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Appunti di una visita nell’insospettato regno verde

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Presentazione sul tema: "Appunti di una visita nell’insospettato regno verde"— Transcript della presentazione:

1 Appunti di una visita nell’insospettato regno verde
La flora dei Nebrodi Appunti di una visita nell’insospettato regno verde

2 Abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis)
La flora dei Nebrodi Abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis) Improprio il nome di questo Abete dovuto all’antica denominazione delle catene montuose siciliane. Si rinviene sulle Madonie in soli 30 esemplari circa. Simile sotto certi aspetti (coni più corti di ¼ e aghi non pettinati e più brevi “arvulu cruci cruci”) all’abete bianco (Abies alba)

3 Il territorio Nebrodi, antica Val Demone tra i Peloritani e le Madonie. Confini: mar tirreno (nord), torrente Novara (est), fiumara di Pollina (ovest), fiumi Simeto-Alcantara e vulcano Etna (sud). Monti: lunghezza 70 Km direzione est-ovest, cima più alta Monte Soro (1837 m). Fiumare: versante nord Zappulla (25 Km), versante sud Simeto ( Km), Flascio (endoreico). Laghi: i più estesi sono il Biviere di Cesarò tra i naturali, Ancipa tra quelli artificiali, il Trearie posto a 1419 m è il più alto della Sicilia.

4 La Sicilia dal satellite

5 Il Clima Diverso dal resto della Sicilia. I Nebrodi,a ridosso del Tirreno (versante nord), determinano una maggiore quantità annuale di precipitazioni (oltre 600 mm sulla costa, 800 mm nella bassa collina, 1000 mm nell’alta collina, 1200 mm sulle cime più alte) rispetto al loro versante sud (Cesarò 1000 m s.l.m. registra circa 785 mm). Le precipitazioni sono concentrate in autunno-inverno e sporadiche in estate. Sui versanti esposti a nord si ha la nebbia che, continua e persistente, favorisce la presenza di nuclei di vegetazione extrazonali (ad es. il faggio). Le temperature più basse si hanno in inverno con medie annue variabili (16-17°C sulla costa, 12-13°C in collina, 9-10 °C in montagna). La temperatura minima registrata in assoluto è -17,4°C a Floresta.

6 Riserva naturale “laguna di marinello”

7 La vegetazione della fascia litoranea
All’interno della riserva “Laguna di Marinello-Tindari” è possibile osservare: Piante alofite Piante palustri Piante rupicole.

8 La vegetazione della fascia litoranea
piante alofite Si tratta di piante dotate di elevata resistenza alla salinità del suolo. Capaci di catturare e conservare la scarsa acqua presente. Sui loro peli radicali sono stati misurati valori di pressione osmotica superiori a 100 atm. Hanno sviluppato foglie piccole e coriacee, rivestite di cere e peli, gli stomi sono affossati e protetti anch’essi da peli; alcune di esse perdono le foglie in estate. Sono sensibili al disturbo esercitato dalla pressione antropica. Gli adattamenti che hanno sviluppato impediscono a queste piante di attecchire altrove.

9 La vegetazione della fascia litoranea Alofite
All’inizio del sentiero è possibile osservare praterie estese di Barboncino Mediterraneo (Hyparrhenia hirta) , graminacea cespitosa, si insedia su suoli sciolti da 0 a 600 m slm. Queste praterie si sviluppano nella parte più interna del litorale sabbioso.

10 La vegetazione della fascia litoranea Alofite
Barbone a due spighe (Andropogon:barba d’uomo distachyus:infiorescenza formata da due spighette appaiate): graminacea alta da 30 a 90 cm, si insedia su zone soleggiate e calcaree. si nota in primavera quando le altre piante non sono ancora molto sviluppate.

11 La vegetazione della fascia litoranea Alofite
Papavero cornuto (Glaucium flavum): Fiori: gialli o aranciati a 4 petali, gli steli se spezzati emettono un lattice denso, giallo, a quanto pare velenoso. Foglie: lunghe fino a 35 cm, leggermente pelose, capsule lisce e lunghe fino a 30 cm spesso incurvate (da cui il nome “cornuto”). In Francia ed in alcuni paesi asiatici è considerata una pianta medicinale, tossifuga, ipnotica e sedativa. Per uso esterno il suo lattice giallastro si usa su piaghe e ulcere.

12 La vegetazione della fascia litoranea Alofite
Euforbia marittima (Euphorbia paralis): Suffrutice (pianta perenne con fusto legnoso alla base), dotata di un lattice bianco appiccicoso che fuoriesce a gocce in caso di ferita al fusto o alle foglie, alta da 20 a 50 cm. Cespugliosa, glabra con foglie acute da lanceolate ad ellittiche, il frutto è una capsula verrucosa e solcata. Si adatta bene sulle dune sabbiose poco disturbate.

13 La vegetazione della fascia litoranea Alofite
Cardo-pallottola vischioso (Echinops spinosissimus): Erbacea perenne, spinosa, della famiglia delle composite, alta fino a 60 cm, con fusto eretto, robusto, striato con pubescenza biancastra e peli ghiandolari rosso-bruni che gli conferiscono una certa vischiosità. Foglie: cm a lamina pubescente, con robuste spine lunghe 1-3 cm. Fiori: ermafroditi, si sviluppano su un’infiorescenza sferica di tipo composto misurante 5-6 cm di diametro dotata di spine sporgenti. Fioritura in giugno-luglio. In Italia si trova solo nell’area tra Milazzo e Patti (ME).

14 La vegetazione della fascia litoranea
Piante palustri Piante che vivono in zone umide oppure immerse in pochi centimetri d'acqua.

15 La vegetazione della fascia litoranea Palustri
Erba da chiozzi spiralata (Ruppia cirrhosa): Cresce dentro le paludi salmastre. Molto rara in Sicilia, vive completamente sommersa dall’acqua nelle lagune di Marinello. Può essere radicante o natante, perenne, alta da 10 a 40 cm con fusti allungati e ramosi, un po’ zig-zaganti in alto, flaccidi con foglie larghe 1 mm e lunghe 5-10 cm. Fiorisce,su un dritto peduncolo di 2-4 cm, da maggio a settembre. Frutto ovoide con rostro apicale. La pianta sembra gradita ad alcune specie di anatre. E’ detta anche Fieno di mare

16 La vegetazione della fascia litoranea Palustri
Cannuccia palustre (Phragmites australis) Cresce Lungo le sponde delle lagune costituendo delle cinture vegetative. Graminacea che raggiunge i 4 m di altezza, foglie laminari lunghe da 15 a 60 cm e larghe da 1 a 6 cm, pannocchia bruna lunga fino a 40 cm, fiorisce da giugno ad ottobre. Diffusa in ambienti d’acqua dolce o moderatamente salati, vigorosa, si propaga per mezzo dei rizomi che possono raggiungere i 10 m di lunghezza ma anche con stoloni. Cresce semisommersa o galleggiante.Nei corsi d’acqua a lento scorrimento si comporta come pianta da sponda. E’usata per fare stuoie e cannicci, nonché per l’alimentazione del bestiame e come materiale da lettiera nelle stalle.

17 La vegetazione della fascia litoranea Palustri
Giunco pungente (Juncus acutus) Vive lungo i margini delle lagune ove non si ha ristagno d’acqua. Graminacea erbacea perenne, forma cespugli alti da 70 a 120 cm, foglie e fusti eretti, pieni rigidi e pungenti (acutus) Infiorescenza densa bruna o rossiccia con fiori di piccola dimensione, foglie acuminate, più lunghe della stessa infiorescenza, il frutto è una capsula ellissoide bruno-rossastra con mucrone (punta) in cima. Fiorisce da aprile a giugno. Gli uccelli lagunari sono ghiotti dei suoi semi. Il nome “juncus” significa annodare, infatti, veniva utilizzato per fare legacci da usare in agricoltura per sorreggere viti, pergolati o per i covoni del grano. I fusti, invece, venivano utilizzati per fare cesti.

18 La vegetazione della fascia litoranea Palustri
Tifa (Typha latifolia) E’ uno dei simboli degli ambienti umidi d’acqua dolce. I fusti eretti raggiungono un’altezza variabile tra uno e tre metri. Foglie con un’ampia guaina che avvolge il fusto, sono spesse, con lembo lineare molto allungato e attenuato all’estremità in una sorta di punta che però si arrotonda nell’estremo apice. La parte ipogea è costituita da un rizoma squamoso perenne, che sviluppandosi in senso orizzontale provvede alla propagazione per via vegetativa della specie. L’infiorescenza, cilindrica, vellutata, è formata da due spighe (spadici) sovrapposte collocate all’apice del fusto più grande e di forma regolarmente cilindrica quella femminile; più piccola e irregolarmente conica quella maschile, collocata in posizione superiore. Utilizzata per la realizzazione di sporte, rivestimenti, stuoie ecc. Le notevoli capacità di resistere a condizioni di elevato inquinamento biologico e chimico delle acque ne fanno una delle poche specie in grado di colonizzare perfino le fogne a cielo aperto. Per questo motivo viene impiegata nei moderni impianti di fitodepurazione.

