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INTRODUZIONE ALLA TERAPIA

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Presentazione sul tema: "INTRODUZIONE ALLA TERAPIA"— Transcript della presentazione:

1 INTRODUZIONE ALLA TERAPIA
IMMUNOISOPATICA prima parte

2 Si ringraziano per i contributi i dottori Biancalana, Furgani e lo CSOA.

3 Dalla Enciclopedia Treccani:
ISOPATIA Isopatia s. f. [comp. di iso- e -patia]. Dottrina medica di derivazione omeopatica, secondo la quale le affezioni morbose andrebbero curate con gli stessi prodotti della malattia (per es.: proglottidi di tenia cotte somministrate per via orale ai soggetti parassitati dal verme, e procedimenti simili…).

4 Charles Robert Darwin (1809-1882).
La teoria dell’evoluzione conserva, anche nella scienza moderna, un ruolo centrale, abbracciando tutte le sfere della biologia; fu concepita dal grande naturalista e scienziato inglese Charles Robert Darwin ( ). Fu lui a sviluppare il concetto di selezione naturale secondo il quale, attraverso l’adattamento (evoluzione), si giunge con un lento e progressivo processo a mutamenti che portano alla formazione di tutte le forme di vita.

5 dell’informazione genetica, può essere trasmesso senza
Ulteriori e più moderne teorie definiscono poi che l’evoluzione è causata da cambiamenti che avvengono nel tempo a livello del patrimonio genetico. Il patrimonio genetico è l’insieme di tutti i geni di una specie o di una generazione ed ogni gene, ovvero l’unità fondamentale dell’informazione genetica, può essere trasmesso senza subire mutazioni attraverso numerose generazioni.

6 Oggigiorno il sequenziamento del genoma umano sta per
essere completato. La decisione di intraprendere la decodificazione dei geni umani era scaturita dalla speranza che questo processo permettesse la diagnosi precoce e la cura di numerose malattie tramite un’appropriata terapia genica… purtroppo questa speranza è stata solo in piccola parte realizzata finora.

7 Recenti risultati nel campo della microbiologia e della microscopia
laser hanno inoltre mostrato come le molecole di DNA e RNA, ovvero i “trasportatori chimici” dell’informazione genetica, non siano rigide strutture biochimiche facilmente manipolabili, ma piuttosto una specie di “laser active media” (Hartmut Muller, 2001), cioè un mezzo che permette la conservazione e l’incremento dell’energia dell’informazione nel tempo.

8 Quindi i diversi paradigmi scientifici e le affermazioni apparentemente incrollabili ed eterne vengono spesso messe in dubbio, modificate, cancellate,e sostituite da altre nuove teorie che sono e saranno valide finché a loro volta non verranno o meno confutate e sostituite da ulteriori altre……

9 …basti pensare a figure estremamente innovative poi almeno in parte superate dagli eventi quali Copernico, Galileo, Newton, Einstein ….. alla nascita di diversi modelli e paradigmi nelle scienze matematiche e fisiche… Questo dovrebbe essere sempre il cardine fondamentale del modello scientifico: IL DUBBIO… se possibile almeno in parte scevro da interessi economici e commerciali… Ad esempio:

10 Monomorfismo Pleomorfismo
Sono termini e concetti su cui il dibattito scientifico è stato molto serrato ed intenso in campo scientifico ed in particolare microbiologico, a partire dalle osservazioni di Louis Pasteur e di Gunther Enderlein...

11 Il Monomorfismo batterico afferma che:
Esiste una sterilità batterica nel sangue e nei tessuti degli organismi sani. I patogeni, causa di malattie, vengono sempre dall’esterno. I microrganismi sono immutabili. Ciascun microbo è in grado di causare una sola malattia.

12 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
però non spiega: Il mutamento dei microrganismi sia in vivo che in vitro se si modifica il terreno colturale. La presenza di agenti microbici nei tessuti di soggetti senza sintomatologia acuta ma affetti invece da patologie croniche, come ad esempio: - Spirochete nella Sclerosi Multipla. - Helicobacter nelle neoplasie gastriche. “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

13 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
Nel siero di tutti i viventi è stata accertata la presenza di microrganismi di origine vegetale. La più piccola unità vivente non è la cellula ma il colloide. (Particelle inferiori a 0.2 nanometri, invisibili al normale microscopio ottico). Una specie microbica dà luogo a svariate forme e stadi di sviluppo in base all’ambiente. “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” Il Pleomorfismo Batterico afferma che: Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

14 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
Ed inoltre: I microrganismi sono da sempre nelle cellule. Li ospitiamo anche se siamo sani. Questi organismi possono trasformarsi dagli stadi inferiori ultramicroscopici, non patogeni, agli stadi superiori, patogeni, cioè funghi e\o batteri. “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

15 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
Pleomorfismo Batterico Gunther Enderlein, nato a Lipsia nel 1872, conseguì la laurea in scienze naturali ad indirizzo zoologico. Trascorse gran parte della vita a Berlino dove divenne Direttore del Museo zoologico. Scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere imperniate sui temi della simbiosi e del pleomorfismo. “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

16 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
Pleomorfismo Batterico La simbiosi è la convivenza tra due organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti. Il pleomorfismo o polimorfismo è la presenza d'individui di forma o di aspetto diverso in seno ad una stessa specie. “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

17 Pleomorfismo Batterico
Nel 1916, analizzando sieri di malati di tifo con microscopio in campo oscuro, Enderlein si accorse che nel sangue c'era un microrganismo di origine vegetale, da lui denominato Endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò Protiti e Condriti.

