CdL in Sociologia Teorie sociologiche classiche e contemporanee

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Transcript della presentazione:

CdL in Sociologia Teorie sociologiche classiche e contemporanee Prof. Guido Giarelli Dipartimento di Scienze della Salute Università “Magna Græcia” - Catanzaro

3. I CLASSICI La sociologia francese: Durkheim La sociologia tedesca: Tönnies, Simmel e Weber La sociologia statunitense: Veblen, Park e la Scuola di Chicago, Thomas e Znaniecki La sociologia italiana: Mosca, Pareto, Michels, Sturzo e Gramsci

EMILE DURKHEIM (1858-1917) Primo sociologo accademico francese (Bourdeaux e Sorbona) 1893 La divisione del lavoro sociale 1895 Le regole del metodo sociologico 1896 L’Année Sociologique 1897 Il suicidio 1912 Le forme elementari della vita religiosa sostenitore della Terza repubblica, democratica, laica e anticlericale tradizione positivismo Comte: critica individualismo Spencer critiche a Comte: una sociologia ancora filosofica, non scienza empirica

Le regole del metodo sociologico (1895) Sociologia come studio dei fatti sociali, scienza oggettiva sul modello delle scienze naturali 2 prerequisiti sociologia scientifica: che abbia un oggetto specifico, distinto da quello delle altre scienze sociali (fatti sociali come realtà sui generis) che questo oggetto possa essere analizzato e spiegato in modo simile alle altre scienze (metodo scientifico empirico) “Bisogna considerare i fatti sociali come cose”: 2 caratteri della esteriorità e della coercitività rispetto all’individuo (es. norme, moda, sentimenti collettivi, credenze) rifiuto di ogni spiegazione riduzionistica di tipo biologico o psicologico (“Il tutto non è identico alla somma delle sue parti”, “La vita collettiva non è una semplice immagine ingrandita della vita individuale”) per una di tipo sociale

Problema definizione dei fatti sociali: isolare una categoria di fatti mediante una definizione che costituisca l’oggetto di ricerca classificare i fatti sociali in generi e specie: costruzione di “tipi sociali” in relazione al loro grado di complessità (orda, clan, società polisegmentarie semplici, semplicemente/doppiamente composte) senza necessità di riferirsi a fasi storiche (stadi del progresso) come in Comte e Marx distinzione fra normale e patologico dei fatti sociali: a seconda dei tipi sociali, normale quando li si trova in generale in una società di un certo tipo (criterio statistico generalità), patologico quando devia dalla media, moda o mediana una volta definita una categoria di fatti sociali, ricercarne una spiegazione e una sola (un fatto, una causa; se più cause significa diversi tipi di fatti) in un fatto dello stesso tipo (sociale) 2 tipi di spiegazione: causale (causa efficiente, effettiva) e funzionale (funzione del fatto nella società), es. criminalità

La divisione del lavoro sociale (1893) Tesi di dottorato di Durkheim influenza di Comte: problema ordine sociale inadeguatezza risposta contrattualistica: solidarietà fondamento extracontrattuale del contratto (legame sociale) 2 tipi di solidarietà: meccanica, per somiglianza, tipica di una società poco differenziata, con minima divisione del lavoro organica, per interdipendenza funzionale, tipica di società differenziate, con divisione del lavoro sviluppata conseguenza: individuo non viene prima storicamente della società, ma deriva storicamente dal suo sviluppo segmento unità sociale minima (clan, tribù), società segmentarie a solidarietà meccanica con individui fortemente integrati

Concetto di coscienza collettiva: “L’insieme delle credenze e dei sentimenti comuni alla media dei membri di una società” coscienza collettiva esiste solo in virtù delle coscienze individuali, ma è distinta da esse perché ha caratteri specifici, una realtà sui generis ed evolve secondo leggi proprie diversa estensione o forza della coscienza collettiva nei 2 tipi di società: in quelle a solidarietà meccanica coestensiva con coscienze individuali (diritto repressivo); in quelle a solidarietà organica meno estesa e forte in virtù dell’emergere delle differenti coscienze individuali (diritto restitutivo o cooperativo) la causa della crescente divisione del lavoro sociale non nell’interesse individuale (economisti classici) o ricerca felicità (utilitaristi) ma nell’aumento del volume (popolazione) e della densità materiale (individui/superficie) e morale (intensità comunicazioni e scambi fra individui) di una società differenziazione sociale come risposta pacifica alla lotta per la sopravvivenza (Darwin) alternativa alla violenza e alla guerra corporazioni professionali come fonte di autorità morale e normativa nelle società differenziate

Il suicidio (1897) Già nell’ultima parte della “Divisione del lavoro sociale” Durkheim indica nel tasso di suicidi un indicatore patologico delle società differenziate e nell’anomia una situazione sociale di potenziale disgregazione sociale suicidio un fenomeno tipicamente individuale di cui confuta le spiegazioni puramente psicologiche: il tasso di suicidi di una data popolazione è costante, per cui necessaria una spiegazione sociologica che ne ricerchi le correlazioni con altri fatti sociali (metodo delle variazioni concomitanti) escluse predisposizioni psicopatologiche o per imitazione (Tarde), Durkheim individua 3 tipologie di suicidio: suicidio egoistico: tipico società moderne, quando individualismo prevale su coesione sociale (protestanti) suicidio altruistico: tipico società arcaiche (vedova indiana) suicidio anomico: tipico periodi di crisi società moderne

