I DAZI SULLE IMPORTAZIONI IN CONCORRENZA PERFETTA

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Transcript della presentazione:

I DAZI SULLE IMPORTAZIONI IN CONCORRENZA PERFETTA

La politica commerciale La politica commerciale prevede l’uso di dazi sulle importazioni (tasse sulle importazioni), di contingentamenti delle importazioni (restrizioni quantitative) e sussidi alle esportazioni. L’organismo di regolamentazione internazionale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), agisce come ambito di discussione delle problematiche commerciali tra Paesi.

Alcuni articoli del GATT che ancora regolano il commercio nell’OMC: Un Paese deve estendere gli stessi dazi a tutti i partner commerciali membri dell’OMC. Questa è la clausola della “nazione più favorita”. Si possono imporre dazi in risposta a pratiche commerciali scorrette come il dumping. I Paesi non dovrebbero limitare la quantità di beni e servizi che importano. L’articolo XI afferma che i Paesi non devono mantenere contingentamenti delle importazioni. I Paesi dovrebbero dichiarare i sussidi alle esportazioni concessi a particolari imprese, settori o comparti.

I guadagni dal commercio internazionale Esaminiamo: I guadagni dal commercio internazionale Il surplus del consumatore e del produttore Il benessere di H Autarchia Il libero scambio in un Paese piccolo I guadagni dallo scambio La curva di domanda di importazioni di H I dazi sulle importazioni in un Paese piccolo Effetto del dazio Effetto del dazio sul surplus del consumatore Effetto del dazio sul surplus del produttore Effetto del dazio sulle entrate del governo Effetto complessivo del dazio sul benessere La perdita nella produzione La perdita nel consumo Perché si usano i dazi?

In concorrenza perfetta, ogni impresa è price-taker nel suo mercato. Il caso della concorrenza perfetta Ipotizziamo inizialmente che le imprese agiscano in concorrenza perfetta. Producono un bene omogeneo e sono piccole rispetto al mercato. In concorrenza perfetta, ogni impresa è price-taker nel suo mercato.

Dimostriamo i guadagni dal commercio usando le curve di domanda e di offerta di H e i concetti di surplus del consumatore e surplus del produttore. Il surplus del consumatore misura il guadagno che un consumatore ottiene da un acquisto quando il prezzo pagato è minore del prezzo che sarebbe disposto a pagare. Se un consumatore è disposto a pagare 8 euro per un certo bene e lo paga 5 euro, ottiene un surplus di 3 euro.

Sommando il surplus individuale per tutti i punti della curva di domanda otteniamo il surplus totale del consumatore, l’area tra la domanda e il prezzo pagato, fino alla quantità acquistata. La curva di domanda identifica il valore che il consumatore assegna a ciascuna unità del bene. Dato P1, i consumatori acquistano la quantità D1. Un consumatore che acquista D2 assegna a questa quantità un valore P2, ma deve pagare solo P1 – ottiene un surplus pari a (P2-P1) Prezzo Surplus totale del consumatore, CS L’individuo ottiene un surplus di (P2 – P1) perché è in grado di acquistare il bene per un prezzo inferiore alla sua disponibilità a pagare. P2 Surplus del consumatore che acquista la quantità D2 P1 D D2 D1 Quantità

Il surplus del consumatore Per ogni unità a sinistra di D1, il valore che il consumatore attribuisce è maggiore del prezzo di acquisto P1. Sommando il surplus ottenuto per ogni unità acquistata da zero a D1, si ottiene il surplus totale. La soddisfazione totale che i consumatori ricevono dall’acquisto della quantità D1 al netto dell’ammontare che devono pagare P1D1. Il surplus del consumatore è l’area colorata tra la curva di domanda e il prezzo di mercato fino alla quantità totale acquistata, in questo caso D1

Esempio: la curva di domanda di mercato è P = 10 – Q Se il prezzo è 8 il consumatore ottiene due unità pagando 16, essendo disposto a pagare 9 la prima unità, 8 la seconda. Il surplus è dunque 9+8 – 8*2 = 1 Se il prezzo di mercato è pari a 5, il surplus del consumatore si calcola osservando che la quantità acquistata a quel prezzo è 5: Surplus = 9+8+7+6+5 - 5*5 = 10 Se il prezzo è 7 il consumatore ottiene tre unità pagando 21, essendo disposto a pagare 9 la prima unità, 8 la seconda, 7 la terza. Il surplus è dunque 9+8 +7 – 7*3 = 3

Funzione di domanda  QD = 50 – P Esercizio numerico Funzione di domanda  QD = 50 – P Calcolare il surplus del consumatore quando il prezzo P = 30 P Il surplus del consumatore è dato dall’area del triangolo ABC A 50 C B 30 20 50 Q

Il surplus del produttore. Il surplus del produttore rappresenta la differenza tra il prezzo ricevuto dal produttore per un bene offerto e il prezzo minimo al quale sarebbe disposto ad offrire quel bene. Se un produttore è disposto a vendere un bene per 2 euro ma ottiene un prezzo di 5 euro ha un surplus di 3 euro.