18 PROTITI

19 Pleomorfismo Batterico
I Protiti, a seguito di varie concause quali ad esempio contatto con inquinanti atmosferici, conservanti e coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, per Enderlein potevano evolversi in forme patogene quale virus, batteri e funghi. Denominò Ciclogenia questa ipotesi.

20 Pleomorfismo Batterico
Una riflessione: la logica conseguenza di tutto ciò potrebbe farci pensare che: se batteri saprofiti, batteri patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta nel nostro corpo, perché “ucciderli” con antibiotici e chemioterapici e non cercare altre strategie biologiche?

21 Pleomorfismo Batterico
Enderlein pensò possibile fare regredire le forme patogene in forme apatogene con l'ausilio di microrganismi omeopatizzati, quindi con una terapia che non mirasse solo alla soppressione dei microrganismi nocivi per l'organismo malato, come fanno ad esempio gli antibiotici.

22 Pleomorfismo Batterico
La strategia terapeutica quindi mira, tramite un processo di coniugazione con i rimedi derivati da microrganismi simbionti omeopatizzati, a degradare virus, batteri e funghi, riconducendoli alle loro forme originarie innocue, che possono essere escrete dall’organismo. 

23 Pleomorfismo Batterico
I vantaggi di questa terapia sono innegabili: 1- non si uccidono i batteri saprofiti e l'intestino funziona meglio, facendoci mantenere il nostro naturale equilibrio. 2- possiamo curare guarire anche malattie virali e fungine che in ogni caso con gli antibiotici ed i chemioterapici di sintesi non riusciremmo a debellare.

24 Pleomorfismo Batterico
Gunther Enderlein 1872/1968 Senza alcun dubbio, il pleomorfismo (o polimorfismo) dei batteri ha rappresentato per diversi decenni una scoperta estremamente controversa

25 Pleomorfismo Batterico
Enderlein ha coniato questo termine sulla base di immagini ottenute con l’utilizzo del microscopio a campo scuro che hanno rivelato come batteri e funghi si possano presentare sotto forme molto diverse tra loro.

26 Nonostante ciò, soprattutto negli ultimi dieci anni, ricerche clinico-microbiologiche hanno dimostrato sempre più spesso come il pleomorfismo batterico rappresenti un aspetto importante per la diagnosi e la terapia di molte malattie croniche.

27 Questi studi mostrano inoltre che il pleomorfismo
segue caratteristiche fisse, come ad esempio lo sviluppo ciclico dei batteri; tali caratteristiche erano già state descritte da Enderlein nelle sue più importanti opere “Bakterienzyklogenie” (“ciclogenia batterica”) e “Akmon”.

28 Enderlein trasse lo spunto iniziale per la sua ricerca da
una osservazione di Antoine Bechamp, chimico e farmacista francese del diciannovesimo secolo, secondo il quale in specifiche condizioni alcuni microrganismi possono presentarsi in forme e stadi di sviluppo diversi, dal più semplice al più evoluto, tipico di batteri e funghi.

29 Bechamp,1816/1908 Accerta la presenza in tutte le cellule animali di corpuscoli proteici (MICROZIMI) che: sopravvivono alla morte dell’organismo. possono trasformarsi in microrganismi causando putrefazione e fermentazione. Si pensa che questi microzimi siano parte indistruttibile di ogni essere vivente, dagli uomini agli animali ed alle piante, e che costituiscano la transizione tra la materia vivente e quella non vivente.

30 In seguito ad alcuni stimoli specifici o patogeni, i microzimi
possono diventare batteri con proprietà tali da promuovere processi di putrefazione e fermentazione. Perciò, secondo questa teoria l’origine delle malattie risiederebbe in primo luogo all’interno del corpo. In seguito Enderlein chiamò “PROTITI” le suddette particelle proteiche da cui si sviluppano i microbi attraverso un ciclo di sviluppo specie-specifico.

31 Inoltre, secondo la sua teoria, i microrganismi, patogeni e non,
seguono un processo di sviluppo chiamato “CICLOGENIA”: la ciclogenia è costituita da diversi stadi di crescita (valenze), a partire da organismi talmente piccoli da essere al di sotto del limite di risoluzione di un microscopio, ossia gli organismi appartenenti al regno dei virus, passando attraverso le fasi a più alta valenza di cocchi e batteri a bastoncello, fino alla fase “culminante” dei funghi.

