TORINO, 17 DICEMBRE 2015 Un anno di agricoltura e di Coldiretti I dati sono elaborati dall’ufficio studi e del programma di Coldiretti Piemonte Annata Agraria 2015
LATTE: CONTINUA LA CRISI Prezzo latte ancora inferiore ai costi di produzione stimati da ISMEA cent/l. Accordo nazionale con Italatte prezzo latte alla stalla +2,1 cent/l. Adottare un modello di contratto con tutte le industrie con prezzo indicizzato SETTORE ZOOTECNICO
LATTE: CONTINUA LA CRISI SETTORE ZOOTECNICO Con la fine della campagna lattiero casearia 2014/2015 (1°aprile marzo 2015) si è avuta la conclusione del regime delle quote latte a livello comunitario. Un meccanismo che, per più di 30 anni (era entrato in vigore nel 1984) ha garantito, nel bene e nel male, il contingentamento della produzione europea e, soprattutto negli ultimi anni, aveva contribuito a dare una relativa stabilità dei prezzi. L’Italia ha concluso la campagna 2014/2015 con una produzione di quintali ( quintali in Piemonte), con il conseguente superamento della quota nazionale (Quantitativo Nazionale di Riferimento) e il pagamento del prelievo supplementare per 103 milioni di euro a carico dei produttori (6,3 milioni di euro in Piemonte). Nei 5 anni precedenti la produzione era invece rimasta al di sotto della quota nazionale. La nuova campagna, la prima in un contesto di libero mercato, è stata caratterizzata da un notevole surplus produttivo a livello globale e, complice anche la frenata della crescita di alcuni paesi in forte espansione (Cina in primis), da una forte contrazione dei prezzi, tornati pressoché sui livelli della crisi del Tutto il comparto, dalla stalla alla polvere di latte, ai formaggi a lunga conservazione, ha vissuto un periodo di stagnazione e solamente in queste ultime settimane si sta lentamente intravedendo un timido rialzo. L’auspicio è che questi segnali siano l’inizio di una risalita, seppur lenta, di tutta la filiera, e conseguentemente del prezzo del latte alla stalla. Nel corso dell’annata il prezzo medio si è collocato tra i 30 e 34 centesimi/litro, nettamente inferiori prezzi medi del 2014; situazione aggravatasi ulteriormente negli ultimi mesi. Dal 2010 ad oggi continua lo sviluppo del progetto “Polvere di latte”: sono oltre i quintali conferiti dalla cooperativa Compral-latte alla torre di spraiatura della azienda Inalpi di Moretta, la quale fornisce prevalentemente la Ferrero di Alba.
LATTE: CONTINUA LA CRISI SETTORE ZOOTECNICO
BOVINI DA CARNE: QUALCHE SEGNALE DI RIPRESA Ripresa su razza bovina Piemontese In attesa del riconoscimento I.G.P. per il vitellone piemontese della coscia
BOVINI DA CARNE: QUALCHE SEGNALE DI RIPRESA L’annata 2015 per il comparto dei bovini da carne si è sviluppata senza particolari novità, con produzioni che rimangono nel complesso pressoché stabili e con quotazioni di mercato che non evidenziano, mediamente, particolari cambiamenti. Sul settore pesa ancora una volta la propria connotazione ancora tradizionale e la carenza di una sua vera e propria organizzazione della parte allevatoriale per quanto concerne la concentrazione dell’offerta, ad eccezione di alcune realtà cooperative. Il mercato piemontese dei bovini da carne rimane ancora fortemente vincolato a figure di intermediazione, nonostante le potenzialità di un settore che può vantare la prima razza da carne autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, vale a dire la Piemontese. Su questa razza da carne nel corso del 2015 si è lavorato su due fronti: si sta cercando di ottenere l’IGP Vitellone Piemontese della Coscia, attualmente in sede di esame presso la Commissione europea, ed è stata nuovamente replicato l’accordo di filiera con Mc Donald’s. Dopo l’esperienza positiva del 2013, nella prima quindicina di ottobre e nei primi quindici giorni di novembre, nei punti Mc Donald’s di tutto il territorio nazionale, è presente il nuovo panino “McItaly Piemontese” con hamburger 100% di carne di razza Piemontese. Nel corso dell’annata i prezzi per la razza Piemontese hanno mediamente tenuto, mentre maggiori criticità si sono avuti per le razze francesi, dovute anche alle difficoltà di approvvigionamento da Oltralpe causa le restrizioni alle importazioni. Di seguito le rilevazioni medie della Borsa merci di Cuneo per i bovini da macello: - 3,08 €/kg Vitellone maschio razza Piemontese della coscia inferiore a 24 mesi ( kg) - 3,74 €/kg Vitellone femmina razza Piemontese della coscia inferiore a 24 mesi ( kg) -2,84 €/kg Vitellone maschio razza Blonde d'Aquitaine ( fino a 750 kg) -2,63 €/kg Vitellone maschio razza Limousine ( fino a 720 kg) - 2,41 €/kg Vitellone maschio razza Charolaise ( fino a 780 kg)
SUINI: UN’ANNATA STABILE Coldiretti si sta impegnando per rendere operativa la Commissione Unica Nazionale per la formazione del prezzo