L’impresa ottiene un surplus di (P1 – P0). S è la curva di offerta, data dalla curva del costo marginale: ogni punto di S indica il costo marginale (MC) associato alla quantità prodotta Sommando i surplus degli individui per ciascun punto della curva di offerta otteniamo il surplus del produttore, l’area compresa tra la curva di offerta e il prezzo, fino alla quantità venduta. La curva di offerta indica il costo marginale dell’impresa per ogni unità di bene. Dato P1, i produttori venderanno la quantità S1. Un produttore che vende S0 ha un MC di P0, ma ottiene P1. L’impresa ottiene un surplus pari a (P1-P0) Prezzo Surplus del produttore, PS S L’impresa che offre l’unità S0 potrebbe produrla con un costo marginale P0, ma riesce a venderla a P1. L’impresa ottiene un surplus di (P1 – P0). P1 Surplus dell’impresa che produce la quantità, S0 P0 S0 S1 Quantità

Esempio: la curva di offerta è P = 2 + Q Se il prezzo di mercato è pari a 7, il surplus del produttore si calcola osservando che la quantità venduta a quel prezzo è pari a 5: Surplus =7*5 - 7+6+5+4+3 = 10

Per ogni unità venduta prima di S1, il costo marginale dell’impresa è inferiore al prezzo di vendita P1. Sommando il surplus del produttore ottenuto per ogni unità venduta da 0 a S1, otteniamo il surplus del produttore (PS). Il surplus del produttore è l’area compresa tra la curva di offerta e il prezzo di vendita fino alla quantità venduta. Possiamo interpretare il PS come il rendimento dei fattori di produzione fissi nel settore e possiamo chiamarlo “profitto”.

Funzione di offerta  QS = -10 + P Esercizio numerico Costi totali  Costo marginale  Funzione di offerta  QS = -10 + P Calcolare il surplus del produttore quando il prezzo P = 30 P QS = -10 + P 30 C B A 10 Q 20

Il benessere di H Consideriamo nuovamente un mondo composto da due Paesi, H e F, con produttori e consumatori. Il benessere complessivo di H può essere misurato sommando i surplus del consumatore e del produttore. Maggiore il surplus totale, maggiore il benessere complessivo di H e meglio sta il Paese. Confrontiamo il benessere di H in autarchia e in libero scambio.

Autarchia L’equilibrio di autarchia si raggiunge al prezzo PA, dove la quantità domandata è pari a quella offerta, Q0. I surplus del consumatore e del produttore sono le aree prima definite. Sommandole otteniamo il surplus totale di H in autarchia. NB: ci concentriamo su un solo bene (a) Autarchia Prezzo Equilibrio di autarchia CS S PA A PS D Q0 Quantità

Il libero scambio in un Paese piccolo Supponiamo che H si apra al commercio internazionale. Supponiamo che H sia un Paese piccolo. Price-taker nel mercato mondiale Si trova di fronte un prezzo mondiale fisso pari a PW Il prezzo mondiale PW è determinato nel mercato mondiale (parametrico rispetto al paese H) Assumiamo che PW sia inferiore al prezzo di autarchia di H, PA. A un prezzo inferiore, la domanda in H aumenta a D1 e la quantità offerta in H si riduce a S1. H sarà un importatore del bene al prezzo mondiale.

