GUERRE ETNCHE- RELIGIOSE NEL MONDO

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Transcript della presentazione:

GUERRE ETNCHE- RELIGIOSE NEL MONDO “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra.” (Gianni Rodari) GUERRE ETNCHE- RELIGIOSE NEL MONDO

Mentre l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale si concentra principalmente sulla guerra in Ucraina e sull'offensiva dell'Isis in Siria e in Iraq, il mondo in realtà esplode di conflitti vecchi e nuovi.   AFRICA: Al momento nel continente africano ci sono 25 Paesi in guerra, dove combattono contro i governi o l'uno contro l'altro circa 150 gruppi di milizie ribelli, gruppi separatisti o anarchici, in prevalenza islamici. Ecco gli stati dove sono in atto le guerre: Libia: Il Consiglio Nazionale per la Transizione sta cercando di mantenere la stabilità in un paese che esplode. Anche l'Italia ha evacuato i suoi cittadini dalla Libia, che oggi è un teatro di guerra, esattamente come prima della morte del Colonnello Gheddafi. Tunisia: Uqba Ibn Nafi Battalion. E' il nome che identifica le milizie jihadiste che in Tunisia combattono contro il governo per instaurare la sharia. Il governo tunisino ha dichiarato che al Qaeda è stata sgominata, ma le brigate di fondamentalisti tuttora creano instabilità e morti nel Paese che ha dato il via alla Primavera araba. Repubblica Centrafricana: Qui dal 2012 è in atto una feroce guerra, che vede contrapposti i ribelli di Seleka e le forze governative. Più di 200 mila persone sono rimaste senza casa e in migliaia sono state uccise. Ma la tregua non regge e dopo pochi mesi riprendono gli scontri. Nel 2014 Amnesty International denuncia una serie di massacri compiuti dai cristiani Anti-bakakas contro la popolazione musulmana, costretta ad abbandonare il Paese. Mentre altre ong parlano di atti di cannibalismo sull'etnia di religione islamica. E l'Onu lancia l'allarme sul pericolo di un genocidio.

Mali - A gennaio del 2012 gruppi di ribelli jihadisti si coalizzano per combattere contro il governo. Poco prima, a Bamako, il presidente Amadou Toumani Tourè viene deposto da un colpo di Stato. A gennaio 2013, mentre proseguono gli scontri tra forze governative e ribelli, intervengono le truppe francesi, che tuttora sono sul posto. A fine 2013 viene siglata una pace, ma dopo qualche mese iniziano nuovi scontri e attentati nelle principali città del Paese. Repubblica Democratica del Congo - In Congo si continua a combattere ancora. Teatro del conflitto è la parte orientale del Paese, dove le forze governative si scontrano con gruppi di ribelli armati e accusati di crimini di guerra e abusi ai danni della popolazione civile. Il gruppo M23 è responsabile di torture, stupri e rapimenti, oltre che dell'utilizzazione di bambini soldato. Somalia - I civili somali continuano a essere le vittime principali di una guerra che ogni volta sembra fermarsi e poi riprende più violenta di prima. Il nuovo governo sta cercando di prendere il controllo delle città chiave del Paese, cadute nelle mani delle milizie jihadiste. Recentemente i terroristi hanno intensificato gli attacchi contro la popolazione civile. L’ ONU denuncia feroci violazioni dei diritti umani. Stupri, torture e violenze sono all'ordine del giorno. Sud Sudan - A settembre del 2012 il Sud Sudan e il Sudan hanno siglato una serie di accordi per risolvere varie questioni, tra cui quella cruciale degli approvvigionamenti di petrolio, ma i rapporti tra i due governi restano tesi. e si verificano spesso scontri lungo i confini.

Uganda - Dopo 27 anni al potere, il presidente Yoweri Museveni ha aumentato le misure repressive nei confronti della libertà di espressione e di stampa. La popolazione civile ugandese vive nel terrore. Gruppi armati anti-governativi si scontrano tra loro e contro le forze di sicurezza ufficiali, causando la morte dei civili. Come in altri paesi africani, anche in Uganda esiste una forte presenza dei terroristi di Al-Shabaab, che prendono di mira le comunità cristiane. Kenya - L'attuale presidente, Uhuru Kenyatta, e il suo vice William Ruto sono accusati di crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale dell'Aja, per il ruolo avuto durante le violenze post-elettorali esplose nel 2007. Sono accusati di violazione dei diritti umani, stupri e abusi. Oggi il Kenya vive sull'orlo di un costante terrore, tra la guida del suo presidente e gli attacchi costanti del gruppo jihadista Al-Shabaab.

