Approccio sistemico relazionale e servizio sociale

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Approccio sistemico relazionale e servizio sociale

Fa riferimento alla Teoria Generale dei Sistemi (Von Bertalanffy, 1972) Superamento del concetto cardine per la scienza di energia verso quello di informazione e scambio Principio di equifinalità : assegna al medesimo fine non una ma possibili cause diverse , superando il determinismo causa-effetto. Anche esiti diversi possono essere correlati ad una medesima causa. Differenza tra sistemi aperti e sistemi chiusi

Riflessi sulle scienze umane: dal focus sull’individuo al focus sui suoi sistemi di riferimento ( famiglia, gruppo) e sugli scambi relazionali La teoria sistemica viene utilizzata in psichiatria negli anni 50 negli Usa sottoponendo ad analisi non il singolo paziente ma la sua famiglia come sistema La terapia familiare prende il via da queste sperimentazioni G. Bateson e il gruppo di ricerca di Palo Alto sono tra i fondatori

In Italia si sviluppa la pratica della terapia familiare alla fine degli anni ’60 ( M. Palazzoli Selvini, l. Boscolo, G. Cecchin) Approccio sistemico relazionale allo studio della famiglia: La famiglia viene analizzata attraverso i meccanismi e le risorse che utilizza per organizzarsi di fronte alle difficoltà che la possono mettere in crisi Dinamiche interazionali, meccanismi omeostatici ridondanze comunicative, meccanismi rigidi nella comunicazione, impediscono ad una famiglia di adattarsi ai cambiamenti che necessariamente nel corso della sua storia deve incontrare

La novità dell’approccio risiede nell’ipotesi che comportamenti disturbati del singolo rappresentano l’esito di relazioni interpersonali disfunzionanti che si generano in un contesto interattivo, quello del sistema familiare La famiglia può essere considerata come sistema vivente in evoluzione mediante la reciproca influenza tra i suoi membri.

La lettura della famiglia come sistema ha permesso la scoperta di: La formazione di regole implicite ed esplicite che definiscono le relazioni La tendenza del sistema familiare a mantenersi in equilibrio a fronte di perturbazioni esterne o legate al ciclo di vita L’interdipendenza del sistema famiglia con i sistemi affini La lettura dei cicli vitali della famiglia (J. Haley) I confini della famiglia tra invischiamento e disimpegno (S. Minuchin) La lettura dei giochi familiari ( M. Palazzoli Selvini)

Concetti chiave Sistema interattivo: un sistema non è la sommatoria di singole parti ma una totalità organizzata, la cui identità è legata alla interdipendenza dei suoi componenti Visione circolare della realtà: superamento della spiegazione lineare causa-effetto Contesto: situazione sociale in cui si attua la relazione (Bateson), luogo di apprendimento in cui si sviluppa il comportamento, cornice di significato per parole e azioni ( Malagoli Togliatti)

Il sistema operatori, utenti, servizi La relazione assistente sociale e utente/famiglia crea un nuovo sistema con regole proprie di comunicazione e funzionamento I sistemi in interazione riguardano l’a.s. e la sua organizzazione, il sistema utente e gli eventuali altri suoi sistemi di riferimento. Accogliere una richiesta, negarla, offrire una risposta diversa dalla richiesta dell’utente costituisce un messaggio che genera una retroazione del sistema -utente.

Approfondire il significato della domanda dell’utente permette all’a.s. di evitare di allearsi immediatamente a chi pone una richiesta d’aiuto e di porsi alcune domande: Perché, proprio in questo momento arriva la richiesta? Come si è mosso il sistema utente prima d’ora per risolverlo? Che significato può avere una risposta-tampone in termini di rinforzo della dipendenza o della strategia di delegare ad altri la soluzione dei propri problemi?

Lettura sistemica della domanda di aiuto Il problema presentato dall’utente, pur generato da apparenti cause oggettive ( disoccupazione, inavalidità, malattie) rappresenta una situazione complessa a carattere multidimensionale. Famiglie con posizioni sociali analoghe non rappresentano oggetto di interesse identico per i servizi sociali: la lettura del loro funzionamento va a cogliere le strategie che i soggetti partecipanti mettono in atto per definire le reciproche relazioni

La lettura della domanda in chiave sistemica aiuta l’operatore ad evitare di aderire passivamente alla richiesta dell’utente o di farsi inglobare nel suo sistema Di scindere i problemi pratici dalla loro implicazione relazionale

Tre tipi di segnalazioni ai servizi Domanda effettuata dal soggetto interessato per sé o per i propri familiari Segnalazioni effettuate da persone estranee al nucleo utente (delega totale, mediazione, raccomandazione) Segnalazioni provenienti da altri operatori o servizi (competenza, mandato autoritativo, cogestione, impasse)

Valutazione della domanda Verso l’utenza spontanea: l’a.s. deve ascoltare la richiesta per valutare la competenza istituzionale, sondare il livello di informazioni e le aspettative nei confronti del servizio sociale. Le prime domande: qual è il problema? Che cosa è stato fatto per risolverlo Per quale motivo si è deciso di rivolgersi al servizio sociale Che cosa l’utente è disposto a fare per affrontare il proprio problema

La raccolta delle prime informazioni deve condurre l’a. s La raccolta delle prime informazioni deve condurre l’a.s. a riformulare il problema attraverso la loro gerarchizzazione e la definizione delle competenze dell’ente di appartenenza. La valutazione conduce a: La presa in carico diretta L’invio ad altri servizi

La segnalazione da altro servizio Si assiste in questo caso a un duplice processo di valutazione: delle informazioni trasmesse dall’inviante, del livello di comprensione dell’utente circa il passaggio da un servizio all’altro. L’impossibilità di un preciso quadro informativo rischia di “perdere” l’utente nel percorso accidentato tra un servizio e l’altro, o di perdere tempo

La segnalazione all’insaputa delle persone interessate La segnalazione dell’Autorità Giudiziaria è l’unica a legittimare l’intervento dell’operatore In tutti gli altri casi non va accettata in modo acritico: l’immediato contatto con le persone segnalate genera quasi sempre il loro rifiuto a collaborare e alla negazione dei motivi della segnalazione Occorre far leva sulla responsabilità dei segnalanti come cittadini affinchè le segnalazioni più gravi siano inviate all’A.G.

Occorre agire affinché: il segnalante informi le persone in questione e ne promuova l’invio Si stabilisca da subito una collaborazione tra segnalanti ( specie se si tratta di un’istituzione ) e servizio ricevente Occorre valutare l’attendibilità del segnalante , specie quando si tratta di parenti e vicini di casa per evitare strumentalizzazioni e la reale competenza ad intervenire

Valutazione dei problemi presentati dall’utenza ha lo scopo di comprendere il funzionamento del sistema-famiglia ( ipotesi sistemica) al fine di elaborare un progetto di intervento diagnosi psicosociale Deve essere costruita sulle informazioni e includere tutti i componenti del sistema-utente e le loro interazioni con sistemi più vasti ( scuola, famiglie estese, ..) e deve fornire una supposizione sul funzionamento globale del gruppo

Difficoltà in cui è immerso l’operatore e di cui non si accorge: Mascheramento: cronicità mascherata da crisi e non riconoscimento dei caratteri di crisi di una situazione acuta presentata come nuova e urgente mentre la parte dissestata è sommersa da quella emergente Attribuzione impropria: altri attribuiscono un disagio al sistema utente non riconosciuto dal sistema stesso Mancata indagine di precedenti fallimenti; di precedenti percorsi produttivi