“Le strategie di intervento in Psicologia dello Sport” Convegno Nazionale 2016 SIPsiS Come migliorare la performance sportiva con la tecnica della visualizzazione.

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Transcript della presentazione:

“Le strategie di intervento in Psicologia dello Sport” Convegno Nazionale 2016 SIPsiS Come migliorare la performance sportiva con la tecnica della visualizzazione. Dr. Alessandra Fioretti Sport individuali e sport di squadra Intervento:

La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto.

La mia esperienza clinica nell’utilizzo di tale tecnica. Cosa significa visualizzare. A cosa serve la visualizzazione in ambito sportivo.

LA MENTE UMANA NON DISTINGUE COSE REALMENTE VISSUTE DA COSE VIVIDAMENTE IMMAGINATE La Visualizzazione è la ripetizione mentale di un gesto o di una azione motoria come se la si stesse eseguendo in quel preciso momento. Porta con sé il coinvolgimento di tutti i sensi, delle sensazioni ed emozioni. Può essere : La riproduzione di una precedente esperienza senza la stimolazione sensoriale originale. La creazione di immagini che riproducono comportamenti non ancora avvenuti con le sensazioni e le emozioni collegate

COSA SIGNIFICA VISUALIZZARE? Quando immaginiamo mentalmente qualcosa l’attività cerebrale attivata manda il segnale attraverso le connessioni (sinapsi) di un particolare gruppo di cellule nervose. Sono dei pensieri ma nel nostro cervello stiamo creando un’esperienza. Essa lascia una traccia un percorso tra le cellule cerebrali che ne facilitano un successivo passaggio determinando quello che noi chiamiamo apprendimento.

Teoria psiconeuromuscolare: i gesti eseguiti solo mentalmente generano comunque un’attivazione dei muscoli interessati al movimento (Zecker 1982) Teoria psiconeuromuscolare: i gesti eseguiti solo mentalmente generano comunque un’attivazione dei muscoli interessati al movimento (Zecker 1982) Teoria apprendimento simbolico: la visualizzazione crea una ripetizione mentale e aiuta il cervello a decodificare i gesti e a viverli come familiari (Murphy e Jowdie 1992) Teoria apprendimento simbolico: la visualizzazione crea una ripetizione mentale e aiuta il cervello a decodificare i gesti e a viverli come familiari (Murphy e Jowdie 1992) Modello bio-informazionale:il cervello elabora ogni elemento di una situazione e la organizza in uno schema mnestico. TEORIE PSICOLOGICHE SULLA VISUALIZZAZIONE:

Quando l’atleta immagina una performance sportiva di successo attiverà il gesto atletico ottimale e tutte le emozioni positive che lo faranno sentire nello stato di massima concentrazione e piacere. Raggiungerà più facilmente lo stato di Flow Come mai utilizziamo la visualizzazione nell’allenamento di uno sportivo?

La visualizzazione è in grado di: Favorire e potenziare il meccanismo dell’apprendimento del gesto atletico Contrastare l'ansia da prestazione, in particolare prima della gara Creare una sensazione di benessere psicofisiologico. Sviluppare ed incrementare la concentrazione Potenziare l'autostima ed eliminare o attenuare i fattori distraenti, Correggere i gesti motori scorretti e sviluppare nuove strategie Modulare lo stato di attivazione (Arousal) Favorire il Goal Setting

Prospettiva interna: l’atleta osserva la situazione come se la vivesse in prima persona. Prospettiva interna: l’atleta osserva la situazione come se la vivesse in prima persona. Prospettiva esterna: l’atleta osserva la situazione guardandosi dall’esterno, come se fosse uno spettatore. Prospettiva esterna: l’atleta osserva la situazione guardandosi dall’esterno, come se fosse uno spettatore. Cinestesica: l’atleta coinvolge nella visualizzazione dell’azione le sensazioni dei propri gruppi muscolari Queste 3 prospettive possono essere unite in un’unica visualizzazione

Allenamento ideomotorio: “Un’idea che genera movimento. Tutte quelle forme di esercitazione nelle quali si ha un’autorappresenta zione mentale, sistematicamente ripetuta, e cosciente dell’azione motoria”.