Suicidi fenomeni individuali con cause sociali: disgregazione familiare, individualismo, eroismo, disordini politici “correnti suicidogene” di origine collettiva che attraversano la società causa effettiva dei suicidi: individuo, credendo di obbedire a se stesso, in realtà in balia di forze collettive un certo tasso di suicidi considerato socialmente normale, un aumento patologico nelle società moderne: sintomo insufficiente integrazione individuo in esse (suicidio anomico) anche tassi di suicidio egoistico variano in ragione inversa alla presenza di fattori protettivi quali la famiglia (coniuge e figli) crisi istituzioni tradizionali nelle società moderne causa aumento tassi di suicidi: individuo non più disciplinato da autorità morale nei suoi desideri senza limiti, poi deluso da insoddisfazioni dubbi su qualità dati statistici utilizzati da Durkheim: sottodimensionamento dati ufficiali del fenomeno e assenza tentativi di suicidio

Le forme elementari della vita religiosa (1912) Idea di base che sia possibile fondare una teoria generale della religione sulla base dello studio delle sue forme elementari (implicazione evoluzionistica storia delle religioni) totemismo australiano caso paradigmatico: totem simbolo del clan e della sua unità sociale, dunque il vero oggetto di culto è la società e non gli spiriti (animismo) o le forze della natura l’origine del totemismo nel riconoscimento del sacro (separato, proibito) durante il rito: forza anonima, impersonale, superiore, collettiva contrapposta a quotidianità profana individuale da ciò deriva l’origine di ogni religione dalla distinzione sacro/profano, mediante la quale la società diviene il vero oggetto di culto, non la divinità o il soprannaturale la religione presuppone il sacro, composto da credenze e riti quali momenti di estrema intensità della vita collettiva 3 tipi di riti: negativi (divieti), positivi (comunione) e espiatori

Durkheim deriva dallo studio del totemismo oltre che una teoria generale della religione anche una teoria della conoscenza le forme primitive di classificazione sono legate alle immagini religiose dell’universo tratte dalla rappresentazione che le società si fanno di se stesse e del dualismo sacro/profano idea di causalità deriva dalla società, che fornisce le rappresentazioni di una forza superiore superare la contrapposizione fra empirismo (GB) e apriorismo (Kant) per una comprensione sociologica della conoscenza fondata sull’origine sociale delle categorie (es., tempo e spazio) in Sociologia e filosofia (1924) Durkheim afferma che, senza la società l’uomo sarebbe un animale, grazie alla società accede alla propria umanità mediante il linguaggio mediante le rappresentazioni collettive la società fornisce agli individui gli strumenti per comprendere la realtà e organizzarla concettualmente

Critiche a Durkheim Presupposto netta dicotomia individuo/società, egoismo/ altruismo : “dualismo sociocentrico” “sociologismo”: accentuato importanza fattori causali di tipo sociale rispetto ad altri fattori (psicologici, economici, ecc.) il rigido dualismo individuo/società gli impedisce di cogliere il rapporto dialettico individuo/struttura sociale: la contraddizione fra competizione (fondamento società liberale) e solidarietà (fondamento sociologia durkheimiana) rimane irrisolta nonostante sua preoccupazione costante per problema coesione sociale, sua intuizione anomia non viene poi sviluppata (società come integrazione normativa fra individui) una “metafisica della società”, che da oggetto empirico diviene costruzione ideale, astrazione reificata, entità chiusa e definita in se stessa

COMTE SPENCER MARX DURKHEIM ILLUMINISMO LIBERALISMO IDEALISMO

FERDINAND TÖNNIES (1855-1936) Nasce in un ducato danese conquistato dalla Prussia nel 1864 dottorato a Tubinga nel 1877 carriera accademica lenta e difficile: solo nel 1913 cattedra in Economia a Kiel che perderà nel 1933 con l’avvento del nazismo dal 1909 al 1933 presidente Società Tedesca di Sociologia fondata assieme a Simmel e Weber periodo di profonda e rapida trasformazione società tedesca: forte industrializzazione, grandi migrazioni interne, urbanizzazione, regime autoritario bismarkiano, I Guerra Mondiale, Repubblica di Weimar, nazismo

Comunità e Società (1887) Confronto fra vita metropolitana e comunità rurali problema del metodo scientifico: in rottura con positivismo, la scienza procede per costruzione di “casi ideali” (Weber) 2 categorie fondamentali di comunità e società: prima realtà naturale fondata su fusione perfetta delle volontà (volontà organica) in cui individuo si immedesima completamente; seconda realtà artificiale fondata su unione contrattuale fra individui (volontà convenzionale) orientati egoisticamente dalla razionalità strumentale, dalla concorrenza e dal valore di scambio dei beni (Marx) sviluppo della forma societaria comporta distruzione progressiva forme di vita comunitaria: 2 fasi storiche o 2 forme di vita in lotta fra loro ma complementari? a fondamento delle 2 forme di società i 2 tipi di forme di volontà soggettiva (filosofia vitalistica Schopenhauer)

GEORG SIMMEL (1858-1918) Nato a Berlino da famiglia ebrea borghese laurea in filosofia con tesi su Kant insegna a Berlino e poi cattedra a Strasburgo La differenziazione sociale (1890) I problemi della filosofia della storia (1892) Filosofia del denaro (1900) La metropoli e la vita dello spirito (1903) Sociologia (1908) Il conflitto della cultura moderna (1918) influenza di Kant, di Comte e Spencer, del dibattito sul metodo nello storicismo tedesco (scienze nomotetiche/idiografiche), di Marx e della Psicologia dei popoli di Wundt, filosofie di Nietzsche e Bergson, pragmatismo USA

