IL NEOREALISMO (1945-1955).

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Transcript della presentazione:

IL NEOREALISMO (1945-1955)

Le origini Il termine venne usato già negli anni ’30 per definire alcuni romanzi che prestavano maggior attenzione alla realtà sociale: “Gli Indifferenti” di Moravia, “Gente in Aspromonte” di Alvaro Venne poi usato dopo il 1943 per definire il nuovo cinema italiano di Visconti, De Sica…che poneva l’accento sulla narrazione cruda della cronaca Subito dopo il termine passò alla letteratura per indicare i nuovi romanzi del tempo che si basavano sulla documentazione della realtà della guerra e del dopoguerra

IL NEOREALISMO Il neorealismo è una tendenza dell’arte, della letteratura e soprattutto del cinema italiano che si volge a rappresentare gli aspetti quotidiani della realtà, anche i più crudi, con l'aderenza che ne darebbe un resoconto di cronaca. Il Neorealismo si pone in netta rottura col passato, è un’esplosione di libertà dopo anni di censura, è una dura critica ai disastri della guerra e della situazione italiana. Ma è anche rivalutazione dell’uomo, della sua lotta disperata per resistere

Perchè si sviluppò soprattutto in Italia? Per motivi strettamente connessi alla situazione storica che in Italia fu particolarmente drammatica: crisi del Fascismo, guerra, Resistenza, povertà del dopoguerra, speranze nella ricostruzione, rinata passione politica… Per sottolineare la rottura col clima culturale del Fascismo

IL NEOREALISMO Il Neorealismo espresse una concezione della cultura quale strumento capace di incidere sulle coscienze, di rappresentare l'esperienza collettiva e le sue contraddizioni di carattere politico e sociale. Il neorealismo è contrassegnato da uno stile per lo più realista, animato da una visione del mondo e dei fatti sociali popolare e spesso echeggiante temi marxisti. Nel campo del cinema la tendenza neorealistica si affermò in modo particolarmente brillante e deciso (tanto che i veri "narratori", a giudizio anche di letterati, diventarono i cineasti). Il neorealismo come movimento unitario non ebbe lunga durata, anche perché fortemente ostacolato in Italia dove subì l'accusa di esibire i “panni sporchi” e la vessazione della censura.

le tematiche letterarie la vita della borghesia durante il fascismo (Moravia) i problemi del meridione (Alvaro, Carlo Levi, Bernari, Vittorini, Silone, Iovine, Brancati) la shoah e i campi di concentramento (Primo Levi), l'antifascismo e la vita operaia (Pratolini), la resistenza (Calvino, Pavese, Fenoglio) , la guerra e le condizioni di miseria dell'immediato dopoguerra (Moravia),

i film del neorealismo 1945: Roma città aperta (R. Rossellini) 1946: Paisà (R. Rossellini) 1946: Sciuscià (V. De Sica) 1948: Ladri di biciclette (V. De Sica) [OSCAR] 1951: Miracolo a Milano (V. De Sica) 1954: La strada (F. Fellini) [OSCAR]

ROMANZO FILM Gli indifferenti (A. Moravia) Gli indifferenti (F. Maselli) Cristo si è fermato a Eboli(C.Levi) Cristo si è fermato a Eboli (F. Rosi) Il bell’Antonio (V. Brancati) Il bell’Antonio (M. Bolognini) La ciociara (A.Moravia) La ciociara (V. De Sica) Una vita violenta (P.Pasolini) Accattone (P.Pasolini) L’isola di Arturo (E. Morante) L’isola di Arturo (D. Damiani) La ragazza di Bube (C. Cassola) La ragazza di Bube (L. Comencini) Il giorno della civetta (L. Sciascia) Il giorno della civetta (D.Damiani) La tregua (P. Levi) La tregua (F.)Rosi Il partigiano Johnny (B. Fenoglio) Il partigiano Johnny (G. Ghiesa)

Il Neorealismo e Monicelli “Il neorealismo non era quello che mettevi nelle immagini, o il realismo di strada, ma lo sguardo morale che veniva fuori. Io dico sempre che anche un film di fantascienza può diventare neorealista” .

UN ROMANZO NEOREALISTA SECONDO DOPOGUERRA (1945-1955) Il sentiero dei nidi di ragno (1947) di Italo Calvino (1923 – 1985)

I. Calvino, Prefazione a I sentieri dei nidi di ragno L'esplosione letteraria di quegli anni in Italia fu, prima che un fatto d'arte, un fatto fisiologico, esistenziale, collettivo. Avevamo vissuto la guerra, e noi più giovani che avevamo fatto appena in tempo a fare il partigiano non ce ne sentivamo schiacciati, vinti, «bruciati», ma vincitori, spinti dalla carica propulsiva della battaglia appena conclusa, depositari esclusivi d'una sua eredità. Non era facile ottimismo, però, o gratuita euforia; tutt'altro: quello di cui ci sentivamo depositari era un senso della vita come qualcosa che può ricominciare da zero, un rovello problematico generale, anche una nostra capacità di vivere lo strazio e lo sbaraglio; ma l'accento che vi mettevamo era quello d'una spavalda allegria. Molte cose nacquero da quel clima, e anche il piglio dei miei primi racconti e del primo romanzo.

Trama Calvino descrive la Resistenza attraverso gli occhi di un bambino abbandonato a se stesso nei vicoli della città vecchia di Sanremo, ma che sa difendersi nel mondo incomprensibile dei grandi e gioca con la realtà di quel tempo. Pin è un dodicenne di bassa estrazione sociale, spesso maleducato e ribelle, costretto a vivere con la sorella prostituta. Non gioca con i coetanei e cerca la stima degli adulti, che fa ridere cantando canzoni su argomenti che neanche capisce, come il sesso e la guerra. Nonostante la sua età, Pin ha vissuto esperienze da adulto; infatti ha lavorato in una bottega come calzolaio e ha fatto “pubblicità” alla sorella senza cambiare il suo modo di ragionare e di sognare, tipico di un bambino, tanto che non riesce a distinguere il bene dal male, a causa della superficialità con cui supera le difficoltà.