20/09/20161 La valutazione sociale e la dimissione protetta
20/09/20162 Introduzione Il paziente anziano con frattura di femore deve far fronte a una reale o potenziale perdita dell’autosufficienza: si considera non autosufficiente l’anziano che non è più in grado di provvedere alle cure della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante degli altri. Il paziente e la propria famiglia si trovano ad affrontare una situazione di difficoltà dovuta alle condizioni fisiche e sociali dell’anziano stesso, per cui in base all’analisi delle proprie risorse personali ed economiche dovranno decidere come affrontarla: a domicilio o presso una struttura. Il Piano Sociale e Sanitario 2007/2009 ha come obiettivo “Garantire continuità delle cure e soddisfacimento di bisogni eterogenei attraverso lo sviluppo, la qualificazione e specializzazione della rete dei servizi, valorizzando e sostenendo il ruolo delle famiglie e privilegiando quale sede di elezione il domicilio.
20/09/20163 La rete integrata dei Servizi è finalizzata a rispondere ai bisogni socio-sanitari e assistenziali delle persone anziane provvedendone e riducendone i processi di emarginazione, tutelandone la dignità e valorizzando il patrimonio umano e sociale di cui esse sono portatrici(legge regionale 5/94). Per agevolare tali finalità, il funzionamento della rete integrata dei Servizi deve essere improntato alle sottoelencate finalità operative: -Omogeneizzare i criteri e le metodologie di accesso; -Garantire l’effettivo esercizio dei diritti delle persone anziane, in particolare quelle non autosufficienti; -Ottimizzare il coordinamento delle risorse; -Operare mediante interventi personalizzati, nel pieno rispetto dell’identità dei singoli; -Migliorare la qualità dei Servizi rivolti alle persone anziane.
20/09/20164 Per gli interventi di assistenza di base la competenza è del Comune per cui è previsto un contributo dell’utente. La parte sanitaria è finanziata dall’AUSL. La legge 5/94 ridefinisce l’intera rete dei Servizi rivolti agli anziani, comprendendo sia le azioni positive per il mantenimento dell’anziano nel contesto sociale, sia una molteplicità di interventi sociali e sanitari con particolare riferimento a quelli rivolti agli anziani non autosufficienti. Ne fanno parte : -Assistenza Domiciliare Integrata; -Centro Diurno; -Casa di Riposo Protetta; -Residenza Sanitaria Assistenziale.
20/09/20165 A tutti i pazienti con frattura di femore alla dimissione ospedaliera, dovrà essere garantita la continuità assistenziale per cui il Servizio Sociale Ospedaliero dovrà essere coinvolto fin dalle prime fasi del percorso della dimissione protetta, per la valutazione della rete famigliare e l’invio ai servizi territoriali. Strumento per attivare la rete dei servizi comunali è l’Unità di Valutazione Geriatrica Ospedaliera. L’Unità di Valutazione Geriatrica è prevista dall’art.17 della legge regionale 5/94 ed è composta dal medico geriatra della divisione geriatrica competente per territorio, un infermiere professionale di distretto, un assistente sociale competente per territorio.
20/09/20166 L’UVG UVG definisce il programma assistenziale personalizzato, sulla base di una valutazione multidimensionale, in accordo con la famiglia e i servizi stessi. Propone,inoltre, la destinazione dell’anziano nella rete dei servizi socio-sanitari integrati, provvede alla certificazione della non autosufficienza (BINA ovvero breve indice di non autosufficienza),ammette le famiglie a fruire dei contributi per le attività assistenziali a rilievo sanitario, garantite dalla famiglia stessa (assegno di cura) ed aggiorna i dati regionali in merito alla situazione degli anziani valutati.
20/09/20167 L’UVGO In ospedale la UVG è composta dal medico geriatra della Divisione di Geriatria, dall’infermiere professionale del reparto, e dall’assistente sociale ospedaliero. La UVGO provvede alla tempestiva comunicazione del caso al Servizio Assistenza anziani territoriale competente al fine di agevolare l’accesso alla rete integrata dei servizi. Nel caso in cui il paziente è già conosciuto dai Servizi territoriali sarà necessaria una rivalutazione del progetto assistenziale messo in atto dai servizi prima del ricovero. La finalità della UVGO è quella di assicurare la valutazione di tutti i casi di pazienti anziani ricoverati a rischio di perdita dell’autosufficienza o già non autosufficienti, oggettivando per ognuno di essi la specifica necessità di accesso al servizio della rete ritenuto appropriato per assicurare la continuità delle cure.
20/09/20168 La principale criticità è che l’accesso alla rete dei servizi non è quasi mai immediato alla dimissione ospedaliera, perché soprattutto a Bologna le risorse a disposizione sul territorio non riescono a coprire i bisogni assistenziali dei pazienti dimessi in situazione di non autosufficienza. In particolare quando il progetto è di istituzionalizzazione i tempi di attesa sono lunghissimi (il criterio di ingresso in struttura a Bologna è in base al valore BINA), per cui è necessario proporre modelli alternativi che prevedono un impegno eccessivo dei famigliari sia a livello assistenziale che a livello economico. Ancor più problematico è l’accesso ai servizi comunali, che sono a contribuzione del cittadino, come ogni altro servizio erogato dal Comune. Criticità
20/09/20169 Il progetto assistenziale va concordato con l’assistente sociale competente per territorio, che diventa la responsabile del caso, e che deve validare la proposta assistenziale della UVGO, prendere in considerazione le richieste di contributo economico, valutare la situazione reddituale e proporre all’Amministrazione, un contributo agli aventi diritto. Anche se il progetto assistenziale post-ospedaliero è di rientro a domicilio, l’attivazione del SAD, l’autorizzazione dei presidi necessari, l’inoltro delle pratiche di Invalidità Civile e il riconoscimento dei benefici della legge 104/92, necessitano di tempi non sempre compatibili con la dimissione ospedaliera. Tali criticità richiedono che l’intervento dell’assistente sociale ospedaliero sia tempestivo, per cercare di attivare ogni risorsa famigliare e istituzionale che possa comunque garantire la continuità assistenziale dell’anziano stesso. Il progetto Assistenziale