La differenziazione sociale (1890) Questioni metodologiche: critica concezione epistemologica positivista (“Non c’è nessuna scienza il cui contenuto consista di meri fatti oggettivi: essa contiene invece sempre una interpretazione”) e impossibilità di individuare “leggi” intese come cause uniche fenomeni sociali data loro complessità realtà sociale né realtà autonoma (organicismo) né mera sommatoria di individui (utilitarismo): risultato dinamico complesso di interazioni sociali che produce formazioni oggettive relativamente indipendenti dai singoli individui processi differenziazione sociale fanno emergere individualità e incertezza scelte soggettive rispetto a certezze gruppi ancora legato concezione Spencer differenziazione evoluzionistica come passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo, dal semplice al complesso

Filosofia del denaro (1900) Analisi effetti culturali e sociali provocati nella modernità dallo scambio economico fondato sul denaro come forma d’interazione sociale (critica teoria valore-lavoro di Marx) valore della merce non è intrinseco ma si crea nello scambio inteso come forma d’interazione sociale (valore di scambio) “Il denaro è l’espressione diventata autonoma di questo valore”: carattere astratto e anonimo delle relazioni sociali denaro rappresenta la forma più pura d’interazione, che prescinde dai contenuti della stessa (oggettivazione delle relazioni sociali) nell’economia monetaria tutte le relazioni sociali tendono a divenire misurabili e calcolabili (razionalità strumentale) La metropoli e la vita dello spirito (1903): mutarsi dei rapporti umani in rapporti puramente quantitativi ed economici produce processo di disindividuazione (spirito oggettivo vs soggettivo)

La sociologia formale Sociologia (1908): fondamenti di una sociologia come disciplina distinzione forma/contenuto: altre scienze sociali oggetto contenuti delle relazioni sociali, sociologia studia forme pure processi di sociazione come suo oggetto specifico una geometria della vita sociale: diade, triade, gruppi sociali forme di sociazione considerate a prescindere dai loro contenuti: superiorità, sottomissione, concorrenza, solidarietà tipi sociali: povero, straniero, avventuriero, mediocre, rinnegato forme sociali dotate di dinamica propria che non dipende da azioni individuali ma dalla struttura stabile delle relazioni sociali una volta create, tendono a rendersi indipendenti dai contenuti (es. forme del gioco) e a condizionare l’interazione sociale complessità individuo trascende forme sociali e tipi sociali

Conoscenza sociologica Sociologia procede per astrazioni e selezioni per costruire il proprio oggetto di studio assumendo un punto di vista specifico non significa che società sia solo il prodotto della costruzione cognitiva dell’osservatore, come la natura in Kant non a-priori della conoscenza categorie universali e atemporali (Kant) ma categorie di origine pratica (pragmatismo) per accesso all’esperienza variabili nel tempo e nello spazio rapporto di condizionamento reciproco fra categorie e strutture sociali, non puro riflesso condizionamenti sociali (Marx) di fronte alla complessità del reale, individuo deve operare necessariamente per riduzioni di complessità per definire dei significati, che non sono falsi o illusori ma forme parziali di conoscenza, che non esauriscono complessità del reale ideologie non prodotto falsa coscienza (Marx) ma punti di vista specifici sulla realtà che

Il conflitto della cultura moderna (1918) Categorie conoscitive sociologia condizionate da appartenenza del soggetto allo stesso mondo dell’oggetto (società) 3 a-priori conoscenza sociologica: non cogliamo mai l’altro nella sua totalità, ma sempre in relazione a qualche categoria sociale in cui lo collochiamo ogni individuo non è solo parte della società ma è anche qualcos’altro (trascendenza vita rispetto a ruoli sociali) società può esistere solo come insieme di elementi differenziati (disuguaglianza) rifiuto modello causale unilineare e monofattoriale per reciprocità influenze fra fattori diversi ambivalenza dei fenomeni sociali: individuo, pur orientato socialmente, non può mai essere completamente integrato nell’ordine sociale (dimensione trascendente il sociale)

ambivalenza rapporto individuo-società causa tensioni continue “effetto inquietante” della cultura in quanto fissazione della vitalità in forme oggettive (concezione tragica, Nietzsche) incommensurabilità della vita rispetto alle rappresentazioni e alle forme sociali che la oggettivano quali elementi necessari di costruzione della realtà sociale e dell’esperienza umana (a differenza di Nietzsche) carattere riduttivo forme sociali rispetto complessità della vita crea contraddizioni che producono il mutamento sociale critica della modernità come epoca in cui la situazioni di crisi assume carattere di normalità dovuta a prevalenza spirito oggettivo su spirito soggettivo, ipertrofia della cultura oggettiva e atrofia della cultura soggettiva (regressione soggettività) modernità come “epifania della condizione umana”, rivelazione della tensione intrinseca rapporto individuo/società, ambivalenza connaturata all’esperienza umana

MAX WEBER (1864-1920) membro alta borghesia tedesca, ufficiale e diplomatico, attività politica sinistra CSU 1889: dottorato a Göttingen e inizio attività accademica con cattedra Economia Università Friburgo (1893) e poi Heidelberg (1896) contatti con “socialisti della cattedra” (Schmoller, Wagner, Brentano) 1897-1901: depressione blocca tutte le attività 1903: condirettore Archivio per le scienze sociali e la politica sociale 1918: cattedra università Monaco aderisce al partito repubblicano e partecipa stesura costituzione Repubblica di Weimar

4 ambiti tematici principali: 1. Studi di metodologia delle scienze sociali e relative implicazioni filosofiche ed epistemologiche (Il metodo delle scienze storico-sociali, 1904-1917) 2. Studi storici in ambito economico e di agricoltura (La storia agraria romana, 1891; Storia economica. Linee di una storia universale dell’economia e della società, 1923) 3. Studi di sociologia religiosa in chiave comparata (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904-1905; Sociologia delle religioni, 1906-1917) 4. Studi di sociologia generale (La scienza come professione, 1918; Economia e società, 1922)