19 La vegetazione della fascia litoranea
Piante rupicole piante da roccia, o da giardino roccioso. Si tratta di piante erbacee o arbustive, talvolta assai decorative, piuttosto resistenti alle avversita’ (essendo che spesso popolano appunto ambienti estremi di montagna) e che possono sopravvivere con scarso terreno; caratteristica quest’ultima che le rende anche particolarmente adatte alla coltivazione in vaso.

20 La vegetazione della fascia litoranea - rupicola
Il Finocchio di mare (Crithmum maritimum), Pianta dotata di radice legnosa in grado di penetrare le rocce. Caratteristico l’aroma che sprigiona rompendone le foglie. Alta fino a 50 cm, glabra, cerosa, fusto legnoso, foglie basali lanceolate e lineari, carnose. Fiori in ombrelle piuttosto robuste, petali poco appariscenti di colore giallo-verde. Fiorisce da giugno ad agosto. Frutti ovato-oblunghi di 5-6 mm, con costole marcate, glabri, di colore gialliccio o rossiccio, dalla tarda estate sino all'autunno. Della pianta, fortemente aromatica e salata, si usano come condimento piccante le foglie e i germogli, sia essiccati sia conservati in salamoia o sotto aceto; talvolta sono anche cucinati al burro. I semi si asciugano al sole e si conservano al riparo dall'umidità per preparare un decotto utile contro il rachitismo. Tutta la pianta è uno stimolante gastrico.

21 La vegetazione della fascia litoranea - rupicola
Senecio cinerario (Senecio bicolor subsp. cineraria), presente nelle zone meno soggette alla salsedine, è piuttosto raro nel territorio, la sua distribuzione va nel tratto tra Mongiove e Capo Calavà (ME) Pianta alta cm. fusti eretti, bianco-tomentosi, ramosi. Foglie. bianco-tomentose nella pagina inferiore, grigio-cenerine in quella superiore, infiorescenze a contorno triangolare Lo troviamo su rupi marittime, vecchie mura, spiagge ciottolose.

22 La vegetazione della fascia litoranea - rupicola
Vedovina delle scogliere (Scabiosa cretica): tipica pianta rupicola. Raro endemismo che cresce solo in Calabria, Sicilia e in alcune piccole isole del mare Tirreno.

23 La Vegetazione della Macchia Mediterranea a sclerofille arbustive
piante xerofite, cioè adatte a vivere in climi aridi. dotate di radici capaci di raggiungere gli strati più profondi del terreno per catturare acqua. foglie sempreverdi e piccole, coriacee, povere di succhi, protette esternamente da cere (sclerofille). gli stomi sono piccoli e affondati in cavità rivestite di peli che trattengono il vapore acqueo.

24 La Vegetazione della Macchia Mediterranea a sclerofille arbustive
Possiamo distinguere quattro tipi di macchia mediterranea: macchia a rosmarino ed erica. macchia ad olivastro ed euforbia arborescente. macchia a lentisco e mirto. macchia ad erica e mirto.

25 La vegetazione a sclerofille arbustive
erica e rosmarino Macchia bassa di circa 1,5 m, rada, insediata su substrati ciottolosi in ambienti aridi L’erica multiflora è un arbusto sempreverde compatto,fiorisce all’apice degli steli da agosto a dicembre, è la più meridionale erica che si conosca. Il rosmarino è un arbusto sempreverde, fiorito quasi tutto l’anno, il cespuglio arriva sino a 150 cm. Impiegato sin dall' antichità come pianta medicinale e aromatica è tuttora molto usata in cucina. Deriva il suo nome dai luoghi ove vegeta (rosa del mare) e dal colore dei fiori, è diffuso spontaneamente nella macchia mediterranea più temperata e coltivato pure come pianta aromatica. Dal punto di vista medicinale è un eccellente stimolante e antispastico, inoltre esercita un' azione sulla secrezione biliare. L'assorbimento in grosse quantità può però provocare avvelenamento. Macchia a Rosmarinus officinalis ed Erica multiflora

26 La vegetazione a sclerofille arbustive
Ginestra spinosa (Calicotome infesta) Leguminosa cespugliosa alta fino a 3,00 m, presente da 0 a 1200 m di altitudine Fioritura: aprile - maggio, Foglie: peluria sulla pagina superiore. Fiori: generalmente in glomeruli .

27 La vegetazione a sclerofille arbustive
olivastro-euforbia Vegetazione pioniera tipica degli affioramenti rocciosi, l’euforbia arborescente in particolare cambia colore in ogni stagione dal verde-chiaro al rosso, per poi perdere il fogliame in estate onde superare l’aridità estiva. Foglie oblungo-lanceolate, fiori in infiorescenze su 3-10 assi, giallo-oro circondate da numerose brattee, fioritura da aprile a giugno. Frutti sono capsule di 5-7 mm contenenti semi appiattiti, cespuglio alto sino a 2 m Essenza tipica del bacino del Mediterraneo, in ambienti aridi e soprattutto calcarei. I rami , se strappati, secernono un lattice bianco irritante al contatto con la pelle.

28 La vegetazione a sclerofille arbustive
Olivastro: Ilatro comune (Phillyrea latifolia) Foglie sempreverdi, con lamina cuoiosa ovaliforme, fiori giallastri, poco appariscenti, in grappoli di 5-8 sull' ascella delle foglie. La fioritura varia a seconda del clima da marzo a giugno. I frutti sono drupe sferiche inizialmente rosse e poi nere a maturità. Portamento: arbustivo o ad albero che non supera i 5 m Originario del bacino mediterraneo , predilige climi miti e soleggiati, vegeta sino a 800 m di quota. Si moltiplica per propaggini che, fatte in autunno, emettono le radici nel secondo anno e quindi possono essere poste a dimora al terzo anno.

29 La vegetazione a sclerofille arbustive
lentisco e mirto La loro conservazione è favorita da estreme condizioni di aridità (ventosità, scarsa ritenzione idrica del terreno, ecc.) Macchia mediterranea in prossimità di Torre del Lauro

30 La vegetazione a sclerofille arbustive
Lentisco (Pistacia lentiscus) Famiglia:Anacardiaceae, foglie sempreverdi, composte da 8-12 foglioline ellittiche. Fiori : pianta dioica a piccoli fiori rossastri o giallastri in pannocchie all’’ascella delle foglie. Fioritura da marzo a maggio..Frutti : piccole drupe prima rosse poi nere. Diffusa nella macchia mediterranea, sopporta condizioni di spinta aridità; molto adattabile a vari tipi di terreno, predilige suoli silicei, dove vegeta raggiungendo le dimensioni di un piccolo albero o, piú comunemente di arbusto. Svolge azione miglioratrice e protettiva nei confronti del terreno. Un tempo si utilizzava il suo legno per produrre un ottimo carbone o direttamente per piccoli lavori al tornio, grazie alla sua durezza e al bel colore rosso-venato

31 La vegetazione a sclerofille arbustive
Mirto (Myrtus communis) Foglie : persistenti, semplici, lamina ovale-ellittica o lanceolata, se strofinate sono molto aromatiche. Fiori : ermafroditi, bianco-giallastro, solitari o accoppiati, posti sull' ascella delle foglie. Fioritura mag/lug. Frutti : piccola bacca rosso-violacea o nerastra dal sapore leggermente resinoso e acre, ma gradevole. Portamento: arbustivo-cespuglioso altezza max di 3 m. Arbusto tipico della macchia mediterranea, teme il freddo, si adatta bene a periodi di siccità; può vegetare sia su substrati acidi che sub-alcalini e calcarei. Può essere utilizzato per formare siepi e come pianta ornamentale. Cresce molto lentamente , ma è molto longevo. Se ne ricava un ottimo liquore.

32 La vegetazione a sclerofille arbustive
erica e mirto Questa macchia può anche rappresentare uno stadio di recupero verso l’equilibrio finale di una zona. arbusti con Ginestra spinosa

33 La vegetazione a sclerofille arbustive
Erica arborea (Erica arborea) Foglie : persistenti, aghiformi, fiori : ermafroditi riuniti in infiorescenze a grappolo sulla parte sommitale dei rami, biancastri, Fioritura mar/apr. Frutti :piccola capsula. Portamento: arbustivo-cespugliso, raggiunge i 4 m di altezza Arbusto spontaneo in molte regioni costiere italiane, soprattutto in ambienti con suolo siliceo e/o acido. Pianta a crescita lenta che predilige esposizioni soleggiate. Dal ceppo basale si ricavano pregiate pipe.

