e due volte su c (conferma dell’ipotesi dell’elettore mediano)

72 paradosso del voto (Condorcet)
A due punte: A>b>c B>c>a C>a>b A prevale su b, b prevale su c e c prevale su a: non si forma una maggioranza Che fare?

73 Intensità delle preferenze
La votazione esprime l’ordine ma non l’intensità delle preferenze; dice che a>b ma non “quanto” a>b il che è un limite dal momento che la votazione serve a massimizzare il benessere. Es. un progetto x A +10, B +10, C – 100 il progetto a maggioranza passa ma riduce il benessere collettivo (-80)

74 Intensità delle preferenze
Possibili soluzioni: Votazione a punteggio → es. regola di Borda Scambio dei voti (c.d. log rolling) → può avere esiti opposti

75 Regola di Borda Supponiamo di avere 5 votanti (a,b,c,d,e) e tre progetti (x,y,z) Per “a” e “b”: x > y > z Per “c” e “d”: z > x > y Per “e”: y > z > x Se mettiamo a confronto z e x vediamo che z è preferito 3 volte contro 2 Se mettiamo a confronto x e y vediamo che x è preferito 4 volte contro 1 Se mettiamo a confronto y e z ci aspetteremmo che vinca z per la proprietà transitiva ma invece vediamo che y è preferito a z 3 volte contro 2. Regola di Borda n-1 punto al primo, n-2 al secondo e 0 all’ultimo. N è il numero dei candidati per cui vanno 2 punti al primo, 1 al secondo e 0 al terzo. Se applichiamo la regola di Borda abbiamo che x ottiene 6 punti, z ne ottiene 5 e y solo 3

76 log rolling Esito “virtuoso” Progetto x: A + 100, B – 10 , C -10
Maggioranza inefficiente (-80) Progetto y: A-10, B – 10 , C + 100 Con lo scambio dei voti tra A e C passano entrambi i progetti : esito efficiente + 160

77 Esito “perverso” (non virtuoso)
log rolling Esito “perverso” (non virtuoso) Progetto x: A + 10, B -20, C -5 Maggioranza boccia esito inefficiente Progetto y: A -5, B -20, C + 10 Con lo scambio dei voti tra A e C passano entrambi i progetti : esito inefficiente - 30

78 Democrazia rappresentativa
Il rapporto elettore/eletto come rapporto Principale/Agente PROBLEMI di ogni rapporto di agenzia (sia privato che pubblico): specificare le clausole del contratto informativo monitoraggio

79 Requisiti generali di un buon rapporto di agenzia
efficienza: decisioni rapide, chiare, stabili efficacia: capacita’ di conoscere e realizzare le preferenze dei principali equita’: rispetto equo delle preferenze dei principali

80 Rapporto elettori-eletti (problemi specifici del rapporto di agenzia pubblico):
non c’e’ mandato vincolante elevati costi di informazione n° elevato di principali raccolti in gruppi non omogenei e piu’ o meno organizzati possibile conflitto tra principali di oggi (votanti) e principali di domani (generazioni future)

81 I politici hanno come obiettivo la massimizzazione dei voti → vincere le elezioni
Orizzonte temporale circoscritto (ciclo politico-economico) Modello di concorrenza spaziale → Hotelling (Downs)

82 Ulteriori elementi della decisione
→ contatto diretto elettori eletti (blog ecc.) → sondaggi → contrattazione corporativa → “voting with the feet” nelle scelte locali → “exit” da pubblico a privato

83 burocrazia Teoria weberiana: specializzazione e divisione del lavoro. Burocrazia come organizzazione efficiente dell’amministrazione pubblica Non considera: Opportunismo (massimizzazione di una propria funzione di utilità) Conoscenza limitata (in particolare asimmetria informativa) Politici “principali” → burocrazia “agente” Burocrazia → vari livelli di rapporti di agenzia (verso l’alto e interni)

84 burocrazia Teoria economica: ufficio come impresa ma il manager pubblico non può massimizzare profitti. Massimizza: stipendio; remunerazioni sussidiarie; Prestigio; Potere; Facilità e autonomia nella gestione dell’ufficio. Molte variabili dipendono dall’aumento delle dimensioni dell’ufficio

85 Bilancio pubblico come “disponibilità a pagare” dei politici” per servizio reso
Costo a rendimenti decrescenti (costi crescenti al margine) Equilibrio: Con domanda e offerta Con costi e benefici totali e marginali

86 aumento del volume prodotto (niskanen/ migue- belanger)
Conflitto tra il manager che massimizza le dimensioni e l’obiettivo politico di massimizzazione dell’efficienza (massimizzazione vincolata del manager). Il burocrate massimizza l’output al costo minimo unitario con il vincolo generale del bilancio massimo stabilito dal politico Nasce il bilancio discrezionale: il surplus viene impiegato per spese non correlate al servizio da fornire

87 burocrazia Due problemi: a) personale pubblico, b) rapporti con le imprese fornitrici a) Remunerazione possibile W= F + aQ: Cottimo (W= aQ)→ dipende dalla produzione, massimo rischio (incentivi allo sforzo) A tempo (W=F)→ non dipende dalla produzione, minimo rischio (disincentivi allo sforzo) Contratto incentivante Difficoltà di motivazione: Molteplicità di obiettivi dell’azione pubblica Difficoltà nella misurazione dell’output Carriera: Merito Lealtà

88 b) rapporti con le imprese fornitrici
P= F + a CT Prezzo fisso: P=F Prezzo calibrato ai costi effettivi: P= a CT

89 Inefficienza: Allocativa: cattiva combinazione dei fattori della produzione per cui ci si trova su un punto dell’isoquanto che non minimizza i costi. Tecnica: combinazione efficiente ma produzione eccessiva Allocativa e tecnica: produzione eccessiva e combinazione inefficiente

90 Domande possibili Classificazione dei beni economici e conseguenze sull’azione di mercato (domanda e offerta); natura delle decisioni pubbliche e private: rapporti e sussidiarietà; problemi dell’azione collettiva e dilemma del prigioniero; beni pubblici e diverse tecnologie dell’aggregazione; nozione di benessere e sua misurazione; criterio paretiano: caratteristiche e limiti; criterio Kaldor-Hicks; diverse funzioni del benessere sociale a confronto; la funzione del benessere sociale egalitaria: particolarità e limiti; natura e tipologie delle esternalità; rimedi a confronto; il teorema di Coase; regola di decisione all’unanimità: caratteristiche e limiti; anomalie della regola della maggioranza: il teorema dell’elettore mediano; anomalie della regola della maggioranza: il paradosso di Condorcet; il problema dell’intensità delle preferenze: la regola di Borda; il problema dell’intensità delle preferenze: il log rolling; analisi economica della burocrazia: il modello di crescita inefficiente della spesa


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