Economia del lavoro 2013-2014 1 Lezione 4 Domanda di lavoro ed equilibrio del mercato del lavoro.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La domanda di lavoro dell’impresa concorrenziale Nelle lezioni precedenti abbiamo fornito un quadro di riferimento per l’analisi dei MERCATI DEI PRODOTTI.
Advertisements

(a)La produttività italiana negli anni dal 1994 al — La funzione della produttività CORSO DI ECONOMIA POLITICASECONDO SEMESTRE ESERCITAZIONE.
Cicli e trend nell’economia italiana UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI GENOVA CORSO DI ECONOMIA DELLO SVILUPPO.
Economia del lavoro Lezione 9 Sfruttamento, lavoro criminale e lavoro domestico.
Economia del lavoro Lezione 5 La retribuzione del lavoro.
21 l’offerta concorrenziale NEL LUNGO PERIODO L’argomento: la curva d’offerta di mercato la curva d’offerta di mercato in un’ industria concorrenziale.
I diversi approcci alla politica economica keynesiani e monetaristi.
Abbiamo visto che i salari reali sono determinati dai vantaggi assoluti (ovvero dalla produttività)…
Capitolo 7 Il mercato del lavoro
Lezione 16 Concorrenza perfetta Nuovo libro 7.1.3; Vecchio libro
L’impresa perfettamente concorrenziale
Classe 3 La Domanda di Lavoro Stefano Gagliarducci
Imposta sul reddito d’impresa
Capitolo 8 La curva di Phillips, il tasso naturale di disoccupazione e l’inflazione.
Il prezzo.
Capitolo 6 Imprese e incentivi
Lezione 6 Il sindacato Economia del lavoro
Teoria del consumo surplus
Capitolo 4 Domanda, offerta, equilibrio
Temporanei o Permanenti?
Fluttuazioni economiche di breve periodo
Capitolo 7 Equilibrio nei mercati concorrenziali
La funzione di domanda di mercato delle biciclette è
Offerta in concorrenza perfetta: il lato dei costi
Lezione 5 Fluttuazioni economiche e teoria della Domanda e dell’Offerta Aggregata Il ciclo economico e le sue spiegazioni La domanda aggregata e le sue.
Efficienza, carenze dei mercati e implicazioni per l’intervento pubblico (la prospettiva “costruttivistica) (parte 1)
Scheda e curva di offerta
Capitolo 8 La curva di Phillips.
“Il lavoro di domani” precarietà, intermittenza, mancanza di tutele, insufficienza salariale di Giuseppe Travaglini Università di Urbino Carlo Bo Dipartimento.
L’inclinazione della PPF è data dal rapporto tra i prodotti marginali dei due beni. L’inclinazione è anche pari al costo opportunità del grano, cioè la.
Sebbene un Paese nel complesso stia meglio grazie al commercio internazionale, ciò non significa che ogni individuo stia meglio. Che effetti si producono.
Effetti delle fluttuazioni del tasso di disoccupazione sui lavoratori
I DAZI IN CONCORRENZA IMPERFETTA
Es. 6 pag 92.
Esercizi.
Monopolio e regolamentazione
I fondamenti della concorrenza imperfetta
Nuove teorie del commercio internazionale
Lo Stato operatore economico e regolatore dell’economia
Modello con due paesi, N beni
Prezzo iniziale  4  Q1 = Q2 = 8
Struttura del mercato e Entrata:
Protezione nominale e protezione effettiva
Esercitazione 6 Economia Politica - Terracina
Capitolo 8 La curva di Phillips, il tasso naturale di disoccupazione e l’inflazione.
Lezione 10.2: Conclusione e Q&A
Macroeconomia PIL cenni.
Esercitazione 5 Economia Politica - Terracina
Economia J.M. KEYNES John Maynard KEYNES ( )
Esercitazione 5 Economia Politica - Terracina
Esercitazione 6 Economia Politica - Terracina
Novità in tema di ammortizzatori sociali
Economia La deflazione
Il mercato del lavoro e le rigidità salariali
Relazioni Internazionali
La curva di Phillips nel lungo periodo
La curva di Phillips % dW W dP P % U0 U PH U2 U1 Economia dP” P dP’ P
Le discriminazioni dei prezzi
La concorrenza perfetta
Il mercato nel pensiero economico Lezione 7 Marx (2)
Il mercato nel pensiero economico Lezione 8 Cournot
1.2 Il funzionamento del mercato del lavoro
Economia politica Lezione 17
Il mercato nel pensiero economico Lezione 15 Concorrenza monopolistica
Capitolo 11 La concorrenza perfetta
Capitolo 15 L’equilibrio generale e l’efficienza dei mercati
I mercati contendibili
Capitolo 12 Il monopolio.
Le intercette sono: P = 40 e Q = 20
Prof. Stefano Consiglio
Transcript della presentazione:

Economia del lavoro Lezione 4 Domanda di lavoro ed equilibrio del mercato del lavoro

Economia del lavoro Pro memoria: valore marginale e valore medio Il valore marginale di una variabile dipendente è quello prodotto dall’ultima unità aggiunta di quella indipendente. Se L d =f(Y), La domanda marginale di lavoro è data da dL d /dY, cioè dal lavoro richiesto per produrre una unità in più di Y rispetto al valore attuale. Se il valore marginale è crescente, è superiore al valore medio; se calante è inferiore.

Economia del lavoro Domanda di lavoro in mercati concorrenziali L’impresa può vendere la quantità che vuole e per lei tutti i prezzi sono dati La produttività marginale del lavoro è calante La produttività marginale del lavoro deve essere eguale al salario Se il salario cala, la produttività marginale del lavoro diventa superiore ad esso: conviene assumere, fino a quando non si torna alla parità. Se il salario scende, la la produttività marginale del lavoro diventa inferiore ad esso: conviene licenziare, fino a quando non si torna alla parità.

Economia del lavoro Critica di quanto sopra Raramente le imprese sono in concorrenza perfetta L’adeguamento al mercato avviene tipicamente sulla quantità e non sui costi L’adeguamento della quantità di lavoro alla produzione è discontinuo Nel breve periodo contano più le condizioni di utilizzo e la flessibilità di impiego del lavoro Possiamo comunque assumere che ci sia una relazione inversa fra L d e W, ma come dimostra la crisi attuale non va sopravvalutata Teoria del salario efficienza (si veda più avanti)

Economia del lavoro La domanda di lavoro dell’impresa nel lungo periodo Nel lungo periodo l’impresa può modificare la tecnologia e la dotazione di capitale Ne consegue che la domanda di lavoro sarà … rigida di quella di breve periodo Meno. Infatti, se cala w aumenterà l’occupazione, ci sarà un maggior ricavo, e se il periodo di calo di w è appunto lungo si investirà di più, e quindi si occuperà più lavoro. A contrario, se i salari crescono per un lungo periodo l’impresa cambierà tecnologia e si sposterà verso tecnologie più capital intensive, e questo effetto si aggiungerà a quello della crescita di w.

Economia del lavoro La domanda di lavoro aggregata Invece la domanda di lavoro aggregata (per esempio a livello di settore) è più rigida di quella dell’impresa. Se cala w aumenta la domanda di lavoro di tutte le imprese; aumenta quindi la produzione; aumenta l’offerta; cala il prezzo e ciò fa sì che le imprese debbano ridurre la quantità di lavoro.

Economia del lavoro Il costo quasi-fisso del lavoro Abbiamo assunto fin qui implicitamente che L d =f(W,Y) In questa funzione c’è una componente fissa Costi di hiring-firing Costi di sostituzione per assenza Costi di formazione Costi di apprendimento on-the-job Costi di contabilità Parti fisse della retribuzione Non ho presenti studi recenti; si stima in generale che oscillino fra il 10 e il 20%

Economia del lavoro Conseguenze della presenza di costi fissi La presenza di costi fissi rende l’occupazione … sensibile al ciclo economico Meno. Infatti se licenzia nella fase bassa del ciclo e riassume in quella alta l’impresa incorre in costi di formazione e di hirng-firing.

Economia del lavoro Altre conseguenze della presenza di costi fissi La maggiore stabilità occupazionale del lavoro qualificato. L'importanza dell'anzianità. la rilevanza del lavoro straordinario.