34 Boschi a sughera e querce caducifoglie
bosco a sughera La sughera preferisce stagioni miti, con almeno 600 mm di piovosità annua o comunque con alta umidità atmosferica, si estende dal mare fino a 750 m slm circa, nella zona tra Tusa e Torre del Lauro raggiunge quasi la battigia e rappresenta una tra le migliori conservate ed importanti espressioni forestali del bacino del mediterraneo. Il sughereto puro (coltivato) si è ottenuto per progressiva eliminazione delle altre piante in modo da sfruttarne il sughero e creare zone utili al pascolo brado. La prima decortica si ha quando le piante hanno raggiunto una circonferenza minima di 60 cm a circa 1,30 m da terra e prosegue, ogni 10 anni, fino a anni di età circa . Il pascolo nel bosco ha origini dall’epoca romana, in particolare, il sughereto permette il pascolo estivo visto che il sottobosco vegeta più a lungo. Inoltre, la sua utilizzazione riduce il pericolo di incendi.

35 Boschi a sughera e querce caducifoglie
Cerro-sughera (Quercus fontanesii) Fagaceae, sugherella, ibrido naturale derivato dall'incrocio tra Cerro di Gussone e Sughera. Ha la corteccia suberosa, foglie coriacee di dimensione e forma variabili; caratteristica di questa quercia è il diverso comportamento tra esemplari della stessa specie; alcune si presentano come sempreverdi, mentre altre hanno comportamento da caducifoglie.

36 Boschi a sughera e querce caducifoglie
Cisto femmina (Cistus salvifolius) Foglie: semplici, ovate, rugose e densamente pelose. Fiori: formati da 5 petali bianchi, vistosi, lungamente peduncolati. Fioritura: da aprile a maggio, frutti capsule angolose contenenti piccoli semi neri. Portamento: fruttice sempreverde, molto ramificato da30-80 cm di altezza. Specie mediterranea molto rustica , comune al margine delle macchie, sui pendii e nei boschi radi. A differenza di altre specie non ricaccia alla base dopo il taglio o l' incendio, in compenso si riproduce per seme con estrema facilità Cisto di Creta (Cistus creticus) Foglie : semplici, ovate, rugose, pelose , simili a quelle della salvia, vischiosità accentuata per la presenza di peli ghiandolari su tutta la pianta, odore aromatico. fiori : 5 petali rosa carminio con corolla gialla, di 5-6 cm di diametro, lungamente peduncolati; Fioritura: apr/mag. Frutti : piccole capsule globose di color bruno che contengono numerosi semi neri. Portamento: da 30 a 1 m. Presente sulle coste del Mediterraneo su suoli calcarei , silicei o sabbiosi, in ambiente di macchia.

37 Boschi a sughera e querce caducifoglie
quercia virgiliana - Roverella Nei terreni migliori (costieri e di fondovalle) con suoli profondi alloctoni sono insediate le colture agrarie, ma la vegetazione naturale potenziale di queste aree sarebbe rappresentata dal querceto caducifoglio (semideciduo) dominato da: Quercus virgiliana che produce grosse ghiande “Ghianna castagnara”, usate per l’alimentazione del bestiame ed, un tempo, tostate per un’aromatica bevanda. Roverella, albero sempreverde, altezza: fino a m. 20, fiori monoici, legata a condizioni climatiche abbastanza calde. In passato questi boschi occupavano in modo continuo la fascia tra 0 e 700 m di quota Quercia virgiliana (Quercus virgiliana) Roverella (Quercus pubescens)

38 Boschi a sughera e querce caducifoglie

39 Boschi a sughera e querce caducifoglie – sottobosco
Aglio pelosetto (Allium subhirsutum) Pianta con bulbo sotterraneo piccolo e fusto cilindrico. Foglie: mollicce raramente glabre. Infiorescenza: di 5-6 cm con molti fiorellini bianchi riuniti in un'ombrella, petali di 8-9 mm di lunghezza. Distribuzione: Mediterraneo Centro-Occidentale.

40 Boschi a sughera e querce caducifoglie- sottobosco
Peonia maschio (Paeonia mascula) Cresce sporadica in cedui di querceti caducifogli Fioritura: da aprile a giugno. Bella non solo per i suoi fiori appariscenti ma anche per il suo abbondante fogliame. Conosciuta ed usata fin dall'antichità. Essa era infatti considerata rimedio per gli epilettici. In un passato non molto lontano si sono impiegate le radici della Paeonia mascula come sedative ed antispamodiche, ma questo uso dovette essere abbandonato perchè le sue radici sono velenose. Come ornamentale, la maestosità della sua fioritura è eguagliata da poche altre e meno ancora sono quelle che hanno esigenze così modeste.

41 Boschi a sughera e querce caducifoglie – sottobosco
Doronico orientale (Doronicum orientale) Nelle zone più fresche ed ombreggiate come i versanti esposti a nord e negli stretti fondovalle la lecceta è caratterizzata da alcune specie erbacee come il Doronicum orientale, specie originaria appunto del mediterraneo orientale. Fioritura: da Maggio ad Agosto predilige i luoghi ombrosi, la fioritura dei fiori tubulosi del disco avviene in senso centripeto, al centro sono, infatti, ancora chiusi e di color giallo-verde, quando in periferia sono gialli.

42 Boschi a querce di gussone e il cerreto
Quercia di Gussone Distribuzione limitata ad alcune aree della Sicilia Preferisce terreni freschi e sabbiosi tra i 750 e i 1200 m slm circa Caducifoglia molto simile al cerro comune dal quale si distingue per le foglie più larghe e le ghiande più voluminose. specie più termofila. Forma slanciata, tronco diritto rivestito di corteccia grigio-brunastra. Supera anche i 20 m. di altezza. Quercia di Gussone (Quercus gussonei) Ginestra dei Nebrodi Piccolo suffrutice presente anche sulle Madonie, rami senza foglie,con spine robuste e fiori gialli. Distribuzione:( m) sull‘Etna, Nebrodi e Madonie. Ginestra dei Nebrodi (Genista aristata)

43 Boschi a querce di gussone e il cerreto
Geranio Sanguigno Pianta erbacea, sempreverde. Fusto ben sviluppato, alto circa cm. Foglie: opposte e poco pelose. Frutto: a maturità si arriccia verso l’alto lasciando cadere i semi.. Cresce anche su terreni sassosi, aridi e ben soleggiati. Fioritura: Maggio-settembre. Distribuzione:si rinviene sui margini del bosco. Talvolta comune anche nelle radure montane. Geranio sanguigno (Geranium sanguineum)

44 Boschi a querce di gussone e il cerreto
Cerro Distribuzione: Sopra i m slm spesso presente fino ai m slm. Presente soprattutto in zone collinari su terreni sub-acidi e umidi . Ama il clima temperato e può essere utilizzato come essenza ornamentale (anche se la crescita è lenta). Foglie : caduche , semplici con lamina lanceolata o ellittica , lobi molto incisi, pagina inferiore pelosa.. Fiori : pianta monoica a fiori unisessuali riuniti in infiorescenze (quelli maschili raggruppati e penduli di 4-5 cm, quelli femminili più solitari , sull' ascella delle foglie in posizione terminale) . Fioritura: fine primavera. Frutti : ghiande scure con cupola a squame tipicamente arricciate. Portamento: alto sino a 35 m a fusto generalmente dritto. Il suo legno è poco pregiato ma si usa sia in falegnameria sia come combustibile. Cerro (Quercus cerris)

45 Boschi a querce di gussone e il cerreto- Sottobosco
Felce setifera (Polystichum setiferum Pteridofita, cioè pianta priva di fiori, frutti e semi. Distribuzione:si trovano in tutto il mondo, anche se la maggior parte si trova nelle regioni tropicali. crittogame: le fronde presentano nella pagina inferiore piccoli involucri detti sporangi, i quali contengono le spore. Se queste vengono disseminate in un terreno umido producono i protalli, formazioni laminari e appiattite da cui nascono gli apparati riproduttivi maschili e femminili detti gametangi. I gametangi maschili sono chiamati anteridi, mentre quelli femminili archegoni. L'anteridio produce i gameti maschili, che si spostano favoriti dall‘acqua sul protallo, fino a giungere in contatto con l'archegonio, penetrando all'interno del quale si uniscono con l'oosfera ossia il gamete femminile. In seguito alla fecondazione si forma una nuova pianta. Viola silvestre (Viola reichenbachiana) Distribuzione: boschi misti e luoghi erbosi. 600 – 2000m slm. fino a m. Altezza pianta: cm. Pianta perenne. Fioritura: da marzo a giugno, Fusto: foglioso con molti fiorellini di colore blu–viola. Foglie: cuoriformi. Il nome “viola” deriva dalla ninfa Io, figlia del dio del fiume Inaco.Un giorno Giove si innamorò di lei e, per proteggerla da Giunone, la trasformò in una mucca bianca e creò le viole come delicato foraggio. Habitat: boschi di latifoglie, fino al margine degli stessi.