Il dibattito sul metodo Dilthey (1833-1911) influenzato da Kant, si chiede cosa rende possibile conoscenza mondo umano e rifiuta possibilità chiudere storia in un unico schema esplicativo (positivismo ed idealismo) distinzione scienze della natura (studiano mondo esterno e spiegano nessi causali) da scienze dello spirito (debbono comprendere dall’interno, per immedesimazione, i significati del mondo umano storico-sociale): rischio psicologismo ascientifico Windelband (1848-1915) critica distinzione Dilthey e la sposta dall’oggetto al metodo, distinguendo scienze nomotetiche e scienze idiografiche a seconda che studino ripetizione dei fenomeni secondo leggi determinate o piuttosto loro singolarità e irripetibilità,scelti secondo loro relazione con i valori universali Rickert (1863-1936) ritiene che mondo della cultura possa essere studiato solo in riferimento ai valori universali, che consentono di procedere alla selezione degli eventi in modo oggettivo

Avalutatività delle scienze sociali Weber concorda con Wildeband e Rickert, ma ritiene che non sia possibile una universalità di valori, dal mondo che sono storicamente, socialmente e individualmente relativi in ogni cultura: riferimento ai valori inevitabile e imprescindibile per ogni conoscenza (scientifica) e non indicati da alcuna legge distinzione fra giudizi di valore (un’affermazione fondata su valori etici: es., giusto/sbagliato) e riferimento ai valori (soggettivo dichiarare i presupposti valoriali delle proprie scelte) sociologo non può far a meno di riferirsi ai valori per giustificare propria scelta delle connessioni causali fra le infinite possibili evitando poi però di formulare qualsiasi giudizio di valore (avalutatività) poiché non vi è alcuna possibilità di esaurire la spiegazione di un fenomeno in tutte le sue connessioni causali, la conoscenza scientifica resta sempre e comunque relativa e parziale

La sociologia come scienza comprendente “La sociologia… si propone di intendere in virtù di un procedimento interpretativo l’agire sociale e quindi di spiegarlo causalmente nel suo corso e nei suoi effetti” (Economia e società, vol.I, p.4) sociologia anzitutto una scienza comprendente basata sull’interpretazione dell’agire sociale dal punto di vista del soggetto agente (comprensione del significato) agire sociale come agire dotato di senso attribuito dal soggetto in riferimento agli altri soggetti e orientato in base ad esso sociologo deve quindi spiegare causalmente tale agire mediante la costruzione di tipi ideali o idealtipi: strumento conoscitivo che sociologo usa per spiegare senso delle azioni e generalizzarlo 3 livelli di astrazione degli idealtipi: concrete formazioni storiche (capitalismo), astrazione di realtà storiche (burocrazia, tipi di potere), astrazioni generalizzanti (tipi di agire sociale)

Tipi di agire sociale 4 tipi di agire sociale: 1. agire razionale rispetto allo scopo: orientato ad un fine (calcolo economico, attività professionali, procedimenti di ricerca) 2. agire razionale rispetto ai valori: orientato alle credenze e ai valori etici, religiosi, politici in se stessi senza un fine specifico 3. agire affettivo: legato ad un particolare affetto o stato d’animo (innamorato, reazioni emotive, amore materno) 4. agire tradizionale: dettato da abitudini, usi, costumi si tratta di idealtipi, nella realtà spesso combinazioni multiple nella società moderna, agire razionale rispetto allo scopo tende a prevalere sugli altri 3 tipi a causa del processo di razionalizzazione connesso alla burocratizzazione della società e alla forma razionale-legale di legittimazione del potere ciò comporta un “disincanto del mondo” : fiducia nella ragione e nel dominio tecnico della realtà prevale su magia e religione

Spirito del capitalismo ed etica protestante Ricerca delle cause o condizioni o fattori che hanno prodotto l’insorgere del capitalismo in Occidente: impossibilità spiegazione monocausale per spiegazione multifattoriale uno dei fattori principali l’attitudine razionalistica società occidentale moderna (spirito del capitalismo): quale origine? cultura protestante di tipo calvinista (dottrina predestinazione): successo professionale come segno positivo di salvezza adesione mondana mediante la professione come vocazione e insieme condotta metodica della vita quotidiana per evitare tentazioni del peccato (ascesi intramondana) conforme necessità di dedizione dell’impresa capitalistica e rinuncia al godimento immediato dei profitti per reinvestirli rinuncia al consumo per accumulazione legittimati da etica calvinista all’origine del sorgere del capitalismo occidentale

Tipi di relazioni sociali Relazione sociale come “comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformità” (Economia e società, vol. I, p.23) un orientamento conforme attiva relazioni di solidarietà e di integrazione sociale: ciò produce comunità se vi è un senso di comune appartenenza, società se vi è convergenza di interessi o altri legami di tipo razionale un orientamento non conforme produce relazioni di lotta: non necessariamente negativa, sempre possibile e inerente l’agire umano, può produrre il mutamento sociale funzione positiva della lotta caratterizza orientamento conflittualistico sociologia weberiana che non privilegia problema dell’ordine sociale ma è attenta al divenire sempre aperto delle società umane