SUINI, UN’ANNATA STABILE MA STENTA L’OPERATIVITÀ DELLA CUN Per il comparto suinicolo il 2015 si è trattato di un’annata che ha rispecchiato praticamente le ultime annate, con quotazioni che oscillano da 1,30 a 1,50 €/kg per i suini della categoria 160/176 kg, in cui rientra la stragrande maggioranza degli allevamenti piemontesi specializzatisi negli anni per la produzione del suino pesante destinato alle filiere DOP (prosciutto di Parma in primis). Il tutto a fronte di una progressiva diminuzione dei capi e degli allevamenti, sia a livello nazionale che piemontese. Dati alla mano, si rileva come nel 2015 in Piemonte siano allevati circa 1,2 milioni di suini, ma in contrazione del 2% rispetto al 2014, mentre è più marcato il calo degli allevamenti che è passato da a circa (Fonte Sistema Piemonte). Si osserva una progressiva chiusura dei piccoli allevamenti a favore di realtà più organizzate. Anzi, proprio in virtù di questa diminuzione ci si sarebbe aspettati un mercato marcatamente al rialzo, ma così non è stato. Sul fronte nazionale si osserva invece un cronico malfunzionamento della CUN – Commissione Unica Nazionale dei suini da macello di Mantova, istituita a fine 2008 e composta pariteticamente da cinque commissari di parte allevatoriale e da cinque rappresentanti dei macellatori con il compito di formulare settimanalmente il prezzo. Nonostante le numerose modifiche introdotte al regolamento interno, la CUN stenta a operare, venendo così meno un prezioso riferimento per il mercato.
AVICOLI, ANCORA IN CRESCITA LA PRODUZIONE E I CONSUMI Per il comparto polli da carne si è trattata di un’annata con quotazioni pressoché stabili, in linea con il Il Per buona parte dell’annata i prezzi sono oscillati da 1,00 a 1,10 €/kg, con un andamento progressivo sia per quanto riguarda le fasi di calo che di risalita delle quotazioni Anche nel corso del 2015 le carni bianche dimostrano un interesse sempre più crescente, soprattutto in virtù delle notevole convenienza nel rapporto qualità/prezzo. Stabile a livello regionale la filiera produttiva che può contare su circa allevamenti. Sempre nell’ambito del settore avicolo, rimane positivo anche la produzione di uova, mantenendo il trend delle due precedenti annate. Sulle principali piazze nazionali di riferimento, Forlì e Milano i prezzi sono oscillati tra i 10 e 12 centesimi per le uova di pezzatura media, tra i 12 e 14 centesimi per le uova di pezzature più grandi.
CONIGLI, TENGONO I CONSUMI MA AUMENTA LA VOLATILITÀ DEI PREZZI L’annata 2015 ha mostrato ancora una volta l’elevata volatilità dei prezzi per il comparto cunicolo nazionale e di riflesso sugli allevamenti piemontesi. Il Piemonte, dopo il Veneto, è la seconda regione italiana per importanza nel settore cunicolo, contando circa 150 allevamenti e quasi 700 mila capi allevati, concentrati soprattutto nelle province di Cuneo e Torino. Se fino alla fine del 2014 i prezzi sono rimasti al di poco sotto dell’euro, ma comunque inferiori allo stesso periodo delle annate precedenti, dai primi mesi del 2015 e sino alla fine di maggio si é verificato un calo vertiginoso dei prezzi, toccando il minimo di 1,31 €/kg stabilito dalla CUN – Commissione Unica Nazionale dei conigli vivi da carne di Verona. Da giugno in poi le quotazioni hanno ripreso a salire, arrivando a agli attuali 2,41 €/kg. Un andamento che non trova una motivazione oggettiva, vista la domanda sempre elevata da parte dei macellatori. Un elemento più volte evidenziato da Coldiretti è la mancanza di una normativa comunitaria che preveda l’obbligo di etichettatura delle carni cunicole e che potrebbe garantire una maggiore trasparenza al mercato, caratterizzato oggi da massicce importazioni.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE ANIMALI
RISO: BUONE PROSPETTIVE Problema importazione di prodotto già confezionato dai Paesi dell’est asiatico Necessaria politica di valorizzazione e promozione del prodotto italiano SETTORE CEREALICOLO
RISO, BUONE PROSPETTIVE MA RIMANE IL PROBLEMA IMPORT La stagione 2015 è stata complessivamente favorevole, per la risicoltura piemontese, anche se a fine luglio in alcune aree si era temuto il peggio per via della carenza d’acqua irrigua disponibile. La produzione in generale è stata buona con solamente alcuni distinguo per certe varietà, ma questa è comunque una buon annata sia dal punto di visto produttivo che quantitativo. E’ prevedibile un aumento produttivo a livello nazionale, di almeno / tonnellate in più rispetto allo scorso anno. Dopo un avvio molto fiacco, ora il mercato si sta svegliando e, specialmente per le varietà lunghi A da interno e per i Tondi, i prezzi quotati cominciano ad essere interessanti. Solo le varietà Indica hanno quotazioni decisamente insufficienti, ma questo era prevedibile. La situazione di mercato degli Indica potrebbe essere questa per tutta la campagna di commercializzazione, se si considera che oltre a Cambogia e Myanmar, anche il Vietnam beneficerà dell’accordo di libero scambio a dazio zero raggiunto lo scorso 4 agosto con la Commissione europea. La quota “duty free” accordata dall’UE al Vietnam di circa 80 mila tonnellate, se ratificata dal Parlamento e dal Consiglio, andrebbe ad appesantire ulteriormente una situazione resa già difficilissima dalla crescita esponenziale delle importazioni di riso provenienti dai Paesi PMA (Paesi Meno Avanzati), quali Cambogia e Myanmar (ex Birmania), esentati dal dazio in forza dell’accordo “EBA” (Everything But Arms, tutto fuorché le armi).