46 Boschi a querce di gussone e il cerreto

47 Boschi a faggio Il faggio è una specie oceanica, sciafila, igrofila, predilige l’esposizione a nord ove più abbondanti sono le precipitazioni e persistenti le nebbie. Giunto in Sicilia durante le glaciazioni del quaternario, lo ritroviamo anche sulle Madonie e sull’Etna, queste faggete sono le più meridionali che si conoscano, sono spesso monospecifiche con sporadica presenza di altre essenze come il melo selvatico, sorbo terminale, acero campestre, agrifoglio, ecc. In ambiti ove affiorano le rocce si può trovare il tasso e l’acero montano, nel sottobosco si rinvengono diverse specie come la primula comune, viola silvestre, dafne laurella, geranio striato, ecc. Faggeta di Monte Soro

48 Boschi a faggio Sorbo terminale (Sorbus torminalis)
Faggio (Fagus sylvatica) Foglie : decidue, ovato-ellittiche. Fiori : unisessuali, quelli maschili in amenti penduli, i femminili solitari o a coppia, chiusi in una capsula spinosa non pungente . Fioritura: apr/mag. Frutti : "faggiole" formate da due noci racchiuse in una cupola a quattro valve. Portamento: la scorza è sottile color grigio chiaro, altezza sino a 30 m Vegeta fino a m slm. Predilige clima temperato. Non è particolarmente esigente per il terreno, purché sia ben aerato e drenato e non troppo acido; soffre per gelate tardive e il forte vento. Governato a ceduo o fustaia. Il legno di color bianco-rosato, duro e compatto, usato in falegnameria, per lavori al tornio, rivestimenti, compensati, botti, zoccoli, manici di attrezzi. Si presta a essere curvato a vapore e si adopera per fabbricare sedie e mobili. Ottimo combustibile. I frutti (faggiole) usati come mangime per i suini. Sorbo terminale (Sorbus torminalis) Foglie : decidue, ovate, a lobi stretti e regolari. Fiori : bianco-gialli eretti, fioritura mag/giu, frutti : piccoli pomi ovoidali bruno-ruggine. Alto sino a 15 m. II suo areale comprende tutta l'Europa, escluse le regioni scandinave. S'incontra fino a 1000 m di altitudine, nei boschi di latifoglie, nei cedui, su terreni calcarei e pendici solatie. Gli alberi raggiungono di rado dimensioni di rilievo; il legno, di ottima qualità, ben lavorabile e lucidabile, molto ricercato per lavori di ebanisteria e per fabbricare strumenti musicali.

49 Boschi a faggio - sottobosco
Primula comune (Primula vulgaris) Il nome deriva dal latino Primus = primo) il primo fiore della primavera. Presente nei boschi di latifoglie sino a 2000 mt, perenne alta sino a 15 cm, con rizoma obliquo e grosse radici secondarie, fusto nullo. Foglie: basali, alla fioritura misurano da 1-2 a 5-8 cm, in seguito grandi sino al doppio e anche di più, con apice arrotondato e margine dentellato, villose nella pagina inferiore. Le giovani foglie, possono essere recise alla base facendo attenzione a non eliminare l'occhio centrale per non ferire la pianta; si consumano crude in insalata insieme ai boccioli, condite con olio, sale e parmigiano. Ottime anche lessate come gli spinaci oppure aggiunte a minestroni, zuppe e torte salate. Fiori: imbutiformi, sopra un lungo pedicello nascente dalla radice, di colore giallo pallido con una macchia aranciata alla base, non odorosi, fioriscono da febbraio a marzo. I fiori da soli servono a preparare una buona frittata; aromatizzano un thé molto gradevole ad azione calmante e un vino molto apprezzato nella cura della cattiva circolazione, canditi sono deliziosi dolcetti. L’ìnfuso di radici, foglie e fiori trova applicazione nella cura delle malattie dell'apparato respiratorio, tosse, bronchite, influenza e in quelle del sistema nervoso, isteria, insonnia, stati ansiosi e fornisce buoni risultati anche contro il reumatismo cronico e degenerativo. Il succo è un antico cosmetico per la bellezza della pelle e l'attenuazione di macchie e rughe. Nel linguaggio dei fiori rappresenta l'emblema della prima Giovinezza.

50 Boschi a faggio Melo selvatico (Malus sylvestris)
Più rustico di quello coltivato. Arbusto o alberello di 6-7 sino a 10 m. Rami spinosi e con tomento da giovani. Glabri da adulti. Vive sino a circa 80 anni. Corteccia: grigio chiara con sfumature rossastre, da giovane. Grigio scura fessurata in scaglie irregolari che tendono a desquamarsi ,da adulta. Foglie: caduche, semplici. Verde-chiare, lucenti e glabre di sopra da adulte; pubescenti di sotto, coriacee, ovali o ellittiche, con margine dentellato. Fiori: ermafroditi in infiorescenze con 3-7 fiori terminali eretti, su rami corti. Sepali 5, stretti, terminanti con una punta scura rivolti in basso,calice peloso, corolla con 5 petali bianchi internamente o con macchie rosa, esternamente macchiati di rosa o rosso, Fioritura. aprile-maggio. Impollinazione entomofila. Frutti. Pomi di 3-4 cm. Globosi o schiacciati tra i resti del calice ed il peduncolo. A maturità verdi, giallastri o rossi, asprigni. Vegeta bene su terreni di diversa natura ed è usato, in situazioni non ottimali, come portainnesto del Melo comune. Il legno è poco pregiato, meno di quello del Perastro. Il legno, duro, va bene per lavori al tornio. I frutti per l'alimentazione degli animali

51 Boschi a faggio Il tasso
tipico delle fasce del faggeto e del cerreto, in tali ambienti lo rinveniamo isolato o in piccoli boschetti, le foglie sono appuntite ma non pungenti, velenose ed edule, gli uccelli si nutrono solo dell’arillo rosso. Foglie : persistenti, aghiformi, appiattite, verde scuro e lucido sulla pagina sup, verde più chiaro con sfumature giallastre su quella inf. Fiori : pianta dioica, le strutture maschili sono piccoli coni globosi nella parte inferiore dei rametti, le strutture femminili isolate e alla base delle foglioline.Foritura da fine inverno a inizio primavera. Frutti : bacca carnosa detta "arillo" , campaniforme, colore rosso. Portamento: arboreo o cespuglioso, raggiunge anche i 30 m di altezza. Diffusione: tutte le regioni dell'Europa centromeridionale, dove cresce allo stato spontaneo nei boschi ombrosi di latifoglie da 300 a 1500 m, soprattutto su terreni calcarei. Legno duro, pesante e omogeneo. Viene impiegato per lavori al tornio e in ebanisteria, trattato con sali di ferro diventa nero. Tutta la pianta, escluso l'arillo rosso, è velenosa per la presenza di una tossina : da ciò deriva anche il nome volgare "albero della morte". L'arillo, dolciastro,è commestibile, se si ha cura di non masticare i semi, che sono velenosi. Può raggiungere anche 2000 anni. Tasso (Taxus baccata)

52 Boschi a faggio agrifoglio
Diffusione: in tutta Europa, dalla Norvegia sino alla fascia litoranea dell’Asia minore, si associa al faggio, ad alcune querce ed anche al tasso. Foglie : persistenti (sino a 3 anni), ovali a margine liscio, coriacee e lucide sulla pagina superiore, spesso spinose sulla parte bassa della pianta. Fiori : per lo più unisessuali su piante dioiche, profumati, bianchicci a 4 petali (a volte bordati di rosso) in fascetti ascellari, Fioritura : apr./mag. Frutti : drupe globose rosso lucide di 8-10 mm contenenti 4 semi . Portamento: solitamente nel chiuso del bosco allo stato arbustivo, mentre all'aperto assume in genere portamento arboreo (sino a 10 m) . Sembra possa raggiungere i 300 anni d’età. E’ resistente all’inquinamento ambientale delle città. Agrifoglio (Ilex auifolium)

53 Boschi a faggio Cardo del Valdemone (Cirsium vallis-demonis)
composita (endemica), discreta pianta mielifera. Geranio striato (Geranium versicolor) Famiglia: Geraniaceae, rizomatosa dai 15 ai 50 cm di altezza. Fioritura: aprile – giugno. Diffusione: altitudine 500–1400 m, erbacea perenne. si rinviene in boschi di latifoglie, si trova nei Balcani, Francia, Inghilterra; diffuso nell’Italia meridionale. Foglie: presentano una pelosità abbondante e denti profondi.