32 ©Dott.ssa Paola Furgani
CICLOGENIA CICLOGENIA FASE VIRULENTA BATTERIO THECIT FUNGO MYCHIT FASE NON VIRULENTA CONDRITE SPERMITE PROTITE SYMPROTITE FILUM ©Dott.ssa Paola Furgani

33 Secondo “la legge anatartica” formulata da Enderlein,
l’aumento di valenza dei microrganismi dipende dall’ambiente presente in sangue e tessuti (terreno), la cui caratteristica più importante è il valore del pH.

34 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

35 quindi il Pleomorfismo dipende da una alterazione del terreno!
“La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie” quindi il Pleomorfismo dipende da una alterazione del terreno! In ambiente acido si sviluppano forme ad alta valenza, patogene. Una volta attivato il ciclo tende ad autoalimentarsi producendo acidi. Le proteine sono la riserva energetica dell’endobionte. Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

36 Più recentemente, vari studi hanno cercato di dare una risposta
definitiva all’ipotesi di Enderlein: Christopher Gerner, assistente al Tumor Research Center di Vienna, ha provato a caratterizzare biochimicamente il protite. I risultati della sua ricerca sono stati pubblicati in “Curriculum Oncologicum”, 1997. Gerner per iniziare i suoi studi ha utilizzato 10 ml di sangue venoso prelevati da un paziente a digiuno. Per distruggere gli eritrociti, si sono aggiunti 4 ml di acqua distillata a 2 ml di sangue, agitando accuratamente.

37 L’emolisato così ottenuto è stato incubato per 3 giorni a 37°C,
mentre i rimanenti 8 ml di sangue sono stati lasciati a temperatura ambiente. In seguito si sono centrifugati i campioni ed 1 ml di emolisato è stato mescolato ad 1 ml di sangue; la miscela così ottenuta è stata filtrata e nuovamente incubata a 37°C. Utilizzando un microscopio a campo scuro, Gerner ha così identificato minuscole particelle che ha classificato come identiche ai protiti osservati da Enderlein…….

38 …..in seguito queste particelle sono state purificate e
sottoposte ad una analisi biochimica; Gerner ha così ipotizzato che la globina, un prodotto di degradazione degli eritrociti, sarebbe il costituente principale dei protiti. Questa scoperta è stata comunque criticata e disputata dal momento che per alcuni scienziati questi prodotti di degradazione degli eritrociti non sarebbero altro che corpuscoli già noti da tempo come “corpi di Heinz”.

39 I corpi di Heinz sono inclusioni intraeritrocitarie derivanti dalla
precipitazione di Hb denaturata da agenti ossidanti. Nel sangue i valori normali: assenti; presenti <30 % dopo test di provocazione. Significato aumento valori: La loro presenza può essere dovuta a Hb instabili, deficit enzimatico del ciclo dei pentosi, deficit del sistema ox-red del glutatione, Hb H (Barts), postsplenectomia, farmaci ossidanti quali fenilidrazina, idrossilamina, nitrofurantoina, solfoni, acido amminosalicilico, fenacetina

40 Queste particelle probabilmente non corrispondono però
completamente ai protiti descritti da Enderlein come stadio primordiale dei microbi; questo, sia poiché vi è la possibilità che queste particelle si siano formate in seguito all’incubazione dell’emolisato, sia perché Gerner non ha mai dimostrato lo sviluppo di microbi a partire dalle particelle che aveva osservato al microscopio a campo scuro.

41 Altre considerazioni:
Ricordiamo i concetti di “alta” e “bassa” valenza. (Enderlein) In accordo con le conoscenze attuali, Gerner, possiamo dire che le forme a bassa valenza non mostrano il proprio DNA: rappresentano forse parti di un futuro DNA. La variazione di pH e di terreno favoriscono la “copulazione” di queste piccole forme che interagendo vanno a costituire vere e proprie eliche desossiribonucleiche..

42 Le moderne teorie microbiologiche ipotizzano piuttosto che le strutture denominate da Enderlein protiti siano “NANOBATTERI”. I nanobatteri sono stati scoperti circa dieci anni fa da Fin Olavi Kajander, dell’Università di Kuopio. Questi organismi, che possono crescere sia all’interno che all’esterno delle cellule di mammifero, sono piccoli come virus (hanno un diametro di circa 0,2-0,3 micron), sono caratterizzati da un’alta termostabilità, essendo in grado di resistere a temperature di 90°C per un’ora.

43 Pertanto, alla luce di questa teoria i protiti osservati con microscopio a campo scuro rappresenterebbero probabilmente agglomerati di nanobatteri derivati dai mitocondri. La cellula primordiale, osservata mediante microscopia in campo oscuro fu chiamata da Enderlein “MYCHIT”; presenta forma sferica con un nucleo (“MYCH”) totalmente, o quasi, posizionato contro la parete della membrana.

