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I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE DELLA PROVINCIA DI TREVISO

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Presentazione sul tema: "I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE DELLA PROVINCIA DI TREVISO"— Transcript della presentazione:

1 I BISOGNI DELLA POPOLAZIONE DELLA PROVINCIA DI TREVISO
Principali evidenze e grado di copertura Treviso, 7 novembre 2011

2 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
2 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

3 DINAMICHE DEMOGRAFICHE
EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE IN VENETO 3 I comuni che hanno conosciuto i maggiori tassi di crescita in Veneto sono stati quelli della fascia centrale tra le province di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso. Attualmente, nella fascia centrale della popolazione vivono circa 3 milioni 840 mila abitanti, pari al 78% dei residenti del Veneto. Dal 1961 ad oggi, la popolazione dell’area è cresciuta del 41%, ovvero di oltre 1 milione di persone. Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni ( ) e rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2010).

4 Nota: popolazione al 1 gennaio.
DINAMICHE DEMOGRAFICHE EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE NELLE PROVINCE A livello provinciale Belluno e Rovigo vedono una diminuzione della popolazione negli anni ‘70, ‘80 e ‘90. Solo negli anni duemila si inverte la tendenza con tassi leggermente crescenti. Superiori alla media regionale sono le variazioni delle province di Treviso, Vicenza, Verona e Padova. Nota: popolazione al 1 gennaio. Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni ( ) e rilevazione annuale sulla popolazione residente (Demo-Istat 2010).

5 DINAMICHE DEMOGRAFICHE
EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE A TREVISO Var.% della popolazione residente nei comuni della provincia di Treviso. La crescita della popolazione a Treviso si è concentrata nelle aree attorno alla cintura cittadina, lungo l’asse autostradale (A27), nell’area di Castelfranco e ad Asolo e Montebelluna nella zona pianeggiante. Treviso Pordenone Vittorio Veneto Conegliano Susegana Castelfranco Veneto Montebelluna Mogliano Veneto Autostrade Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni ( ) e rilevazione annuale sulla popolazione residente (Demo-Istat 2010).

6 DINAMICHE DEMOGRAFICHE
LA POPOLAZIONE STRANIERA La crescita demografica dell’ultimo decennio è stata trainata dalla componente immigrata. A Treviso tra il 2002 e il 2010, a fronte di una cresci-ta del 3,2% degli italiani, gli stranieri sono più che raddoppiati. L’incidenza della popolazione straniera è passata dal 4,5% del 2002 all’11,2% del 2010. Le aree di Asolo e Opitergino –Mottese vedono le incidenze maggiori L’incidenza provinciale supera quella regionale (9,8%) e nazionale (7%) Nota: popolazione al 1 gennaio. Fonte: elaborazioni su dati Istat (Demo-Istat 2002 e 2010).

7 Susegana, Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia
DINAMICHE DEMOGRAFICHE LA POPOLAZIONE STRANIERA Incidenza degli stranieri per comune nella provincia di Treviso. Anno 2010. Presentano una forte presenza straniera gran parte dei comuni dell’area Opitergino-Mottese, l’area asolana e i comuni di Susegana e Pieve di Soligo. Susegana, Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia Comuni area Asolo Opitergino-Mottese Nota: popolazione al 1 gennaio. Fonte: elaborazioni su dati Istat (Demo–Istat).

8 Fonte: elaborazioni su dati Istat.
DINAMICHE DEMOGRAFICHE SCENARI FUTURI L’evoluzione della popolazione provinciale indica un progressivo calo della componente italiana (-0,2% annuo tra il 2015 e il 2020) e una crescita media annua dei residenti stranieri del 3%. Nota: popolazione al 1 gennaio; lo scenario evolutivo della popolazione è ipotizzato di tipo tendenziale cioè nell’ipotesi che i flussi migratori mantengano in futuro le tendenze attuali. Fonte: elaborazioni su dati Istat.