FRUMENTO, ORZO E MAIS: PREZZI NON DECOLLANO Produzione in calo anche per eccesso di caldo estivo
FRUMENTO TENERO E ORZO, PRODUZIONE IN CALO MA I PREZZI STENTANO A DECOLLARE Durante l’autunno, eccessi di pioggia hanno indotto una sorta di dilavamento e il blocco dell’attività radicale, mentre le temperature miti hanno comunque favorito lo sviluppo fogliare. Dall’altra le copiose ed abbondanti piogge di febbraio e marzo hanno decisamente ridotto il numero di piante per metro quadro. In fase di spigatura le condizioni meteo sono state invece propizie ma gli eccessivi caldi di fine maggio – primi di giugno hanno compromesso in modo significativo l’assorbimento azotato determinando un abbassamento della concentrazione proteica della farina. Non ci sono state significative strette da caldo, i pesi specifici sono stati nel complesso elevati ma il livello proteico è stato compromesso. Nel complesso, soprattutto a causa dello stentato accestimento, le produzioni sono state mediamente più basse di circa 15 quintali/ettaro e la produzione media indicativa è stata di 73 quintali/ettaro, rese di 80 quintali/ettaro nelle zone vocate e di 45 – 50 nelle zone marginali. Il prezzo medio del frumento tenero si colloca tra i 18 e 22 €/quintale. L’orzo ha seguito pressoché le vicissitudini del frumento. Elevati attacchi di elmintosporiosi (malattia fungina) hanno contribuito ad abbassare il livello produttivo e gli interventi fungicidi in prossimità della spigatura, abbinati ad una corretta gestione agronomica della coltura ed ad una corretta scelta varietale, hanno sortito risultati produttivi soddisfacenti. Nel complesso anche per l’orzo le produzioni sono state decisamente più basse rispetto ad un’annata media. La produzione media è stata di 67 quintali/ettaro, con punte di 75 quintali/ettaro in zone vocate e condizioni propizie e rese di 50 quintali/ettaro nelle zone marginali. Il prezzo medio dell’orzo si colloca tra i 16e i 17,5 €/quintale. Si per il grano che per l’orzo i prezzi sono stati generalmente molto bassi che, abbinati a costi di produzione sempre più alti, mettono a dura prova il reddito colturale.
MAIS, IL SURPLUS PRODUTTIVO GLOBALE MANTIENE I BASSI PREZZI Le produzioni sono state mediamente più basse di circa 15 quintali/ettaro, decremento produttivo da correlare ai caldi eccessivi di metà - inizio luglio che hanno compromesso l’assorbimento idrico ma anche le fasi fenologiche di fioritura e soprattutto di allegagione. (sviluppo dei frutti a seguito della fioritura). La presenza di numerosi insetti ha compromesso il livello quantitativo: dalla piralide alla diabrotica. Il livello sanitario è stato nel complesso buono. L’annata cerealicola, come purtroppo ormai quasi tutte le annate dell’ultimo quinquennio, è stata funestata da un andamento meteorologico pessimo, grandine, trombe d’aria e bombe d’acqua hanno devastato buona parte del territorio e la carta assicurativa assumerà sempre di più una valenza strategica fondamentale per la tutela del reddito aziendale. Il surplus mondiale non aiuta il mercato, con prezzi che si collocano tra i 16,70 e i 17,80 €/quintale per la produzione regionale. Proseguono, con numeri in continua crescita gli importanti accordi di filiera siglati dalla rete dei Consorzi Agrari e che hanno consentito ai produttori una remunerazione mediamente superiore rispetto a quelle di mercato.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE CEREALI
FRUTTICOLO: GRAVA L’EMBARGO RUSSO Pesche e nettarine: ancora un’annata da dimenticare Mele: buone prospettive anche per la nuova campagna Kiwi: produzione in ripresa dopo i gravi problemi fitosanitari SETTORE FRUTTICOLO
PESCHE E NETTARINE, ANCORA UN’ANNATA DA DIMENTICARE Su drupacee e pomacee si registra un generale miglioramento rispetta alla stagione precedente. Nonostante il clima favorevole, sia per la produzione che per il consumo, è ancora deludente il mercato di pesche e nettarine. Continua l’embargo della Russia e a poco servono le contromisure prese dall’Unione Europea. La stagione 2015 va ricordata per un clima particolarmente favorevole e per il conseguente miglioramento qualitativo di tutta la frutta estiva. La produzione complessiva è in linea con quella del 2014, ma anche se durante la campagna di commercializzazione si sono registrate quotazioni superiori alla stagione precedente, emergono ancora una volta prezzi pari o inferiori ai costi di produzione, evidenziando ancora di più il forte problema strutturale della filiera distributiva. Appare sempre più evidente come la deriva verso il mercato del basso prezzo, e della conseguente bassa qualità, non lascia intravedere per il futuro alcun miglioramento. Grazie alla buona qualità raggiunta si registrano, al contrario, ottimi risultati nella cosiddetta “filiera corta”.