44 Producono apatite, uno dei principali costituenti delle ossa, e
dal punto di vista genetico possono essere classificati come proteobatteri. Inoltre sarebbero proprio questi batteri endobionti ad aver dato origine molto tempo fa ai mitocondri delle cellule.

45 Altre particelle entrate improvvisamente nel novero delle scoperte scientifiche sono i PRIONI:
Nel 1982 Stanley Prusiner definì per primo, dal punto di vista patologico, i PRIONI, ovvero particelle con caratteristiche inedite di composizione proteica. PR per proteina, I per infettiva e ONE per particella). La sua struttura ultramicroscopica è diversa da quella dei virus e pertanto non può essere considerato né un virus né un viroide (cioè una struttura dotata di acido nucleico), né tanto meno un fungo, un batterio od un parassita.

46 Secondo la nuova nomenclatura microbiologica, strutture quali i
Protiti potrebbero appartenere alle FORME BATTERICHE PRIVE DI PARETE CELLULARE (CWD). Negli ultimi anni, questi organismi sono stati intensamente studiati dalla microbiologia tradizionale, ad esempio per lo studio della BORRELIOSI CRONICA (MALATTIA DI LYME) dove se ne è evidenziata la presenza.

47 Questi organismi, una volta staccatisi dal batterio Borrelia, prendono il nome di “BLEB”; possono essere di dimensioni molto diverse tra loro e sono stati individuati anche per altri tipi di batteri patogeni.

48 I batteri privi di parete cellulare sono caratterizzati da una membrana estremamente sottile (rispetto a quella dei batteri gram positivi) che permette il passaggio di molecole piccole come gli antibiotici; al contrario, la membrana esterna e quella citoplasmatica sono in grado di regolare la permeabilità della cellula.

49 La membrana esterna forma una barriera contro gli
antibiotici betalattamici che si legano sia alle proteine che legano la penicillina (penicillin-binding proteins, PBP) che alle betalattamasi della membrana esterna.

50 I target (bersagli) di tutti gli altri antibiotici sono
invece all’interno della membrana citoplasmatica. I batteri possono quindi acquisire resistenza a questi agenti impedendone l’accumulo all’interno della membrana citoplasmatica.

51 I malati cronici, specialmente i pazienti affetti da
neuroborreliosi che mostrano sintomi clinici senza alcun aumento del titolo degli anticorpi nel sangue, costituiscono casi in cui è molto complesso individuare la corretta terapia. È quindi opinione comune che in questi casi la terapia antibiotica non abbia alcun senso.

52 Inoltre in laboratorio sono stati eseguiti esperimenti che
dimostrano che il batterio Borrelia, se incubato con liquido spinale, muta in un Mychit (cellula primordiale secondo Enderlein) privo di parete in un periodo di tempo compreso tra 1 e 24 ore. Continuando però a coltivare i Mychit in un terreno di coltura normale, questi ritornano alla “normale” forma di Borrelia in 9-17 giorni (Brorson & Brorson, 1998).

53 Ed inoltre: Le forme di Borrelia prive di parete cellulare possono rimanere nell’organismo per lunghi periodi di tempo. Il titolo anticorpale che dipende dalla presenza della parete cellulare, scompare con la formazione dei Mychit in seguito, ad esempio, alla somministrazione di antibiotici. Nel momento in cui i Mychit tornano al normale stato di batteri, il corrispondente titolo anticorpale riappare (Mursic et al., Infection 24, 1996).

54 Ricapitolando le fonti bibliografiche:
Ricapitolando le fonti bibliografiche: - JENSEN 1999, MATTMAN 2001: hanno dimostrato la variabilità dei microrganismi in condizione di stress nutrizionale. - BRORSON O, BRORSON SH 1998: Borrelie incubate in laboratorio con liquor diventano forme senza parete. Ricoltivate in terreno ritornano allo stato di Borrelie in 10 giorni.

55 Ricapitolando: Il Prof. Gunther Enderlein ha condotto i suoi studi morfologici circa un secolo fa. Oltre alle tecniche di microscopia e alle procedure utilizzate per la coltivazione di microrganismi in laboratorio, non esistevano altri strumenti in alcun modo paragonabili a quelli che oggi ci permettono di condurre una ricerca tecnicamente avanzata, anche se già a quell’epoca i microscopi a campo scuro facevano parte dell’equipaggiamento standard di tutti i laboratori più grandi.

56 Solamente in seguito alle importanti ricerche dei biofisici britannici Francis Crick, Maurice Wilkins e Rosalind Franklin, così come del biochimico americano James Watson, che nella prima metà del secolo scorso scoprì la struttura generale del DNA, divenne possibile analizzare le correlazioni genetiche a livello molecolare.