54 Boschi a faggio Acero montano (Acer pseudoplatanus)
L’acero montano raggiunge notevoli dimensioni (30 m) il diametro può superare i 3 m ad altezza d’uomo. Foglie : decidue, con 3-5 lobi. Margine dentato. Lungo picciolo di colore rossastro. Fiori : ermafroditi e unisessuali (solo maschili) verdognoli, Fioritura: apr./giu.. Frutti : samare con ali a 90° Alto sino a m. E' il più grande acero europeo, dal momento che può raggiungere i 35 m di altezza (acerone di Monte Soro). La crescita è veloce e si adatta a molti substrati. Pianta spontanea in molti areali montani sino a 1600 m di quota. Risulta interessante per la forestazione e per l' utilizzo del legno color bianco e avorio, venato di bruno, pregiato perchè compatto, omogeneo, pesante e utilizzato per mobili, parquet e piccolo artigianato.

55 Boschi a faggio Olmo montano (Ulmus glabra).
Distribuzione:boschi di latifoglie dell'Europa centro meridionale fino ad altitudini di 1300m. Foglie: grandi ruvide al tatto e con la lamina fogliare asimmetrica all'inserzione del picciolo, caduche, semplici con breve picciolo, piu' chiare e pelose nella pagina inferiore. Alto sino a 25 m.,deciduo, non pollonante, fusto eretto molto ramificato a breve altezza, corteccia dapprima liscia e grigio verde poi piu' scura, screpolata e squamosa. Fiori: compaiono prima delle foglie sono ermafroditi, quasi sessili, hanno 5-6 stami e colore rosa-porpora. Fioritura: marzo - aprile. Frutto: alato (samara ovato-ellittica, con seme centrale). Moderatamente eliofilo. predilige terreni fertili profondi e freschi adattandosi sia a quelli calcarei che a quelli silicei. Non riveste grande importanza forestale per le dimensioni ridotte e per la sua sporadicita'; come l'Olmo campestre teme la grafiosi ( malattia crittogama graphium ulmi) che ne provoca la morte. Legno meno pregiato di quello dell'Olmo campestre e viene usato per impiallacciature, compensati e mobili.

56 La vegetazione lacustre
Idrofite Vivono in habitat ricchi d’acqua nel suolo ed alta umidità nell’aria, per mantenere il loro equilibrio idrico devono limitare al massimo l’assorbimento ed esaltare la traspirazione, spesso sono inutili i tessuti di sostegno dei vari organi. Foglie:hanno generalmente due tipi di foglie(eterofillia),: le aeree o galleggianti sono simili a quelle delle altre piante terrestri e svolgono la fotosintesi, quelle sommerse sono molto sottili, ricche di succhi e filiformi. Per favorire il galleggiamento e consentire il passaggio dell’aria nei tessuti sono fornite di un sistema di canali aeriferi, hanno strutture particolari nel fusto e nelle foglie che permettono di assorbire acqua, anidride carbonica e sali minerali direttamente dall’acqua. Si distinguono in: Galleggianti: sono minuscole entità, non radicano e fluttuano sulla superficie lacustre (lenticchia d’acqua). Sommerse: vivono totalmente o parzialmente sommerse (lingua d’acqua). Palustri: mantengono in acqua solo le radici e/o alcune parti inferiori emergendo solo con la porzione aerea del germoglio (coltellaccio maggiore). tra le palustri vengono comprese diverse piante anfibie indifferenti ad abitare sia a terra che in acqua (menta acquatica). La vegetazione degli specchi d’acqua è distribuita in cinture in relazione al differente livello idrico, alla pendenza del fondale ed all’estensione della superficie.

57 La vegetazione lacustre
Lenticchia d’acqua (Lemna sp) Diffusione: tutte le zone temperate del globo. Foglie: piccole di colore verde, tondeggianti od ovali, con diametro prossimo a pochi millimetri, fino ai 4-5 cm nelle specie più grandi; ogni singola foglia costituisce un'intera pianta, essendo dotata di una singola piccola radice. Queste piante,essendo leggermente rigonfie, rimangono completamente galleggianti sul pelo dell'acqua. I n primavera producono fiori piccolissimi, che lasceranno il posto a frutticini contenenti un singolo seme. Si sviluppano nei corsi d'acqua lenti, nei laghetti bassi o nelle paludi.

58 La vegetazione lacustre
Lingua d’acqua (Potamogeton natans) Diffusione: frequente nelle regioni temperate e tropicali della terra fino a 1900 m slm, frequente, anche, nelle pozze d’acqua montane dei Nebrodi. frutti.Vive in acque ferme (fossi, stagni, ecc.), generalmente in acque profonde meno di un metro. Foglie: presenta alcune foglie sommerse ed altre galleggianti sulla superficie dell’acqua. Le foglie galleggianti sono verdi, coriacee, ellittiche, lunghe 3-12 cm e larghe 1-7 cm; spesso formano un "tappeto" verde sulla superficie dell’acqua. Le foglie sommerse, assenti nel periodo della fioritura, sono translucide, allungate e hanno una lamina molto stretta (1-3 mm). Sono presenti anche delle stipole lunghe 5-12 cm. Fusto: lungo fino a 2 metri e un rizoma strisciante ancorato nel fango. Fiori: sono piccoli, verdi, disposti in brevi spighe cilindriche sporgenti dall’acqua, dense e munite di un lungo peduncolo. Fioritura: da maggio ad agosto. Le infruttescenze emergono dalla superficie dell’acqua, sono fitte e cilindriche con molti numerosi frutti.

59 La vegetazione lacustre
Coltellaccio maggiore (Sparganium erectum) Pianta palustre, perenne ed eretta, alta dai 30 ai 150 cm. Fornita di un rizoma strisciante e di un fusto rigido. Vive in acque ferme o a debole corrente, in fossati, paludi, acquitrini; generalmente si trova nelle acque basse presso le rive, dove l’acqua è profonda cm. Foglie: lunghe e larghe fino a 2 cm a sezione triangolare, ricordano un coltello, da cui il nome volgare. Fiori: disposti in infiorescenze verdi, globose, ampiamente ramificate a zig-zag; i rametti laterali si formano all’ascella di lunghe brattee e portano, ciascuno, 6-9 capolini maschili nella parte sommitale e 1-3 capolini femminili nella parte inferiore. Fioritura: da giugno ad agosto, l’impollinazione avviene per mezzo del vento. Frutti: derivano dalle infiorescenze femminili, sono lunghi 7-11 mm, contengono 2 semi e sono muniti di un’estremità allungata (becco) che rende l’infruttescenza simile a un riccio.

60 La vegetazione lacustre
Menta d’acqua (Mentha rotundifolia) Il genere delle Mentha comprende circa 40 specie. Fusto: stolone strisciante sul fondo, dal quale si dipartono rami eretti che crescono dai 20 ai 50 cm e possono uscire dall'acqua. Foglie: picciolo lungo, forma ovale e margine seghettato; quelle emerse spesso sono rivestite di peli, mentre quelle sommerse solitamente sono glabre, di colore verde cupo superiormente, con evidenti riflessi rosso porpora lungo i margini e sulla pagina inferiore; anche gli steli hanno una colorazione tendente al porpora. Fiori: di colore bianco rosato o lilla chiaro, sono riuniti in verticilli tondeggianti; compaiono tra luglio e settembre. Dall’unione tra la M. spicata e la M. acquatica si è sviluppato un ibrido naturale (M. piperita) che viene coltivato industrialmente per gli usi sia medicinali sia alimentari. Ha proprietà dissetanti, rinfrescanti, digestive, antifermentative, antispasmodiche. I grandi cuochi della Roma antica aromatizzavano salse e vini con la M. piperita e preparavano per le loro padrone uno sciroppo che doveva ridare freschezza all’alito pesante, contromisura necessaria per evitare gravi sanzioni che arrivavano fino alla pena capitale per le donne colte in stato di ubriachezza. E’ consigliato inoltre, per chi desidera smettere di fumare, di mettere in bocca e di masticare qualche foglia di menta.

