Società delle reti Sociologia delle comunicazioni
Lunedì 23 Presentazione del libro ‘La fabbrica dell’uomo indebitato: saggio sulla condizione neoliberista’ Roma: DeriveApprodi, 2011 Venerdì 27 aprile: proiezione del film I pirati della Silicon Valley (1999)
Tecnologie dell’intelligenza: Il computer imita l’intelligenza: architettura di von Neumann, la macchina universale di Turing, le associazioni mentali tra Memex e ipertesto, l’intelligenza collettiva e l’intelligenza artificiale Simbiosi umano-computer: interfacce e periferiche (Human-Computer Interaction): Douglas Engelbart, Myron Krueger, Xerox Parc etc
Società industriale Società postindustriale dai media analogici ai media digitali (segnale continuo, chimico etc, codice binario,ricombinabile etc) Dai media di massa ai media personali (divisione tra produttore e consumatore; collasso delle due funzioni nella figura del prosumer) Dalle reti centralizzate (broadcasting) alle reti distribuite (commutazione di pacchetto)
J.C.R. Licklider ( ) (1960)Man-Computer Symbios (1961) Information Processing Techniques Office (IPTO) United States Department of Defense Advanced Research Projects Agency. Information Processing Techniques Office United States Department of Defense il Network Intergalattico….
1969 prima rete di computer ARPANET ‘ARPANET (acronimo di "Advanced Research Projects Agency NETwork", in italiano "rete dell'agenzia dei progetti di ricerca avanzata"), anche scritto ARPAnet o Arpanet, fu una rete di computer studiata e realizzata nel 1969 dal DARPA, l'agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti responsabile per lo sviluppo di nuove tecnologie ad uso militare. Si tratta della forma per così dire embrionale dalla quale poi nel 1983 nascerà Internet. Arpanet fu pensata per scopi militari statunitensi durante la Guerra Fredda, ma paradossalmente ne nascerà uno dei più grandi progetti civili: una rete globale che collegherà tutta la Terra.acronimoitalianorete di computer1969DARPA Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti1983InternetGuerra Fredda (
Paul Baran ‘"On Distributed Communications'” (1964) RAND ‘After joining the RAND Corporation that same year, Baran took on the task of designing a "survivable" communications system that could maintain communication between end points in the face of damage from nuclear weapons. [6] At the time of the Cold War, most American military communications used High Frequency connections which could be put out of action for many hours by a nuclear attack. Baran decided to automate RAND director Franklin R. Collbohm's previous work with emergency communication over conventional AM radio networks and showed that a distributed relay node architecture could be survivable. The Rome Air Development Center soon showed that the idea was practicable. [7]RAND Corporationnuclear weapons [6]Cold WarHigh FrequencyFranklin R. Collbohm Rome Air Development Center [7] (
Anni 70: diffusione tecnologie informatiche nelle università, nelle imprese, nell’industria, nei mercati finanziari; microelettronica Anni 80: diffusione del personal computer nelle case e negli uffici; Internet limitato alle università; prime reti informatiche di PC Anni 90: commercializzazione di Internet; world wide web; new economy (dotcom) Anni 2000: web sociale o web 2.0; mobile Internet.
Il cyberspazio “Cyberspazio. Un’allucinazione consensuale sperimentata quotidianamente da milioni di operatori legittimi, in ogni nazione, da bambini ai quali sono stati insegnati concetti matematici… Una rappresentazione grafica di dati astratti da banche dati presenti in ogni computer del sistema umano. Complessità impensabile. Linee di luce ordinate nel nonspazio della mente, serie di ingranaggi e costellazioni di dati. Come luci della città che retrocedono…” (William Gibson 1986 Neuromante cit in Ricciardi p. 288)
“In questo mondo silenzioso, tutta la comunicazione è digitata. Per entrare in esso, ci si deve liberare sia del corpo che dell’ambiente circostante e si diviene solo una cosa fatta di parole. Si può vedere quello che i nostri interlocutori stanno dicendo (o che hanno detto di recente), ma non come sono loro fisicamente, né il luogo dove si trovano… Collettivamente, formano ciò che gli abitanti della città virtuale chiamano la Rete. Essa si estende attraverso l’immensa regione dello stato di elettroni, microonde, campi magnetici, luci intermittenti che lo scrittore di fantascienza William Gibson battezzò Cyberspazio” (John Perry Barlow cit in Ricciardi p. 289)
“Cyberspazio è il ‘luogo’ nel quale sembra accadere una conversazione telefonica. Non all’interno del vostro reale telefono, l’apparecchio in plastica o altro materiale che si trova nella vostra scrivania. Non all’interno del telefono dell’altra persona, che si trova in una qualche altra città… Lo spazio tra i telefoni… negli ultimi ventanni… si è praticamente espanso… la luce lo ha inglobato, sotto forma di luce tremolante dello schermo di un computer… Dagli anni sessanta, il mondo del telefono è divenuto ibrido con i computer e la televisione, e sebbene non vi sia alcuna sostanza di cyberspazio, nulla che si possa maneggiare, esso ora ha uno strano tipo di fisicità. E’ buon senso oggi parlare di cyberspazio, come un luogo a sé stante.” (Bruce Sterling cit in Ricciardi pp )
