LABORATORI FORMATIVI 2015/2016 Milva Crimella Bisogni Educativi Speciali.

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LABORATORI FORMATIVI 2015/2016 Milva Crimella Bisogni Educativi Speciali

Milva Crimella OBIETTIVI del LABORATORIO I LABORATORI FORMATIVI (DM. 850/2015, CM n – allegato 1) hanno come obiettivo  potenziare le competenze trasversali  approfondire conoscenze specifiche del docente  stimolare la condivisione di esperienze  proporre la soluzione di problemi reali del contesto scuola METODOLOGIE UTILIZZATE: BRAIN STORMING CIRCLE TIME RIPRESA DI ALCUNE RIFLESSIONI EMERSE DURANTE L’INCONTRO del ATTIVITA’ IN GRUPPO: analisi di caso CONFRONTO e SCAMBIO PROFESSIONALE SISTEMATIZZAZIONE DEI SAPERI CONDIVISI

NORMATIVA DI RIFERIMENTO: L.104/92 sulla disabilità L 53/2003 sul tema della personalizzazione Linee guida del MIUR per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità 2009 L.170/2010 e successive integrazioni per gli alunni con DSA BES del Direttiva: strumenti di intervento per alunni con bisogni speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica CM. n.8 del 2013: indicazioni operative relative alla direttiva del Nota 2013 relativa al piano annuale dell’inclusività L.107/2015 Milva Crimella

L’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) è entrata ampiamente in uso in Italia dopo l’emanazione della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica». La Direttiva recita: “L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit o disabilità,…….ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di situazioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”. L’utilizzo dell’acronimo BES sta quindi ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell’insegnamento e l’individualizzazione degli interventi, sancito dalla Legge 53/2003, vanno applicati tenendo conto della specificità e della intensività ( a volte transitoria) delle situazioni.

Milva Crimella Bisogni Educativi Speciali (BES) alunni con disabilità inseriti in contesto classe sempre più complesso la definizione - alunni con disabilità / alunni senza disabilità - non descrive la situazione classe è opportuno assumere un approccio educativo nuovo: alunni con disabilità accolti non in base alla certificazione, ma con lo sguardo rivolto alle loro risorse e abilità. conoscere, anche sul piano culturale, il modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno superando il meccanismo di «tipizzazione» (ogni bambino è unico) Alain Goussot infatti ci ricorda sempre che scopo della pedagogia inclusiva e della pedagogia speciale è quello di lavorare per sviluppare l’umanità della persona. La Direttiva ci dice che «ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta»

Milva Crimella DIDATTICA INCLUSIVA Disturbi Specifici di Apprendimento Alunni con particolari problemi di salute Alunni stranieri, nomadi o migranti Autismo Alunni adottati Varie specificità Disabilità/divers-abilità

Milva Crimella « Un bisogno educativo speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo ed apprenditivo, espressa in funzionamento (nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell'OMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall'eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata» D. Ianes «Siamo stati educati per affrontare un mondo che non c'è più. I bambini e le bambine possono essere i nostri educatori, se li sappiamo ascoltare. Compito della scuola è dare senso alle loro diverse esperienze, scolastiche e non, perché il maggior ostacolo alla comprensione è la frammentazione dei saperi, la conoscenza degli specialismi». Mauro Ceruti XX Convegno Nazionale Nidi e Scuole dell’Infanzia «In una scuola che parte dai bambini reali, tutti i ragazzi rappresentano dei casi particolari: hanno la propria storia e le proprie esigenze, insomma la propria diversità». Mario Lodi- Guida al mestiere di maestro 1982 «Bisogna imparare dagli imprevisti. L’educazione, la formazione, possono realizzarsi se e perché l’altro (allievo) è attivo. Il voler togliersi di torno gli imprevisti vuol dire far ricorso a strumenti che possono sembrare rigorosi (selezione, bocciatura, severità…) e scientifici ( farmaci, trattamenti differenziati, specialismi…). Ma togliersi di torno gli imprevisti vuol dire rinunciare alle innovazioni…………... Le innovazioni derivano dall’accettazione delle sfide che chi non era previsto ci pone». Andrea Canevaro

