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COSA NE PENSI DEL PIANO DI ZONA? Inviati 100 questionari Hanno risposto in 35.

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Presentazione sul tema: "COSA NE PENSI DEL PIANO DI ZONA? Inviati 100 questionari Hanno risposto in 35."— Transcript della presentazione:

1 COSA NE PENSI DEL PIANO DI ZONA? Inviati 100 questionari Hanno risposto in 35

2 Con quale funzione prevalente hai preso parte o avuto contatti con il Piano di Zona?

3 Hai avuto modo di leggere il Piano di Zona 2009/2011 e di conoscerne gli obiettivi?

4 Dopo l'approvazione del documento avvenuta nel marzo 2009, hai avuto modo di partecipare all'esperienza del Piano di Zona ?

5 Nella tua esperienza di lavoro nel sociale, quanto giudichi significativa l'esperienza del Piano di Zona?

6 Quali sono stati i luoghi o gli spazi di lavoro che ti hanno permesso di partecipare al percorso del Piano di Zona?

7 Quali sono stati gli ambiti previsti dal Piano di Zona che hanno avuto maggior interesse per la tua attività/esperienza?

8 1) Quali sono a tuo parere i pricipali punti di forza del Piano di Zona dell'Ambito distrettuale cremasco? La partecipazione e la concertazione allargate, la composizione dell'Ufficio di Piano, l'utilizzo dei titoli sociali, la sperimantazione della cartella sociale informatizzata il coinvolgimento del privato sociale CONDIVISIONE Far ragionare assieme tutte le amministrazioni Lo stretto collegamento con il terzo settore il lavoro di sub-ambito lo sforzo di rendere omogenei gli interventi su tutto il trerritorio standardizzazione dei servizi garantendo pari opporunità di accesso e di fruizione. gestione coordinata di servizi altrimenti non gestibili dalle singole realtà comunali. 1)l'avvio dei gruppi di progetto che rappresentano momenti di lavoro interistituzionali effettivi e pertanto concrete opportunità di messa in rete e ottimizzazione delle risorse 2) il taglio educativo e promozionale che in molti passaggi il Piano di Zona evidenzia a superamento di logiche eminentemente di richiesta assistenziale concertazione della risorse per ottiminare e non duplicare i servizi Tentativo di uniformare modalità di lavoro a livello distrettuale su problemi comuni La creazione di una rete costituita da soggetti appartenenti a realtà diverse. Il coinvolgimento di figure appartenenti a realtà diverse. che tiene in conto il lavoro con il Terzo settore COMUNICAZIONE; INFORMAZIONE; PERSONALE DISPONIBILE E CORDIALE; BUONE PRASSI DI COLLABORAZIONE E DI CONCERTAZIONE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA SOCIALE

9 2) Quali sono a tuo parere i pricipali punti di forza del Piano di Zona dell'Ambito distrettuale cremasco? possibilità di fare progetti innovativi avere uno sguardo d'insieme sul distretto La possibilità di ragionare su temi che interessano diversi attori a diversi livelli IL CONFRONTO CONTINUO 1-Gli approcci integrati e multidisciplinari di presa incarico delle persone 2-L' implementazione del lavoro integrato tra pubblico e privato 3- L 'apporto progettuale del Terzo Settore L'esperienza dei gruppi di progetto (modalità di costruzione, compiti di progettzione e e monitoraggio aseegnati al gruppi) credo sia un elemento più innovativa del piano di zona il coinvolgimento ed il raccordo con i vari enti, servizi e associazioni operanti nel sociale NESSUNO cercare di creare una cultura comunitaria e di partecipazione Il cercare di dare delle soluzioni ai problemi sociali in modo omogeneo e condiviso a livello d'ambito la partecipazione attiva, il confronto con diversi attori, la passione ed impegno profusi da gran parte dei partecipanti. servizi distrettuali la dimensione comunitario, la partecipazione, l'innovatività