MELE, BUONE PROSPETTIVE ANCHE PER LA NUOVA CAMPAGNA La produzione complessiva della nostra Regione è leggermente inferiore a quella dell’annata precedente. Il caldo estivo aveva fatto temere per la qualità della produzione ma, soprattutto in Piemonte, i danni sono stati molto contenuti e sia la qualità estetica che quella sensoriale hanno raggiunto ottimi livelli. Per le mele del gruppo Gala, in particolare, i consumi sono stati fin da subito molto elevati, soprattutto in Nord Africa e ciò fa presupporre una buona campagna di commercializzazione nei prossimi mesi. Si registra l’aumento del numero di contratti a prezzo definito durante la campagna di raccolta e delle relative quotazioni.
KIWI, PRODUZIONE IN RIPRESA E MA SERVE UNA MIGLIORE STRATEGIA COMMERCIALE La produzione piemontese dovrebbe attestarsi su circa tonnellate, sostanzialmente in linea con la produzione del Si registra ovunque una ulteriore minore incidenza batteriosi e una qualità commerciale media delle partite, particolarmente elevata e ben superiore alla media qualitativa registrabile nelle altre regioni italiane. La maggiore disponibilità di prodotto proveniente dall’emisfero australe (Nuova Zelanda in primis ma anche Cile), ha finora rallentato le prime fasi della commercializzazione. Alle buone quotazioni raggiunte negli ultimi anni dal prodotto di qualità, commercializzato dai neozelandesi, fa da contro altare la generale poca riconoscibilità del prodotto italiano e piemontese e proprio su questo aspetto bisognerebbe che fossero maggiormente concentrati gli sforzi di tutta la filiera.
PERE, SUSINE E FRAGOLE, ANNATA NEL COMPLESSO POSITIVA PERE – In Piemonte la produzione continua a crescere, grazie all’entrata in piena produzione degli impianti messi a dimora negli ultimi anni. Le pere della varietà William, prevalentemente destinate alla trasformazione industriale, hanno registrato quotazioni in lieve rialzo. Per le varietà Conference e Abate Fetel, le prime quotazioni fanno ben sperare per la campagna di commercializzazione in corso. SUSINE – Tutte le varietà di susine, a causa soprattutto del forte caldo registrato durante la fioritura hanno registrato una minore produttività rispetto alla passata stagione ma, nonostante ciò, si registra ancora un leggero aumento della produzione piemontese, dovuta all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Anche se deve ancora concludersi la campagna commerciale delle varietà a maturazione autunnale, si può tranquillamente affermare che sia la qualità che le quotazioni medie sono state generalmente soddisfacenti. FRAGOLE – Primavera positiva per le fragole con buone produzioni nella media degli ultimi anni, con prezzi non elevatissimi nelle prime settimane, ma che prontamente hanno raggiunto i 3,00 - 3,50 €/kg e i 4,00 €/kg verso la fine della stagione nel mese di giugno. Per le produzioni più tardive di fragola unifera i prezzi a giugno sono stati buoni, sui 3€/kg, anche se le produzioni sono state più scarse rispetto al 2014; per le produzioni rifiorenti a causa del caldo estivo le produzioni sono state abbastanza scarse, vantando meno problemi legati all’insetto Drosophila rispetto al 2014; nell’autunno le produzioni sono state buone, prezzi medi di 3,00 - 3,50 €/kg.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE FRUTTA
ORTICOLO: INFLUENZATO DAL FORTE CALDO Produzioni condizionate dal grande caldo estivo SETTORE ORTICOLO
PRODUZIONI ESTIVE CONDIZIONATE DAL GRAN CALDO PEPERONE – Campagna non eccelsa per il peperone con quantitativi non elevati penalizzati dal gran caldo estivo, che ha determinato un anticipo delle raccolte e una fine precoce delle produzioni nel periodo autunnale. Buone invece le quotazioni con le tipologie quadrate tipo “Cuneo” e “Carmagnola” pagate ai produttori 1,40 - 1,80 €/kg e la tipologia “mezzo lungo” con quotazioni sono state tra 0,70 e 0,8 €/kg in estate e in ripresa in autunno fino a 1,2 €/kg. POMODORO – Campagna dalle due facce per il pomodoro da mensa. Con l’inizio dell’estate si sono riscontrate buone produzioni ma con diversi problemi legati alle alte temperature e prezzi di mercato scarsi (0,50 - 0,70 €/kg) per merce di buona qualità. La seconda parte della stagione, invece, è stata decisamente positiva, con quotazioni per la varietà Cuore di bue che hanno raggiunto fino i 2,5 €/kg. ZUCCHINE – Si conferma un mercato fortemente altalenante quello delle zucchine, con prezzi che durante la prima parte della stagione estiva sono oscillati da 0,20 a 0,40 €/kg, sia per le tipologie scura che chiara. Mentre dal mese di agosto fino all’autunno si sono riscontrati prezzi interessanti, che hanno spinto le quotazioni fino a 1,50 €/kg per la tipologia chiara e 0,80 €/kg per la scura. ORTAGGI AUTUNNALI – Nella norma la produzione di ortaggi autunnali (cavoli, cavolfiori e broccoli), anche se sono emersi ritardi nelle maturazioni rispetto alle precedenti annate. Questa iniziale scarsità di offerta ha fatto sì che, nella prima parte della stagione (settembre e ottobre), il prodotto sia maggiormente richiesto dal mercato e remunerato in modo adeguato. Per i cavolfiori i prezzi sono mediamente di 0,50 €/kg.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE ORTAGGI