9 Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici territoriali.
DINAMICHE ECONOMICHE LA CRESCITA DEL VALORE AGGIUNTO La ricchezza prodotta cresce a Treviso in linea con la regione (o più veloce) e superiore al dato nazionale. Forte contrazione nel 2009. Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici territoriali.

10 Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici territoriali.
DINAMICHE ECONOMICHE LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE A partire dalla seconda metà degli anni ’90, l’occupazione del Veneto e Treviso è sempre cresciuta, a tassi generalmente superiori al dato nazionale e per Treviso anche al valore aggiunto. Fonte: elaborazioni su dati Istat – Conti economici territoriali.

11 DINAMICHE ECONOMICHE LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE In tutto il nord est l’industria in senso stretto cresce gli addetti fino al 2001, poi vive un processo di trasformazione che la porta ad essere più competitiva. In Italia la diminuzione era partita già dagli anni ‘80. Prima della crisi edilizia e servizi erano in costante crescita. Nota: la voce Servizi Privati esclude le attività descritte dai codici L (pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria) a Q (Organizzazioni e organismi extraterritoriali) dell’ATECO 91. Per il ATECO 2007 Fonte: elaborazioni su dati Istat – Censimento Industria e Servizi e Asia

12 DINAMICHE ECONOMICHE LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE Analizzando i dati in aggregato si nota come la dimensione media di impresa sia progressivamente calata. Disaggregando per settore, tuttavia, emerge che: sia nell’industria in senso stretto che nei servizi le dimensioni medie crescono nel tempo. Dagli anni ‘90 il Veneto e Treviso hanno una dimensione media superiore a quella italiana, grazie al comparto industriale. Nota: la voce Servizi Privati esclude le attività descritte dai codici L (pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria) a Q (Organizzazioni e organismi extraterritoriali) dell’ATECO 91. Per il ATECO 2007 Fonte: elaborazioni su dati Istat – Censimento Industria e Servizi e Asia

13 DINAMICHE ECONOMICHE EVOLUZIONE DEL MANIFATTURIERO: LE CLASSI DI ADDETTI La provincia di Treviso si caratterizza per la presenza di piccole-medie imprese (10-249) industriali con alcune specificità locali. 1.Opitergino-Mottese e Quartier del Piave vedono una quota rilevante di medie imprese (50-249), Treviso sud-est e nord-ovest di piccole imprese (10-49), Treviso comune di micro o grandi imprese. 2. L’area di Conegliano mostra un graduale aumento della concentrazione degli addetti in imprese tra i 10 e i 249 addetti. 3. L’Opitergino–Mottese sintentizza un andamento abbastanza comune nella Marca: incremento degli addetti nella classe Treviso comune evidenzia una diminuzione della dimensione verso la micro impresa. 5. Asolo e Vittorio Veneto aumentano gli occupati nella classe con più di 250 addetti. Nota: (a) i dati si riferiscono agli addetti alle unità locali di imprese e non comprendono istituzioni pubbliche e non profit. Fonte: elaborazioni su dati Istat (Censimento industria e servizi per il 1991 e il 2001 e archivio ASIA per il 2007).

14 Fonte: elaborazioni su dati Istat (archivio ASIA 2007).
DINAMICHE ECONOMICHE ADDETTI PER MACRO SETTORE E TERRITORIO Al 2007 Treviso conta circa 332 mila addetti (38% sulla popolazione). In termini assoluti le aree di Conegliano e Treviso sud-est vedono una presenza di addetti superiore a 40 mila unità. Rapportando gli addetti agli abitanti, l’area Opitergino-Mottese mostra la maggior concentrazione: 45 addetti ogni 100 abitanti. Seguono Treviso comune (44) e Conegliano (42). Nota: (a) i dati si riferiscono agli addetti alle unità locali di imprese e non comprendono istituzioni pubbliche e non profit. Fonte: elaborazioni su dati Istat (archivio ASIA 2007).

