Dieta nell’anziano Nell'età senile, il ritmo delle funzioni vitali si rallenta; infatti, nella maggioranza delle persone, si ha la cessazione dell'età lavorativa con aumento della sedentarietà, di conseguenza diminuisce il fabbisogno energetico. Occorre tuttavia stare attenti alla somministrazione adeguata dei vari nutrienti, data la ridotta funzionalità dell'apparato digerente che può manifestare casi di malassorbimento intestinale. Spesso, a condizionare lo stato di nutrizione dell'anziano, concorrono situazioni psicologiche e socio-economiche che possono compromettere un giusto apporto nutritivo. È sufficiente pensare ai casi di solitudine, immobilità, depressione, difficoltà a socializzare, ristrettezze economiche, ecc..
Per consentire all'anziano di godere di buone condizioni di salute, possono risultare utili le seguenti indicazioni per una corretta alimentazione (fonte: Ministero della Sanità, 1990): a) adeguare l'apporto energetico degli alimenti alla propria attività fisica, in modo da mantenere il proprio peso ottimale; b) mangiare quanto più possibile in maniera variata, scegliendo i cibi anche sulla base delle proprie capacità di masticazione, ma avendo cura di non eliminare alcun gruppo di alimenti; c) consumare preferibilmente quegli alimenti che contengono proteine di elevata qualità per soddisfare il fabbisogno quotidiano (fra 60 e 80 grammi di proteine circa per persona); particolarmente indicati sono il pesce (anche surgelato) ed il latte (meglio se parzialmente scremato); gli altri alimenti, quali, ad esempio, gran parte dei formaggi, le uova, le carni grasse e gli insaccati, vanno assunti con moderazione perché contengono, oltre a proteine di elevata qualità, anche grassi saturi; d) consumare con moderazione gli alimenti ricchi di grassi, evitando di superare 60 grammi per l'uomo e 45 grammi per la donna di grassi in un giorno; in tale quota vanno considerati non solo i grassi aggiunti come condimento ma anche quelli presenti naturalmente negli alimenti. Preferire i grassi di origine vegetale (quali oli vergini di oliva) a quelli di origine animale (quali burro, lardo, strutto), che sono più ricchi di acidi grassi saturi e colesterolo;
e) consumare adeguate quantità di alimenti contenenti carboidrati complessi (presenti nella pasta, nel pane, nella polenta e nei legumi) e fibre alimentari (presenti nella frutta, nelle verdure, nei prodotti integrali e nei legumi). Limitare la quantità di zucchero da tavola e di dolci; f) ridurre al minimo indispensabile l'uso del sale in cucina, limitando la quantità di sale aggiunto come condimento e l'uso del sale a tavola; g) limitare il consumo delle bevande alcoliche, preferendo quelle a basso tenore alcolico quali vino e birra, al momento dei pasti; h) distribuire, per quanto possibile, l'alimentazione in pasti piccoli e frequenti, evitando di concentrarla in una o due pasti (più abbondanti e poco digeribili); non trascurare, al mattino, una prima colazione a base di latte o yogurt; i) per eventuali problemi specifici, legati a malattie o a situazioni particolari, è indispensabile ricorrere ai consigli del proprio medico o dell'esperto della propria ASL.