57 come già detto il maggiore risultato della ricerca di
Enderlein è stata la scoperta di microrganismi, da lui definiti “ENDOBIONTI”, che vivono in simbiosi nel corpo di uomini e animali. Enderlein era conscio del fatto che la definizione “endobionte” potesse rappresentare solamente un termine per indicare una grande varietà di microrganismi molto diversi fra loro…………

58 Anche grazie all’utilizzo di moderne tecniche di biologia
molecolare, la teoria dell’endobionte ha trovato negli ultimi 20 anni nuove conferme. Il termine più attuale per indicare la teoria di Enderlein è quello di “teoria dell’endosimbiosi seriale” (SET), coniato dal Prof. Max Taylor della “University of British Columbia” a Vancouver, Canada.

59 La teoria dell’endosimbiosi seriale sostiene che gli organismi
unicellulari, le piante, i funghi, gli animali e l’uomo sono prodotti della simbiogenesi (la formazione di nuovi organi e organismi dalla fusione simbiotica) di più forme di vita.

60 Il numero di organismi che possono essere coinvolti in un unico
evento di simbiogenesi è compreso tra due e quattro; la necessità di almeno due forme di vita per dar luogo ad un processo di simbiogenesi è stata dimostrata da numerose ricerche in campo genetico.

61 A supporto di questa teoria, Hugo Schanderl già nel 1950 riuscì a coltivare in laboratorio batteri simbiotici a partire dai mitocondri. Oggigiorno in laboratorio è possibile dimostrare l’esistenza nelle cellule del corpo umano di un gran numero di altri endobionti oltre a quelli menzionati precedentemente.

62 Questi organismi sono presenti soprattutto come forme prive di parete cellulare (“CELL WALL DEFICIENT FORMS”, CWD), e non possono essere visualizzati con tecniche di analisi di routine. È stupefacente comunque il dato che circa il 30% della popolazione sana sia risultata portatrice di diversi tipi di bacilli endobionti a livello degli eritrociti.

63 In particolare, uno studio pubblicato in Canada ha dimostrato la
presenza di materiale genetico proveniente da batteri Pseudomonas negli eritrociti di donatori sani. (Richard McLaughlin “Naturally-occurring Pleomorphic Microorganisms in Human Blood” pubblicato in “Pleomorphic Microbes in Health and Disease”, Holger N.I.S., Inc., 1999).

64 Richard W. McLaughlin osservò con la microscopia in campo oscuro la presenza di microrganismi pleomorfi nel sangue di tutti i soggetti sani ed inoltre osservò che il 30% della popolazione umana sana risulta portatrice di diversi tipi di bacilli (cellule CWD, endobionti?) a livello degli eritrociti ed è dimostrata la presenza di materiale genetico proveniente da Pseudomonas negli eritrociti di soggetti sani”

65

66 Già un secolo fa Enderlein era stato in grado di osservare nel sangue forme CWD utilizzando un microscopio a campo scuro. Il fenomeno della simbiogenesi non può essere catalogato come un evento statico e ormai completato, dal momento che questo processo continua tuttora in maniera estremamente dinamica tramite un continuo scambio di DNA e RNA tra i microrganismi e il corpo umano.

67 Specialmente oggi, nell’era della globalizzazione, sempre più
persone sono infatti molto spesso in contatto con nuovi microrganismi con i quali avviene un intenso scambio di materiale genetico. Numerosi fattori determinano se ed in quale misura il materiale genetico proveniente dai batteri possa integrarsi nel genoma umano: la tipologia di ambiente in cui vive l’ospite, la pressione infettiva dei microbi ecc

68 Oltre alle forme non patogene di batteri endobionti che
convivono pacificamente con il proprio ospite favorendo il benessere di entrambi, esiste anche una grande varietà di microbi patogeni presenti come forme prive di parete cellulare che si originano in seguito a cambiamenti a livello di sangue e dei tessuti.

69 È possibile inoltre trovare un’accurata descrizione delle CWD patogene ed apatogene e della loro importanza nel testo di Lida Holmes Mattman “Cell-Wall Deficient Forms – Stealth Pathogens” 2001).

70 La visione di Enderlein della relazione tra batteri e funghi
Oltre al già descritto pleomorfismo batterico, un’altra caratteristica specifica della teoria di Enderlein è la relazione tra batteri e funghi.

71 Secondo Enderlein, i colloidi dei funghi appartenenti ai ceppi
Mucor racemosus e Aspergillus niger, che rappresentano lo stadio di transizione verso forme superiori, hanno vissuto nell’uomo e in tutti i mammiferi per milioni di anni. Questi funghi sono presenti in organismi sani in forme primitive che hanno un’importante funzione nella regolazione del metabolismo.