Pensate al modello di Hecksher-Ohlin: se il paese H si specializza nei computer importerà scarpe, QS3 - QS2 , al prezzo PSW , inferiore al prezzo di autarchia …

La figura rappresenta il mercato delle scarpe in H dove il prezzo mondiale è inferiore al prezzo di autarchia Al prezzo di libero scambio PW, l’offerta di H si riduce a S1 e la domanda di H aumenta a D1. (b) Libero scambio Prezzo S PA PW Le importazioni soddisfano l’eccesso di domanda e sono pari a (D1 – S1) D S1 D1 Quantità importazioni NB: ci concentriamo sul bene che il paese importa in libero scambio

I guadagni dal commercio internazionale Dato un prezzo mondiale inferiore a quello di autarchia , il surplus del consumatore aumenta a a+b+d  un aumento di b+d rispetto all’autarchia. (b) Libero scambio Prezzo S Dato un prezzo mondiale inferiore a quello di autarchia, il surplus del produttore si riduce a c  una diminuzione di b rispetto all’autarchia. a PA PW b d c D S1 D1 Quantità Importazioni, M1

I guadagni dal commercio internazionale Esempio: consideriamo l’economia di H Curva di domanda: P = 10 – Q Curva di offerta: P = 2 + Q Calcolare il beneficio dello scambio quando il prezzo mondiale PW è pari a 4. Risposta Il prezzo di autarchia si deriva ponendo 10 – Q = 2 + Q  Q = 4, PA = 6 Con un prezzo mondiale pari a 4 la domanda interna vale 6, mentre la produzione interna si riduce a 2. Le importazioni sono pari a 4. Il guadagno dallo scambio è dato dalla formula ½(importazioni)(PA – PW) = ½(4)(6-4)=4

Derivazione della curva di domanda di importazioni Nell’equilibrio di autarchia, le importazioni sono pari a zero. Punto A′ nel riquadro (b). (a) (b) Equilibrio di autarchia Ogni punto della curva di domanda di importazioni è un punto che corrisponde alle importazioni di H per ogni prezzo. Prezzo Prezzo S A' PA PW A B Curva di domanda di importazioni, M D S1 Q0 D1 Quantità M1 Importazioni Importazioni, M1

Derivazione della curva di domanda di importazioni Al prezzo mondiale PW, la quantità domandata in H è maggiore della quantità offerta e quindi H importa M1. Punto B nel riquadro (b). (a) (b) Equilibrio di autarchia Ogni punto della curva di domanda di importazioni è un punto che corrisponde alle importazioni di H per ogni prezzo. Prezzo Prezzo S A' PA PW A B Curva di domanda di importazioni, M D S1 Q0 D1 Quantità M1 Importazioni Unendo A′ e B otteniamo la curva di domanda di importazioni M. Importazioni, M1

Curva di domanda: QD = 18 – 2P Curva di offerta: QS = 2 + 2P Esempio In H abbiamo Curva di domanda: QD = 18 – 2P Curva di offerta: QS = 2 + 2P Derivate e disegnate la curva di domanda di importazioni Risposta Si deriva PA  18 – 2P = 2 + 2P  PA = 4  QD = QS  M = 0  Autarchia Se PW = 3  QD = 12, QS = 8  M = QD - QS = 4  Scambio Analogamente PW = 2  M = 8 PW = 1  M = 12 In formule M = QD – QS = 16 – 4P 4 3 2 4 8

Cosa succede quando H impone un dazio sulle importazioni? Un dazio è un’imposta indiretta sui consumi che colpisce 1) le merci d’importazioni (dazi d’importazione), 2) le merci esportate (dazi d’esportazione), o 3) le merci in transito nel paese (dazi di transito). Nei paesi avanzati hanno rilievo soprattutto i primi tipi di dazio (dazi d’importazione). Due tipi di dazio per quanto riguarda le modalità di applicazione: Dazi ad valorem (come aliquota del valore delle merce scambiata)(analoghi all’IVA) Dazi specifici (come aliquota dell’unità di misura della merce scambiata) (numero, peso, lunghezza, superficie)(analoghi alle accise)

Restrizioni non tariffarie Ad es. antidumping Ad es. sussidi ai prezzi delle merci in concorrenza con le importazioni Vincoli alla distribuzione commerciale possono scoraggiare le importazioni Ad es. vincoli alle importazioni da un paese sotto sanzioni internazionali

Con dazio ad valorem (t per cento), il prezzo pagato sarà PW(1+t) Un Paese piccolo non può influenzare il prezzo mondiale e quindi l’imposizione di un dazio non ha alcun effetto sul prezzo mondiale del bene. In un Paese piccolo il prezzo pagato dai consumatori aumenta dell’ammontare del dazio. Se il prezzo pagato dai consumatori di H è inizialmente PW, dopo il dazio specifico pari a t, il prezzo pagato sarà PW + t Con dazio ad valorem (t per cento), il prezzo pagato sarà PW(1+t)