GLI( Gruppo Lavoro Inclusione presente a scuola, rilevazione BES, stesura PAI) GLHI (Gruppo lavoro integrazione scolastica livello provinciale) CTS (vedi CST Sondrio Centro Territoriale di Supporto. DSA, BES, DISABILITA’) PEI Piano educativo individualizzato (disabilità) PDP redatto dal consiglio di classe di classe dopo aver sentito famiglia e specialisti. Ottica del dialogo dove vengono stabiliti gli strumenti compensativi e dispensativi DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) Che fare in questa serie di sigle e acronimi? Come ci comportiamo a scuola? Quali le azioni educative, pedagogiche e didattiche che mettiamo in atto? Gli alunni non possono essere definiti da e con una sigla… Cambiare il linguaggio ci può orientare al cambiamento? La scuola dell’infanzia è spesso un punto di osservazione privilegiata……. Milva Crimella

SPUNTI DI RIFLESSIONE PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA Lavoro d’equipe e dialogo costruttivo tra docenti di sezione e di team. Nuove tecnologie e loro utilizzo in situazioni di disabilità o di BES Strumenti dispensativi e compensativi (utilizzo delle nuove tecnologie) Bambino con disabilità o con BES è portatore di diritti, vive nella classe e ne condivide la quotidianità……. Allestimento di setting adeguati: tempi, spazi, materiali. Angolo protetto dove vengono potenziate le risorse e attivate attività mirate I bambini possono fruire di tale angolo Tutoring tra pari- risorsa gruppo classe- (Triani, 2002) Ambienti per esperienze multisensoriali… (cabana…..) Creatività…..uscire dalla stereotipia dei nostri modi e stili di fare, rivedere i percorsi che non hanno funzionato e mettere in campo nuove strategie. Relazione autentica con le famiglie. Confronto e formazione continua. Ruolo della formazione e dell’auto-formazione Conoscere alcune esperienze significative. SIAMO UNA SCUOLA INCLUSIVA? La scuola inclusiva opera per rimuovere tutte le barriere all’apprendimento e favorisce la partecipazione di tutti i discenti. Art. 3, Art. 34 della Costituzione Italiana

Milva Crimella ALCUNE RIFLESSIONI tratte dall’index sulla valutazione dell’inclusività a scuola del 2008 INTEGRAZIONE È una situazione Ha un approccio compensatorio Si riferisce esclusivamente all’ambito educativo Guarda al singolo Interviene prima sul soggetto e poi sul contesto Incrementa una risposta specialistica INCLUSIONE E’ un processo Si riferisce alla globalità dell’ambito educativo, sociale e politico Guarda a tutti i discenti (indistintamente/differentemente) e a tutte le loro potenzialità Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto. Trasforma la risposta specialistica in ordinaria Index, 2008; Conf.Mond.Special Needs Salamanca 1994, 1999; Unesco 2000; Canevaro, Montobbio, Montuschi, Moretti, Pijl e Pijl, Stainback e Stainback

Milva Crimella PUNTI CHIAVE PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA ( riflessioni tratte da Erikson, 2015) Il gruppo classe come risorsa: lavoro cooperativo, tutoring tra pari, lavoro cooperativo a coppie, a piccoli gruppi. Didattica laboratoriale. Utilizzare l’adattamento come strategia inclusiva: variare i materiale, semplificare (non banalizzare) le proposte e i percorsi. Andare oltre la didattica tradizionale: utilizzo di mappe, schemi, flashcard, linee del tempo, comunicazione aumentativa. Conoscere e tenere presenti gli stili cognitivi e di apprendimento dei discenti. Proporre e favorire la metacognizione in modo che ogni alunno possa conoscere i propri processi cognitivi. Proporre una didattica che tenga conto delle emozioni e degli aspetti psicologici legati all’apprendimento: autostima, positiva immagine di sé, resilienza, gestire la frustrazione. Pensare ad una valutazione che sia formativa e motivante, non punitiva, ma che consenta al discente (attraverso feedback adeguati) di proseguire nel proprio percorso di apprendimento.

Milva Crimella BIBLIOGRAFIA: Canevaro A., I bambini che si perdono nel bosco. Identità e linguaggi nell’infanzia. Janes D. e Canevaro A., Orizzonte inclusione Edizioni Erikson, Trento, 2015 BES a scuola, Le guide Erikson SITOGRAFIA Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri del 2014 Linee guida circolare del … Diversi da chi? Linee di indirizzo per favorire lo studio dei ragazzi adottati del 2014 Indicazioni Nazionali del 2012 BES Lombardia 2013 e normativa di riferimento 2007 e precedenti Linee guida del MIUR per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità 2009 L.104/92 sulla disabilità L.170/2010 e successive integrazioni per gli alunni con DSA L 53/2003 sul tema della personalizzazione