COMTE SPENCER MARX DURKHEIM TÖNNIES SIMMEL WEBER ILLUMINISMO LIBERALISMO IDEALISMO

LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA NEGLI USA Negli USA periodo fine ‘800-inizi ‘900 contrassegnato da intenso mutamento sociale: industrializzazione monopolistica, rapida urbanizzazione, forte immigrazione, problemi interetnici, forti disuguaglianze sociali non producono mobilitazioni massa contesto culturale fortemente influenzato da tradizione individualistico-liberale, teorie evoluzioniste e darwinismo sociale: anche primi sociologi (Ward, Small, Sumner) seguono teorie di Spencer in un clima ancora segnato da ideale pionieristico influenza anche tradizione religiosa protestante su sociologia a orientamento riformista in risposta ai problemi sociali (povertà, violenze e conflitti interetnici, criminalità, alcolismo, divorzi) concetto di etnocentrismo di Sumner per qualificare cultura centrata sul gruppo-di-noi mentre i gruppi-di-altri classificati e valutati in rapporto ad esso (Costumi di gruppo, 1906)

THORSTEIN VEBLEN (1857-1929) Figlio di immigrati norvegesi nel Wisconsin dopo formazione religiosa protestante, studia a Baltimora e Yale (dottorato) si perfeziona in Economia alla Cornell Univ. ed è considerato fondatore dell’economia istituzionalista a causa del suo anticonformismo irriverente e dissacratore, incontra molte difficoltà nella sua carriera accademica all’Università di Chicago prima e del Missouri poi considerato primo esponente sociologia critica nordamericana influenza evoluzionismo, efficientismo e spirito pionieristico americano

La teoria della classe agiata (1934) Critica teorie economisti classici sulla base concezione sociologica evoluzionista: comportamento economico non soggetto a leggi eterne (propensioni edonistiche e utilitaristiche), ma analizzato in relazione al contesto sociale leggi economisti classici generalizzazioni inapplicabili a contesti sociali non occidentali: propone teoria economica storica ed evoluzionistica fondata su concezione attivistica dell’uomo storia economica come processo costituito da ripetuti tentativi di adattamento dei mezzi ai fini, senza alcuna direzione predefinita (a differenza di Hegel e Marx) evoluzione umana presuppone capacità creativa e utilizzo di tecnologie sempre più efficienti: mutamento come risultato dei cambiamenti dei metodi di produzione e divario con istituzioni il livello tecnologico di una società determina il grado di adattamento dell’uomo all’ambiente sociale e naturale

Attività finanziaria e attività industriale Abitudini e modi di agire e di pensare si sviluppano nelle società attraverso la lotta per la sopravvivenza: quando si cristallizzano producono le istituzioni evoluzione società umane come processo di selezione naturale delle istituzioni che si fonda sulle attività umane 4 stadi evolutivi: economia pacifica dei selvaggi, economia predatoria dei barbari, economia artigianale premoderna, economia industriale moderna moderno sistema capitalistico fondato su opposizione insanabile fra attività finanziaria e attività industriale, mondo degli affari parassitario (classe agiata) e mondo produttivo (tecnici) 2 tipi di attività favoriscano sviluppo di modi pensare alternativi: una concezione magica di tipo animistico e una concezione razionale di tipo tecnologico (destinata a prevalere)

Il consumo vistoso Teoria delle cause sociali della competitività umana: stima di se stessi determinata da stima degli altri, in culture competitive successo connesso a stima degli altri consumo vistoso come ostentazione simbolica, strumento per rendere visibile proprio tenore di vita elevato quale segno di successo e di superamento dei propri vicini nella competizione sfoggio dei beni condiziona anche canoni estetici (es. donna) ciascuna classe sociale, nei limiti delle proprie possibilità, tende ad imitare gli stili di vita della classe superiore (il “canone della rispettabilità”): emulazione consumistica, sciupio dei beni anticipazione del concetto di “privazione relativa” o “povertà relativa”: ci si sente più poveri in relazione al vicino l’ansia di superare il proprio vicino e la lotta per raggiungere un livello di vita competitivo all’origine del comportamento economico nella società moderna fondata sul denaro

The place of science in modern civilization (1919) Dipendenza degli stili di pensiero mentali dagli stili di vita e organizzazione sociale: religioni politeiste (femminili) pacifiche società agricole decentrate vs religioni monoteiste (maschili) società pastorali guerriere predatorie e centralistiche diversi abiti mentali società moderne in relazione a posizione di classe e struttura occupazionale: attività finanziarie fede magica nella fortuna, attività industriali razionalità casi di disadattamento: mancata congruità fra abiti mentali e posizione occupazionale e di classe “incapacità acquisita”: quando formazione per determinata posizione occupazionale così specifica e rigida da non consentire di adattarsi con efficacia ad una diversa situazione teoria delle determinanti sociali degli interessi cognitivi: cultura umanistica per classe agiata, cultura scientifica per tecnici (funzioni manifeste/latenti di Merton) modelli di consumo compresi in termini di funzioni latenti di affermazione di status

ROBERT EZRA PARK (1864-1944) Nasce in Pennsylvania, si trasferisce e studia prima nel Mississipi, poi nel Minnesota e nel Michigan allievo di Dewey, giornalista d’inchiesta sui problemi urbani, interetnici e criminali studia filosofia ad Harvard e poi in Germania a Berlino con Simmel e Wildeband dopo 6 anni come assistente di Filosofia a Harvard lavora per 9 anni come segretario del Tuskegee Institute, occupandosi di problemi sociali negli USA e in Europa nel 1914, a 50 anni, su invito di Thomas decide di intraprendere la carriera accademica al Dipartimento di Sociologia dell’Università di Chicago (fondato da Small), di cui diverrà direttore nel 1920