NOCCIOLE: TREND POSITIVO Continua trend fortemente positivo sia a livello produttivo sia economico SETTORE CORILICOLO
NOCCIOLE, CONTINUA IL TREND POSITIVO l corso dell’annata agraria si è conclusa la campagna di commercializzazione del raccolto 2014, caratterizzata da quotazioni di mercato record, complice la scarsa offerta di prodotto turco (primo produttore mondiale con oltre il 70% dei quantitativi globali) dovuta alle gelate primaverili che ne avevano compromesso parzialmente il raccolto. In Piemonte, a fronte di una produzione 2014 in linea con le precedenti annate (circa quintali) le quotazioni sono state sin dall’inizio molto elevate (430 €/q.le) arrivando sino a 650 €/q.le a fine stagione. Cifre che hanno più che raddoppiato i prezzi delle campagne precedenti. A metà settembre si è invece concluso la campagna di raccolta 2015 delle nocciole in Piemonte. La produzione, in termini quantitativi, è stata piuttosto scarsa nelle aree storicamente vocate, mentre negli areali di fondovalle e nelle zone di nuova espansione è stata buona. La qualità del prodotto può definirsi, nel complesso discreta/buona. L’andamento climatico della primavera/estate, caratterizzato da piogge prime e tassi elevati di umidità poi, hanno spinto molti produttori a ricorrere, a differenza degli anni scorsi, all’essicazione forzata per evitare o contenere il rischio di presenze di marciume. Anche quest’anno i prezzi, pur lontano dal record della precedente campagna, si mantengo su livelli abbastanza interessanti (350 – 390 €/kg). Proseguono i progetti di filiera delle cooperative Corilanga e San Giorgio, le quali hanno avviato anche la trasformazione diretta del prodotto.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE FRUTTA IN GUSCIO
PRODUZIONE IN CALO PER FAGIOLO E PATATE SETTORE LEGUMINOSE E TUBERI FAGIOLO – Per quanto riguarda il fagiolo rampicante l’annata 2015 è un’annata da dimenticare. Il gran caldo estivo ha pregiudicato l’allegagione dei fiori, provocando perdite di produzione tra il 40 e l’80% a seconda degli areali. Solo parzialmente il prezzo elevato del mercato ha compensato in parte la mancata produzione sia per il fagiolo da raccolta cerosa dei baccelli (fagiolo fresco), le cui quotazioni sono state di 1,00 €/kg in estate e fino a 2,5€/kg ad agosto, sia per quanto riguarda il fagiolo da granella secca con prezzi che oscillano dai 2,80 ai 3,20 €/kg per le tipologie Billò e Lamon. Sul mercato del fresco in particolare si è avuta un’annata molto strana: le prime offerte di luglio sono state a prezzi molto bassi, circa 0,70 - 0,80 €/kg, e le produzioni non molto elevate; nel mese di agosto l’offerta è stata molto molto scarsa a causa caldo estivo e per più di un mese i prezzi sono saliti anche a 2,50 - 2,80 e/kg ma con produzioni a ettaro scarsissime; nel periodo autunnale è risalita l’offerta e i prezzi sono crollati nuovamente a 0,60 - 0,80 e/kg. Mediamente le produzioni sono più basse a ettaro rispetto al Per quanto riguarda il fagiolo nano a raccolta secca, le produzioni sono state nelle media, ma con quotazioni in calo rispetto alle passate campagne (0,70 - 0,90 €/kg), in quanto si è moltiplicata l’offerta di tale prodotto, dato il continuo interesse delle aziende agricole per questa ancora interessante coltura. Tuttavia anche per il fagiolo nano nelle prime trebbiature di agosto le produzioni sono state scarse rispetto al fortunato 2014, con prezzi bassi a causa di offerte molto competitivi dall’estero; nelle trebbiature di fine settembre/ottobre si è notato un rialzo dei prezzi a causa di produzioni inferiori rispetto alle stime fatte a inizio anno sulle superfici dedicate alla coltura, con qualità e quantità in rialzo. PATATE – Produzioni unitarie 2015 leggermente in calo rispetto alla passata stagione che, sommato a minori ettari messi a coltura, fanno si che le quotazioni a partire dalle patate novelle di maggio fino ad oggi siano state interessanti per i produttori. Buona anche la qualità. Il mercato ha una buona richiesta e i prezzi sono abbastanza alti e confermati dalla Borsa Patate di Bologna, piazza di riferimento a livello nazionale (0,80 €/kg per le confezioni da 2 e 2,5 kg franco arrivo con sovraimballo). Più elevate ancora le quotazioni per le produzioni di nicchia, identificate nei vari consorzi di tutela. In generale si conferma una buona richiesta e un calo di produzione a ettaro rispetto al 2014, che aveva presentato produzioni molto elevate ma a scapito dei prezzi.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE LEGUMINOSE E TUBERI