15 Fonte: elaborazioni su dati Istat (archivio ASIA 2007).
DINAMICHE ECONOMICHE ADDETTI PER MACRO SETTORE E TERRITORIO Gran parte delle aree, ad eccezione di Treviso (comune, est ed ovest), vedono la prevalenza degli addetti nelle attività manifatturiere. Si possono però osservare alcune specificità in base alla composizione degli addetti: Opitergino-Mottese e Quartier del Piave vedono oltre il 50% degli addetti nella manifattura. Seguono Asolo, Conegliano e Vittorio Veneto con una quota attorno al 47%; Asolo, Castelfranco Veneto e Treviso ovest sono aree legate al settore edile; Treviso (comune, ovest ed est) per commercio all’ingrosso, trasporti e comunicazioni; Montebelluna per i servizi alla produzione tradizionali (attività finanziarie e immobiliari); Treviso comune vede una forte concentrazione di tutti gli addetti nei settori del terziario, con al primo posto i servizi innovativi seguiti dal commercio al dettaglio e dalle attività del tempo libero. Nota: (a) i dati si riferiscono agli addetti alle unità locali di imprese e non comprendono istituzioni pubbliche e non profit. Fonte: elaborazioni su dati Istat (archivio ASIA 2007).

16 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
16 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

17 FAMIGLIA Diventa più frequente la figura del single Più di una famiglia veneta su quattro è costituita da un solo componente e il peso di questa tipologia familiare va crescendo nel tempo. In Veneto si contano 50mila nuclei monogenitore con figli minori costituiti nel 94% dei casi da madri sole. Veneto. Famiglie per numero di componenti e tipologia. Media (su cento famiglie) anni e Diminuisce l’incidenza degli anziani tra chi vive da solo. Il 64% delle 800mila coppie con figli ha figli minori. un solo figlio 58% due figli 35% almeno 3 figli 7% Fonte: Istat (2010), Famiglia in cifre comprendono anche le famiglie con membri isolati comprendono famiglie con membri isolati e con più nuclei

18 FAMIGLIA Cresce la presenza degli anziani in famiglia Le famiglie con anziani sono di più di quelle con minori. In Veneto le prime sono più del 35% e il loro peso va aumentando. Le famiglie con almeno un minore non raggiungono invece il 29% e la loro quota sta diminuendo. Veneto. Famiglie con anziani, famiglie con bambini per alcune tipologie. Media (su cento famiglie) anni e Nel 18% delle famiglie venete vive almeno un anziano di 75 anni e più. In oltre il 10% dei casi tutti i componenti hanno almeno 75 anni d’età. Sono quasi inesistenti le famiglie che hanno tra i loro componenti sia anziani che minori. Fonte: Istat (2010), Famiglia in cifre

19 SPESA La maggiore quota di spese è assorbita dall’abitazione, seguita da alimentazione e trasporti A seguire il complesso di altri beni e servizi che comprende pasti e consumazioni fuori casa, cura della persona, viaggi e onorari per professionisti. Veneto. Spesa media mensile familiare per categoria di consumo. Anno 2009 (in euro) La maggior parte delle famiglie residenti in Veneto possiede una casa in proprietà (78%). Poco più del 14% paga un affitto mentre il restante 7% gode dell’abitazione a titolo gratuito o ne è usufruttuario. Tra le famiglie proprietarie dell’abitazione, poco meno di una su quattro ha un mutuo da pagare. Veneto. Famiglie per titolo di godimento dell'abitazione (per 100 famiglie) Fonte: Istat (2010), Famiglia in cifre Nel Nord-est il canone medio mensile di locazione pagato nel 2009 dalle famiglie in affitto è di 402 euro mentre la rata media mensile pagata per mutui dalle famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono è di 531 euro. Fonte: Istat (2011), I consumi delle famiglie. Anno 2009

20 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
20 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