72 Secondo Enderlein, a causa di diversi fattori quali un’infezione, una dieta scorretta, un ambiente di vita inusuale, la depressione, l’età ecc….le forme primitive di questi funghi possono passare a stadi superiori, divenendo parassitarie. L’infestazione ad opera della fase parassitaria può essere individuata nel sangue mediante microscopia in campo scuro.

73 Così si può determinare la valenza dei parassiti
Così si può determinare la valenza dei parassiti. In oltre 40 anni di intensa ricerca, Enderlein ha osservato i cambiamenti dei parassiti nelle diverse forme così come il loro ciclo di sviluppo. Solo quando fu in grado di presentare le basi biologiche e biogenetiche di questi parassiti, fu in grado di sviluppare contromisure terapeutiche.

74 Si è arrivati così al concetto di “isopatia” secondo il quale le forme ad alta valenza vengono ricondotte a bassa valenza attraverso gli appropriati rimedi e lasciano quindi l’organismo attraverso gli organi emuntori.

75 Nel 1916, infatti, come abbiamo già visto, Enderlein scoprì che
le forme organiche microscopiche primitive preparate in un rimedio, in associazione ad una modificazione del terreno biologico di un organismo ospite, potevano indurre le forme ad alta valenza a tornare alla loro condizione originale a bassa valenza (ciclogenia), determinando quindi la guarigione dell’ospite.

76 Egli evidenziò che quando le piccole forme mobili viventi dei batteri, che chiamò Spermiti, scambiavano il materiale genetico con forme a sviluppo più elevato, queste divenivano improvvisamente invisibili, in quanto si degradavano alla loro forma primitiva a bassa valenza.

77 In base a questa nozione, da colture fungine sono stati sviluppati i rimedi isopatici. Gli studi hanno dimostrato che quando questi rimedi isopatici vengono a contatto con masse microbiche ad alta valenza, queste ultime tornano alla loro forma a bassa valenza e, in seguito, abbandonano l’organismo ospite attraverso gli organi emuntori.

78 Mentre l’Aspergillus è osservabile nel suo stadio patogenico solamente nella tubercolosi e nelle malattie paratubercolari, il Mucor, il vero endobionte, è molto più frequentemente coinvolto nello sviluppo di patologie. Non esistono organismi a sangue caldo che non abbiano acquisito questo endobionte dalla placenta e che non posseggano la sua forma primitiva all’interno delle cellule e nei fluidi corporei.

79 Secondo Enderlein, all’interno dell’organismo questo parassita può mutare attraverso diversi stadi di sviluppo e infiltrare tessuti e organi in varia misura, causando ad esempio la stasi della circolazione dei fluidi corporali che a sua volta può originare diversi tipi di disfunzioni.

80 Un leggero danno a livello di un tessuto o di un organo porta ad un aumento di valenza dell’endobionte, processo che a sua volta può debilitare ulteriormente l’organismo malato. Questa situazione spiega le diverse forme sotto cui negli uomini e negli animali si possono presentare le malattie.

81 Secondo Enderlein, l’endobionte si sviluppa attraverso tre fasi fondamentali: colloide, batterio e fungo, considerati fino ad oggi come organismi indipendenti ed immutabili. Enderlein ha dimostrato questa teoria e ha proposto l’ipotesi secondo cui i diversi stadi di sviluppo costituiscono un unico ciclo che origina da un’identica, non strutturata, immobile particella proteica (colloide) contenuta all’interno della cellula.

82 Questi nuovi organismi possono a loro volta replicarsi, formare un numero infinito di forme differenti fra loro, aumentare la propria grandezza e svilupparsi infine in batteri nel momento in cui si ha una variazione dell’ambiente circostante (nell’uomo, ad esempio, in seguito ad una dieta costituita essenzialmente da proteine e grassi animali).

83 Secondo Enderlein, le forme superiori possono regredire a stadi inferiori quando le condritine (forme di sviluppo inferiori apatogene) presenti nei rispettivi medicinali isopatici si coniugano con le forme ad alta valenza. I prodotti di degradazione formati durante questo processo devono essere escreti dal corpo. In caso sia in corso una malattia, la mancata eliminazione di questi prodotti di degradazione potrebbe portare alla ricomparsa di forme superiori.

84 Importanza del pH tissutale
Enderlein intuisce inoltre che per l’instaurarsi della patologia un fattore particolarmente importante è l’ACIDIFICAZIONE del tessuto. Studia allora le possibili cause della ACIDIFICAZIONE.

85 Importanza del pH tissutale
In ambiente acido si sviluppano forme patogene. Una volta attivato il ciclo si autoalimenta. MUCOR produce acido lattico. ASPERGILLUS produce acido citrico. PENICILLIUM produce acido penicillico

86 Importanza del pH tissutale
Enderlein intuisce che per l’instaurarsi della patologia il fattore importante è l’ACIDIFICAZIONE del tessuto. Studia allora le possibili cause della ACIDIFICAZIONE:

87 Acidosi / Cause Dietetico-alimentari:
Alimenti acidificanti: Proteine animali, cereali raffinati, zuccheri, olii e grassi denaturati, caffè, alcool… Alimenti basificanti: Verdure, olive, soia, patate, cereali integrali e proteine vegetali…

88 Acidosi Si può avere anche per: deficit dei sistemi tampone. patologie epatiche, diabete, alterata funzionalità renale, polmonare. stress o esercizio fisico forzato oppure vita eccessivamente sedentaria. uso esagerato di alcuni farmaci FANS.