La scuola sociologica di Chicago Dipartimento di Sociologia di Chicago divenne prima grande scuola sociologica negli USA: Park divenne presidente dell’ASA nel 1925 e ben 8 dei suoi molti allievi gli succederanno nella carica di presidente accusato di “empirismo ateorico”, in realtà più interessato a formulare concetti operativi che guidassero ricerca scientifica (studi su ghetti immigrati, vagabondi, bande giovanili) sociologia come “la scienza del comportamento collettivo” (Park e Burgess, Introduction to the science of sociology, 1921) privilegia studio processi sociali rispetto a strutture sociali: società come prodotto interazioni fra individui che agiscono sotto il controllo di un sistema di tradizioni e norme controllo sociale fatto centrale e problema fondamentale di ogni società, quale organizzazione di controllo energie individuali molteplicità di meccanismi di controllo sociale non consente tuttavia mai alla società di raggiungere stato equilibrio stabile

4 principali processi sociali I processi sociali, anche se regolati da meccanismi controllo sociale, non scompaiono ma divengono latenti e socialmente incanalati in limiti accettabili: competizione: lotta per la sopravvivenza, “interazione senza contatto”, ogni individuo inconsapevole concorrenti conflitto: quando competizione diviene consapevole, fissa posizione nella divisione sociale del lavoro e ordine ecologico accordo: cessazione conflitto quando sistema assegnazione status e potere temporaneamente definiti da leggi e costumi assimilazione: processo di compenetrazione e fusione fra individui e gruppi che crea cultura comune, non significa eliminazione differenze individuali o venire meno competizione e conflitto ma concordanza di orientamenti simbolici tale da consentire comunità di obiettivi e azioni

La distanza sociale In Race and culture (1950) derivato da Simmel, si riferisce al grado d’intimità fra i gruppi e gli individui, e misura l’influenza che ciascuno ha sull’altro (maggiore la distanza sociale, minore l’influenza reciproca) coscienza di classe, di razza: condizione di consapevolezza della distanza sociale reale o percepita che separa da altri (“stare al proprio posto”) il pregiudizio è la “disposizione più o meno istintiva e spontanea a mantenere la distanza sociale”: non fenomeno patologico ma universale, in parte naturale in parte acquisito pregiudizio e distanza sociale aspetti ineliminabili delle società umane: pregiudizi di classe, di casta e di razza fenomeni di status, ogni persona classificata e valutata in base allo status competizione e conflitto sorgono quando il subordinato non è più disposto ad accettare il suo status inferiore, fino ad un nuovo accordo (concezione dell’Io radicata nello status)

Mutamento sociale, ordine biotico e ordine sociale Processo di mutamento sociale in 3 stadi (storia naturale): 1. fase iniziale di malcontento e agitazione sociale 2. conflitto fra movimenti di massa in competizione 3. accordo per creare un nuovo ordine istituzionale esistenza di un ordine biotico comune agli esseri viventi che vivono in comunità in relazioni di mutua interdipendenza simbiotica: fondato su 2 principi ecologici del dominio (risultato della lotta per la vita) e della successione (serie ordinata di mutamenti) anche ordine sociale riflette stessi principi ecologici nella collocazione spaziale dei gruppi nella città (centro-periferia) ma anche ordine morale peculiare società umane (Human communities, 1952): capaci di azioni collettive fondati su valori di solidarietà e tradizioni comuni

WILLIAM I. THOMAS (1863-1947) Nato in Virginia, studia all’università del Tennessee periodo di studi in Germania a Berlino e Göttingen con etnopsicologi e Wundt insegna all’Università di Chicago dove diviene direttore del Dipartimento di Sociologia dopo Small sino al 1920, quando è costretto a dimettersi per uno scandalo amoroso nel 1913 durante un viaggio in Polonia per raccogliere dati sugli immigrati conosce Znaniecki con cui inizia un sodalizio duraturo e fruttuoso influenza pragmatismo e interazionismo simbolico (Cooley e Mead) presidente dell’ASA nel 1926

FLORIAN ZNANIECKI (1882-1958) Nato da nobile famiglia polacca cosmopolita di proprietari terrieri nella parte tedesca dopo studi con istitutori privati si laurea a Varsavia in filosofia e poi consegue un master a Ginevra e un dottorato a Cracovia dopo disavventura amorosa a Ginevra, si arruola per 2 anni nella Legione straniera tornato in Polonia, nel 1913 conosce Thomas come direttore dell’Associazione polacca per l’aiuto degli emigranti nell’impossibilità di carriera accademica date sue simpatie nazionaliste, allo scoppio delle I Guerra Mondiale si trasferisce a Chicago nel 1920 torna a Poznan dove ottiene la prima cattedra di sociologia e fonda l’Istituto Polacco di Sociologia e la Rivista Sociologica Polacca

Il contadino polacco in Europa e in America (1918-1920) Finalità pragmatica tipica Scuola di Chicago: problema integrazione sociale immigrati polacchi scopo ricerca documentare esperienze di vita contadini polacchi dopo profondo mutamento sociale indotto dalla migrazione con passaggio dalla vita rurale del paese d’origine alla vita urbana americana (problemi divorzi, criminalità, ecc.) metodologia adottata per la prima volta ricerca di tipo qualitativo basata su raccolta materiale autobiografico (lettere, diari, autobiografie, documenti personali, ecc.) rifiuto concezione positivistica scienza come accumulazione di fatti: “un fatto in sé è già un’astrazione… la questione è soltanto se operiamo questa astrazione metodicamente oppure no… se assumiamo semplicemente, in forma acritica, le vecchie astrazione del senso comune” (vol.I, p.38)

