La protezione dell’investitore nell’era Altroconsumo Divulgazione finanziaria nell’epoca dell’informazione diffusa 10 aprile 2017 La protezione dell’investitore nell’era della digitalizzazione dei servizi d’investimento Una riflessione per un programma di medio periodo sull’educazione finanziaria Giuseppe D’Agostino Vice-Direttore Generale CONSOB
Indice La digitalizzazione dei servizi finanziari: una premessa La disciplina MiFID II nell’era della digitalizzazione dei servizi d’investimento L’investitore retail italiano: profilo socio-economico e attitudinale Una riflessione per un programma di medio periodo sull’educazione finanziaria
La digitalizzazione dei servizi finanziari: una premessa
Il Fintech: la «Supply Side» Digital Revolution Utilizzo pervasivo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (in particolare, delle tecnologie emergenti) Innovazione inarrestabile di processi e di servizi finanziari (si intercettano bisogni potenziali) Espansione - potenzialmente illimitata - della capacità d’offerta di servizi. Piena accessibilità (senza limiti spaziali o temporali), rapidità di esecuzione e costi ridotti Technology Behavioural changes Market competition forces la struttura dell’industria dei servizi finanziari è destinata a modificarsi profondamente
La digitalizzazione della finanza: «the Fintech landscape» Fonte: KPMG (2016)
Il settore Fintech del wealth Management Piattaforme di comparazione di siti web per servizi d’investimento e prodotti finanziari Financial Data Aggregator (PSD II): consolidamento delle informazioni relative ai conti correnti e ai portafogli finanziari di un individuo tenuti presso una pluralità di banche Piattaforme di Robo-Advice Social trading (mirror trading) and investing platforms: gli utenti scelgono un «leader» le cui scelte di investimento vengono immediatamente replicate e registrate nei loro «account» Social media sentiment analysis (buy-side community), research and networking platform (solitamente supportati da servizi di negoziazione)
Il fenomeno del Robo-Advice: irrilevanza «economica»? Secondo dati della US SEC, il Robo-Advice costituisce oggi una frazione scarsamente significativa dell’industria dell’asset management , ma possiede un enorme potenziale di crescita I servizi di «gestione» delle finanze personali - fino ad ora disegnati per i clienti ad alto patrimonio/reddito (c.d. affluent) – diventano accessibili ai clienti retail con ricchezza finanziaria modesta (c.d. mass-market) [«bridge the advice gap»] … gli investitori più giovani (c.d. millennials) raggiungeranno l’età in cui investire il risparmio diventa importante; si consolideranno cambiamenti nel comportamento di consumo delle persone indotti dall’ampia diffusione di strumenti digitali; maggiore consapevolezza di una netta riduzione di costo per i servizi basati su internet …
Punti di forza del Robo-Investment Advice facile accessibilità al servizio di consulenza attraverso applicazioni basate su internet (limiti: digital divide e distribuzione della ricchezza finanziaria per classi generazionali) economie di scala (riduzioni di costo raggiunta una massa critica) economie di scopo (più facile definizione del target-market e trattamento “oggettivo” dei clienti) test di adeguatezza effettuato in modo automatico (“oggettivo”) senza correzioni ex post tramite intervento umano tracciabilità piena del processo di consulenza monitoraggio dei rischi di portafoglio degli investori su base continuativa reporting di portfolio on-line (accesso 24 h / 7gg) innalzamento della qualità del servizio attaraverso un processo di apprendimento (esperienza e conoscenza) da parte del cliente mediante tool informativi resi disponibili on-line
L’approccio di regolamentazione e di vigilanza (Autorità pubbliche) IOSCO Report su «Social Media and Automation of Advice Tools Surveys» luglio 2014 – agg. dicembre 2016 L’approccio di regolamentazione e di vigilanza (Autorità pubbliche) nessuna proibizione all’uso di sistemi digitali per la prestazione del servizio di consulenza finanziaria; nessuna azione formale di vigilanza in relazione al design o all’implementazione di sistemi automatici né specifiche regole concernenti la tecnologia; uso di approccio tradizionale: le regole sulla consulenza sono applicabili senza alcuna differenza rispetto al sistema usato per prestare il servizio (c.d. principio di neutralità tecnologica della regolamentazione) Le regole esistenti appaiono sufficienti per disciplinare la prestazione del servizio di consulenza attraverso sistemi automatici (digitali)
La disciplina MiFID II nell’era della digitalizzazione dei servizi d’investimento
Digitalizzazione e disciplina MiFID II Un’analisi testuale della disciplina MiFID II Termine MiFID II (15.5.2014) CDR (25.4.2016) Comunicazioni elettroniche 7 Sistema elettronico (#) 1 Digitale / digitali Automatico / automatici Internet (intermediario) 2 (#) Art. 54 CDR “Where investment advice or portfolio management services are provided in whole or in part through an automated or semi-automated system, the responsibility to undertake the suitability assessment shall lie with the investment firm providing the service and shall not be reduced by the use of an electronic system in making the personal recommendation or decision to trade”.