89 CICLOGENIA La più piccola unità vivente sono i colloidi. I colloidi sono apatogeni nei loro stadi primitivi. Errate abitudini alimentari portano a fare del colloide un parassita e quindi a generare malattia. I colloidi possono ritornare alla loro primitiva forma apatogena.

90 Il concetto nuovo di CICLOGENIA si riferisce alla possibilità che le forme derivanti dalla aggregazione, chiamate ad “alta valenza”, che Enderlein ha individuato come patogene, possano regredire in forme “a bassa valenza” non patogene! Per far questo abbiamo varie metodiche terapeutiche a disposizione, Enderlein suggerì quella isopatica come più efficace.

91 CICLOGENIA FASE VIRULENTA FASE NON VIRULENTA BATTERIO THECIT FUNGO
MYCHIT FASE NON VIRULENTA CONDRITE SPERMITE PROTITE SYMPROTITE FILUM

92 Uno sguardo ad alcuni dei cicli più studiati da Enderlein:
. MUCOR RACEMOSUS ASPERGILLUS NIGER

93 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
CICLOGENIA DEL MUCOR RACEMOSUS (Leptotrichia buccalis) Penicillium notatum Batterio pH Mucor racemosus Tecite Micite = Cellula primordiale Aspergillus Condrite Cristallizzazione 8 (oit) Fase non virulenta Spermite Simprotite Protite Filum uno studio Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

94 “La Terapia isopatica nella cura delle allergie respiratorie”
CICLOGENIA DELL’ASPERGILLUS NIGER Mycobact. Tbc Aspergillus niger Batterio Sclerothrix tub. Fase intracellulare “Virus” Gonidie = 8 (oit) coniugazione Materiale scientifico riservato ai Sigg. Medici Chirurghi; vietata la divulgazione al pubblico.

95 FASI APATOGENE E PATOGENE DEL SIMBIONTE:
Ad ogni ciclo del SIMBIONTE possiamo quindi dire che corrispondono fasi piccolissime apatogene dalle quali possono svilupparsi fasi patogene di dimensioni maggiori coincidenti in molti casi con batteri, funghi, etc.

96 Riassumendo i concetti base: Malattia: disturbo della simbiosi con aumento delle forme ad alta valenza. Per riequilibrare la simbiosi è necessario: ritornare alle forme a bassa valenza degradando le forme patogene……..

97 QUALI PATOLOGIE TRATTARE CON GLI ISOTERAPICI:
DISBIOSI INTESTINALI INFEZIONI ACUTE INFEZIONI CRONICHE O RECIDIVANTI  MALATTIE CIRCOLATORIE / METABOLICHE MALATTIE DEL SISTEMA IMMUNITARIO Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

98 REGOLE PRINCIPALI DELLA TERAPIA SANUM SECONDO IL PROF. ENDERLEIN
• attivare tutte le possibilità escretive, quali: intestino, respiro, cute. • provocare una reazione, cioè terapia stimolante con preparati batterici secondo lo stato di salute del paziente. • aspettare la reazione (riduzione dei sintomi?). Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

99 • ripetere molte volte la terapia, se necessario.
• non aumentare la potenza o il dosaggio fintanto che quelli in uso continuano ad essere efficaci. I dosaggi non necessari causano un’aumentata produzione di prodotti tossici di scarto. • lasciare che l’organismo abbia tempo di reagire, soprattutto nelle malattie croniche. • se i sintomi iniziano a scomparire, estendere gli intervalli della terapia. • ripetere molte volte la terapia, se necessario. Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

100 Come per per altre modelli terapeutici, anche con SANUM si
BLOCCHI DELLA TERAPIA Come per per altre modelli terapeutici, anche con SANUM si possono verificare blocchi nell’evoluzione degli effetti terapeutici che creano una situazione in cui nulla sembra funzionare. I blocchi della terapia sono in genere espressione del sistema neuro vegetativo e, di conseguenza, di tutti i tessuti regolati da questo sistema. Gli effetti dei rimedi biologici eD i processi di guarigione vengono in tal modo alterai o interrotti. Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

101 Principali blocchi terapeutici nella pratica clinica:
Blocchi della colonna vertebrale: (blocco fisico causato da malposizione di una vertebra) Terapia: chiropratica, agopuntura e altri metodi di correzione 2. Blocchi “energetici”: (segnali possono esseremani, piedi, ventre e natiche freddi) Terapia: neuralterapia, agopuntura, massaggi, energetica psicosomatica e altre terapie…..) Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