Economia del lavoro Seguito: un dilemma del prigioniero Comprensibilmente, i padroni ritengono che una riduzione dei costi fissi del lavoro favorirebbe l’andamento dell’impresa e anche l’occupazione. Ma se tutte le imprese potessero licenziare e assumere liberamente, non ci sarebbe formazione sul lavoro. Due importanti conseguenze pratiche: il “vicolo cieco” del lavoro precario, e La dequalificazione del sistema economico nel suo complesso (“non troviamo lavoratori qualificati”)

Economia del lavoro La teoria del salario efficienza Per un’impresa concorrenziale, w è dato e l’impresa sceglie quel valore di L tale per cui mpp*p=w. Non è così: a livello di impresa, w e mpp*p possono variare nella stessa direzione. La causalità è mista. Motivi: Fairness reciproca: salari più alti inducono a lavorare meglio Salari più alti attirano lavoratori migliori Salari più alti inducono a migliorare le tecnologia (“secondo miracolo” italiano)

Economia del lavoro Due conseguenze del salario efficienza La curva di domanda del lavoro è più rigida che in assenza di esso Contribuisce alla creazione di disoccupazione involontaria

Economia del lavoro L’equilibrio del mercato del lavoro: premessa John Hicks ("Teoria del salario", 1932): "La teoria della determinazione dei salari in un libero mercato è semplicemente un caso speciale della teoria generale del valore. Il salario è il prezzo del lavoro; e quindi, in assenza di controlli, è determinato, come tutti i prezzi, dalla domanda e dall'offerta. Tuttavia, la domanda e l'offerta di lavoro, e l'interazione fra domanda e offerta sul mercato del lavoro, hanno alcune peculiari proprietà che fanno sì che sia impossibile applicare la teoria tradizionale senza ulteriori considerazioni”.

Economia del lavoro L’equilibrio del mercato del lavoro senza “peculiari proprietà” Per un’impresa concorrenziale… …e per un’impresa monopolistica, o a livello aggregato

Economia del lavoro Monopolio (o oligopolio) sul mercato del lavoro Un monopolio vende di meno a un prezzo più alto. Cosa capiterà sul mercato del lavoro? Questo… … o questo

Economia del lavoro Seguito Ma comunque, W più alto e L più basso. Per la prima volta, compare la disoccupazione: nel secondo caso è evidente, nel primo è nascosta. ATTENZIONE: da quanto abbiamo visto fin qui, in un mercato del lavoro concorrenziale non esiste disoccupazione se non volontaria. La disoccupazione è creata dal monopolio sul mercato del lavoro, cioè dal sindacato. Tutto ciò è falso; vedremo perché. Ricordate dalla prima lezione le ragioni degli imprenditori e come non vi sia correlazione fra flessibilità del mercato del lavoro e occupazione.

Economia del lavoro Seguito Ma per molto tempo molti economisti (non i migliori) hanno creduto che ciò che ostacolava la piena occupazione era la mancanza di concorrenza sul mercato del lavoro. E, cosa ancora più colpevole, hanno trascurato il monopsonio sul mercato del lavoro. In un mercato monopsonista la curva di domanda è più a sinistra: si avrà meno L e meno W rispetto a un mercato concorrenziale E avremo di nuovo disoccupazione nascosta

Economia del lavoro Un risultato controintuitivo Se il mercato e sia monopolistico che monopsonistico l’effetto su W è ambiguo e quello su L dovrebbe essere negativo: Non è così. La contrapposizione di un sindacato monopolista a un padronato monopsonista può fare crescere L, come vedremo.

Economia del lavoro Elasticità delle funzioni ed assenza di concorrenza Se il mercato del lavoro è così l’effetto del monopsonio è importante Ma se è così lo è assai meno. Lo stesso vale per il monopolio.

Economia del lavoro Il dibattito sul potere monopolistico del sindacato In generale le funzioni di domanda e offerta sono rigide. Allora perché è così importante la critica al ruolo dei sindacati? Tre motivi Ideologico Il dilemma del prigioniero fra livello locale e livello aggregato L’indisponibilità di altri fattori di competitività in regime di globalizzazione e impossibilità di politica monetaria

Economia del lavoro La curva di Beveridge Mette in relazione il tasso di vacancy (sull’asse verticale) e il tasso di disoccupazione. Perché è fatta così? Perché l’economia Va bene o male a Seconda della posizione Sulla curva rispetto alla retta Di 45° che passa per L’origine? Il tasso di disoccupazione “normale” distingue fra le due aree

Economia del lavoro La curva di Beveridge nella realtà

Economia del lavoro La curva di Phillips La curva di Phillips mette in relazione crescita dei salari (o dei prezzi) e disoccupazione La sua critica porta all’introduzione del Concetto di NRU, Natural rate of Unemployment

Economia del lavoro La curva di Phillips e il saggio naturale di disoccupazione La curva di Phillips nella realtà Critica del concetto di NRU: -disattenzione per le dinamiche in disequilibrio -difficoltà di misurazione