OTTIMA LA QUALITÀ MA RESE IN DIMINUZIONE SETTORE COLTURE INDUSTRIALI Si è conclusa verso la fine di settembre la campagna di raccolta del POMODORO DA INDUSTRIA in Piemonte. Il principale areale di produzione è l’Alessandrino, dove sono stati investiti circa ettari. Rispetto allo scorso anno, in linea con il trend nazionale, si è verificato un aumento delle superfici ( %), complici anche gli scarsi risultati economici raggiunti dal mais. Non altrettanto positivi sono stati i riscontri in termini quantitativi: l’andamento climatico dell’estate, caratterizzato da elevate temperature e le scarse precipitazioni hanno ridotto considerevolmente i volumi. Una produzione medio-buona si è raggiunta per le varietà precoci, medio-scarsa per quelle tardive (la maggior parte della superficie a pomodoro) la cui raccolta è iniziata solamente dopo ferragosto. Per le varietà tardive la produzione è scesa a q.li/ettaro a fronte di una media storica di 800/900 q.li/ettaro; mentre per le precoci si sono raggiunte anche punte di q.li ( q.li/ha la resa media). Risultati invece positivi per quanto riguarda la qualità, contraddistinta da un buon livello di gradi brix (gradi zuccherini). Manca ancora la conferma ufficiale dell’OI pomodoro da industria del Nord Italia ma, con un quantitativo consegnato alle industrie di 2,57 milioni di tonnellate, dovrebbe essere stato raggiunto l’obiettivo della produzione concordata dal Contratto Quadro del pomodoro da industria per la campagna, siglato il 12 febbraio scorso 2015 tra le Organizzazioni dei Produttori e le rappresentanze delle imprese di trasformazione, compresa tra le 2,45 milioni e le 2,65 milioni di tonnellate. Come lo scorso anno il prezzo medio oscilla intorno ai 9,2 €/quintale, a seconda dei parametri qualitativi del prodotto.
PIEMONTE: RIEPILOGO COLTURE INDUSTRIALI
FLOROVIVAISMO: CONTINUA LA CRISI E LA CONCORRENZA DAI PAESI TERZI Forte concorrenza soprattutto da Kenia, Colombia, Israele e Ecuador SETTORE FLOROVIVAISTICO Settore che risente della crisi
CONTINUA LA CRISI ECONOMICA E LA FORTE CONCORRENZA DEI PAESI TERZI Il settore florovivaistico si è mantenuto sui livelli dello scorso anno, con una maggiore richiesta del mercato su prodotti di taglia minore e meno su piante di grosse dimensioni da giardino e arbusti da esterno. Il settore florovivaistico è tra quelli che più hanno sofferto la crisi economica, essendo a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico. E’ un settore che si sta progressivamente evolvendo in base alle nuove esigenze. Il periodo di crisi ha avuto ripercussioni per il comparto, soprattutto in termini di liquidità, con l’allungamento dei tempi di pagamento. Si riscontra invece una vendita costante per quanto riguarda le piantine da orto, indice di un ritorno soprattutto per hobbisti a coltivare piccoli appezzamenti, terrazze o anche semplici balconi per la produzione di verdure e frutti. I prodotti florovivaistici, da sempre fiore all'occhiello del Made in Italy e principali fornitori in tutta l’UE, da alcuni anni stanno avendo una forte concorrenza da parte di paesi quali Kenia, Colombia, Israele e Ecuador. La pressione delle importazioni estere sta progressivamente aumentando, mettendo ulteriormente in crisi le aziende piemontesi e nazionali. Oltre a ciò le consistenti importazioni si trascinano anche il forte rischio di portare in Italia fitopatie a noi ancora sconosciute che possono arrecare elevati danni alle coltivazioni. Problematica di cui si auspica una riduzione grazie anche alla recente modifica, su proposta italiana, di alcuni codici doganali del settore florovivaistico a livello UE. Dal 1°gennaio 2016 verranno introdotti nuovi codici doganali nell’ambito del Capitolo 6 “Piante vive e prodotti della floricoltura” della Nomenclatura combinata, specifici per alcune tipologie di piante che, fino a oggi, non erano classificate (ranuncoli, il genere Citrus e le conifere sempreverdi). La nuova codificazione consentirà una maggiore possibilità di controllo e studio, anche a livello statistico, dei flussi commerciali relativi a queste tipologie di piante, importanti per il sistema florovivaistico nazionale. E’ stata poi approvata l’introduzione dell’unità supplementare “pezzi” al posto di tonnellate per determinati prodotti commercializzati in pezzi (fiori, piante, alberi e arbusti), favorendo quindi le aziende nelle valutazioni commerciali e statistiche ai fini della programmazione produttiva. Infine è in corso la stesura definitiva del disciplinare di certificazione del marchio “Vivaifiori” promosso dallo stesso Ministero delle politiche agricole e sviluppato da Ismea per certificare il prodotto italiano sostenibile e darne riconoscibilità all’interno del mercato globale.