MiFID II: la strategia come mezzo per la correttezza Competitività Trasparenza dei mercati Salvaguardia della fiducia Ordinato svolgimento delle negoziazioni Osservanza delle disposizioni Tutela degli investitori Tutela degli investitori Stabilità e buon funzionamento del sistema Autorità di controllo Intermediari finanziari Mercati di strumenti finanziari Emittenti di strumenti finanziari Infrastrutture di mercato Tutela degli investitori Riduzione rischio sistemico Efficienza e trasparenza MiFID II componente «strutturale» di un quadro regolamentare del sistema finanziario modellato per la mitigazione dei rischi
MiFID II: la strategia come mezzo per la correttezza Finalità della MiFID II (Disciplina Intermediari) Gli strumenti della MiFID II (Disciplina Intermediari) Strategia Governance Organizzazione Formazione e Remunerazione del Personale Trasparenza Condotta Offrire Migliorare Assicurare Garantire Rafforzare Accrescere Agire nel miglior interesse del cliente la tutela degli investitori
MiFID II: la strategia come mezzo per la correttezza Lettura «statica o esteriore» della MiFID II L’investitore «destinatario passivo» dei benefici (1) dell’imposizione degli obblighi ai soggetti vigilati e (2) dell’estensione dei poteri delle Autorità di controllo (Product Intervention) Lettura «dinamica o funzionale» della MiFID (I e II) Tra Intermediario* e Cliente si instaura una relazione di servizio. L’intermediario definisce una strategia coerente e si dota di un’organizzazione idonea. L’intermediario non si sostituisce al cliente * Il termine include le Società di consulenza finanziaria e i consulenti finanziari autonomi
La MiFID II: una lettura micro-economica della relazione «personale» di servizio Agire nel miglior interesse dei clienti Strategia Globale Organizzazione / Sistemi / Processi Tecnologie Product Governance Conoscenze, Competenze, Professionalità del Personale Segmentazione clientela Articolazione dei Servizi offerti Gamma prodotti di investimento Servizio al cliente
MiFID II: la strategia come mezzo per la correttezza Gli «ingredienti» della corretta relazione di servizio secondo la MiFID II Intermediario Cliente Cultura del servizio al cliente Organizzazione nella gestione delle informazioni Alta professionalità del Personale Consapevolezza dei propri limiti di conoscenza finanziaria Partecipazione attiva Disponibilità a continuità di rapporto con l’intermediario Ruolo determinante della cultura aziendale e personale, ma anche di fattori comunicazionali, attitudinali, psicologici ed emotivi
Strategia Globale Piattaforma digitale La MiFID II è adeguata alla relazione digitale? Agire nel miglior interesse dei clienti Strategia Globale Organizzazione / Sistemi / Processi Tecnologie Product Governance Segmentazione clientela Articolazione dei Servizi offerti Gamma prodotti di investimento Risk-monitoring e Portfolio rebalancing Piattaforma digitale Servizio al cliente
L’investitore retail italiano: profilo socio-economico e attitudinale
La cultura digitale in Italia (1) In Italia, alla fine del 2015 la cultura digitale degli utenti di Internet, corrispondenti al 65% circa della popolazione, è alta solo nel 30% dei casi e si riduce al crescere dell’età degli intervistati (Graf. 1) Graf. 1 – Utenti Internet per classi d’età e competenze digitali (2015, IV Trim.) Le competenze digitali sono misurate in accordo all’European Digital Competence Framework della CE che classifica 21 competenze raggruppate in 5 aree (informazione, comunicazione, creazione di contenuti, sicurezza, problem-solving) e tre livelli di conoscenze. Fonte: ISTAT, Citizens, enterprises and the ICTs, December 2015