Inizialmente, al prezzo mondiale PW, H importa M1 Questo è l’equilibrio di libero scambio Il prezzo internazionale PW rappresenta la curva di offerta di F: a tale prezzo H può importare qualsiasi quantità senza alcun impatto sul prezzo Equilibrio di autarchia Prezzo Prezzo S A B Offerta di esportazioni di F, X* PW D M S1 D1 Quantità M1 Importazioni M1

Il libero scambio in un Paese piccolo La curva di offerta di esportazioni di F X* è orizzontale in corrispondenza del prezzo mondiale PW. H può importare qualsiasi quantità al prezzo PW senza che questo abbia un impatto sul prezzo. Nell’equilibrio di libero scambio, la domanda di H è D1, l’offerta è S1, e le importazioni sono M1. Equilibrio di autarchia Prezzo Prezzo S A B Offerta di esportazioni di F, X* PW D M S1 D1 Quantità M1 Importazioni

La nuova curva di esportazioni si sposta verso l’alto in X*+t. Con un dazio sulle importazioni pari a t (euro), la curva di offerta di esportazioni per F si sposta verso l’alto dello stesso ammontare. La nuova curva di esportazioni si sposta verso l’alto in X*+t. Il prezzo di H aumenta di un ammontare pari al dazio. L’offerta di H aumenta e la domanda di H diminuisce  Le importazioni si riducono a M2 Equilibrio di autarchia Prezzo Prezzo S A M2 C X*+t PW+t S2 D2 B Offerta di esportazioni di F, X* PW D M S1 D1 Quantità M1 Importazioni M2 NB: i residenti di H pagano PW + t, mentre gli esportatori di F continuano a ricevere PW, il prezzo al netto del dazio

Effetto del dazio Il prezzo di H aumenta a PW+t provocando una riduzione della quantità domandata in H. I maggiori prezzi inducono ad aumentare la quantità offerta in H. L’eccesso di domanda è minore per cui le importazioni si riducono. Gli esportatori di F ricevono ancora il prezzo “al netto del dazio”, PW. Prezzo S Queste variazioni modificano il surplus del consumatore e del produttore e il benessere complessivo di H. A PW+t S2 D2 PW D S1 D1 Quantità M2

Con il dazio, i consumatori pagano un prezzo maggiore, PW+t: il loro surplus si riduce. Equilibrio di autarchia La perdita di surplus del consumatore a causa dell’aumento di prezzo con l’introduzione del dazio è pari all’area (a+b+c+d) Prezzo S A a b d c PW+t PW D S1 S2 D2 D1 Quantità M2

Il dazio fa aumentare i prezzi interni e questo induce i produttori ad aumentare la produzione: aumenta il surplus dei produttori Equilibrio di autarchia Il guadagno di surplus del produttore grazie al maggior prezzo indotto dal dazio è pari all’area colorata (a). Prezzo S A b d PW+t PW a c D S1 S2 D2 D1 Quantità M2

Il dazio fa aumentare le entrate del governo: essendo t il dazio per unità di importazioni, il ricavo del governo è pari a t * M2 La riscossione delle entrate da dazio è un guadagno per il paese importatore: il governo può redistribuire i proventi ai consumatori o ai produttori Il guadagno del governo generato dal dazio è uguale all’area (c). L’area è pari al dazio t, moltiplicato per la quantità di importazioni, M2 Equilibrio di autarchia Prezzo S A b d PW+t PW a c D S1 S2 D2 D1 Quantità M2

Riduzione del surplus del consumatore - (a+b+c+d) Aumento del surplus del produttore + a Aumento delle entrate del governo + c EFFETTO NETTO SUL BENESSERE DI H - (b+d) Equilibrio di autarchia La perdita secca è la perdita subita da H non compensata da un guadagno corrispondente. Prezzo S A a è un trasferimento dai consumatori ai produttori c è un trasferimento dai consumatori al governo. (b+d) è la perdita secca, le perdite non compensate da guadagni. b d PW+t PW a c D S1 S2 D2 D1 Quantità M2

t*DMa + t*DMb = t*(DMa+DMb) = t*(M1 –M2) La perdita secca (b+d) può essere calcolata osservando che essa corrisponde alla somma delle aree di due triangoli con altezza data dal dazio t e come base parte della riduzione delle importazioni. Perdita secca t*DMa + t*DMb = t*(DMa+DMb) = t*(M1 –M2) Prezzo S PW+t PW b d D DMa DMb S1 S2 D2 D1 Quantità M2 M1

Perdita secca  (differenza delle importazioni x dazio)/2 Prezzo Possiamo misurare la perdita secca (DWL = deadweight loss) DWL = ½ t ΔM Perdita secca dovuta al dazio, b+d PW+t t c PW M M2 M1 Importazioni ΔM

Perdita secca come frazione delle importazioni, M

Effetto complessivo del dazio sul benessere L’area a è un trasferimento dai consumatori ai produttori generato dai maggiori prezzi interni per effetto del dazio. L’area c, il guadagno di entrate del governo, è un trasferimento dai consumatori al governo. La perdita secca, (b+d), è misurata dai due triangoli b e d. Ai due triangoli si può dare una precisa interpretazione.