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE FLOROVIVAISMO
VITIVINICOLO: UN’ANNATA DA RICORDARE SETTORE VITIVINICOLO produzione stabile ed ottima qualità Settore fortemente trainato dall’export Prezzi in netta ripresa
UN’ANNATA DA RICORDARE Subito con l’avvio della vendemmia 2015è emerso un quadro positivo, a conferma delle previsioni antecedenti la raccolta che avevano fornito indicazioni favorevoli rispetto la qualità delle uve e generato attese ottimistiche. Le precipitazioni invernali e primaverili hanno garantito l’accumulo idrico che ha consentito al vigneto di affrontare senza problemi la successiva ondata di caldo asciutto di luglio. Solo alcuni vigneti in fase di allevamento (quindi nei primi due- tre anni) hanno evidenziato cenni di carenza idrica. Il caldo eccezionale (anche se non paragonabile a quello del 2003 e che qualcuno pure ha evocato) ha impresso un ritmo inizialmente rapido di maturazione, lasciando presagire forti anticipi sulla raccolta, tuttavia dopo la raccolta delle varietà precoci a bacca bianca, a partire da metà settembre il ritmo si è normalizzato e di conseguenza l’anticipo iniziale si è in parte annullato. Il temuto, possibile, calo del quadro acido, specie sui bianchi, non si è verificato grazie ai sopraggiunti freschi notturni di settembre. L’andamento asciutto estivo ha inoltre permesso di contenere gli attacchi parassitari, anche nei vigneti con conduzione secondo il protocollo biologico, senza alcun problema e i grappoli rimasti integri senza fessurazioni hanno superato ancora indenni anche le piogge che sono cadute verso a metà della raccolta dei dolcetti, delle barbere e prima e durante quella dei nebbioli da Barolo. In particolare si evidenzia come il clima abbia in particolare favorito il dolcetto, forse uno dei vitigni più esigenti e capricciosi, e la barbera, che offre il meglio di sé nelle annate calde, appunto come questa e il Il nebbiolo è una “macchina perfetta” e dire che anche quest’anno è ottimo forse non fa nemmeno più notizia. La vendemmia italiana e piemontese potrebbe essere una di quelle da ricordare, o meglio possiamo dire incorniciare: ottima qualità su tutte le varietà e tipologie. L’uva ha raggiunto le cantine sana e intatta, presentando da subito caratteristiche chimiche pregevoli, carica zuccherina rilevante e pH (forza acida) buono, a dispetto del caldo. E la quantità è tendenzialmente non abbondante, in leggero aumento rispetto l’avarizia del 2014, ma sicuramente equilibrata nel complesso, come in Piemonte si ricerca anche attraverso selezione e diradamenti, che quest’anno sono ovviamente stati meno intensi o non praticati. Di certo una vendemmia da 10 e lode con diffusa e condivisa soddisfazione. Ora l’attenzione, si è spostata dal vigneto alla cantina e ai processi di vinificazione e affinamento che potranno confermare quanto di buono fatto sino ad ora, ma la percezione è già quella di un grande millesimo. Il mercato delle uve ha giovato di un rinnovato equilibrio, specie per alcune produzioni che in passato hanno, più di altre, accusato la congiuntura economica sfavorevole generale. Anche il mercato del vino è “effervescente”, e non solo riguardo gli spumanti, che stanno tirando la volata dell’esportazione, ma anche i vini bianchi e rossi a Denominazione d’Origine (DOC e DOCG).
