EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 La percezione del Dopolavoro Ferroviario KEY PEOPLE ESTERNI.

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EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 La percezione del Dopolavoro Ferroviario KEY PEOPLE ESTERNI

EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 Obiettivi e Metodologia nL’indagine si propone di: 4Identificare le percezioni e gli stereotipi del DLF presso alcuni target strategici 4Identificare le aspettative associate al DLF 4Identificare la ricaduta in termini di immagine sulle Ferrovie del DLF nSono state realizzate 17 interviste in profondità. le interviste hanno coinvolto: 4al nord (Milano e Verona): 4 responsabili di associazioni di volontariato; 3 giornalisti, 1 politico. 4al centro (Roma): 1 responsabile di associazione di volontariato; 3 politici. 4al sud (Napoli e Palermo): 2 responsabili di associazioni di volontariato; 1 giornalista, 2 politici. 1

EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 Osservazioni nRispetto a questo segmento di indagine è emersa una significativa difficoltà da parte delle relazioni esterne delle Ferrovie ad identificare i soggetti da intevistare. nI ricercatori si sono trovati, più di una volta, di fronte a persone che non conoscevano affatto le tematiche dopolavoristiche. nLa maggior parte degli intervistati disponevano spesso di informazioni generiche e superficiali o molto parziali. nNe è risultato un corpus di interviste povero che non ha permesso una analisi di tipo semantico. 2

EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 Highlights nLe percezioni e i giudizi degli intervistati si fondano su conoscenze settoriali e molto superificiali. Nessuno sembra avere chiara la complessità e l’articolazione delle diverse proposte del dopolavoro. « E’ una realtà che non conosco. L’unica cosa che conosco è la cena di Capodanno. Questo evento ha sicuramente raccolto parecchie persone e negli ultimi anni ha avuto riconoscimenti e adesioni. È l’unica cosa che so, non si può dire che sappia cosa è il dopolavoro ». nDai target esterni il dopolavoro è associato prevalentemente ad attività di tipo sociale e di volontariato. La valutazione di queste attività è sostanzialmente positiva anche se criticata a volte proprio dagli addetti ai lavori (Caritas). Non molto frequenti i riferimenti alla gestione del tempo libero e alla cultura. nI giudizi positivi si legano a due fattori: 4all’organizzazione di singole attività o addirittura di singoli eventi (es: le cene di Natale per i poveri, iniziative culturali, etc.); « Ho visto che il dopolavoro organizza iniziative notevoli come quella di portare la musica all’interno della stazione centrale e quindi di rivitalizzare una zona che tradizionalmente è il cuore del disagio della città, dei tossicodipendenti e degli homless » 3

EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 Highlights 4all’apprezzamento, soprattutto da parte di chi riveste un ruolo di tipo istituzionale o politico, di valori quali l’associazionismo, la solidarietà, la tradizione, il senso di appartenenza a una famiglia professionale, etc. « Il dopolavoro è fondamentale come possibilità di aggregazione per continuare a frequentare amicizie maturate nel mondo del lavoro. È un luogo di comunicazione di valori, di attività con intento meritorio e solidale ». nLe critiche, anche se meno frequenti, sono più radicali e riguardano due aspetti principali: 4per alcuni è l’idea stessa del dopolavoro come forma associativa ad essere messa in discussione. Questa è considerata:  poco innovativa e non in linea con la nuova immagine aziendale;  non aperta al territorio, agli altri;  troppo corporativa;  eccessivamente sindacalizzata. « Trovo il DLF una forma rozza di aggregazione e eventualmente di privilegio. Penso sia un residuo parasindacale e parassitario. Io vedo il tempo libero come qualcosa di cui tutti possono fruire. Il dopolavoro comunica una immagine di arretratezza, dovrebbe essere più dinamico. È vero che il senso della tradizione è importante e che più che per altri l’adesione al dopolavoro aveva connotati affettivi importanti, però non comunica innovazione e capacità di essere al passo coi tempi ». 4

EtnoLAB © EtnoLAB - Novembre 2002 Highlights 4per altri altri le attività del dopolavoro sono troppo disomogenee e confuse, indice della mancanza di un progetto globale chiaro. « Io ritengo che il dopolavoro abbia fatto molte cose, ma anche si sia disperso molto. Non facciamo tutto tutti, se c’è una biblioteca non c’è bisogno che il dopolavoro faccia la sua, piuttosto collaboriamo e diamo sostegno perché funzioni quella che c’è già. Il dopolavoro non può prendersi carico di troppe esigenze del sociale perché nemmeno le conosce e di conseguenza rischierebbe di farle male. Il dopolavoro deve avere ambiti di intervento chiari e ben specificati e modalità operative finalizzate, altrimenti rischia di non rendere un servizio e di essere dispersivo ». nSecondo la maggior parte degli intervistati il DLF non sembra oggi essere in grado di contribuire a costruire l’immagine delle Ferrovie. Le recenti ristrutturazione di alcune stazioni sono citate molto spesso come l’esempio di una comunicazione molto efficace degli sforzi di rinnovamento intrapresi dall’azienda. 5