61 La vegetazione lacustre
Piantaggine acquatica (Alisma lanceolata) e cinture a Potamogeton sp Erbacea, perenne, alta fino a 1 m e più, idrofita. comune al margine o dentro corsi d’acqua, stagni e pozze. Fusto: più o meno robusto, eretto, senza foglie. Foglie: tutte basali, aeree o, in parte, immerse nell’acqua. Lunghe fino a 30 cm e larghe fino a 8 cm. Da lanceolate a ellittiche, cuneate alla base, più o meno arrotondate verso l’apice che è acuminato. Fiori: ermafroditi, in pannocchie, provvisti di 3 piccoli petali, rosei o bianchi. Frutto: follicolo formato da numerosi frutti ( acheni) compressi lateralmente e disposti l’uno accanto all’altro come le fette di una torta,

62 La vegetazione lacustre
Erba vescica delle risaie (Utricolaria australis) Diffusione: rara in Sicilia. insolita ed interessante pianta carnivora acquatica, flottante, con fusti ramificati sommersi, flessibili, lunghi fino a 120 cm, ma spesso assai più corti, che portano brevi foglioline capillari con funzione assimilatrice e foglie più lunghe con lamina suddivisa in segmenti filiformi a margine dentato. Foglie: alcune sono trasformate in vescicole (o otricoli) di circa 3 mm di diametro che agiscono sia da minuscole trappole che da galleggianti. Scapi fiorali: rigidi, rossastri, alti fino a 50 cm emergono dalla superficie dell’acqua per consentire agli insetti l’impollinazione dei fiori. Fiori: di un bel colore giallo dorato, sono distribuiti a grappolo su brevi peduncoli che partono dalla metà superiore dello scapo. Queste piante hanno sviluppato un sistema di cattura semplice ma efficiente: a contatto con la preda, ad esempio un minuscolo crostaceo, la valvola dell’otricolo si apre a scatto determinando una differenza di pressione che risucchia l’animaletto all’interno, poi si richiude. Il piccolo animale verrà poi disciolto da succhi proteolitici ed assorbito.

63 La vegetazione lacustre

64 La vegetazione lacustre
Euglena sanguinea Protofita (microalga) monocellulare, è un’organismo al limite tra il regno animale e quello vegetale, infatti contiene clorofilla ma è anche dotata di flagelli mobili. Al lago Biviere, in estate ha una fioritura vistosa dovuta alla luce ed alla presenza nelle cellule di un pigmento rosso che portandosi in periferia della cellula ne scherma il verde della clorofilla e determina l’arrossamento della superficie lacustre. in mancanza di luce il pigmento si concentra dentro la cellula e riprende il sopravvento il verde della clorofilla

65 La vegetazione lacustre
Orchidea acquatica (Orchis laxiflora) Laxiflora per l'infiorescenza piuttosto lassa. pianta alta cm. Foglie: basali lanceolate - Brattee lunghe come l'ovario, sepali viola. habitat: acquitrini, pascoli umidi. Fioritura: aprile-maggio

66 La vegetazione lacustre
Iris o Giaggiolo acquatico (Iris pseudocorus) Grande fiore giallo dorato. Foglie: grigio-verdastre si dipartono dalla base della pianta, formando uno stretto ventaglio; sono nastriformi, appiattite, ma abbastanza ispessite al centro. Fiori: compaiono da aprile a luglio, sorretti da uno stelo che raggiunge l’altezza di un metro. Tutte le parti del fiore, ovario e stami compresi, collaborano alla funzione "vessillifera“ (attrazione insetti impollinatori). Pianta : perenne e dotata di un rizoma allungato di colore nerastro che si ramifica e produce ogni anno giovani getti. In erboristeria il succo ricavato dal rizoma veniva usato nel trattamento esterno delle ferite. I semi , in tempi di carestie, sono stati talvolta usati come surrogato del caffè. Recentemente è stata accertata la capacità di questa pianta di assorbire ed accumulare nei propri rizomi i metalli pesanti presenti in acque inquinate.

67 La vegetazione rupestre
Le rupi sono un’ambiente difficile per la vita delle piante superiori, carenza d’acqua e di sostanze nutritive, vento, radiazione solare, escursioni termiche sono i fattori che mettono a dura prova i vegetali. Le “casmofite” sono dotate di radici profonde e di enzimi litici, presentano tessuti di accumulo per l’acqua e le foglie sono ispessite e ricoperte di cere, possono essere eliofile o sciafile, frugali ma poco plastiche, producono molti semi che possono essere trasportati dal vento ma anche dalle formiche Sui Nebrodi abbiamo entità endemiche o rare in Sicilia

68 La vegetazione rupestre
Rocche del Crasto Falesia verticale

69 La vegetazione rupestre
Iberide florida (Iberis semperflorens) Distribuzione: Rupi calcaree verticali. ( m). Endemica. Suffrutice 7-20 cm. Cespugli emisferici. rami vecchi con cicatrici di foglie morte. Rami giovani eretti glabri. Foglie basali spatolate, le cauline pure spatolate. Corimbi contratti, umbelliformi, sepali ovati bordati di bianco, petali bianchi, pallidamente violetti verso la base.

70 La vegetazione rupestre
Cappero (Capparis spinosa) Suffrutice alto cm, fusti cilindrici legnosi alla base, Foglie: coriacee, alla base sono presenti le stipole aculeate simili a spine. Fiori: peduncolati sbocciano solitari all’ascella delle foglie superiori. Fioritura: da maggio ad agosto. Frutto: una bacca ovato-oblunga deiscente contenente semi nerastri immersi in una polpa appiccicosa. I boccioli fiorali ed, a volte, i frutticini sono raccolti immaturi a scopo alimentare. Vive su muri, rupi e luoghi rocciosi fino a m slm.

71 La vegetazione rupestre
Garofano siciliano (Diantus siculus) Perennme a fusti semplici, eretti leggermente legnosi alla base. Foglie: lineari appuntite all’apice. Fiore: con corolla a 5 petali, molto profumato. Frutti: piccole capsule. Fioritura: da aprile ad agosto.

72 La vegetazione rupestre
Zafferano autunnale (Crocus longiflorus) Bulbosa, alta cm. Simile allo zafferano comune. Foglie: presenti all'antesi ulteriormente allungate dopo questa fase; lamina larga 2-4 mm; antere poco più lunghe dei filamenti. Fiori: violetti e fioritura autunnale. Habitat: pascoli aridi e pietrosi, cedui. ( m). Si ottiene zafferano di qualità inferiore ma più abbondante del Crocus satiuus (quello purissimo).

73 La vegetazione rupestre
Caglio dell’Etna (Galium aetnicum) Alto cm Fiori: gracili, prostrato-ascendenti, abbondantemente ramosi, glabri e scabri; internodi lunghi fino a 7 cm; Foglie: lineari. Inflorescenza sottile, allungata con rami laterali eretti più o meno brevi; corolla bianca. Habitat: pietraie, lave. ( m). Endemica.

74 La vegetazione rupestre
Zafferano o amarillide gialla/o (Strenbergia lutea) Bulbosa. Foglie: larghe mm, denticolate al margine, concave ed ottuse all'apice, fusti fioriferi singoli o multipli alti da 1O a 3O cm.(comunque piu' corti delle foglie) . Fiore: unico e giallo, a tepali lunghi 3-4 cm,, Fioritura: da agosto ad ottobre, contemporaneamente alle foglie, Impollinazione anemofila il frutto e' una capsula globoso-ovale. Distribuzione: nell'Europa meridionale ed Asia minore, e' rara nell‘’ltalia settentrionale.

75 I fruticeti ed i prati ad orchidee - frutticeti
“Aree marginali” sono quelle zone escluse dall’agricoltura o dalla selvicoltura e destinate, come unica valida alternativa all’allevamento del bestiame, al pascolo I “fruticeti” (arbusti) sono espressioni preforestali che si sviluppano insieme ai prati negli ex coltivi abbandonati. Se lasciati a se stessi evolvono verso la boscaglia. Si rinvengono ai margini forestali e sono importanti per la fase di avanzamento di un bosco in quanto svolgono la funzione di specie preparatorie (pruneti, roveti, ginestreti, felceti, ecc.) Le plantule delle specie forestali sono sciafile, nel primo periodo di vita ,e trovano un adatto habitat sotto tali cespugli, poi tenderanno a superare gli arbusti in altezza costringendo tali cespugli a condizioni sfavorevoli per cui saranno costretti a spingersi all’esterno alla ricerca di spazi più adatti. Per le qualità di specie preparatrici, tali entità arbustive meriterebbero maggiore considerazione in campo vivaistico al fine di preparare materiale autoctono da usare negli interventi di riqualificazione ambientale.