PIEMONTE: RIEPILOGO PRODUZIONE VINO
APISTICO-MIELICOLO: PRODUZIONE DISCRETA Il clima primaverile faceva sperare in un’annata migliore per la produzione SETTORE APISTICO- MIELICOLO Prezzi interessanti
PRODUZIONE DISCRETA, PREZZI INTERESSANTI Il 2015 si apre con una ripresa dell’attività degli alveari positiva, l’andamento climatico primaverile consente un buon sviluppo delle colonie e una produzione di ciliegio e tarassaco discreta. Tutto fa pensare ad una buona raccolta dell’acacia per il periodo di maggio, ma in realtà in molte aree del Piemonte e soprattutto nell’Astigiano le produzioni si attestano su livelli estremamente bassi addirittura nulli. La causa di questa scarsità di produzione è ancora oggetto di valutazione, ma sembra dovuta ad un clima particolarmente secco per quanto riguarda le umidità relative dell’aria che ha impedito la normale produzione di nettare da parte dei fiori di acacia. Solo le fioriture tardive in prossimità dei rilievi alpini e la fioritura della robinia in qualche isolata zona dell’Alessandrino e del Nord Piemonte hanno consentito di raggiungere livelli produttivi discreti. I prezzi del miele di acacia a causa della scarsa produzione nazionale si attestano su livelli molto interessanti: 6,80-7,80 €/kg per il convenzionale, 8,00-8,80 €/kg per il biologico (ingrosso IVA compresa). Le raccolte successive hanno evidenziato livelli discreti. Le fioriture estive sono state supportate da un clima stabile e caldo. La produzione del miele di castagno soprattutto quelle relative alle fioriture tardive si attestano su quantitativi discreti, con punte che raggiungono anche i 20 kg/alveare. Il prezzo del castagno, condizionato da produzioni nazionali non particolarmente importanti, raggiunge i 5,50-6,50 €/kg per il convenzionale con punte di 7,00 €/kg per il biologico (ingrosso IVA compresa). Discrete le produzioni estive minori, quali alta montagna, tiglio e millefiori, con prezzi sempre di sicuro interesse. L’ultima produzione dell’anno, ovvero la melata di bosco (metcalfa), evidenzia produzioni discreto- buone, ma a macchia di leopardo, con marcate differenze tra apiari posizionati in zone limitrofe. Le quotazioni della melata di bosco raggiungono i 4,50-5,50 €/kg, prezzi molto interessanti che risentono di una generale penuria di miele a livello nazionale. Da rilevare la comparsa di problemi sanitari delle colonie (nosema ceranae) nell’Astigiano, dovuti ad un mese di agosto con totale mancanza di polline, che ha determinato un generale indebolimento delle famiglie. La produzione del polline di castagno, che rappresenta la raccolta prevalente per gli apicoltori, subisce un forte calo rispetto allo scorso anno, con produzioni medie di circa la metà. Ne consegue una generale mancanza di prodotto che non consente di soddisfare le esigenze commerciali del settore, le quotazioni variano dai €/kg per il convenzionale e €/kg per il biologico.
L’AGRICOLTURA IN PIEMONTE P.L.V. 2014P.L.V VAR% 2015/2014 Latte € ,00€ ,00 -14% Settore Zootecnico € ,00€ ,60+0,8% Settore Cerealicolo € ,00€ ,00-3,3% Settore Frutticolo € ,00€ ,00+1,1% Settore Corilicolo € ,00€ ,00-2,7% Settore Leguminose € ,00€ ,00-11,0% Settore Tuberi € ,00€ ,00+9,0% Ortaggi in pieno campo € ,00€ ,00+3,0% Ortaggi in serra € ,00€ ,00+1,0% Pomodoro da industria € ,00€ ,00+4,4% Florovivaismo € ,00€ ,00-2,7% Settore Vitivinicolo € ,00€ ,00+29,3% Totale € ,00€ ,60-0,6%
LE FILIERE PROMOSSE DA COLDIRETTI PIEMONTE LATTE 320 Aziende € CARNE 160 Aziende €2.400.ooo CEREALI 450 Aziende € ORTOFRUTTA 110 Aziende € Consorzi Agrari d’ Italia
CAMPAGNA AMICA: OLTRE MILLE PUNTI IN PIEMONTE Totale della rete in Piemonte: 1118
TOTALE UECOOP PIEMONTE: 349 N. COOPERATIVE ADERENTI : Milioni di EUR VOLUME D’AFFARI (FATTURATO) COMPLESSIVO: 770 Milioni di EUR NUMERO SOCI COMPLESSIVO: SETTORE AGRICOLO UECOOP PIEMONTE: (Cooperative di conferimento prodotti agricoli e allevamento, Cooperative di Lavoro Agricolo, Cooperative della Pesca e Consorzi Agrari) 160 N. COOPERATIVE ADERENTI: Milioni di EUR VOLUME D’AFFARI (FATTURATO) COMPLESSIVO: 550 Milioni di EUR NUMERO SOCI COMPLESSIVO:
LA PROGETTUALITÀ DI COLDIRETTI GENERA REDDITO ED OCCUPAZIONE Agricoltura Alimentare Totale unità = +4.6%
1.622 Imprese Associate al 31/12/ Imprese Associate al 30/11/ finanziamenti garantiti Per un valore biennio : € ,95
AZIENDE CON FASCICOLO DEL PRODUTTORE CHE HANNO AFFIDATO MANDATO AL CAA COLDIRETTI DOMANDE PAGAMENTO UNICO PAC PER UN TOTALE SUPERFICIE TOTALE AIUTI PAC RICHIESTI Sul totale regionale di pari al 67.60% € Dato presunto in quanto non ancora disponibile quello definitivo
DITTE IVA CONTABILITA’ ATTIVA AGRICOLA CONTABILITA’ ATTIVA CONNESSE CONTABILITA’ EXTRA AGRICOLE DICHIARAZIONI REDDITI UNICI PERSONE FISICHE UNICI SOCIETA’MODELLI 730 TOTALI SALARIATI AGRICOLI DITTE BUSTA PAGA AGRICOLA N° PERSONE BUSTE PAGA COLF/BADANTI IMPRESA VERDE-SERVIZIO FISCALE E TRIBUTARIO