102 3. Blocchi causati da medicina convenzionale: (vaccini, farmaci, chemioterapia, ormoni, ecc.)
Terapia: SANUKEHL, nosodi contro la causa specifica (una causa importante per esempio è il cortisone. Trattare con SANUKEHL Pseu) Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

103 Terapia: neuralterapia o altri metodi
4. Blocchi causati da metalli tossici: (acqua inquinata da piombo o altri metalli, monili e gioielli, amalgame per otturazioni, ecc.) Terapia: escrezione mediante protocollo detossificante per metalli pesanti 5. Blocchi causati da problemi sottostanti: (cicatrici, tonsillite, seni paranasali, noduli, ecc.) Terapia: neuralterapia o altri metodi Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

104 Terapia: rettifica di tutti i problemi dentali (risanamento dentale):
6. Blocchi causati dai denti: (amalgame o altri metalli, compreso l’oro, canali radicolari e denti devitalizzati). Terapia: rettifica di tutti i problemi dentali (risanamento dentale): - rimozione delle amalgame. - sostituzione con materiale ceramico - rimozione dei denti devitalizzati e trattati nelle radici 7. Blocchi causati da fattori psicologici: Esempio di terapia: modelli terapeutici psicoterapici. Dr Flavio Tonello Scuola Omeopatia Classica Dulcamara - Faculty Of Homeopathy Of The United Kingdom

105 CASO CLINICO 1 Donna di 19 anni
©Dott.ssa Paola Furgani CASO CLINICO 1 Donna di 19 anni Sei mesi prima candida vaginale trattata con Diflucan ed ovuli Da allora prurito e bruciore vaginale Attualmente tampone vaginale negativo Meteorismo intestinale, alvo tendenzialmente stitico Intolleranza a latticini e vino Otturazioni in amalgama: 4

106 CASO CLINICO 1 TERAPIA I FASE (primi 30-40 giorni)
©Dott.ssa Paola Furgani CASO CLINICO 1 TERAPIA I FASE (primi giorni) Dieta ipoproteica e basificante Bicarbonati Ripristino funzionalità intestinale Dieta e terapia disbiosi intestinale Exmykehl supp. 3/sett. prima per via rettale poi vaginale Lavande con bicarbonato

107 CASO CLINICO 1 TERAPIA II FASE (successivi 2 mesi)
©Dott.ssa Paola Furgani CASO CLINICO 1 TERAPIA II FASE (successivi 2 mesi) Proseguire dieta modificata, basificazione, drenaggio… Simbiosi di base alternata con cura disbiosi Citrokehl 20 gocce 2/dì Exmykehl supp. 2/sett. Introdurre Utilin e Recarcin caps. 1/sett. Sanukehl Cand e Coli opp. Salm 1/dì a giorni alterni RISANARE LE AMALGAME + Zinco ev. Selenio

108 CASO CLINICO 2 Donna di 45 anni
©Dott.ssa Paola Furgani Donna di 45 anni ARTRITE REUMATOIDE da 8 anni in terapia con Clorochina, Metotrexate e FANS Si presenta all’osservazione con tumefazione ai polsi dx >sn, dolore, limitazione funzionale e senso di calore Operata a 35 anni di deviazione bilio-pancreatica per obesità Alvo 3-4/dì con feci molli-diarroiche Denti: numerose cure canalari. Alcuni denti risultano positivi ai test energetici

109 CASO CLINICO 2 TERAPIA I FASE (primi 30-40 giorni)
©Dott.ssa Paola Furgani CASO CLINICO 2 TERAPIA I FASE (primi giorni) Dieta ipoproteica e basificante Sanuvis 30 gocce/dì e Citrokehl 30 gocce/dì Drenaggio mesenchimale e degli emuntori in deficit Disinfezione intestinale (es. Clorofilla o Veratrum Homaccord) Bicarbonati appena diminuisce la diarrea Antinfiammatori omeopatici o fitoterapici o EFA Notakehl 2/dì per 10 giorni poi Dieta e terapia disbiosi intestinale

110 TERAPIA II FASE (successivi mesi)
©Dott.ssa Paola Furgani TERAPIA II FASE (successivi mesi) Proseguire dieta modificata, basificazione, drenaggio… Simbiosi di base alternata con cura disbiosi o Notakehl Citrokehl 20 gocce 2/dì Antinfiammatori omeopatici o fitoterapici o EFA Introdurre Utilin, Latensin, Utilin S caps. 1/sett. Sanukehl Acne e/o Brucel o Coli o Salm o Myc 1/dì a giorni alterni TRATTAMENTO FERITE E FOCI Arokehlan A 1/dì + NOSODI specifici 1/sett. es. Bacterium Coli o Salmonella Typhi o Paratyphi o Tonsillitis Nosode o Polyarthritis Nosode Injeel o nosodi dentali


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