21 INFANZIA Cresce il peso dei bambini sulla popolazione In provincia di Treviso i bambini con un’età compresa tra 0 e 10 anni sono 100 mila. Nell’ultimo decennio è andato crescendo il loro peso sulla popolazione complessiva per giungere a poco più dell’11% nel Entro i primi 10 anni d’età quasi un bambino su cinque è straniero. Popolazione residente in provincia di Treviso da 0 a 10 anni per fasce d’età. Anni 2001 e 2010 Popolazione straniera residente in provincia di Treviso da 0 a 10 anni per fasce d’età. Anno 2010 Il bacino potenziale di utenza del servizio di nido d’infanzia è costituito da 28mila bambini e la stessa dimensione assume quello della scuola d’infanzia. La presenza di bambini stranieri è più elevata tra i più piccoli. Fonte: elaborazione dati Istat

22 INFANZIA I servizi per la prima infanzia vengono utilizzati da circa il 18% dei bambini della Marca Sono oltre un centinaio le strutture che erogano servizi per la prima infanzia (0-2 anni) in provincia di Treviso, il 17% di quelle attive in Veneto e ospitano il 16% degli iscritti in regione. Servizi per la prima infanzia attivi nel Veneto per tipologia e provincia. Anno 2010 Retta media per i servizi prima infanzia in Veneto. Anno 2010 Fonte: ONGF – Banca dati regionale dei servizi per la prima infanzia

23 INFANZIA La fascia di bambini tra i 3 e i 5 anni è adeguatamente coperta dalle strutture attuali Per l’anno scolastico 2008/2009, in provincia di Treviso erano attive oltre 300 scuole per l’infanzia frequentate da quasi 26mila bambini dai 3 ai 5 anni d’età. Come per il resto della regione si presenta un grado di copertura del servizio prossimo al 100%. Scuole dell’infanzia e numero di iscritti in Veneto. Anno scolastico 2008/2009 1.192 sono le scuole venete per l’infanzia non statali con circa 108mila posti disponibili e 93mila bambini iscritti (68%) Fonte: ONGF su dati MIUR Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto

24 INFANZIA Il fabbisogno di servizi innovativi per l’infanzia e i bambini in età scolare Le esigenze di cura non riguardano solo i bambini piccoli, ma anche quelli in età scolare. A tal proposito l’indagine (già citata) condotta nel 2010 in un territorio adiacente alla provincia di Treviso, e a questa estensibile, offre alcune indicazioni rapportate alle età del minore: Età 0-2 Si segnala l’esistenza di spazi possibili per esperienze innovative e ancora poco diffuse, come i nidi famiglia, il ricorso ad elenchi comprensoriali di babysitter a domicilio o alla figura delle educatrici domiciliari. 3-5 Per questa fascia d’età vi è meno interesse verso forme di servizio alternative, in quanto il sistema delle scuole d’infanzia viene ritenuto adeguato. Tuttavia, la necessità di ricorrere alla collaborazione di parenti oltre alla scuola d’infanzia lascia spazio allo sviluppo dell’attuale tendenza ad offrire non risposte settoriali ma menu di soluzioni integrate e flessibili. 6-10 In questo caso la necessità si sposta verso i servizi pomeridiani, che garantiscano non solo la custodia ma possibilità di socializzazione e relax, con una forte componente ludica e relazionale che prevede gruppi numerosi di coetanei. 11-13 A questa fascia d’età è associata la necessità di servizi ad hoc, non tanto di accudimento quanto invece legati alla presenza di spazi sicuri in cui i ragazzi possano socializzare in maniera libera e non strutturata. La richiesta è quindi di percorsi educativi e formativi specifici. Fonte: Donneeuropee (2010), Politiche innovative a sostegno dei mutamenti della famiglia

25 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
25 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

26 ANZIANI Si rileva una forte crescita della popolazione anziana La componente anziana della popolazione è in forte crescita. Nell’ultimo decennio è aumentata ad un ritmo quasi doppio rispetto al complesso della popolazione provinciale. Se nel 2001 il 16,3% dei residenti nella Marca aveva più di 65 anni, nel 2010 gli anziani sono ormai 157mila, ossia il 17,7%. Nello stesso periodo il numero di grandi vecchi (oltre i 75 anni d’età) è cresciuto del 30%. Anziani residenti in provincia di Treviso. Anni 2001 e 2010 Indicatori relativi agli anziani. Provincia di Treviso. Anni 2001 e 2010 All’aumentare della quota di anziani si accompagna un innalzamento dell’indice di dipendenza anziani ossia del carico della popolazione anziana su quella in età lavorativa. Fonte: elaborazioni su dati Istat