Atteggiamenti individuali e valori culturali Presupposti teorici dell’opera: evitare sia l’interpretazione psicologistica individualistica, sia quella positivistica di tipo oggettivistico che considera determinanti fattori quali clima, razza o tecnologia senza alcun rilievo per l’individuo interazione fra atteggiamenti soggettivi individuali e valori culturali oggettivi per spiegare comportamenti sociali atteggiamento come predisposizione ad agire in relazione ad un oggetto sociale (es., razzismo verso lo straniero) valore culturale come “regole di comportamento (norme, costumi, rituali, credenze), più o meno esplicite, mediante le quali il gruppo tende a mantenere, regolare e generalizzare il tipo corrispondente di azioni tra i suoi membri” (vol. I, p.34) il mutamento sociale è sempre il risultato dell’interazione fra atteggiamenti e valori: dipendenza reciproca fra organizzazione sociale e vita individuale influenza dei fattori esterni oggettivi assume rilevanza per comportamenti umani solo quando essi diventano esperienza soggettiva, condizionando le risposte individuali

Mutamento sociale e tipologia degli attori umani Interazione reciproca tra atteggiamenti e valori implica adattamento degli individui ma anche possibile rottura dell’ordine sociale: equilibrio desideri individuali/esigenze sociali condizione marginale ed eccezionale dialettica del mutamento sociale implica che società costringe membri ad accettare le proprie richieste, mentre individui tentano continuamente di infrangere costrizioni imposte nozione di “disorganizzazione sociale” come “diminuzione dell’influenza delle regole sociali di comportamento esistenti sui membri individuali del gruppo” (vol.II , p.12) 3 ideal-tipi di risposte degli attori umani alle richieste culturali di mutamento sociale: filisteo: conformista che accetta tradizioni e incapace di adattarsi a ogni mutamento (disorganizzazione individuo) bohémien: possibilità di evoluzione perché carattere informe creativo: innovatore che si adatta alle nuove condizioni

La definizione della situazione Contro interpretazioni del comportamento in termini comportamentistici o di istinti, teorema di Thomas: “Se si definiscono reali certe situazioni, esse sono reali nelle loro conseguenze” (The child in America, 1928) la definizione della situazione evidenzia funzione mediatrice mente umana e spiega diversità di comportamento degli individui di fronte alle stesse situazioni significato che individui attribuiscono alle situazioni spiega i loro comportamenti (es. stregoneria) tutta l’esperienza umana organizzata da definizioni della situazione come “determinazione di ciò che è indeterminato” analisi situazionale come individuazione dei modelli di comportamento e personalità condizionati dai tipi di situazioni ed esperienze vissute dagli individui nel corso della loro vita società ed individuo in interazione reciproca

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LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA ITALIANA Anche in Italia la sociologia inizia a svilupparsi a fine ‘800 da una duplice matrice: 1. grandi inchieste sociali postunitarie su questioni sociali 2. pensiero positivista: di orientamento evoluzionista e organicista (Enrico Morselli, Il suicidio, 1879; R.Ardigò, Sociologia, 1886; Scipio Sighele, La folla delinquente, 1891) 1896: fondata la Rivista Italiana di Sociologia (sino al 1922) fascismo segna un congelamento della sociologia e delle scienze sociali: influenza idealismo crociano e riforma Gentile teorie elitiste: Mosca, Pareto e Michels; gli eredi di Machiavelli? ordine sociale = stato, comportamento sociale risultato impulsi natura umana individuale influenza positivismo (Comte, Saint-Simon) ed evoluzionismo e darwinismo sociale (Spencer)

GAETANO MOSCA (1858-1941) Laureato in giursiprudenza a Palermo (1881) insegna a Roma, Torino e Milano storia delle dottrine politiche 1909-1919: deputato del Regno 1914-1916: sottosegretario alle colonie 1884: Sulla teoria dei governi e sul governo parlamentare 1887 Le costituzioni moderne 1896 Elementi di scienza politica (1923: seconda edizione rinnovata ed ampliata) 1927 Saggi di storia delle dottrine politiche influenza non riconosciuta su Pareto si autodefiniva "liberale ma non democratico“, liberista e conservatore, si oppone al fascismo

Minoranze organizzate e maggioranze disorganizzate Atteggiamento pessimistico nei confronti della democrazia parlamentare: esperienza trasformismo e corruzione governi Sinistra storica (Depretis, Crispi, Giolitti) forte critica antisocialista e antimarxista(materialismo storico) critica carattere formalistico tripartizione aristotelica tipi di governo (monarchia, aristocrazia, repubblica) vero principio fondamentale scienza politica (elitista): ogni governo e forma di potere consiste in una minoranza organizzata che domina una maggioranza disorganizzata “formula politica” una giustificazione della classe politica per legittimare proprio dominio : carattere fittizio democrazia parlamentare e sistema elettorale (sovranità popolare) condanna del “cesarismo”: potere fondato sulla violenza non durevole, necessaria superiorità morale classe politica (“attitudine al comando”)

VILFREDO PARETO (1848-1923) Nasce a Parigi da famiglia di nobiltà italiana 1870: si laurea in ingegneria al Politecnico di Torino e poi lavora nelle ferrovie e come AD 1882: candidato non eletto dell’opposizione al governo Depretis 1889: si ritira in campagna vicino a Firenze 1891: conosce a Losanna Walras, alla cui cattedra di Economia politica succede (1893) 1896: Corso di Economia politica (modello di sistema in equilibrio di Walras) 1902: I sistemi socialisti (critica violenta) 1907: si ritira a Losanna per dedicarsi agli studi sociologici 1916: Trattato di sociologia generale nominato senatore da Mussolini

Azioni logiche e non logiche Influenza del positivismo, anche se critica fede Comte nel progresso, sostituendolo con la fede nella scienza: tenere distinto il criterio sperimentale su base rigorosamente empirica dal criterio filosofico-metafisico pseudoscientifico suo ottimismo epistemologico non si traduce in utilità sociale un isolato rispetto alla cultura filosofica e sociologica del suo tempo (nessun riferimento a sociologi, a Freud o storicisti) approda alla sociologia dall’economia, quando si convince che l’agire umano è guidato in gran parte da impulsi non razionali (sentimenti, passioni, istinti) anziché dal calcolo razionale (pessimismo antropologico) distinzione azioni logiche (corrispondenza fra percezione soggettiva e realtà empirica oggettiva di un fenomeno) e azioni non logiche (non coincidenza fra fine soggettivo e fini/risultati oggettivi)

