George Ritzer Introduzione alla sociologia A cura di Mariolina Graziosi George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara
Il micro Considerando gli aspetti micro del continuum sociale, cioè gli individui e i gruppi, la prospettiva sociologica si concentra su come questi aspetti influenzano la capacità del singolo di partecipare nella società. Cooley sviluppa il concetto del sé riflesso: gli esseri umani creano un’immagine di sé che riflette come gli altri li vedono. L’interazionismo simbolico studia come gli individui sviluppano un senso di sé. George Herbert Mead definisce il sé come la capacità di guardare a sé stessi come a un alter creando nel tempo un senso di ciò che si è. Senza interazione non si crea un sé strutturato (“bambini selvaggi”)
L’altro generalizzato Così come la mente (conversazione interna che si raccorda o elabora le relazioni con gli altri) e il sé si sviluppano attraverso l’interazione, i bambini crescendo incorporano un senso dell’altro generalizzato. Questo permette di assumere il ruolo di tutto il gruppo o della comunità in cui sono inseriti, e quindi di operare più agevolmente all’interno della società. Con il gioco i bambini imparano ad apprendere gli atteggiamenti; inoltre con il gioco di squadra imparano a assumere il ruolo o l’atteggiamento di tutto il gruppo, l’altro generalizzato. Il Sé si può distinguere in IO (sé desiderante) e ME (sé adattato)
Goffman e la rappresentazione Erving Goffman ( ) ha sviluppato il pensiero di Mead, interessandosi soprattutto della tensione tra l’«Io» e il «Me». Goffman sosteneva che dietro a ogni interazione si celassero una ribalta e un retroscena. Per ribalta si intende dove l’uomo agisce in maniera fissa e idealizzata, con lo scopo di definire una determinata situazione per gli spettatori di quella che Goffman definisce rappresentazione. Nel retroscena invece l’individuo si sente più libero di esprimersi, mostrando ciò che nella ribalta viene soppresso. Il sé nella globalizzazione: “disconnesso”? “nomade”? George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara
La socializzazione primaria e secondaria Partendo dalle idee di Mead sullo sviluppo del sé si giunge al concetto di socializzazione: il processo che porta la persona a comprendere e accettare le abitudini del gruppo o della società. La socializzazione si distingue in primaria (basi e forme relazionali) e secondaria (in varietà e ambienti successivi): si inizia con i bambini, e si continua durante lo sviluppo, anche durante l’età adulta; durante tutta la vita. Vi è anche una socializzazione inversa (es i giovani introducono gli adulti in alcuni campi del presente).
Un luogo fondamentale per la socializzazione sono le scuole, ma questo non è vero per ogni paese. Negli USA ha certo un ruolo importante rispetto ai paesi meno sviluppati, come si vede dal grafico, che mostra quanti anni del loro sviluppo i bambini trascorrono nelle istituzioni educative in diverse aree geografiche. Alternative alla scuola sono spesso fonti di socializzazione la famiglia, i pari, o la strada. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara Durata media (in anni) dell’istruzione per aree del mondo, Fonte: Dati da United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation Institute for Statistics, Education, UIS Data Center, UIS Statistics in Brief.
Un altro strumento di socializzazione è di certo la TV, anche se ormai viene sempre più sostituita con PC, videogiochi ecc. L’ampliamento della gamma dei dispositivi multimediali, ha portato ad un aumento del loro tempo di utilizzo. Come mostra il grafico i giovani di tra gli 8 e i 18 anni trascorrono oggi quasi 11 ore al giorno esposti a mezzi di vario genere.. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara Esposizione giornaliera ai media dei giovani tra gli 8 e i 18 anni. Fonte: Dati da Kaiser Family Foundation, 2010, « Generation M2: Media in the Lives of 8-18 Year-Olds: A Kaiser Family Foundation Study », January 2010.
Anche la percentuale di giovani che possiedono i propri dispositivi multimediali sta aumentando. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara Possesso di dispositivi mediali tra gli americani di anni. Fonte: da Amanda Lenhart, Rich Ling, Scott Campbell, and Kristen Purcell. « Teens and Mobile Phones. » Pew Internet, April 20, Pew Internet and American Life Project, Washington D.C. Ristampato con il permesso di Pew Internet & American Life Project.
L’interazione sociale E’ il processo attraverso il quale agiamo e reagiamo nel rapporto con altri soggetti sociali L’interazione è parte fondamentale della socializzazione del mondo sociale. Per Simmel la società è definita dall’interazione reciproca. L’interazione è coinvolta dagli status (posizione) delle persone all’interno dei sistemi sociali e dei loro ruoli (diritti- doveri) correlati. Succede spesso che ad uno status si associno aspettative contrastanti. Inoltre, capita che tali aspettative risultino in conflitto con quelle legate ad altri status.