27 SALUTE L’evoluzione della struttura demografica della popolazione determina variazioni nella struttura dei bisogni sociosanitari I bisogni di salute definiti dal Piano socio sanitario della regione Veneto fanno riferimento ad una dinamica di continuo miglioramento delle condizioni di salute della popolazione residente la quale, tuttavia, va incontro ad un rapido e marcato invecchiamento. I principali bisogni sanitari sono legati a: la salute nell’area materno infantile ossia tutela della gravidanza e del parto; promozione della salute per i bambini e gli adolescenti; potenziamento dell’attività diagnostica; riabilitazione e integrazione comunitaria dei minori disabili; le fasce di età più avanzate ed in particolare della frazione affetta da disabilità cercando di prevenire e limitare la perdita di funzionalità fisica; le grandi patologie: malattie oncologiche, malattie cardiovascolari, diabete e malattie respiratorie; la tutela della salute mentale; le dipendenze connesse a particolari stili di vita; le malattie rare; le malattie terminali: cure palliative e lotta al dolore; la sanità veterinaria; i riflessi dell’ambiente sulla salute.

28 Il ricorso alle cure odontoiatriche tra la popolazione del Veneto
SALUTE Il ricorso alle cure odontoiatriche tra la popolazione del Veneto Persone di 3 anni e più che hanno fatto ricorso nell’ultimo anno a un dentista o ortodontista per regione . Anno 2005 Secondo l’ultima indagine Istat sul ricorso alle cure odontoiatriche, la metà della popolazione del Veneto risultava aver fatto ricorso nell’ultimo anno a cure odontoiatriche. Una quota tra le più elevate in Italia. Persone di 3 anni e più che hanno fatto ricorso nell’ultimo anno a un dentista o ortodontista con spesa totalmente a carico della famiglia. Anno 2005 L’86% delle persone che in Veneto fanno ricorso a dentisti o ortodontisti, per la spesa gravano interamente sulla famiglia. Il ricorso alle cure in regime convenzionato è limitato e anche più contenuto di quello medio calcolato per il totale degli italiani.. Fonte: Istat (2008), Il ricorso alle cure odontoiatriche e la salute dei denti in Italia, Statistiche in breve..

29 SALUTE Tra le spese per beni e servizi sanitari, le cure odontoiatriche rappresentano quelle più onerose. Le famiglie del Nord-est che nel 2009 hanno fatto ricorso a cure odontoiatriche hanno speso in media 392 euro il mese. Spesa media mensile effettiva sostenuta dalle famiglie del Nord-est per l’acquisto di beni e servizi sanitari. Anno 2009 (in euro) Medicinali 89,60 Termometri, siringhe, ecc. 38,79 Medici generici e specialisti 110,74 Dentista 392,24 Infermieri, fisioterapisti, ginnastica correttiva 135,63 Analisi cliniche 52,71 Esami radiologici, ecografie, elettrocardiogramma 66,36 Per l’assicurazione vita e malattie nel Nord-est la spesa media familiare è di poco superiore ai 28 euro al mese e sale oltre i 35 euro nel caso di famiglie di lavoratori dipendenti nel ruolo impiegatizio o dirigenziale. Fonte: Istat (2011), I consumi delle famiglie. Anno 2009 Indagine Inail sulla popolazione dipendente. Tipologia di assicurazione integrativa posseduta. Anno 2005 Propensione alle assicurazioni integrative Un’indagine Inail sulla popolazione dipendente indicava che nel 2005 solo una persona su tre era in possesso di un’assicurazione integrativa. La tipologia più diffusa era l’assicurazione sulla vita (72%), a seguire l’assicurazione infortuni (50%) e quella integrativa della pensione (46%). Fonte: Indagine Inail sulla popolazione dipendente (2005)

