“Le ferite difficili” Riccione 15 maggio 2008 Unità Spinale-Unità Gravi Cerebrolesioni Dipartimento di Riabilitazione Azienda ULSS 6 Regione Veneto Vicenza.

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“Le ferite difficili” Riccione 15 maggio 2008 Unità Spinale-Unità Gravi Cerebrolesioni Dipartimento di Riabilitazione Azienda ULSS 6 Regione Veneto Vicenza Dott. Feliciana Cortese

PIAGHE da DECUBITO trattate dal Prof. L. Caldana Casistica – Pazienti paraplegie 395 tetraplegie 171 altro 141 Totale pazienti: 707 Piaghe/ paziente: 1,6 Sedi sacrali 449 (40%) trocanteriche 210 (19%) ischiatiche 175 (16%) malleolari 23 ( 2%) calcaneari 95 ( 9%) glutee 24 ( 2%) altre 137 (12%) Totale: 1113

Studio retrospettivo, durante gli anni 2005 e 2006, esaminando le cartelle cliniche di 86 pazienti mielolesi, al loro primo ricovero presso l’Unità Spinale dell’Ospedale di Vicenza Sono stati presi in considerazione dati inerenti la presentazione clinica della lesione midollare e le complicanze all’ingresso e durante la degenza, il tempo di permanenza, le variazioni del quadro neurologico (secondo ASIA I) e funzionale (FIM, Barthel),la presenza di lesioni da decubito, la gestione vescicale e la destinazione alla dimissione.

Sono stati presi in considerazione 86 pz di cui il 72% traumatici e il 28% non traumatici e un’età media rispettivamente di 44 e 56 anni. Sia i pazienti traumatici che i non traumatici erano in prevalenza paraplegici (T 62% e NT 87%); i pz non traumatici erano per la maggior parte (73%) affetti da lesione incompleta; i pz traumatici invece lo erano nel 51%. All’ingresso il 55% dei pazienti traumatici non presentava alcuna complicanza, mentre il 22% presentava almeno una lesione da decubito (la complicanza più frequente); l’88% dei pz non traumatici non aveva complicanze; le lesioni da decubito rappresentavano solamente il 4%.

EPIDEMIOLOGIA delle LESIONI da DECUBITO I dati disponibili non consentono generalizzazioni, causa barriere metodologiche. Le frequenze più alte: nei tetraplegici, prevalenza 60% (Richardson e Meyer) negli anziani ricoverati per frattura di femore, incidenza 66% (Versluysen) tra i ricoverati nelle terapie intensive,incidenza 33% (Bergstrom et al.)

I SOGGETTI A RISCHIO I soggetti costretti a letto o su una sedia o quelli con gravi difficoltà di mobilizzazione I fattori di rischio primario: immobilità, limitazione dell’attività, incontinenza, stato nutrizionale compromesso,spasticità, livello di coscienza alterato da Linee Guida A.H.C.P.R.

LA PREVENZIONE delle LESIONI da DECUBITO Identificazione dello stato di rischio Mantenimento e miglioramento della tolleranza dei tessuti alla pressione Protezione dagli effetti nocivi delle forze meccaniche esterne Programmi educativi rivolti agli operatori sanitari, ai pazienti, ai loro familiari, ai prestatori di cure

PIAGHE da DECUBITO: UN PROBLEMA APERTO… Sono in aumento i soggetti a rischio, causa l’ invecchiamento della popolazione e il cambiamento dei modelli di malattia I dati epidemiologici validi sono carenti La prevenzione è costosa (costi pari al 25% delle cure per SCI) Gli studi sull’efficacia delle strategie preventive sono subottimali

PREVENZIONE LO SPOSTAMENTO DEL PESO DEL CORPO NELLA POSIZIONE SEDUTA DEVE DIVENTARE PARTE INTEGRANTE DELLE ATTIVITA’ QUOTIDIANE Pressione Presidi antidecubito Educazione

CONCLUSIONI Le lesioni da decubito sono ancora frequenti, servono stime più precise Sono in aumento le persone a rischio Occorrono strumenti affidabili per predire il rischio e indirizzare le risorse per la prevenzione Servono verifiche dell’efficacia degli interventi COSTANTE deve essere l’IMPEGNO nell’EDUCAZIONE di tutte le persone coinvolte nel processo di cura e di benessere del paziente