76 I fruticeti ed i prati ad orchidee
Rosa canina (Rosa canina) Foglie : decidue o semipersistenti, di tipo composto con 5-7 foglioline a lamina ovato-ellittica e margine denticolato. Fiori : ermafroditi, cinque petali di colore bianco-rosato, Fioritura :mese di giugno. Frutti : falso frutto detto cinorrodio derivato dalla trasformazione del ricettacolo, portante all' interno i veri frutti . Portamento: arbustivo, strisciante o sarmentoso. Diffusione: spontanea, diffusa in tutta Europa sino a 1500 m di quota. E' utilizzata come portainnesto o per ottenere particolari ibridi. Ricca di vitamina C. Si possono ottenere confetture, liquori, ecc.

77 I fruticeti ed i prati ad orchidee
Vitalba (Clamatis vitalba) Foglie : decidue, composte da 3-5 lamine fogliari ovoidali-lanceolate, il picciolo fogliare si trasforma in organo di attacco ai vari sostegni .Fiori : ermafroditi, di colore bianco-gialliccio, riuniti in infiorescenze erette a pannocchia. Fioritura: da giugno ad agosto . Frutti : achenio fornito di una lunga resta piumosa arricciata all' apice. L' insieme di questi frutti assume aspetto globoso-lanuginoso, persiste spesso anche durante l' inverno. Portamento: rampicante, forma delle vere e proprie liane sulle piante di appoggio, può raggiungere i m di sviluppo Pianta spontanea considerata infestante perchè si aggrappa e si arrampica ad alberi(raggiunge anche i 20 mt), siepi e arbusti spesso danneggiandoli. Pianta velenosa per la presenza di una sostanza tossica (protoanemonina) che si accumula soprattutto negli organi più vecchi.

78 I fruticeti ed i prati ad orchidee - prati
L’evoluzione del prato viene rallentata dall’uomo che tende ad evitare espressioni complicate in quanto risulterebbe ridotta la produttività foraggiera. Nei prati sono diffuse le orchidee mediterranee, eliofile. Vengono indirettamente favorite dall’attività antropica ed essendo bulbose non vengono interessate dal morso del bestiame. Con i loro organi sotterranei superano bene i danni del fuoco.

79 I fruticeti ed i prati ad orchidee - prati
Omino nudo (Orchis italica) Orchis: dal greco testicolo (per la forma dei tuberi). Pianta eretta, robusta, perenne, alta cm, fusto cilindrico. Radici con poche radichette e 2 bulbo-tuberi. Foglie:basali ovate, oblunghe; opache, talora con macchie, a margini ondulati. Brattee corte: 1-3-1/4 dell'ovario. Infiorescenza densa, inizialmente conica poi ovata, Fioritura: marzo-maggio, impollinazione entomofila. Frutti.: capsula deiscente. Pianta a rischio come tutte le orchidee, è opportuno lasciarla dove si trova e accontentarsi di ammirarla in natura.

80 I fruticeti ed i prati ad orchidee- prati
Orchidea farfalla (Orchis papilionacea) Pianta eretta, perenne, alta cm, fusto angoloso. Le radici sono date da 2 bulbo-tuberi ovoidali, dai quali ha origine la pianta, ricoperti da radichette molto sottili. Foglie: lanceolate, quelle caulinari guainanti il gambo, in alto spesso violacee e di dimensioni man mano decrescenti sino alla loro trasformazione in brattee. Brattee porporine, con 3-4 nervi. Infiorescenza: lassa, con pochi fiori (5-15). Il suo colore va dal roseo al porporino; diffuso è anche il bianco. Sprone conico, rivolto in basso. Fioritura: Marzo-maggio. Impollinazione. Entomofila Frutti: Capsula deiscente Habitat: luoghi erbosi, dal mare sino ai 1000 metri e più nelle isole

81 I fruticeti ed i prati ad orchidee- prati
Orchis commutata Endemica siciliana. Bulbosa perenne alta cm; Foglie: basali ampie, le caulinari più strette; brattee uninervie lunghe come l'ovario o poco più brevi; Infiorescenza: fiori ravvicinati, globosa. Fioritura : marzo-aprile Habitat : garighe, prati

82 I fruticeti ed i prati ad orchidee -prati
Orchide Branciforti (Orchis brancifortii) Bulbosa perenne (10-25 cm di altezza.). Fusto gracile e sottile. Foglie: inferiori ovate, superiori più strette e avvolgenti il fusto. Infiorescenza: lassa ovoide o cilindrica con 5-20 fiori rosei. Fioritura : aprile - maggio. Habitat : pascoli e prati a quote superiori a 300 m. s.l.m Endemica della Sicilia e della Sardegna. Abbastanza rara

83 I fruticeti ed i prati ad orchidee -prati
Ofride Lacaita (Ophrys lacaitae) Bulbosa di mm. di altezza. Fusto flessuoso. Molto rara. Inflorescenza: lassa, con pochi fiori (4-10) relativamente grandi. Fioritura : aprile - giugno Habitat : Garighe, e aridi, incolti. Habitat: prati, pinete e radure di lecceta; da 400 a 1000 m.s.l.m. .

84 I fruticeti ed i prati ad orchidee-prati
Ofride gialla (Ophrys lutea) Ophrys: deriva dal greco Ophrys = sopracciglio, per l'aspetto e la posizione dei petali superiori; lutea: dal latino luteus = giallo, per la colorazione del labello. Pianta perenne, gracile, alta cm. Radici sono date da 2 bulbo-tuberi e da radichette. Foglie: basali riunite in rosetta; le caulinari sono per lo più erette. Ovato-oblunghe o ovato-lanceolate. Nervature parallelinervie evidenti. Le brattee, che avvolgono quasi tutto l'ovario sono di colore verde-giallastro. Infiorescenza: con 2-6 fiori addensati tra loro. Petali più piccoli dei sepali, lineari, bislunghi e ad estremità tronca, dello stesso colore dei sepali. Ad eccezione della macchia, tutto il labello è giallo. Fioritura: Marz-maggio.Impollinazione Entomofila. Frutti: capsula deiscente contenente numerosi e piccoli semi . Gli esemplari della Sicilia presentano caratteri diversi per cui sono stati recentemente descritti come una nuova specie.

85 I fruticeti ed i prati ad orchidee- prati
Ofride scura (Ophrys fusca) Genere: Ophrys. Famiglia: Orchidaceae Classe: Monocotiledoni. Le specie appartenenti al genere Ophrys hanno i caratteri morfologici molto simili tra loro per cui la classificazione è difficoltosa. Piante erette, perenni, con fusto indiviso. Le radici sono date da 2 rizo-tuberi, globosi o un po' allungati; questi sono affiancati da poche radici. Foglie: basali ovato-lanceolate, per lo più riunite in rosetta, le caulinari eretto-patenti. Brattee sempre presenti. Infiorescenza: pochi fiori che possono essere rivolti da una stessa parte, raramente composta da una decina di fiori. Bulbosa di cm. di altezza Impollinazione entomofila..Frutti. capsule deiscenti.

86 I fruticeti ed i prati ad orchidee- prati
Platantera verdastra (Platanthera chlorantha) Dal greco platús= piatto, e dal latino anthera= (parte dello stame che contiene il polline), per la forma piatta dell'antera. Chlorantha dal greco chlorós=verde, e ánthos= fiore, per il colore verdastro dei fiori. Pianta alta cm. Foglie: basali ovato-lanceolate - Brattee lunghe come l'ovario. Habitat: Boschi, pascoli umidi . Fioritura: maggio-giugno Habitat: sottobosco di latifoglie e leccete; da 400 a 1000 m s.l.m. Poco diffusa. L’impollinazione avviene da parte di farfalle notturne, le uniche in grado con la lunga spiritromba di raggiungere il nettare nello sperone stretto e lungo.

87 I fruticeti ed i prati ad orchidee-prati
Orchide (Anacamptis pyramidalis) Bulbosa perenne altra cm. Fusto eretto, cilindrico, glabro, lucido e foglioso fino all'infiorescenza. Foglie: lineari carenate con apice acuto quelle inferiori, le superiori sono proporzionalmente ridotte ed avvolgono il fusto. Infiorescenza: all'inizio conica e poi allungata. Fiori: densi con brattee violacee; corolla roseo purpurea a volte sbiancata. Habitat: Pascoli e garighe, fino a 1400 m di altitudine, su suolo asciutto e calcareo. Fioritura: aprile – maggio. L’impollinazione è effettuata dalle farfalle, le uniche in grado di raggiungere il nettare nello sperone. Il nome della specie fa riferimento alla forma dell'infiorescenza appunto piramidale.