30 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
30 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

31 INDAGINI Protezione dei rischi e assicurazione in cima alle istanze di welfare della popolazione dipendente Emerge che i timori più diffusi tra la popolazione (soprattutto nell’area del lavoro dipendente) sono connessi a rischi quali la perdita dell’integrità fisica o delle condizioni materiali. Questi timori richiamano la salienza delle tematiche di welfare inteso in particolare in termini assicurativi (assicurazione dai rischi). A conferma di ciò sta la marcata preferenza accordata dai lavoratori dipendenti a soluzioni assicurative (65%), tra i possibili bonus aziendali. Quali tra i seguenti eventi la preoccupano maggiormente? Se la sua azienda, oltre allo stipendio, le offrisse un bonus, quale sceglierebbe? Nel 77% dei casi la preferenza è data all’assicurazione integrativa della pensione Fonte: Indagine Inail sulla popolazione dipendente (2005)

32 INDAGINI Una conferma delle priorità in termini di iniziative di welfare Un’indagine presso una grande azienda del Nord Italia rivela, allo stesso modo, come le iniziative di maggiore interesse riguardino le forme di assistenza sanitaria e l’assistenza a familiari non autosufficienti. Le prime 10 iniziative per voto ricevuto (su una scala da 1 a 10) sono risultate: Iniziativa Voto Convenzioni con strutture specialistiche e ospedaliere 8,9 Potenziamento assistenza sanitaria integrativa Convenzioni per mutui a tassi agevolati 8,8 Campagne per la prevenzione sanitaria 8,7 Centro di medicina specialistica in azienda 8,6 Convenzioni con strutture di assistenza h24 per persone non autosufficienti Agevolazioni/convenzioni per servizi di assistenza per persone non autosufficienti con personale convenzionato 8,5 Carrello della spesa alimentare 8,4 Convenzioni con strutture di assistenza diurna per persone non autosufficienti 8,3 Visite di prevenzione dentistica 8,2

33 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
33 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

34 UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’
DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Analisi delle buone pratiche di altre realtà territoriali ed aziendali: una tassonomia degli interventi realizzati Emergono una serie di proposte di interventi di welfare aziendale che possono essere classificate secondo la seguente tipologia: Criterio di classificazione Classe Platea di beneficiari Gruppi di lavoratori Con questa categoria si connotano le iniziative in relazione al fatto che esse siano destinate a gruppi definiti di lavoratori oppure che siano estendibili a tutta la popolazione lavoratrice presente in una data azienda. Tutti i lavoratori Breve Il “periodo di durata” dà conto del fatto che l’intervento proposto si esaurisca nel breve periodo (come ad esempio può esserlo l’attribuzione ad un lavoratore di un buono benzina) oppure nel lungo (ad esempio, la stipula di una assicurazione sanitaria integrativa). Periodo di durata Lungo Destinatari finali Lavoratore In questo caso, si connotano le iniziative in relazione al fatto che esse siano destinate solo al singolo lavoratore presente in azienda oppure estese a tutta la sua famiglia. Famiglia Dimensione dell’intervento Piccola Infine, le iniziative di welfare aziendale possono essere classificate in relazione alla dimensione dell’intervento, ossia al peso del trasferimento tra azienda e lavoratore. Grande

35 Principali iniziative riguardanti la gestione familiare
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la gestione familiare Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento …in particolare, destinati a lavoratori con figli piccoli o in età scolare: Asilo nido aziendale Contributo copertura retta asilo nido o scuola materna Centri estivi in periodi di chiusura delle scuole (oltre al periodo estivo) Servizio di dopo scuola, aiuto compiti Agevolazioni o convenzioni di baby sitter Servizi di appoggio tagesmutter Convenzioni o agevolazioni con servizi di ristorazione per bambini/ragazzi Agevolazioni/contributi per servizi di trasporto per bambini/ragazzi Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