La sociologia scienza delle azioni non logiche 4 tipi di azioni non logiche: 1. quelle in cui non vi è né un fine soggettivo né uno oggettivo, compiute meccanicamente (abitudini) 2. quelle che hanno un fine soggettivo che non corrisponde a nessun fine oggettivo (magia) 3. il tipo puro dell’azione non logica in cui vi è un fine oggettivo ma non uno soggettivo (azioni fisiologiche-istintive) quelle in cui vi è sia un fine soggettivo che uno oggettivo, ma non vi è alcuna corrispondenza fra di essi (rivoluzioni) possibilità di utilizzazione logica di un’azione non logica: es., religione per legittimazione ordine e consenso sociale vita sociale caratterizzata prevalentemente da azioni non logiche il cui controllo razionale da parte delle élite del potere richiede capacità di manipolazione di tali elementi irrazionali

Le derivazioni Azioni non logiche mai riconosciute come tali dall’uomo, ma rivestite di razionalizzazioni illusorie definite derivazioni 4 tipi di derivazioni: 1. affermazioni: basata su forza intrinseca (sentimenti) indipendente da esperienza (se basata su esperienza, scientifica) 2. autorità: basata su fonte come prova di verità (uomo, divinità, tradizioni) 3. accordo con sentimenti e principi: un tentativo di giustificare razionalmente un sentimento che razionale non è (credenza) 4. prove verbali: retorica, ambiguità termini linguistici, uso del linguaggio per suscitare sentimenti ed emozioni solo metodo scientifico logico-sperimentale produce affermazioni logiche e quindi valide, il resto solo teorie pseudo-scientifiche (utilitarismo, marxismo)

I residui Modi di fare consolidati culturalmente ma radicati in una base istintuale naturale: “istinti coperti da ragionamento” 6 classi di residui: 1. istinto delle combinazioni: tendenza a porre in relazione fattori diversi, anche eterogenei fra loro (connessioni causali) 2. persistenza degli aggregati: tendenza a conservare le relazioni già poste in essere (relazioni di classe) 3. bisogno di manifestare con atti esterni i propri sentimenti: es., esteriorità rituale per esprimere sentimenti religiosi 4. residui in relazione con la socialità: impulso a vivere in società 5. integrità dell’individuo: senso della proprietà residui sessuali: sentimenti connessi con impulsi sessuali che tendono a nasconderli (ascetismo) nella dinamica sociale prevalgono prime 2 classi: ambivalenza

La teoria delle élite Per ogni ramo dell’attività umana esiste una “classe eletta” costituita dagli oggettivamente migliori nel mondo politico, una classe eletta di governo 2 strati popolazione: strato inferiore (classe non eletta) e strato superiore (classe eletta di governo e non) teoria dell’élite come critica del funzionamento reale delle democrazie rappresentative , sua demistificazione problema ricambio delle élite: necessità di un loro ricambio fisiologico o circolazione delle élite che vengono sostituite da nuove élite formatesi negli strati inferiori società come sistema di elementi in equilibrio (Walras): funzione essenziale dei residui nel mantenere questo equilibrio dinamico mediante lenti mutamenti derivazioni possono mutare più rapidamente ma non loro funzione rispetto ad un residuo che persiste

ROBERTO MICHELS (1876-1936) Nasce a Colonia da famiglia italo-tedesca milita da giovane nella sinistra della SPD studia a Berlino, alla Sorbona, a Monaco e Lipsia dopo un breve periodo di insegnamento all’Università di Marburgo, le sue idee gli impediscono la carriera accademica e va a insegnare a Bruxelles, Parigi, Basilea e poi in Italia prima a Torino e poi a Perugia aderisce al fascismo e ammiratore di Mussolini 1911: La sociologia del partito politico deluso da militanza politica si convince della ineluttabilità della burocratizzazione delle organizzazioni (“legge di ferro dell’oligarchia”) e della inutilità dell’azione diretta (Weber)

Antonio Gramsci (1891-1937) Nasce ad Ales (Cagliari) e studia al liceo a Cagliari, dove partecipa alle prime attività di discussione e militanza politica socialista 1911: si iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, dove sviluppa i contatti con il movimento operaio socialista 1915: entra nella redazione torinese dell’Avanti! e aderisce alle posizioni di neutralità attiva rispetto alla guerra 1917: diventa segretario della sezione del PSI di Torino e aderisce alla Rivoluzione d’Ottobre 1919: fonda l’Ordine Nuovo 1921: aderisce al congresso fondativo PCd’I 1924: eletto deputato del PCd’I nel Veneto 1926: arrestato e condannato a 20 anni

Luigi Sturzo (1871-1959) Nasce a Caltagirone da famiglia nobile 1894 ordinato sacerdote e poi laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana 1897 istituisce a Caltagirone una cassa rurale ed una mutua cooperativa 1905 nominato consigliere Provincia di Catania ed eletto pro-sindaco di Caltagirone 1915 segretario dell’Azione Cattolica Italiana 1919 fonda il Partito Popolare italiano 1923 opposizione al governo Mussolini 1924-40 inesilio a Londra, Parigi e New York 1946 rientra in Italia ma non aderisce alla DC 1952 nominato senatore a vita 1992 La sociologia fra persona e storia (a cura di Achille Ardigò e Luigi Frudà)

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