La cultura digitale in Italia (2) Con particolare riferimento all’uso di Internet nell’ambito delle decisioni di investimento, la quota di famiglie che fa ricorso al web per reperire dati e notizie utili a compiere e a monitorare le scelte finanziarie, sebbene in crescita, supera di poco il 12% (Graf. 2) Graf. 2 –Uso di Internet come canale d’informazione finanziaria I dati sono riferiti alle risposte alla domanda: ‘Quali sono le fonti d’informazione finanziaria che usi e consideri più affidabili?’. Sono riportate solo le percentuali d’investitori che utilizzano Internet. Fonte: calculations on GfK Eurisko data - Multifinanziaria Retail Market Survey
Rapporto 2016 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane Indagine Multifinanziaria Retail Market e Osservatorio su 'L'approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane‘ (GfK Eurisko) Multifinanziaria Retail Market: campione di circa 2.500 famiglie Osservatorio su 'L'approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane‘: 1.000 famiglie - Entrambe le surveys sono rappresentative della stessa popolazione di decisori finanziari delle famiglie italiane - Il decisore finanziario viene individuato come il percettore di reddito più elevato in famiglia (o l’uomo più anziano quando nessuno lavora, o la donna più anziana quando non ci sono uomini in famiglia) di età compresa fra 18 e 74 anni, escludendo i soggetti che lavorato nel settore finanziario (bancario, assicurativo e della consulenza finanziaria)
Il livello delle conoscenze finanziarie delle famiglie italiane continua a essere basso
La conoscenza dei servizi di investimento è molto bassa
Gli italiani preferiscono depositi bancari e postali
Scarsa conoscenza di fenomeni innovativi quali la consulenza automatizzata (robo-advice)
L’investitore retail italiano: profilo socio-economico e attitudinale I dati di fatto Carenze conoscitive, utilizzo di fonti informative non professionali, «over-confidence», «bias» comportamentali, bassa tolleranza al rischio Non diffusa alfabetizzazione digitale e rischio di esclusione Scarsa capacità di pianificare l’utilizzo delle risorse finanziarie per obiettivi e in una prospettiva di medio-lungo periodo Rischio di fragilità finanziaria per scelte economiche intertemporali inconsapevoli, non coerenti e non corrette Educare al risparmio è fondamentale, ma non significa divulgazione di nozioni economico-finanziarie
Una riflessione per programma di medio periodo sull’educazione finanziaria
Temi di attenzione per un programma di educazione finanziaria in un’era digitale preparare i cittadini nell’utilizzo di servizi finanziari attraverso piattaforme digitali definire elevati standard di trasparenza dei servizi finanziari digitali (attività, funzionalità, costi, spiegazioni) supportare gli utenti a fornire informazioni affidabili attraverso questionari online «robusti» (per l’acquisizione di informazioni oggettive - età, reddito, situazione finanziaria - e di soft information - conoscenza, tolleranza al rischio, obiettivi d’investimento, profilo di reattività emotiva etc.) incentivare l’utilizzo di “variabili di controllo” nei test online ai clienti di servizi digitali per rilevare eventuale incompletezza e/o non-coerenza delle risposte lasciare agli utenti la possibilità di richiedere chiarimenti allo staff dell’intermediario necessità delle autorità di vigilanza di dotarsi di personale specializzato nella tecnologia
L’educazione finanziaria e digitale ai cittadini è parte integrante di una politica di protezione degli investitori e di salvaguardia dei mercati basso livello di alfabetizzazione economico-finanziaria / digitale influenza di convinzioni, credenze, preferenze e attitudini RISCHI Alta possibilità dell’individuo di non raggiungere un soddisfacente livello di sicurezza finanziaria personale e rischio di esclusione dall’economia e dalla finanza digitale TERAPIA Promuovere capacità di comprensione, autonomia di giudizio, attitudine corretta alle decisioni economico-finanziarie, utilizzo corretto degli strumenti digitali, conoscenza dei diritti e delle forme di tutela, consapevolezza dei propri limiti cognitivi