36 Dimensione dell’intervento
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la gestione familiare Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento …in particolare, destinati a lavoratori con figli piccoli o in età scolare: Convenzioni/agevolazioni con strutture sportive/culturali per bambini o ragazzi in età scolare Agevolazioni o convenzioni viaggi studio all’estero per ragazzi in età scolare Organizzazione sportello formativo-lavorativo per ragazzi alla scelta della scuola superiore o dell’istruzione universitaria Creazione di parcheggi “rosa” riservati alle dipendenti (più vicini, veloci e sicuri) Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

37 Principali iniziative riguardanti la gestione familiare
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la gestione familiare Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento …in particolare, destinati a lavoratori con familiari disabili o anziani a carico: Agevolazioni o convenzioni per servizi di assistenza a persone non autosufficienti con personale convenzionato Agevolazioni o convenzioni per fornire personale di appoggio a persone anziane autosufficienti (ad es. fare la spesa, accompagnamento in ambulatori medici in orario di lavoro) Convenzioni con strutture di assistenza diurna per persone non autosufficienti Sportello informativo per gestione e la compilazione di pratiche per gli aspetti finanziari ed organizzativi di familiari non autosufficienti Agevolazioni e sostegno a lavoratori in uscita/ex-lavoratori Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

38 Principali iniziative riguardanti la gestione familiare
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la gestione familiare Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento …in particolare, con riguardo ad alcuni aspetti che pesano sull’economia familiare: Agevolazioni per realizzare i controlli dell’auto Agevolazioni o convenzioni con strutture di ristorazione Agevolazioni o convenzioni con aziende di trasporto Agevolazioni per abbonamenti in parcheggi vicini all’azienda Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

39 Principali iniziative riguardanti i servizi di cura e prevenzione
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti i servizi di cura e prevenzione Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento Convenzioni con strutture specialistiche e ospedaliere Potenziamento assistenza sanitaria integrativa Campagne per la prevenzione sanitaria Visite di prevenzione dentistica Agevolazioni per visite specialistiche connesse alla tipologia di lavoro svolto Buono per le spese di acquisto occhiali Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

40 Principali iniziative riguardanti il tempo libero
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti il tempo libero Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento Convenzioni con strutture sportive (palestre, piscine etc.) o culturali (cinema, teatri etc.) Agevolazioni o convenzioni per vacanze Convenzioni con negozi del territorio Convenzioni con strutture formative per corsi di lingua straniera Convenzioni con strutture formative per corsi di italiano Permessi per culto o festività non previste dal calendario italiano Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale.

41 Dimensione dell’intervento
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la consulenza ed il supporto finanziario Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento Buono “nascita” Borse di studio per i figli dei dipendenti Buono per l’acquisto di libri di testo scolastici Buono per l’acquisto di prodotti per la prima infanzia (carrozzina, passeggino etc.) Buono da utilizzare per la spesa Buono carburante Buono per manutenzioni veicoli propri Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale .

42 Dimensione dell’intervento
UNA TASSONOMIA DELLE PRIORITA’ DI WELFARE AZIENDALE EMERSE IN ALTRE ESPERIENZE Principali iniziative riguardanti la consulenza ed il supporto finanziario Gruppi di lavoratori Tutti i lavoratori Breve Lungo Lavoratore Famiglia Piccola Grande Platea di beneficiari Periodo di durata Destinatari finali Dimensione dell’intervento Convenzioni per mutui a tassi agevolati per l’acquisto di una casa in proprietà Convenzioni per mutui a tassi agevolati per l’acquisto dell’auto Agevolazioni nella stipula di contratti assicurativi Apertura di uno sportello bancario interno all’azienda Fonte: esperienze maturate in grandi aziende e/o in territori diversi da quello provinciale .