88 I fruticeti ed i prati ad orchidee-prati
Orchide romana (Dactylorhiza romana) Pianta alta fino a 40 cm. Fusto sottile. Foglie: basali lineari-lanceolate, le cauline decrescenti in alto. Spiga non molto densa. Fiori: colori varianti dal carminio all'arancio, al gialliccio al bianco al violaceo. Brattee fogliacee, inferiori lunghe come i fiori. Fioritura: aprile-giugno. Habitat:costituito da boschi di latifoglie (di preferenza castagneti) e radure. Diffusione: Italia centrale, meridionale e Isole, fino ai 600 m. s.l.m.

89 I fruticeti ed i prati ad orchidee-prati
Orchide macchiata (Dactylorhiza saccifera) Pianta alta cm. Foglie: ellittiche con diffuse macchie brune. Brattee più lunghe dell'ovario. Infiorescenza: densa Fiori: colore viola più o meno carico maculati di rosso, provvisti di sperone. Fioritura: maggio-giugno Habitat: Boschi radi, prati umidi

90 La vegetazione dei corsi d’acqua
La vegetazione dei corso d’acqua, insieme a quella delle rupi, dei litorali costieri, degli ambienti palustri, ecc. è detta “azonale” in quanto non viene influenzata dal clima di quella zona, bensì dall’acqua. La vegetazione dei corsi d’acqua, così come quella degli specchi lacustri, si distribuisce in “cinture” in relazione al diverso livello dell’acqua che appunto diminuisce dal centro verso i margini dell’alveo fluviale Le piene determinano disturbi in quanto provocano sia fenomeni erosivi che di sedimentazione di particelle terrose

91 La vegetazione dei corsi d’acqua
Vecchio mulino su corso d’acqua Stretta di Longi

92 La vegetazione dei corsi d’acqua
Pioppo nero (Populus nigra) Famiglia : Salicacee. Foglie : decidue, semplici, triangolari-romboidali, lungamente picciolate, margine dentellato. Fiori : pianta dioica, Infiorescenza maschile: in amenti di 5-9 cm di colore rossastro. Infiorescenza femminile: in amenti esili lunghi anche 12 cm di colore giallo-verde, fioritura in aprile. Frutti : capsule ovoidali che a maturazione liberano semi piumosi .Sino a m di altezza Distribuzione: L'areale dei pioppo nero è esteso a tutta l'Europa meridionale e viene ovunque largamente coltivato. Habitat: Frequente sulle rive dei corsi d'acqua, dove insieme a salici e ontani forma boscaglie, su suoli permeabili, profondi, periodicamente inondati. E' esigente per luce e temperatura. Raggiunge trecento anni di età. Il legno è di modesta qualità, si usa nell'industria della carta e per produrre carbone vegetale. E' molto utilizzato a scopo ornamentale e frangivento.

93 La vegetazione dei corsi d’acqua
Frassino meridionale (Fraxinus angustifolia) Famiglia : Oleaceae. Foglie: decidue, più piccole del congenere F.Excelsior e composte da 7-13 foglioline più sottili. Segmenti fogliari che sono generalmente stretti,dentellati al margine , lanceolati. Il colore autunnale del fogliame è rosso-bruno. Portamento: meno alto del F.Excelsior. Questa specie , oltre che a scopo ornamentale , è coltivata nell' Italia meridionale(Madonie) per la produzione della "manna" , sostanza zuccherina secreta dalle incisioni prodotte sul tronco e utilizzata come blando lassativo.

94 La vegetazione dei corsi d’acqua
Salacone (Salix pedicellata) Arbusto esile. Foglie: decidue, cerose, coriacee rugose, strette, color verde azzurrognolo, glabre, Fiori: dioici, amenti maschili con peli argentei e antere rosse. Si utilizza per fare ceste di vimini.

95 La vegetazione dei corsi d’acqua
Ruta caprina (Hypericum hircinum) Arbusto sempreverde a portamento cespuglioso, con forte odore di capra. Foglie: opposte, sessili, ovato-lanceolate con margine intero. Fiori: gialli, riuniti in corimbi terminali. Frutti: capsule brune, ellittiche. Fioritura: giugno-agosto Habitat: luoghi freschi e lungo i corsi d’acqua.

96 La vegetazione dei corsi d’acqua
Ontano napoletano (Alnus cordata) Famiglia : Betulaceae. Foglie : decidue, inserzione alterna, lungo picciuolo, ovate ad apice accuminato, margine dentato. Fiori : pianta monoica con inf. Unisessuali. Inf. maschili costituite da amenti pendenti di 7-10 cm, riunite a gruppi di 3-6. Le inf. femminili sono corte e di colore rossastro. Fioritura: avviene a fine inverno. Fiori : strobilo prima verde,poi scuro e legnoso (dopo un anno ) quando libera acheni alati. Portamento: sino a 15 m di altezza. Originario delle regioni meridionali dove si consocia con querce, castagni, faggi. Apprezzato come pianta ornamentale nei viali, trova anche impiego nei rimboschimenti di terreni difficili(argillosi). Sopporta infatti la carenza di acqua, non ha particolari esigenze nutritive e cresce facilmente su terreni acidi, cosa che lo differenzia dagli altri ontani.

97 La vegetazione dei corsi d’acqua
Euphorbia rigida “Tassu” Famiglia: euphorbiaceae, suffruticosa Foglie: progressivamente ristrette in cima. Fiori: a raggera di 8 – 11 elementi; involucro portante, tra le ghiandole, grossi lobi triangolari eretti..Altitudine 0 – 1000 m s.l.m.. Fioritura: febbraio - aprile Ha un latice con proprietà ittiotossiche che veniva usato per catturare i pesci

98 La vegetazione dei corsi d’acqua
Leccio (Quercus ilex) Famiglia : Fagacee. Foglie : sempreverdi, cuoiose, ovali-ellittiche, sopra lucide, a margine liscio o spinoso. Fiori : unisessuali, quelli maschili in amenti, quelli femminili solitari o a coppie. Frutti : ghiande ovoidali con cupola a squame brevi . Alto sino a 25 m. Pianta sempreverde Diffusione: nelle regioni mediterranee; sino a m s.l.m. La lecceta si può considerare la piú caratteristica formazione dell'orizzonte mediterraneo. Tollera condizioni di aridità molto spinte, ed è poco esigente nei confronti di luce e temperatura. Accrescimento lento, molto longeva, raggiunge anche mille anni di età. Ornamentale molto decorativa, sopporta bene la potatura in forme obbligate e si presta anche per alberature stradali. Il legno, di colore rosso scuro, molto duro e pesante, è difficile da stagionare e da lavorare;buon combustibile, produce carbone pregiato, a elevato potere calorifico(carbone cannello).

99 La vegetazione dei corsi d’acqua
Leccio su roccia calcarea

100 La vegetazione relitta a Petagna
Petagna gussonei Habitat:esclusiva dei Nebrodi dove è rappresentata solo da pochissimi esemplari. E’ una pianta preistorica probabilmente relitto del terziario, erbacea, ombrellifera, dall’intenso odore di sedano, possiede radici stolonifere che si insediano sul substrato melmoso. Si rinviene nelle vallate di pochissimi ruscelli come: vallone Calanna (Tortorici), C/da Acquasanta (Boschi di Cannata), tra Floresta e Maniaci, il bosco del Flascio, Faggeti del Cutò, torrente Fiumetto (Galati Mamertino), tra i 450 e i 700 m slm Per la delicatezza ed i precari equilibri che gli hanno consentito la sopravvivenza, le condizioni di conservazione attuali (antropizzazione) sono delicate, arrivando a minacciarne la scomparsa in assenza di seri provvedimenti. Vegeta nella parte più ombreggiata del sottobosco, associate ad essa possiamo trovare altre entità più comuni come: l’Equiseto palustre, il Ranuncolo strisciante, l’Erba-fragolina, l’Elefantina, il Cerfoglio, la Mazza d’oro boschiva, il Panace comune, il Carice ascellare, la Mentuccia maggiore, il Clinopodio dei boschi ed il Capelvenere.

101 La vegetazione relitta a Petagna
Vallone fiumetto

102 La vegetazione relitta a Petagna
Elefantina (Rhynchocorys elephans)

103 La vegetazione relitta a Petagna
Equiseto palustre Ranuncolo strisciante Cerfoglio Mazza d’oro boschiva

104 La vegetazione relitta a Petagna
Erba fragolina Carice ascellare

105 La vegetazione relitta a Petagna

106 La vegetazione relitta a Petagna
Capelvenere Clinopodio dei boschi

107 La vegetazione relitta a Petagna
Petagna (Petagna gussonei)

108 La vegetazione relitta a Petagna


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