1 Rigidità salariale, istituzioni e disoccupazione.

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Transcript della presentazione:

1 Rigidità salariale, istituzioni e disoccupazione

2 Gli approfondimenti Il disequilibrio nel mercato del lavoro viene affrontato da due punti di vista:  Si analizzano alcune cause istituzionali della disoccupazione: ruolo delle relazioni industriali, della contrattazione efficiente e della legislazione del lavoro, nonché degli interventi di politica del lavoro  Si approfondiscono alcuni aspetti strutturali, quali i divari territoriali nello sviluppo (reddito), nelle qualifiche, nel capitale umano, nella partecipazione al lavoro, nell’occupazione settoriale (di questo aspetto ci occuperemo in seguito)

3 Le istituzioni del mercato del lavoro provocano rigidità o persistenza della disoccupazione… Un mercato del lavoro è rigido quando vincoli istituzionali impediscono all’impresa di aggiustare periodo per periodo il numero di occupati in modo da massimizzare il profitto (uguagliare il salario alla produttività marginale corrente)vincoli istituzionali In altre parole si ha rigidità quando l’occupazione effettiva può aggiustarsi solo con lentezza a quella desiderata dall’impresa

4 I mercati del lavoro sono rigidi? In generale i tassi di disoccupazione sono più elevati in Europa che negli Stati Uniti. È stato così soprattutto negli anni ’90 A partire dal 1984 il tasso di disoccupazione nell’ Unione Europea è cresciuto in modo rilevante rispetto agli Stati Uniti. L’ipotesi dominante in Europa è stata che l’elevata disoccupazione degli anni ’90 sia stata causata dalla presenza di rigidità sul mercato del lavoro in presenza di stagnazione economica (Eurosclerosi) In particolare si è creduto che la crescita della disoccupazione sia stata un fenomeno di lungo periodo, vale a dire che abbia implicato un aumento del tasso di disoccupazione di equilibrio Nairu (isteresi) Tale ipotesi implicava necessariamente che, se l’Europa avesse voluto ridurre il numero dei disoccupati, avrebbe dovuto rendere più dinamico e flessibile il proprio mercato del lavoro

5 Rigidità, flessibilità e disoccupazione Proporre una spiegazione di questo tipo significa accettare implicitamente la visione classica della disoccupazione che, come abbiamo visto, spiega la disoccupazione come risultato di un eccessivo costo del lavoro, anche se le cause possono essere di tipo keynesiano o strutturale Un’interpretazione alternativa (Modigliani, 97) fa leva sulle cause di tipo macroeconomico e in particolare sull’uso di politiche monetarie troppo restrittive anche in relazione al processo di convergenza verso l’Unione monetaria (modello IS-LM) o su problemi di sviluppo e scarsa domanda effettiva di beni.

6 Da cosa dipende la rigidità/flessibilità di un mercato del lavoro La rigidità/flessibilità di un mercato del lavoro dipende:  Dalla variabilità del salario (quanto è sensibile alla disoccupazione) nel tempo (in relazione alle fasi del ciclo economico) nello spazio (legata alla presenza di minimi salariali) dovuta al peso dei contributi sociali (carico fiscale che grava sul lavoro)  Dai meccanismi di assunzione (costi di assunzione)  Dalle indennità e modalità di licenziamento (Regimi di Protezione all’Impiego)

7 Da cosa dipende la rigidità/flessibilità di un mercato del lavoro La rigidità/flessibilità di un mercato del lavoro dipende anche da;  Normative che regolano l’uso della forza lavoro da parte delle imprese La gestione del tempo di lavoro (orari, straordinari ecc.), e Le modalità contrattuali che danno luogo ai cosiddetti lavori atipici  Le integrazioni nel reddito per coloro che sono disoccupati (sussidi di disoccupazione) più in generale le c.d. forme di protezione sociale  I meccanismi di contrattazione collettiva e il peso del sindacato

8 Le norme sulle assunzioni e i licenziamenti e gli effetti della disoccupazione Si è visto come in teoria nel nostro modello l’esistenza di rigidità può provocare disoccupazione classica Molti autori (es. Blanchard; Nickell) hanno cercato di valutare l’impatto della regolamentazione (quadro istituzionale) sulla disoccupazione Molti autori Le loro conclusioni sono molto articolate e non univoche: ogni fattore di “rigidità” ha effetti differenti o non ne ha (sulla disoccupazione) e va pertanto considerato anche singolarmente