10 1) Quali sono a tuo parere i principali punti di debolezza del Piano di Zona dell'Ambito distrettuale cremasco? L'assetto organizzativo delle Assistenti Sociali, il raccordo con i livelli politico-istituzionali Non è chiaro il ruolo dei vertici. In momenti significativi di coordinamento proviciale assenza dei rapprensenti del Piano di zona. Il Dirigente di fatto che ruolo sta svolgendo CONOSCENZA V/S PUBBLICO Poche risorse in rapporto alle esigenze l'interscambio tra aspetto tecnico e politico tanti contenuiti e progetti e pochi operatori per realizzarli troppi adempimenti amminitrativi scarsità di risorse generalizzata che, in qualche occasione, non rendono possibili programmazioni di medio - lungo periodo ravviso una scarsa partecipazione da parte dei Servizi Sociali afferenti ai Comuni distrettuali; tale carenza "quantitativa" mi sembra che incida negativamente sulla qualità delle prassi in generale pochi fondi su aree sociali attualmente in forte espansione (es. nuove povertà) A volte un po' astratto per chi opera nel quotidiano Il continuo consolidamente dei rapporti con i membri che costituiscono la rete. A volte, vi sono stati cambi di operatori di riferimento dei gruppi che non hanno sempre permesso una continuità di lavoro. Mantenere rapporti con ciascun membro della rete e perseguire gli obiettivi inizialmente individuati. non c'è la certezza della continuità del lavoro iniziato CARENZA RISORSE ECONOMICHE; SCARSO COINVOLGIMENTO DELLE ASSISTENTI SOCIALI NELLA FASE DI PREDISPOSIZIONE DEGLI STRUMENTI E DELLA DOCUMENTAZIONE DA UTILIZZARE PER LE PROCEDURE. scollamento tra la base (le realtà territoriali) e il piano di zona La traduzione pratica di iniziative e azioni che rischiano di perdersi nel frazionamento dei problemi

11 2) Quali sono a tuo parere i principali punti di debolezza del Piano di Zona dell'Ambito distrettuale cremasco? 1- Il riconoscimento e la valorizzazione reale del Terzo Settore senza derive strumentali 2- Il raccordo tra il livello politico e quello programmatorio/progettuale/tecnico 3- Il ricambio degli amministratori comunali senza accompagnamento verso i contenuti 4-La funzione gestionale della CSC: è un percorso eccessivamente faticoso 5- Carente l' apertura verso una strategia d' insieme con i diversi interlocutori sociali, economici, imprenditoriali del territorio 6- Il rischio che si produca più assistenzialismo che sviluppo di autonomia nelle persone L'elemento più debole credo sia la condivisione con i servizi sociali e gli amministratori. L'altro nodo critico è il ruolo dell'azienda che dovrebbe avere anche una funzione di monitoraggio che non credo sia al momento in grado di assolvere. si percapisce ancora una impostazione ed una progettazione pre definita AREA ANZIANI la scarsa conoscenza e quindi confronto di molti soggetti sia pubblici che del privato sociale Le sacarse risorse finanziarie da mettere in campo che ne pregiudicano l'attuazione, e le insensate divisioni "politiche " che rendono difficili scelte condivise poca informazione oltre agli addetti ai lavori, autoreferenzialità di alcuni partecipanti, poca conoscenza del lavoro svolto da parte dei politici e tecnici, nodo critico: "le assistenti sociali" (assenze totali e/o poca continuità, mancanza di passaggio di informazioni dal coordinamento a tutto lo staff), la frammentarietà, le poche risorse

12 Quale importanza dai ai seguenti fattori per la buona riuscita del Piano di Zona? Poco AbbastanzaMoltoValutazioneNumero Mediarisposte La comunicazione5,7% (2)17,1% (6)77,1% (27) 2,7135 L'informazione2,9% (1)23,5% (8)73,5% (25) 2,7134 Il consenso politico6,5% (2)32,3% (10)61,3% (19) 2,5531 Il coinvolgimento degli operatori sociali3,0% (1)15,2% (5)81,8% (27) 2,7933 Le risorse economiche dedicate6,1% (2)24,2% (8)69,7% (23) 2,6433 La pari dignità di tutti i soggetti pubblici e privati3,1% (1)37,5% (12)59,4% (19) 2,5632

13 Giudicando il Piano di Zona nel suo insieme,quale è la tua valutazione complessiva ? ScarsoSufficienteDiscretoBuono Valutazio ne Numero Mediarisposte Per i contenuti2,9% (1)11,8% (4)35,3% (12)50,0% (17)3,3234 Per la partecipazione11,8% (4)29,4% (10)47,1% (16)11,8% (4)2,5934 Per il percorso realizzato6,1% (2)24,2% (8)63,6% (21)6,1% (2)2,733 Per i risultati raggiunti9,1% (3)18,2% (6)66,7% (22)6,1% (2)2,733


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