Linguaggio La maggior parte delle interazioni sociali ha luogo attraverso lo scambio verbale occasionale nel corso di conversazioni informali. Il mezzo attraverso il quale questo scambio si realizza è il linguaggio. Il significato di una comunicazione verbale risiede sia nelle parole, sia nel modo in cui il contesto sociale struttura ciò che viene detto. Nelle situazioni interattive ci si aspetta costantemente quella che Goffman chiama la prontezza controllata: una dimostrazione di competenza nelle routine della vita quotidiana.Un tipico esempio di ‘prontezza controllata’ sono i gridi di reazione: espressioni linguistiche che hanno la forma di esclamazioni inarticolate (es. Oplà), che segnalano una capacità di controllo sui dettagli della vita sociale
Comunicazione non verbale La comunicazione non verbale è lo scambio di informazioni e significati attraverso: - le espressioni facciali; - i gesti; - le posture; - i movimenti del corpo. Tutti questi comportamenti sono usati per integrare e verificare la veridicità della comunicazione verbale. Infatti i gesti e le posture del corpo possono: - amplificare le parole; - contraddire il significato manifesto delle parole. Per questo motivo, nell’interazione con gli altri, tutti noi manteniamo abilmente, quasi senza accorgercene, uno stretto e continuo controllo della mimica facciale, dei gesti e della postura.
Distanza sociale Le distanze tra soggetti considerate ‘opportune’ nei diversi tipi di interazione variano da cultura a cultura. Edward T. Hall, analizzando la prossemica, distingue quattro tipi di distanza tra individui: - distanza intima: (fino a 50 cm.) riservata ai soggetti con cui si ha una regolare confidenza fisica (es. genitori, amanti); - distanza personale: (dai 50 ai 120 cm.) riservata agli incontro con amici e buoni conoscenti; - distanza sociale: (dai 120 ai 350 cm.) riservata ai contesti formali di interazione (es. interviste); - distanza pubblica: (oltre i 350 cm.) adottata da coloro che agiscono di fronte a un pubblico di spettatori.
Le reti sociali Dal lavoro di Simmel, viene tratto spunto per lo studio sulle reti sociali (Chriss,2007). Una rete sociale può coinvolgere dai due individui fino a interi gruppi o addirittura società. Ci possono essere anche reti globali. I sociologi analizzano la struttura di queste reti cercando di comprenderne le implicazioni sulla vita sociale. La figura mostra una rete con bassa centralità e una con elevata centralità. Nella prima, il nodo centrale è in realtà collegato solo a altri due. Il nodo centrale nel secondo esempio invece è collegato, quindi influenza, ogni altro nodo. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara Centralità delle reti sociali. Fonte: Ristampato con il permesso di S. Joshua Mendelsohn
Legami forti e deboli L’idea chiave nella teoria delle reti è la «forza dei legami deboli», che Mark Granovetter (1973) ha dimostrato; sperimentare solo questo tipo di rapporto da grande potere. Questo grazie al fatto che i legami deboli permettono di spostarsi tra gruppi, sviluppando legami tra e entro di essi, i quali possono essere forti; si veda la figura. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara La forza dei legami deboli.
Le strutture sociali Quando un modello di interazione e di relazioni sociali si verifica regolarmente e persiste nel tempo diventa una struttura sociale. La struttura sociale più piccola è detta diade; poi viene la triade. Una struttura sociale più grande, ma ancora relativamente piccola, è il gruppo, all’interno del quale le persone sviluppano relazioni strutturate. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara
Gruppi primari e secondari I gruppi si distinguono in: primari, piccoli, uniti, e tenuti insieme da interazioni faccia a faccia intime, personali; producono un forte senso di identificazione. Secondari, grandi e impersonali, uniti da legami deboli; infatti l’impatto sugli altri membri non è molto potente Nello stesso contesto si possono riscontrare sia legami di gruppo primari sia secondari. Gruppi di riferimento, in-group (appartenenza), out-group (altri, estranei) Nella figura si vede un esempio dei possibili legami primari e secondari per uno studente universitario. I possibili gruppi primari e secondari di uno studente universitario.
La conformità Il conformarsi agli aspetti del gruppo con il quale ci identifichiamo è fondamentale per permetterne la sopravvivenza. Ma troppa conformità può avere conseguenze disastrose. Ci si conforma anche alle aspettative e alle esigenze del gruppo. Anche se si sperimenta qualche dubbio. Ne è una prova l’esperimento di Solomon Asch (1952): il quale dimostrò che in assenza di autorità regna la conformità. Trovandosi il solo soggetto fra molti complici, non serve molto all’individuo per conformarsi alle affermazioni menzognere altrui, tanto da arrivare a non distinguere più quali delle righe mostrategli (e qui in figura) siano uguali. George Ritzer, Introduzione alla sociologia ©2014 De Agostini Scuola SpA - Novara Le schede dell’esperimento di conformità di Solomon Asch. Fonte: Adattato da Solomon E. Asch, Opinions and Social Pressure, Scientific American, 193 (1955), pp
Spazio-tempo su internet Internet ha avuto un enorme impatto sulla gestione dello spazio e del tempo nella vita sociale. Questo cambiamento tecnologico ha provocato una: - ristrutturazione dello spazio: da casa possiamo interagire con persone che si trovano in ogni angolo del mondo; - diversa percezione del tempo: enorme facilitazione della comunicazione a distanza in tempo reale. La lettura di questo fenomeno non è univoca: - alcuni osservano come la nuova tecnologia accresca l’isolamento degli individui; - altri sottolineano le opportunità che la nuova tecnologia offre, permettendo una maggiore libertà di espressione e una maggiore attenzione al contenuto del messaggio.