Etnografi del ciberspazio: Rosanne Alluquere Stone (1991) ‘Will the Real Body Stand Up? Boundary Stories About Virtual Cultures’ Howard Rheingold (1993) The Virtual Community: Homesteading on the Electronic Frontier Julian Dibbel (1993) ‘A Rape in Cyberspace’ Sherry Turkle (1995) Life on the Screen: Identity in the Age of the Internet. New York: Simon and Schuster (computer medium soggettivo)
…ciò che lo sviluppo dei media fa è creare nuovi tipi di azione e di interazione e nuove forme di relazioni sociali – tipi e forme profondamente diversi dal genere d’interazione che ha dominato per buona parte della storia dell’umanità. (John B. Thompson cit in Ricciardi p. 269)
Simultaneità spazializzata e storicità mediata “La maggioranza degli individui delle società occidentali contemporanee ha derivato la propria conoscenza degli eventi principali del passato, anche del passato più recente (le due Guerre mondiali, la Rivoluzione russa, l’Olocausto), principalmente da libri, giornali, film e programmi televisivi. “(Thompson in Ricciardi p. 273)
L’utente non è totalmente assimilabile al consumatore di merci; recupera, anzi, il suo ruolo nelle attività prettamente culturali… (Ricciardi p. 271) Come contrappeso alla tendenza ‘massificante’ dei media agisce la libera attività mentale ed emozionale degli individui che, partecipando dell’effetto mediatico, ne possono trarre autonomi significati e quindi realizzare forme originali di appropriazione. L’universo simbolico è uno spazio culturale attivo nella ricezione mediatica che consente l’elaborazione culturale su scala individuale. (Ricciardi p. 272)
Manuel Castells (1942-) The Information Age. Economy, Society and Culture Tre volumi: The Rise of the Network Society (1996) The Power of Identity (1997) End of Millennium (1998)
Modo di produzione (capitalismo, statismo) E modo di sviluppo (industriale, informazionale) ‘The book studies the emergence of a new social structure, manifested under various forms, depending on the diversity of culture and institutions throughout the planet. This new social structure is associated with the emergence of a new mode of development, informationalism, historically shaped by the restructuring of the capitalist mode of production towards the end of the twentieth century’ (Castells The rise of the network society p. 14)
Negli anni 70 si afferma un nuovo paradigma tecnologico organizzato attraverso le tecnologie informatiche negli Stati Uniti Uno specifico segmento della società americana, interagendo con l’economia globale e la geopolitica mondiale, materializza un nuovo modo di produrre, comunicare e vivere.. Nonostante il ruolo dei finanziamenti militari, importanza della cultura dell’innovazione individuale, imprenditorialità e libertà dei campus universitari americani negli anni 60 Importanza dell’innovazione, rottura della tradizione (Castells p. 5)
Manuel Castells (1942-) The Internet Galaxy: Reflections on the Internet, Business and Society (2001) Mobile Communication and Society: A Global Perspective (2006) Communication and Power (2009)
“Nella visione di Castells alla società industrializzata del Novecento – i cui capisaldi sono l’economia materiale, il mercato, l’organizzazione gerarchica del lavoro e il ruolo centralizzatore dello Stato e dei sistemi di informazione – si contrappone la dimensione della rete, decentralizzata, flessibile, partecipativa, basata sull’informazione e sulla comunicazione” (Ricciardi p. 279)
“Sono questi gli elementi fondamentali che costituiscono lo scenario della fine del secondo millennio: a)rivoluzione tecnologica incentrata sulle tecnologie dell’informazione… b)economia globale (crollo dello statalismo sovietico, riorganizzazione del sistema capitalista corrispondente a maggiore flessibilità nella gestione, decentralizzazione interconnessione, rafforzamento del capitale rispetto al lavoro, aumento della competizione economica globale)” (Ricciardi p. 283)
L’informazione come materia prima (le tecnologie servono per agire sulle informazione non il contrario) Logica delle rete (insieme di elementi divergenti, struttura minima) Flessibilità e riconfigurazione continua Convergenza tecnologica (microelettronica, informatica telecomunicazioni, ingegneria genetica) (Ricciardi p. 282)
Dimensione sociale e culturale dell’informazionalismo: la società della rete tempo senza tempo spazio dei flussi e spazio dei luoghi l’io e la rete
Henry Jenkins (2006) Convergence Culture: Where Old and New Media Collide. New York: New York University Press.
“Per convergenza intendo il flusso dei contenuti su più piattaforme, la cooperazione tra più settori dell’industria dei media e il migrare del pubblico alla ricerca continua di nuove esperienze di intrattenimento… In questa sede voglio contestare l’idea secondo la quale la convergenza sarebbe essenzialmente un processo tecnologico che unisce varie funzioni all’interno degli stessi dispositivi. Piuttosto, essa rappresenta un cambiamento culturale, dal momento che i consumatori sono stimolati a cercare nuove informazioni e ad attivare connessioni tra contenuti mediatici differenti. La convergenza è sia un processo discendente, dall’alto verso il basso, guidato dalle corporation, che una dinamica ascendente, dal basso verso l’alto, guidata dai consumatori.” (Jenkins cit. in Ricciardi, p. 263)