43 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
43 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

44 LE PLATEE DI POSSIBILI DESTINATARI
DELLA CONTRATTAZIONE AZIENDALE Focalizzandosi sulle imprese del settore manifatturiero con più di 10 dipendenti si possono stimare in circa 39mila lavoratori raggiungibili, pari a circa 98 persone. Nota: le stime sono state ottenute ipotizzando che le aziende del territorio abbiano una propensione ai servizi sindacali e alla contrattazione di secondo livello simile a quella delle imprese associate; che tutti i lavoratori abbiano una dimensione familiare pari alla media delle famiglie trevigiane (2,51), ipotesi massima in quanto suppone che gli occupati siano tutti “capofamiglia”. Fonte: elaborazioni su dati di fonte Unindustria Treviso e Asia.

45 Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia
45 INDICE Evoluzione del sistema socio-economico provinciale La famiglia L’infanzia Gli anziani; la salute Alcune indagini sui bisogni Una tassonomia delle priorità di welfare aziendale Le platee di possibili destinatari della contrattazione aziendale Considerazioni di sintesi 2 16 20 25 30 33 43 45

46 Indicazioni di sintesi (1/2)
IN SINTESI Indicazioni di sintesi (1/2) La struttura della famiglia subisce una continua evoluzione che porta ad una maggiore frequenza di nuclei unipersonali, Aumentano inoltre i divorzi e le separazioni. La popolazione della Marca non risulta pienamente soddisfatta dai servizi rivolti alla famiglia. In particolare si ritiene necessario potenziare i servizi per la donna che lavora. Cresce il peso dei bambini sulla popolazione e, in concomitanza con le variazioni subite dalla composizione dei nuclei familiari, aumenta la necessità di servizi flessibili alle diverse situazioni di bisogno. Soprattutto per la fascia d’età 0-2 anni e a partire dalla scuola secondaria di primo grado. L’invecchiamento della popolazione conduce ad una crescente presenza di anziani in famiglia. In un’ottica di conciliazione tra lavoro e famiglia, diventano quindi prioritari anche i servizi agli anziani. Le voci di spesa che incamerano la parte più consistente del reddito sono costituite dalle spese per l’abitazione, l’alimentazione e i trasporti. Tra le spese sanitarie sono le cure odontoiatriche a rivestire il maggior peso con scarso ricorso al servizio sanitario nazionale.

47 Indicazioni di sintesi (2/2)
IN SINTESI Indicazioni di sintesi (2/2) Gli interventi di welfare di tipo assicurativo vanno incontro in modo più preciso a bisogni, esplicitati o meno, della popolazione e - se comunicati correttamente - appaiono meno “paternalisti” e più consoni all’ambito lavorativo e delle relazioni sindacali (riconoscimento del ruolo/del contributo della forza lavoro e remunerazione dei rischi connessi). Le iniziative di welfare mostrano opzioni numerosissime e molto diversificate che consentono di andare incontro alle esigenze della popolazione interessata dagli interventi, in massima parte di sostegno al reddito e quindi erogati in una logica distributiva. Nella logica distributiva potrebbe insorgere un problema di inefficienza nella distribuzione proprio per l’impossibilità di soddisfare i bisogni, molto e sempre più differenziati, di una collettività quale può essere la compagine dei dipendenti di un’azienda. Una soluzione risiede nella scelta a menù tra una serie di opzioni alternative di uguale valore per l’erogatore, ma di interesse variabile per il beneficiario.

48 IN SINTESI Concludendo: l’analisi del territorio provinciale, non diversamente da altre aree del Paese, lascia emergere necessità legate principalmente a: partecipazione femminile al mondo del lavoro in aumento; invecchiamento della popolazione; oltre che per i beni alimentari, forte incidenza delle spese per l’abitazione e i trasporti; maggiore attenzione al benessere psicofisico. quindi gli interventi che appaiono più idonei possono essere riconducibili a: servizi che concilino la vita lavorativa con quella familiare, in particolare agevolazioni e supporto all’assistenza domiciliare degli anziani non autosufficienti e potenziamento e differenziazione dei servizi all’infanzia; agevolazioni per iniziative di impiego del tempo libero che possano condurre ad un miglioramento dello stato psicofisico dei lavoratori; agevolazioni finanziarie per sostenere spese inerenti aspetti sanitari e logistici (dai trasporti all’abitazione) della vita del lavoratore.

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