MEDIO ORIENTE: Il Medio Oriente si conferma anche nel 2014 la polveriera del mondo, con una serie di conflitti aperti e di guerre in corso. Ecco gli stati dove sono in atto le guerre. Israele-Gaza - L'8 luglio l'esercito israeliano attacca la Striscia di Gaza in seguito al protrarsi del lancio di razzi da parte di Hamas, l'organizzazione terroristica che governa a Gaza City. Il 28 luglio lo Stato ebraico dà il via alle operazioni di terra per distruggere i tunnel attraverso i quali Hamas veicola armi e munizioni. Più di mille i morti, in maggior parte palestinesi. Oggi, dopo il cessate il fuoco, la guerra è finita, ma potrebbe ricominciare da un momento all'altro Iraq - A giugno 2014 un gruppo jihadista attivo in Siria e in Iraq proclama la nascita dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, ISIS, un califfato che ha a capo il comandante Abu Bakr al-Baghdadi. L'obiettivo degli estremisti è quello di imporre la sharia nei territori controllati e di realizzare un grande califfato islamico sunnita, riunendo le regioni a maggioranza sunnita di Siria e Iraq. Sono accusati di crimini contro l'umanità e in Iraq combattono contro le truppe governative e contro i peshmerga del Kurdistan iraqeno. Siria - Sono più di 200 mila le vittime del conflitto siriano, che continua nonostante la rielezione farsa di Bashar al Assad alla guida del Paese. La radicalizzazione del conflitto ha visto recentemente entrare in campo anche i jihadisti dell'ISIS. Al fianco di Assad combattono invece le truppe llibanesi di Hezbollah. Intere città sono state rase al suolo, come Aleppo, patrimonio dell'umanità, ora ridotta a un cumulo di macerie.

ASIA: Ecco i paesi dove sono in atto i conflitti. Afghanistan  Mentre il Paese si prepara all'uscita definitiva delle truppe internazionali entro la fine del 2014, continuano gli scontri tra le forze governative e i talebani, che attaccano attraverso attentati che vanno a colpire soprattutto civili. L'Afghanistan di oggi è ancora molto lontano dal trovare la pace e i morti aumentano giorno dopo giorno. India - Il governo di Delhi è tuttora "in guerra" contro una serie di gruppi separatisti e indipendentisti di affiliazione islamica. Frequenti gli scontri a fuoco e i morti lungo il confine con il Pakistan, per la questione ancora aperta del Kashmir. Pakistan - Il governo di Islamabad continua a combattere una guerra senza quartiere contro i terroristi jihadisti, che infiltrano anche i servizi segreti del Paese. Oltre a cercare di estirpare la minaccia terroristica attraverso l'aiuto dei droni americani, il governo pakistano è tuttora in pessimi rapporti con l'India, per questioni territoriali. Myanmar – IL governo è impegnato in una lotta all'ultimo sangue contro i gruppi armati che si oppongono alla Giunta. In più, nel 2013 è esplosa la rabbia anti-islamica, capeggiata dai monaci buddhisti. Centinaia le vittime. L'odio e la violenza ha colpito diverse comunità musulmane del Paese, che di fatto sta vivendo una guerra etnico-civile. Filippine - Il gruppo jihadista Abu Sayyaf è tornato a farsi sentire con le bombe e gli attentati suicidi in tutto il Paese. Il governo sta cercando di contrastare militarmente i separatisti che vogliono instaurare la sharia in alcune aree delle Filippine.

Cina vive una serie di tensioni sia al suo interno che all'esterno Cina vive una serie di tensioni sia al suo interno che all'esterno. La repressione dei musulmani, accusati di essere terroristi e di pianificare attentanti nello Xinjang, è il chiodo fisso di Pechino. Sul campo si contano già decine di morti e gli scontri in tutta la regione continuano. In più, la Cina vive un momento di gelo nei rapporti con il Giappone a causa dell'attribuzione territoriale delle isole SenKaku/Diaoyu e dei loro ricchi giacimenti di gas.  Yemen - Continuano gli scontri tra le forze governative e i gruppi armati Salafiti nel nord del Paese. Il governo yemenita è sostenuto dagli USA nel pianificare operazioni militari mirate a distruggere le cellule di Al Qaeda nella Penisola Arabica. Il Paese tuttora detiene la maglia nera dei diritti dell'uomo.

ASIA: Ecco i conflitti in atto sul territorio. Ucraina - L'esercito di Kiev si sta scontrando con le truppe dei separatisti filorussi della regione orientale del paese, con Donetsk come principale città teatro dei combattimenti. La guerra civile ucraina si è trasformata in un pericoloso braccio di ferro tra Europa ed America e Russia. Kiev accusa Mosca di voler occupare  il suo territorio e di foraggiare i ribelli di Donetsk. Mosca rispedisce le accuse al mittente e mantiene costante la pressione delle sue truppe lungo i confini. Un missile terra-aria ha abbattuto un aereo della Malaysian Airlines, causando 298 morti. Cecenia e Daghestan - Non se ne parla quasi più, ma non per questo il conflitto interno nei due Paesi tra governo e gruppi terroristici-indipendentisti prosegue. La Cecenia è anche uno dei centri di addestramento di martiri, pronti a partire per le loro "missioni" in tutto il mondo.

Secondo il rapporto, il numero delle lotte è passato da 388 nel 2011 a 424 nel 2014, un aumento in tre anni del 9,3%. In poco più di un decennio si è pas sati da una media di 21.000 vittime annue a 38.000. Forte incremento anche nel commercio degli armamenti, salito a +16% in quattro anni. I conflitti si concentrano per il 95% in Paesi non Ocse – ovvero in via di sviluppo –  e le stime della Caritas dicono che gli attacchi terroristici sono quintuplicati negli ultimi 15 anni. In conclusione bisogna dire che in 3000 anni ci sono stati solo 230 anni di pace ma si può dire che tutte queste guerre che sono state elencate sono state scatenate perché una religione voleva dire ad un’ altra che l’ unica vera strada verso Dio fosse la propria.

MARIA FRANCESCA BARBERIO, MARIAROSARIA FERRARO.