L’altezza del triangolo è l’aumento dei costi marginali [(PW +t) – PW] L’area b è la perdita (di efficienza) nella produzione dovuta a costi marginali maggiori del prezzo mondiale La base del triangolo b è l’aumento netto di offerta di H per effetto del dazio, da S1 a S2. L’altezza del triangolo è l’aumento dei costi marginali [(PW +t) – PW] per effetto dell’aumento di offerta. I costi marginali maggiori del prezzo mondiale implicano che H sta producendo un’offerta aggiuntiva in modo inefficiente. Si impiegherebbero meno risorse se i beni fossero importati anziché prodotti in H. Prezzo S PW+t PW b D S1 S2 Quantità

Chiamiamo questa riduzione del surplus del consumatore perdita (di efficienza) nel consumo dell’economia. La base del triangolo d è la riduzione di domanda in H per effetto del dazio, da D1 a D2. L’altezza del triangolo è l’aumento dei prezzi associato alla riduzione di domanda. Il prezzo maggiore rispetto al prezzo mondiale implica che H sta consumando meno di quel che potrebbe se i beni fossero importati. Prezzo S PW+t PW d D D2 D1 Quantità

Perché si usano i dazi? Il risultato secondo il quale i dazi provocano sempre una perdita secca per un Paese piccolo spiega perché la maggior parte degli economisti si oppone all’uso dei dazi. Allora perché così tanti Paesi usano i dazi? Un’idea è che i Paesi in via di sviluppo non hanno entrate alternative. I dazi sulle importazioni sono “facili da riscuotere” perché ogni Paese ha i propri agenti di dogana nei principali porti per controllare i beni che attraversano la frontiera. Tuttavia, nella misura in cui i Paesi in via di sviluppo riconoscono che i dazi provocano una perdita secca maggiore, ci aspetteremmo che nel tempo abbandonino le tasse “facili da riscuotere”.

Protezione doganale e livello di sviluppo 79 paesi, 1974-1990 Effettivamente, la protezione doganale tende ad essere maggiore nei paesi più poveri Tuttavia, anche i paesi avanzati utilizzano i dazi, e lo hanno fatto regolarmente in passato quando il loro livello di sviluppo era maggiore degli odierni paesi poveri

Livello della protezione USA, Giappone, Francia, UK, Germania 1953-1960 Beni finali industriali: 13% - 33% (1) Abbigliamento: 13% - 32% 11 paesi africani (1994-1998): 6,6% - 26,5% (2) 1 paese 26,5% 5 paesi < 15% 9 paesi < 17% Dazi in % del valore delle importazioni

Redditi doganali in percentuale delle importazioni di merci: USA 1800-2000

I dibattiti storici ci hanno abituato a pensare l’Inghilterra come il paese «liberoscambista» per antonomasia e la Francia, e gli altri paesi dell’Europa continentale, come «protezionisti». In parte si tratta di un mito. La figura mostra che per tutto il XIX secolo l’Inghilterra ha mantenuto in media dazi più elevati della Francia!

Dazi in % del valore in Corea del sud, 1988 In Corea del sud nel 2000 il dazio medio sulle importazioni era ancora pari al 7,9 per cento, ma per alcuni beni agricoli e della pesca i dazi potevano superare il 30-40 per cento

Stimiamo la perdita secca dovuta al dazio statunitense sull’acciaio in vigore da marzo 2002 a dicembre 2003. I dazi sui diversi prodotti oscillavano dall’8% al 30%.

Una seconda ragione è di natura politica. Se il governo si preoccupa maggiormente del surplus del produttore, potrebbe decidere di introdurre un dazio nonostante la perdita secca. I benefici per i produttori (e per il loro lavoratori) sono tipicamente più concentrati su determinate imprese o in specifici stati rispetto ai costi per i consumatori, diffusi su tutto il territorio nazionale.

Come potreste combinare queste considerazioni sui dazi con quello che sapete circa il modello Heckscher Ohlin e il teorema di Stolper Samuelson?