Abbiamo visto che Immaginare un movimento determina una stimolazione dei muscoli interessati all’azione immaginata. Non sono visibili esternamente ma possono essere registrati attraverso il potenziale elettrico muscolare (EMG)

Il segreto per arrivare a questi risultati è venire qui ed essere rilassati, tranquilli: io volevo fare qualcosa, ero rilassato e tranquillo e l’ho fatto. Faccio una cosa molto bene, ma il talento non basta. E’ il primo insegnamento che mi ha trasmesso il coach. Puoi avere talento, ma se non lavori duramente non diventi un campione Il meglio è solo il punto di partenza Quando ho cominciato a correre il mio coach mi ha fatto una testa così: prima di imparare a vincere devi imparare a perdere. Ho capito con gli anni cosa volesse dire. All’inizio non vincevo una gara. E mi dicevo: sono nel posto sbagliato? Invece imparare a perdere vuol dire imparare a lavorare di più. Fino al giorno in cui cominci a vincere.

Esperienza Clinica: Come utilizzo il Mental Training e nello specifico la Visualizzazione nel mio lavoro con l’atleta.

deve saper individuare molti fattori per arrivare a costruire nel tempo la visualizzazione giusta per lo specifico atleta Nel lavoro clinico è importante la creatività dello psicologo: deve saperlo guidare verso la costruzione di un’immagine mentale positiva e/o aiutarlo a sbloccare il ricordo di eventi stressanti/traumatici, valutando tutte le sensazioni e i pensieri e le emozioni connessi a quello che sta immaginando

Il lavoro deve essere graduale. Essere lì con lui, con il suo immaginario, traendo da quella situazione la massima immedesimazione, concentrazione, serenità e massimo vantaggio. E’ fondamentale la RIPETIZIONE NON MECCANICA MA CREATIVA Verificare di volta in volta se la Visualizzazione progredisce, attraverso le sedute e l’esercizio a casa. E’ più ricca di spunti, di crescita, di potenziamento?

Sono tanti i fattori da considerare, tra cui, la raccolta anamnestica, l’uso del colloquio, dei test e dei questionari per l’analisi del carattere e del livello di stress. Individuazione di eventuali traumi sportivi e non (fisici e/o psicologici). Il livello di motivazione. Le aspettative dell’atleta, le aspettative dell’allenatore e di chi gli sta intorno. Definizione dell’obiettivo (Goal Setting):

Training autogeno Rilassamento progressivo di Jacobson Individuazione del Copione fisico (Analisi Transazionale) Analisi delle transazioni (AT) Decontaminazione degli Stati dell’Io (AT) Lavoro sui sogni Dialogo interno Lavoro con le emozioni da un punto di vista psicofisiologico. Bisogna saper integrare nel percorso con l’atleta:

la VISUALIZZAZIONE OTTIMALE E VINCENTE La visualizzazione si sviluppa mantenendo i criteri visti in precedenza, cosi da costruire sull’atleta, come il sarto cuce il vestito addosso alla persona,

L’importanza del dialogo interno

Ognuno di noi più o meno consapevolmente mette in atto con se stesso un Dialogo Interno. Per un atleta uno dei principali Nemici o principali Alleati per il raggiungimento del successo sportivo è il linguaggio che utilizza per descriversi e che sente nella sua testa.

Dirci le parole giuste ci condurra’ ad immaginare le cose giuste e a fare le cose giuste. Le parole hanno un potere ipnotico e ci aiuteranno a creare quella realtà che desideriamo. La nostra voce interna ha un meccanismo di feedback, queste parole evocano delle emozioni. L’insieme di questo ci porta alla costruzione di schemi psico-fisici.

Mi sento ansiosa, non ce la farò! Lei è troppo forte Non sono abbastanza pronta

Darò il meglio di me! So fare benissimo questo esercizio Voglio concentrarmi al meglio

Questo cambiamento non è solo cognitivo ma implica un passaggio attraverso il mondo emotivo dell’atleta e il suo equilibrio fisico. Il lavoro è di inquadrare le origini di questi pensieri distorti, scoprirne le cause e individuarne gli elementi di blocco. Così l’atleta può arrivare a ciò che desidera veramente e alle sue reali capacità.